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  • “Nuvole Blu”, il nuovo singolo dei Tales of Sound

    “Nuvole Blu”, il nuovo singolo dei Tales of Sound

    Il 18 febbraio i Tales Of Sound chiudono il cerchio con il nuovo singolo “Nuvole Blu”. Si tratta dell’ultimo capitolo del loro secondo EP, “Se(N)timento a Pezzi”, presentato anche dai precedenti brani “Superstar”, “Metallico” e “Paura”.

    Nuvole Blu e il sapore di libertà

    “Nuvole Blu”, rispetto ai precedenti, è un brano più delicato, più ballad ma nonostante questo mantiene un filo conduttore con gli altri singoli. Una ballad elettronica che mescola un cantato hip hop, tratto inconfondibile dello stile del trio. Un suono metallico, graffiato e pungente che in questo caso viene un po’ addolcito. “Nuvole Blu” è un pezzo accattivante e il cantato, come in “Paura”, viene alternato con citazioni cinematografiche. Questo stile rende i due brani parte della stessa storia.

    In “Paura” il focus era il terrore dell’altro, del nostro simile, mentre in “Nuvole Blu” è la ritrovata libertà. I due brani insieme raccontano questi due anni di pandemia. I Tales Of Sound hanno voluto ricreare con la musica quel momento in cui le restrizioni si sono allentate e si è tornata a respirare un po’ di libertà. “Nuvole Blu” è riprendere ossigeno, tornare a vivere di nuovo e sentirsi almeno un minimo più liberi.

    “Il nostro buon SeaBass ha creato un ambiente in linea, con suoni elettronici di cui ci siamo innamorati, che tenesse l’ascoltatore in un limbo a metà fra la poesia e la depressione. Caricando il suono con una citazione cinematografica.

    Nuvole blu è il passaggio dalla restrizione forzata alla libertà. Con un ambient musicale distensivo che ci porta con dolce rassegnazione a vivere di pancia la reclusione e respirare a pieni polmoni la riconquista dell’assenza di restrizioni“, così i Tales Of Sound descrivono il loro brano.

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    Biografia

    Dalla vita nascono racconti, dai racconti nascono i Tales Of Sound. Stiamo parlando del trio di Vicenza che si è formato nella primavera del 2021 e nel giro di pochissimo tempo si è fatto notare e apprezzare per il suono fuori dal comune.

    I Tales Of Sound sono tre ragazzi sulla stessa lunghezza d’onda, ma con caratteristiche e personalità molto diverse. E’ proprio dall’incontro di queste differenze che nascono le loro canzoni. Ogni brano è come un racconto viscerale che prende vita.

    La carriera musicale del trio inizia alla grande. Il 29 settembre i ragazzi partecipano all’European Music Contest ottenendo da subito un ottimo riscontro. Il mese successivo partecipano ad una jam al “Caracol Olol Jackson” di Vicenza aprendo la serata a ESA FUNKY PREZ e pochi giorni dopo pubblicano il loro primo singolo ufficiale “Superstar”. Un brano contro gli opportunisti che giocano con la sensibilità dei più deboli.

    Il 26 novembre deliziano il pubblico con “Frammenti Quotidiani“, il loro primo EP da cui è estratto il brano “Tossitocina”, presentato all’European Music Contest. Quattro brani nati per raccontare episodi di vita, frammenti filtrati dalla percezione e ricostruiti in musica.

    I Tales Of Sound sono instancabili e il 3 dicembre pubblicano il loro secondo singolo “Metallico”. Un trio con la passione per la musica e la sperimentazione che sa farsi notare e differenziarsi dalla massa.

    Il 2022 si apre alla grande: il 3 gennaio si aggiudicano il Vicenza Rock Contest e il 10 gennaio vengono selezionati per “Una voce per San Marino”, contest che porta gli artisti sul palco dell’Eurovision Song Contest. Le novità non finiscono qui perché il 14 gennaio esce “Paura”, il terzo singolo della band.

