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  • “Neve” è il nuovo singolo di DAEVID

    Dal 5 dicembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Neve”, il nuovo singolo di DAEVID per Up Music.

    “Neve” è una riflessione che pone l’accento sulle profonde differenze tra la percezione del mondo da parte dell’adulto e quella del bambino.

    Il brano evidenzia come l’adulto sia spesso appesantito da sovrastrutture che lo rendono “cieco”, mentre il bambino conserva intatta la capacità di stupirsi della realtà, anche solo grazie a una nevicata.

    Attraverso questa canzone, l’artista manifesta il desiderio di tornare a vedere il mondo circostante con la stessa meraviglia e ingenuità tipiche dell’infanzia. Questo intento è rafforzato dalla scelta di un arrangiamento musicale dolce e suggestivo, caratterizzato da suoni evocativi e dall’utilizzo di cori di voci bianche, che amplificano l’atmosfera onirica del pezzo.

    Commenta l’artista sul nuovo brano: “Neve è un brano che conferisce al mio progetto musicale un tocco emozionale e magico con uno sfondo invernale e natalizio”.

    Biografia

    Michelangelo Muccioli, in arte DAEVID, è un artista emergente nella nuova scena musicale. Fin da piccolo studia e suona il pianoforte, strumento che accompagna ogni sua traccia musicale ed è il suo marchio di fabbrica, che ben si lega a una scrittura poetica ed evocativa. La sua musica è veicolo di espressione e contatto con il mondo. Tutto nasce quando Daevid assiste a un concerto e intorno a lui un mare di persone canta all’unisono una canzone. Qualcosa, in quel preciso istante, cambia e decide di provare a percorrere la strada della musica. Nel 2022 inizia così a scrivere brani e capisce immediatamente che questa realtà e questo modo di esprimersi sarebbero stati parte del suo essere. Coltiva la sua passione apprendendo più nozioni che può, ricerca, studia e si appoggia a persone esperte, da cui assorbe il più possibile. L’artista si mette in gioco partecipando ai primi contest canori come “Je so pazzo music festival” e “Solisti e duo Italia Contest”, ottenendo subito approvazione e gradimento nel primo, e nel secondo vince il primo premio della giuria popolare. Inoltre, riesce a vincere la prima edizione di U-Music Festival. Le canzoni di DAEVID vogliono catturare l’ascoltatore e catapultarlo nel suo mondo lasciando, allo stesso tempo, una libertà di interpretazione personale. Nel 2023 firma il suo primo contratto con l’agenzia di produzione artistica “Time Bomb Music” (con cui collabora tutt’ora) per l’uscita dei suoi primi singoli, registrati presso il Tortuga Recording Studio.

    “Neve” è il nuovo singolo di DAEVID disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 5 dicembre 2025.

     

     

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  • “Sexy Droga” è il disco d’esordio dei NOCRAC disponibile in vinile dal 5 dicembre

    Dal 5 dicembre 2025 sarà disponibile in vinile in un formato a 4 lati (A, B, C e D) il disco d’esordio “SEXY DROGA” (Overdub Recordings) dei NOCRAC.

     

    “SEXY DROGA” già disponibile in digitale è un disco che esplora ossessioni, dipendenze e smarrimento, camminando su un filo tra inadeguatezza e fallimento. È un album per chi cerca comprensione, non redenzione, e per chi ha vissuto la solitudine come esperienza comune.

    Unendo introspezione esistenziale e ironia, l’album gioca con i cliché del concept album, offrendo una riflessione critica sulla ricerca di un senso che spesso sembra destinata a fallire. Eppure, nel fallimento, risplende la bellezza di chi continua a lottare, anche senza trovare risposte definitive. Un viaggio tra le fragilità e le contraddizioni della vita.

    Le atmosfere sonore evocano un’estetica vintage, filtrata attraverso un presente instabile. I suoni morbidi e avvolgenti si mescolano a interferenze moderne, creando una reinterpretazione del passato. L’organico richiama il rock degli anni ’60/’70, con basso, batteria, chitarra, piano elettrico e tre voci a confronto. La musica gioca con la nostalgia, mescolando tragicità, autoironia e dissacrazione, e esplora le dipendenze attraverso parole, note e arrangiamenti. Corale e a più mani, inizialmente strumentale, diventa un canto che unisce preghiera e urlo. La produzione, tra techno bohémien e glitch emotivi, richiama l’introspezione di James Blake e l’ossessione dei CCCP.