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  • ARTE CONTEMPORANEA: IL ‘BIG BANG’ ARTISTICO DI FRANK CIANURO TRA CRUNK E MOSCHE ACROBATICHE

    ARTE CONTEMPORANEA: IL ‘BIG BANG’ ARTISTICO DI FRANK CIANURO TRA CRUNK E MOSCHE ACROBATICHE

    Frank Cianuro ha attraversato i tormenti di un’esistenza complicata e dolorosa per ritrovarsi oggi, alla soglia dei cinquant’anni, a voler giocare ancora una volta come un bambino divertito, sui mostri e sulle paure che hanno governato la sua intera esistenza, ritraendo i volti e le figure che sono entrate a farne parte. Questa era l’unica via per renderle più sopportabili nel tempo.

    Con queste nuove opere, concettualmente leggere, Frank Cianuro vuole ritrovare il bambino che si è perso nelle depressioni di una vita adulta, che oggi corre veloce pur rimanendo immobile. E’ forte la voglia di tornare indietro, a prima del dolore e delle perdite che lo hanno segnato, a quando era felice di non sapere come sarebbe andata una volta cresciuto.

    E’ con questo ‘big bang’ artistico che la ricerca di Frank Cianuro accoglie e associa materiali e riferimenti eterogenei in un modo del tutto inaspettato: soggetti sottratti alla letteratura e al mondo dell’arte, quindi alla biologia vegetale e animale, alla storia della cinematografia o a quella della sua famiglia, filtrate dalle visioni distorte di sensazioni provocate da una musica corrosiva e dalla contemporaneità delle conversazioni di whatsapp. Tali frammenti si compongono in inedite narrazioni e bizzarri accostamenti. Sono, dopotutto, immagini rubate alla sua immaginazione.
     

    LA GENESI DELLE NUOVE OPERE: I ‘CRUNK’ E ‘LE MOSCHE ACROBATICHE’

    Crunk vengono realizzati con filo di alluminio o di gomma sagomato a mano, nascono in origine su un foglio di carta, a tratto continuo disegnato ad occhi chiusi e con la mano sinistra, nel tentativo infantile di restituire disegni che non abbiano alcuna corruzione e nessun tipo di educazione, con la sola volontà di divertirsi attraverso la leggera brutalità di un pensiero inconscio, incurante di un insegnamento adulto.

    Frank Cianuro afferma: «…è un gioco che cristallizza la voglia di una felicità ignara e trasparente, ancora viva, luccicante. Con queste opere improbabili e leggere cerco di dare vita al grottesco che mi circonda da sempre, spesso ritraendo esistenze incaute e maldestre come la mia».

    Le Mosche Acrobatiche o ‘The Arcobatic Flyez’ sono divertenti art toys da compagnia, irriverenti, caustici e dissacranti, anch’essi derivati dal “mondo” Crunk, come evoluzione del soggetto più improbabile.

    Ogni mosca ha il proprio temperamento e carattere, apparentemente uguali l’una all’altra ma ciascuna con elementi che la distinguono dalle altre, pezzi unici all’interno di installazioni replicabili, piccole sculture in edizione limitata, ognuna con il proprio nome e certificato di nascita. A proposito di ciò, Frank: «Ho scelto le mosche perché nell’immaginario di tutti sono orribili e fastidiose, loro sono il mio modo di divertirmi con il diverso rendendolo oggetto di attenzione».

  • “CARO LUCIO RISPONDO”, il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”

    “CARO LUCIO RISPONDO”, il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”

    Dal 4 Marzo 2022 sarà disponibile sulle piattaforme digitali “CARO LUCIO RISPONDO” (Red Phonics Records), il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”.

    Caro Lucio rispondo è un disco concepito e realizzato interamente a casa, in ogni suo aspetto, dalla musica alla grafica fino alla realizzazione dei video e al loro montaggio. Un ideale invio di lettere come risposte alle parole di Lucio Dalla, un disco che non è dedica ma immaginario rapporto epistolare.

    TRACKLIST:

    • 01 Arance amare

    • 02 Caro Lucio rispondo

    • 03 Il peso dell’assenza

    • 04 Pesci piccoli

    • 05 Una fermata in centro

    • 06 Aprono i Bar

    • 07 La bella differenza

    • 08 Mai difficile amarti

    • 09 Quarantella

    Arance Amare” è una delle nove risposte alla “Lettera al caro amico” che Lucio Dalla inviò tramite il brano: “L’anno che verrà”. L’artista in questo brano risponde alla lettera di quell’uomo del ’43, descrivendo la sua visione del presente che è stato il suo futuro immaginato proprio in quella lettera al caro amico, raccontandogli di momenti assurdi e brutali, di solitudini e silenzio, di amore e tempra, coraggio e paure. Infine, Gaggiotti ha voluto sussurrare al destinatario della lettera che aveva ragione: anche se diversamente, tutti si vive un presente migliore se si sogna e pretende un futuro davvero moderno e civile.

    Spiega l’artista a proposito del brano“Qualcuno doveva pur rispondere a Lucio Dalla e raccontargli quello che succede.”

    Il videoclip di “Arance Amare” è stato girato nella casa di Sergio Gaggiotti e raffigura l’artista che canta davanti alla videocamera mentre una luce calda proveniente da varie lampade sparse per tutto l’ambiente da a tutto il set un atmosfera accogliente.

    Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti BIOGRAFIA

  • Al via lunedì 14 marzo a Milano il progetto Artchipel Hub dell’Artchipel Orchestra

    Al via lunedì 14 marzo a Milano il progetto Artchipel Hub dell’Artchipel Orchestra

    MILANO – Nel linguaggio informatico, la parola hub identifica il dispositivo che mette in collegamento tra loro computer e reti; nel settore dei trasporti e della mobilità, l’hub è un grande scalo internazionale che raccoglie la maggior parte del traffico aereo di un Paese e al quale fanno capo numerose rotte. E in campo musicale? In questo ambito, il termine hub è sinonimo di piattaforma o, meglio ancora, di rete.
    Non a caso, “Artchipel Hub”, la nuova iniziativa dell’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più apprezzate della scena jazz italiana, fondata e diretta dal batterista e compositore Ferdinando Faraò, si pone l’obiettivo di far nascere un network, una rete attraverso la quale si creino relazioni e confronti non solo tra i musicisti, ma anche tra gli artisti e il pubblico. Come? Dando vita a laboratori inclusivi che siano, al tempo stesso, prove aperte (in senso letterale, aperte cioè anche ai musicisti che non fanno parte in pianta stabile dell’ensemble milanese e agli spettatori), sedute di improvvisazione e, infine, esecuzione, in forma di concerto, di alcuni brani tratti dal repertorio del collettivo guidato da Faraò.
    “Artchipel Hub” è un progetto articolato in tre date, organizzate in collaborazione con il Garage Moulinski di Milano, spazio in cui la musica jazz è di casa. Si partirà lunedì 14 marzo (inizio ore 21.30, ingresso libero con consumazione o cena; prenotazioni al 3493306000) e si proseguirà l’11 aprile e il 16 maggio: nel corso di questi incontri verranno analizzate, discusse ed eseguite musiche di autori come Jonathan Coe, John Greaves, Misha Mengelberg, Mike Westbrook, Keith Tippett, Hugh Hopper, Mike Oldfield, Phil Miller, Lindsay Cooper, Robert Wyatt e Mike Ratledge, con arrangiamenti per orchestra a cura di Beppe Barbera, Ferdinando Faraò e Francesco Forges. Ma l’ambizione degli ideatori di questa iniziativa è di stabilire, soprattutto, interazioni, relazioni, confronti e collaborazioni tra i musicisti e il pubblico, che non si limiterà al mero ascolto, a una presenza “passiva”, ma verrà chiamato a partecipare al processo creativo in atto.
    Spiega Ferdinando Faraò: «La produzione, la diffusione e la divulgazione della musica si realizzano soprattutto attraverso l’organizzazione di concerti e festival, la vendita e l’ascolto dei dischi, la promozione e così via. Tutto ciò è ovvio e, per così dire, fisiologico. Ritengo però che occorra sottolineare anche l’importanza, a volte un po’ trascurata, dei “processi” che stanno alla base di una dinamica sociale e di relazione tra i musicisti, che si sviluppano all’interno di contesti come quello, per esempio, dell’orchestra. In questi processi, il bisogno che sta alla base del fare musica non è tanto quello della realizzazione di un “prodotto” da esibire o da vendere, ma piuttosto quello di un lavoro che privilegia uno sforzo collettivo inclusivo, nel segno della ricerca, della sperimentazione e della condivisione. Sentiamo, quindi, la necessità di dare vita a una forma di associazionismo libero e spontaneo, invitando i musicisti a partecipare al processo di organizzazione della musica attraverso, per esempio, l’esperienza di prove aperte che siano davvero inclusive. Crediamo che il fare musica non debba essere solo un atteggiamento estetico fine a se stesso, ma riteniamo che debba far parte di un determinato modo di vivere. Fare musica insieme vuol dire ritrovarsi, parlarsi, confrontarsi e immergersi, come nel nostro caso, anche negli aspetti organizzativi di un’orchestra. Fare musica, in definitiva, vuol dire fare cultura».