    Spiega la band a proposito del nuovo lavoro discografico: “Con Sexy Droga abbiamo provato a raccontare una certa condizione emotiva contemporanea senza puntare tutto sulla confessione. Abbia scritto canzoni che tengono insieme ironia e fragilità, al di là della paura di risultare incoerenti. È il nostro diario emotivo stropicciato e notturno.

    Il disco nasce da una scrittura collettiva e stratificata, in cui ogni voce è anche un personaggio, e ogni brano è un frammento di qualcosa che non si ricompone per forza. Piuttosto sono scintille di realtà.

    Non c’è un messaggio, c’è qualcosa che rimane sospeso tra la forma e la crepa.”

    TRACKLIST “SEXY DROGA”

     

    LATO A:

    1. Insonnia
    2. Tempo Perso
    3. Malincoktail
    4. L’unico Modo

    LATO B:

    1. Zebâni
    2. Piove
    3. Aritmia
    4. Des Arts 3 AM
    5. Sogno

    LATO C:

    1. Speakeasy (due Bloody almeno)
    2. Mainstream Love
    3. Al di là dei Guai
    4. Amare tutto
    5. Le Sei (gioventù ketamina)

    LATO D:

    1. Grappe Turche all’Anice
    2. Amico
    3. Marina Sport Miramare

     

    Biografia

    A Torino, davanti al museo egizio, c’è una chiesa. Nel silenzio notturno delle stanze che la abbracciano, nel 2021 Andrea Marazzi (Pietra Tonale, Umut Adan, Golpe), Carlo Barbagallo (Suzanne’ Silver, Albanopower), Frank Alloa (Roncea) e Riccardo Salvini (Indianizer, Foxhound) si sono ritrovati per scrivere l’epopea di Sexy Droga: un concept album sulle dipendenze, il mal d’amore, la retromania, la morte, la vita, il futuro.

    Basso, chitarra, batteria, piano elettrico, tre voci: quando suonano insieme si fanno chiamare NOCRAC.

    “Sexy Droga” è il disco d’esordio dei NOCRAC pubblicato da Overdub Recordings disponibile in vinile dal 5 dicembre 2025.

     

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  • La musica come specchio: cosa resta di noi quando decidiamo di non saturare più lo spazio interiore

    «Essere trasparenti non vuol dire essere vuoti. É avere il coraggio di farsi vedere per ciò che si è davvero. Di non nascondere le crepe, le paure, i desideri. La trasparenza non è debolezza, è verità. (…..) È togliere il filtro, è mettersi davanti uno specchio. Uno specchio, il mio specchio, nel quale potete riconoscervi anche voi. Ti mostrerà com’è l’anima, quando è in pace o quando non lo è. Ma la cosa importante è non nascondersi mai».

    Sono le parole di “Intro”, brano che apre “Trasparente” (ADA Music Italy/Warner Music Italy), il nuovo EP di Sara J Jones. Un progetto che entra nel discorso contemporaneo su come ci raccontiamo, cosa lasciamo vedere e cosa resta in quegli angoli bui che proteggiamo da sguardi indiscreti. Cinque tracce che usano la scrittura, l’immagine e il suono per definire un’identità chiara e leggibile, fatta di riflessi, contraddizioni e zone di sé finora rimaste in ombra.

    Il modo più onesto per mostrarsi senza aggiunte superflue, come se l’artista avesse deciso di posare lo specchio davanti a sé e, allo stesso tempo, offrirlo a chi ascolta. Un invito a non schermarsi, a “togliere il filtro” e guardarsi senza giudizio, con tutte le proprie fragilità.

    Sentirsi trasparenti, oggi, non coincide obbligatoriamente con il bisogno di mostrarsi senza essere notati. È una condizione più sottile, quasi laterale: la sensazione di attraversare esperienze, relazioni e contesti senza lasciare un’immagine nitida di sé. Una presenza che non sparisce, ma che scivola ai margini quando la percezione che abbiamo di noi stessi non riesce a trovare un punto fermo. L’EP nasce anche da qui: dal tentativo di dare una forma a quello che spesso, volutamente, confiniamo ai bordi della nostra attenzione, riportando densità alle parti che tendiamo a silenziare. In questo senso il disco non tratta la fragilità come un elemento da esibire o proteggere, ma come qualcosa da capire, riconoscere e usare per definirsi meglio nei propri spazi quotidiani.

    “Trasparente” è un EP concettuale, che attraversa l’amore, la malinconia, le contraddizioni, il sarcasmo e l’estetica dell’imperfezione come chiave per riconoscersi. Un progetto con cui Sara J Jones decide di mettere ordine nel proprio immaginario, raccogliendo i capitoli che hanno dato vita ad una nuova versione di sé. Più matura. Più consapevole. Più serena.

    Una serenità ricercata prima e consolidata poi tra verità scomode e omissioni necessarie, che trova la sua iconografia nella copertina del disco: Sara è seduta a terra, di spalle, mentre regge uno specchio piccolo, che riflette solo il volto. Per lei lo specchio non un oggetto scenico, ma un punto di osservazione: una porzione di sé che decide di mostrare e, nello stesso momento, di guardare. La sua immagine di spalle, che non offre una visione frontale, comunica che la verità non è mai immediata. Perché il punto non è mostrarsi, ma scegliere come farlo.

    Nei testi, questo approccio appare con maggiore chiarezza: dalle nuvole “stile Magritte” che cambiano forma a seconda dello sguardo, ai percorsi non lineari di “Wabi Sabi”, fino ai tagli netti e sarcastici di “Solo a guardarti mi annoio”. La trasparenza si spoglia del candore per diventare rivelazione, anche quando significa soffrire.

    Tra elettronica morbida, r’n’b, pop contemporaneo e una scrittura che sin dal primo singolo le è valsa il riconoscimento della stampa come una delle giovani penne più interessanti della nuova scena indipendente, Sara J Jones opta per cornici sonore minimal, nitide, che regalano il primo piano alle parole e a un sottotesto che si priva di ogni eccesso, di ogni abbellimento, di ogni copertura.

    “Trasparente” è un disco che respira, che non ha paura del vuoto tra un verso e l’altro. La produzione, realizzata da Sam Lover e YngTocx, lavora sull’ambiente, sui dettagli che trovano la loro collocazione naturale quando si decide di non saturare. Una scelta che conduce la cantautrice milanese verso una direzione più matura e definita rispetto ai lavori precedenti.

    «”Trasparente” – dichiara l’artista – è il mio riflesso. Dentro c’è tutto ciò che mostro e tutto ciò che proteggo. Ho scelto di lasciare spazio alle mie contraddizioni, alla mia ombra e alla mia luce: ogni brano è un frammento, un pezzo di me che non avevo mai raccontato in questo modo. È il progetto che segna l’inizio di una solidità nuova: un lavoro vero di squadra, una serenità diversa, una ricerca musicale che finalmente sento mia. Racconta chi sono, come spero possa parlare anche a chi cerca di capirsi davvero.»

    Con “Trasparente” Sara J Jones mette un punto e riparte da qui: da un lavoro che definisce una direzione precisa e che apre un nuovo capitolo del suo percorso. Le cinque tracce dell’EP ne rappresentano la struttura, ognuna con un ruolo diverso all’interno di questo equilibrio.

    A seguire, tracklist e track by track del disco.

    “Trasparente” – Tracklist:

    1. Intro
    2. Nuvole
    3. Solo a guardarti mi annoio
    4. Sfumature blu
    5. Wabi Sabi

    “Trasparente” – Track by Track:

    Intro. L’apertura, il rifiuto netto che l’idea di trasparenza coincida con l’esposizione ingenua. Un atto deliberato, un modo per dire “mi vedo e vi chiedo di guardarvi”. Le lacrime, lo specchio, la nudità dell’anima diventano immagini che non chiedono compassione, ma comprensione.

    Nuvole. Ciò che percepiamo cambia forma a seconda della distanza. «Trasparente, sai, stile Magritte», canta Sara, in un pezzo che alterna leggerezza e senso di smarrimento: disegni che si dissolvono, déjà-vu, vinili d’infanzia, la voce dell’altro che diventa “tormento nocivo”. La trasparenza, qui, è quello che rimane quando il ricordo non ha più contorni.

    Solo a guardarti mi annoio. Il pezzo più affilato dell’EP. Scrittura diretta, sarcastica, priva di metafore, per delineare una relazione tossica che non viene raccontata ma interrotta. È il brano che mostra l’indipendenza del progetto: “Io che sono un uragano” contro chi resta immobile sul divano. Una scelta musicale più urban, più immediata, pensata per arrivare anche a un pubblico non strettamente pop.

    Sfumature Blu. Il colore dell’inverno del cuore. Un pezzo che attraversa Nutini, le new shoes per distrarsi, le albe che riempiono gli occhi e il mare che simboleggia una pausa. Racconta una distanza dolorosa, quella tra ciò che rimane e ciò che non tornerà più. Le “sfumature” del titolo non sono cromie, ma possibilità che sfumano. E con loro, una parte di noi.