    Nata nel 2010, l’Artchipel Orchestra ha pubblicato quattro album (“Never Odd or Even”, “Artchipel Orchestra Plays Soft Machine”, “To Lindsay: omaggio a Lindsay Cooper” e “Truly Yours: musica di Phil Miller”), aggiudicandosi per due volte (nel 2012 e nel 2017) il primo posto nella categoria “Miglior formazione italiana” nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz”. Da segnalare, inoltre, che nel 2014 l’ensemble milanese ha ottenuto il secondo posto e che nel 2020 si è classificato tra i Top Ten. 
    Oltre ai favori della critica, l’Artchipel ha riscosso, da subito, anche quelli del pubblico: Faraò e i suoi musicisti si sono esibiti, infatti, nei più importanti festival jazz nazionali, affiancati da ospiti internazionali del calibro di Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts.
  • Sibilla pubblica il singolo Cuore leggero

    Sibilla pubblica il singolo Cuore leggero

    Sibilla debutta con Cuore leggero, singolo che celebra un amore che l’ha fatta crescere e cambiare il punto di vista sulla vita. La spensieratezza dei momenti passati insieme si traduce in un arrangiamento arioso che esplode in un ritornello che trasmette la serenità generale e valorizza l’interessante timbro della cantautrice. La produzione originaria è dell’autore Sony Alessandro De Blasio, collaboratore da tempo di Sibilla, per poi essere stata rielaborata da Davide Maggioni che ha realizzato il master definitivo.

    Una ballata indie pop densa di istantanee della vita quotidiana di questa coppia di innamorate, con gli oggetti che hanno un valore speciale perché collegate a un preciso istante e con luoghi che provocano vortici di ricordi, come Roma che era stata la location del loro primo incontro. Immagini che sono presenti anche nella copertina disegnata da Nicola Cardone che ha racchiuso in un foglio sovrapposto alla foto diversi indizi che rimandano al pezzo, dalla tazza di tè fino agli occhi blu e al cuore leggero sul divano.

    «Ho scritto questo testo un paio di anni fa, volevo iniziare la mia avventura nel mercato discografico mettendo un punto al mio passato, lasciare indietro una storia importante per poter cominciare con qualcosa di nuovo. Le sonorità sono volutamente classiche ma nei prossimi singoli sentirete basi più elettroniche, state pronti!».

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  • Efferre pubblica il singolo Pezzi di un puzzle

    Efferre pubblica il singolo Pezzi di un puzzle

    Dopo il convincente debutto con ElisaEfferre torna con il nuovo singolo Pezzi di un puzzle. Continua l’immaginario femminile descritto dal cantautore calabrese che, con arrangiamenti squisitamente elettronici, racconta quadri di vita in cui è impossibile non immedesimarsi. Ritrovare per strada l’amata che si sta cercando di dimenticare, dopo la fine di una storia che è terminata solo per l’altra persona, fa tornare a galla ricordi e fa partire uno show nella mente del protagonista che sarebbe disposto a fare a botte contro gli spasimanti di turno pur di riconquistarla e che non riesce a staccarsi di dosso lo sguardo di chi ancora non smette di farli battere il cuore, come se il corpo di lei fosse un ritornello che rimane in testa anche una volta spenta la radio, come se le parole mancanti nel chorus di Elisa adesso avessero un nome e un cognome. 