    Wabi Sabi. L’imperfezione come scelta estetica. Hokusai, il kintsugi, le cicatrici da riempire d’oro, l’onda che non smette mai di alzarsi. È il brano più concettuale del disco, quello che trasforma un riferimento culturale in identità: scegliere per sé, non coprire ciò che fa parte del proprio percorso, trovare bellezza nell’irregolare. Una chiusura perfetta per il fil rouge dell’EP.

  • Alan Farrington: giovedì 11 dicembre in concerto al CTM di Rezzato (BS)

    Giovedì 11 dicembre ore 21:00 Alan Farrington sarà in concerto al CTM di Rezzato (BS) per presentare il nuovo album “A Reason Why”. Biglietti disponibili su Vivaticket.

    “A Reason Why”, già disponibile in digitale dal 17 ottobre 2025, è un concept album che restituisce uno spaccato autentico dell’attuale viaggio musicale e umano di Alan Farrington. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di numerosi amici musicisti, che hanno contribuito pienamente alla sua produzione. Il disco mette in luce le sonorità R’n’b e Jazz che caratterizzano lo stile unico del cantautore italo-inglese.

    Spiega l’artista a proposito del disco: “La musica è prodotta da tutti i grandiosi amici musicisti che per e con amore mi hanno permesso di realizzare un sogno che dovevo condividere. In fondo, la musica è fine a se stessa e se la faccio e vivo ci sarà pure un motivo”.

    “A REASON WHY” TRACKLIST:

    1. A Reason Why
    2. Lady Magic
    3. Fool And Blind
    4. Headwind
    5. One and Only
    6. Sailing in my brain
    7. I’m fine
    8. Xanadù
    9. Let’s be one (bonus track)

     

     

    Biografia

    Alan Farrington (Inghilterra, 1951) è un cantante, bassista e chitarrista britannico, residente da anni sul Lago di Garda a Sirmione.

    Nato in Inghilterra, sull’estuario del Mersey, Alan Farrington si trasferisce all’età di cinque anni a Roma. Nella capitale intraprende gli studi musicali da autodidatta e, a sedici anni, sale sul palco del Piper Club insieme ad una band di soul.

    Nel 1974 si reca negli Stati Uniti con la sua band, frequentando dal 1976 una scuola di canto del Maryland.

    Al suo ritorno in Italia lavora per dieci anni a Roma per produzioni discografiche e pubblicitarie.

    In seguito, si trasferisce a Milano, dove realizzerà i suoi album Shout On e No News, Bad News.

    Nel 1990 forma, a Brescia, il gruppo Charlie and the Cats, insieme a Charlie Cinelli e Cesare Valbusa. Con questa band inciderà otto album (a partire da Greatest Tits, del 1993) e realizzerà il video “Siamo fuori”, diretto da Frank Lisciandro.

    Nel 2002 realizza l’album The Illusion insieme a Vinnie Colaiuta, Pino Palladino, Antonello Bruzzese e Giorgio Cocilovo.

    Farrington è inoltre leader della “Alan Farrington band”, nella quale suonano musicisti come Claudio Pascoli, Marco Tamburini, Mauro Negri, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Sandro Gibellini, Roby Soggetti, Fiorenzo Delega’, Pietro Benucci, Simone Boffa e Cesare Valbusa.

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  • Corrado Caruana: da venerdì 5 dicembre in digitale “RIC” il nuovo singolo

    Da venerdì 5 dicembre 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “RIC” il nuovo singolo di CORRADO CARUANA, estratto dall’EP “NOUVELLE VAGUE” di prossima uscita.

    “Ric” è un brano dal carattere descrittivo, dal tono intimo e cinematografico, che invita l’ascoltatore a lasciarsi guidare dall’immaginazione. Le tensioni sonore si alternano a momenti di quiete, creando un percorso emotivo intenso ma sempre equilibrato. La melodia resta chiara e cantabile, muovendosi in un equilibrio naturale tra semplicità e profondità. Nel pezzo convivono elementi jazz, classici e popolari, con accenti più sperimentali che contribuiscono a definire un linguaggio personale e contemporaneo. Nella seconda parte, l’apertura in tonalità maggiore introduce una sensazione di leggerezza e liberazione, in netto contrasto con la tensione iniziale.

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Tra i quattro brani dell’EP, questo è il secondo che ho composto. Probabilmente è anche quello a cui sono più legato, anche per una questione di tempo dedicato. È un regalo a mio figlio. All’inizio suona malinconico, quasi a prefigurare uno stato d’animo futuro, mentre io osservo con nostalgia i giorni in cui era bambino… insomma, un brano d’avanguardia. La sezione B, in qualche modo, irradia felicità e da un equilibrio necessario”.

     

    CORRADO CARUANA | BIOGRAFIA

    Chitarrista e compositore di Parma, si è laureato in chitarra jazz presso il Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, conseguendo il diploma accademico di secondo livello con il massimo dei voti.

    Pur avendo una solida formazione jazzistica e un background fortemente legato al linguaggio di Django Reinhardt, non si è mai riconosciuto in un unico genere, preferendo seguire un percorso personale, libero da etichette e sfuggendo a incasellamenti.

    Nel corso degli anni ha collaborato con numerosi musicisti di diversa estrazione, tra cui Stochelo Rosenberg, Michele Pertusi, Alessandro Nidi e l’Orchestra Toscanini, esperienze che hanno contribuito ad ampliare il suo orizzonte musicale e a consolidare una voce chitarristica originale e in continua evoluzione.

    Membro e fondatore del progetto “Django’s Fingers”, vincitore del festival nazionale “Barezzi” nel 2007, oggi alterna l’attività concertistica a progetti che uniscono musica e teatro, tra cui il duo comico-musicale “Attacchi di Swing” e “Première Étude sur Piaf”, spettacoli che porta regolarmente nei teatri in Italia e all’estero.

    Con l’uscita di “Nouvelle Vague”, il suo debutto discografico da solista, segna un percorso maturo e personale, frutto di anni di ricerca, incontri e libertà creativa.

    “RIC” è il nuovo singolo di Corrado Caruana disponibile sulle piattaforme digitali di streaming da venerdì 5 dicembre.

     

     

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  • “Luna sotto Venere” è l’album d’esordio di ANDROMEDA

    Dal 5 dicembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in formato CD “Luna sotto Venere”, il primo album di ANDROMEDA, che sarà presentato il 6 dicembre 2025 in “Luna sotto Venere: La Data Zero” presso il Teatro degli Amici di Bordonchio a Bellaria-Igea Marina (RN).

     

    “Luna sotto Venere” è l’album d’esordio di ANDROMEDA, un progetto che raccoglie e intreccia le tappe del suo percorso di rinascita personale e artistica. Ogni brano è un frammento di questo viaggio, un capitolo che racconta la liberazione dal giudizio esterno, il coraggio di lasciare alle spalle una vita che non sentiva più sua, la caduta e la rinascita, fino alla conquista di una nuova consapevolezza.

    Anticipato dai singoli “Ok, Goodbye”, “Non hai bisogno di me”, “Ventiquattro Ore” e “Rumore”, il disco si configura come un vero e proprio diario sonoro: un invito a guardarsi dentro e ad abbracciare la propria autenticità senza paura.

    Sul piano musicale, “Luna sotto Venere” si muove tra pop, dance e funky con sfumature anni ’80 rilette in chiave moderna, in una dimensione internazionale e al tempo stesso profondamente personale. Le produzioni di Nacor Fischetti (La Rua) e la scrittura condivisa con Gloria Collecchia (Sugar Music) hanno contribuito a dare al progetto un’identità precisa e riconoscibile, con riferimenti a Dua Lipa, The Weeknd, Calvin Harris, Sabrina Carpenter e Cher.

    Con “Luna sotto Venere”, ANDROMEDA firma la sua dichiarazione d’intenti: trasformare la musica in uno spazio di libertà, energia e verità emotiva, capace di risuonare in chiunque abbia vissuto il coraggio di rinascere.

    Commenta l’artista sull’album: “Ho scritto queste canzoni per raccontare il mio viaggio di rinascita: nel momento più buio della mia vita ho capito che non potevo più continuare a vivere in una realtà che non sentivo mia. È lì che ho trovato il coraggio di ricominciare da capo, scegliendo una vita autentica e senza maschere. Ogni brano è un frammento di questa trasformazione: la liberazione dal peso del giudizio, la forza di lasciare andare ciò che non mi rappresentava più, la scoperta della mia verità e infine la rinascita.

    Con Luna sotto Venere voglio condividere non solo la mia storia, ma un messaggio universale: anche nei momenti più difficili c’è sempre la possibilità di rinascere e di tornare a risplendere. La musica è diventata il mio spazio di libertà, ed è lì che voglio incontrare chi ascolta. Spero che in queste canzoni possiate ritrovare un frammento della vostra storia e sentire che, in fondo, non siamo mai soli nel nostro cammino.”

    Track list

    • Non hai bisogno di me
    • Ok, Goodbye
    • Ventiquattro Ore
    • Amore Classico
    • Quello che manca
    • Rumore
    • Luna sotto Venere
    • Africa (cover)

    Sabato 6 dicembre 2025 si terrà il concerto “LUNA SOTTO VENERE: LA DATA ZERO” presso il Teatro degli Amici di Bordonchio a Bellaria-Igea Marina (RN). Lo spettacolo sarà un mix di musica pop, con brani inediti dell’album “Luna sotto Venere” e hit pop e dance dagli anni ’80 ad oggi.