    E proprio questo incontro fortuito dà lo spunto a Efferre per riflettere a tutto tondo sulle relazioni, a interrogarsi sul fatto che spesso ci buttiamo tra le braccia di un altro solo per cercare di guardare avanti, sentirci ancora vivi, lasciare alle spalle il passato e perché non sopportiamo le mancanze. Farsi del male diventa un hobby e non diamo il giusto peso a ciò che sentiamo. Una femme fatale, che ha gli occhi di chi piange a casa da sola ma il cuore di Satana, fa capire all’artista che in mezzo al percorso della nostra esistenza ci imbattiamo in una miriade di conoscenze, tutti pezzi di un puzzle che cerchiamo di completare ogni giorno perché non riusciamo ad accettare e apprezzare la solitudine. 

    «Mi piaceva immaginarmi cosa potesse succedere se mi fosse capitato di incontrare di nuovo per caso la ragazza che mi ha lasciato, che si è pure consolata subito con un altro. Rimanere di stucco è il minimo. La mente, invece, viaggia così velocemente che non riesci a formulare frasi di senso compiuto, tornano alla memoria i momenti passati con lei e vederla mano nella mano di un tizio diverso da te crea un mix di emozioni difficili da gestire. Ho scelto di usare un’elettronica dai sapori minimal, glitch e spero che, nonostante la vicenda che canto sia intrisa di malinconia, la base faccia ballare, sia portatrice di buon umore e faccia venire voglia d’estate», racconta Efferre.

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  • Nicola Russu torna con il singolo E’ Claro

    Nicola Russu torna con il singolo E’ Claro

    Riaprono le discoteche e il cantautore di Olbia Nicola Russu ci regala il nuovo singolo in cui dominano le atmosfere da club e risalta prepotente la voglia di tornare a ballare sotto la cassa. È Claro, fuori su tutte le piattaforme digitali, è un concentrato di buoni propositi indirizzati verso un futuro dove le certezze sono poche. Il domani viene descritto come un gioco dove spetta a noi muovere le pedine, consapevoli che non possiamo controllare tutto quello che ci capita, ma allo stesso tempo abbiamo una percentuale di autogestione che ci sprona a dare il massimo per ottenere i propri obiettivi e migliorarsi.

    Il pezzo si caratterizza per sonorità dreamin e nella produzione home made confluiscono le varie contaminazioni del progetto che sta portando avanti il cantautore sardo: è evidente, infatti, il suo amore per la musica elettronica più sognante, a metà tra euro-dance e melodia italiana del decennio ’90. Ma questo mondo sonoro si interseca con la canzone d’autore con cui Nicola è cresciuto e che lo ha spinto, in adolescenza, a scrivere.

    «Mi rivolgo al futuro in un dialogo muto in cui lo interrogo su quali disegni abbia nei confronti miei e della mia generazione. C’è una parte certa che ci rende liberi di scegliere e che ci rende protagonisti della partita e una che invece dipende da fattori esterni. Penso che questo sia anche il bello della vita. Chissà cosa inventerà per noi e chissà se con le unghie e con i denti riusciremo nei nostri intenti. Intanto muovete le natiche che non ce lo vieta nessuno!».

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  • MANIA: esce oggi il nuovo singolo “Il suono del tuo nome”

    MANIA: esce oggi il nuovo singolo “Il suono del tuo nome”

    Dal 25 Febbraio 2022 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “Il suono del tuo nome” (LaPop), il nuovo singolo dei MANIA.

    “Il Suono del Tuo Nome” è un brano scritto in modo leggero ma con forti motivazioni. La canzone nasce da diverse riflessioni fatte sulla quotidianità e l’inevitabile distacco tra le persone, dovuto a un modo di comunicare completamente differente rispetto al passato. Chi appartiene alla generazione di passaggio tra il vecchio e il nuovo mondo della comunicazione, come noi, percepisce in modo nitido la differenza.

    Spiega la band a proposito del brano: “Il suono del tuo nome è una canzone che ci invita a stare vicini e ad ascoltarci e lo fa in modo velato, spingendoci a riflettere e a darle una interpretazione. Inoltre, come è nel nostro stile, raccoglie una serie di immagini che ci stanno a cuore e che popolano il nostro mondo. Al suo interno c’è la nostra attenzione anche a tematiche oggi molto discusse come natura e ambiente.”