    ANDROMEDA sarà accompagnato sul palco da una band composta da Filippo Fabbri (batteria), Giovanni Casadei (basso/synth), Ivan Maioli (chitarra) Elisa Semprini, Elisabetta Forcellini (cori) e da un corpo di ballo composto da Aleksandra Stojic, Valentina Crudeli, Virginia Rossi

    Il concerto sarà un’esperienza immersiva che unisce musica, performance scenica ed emozione visiva. L’album “Luna sotto Venere” racconta un percorso di rinascita personale e artistica, affrontando temi universali come la libertà di esprimersi e la resilienza.

    L’ingresso è a offerta libera e l’evento è organizzato da un gruppo di giovani del territorio.

    Biografia

    ANDROMEDA, nome d’arte di Manuel Zamagni (classe 1993), è un cantautore e performer nato e cresciuto in Romagna. La sua passione per la musica si manifesta fin da giovanissimo, quando alle scuole medie un insegnante individua il suo talento e lo incoraggia a intraprendere studi musicali. A soli 16 anni inizia a prendere lezioni di canto con diversi insegnanti, ciascuno dei quali contribuisce a formare la sua vocalità e il suo stile personale.

    Dopo un periodo di smarrimento, il 2020 segna per Manuel una svolta decisiva: un tempo di cambiamento in cui, guardandosi dentro, sceglie di tornare alla sua vera essenza, la musica. Torna ad esibirsi sul territorio locale riscoprendo la forza del palco e parallelamente inizia a lavorare al suo progetto personale, che prenderà il nome di ANDROMEDA: un percorso di rinascita artistica ed emotiva, libero da etichette e capace di raccontare con sincerità la sua trasformazione.

    Musicalmente, il sound di ANDROMEDA fonde pop, dance e funky con forti influenze anni ’80, reinterpretate in chiave contemporanea. Le sue principali reference includono Dua Lipa, The Weeknd, Calvin Harris, Sabrina Carpenter e Cher, artisti capaci di unire modernità e impatto internazionale a testi che sanno parlare al pubblico in modo diretto.

    La sua discografia comprende i singoli Ok, Goodbye, Non hai bisogno di me, Ventiquattro Ore e Rumore, brani che hanno anticipato l’album d’esordio Luna sotto Venere. Ogni traccia rappresenta un capitolo del suo percorso personale e artistico, affrontando temi come l’identità, la libertà, l’amore e la capacità di rinascere dopo i momenti più difficili.

    Il progetto si avvale di un team di professionisti: la produzione è affidata a Nacor Fischetti (La Rua, GlowUp Studio), la scrittura dei testi e delle melodie è condivisa con Gloria Collecchia (Sugar Music), mentre la direzione creativa e gestionale è supportata da un team che segue comunicazione, immagine e management.

    Il target della sua musica abbraccia principalmente un pubblico giovane-adulto, dai 18 ai 35 anni: ascoltatori che si riconoscono nei valori di libertà, autenticità e resilienza che ANDROMEDA porta nelle sue canzoni.

    Con Luna sotto Venere, ANDROMEDA punta a raccontare che la musica può essere uno spazio di verità e libertà, in cui chiunque può riconoscersi e trovare la forza di rinascere. Il suo obiettivo professionale è affermarsi nel panorama musicale italiano come voce autentica e innovativa del pop contemporaneo, costruendo nei prossimi anni un percorso solido che unisca dischi, tour e collaborazioni artistiche di respiro internazionale.

    Anticipato dall’omonimo singolo, “Luna sotto Venere” è l’album d’esordio di ANDROMEDA disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in formato CD dal 5 dicembre 2025.

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  • “Come Charlot” è il nuovo singolo di AlCe

    Da venerdì 5 dicembre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Come Charlot” il nuovo singolo di AlCe.

     

    Il brano “Come Charlot” è un inno alla trasformazione personale, un umile e potente tributo a uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, che ci insegna a ricominciare sempre, partendo da noi. A cento anni dall’uscita de “La Febbre dell’Oro” (1925), i messaggi di speranza e giustizia di Charlie Chaplin risuonano più che mai. Non un semplice omaggio, ma una vera e propria colonna sonora contemporanea ispirata a Charlot.

    La canzone è una delicata miscela di generi: la profondità del cantautorato si fonde con ritmi caldi e avvolgenti. Il sassofono e la sezione dei fiati non si limitano a fare da accompagnamento, ma costruiscono un’atmosfera intima e ricca, che rispecchia la vulnerabilità e la forza del “vagabondo-errante”. Il testo affronta la precarietà, la mancanza sia economica che affettiva, la manipolazione dell’informazione da parte del potere, ma è intriso della convinzione che tutto può succedere e cambiare. È un manifesto che invita a intraprendere la ricerca del proprio oro interiore, quella ricchezza che nessuna borsa o banca potrà mai svalutare o svendere.

     

    Spiega l’artista a proposito del brano: “La mia ammirazione per l’originalità di Charlot non è mai venuta meno. Questo brano nasce in un momento speciale: l’anniversario dell’uscita di uno dei suoi capolavori che più mi ha toccato. Ho voluto immedesimarmi, calandomi nelle atmosfere e nelle vesti dei cercatori d’oro, per catturare l’essenza delle loro speranze e delle loro fatiche. Quelle stesse aspirazioni che, in contesti diversi, animano chi lotta oggi per un domani migliore”.

     

     

    Biografia

    Per un lungo periodo, la sua creatività è rimasta un’esigenza custodita, un modo intimo di osservare il mondo da angolazioni diverse. Solo da circa dieci anni ha scelto di condividere con il pubblico i suoi testi letterari e le sue canzoni, brani che erano già pronti da tempo, ma per i quali non si sentiva ancora pronto all’esposizione.

    La musica è un linguaggio appreso fin dall’adolescenza, iniziando con la chitarra a quindici anni in una scuola privata e, successivamente, aggiungendo la tastiera. Questa passione si traduce in un ascolto eclettico, che spazia dalla musica classica al pop, dal folk all’etnica, convinto che un brano apprezzato sia capace di superare ogni categorizzazione di genere.

    Nella sua produzione, che si inserisce nel solco del cantautorato con sonorità d’eco internazionale, le liriche si concentrano spesso su temi profondi come l’esistenzialismo, l’ecologia e la crescita personale. AlCe è insegnante di Hatha Yoga e si dedica attivamente all’ambientalismo. Ed è proprio per questa natura introspettiva che il suo lavoro trova un ascolto particolarmente attento in un pubblico più maturo, sensibile a queste riflessioni.

    Dietro la realizzazione di ogni brano c’è un sodalizio artistico consolidato. L’uomo della “stanza dei bottoni” e non solo, è Piero Pellicanò, che cura gli arrangiamenti e la produzione video-musicale presso il suo studio, il “Pellicano laboratorio musicale”.

    Tra i titoli che meglio rappresentano questo percorso si ricordano: Tisana, David Livingstone, Un fiume di rose e Robot.

    L’obiettivo è ora quello di far conoscere questo progetto a un pubblico più vasto, in particolare anche

    attraverso i canali social, con l’auspicio di poter trovare anche l’appoggio di un editore o di una casa discografica che creda nel valore e la diffusione di queste canzoni.

     

    “Come Charlot” il nuovo singolo di AlCe disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 5 dicembre.

     

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  • Le tastiere di Samuele Bernardi e un equilibrio ritrovato: il nuovo lavoro di Josten

    C’era una stanza piena di bozze, file non chiusi e appunti scritti nelle notti in cui la voce era solo un filo spezzato da ansie e paure. Un territorio dove Josten è rimasto per mesi, cercando un punto fermo mentre la quotidianità perdeva quota e ogni minuto trascorso sembrava scorrere senza un obiettivo, senza una direzione. “Instabile”, il suo nuovo singolo per Troppo Records, è nato quando la musica ha smesso di essere un piano di lavoro per diventare l’unico appiglio, l’unico asse che resta saldo mentre tutto intorno si assottiglia, abbassa il volume e cambia consistenza.

    Poco dopo, è stato il suono delle tastiere di Samuele Bernardi a rimettere in movimento quel tempo che era rimasto fermo, quasi cristallizzato. Un ingresso discreto, che ha anticipato le parole e ne ha preparato il terreno. Lì, tra notti irregolari, versioni accantonate e file conservati, tenuti da parte senza il coraggio di lasciarli uscire, “Instabile” ha trovato finalmente una forma e ha concesso a Josten la possibilità di rialzare lo sguardo dopo anni di ricostruzione silenziosa.