    Il videoclip è stato ideato e realizzato da Beatrice Cabrini e Claudia Casarola, ragazze giovani e piene di talento. È un playback realizzato in studio, la casa madre, che loro hanno integrato, in modo semplice ed efficacie, con illustrazioni in stile fumetto.

    Biografia

    Il progetto MANIA è composto da Gionata (voce), Jacopo (chitarra), Davide (basso) e Davide (batteria). Dopo i primi lavori in studio nel 2016 conoscono Alex Uhlmann e al Black Box Studio di Milano, con Giovanni Cirone e Stefano Salonia, realizzano un Ep contenente cinque brani inediti, che porta il nome della band, “Mania”. L’ep, disponibile da gennaio 2016 è anticipato dal primo singolo estratto “Soli si va”.Poco dopo firmano con la Red&Blue Music Relation e il video va in anteprima sul sito di TgCom24. Grazie all’ottima rete promozionale, la band, in seguito al tour radiofonico nelle Università Italiane – Uniweb Tour – nel mese di dicembre 2015 è ospite di Red Ronnie nel programma Barone Rosso.Durante questo monografco il gruppo racconta di sée delle proprie scelte musicali e stilistiche,presentando per la prima volta un live acustico dell’intero EP. La band non smette nel frattempo di scrivere e migliorare le proprie produzioni musicali, giungendo nel 2018 a stringere una collaborazione con la società We Are Next3 di Roberto Vernetti e Michele Clivati, dalla quale nasce un nuovo lavoro discografco dal titolo “4”.

    I Mania sono una band alla continua ricerca suoni e modalità di scrittura internazionali ispirandosi ad altrettanto band come ad esempio Coldplay, Imagine Dragons, One Repubblic, The Kensington

    Il suono del tuo nome” dei MANIA esce in radio e in digitale il 25 Febbraio (LaPop).

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  • “My Friend Ry”: il tributo di SirJoe Polito a Ry Cooder,  tra blues, gospel e rock’n’roll,  sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    “My Friend Ry”: il tributo di SirJoe Polito a Ry Cooder, tra blues, gospel e rock’n’roll, sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    MILANO – Si intitola “My Friend Ry” il primo disco da solista di Sergio Polito, in arte SirJoe Polito, leader della band veneziana B-Woops: uscito a fine 2021, il nuovo album (pubblicato da Caligola Records by Gutenberg Music e disponibile in formato fisico e sulle piattaforme digitali) è un tributo al grandissimo Ry Cooder, chitarrista, polistrumentista, compositore e instancabile ricercatore delle tradizione afroamericane. Oltre ad essere celebre per la sua notevole tecnica chitarristica, Cooder è noto soprattutto per una serie di album in cui ha esplorato vari generi della musica americana delle radici, rielaborando canzoni e melodie altrui con il suo inconfondibile stile esecutivo e con la sua impareggiabile abilità nel riarrangiare traditional o pezzi sconosciuti e dimenticati.
    In “My Friend Ry” (album al quale hanno collaborato una ventina di musicisti italiani e stranieri, tra cui il talentuoso chitarrista americano Jeff Pevar, che ha suonato con artisti del calibro di Ray Charles, Joe Cocker, Aretha Franklin, Crosby, Stills & Nash e James Taylor), SirJoe Polito ha ripercorso il repertorio cooderiano, riprendendo il blues degli inizi, il gospel, il rhythm & blues, il tex-mex e il rock’n’roll con gusto e versatilità, e ha ricamato con le sue chitarre i giusti fraseggi in un omaggio onesto e rispettoso, quasi avesse voluto imparare dal chitarrista californiano la lezione di come si reinterpretano i brani altrui. 
    Con le sue chitarre (acustica, elettrica e resofonica), SirJoe Polito presenterà la sua ultima fatica discografica sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), accompagnato da Carlo “Carlito” De Bei (cori, chitarra acustica ed elettrica), Gianni Spezzamonte (cori, basso elettrico), Marco Campigotto (batteria), Danilo Scaggiante (sax) e Willy Mazzer (armonica): in scaletta, i dodici pezzi che compongono il nuovo album (da “Crazy ‘Bout An Automobile” a “Tattler”, da “Little Sister” a “The Dark End of The Street”, da “Across The Borderline” “13 Question Method”, solo per citarne alcuni), ma non solo.
    Prima del concerto, alle ore 21, verrà presentato il libro “L’onda sulla baia. San Francisco: sound, poeti & Silicon Valley” di Aldo Pedron e Maurizio Galli (Arcana Edizioni, 472 pagine, 26 euro), dichiarazione d’amore per la città californiana che, tra l’estate del 1965 e l’inizio del 1967, diventò il cuore pulsante di una rivoluzionaria filosofia di vita. Un tempo in cui musica, letteratura, arte, costume, politica e nuovi stili di vita stravolsero la società americana, ma non solo. 


    Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            
    Inizio live: ore 21.30.
    Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (biglietto ridotto). 
    Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi.
  • SACROMUD: IL 25 FEBBRAIO ESCE NELLE RADIO E NEI DIGITAL STORES IL NUOVO SINGOLO ‘THE HIDER & THE SEEKER’

    SACROMUD: IL 25 FEBBRAIO ESCE NELLE RADIO E NEI DIGITAL STORES IL NUOVO SINGOLO ‘THE HIDER & THE SEEKER’

    Con ‘The Hider & The Seeker’, singolo disponibile nelle radio e sulle piattaforme digitali a partire dal 25 febbraio, i Sacromund puntano il radar verso l’overground blues, occupando lo spazio che si muove sopra l’underground e sotto il mainstream.
     
    ‘The Hider & The Seeker’ è la prima risposta che i Sacromud provano a dare a coloro che si lasciano sedurre dalla tradizione che alimenta di giorno in giorno tutte le contraddizioni della contemporaneità, pescando dentro al blues di Maurizio Pugno (chitarrista, ideatore, compositore, arrangiatore e produttore della formazione) e proseguendone la traiettoria tracciata in oltre 35 anni di attività in giro per il mondo.
     
    Una vera e propria fabbrica di suoni e suggestioni raccolti in un’intera carriera e trasposti all’oggi, in quella che si può definire complessivamente una ‘ballata contemporanea’ racchiusa nel nuovo album con uscita prevista a primavera 2022.

    Il brano ‘The Hider & The Seeker’ racconta simbolicamente di come due corpi possano cercarsi senza trovarsi e di come il “vento” del desiderio, possa trasformarsi nell’unica potenziale divinità laica a cui rivolgersi per far avverare questo “ritrovamento” erotico e mistico.
     
    «Siamo fermamente convinti che nella cultura popolare ci sia un continuo manifestarsi di spiriti vagabondi in cerca di preghiere laiche e che ritmano il rumore dei loro stessi passi e lo scandire di nuovi esodi» dicono i Sacromud «i valori della tradizione sono ripresi e verificati da altri contemporanei, così come da nuovi atti di creatività e quindi sostituiti quando si dimostrano superati».
     
    Così la loro nuova forma dell’overground blues prova ed essere la somma, in continua mutazione, dei valori utili al suo popolo obbligato continuamente rinnovarsi, se non vuol deperire.

    Il videoclip è stato realizzato cercando di giocare su alcuni messaggi trasversali alla canzone stessa; sul cercarsi, sul nascondino ma anche su alcune simbologie tipiche del messaggio ‘Sacromud’, messaggio che celebra il rito dell’overground Blues.
    Un esperimento visual generato politicamente in un formato da smartphone che generi l’esigenza di cercare cosa c’è fuori da quelle inquadrature, cosi strette e obbligate.
     
    SACROMUD è una produzione Labilia srl che prova a farsi interprete del ‘Sacro Fango’ dell’oggi. Nati da un’idea del chitarrista-compositore Maurizio Pugno, proseguono la sua traiettoria tracciata in oltre 35 anni di tour e dischi e generano, attorno alla vocalità calda e graffiante di Raffo Barbi, una vera e propria fabbrica di suggestioni o meglio, quello che loro chiamano overground blues. Il quintetto, completato da Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere) e Riccardo Fiorucci (batteria) costruisce una suite musicale dentro alla quale si muove la narrazione stessa oltre che il soul, la roots music, il blues, il rock, l’R&B, il pop ecc., frullati assieme ai suoni delle contraddizioni dei nostri giorni.