    Il percorso personale dell’artista è infatti partito da lontano e lontano è maturato: Sydney, con i suoi spazi dilatati e la distanza dalle origini, è stato per lui il luogo in cui ha imparato a conoscere, a dialogare e convivere con la solitudine senza esserne schiacciato. La pausa discografica si è così trasformata in un laboratorio invisibile, una palestra fatta di disciplina, esercizi quotidiani, prove, tentativi, giornate senza musica e altre in cui solo la musica riusciva a dare un senso al mondo. E proprio lì, in quella distanza, Josten ha compreso quali parti di sé valeva la pena tenere, quali avrebbe dovuto lasciare indietro e quali sarebbero state indispensabili per ripartire.

    Ogni brano non pubblicato è diventato una tappa del suo riassetto, un modo per ritrovare un’identità creativa che sembrava dissolta.

    Oggi, quel piano personale si è innestato in un tema più ampio, che attraversa una generazione: la sensazione di vivere su un terreno friabile, in cui lavoro, relazioni, futuro e identità cambiano ordine con una rapidità che non lascia il tempo di metabolizzare nulla. “Instabile” non ne fa un canale interpretativo, né un messaggio sociale esplicito. È piuttosto un riflesso, un frammento di un’esperienza vissuta da molti: la fatica di trovare una direzione quando tutto si muove velocemente, e la necessità di un punto saldo che permetta di non sprofondare.

    Non è un discorso sociologico, né un tentativo di generalizzazione: “Instabile” conserva la traccia di un momento specifico, che chiede di essere compreso, di essere collocato nel suo contesto naturale.

    Tra il capire cosa meriti spazio, cosa richieda una svolta e cosa vada abbandonato, Josten regala a chi ascolta un luogo in cui riconoscersi, lontano dal giudizio e dalle interpretazioni che deformano il senso delle cose.

    La sua voce, stabile anche nei passaggi più istintivi, percorre continui passaggi di intensità che raccontano i momenti di crollo vissuti, i ricordi che bruciano ancora, le attese e la ripartenza. Il ritornello – «Ma ti ho voluto tanto bene, insieme spezziamo le nostre tegole» – traccia l’andamento irregolare del brano, l’oscillazione tra chi si è stati e chi si prova a diventare.

    «“Instabile” – dichiara l’artista – nasce da un periodo complicato, fatto di incertezze, delusioni e passi falsi. Mi sentivo bloccato, come se la mia vita fosse scesa di livello. Ho dovuto guardarmi dentro, capire cosa cambiare e affrontare me stesso. In tutto questo, la musica è stata l’unica cosa che non mi ha mai lasciato: è ciò che mi ha tenuto vivo, che mi ha permesso di rimanere a galla quando tutto sembrava andare a fondo. Questa canzone racconta gli anni di silenzio, senza nuove uscite, ma pieni di lavoro, sacrifici e notti trascorse a creare nell’ombra. Racconta il fatto che, anche quando mi sentivo instabile, non ho mai smesso di crederci. È la mia storia, la mia caduta e la mia risalita. È un promemoria che, anche quando tutto trema dentro, non dobbiamo mollare mai.»

    Prodotto da Matteo Lacertosa, “Instabile” segna l’apertura di una nuova fase del percorso di Josten. Un brano che arriva dopo anni di lavoro silenzioso e che si presenta come una pagina rimasta in sospeso troppo a lungo e finalmente portata alla luce.

  • “Gli Occhi di Mio Padre” – il nuovo videoclip di Emidio De Berardinis tratto dall’album VIA IGNIS

     

    “Gli Occhi di Mio Padre” – il nuovo videoclip di Emidio De Berardinis tratto dall’album VIA IGNIS

    https://www.youtube.com/watch?v=5MoRIAY6Si4

    Esce il videoclip di “Gli Occhi di Mio Padre”, il nuovo lavoro del cantautore Emidio De Berardinis (tratto dall’album Via Ignis), un brano intenso e visionario che diventa immagine, simbolo e viaggio interiore. Il video è un vero e proprio racconto visivo, dove le immagini non seguono semplicemente la musica, ma danzano con essa, amplificando il senso profondo del testo e guidando lo spettatore in un territorio emotivo e spirituale. Ogni scena è pensata come un riflesso, uno specchio, un varco: perché dietro ogni sguardo si nasconde una storia, e quella storia inevitabilmente risuona negli occhi di chi osserva.Per chi è pronto a lasciarsi attraversare, il videoclip diventa un’esperienza rivelatrice: non solo visione, ma luce che illumina l’anima.

    Il brano “Gli Occhi di Mio Padre” è un’ascesa. Non guarda indietro, ma risale. Non è nostalgia: è risveglio. Il brano affronta la possibilità – spesso dolorosa, ma necessaria – di riconoscere che molti dei nostri modelli, dei nostri sogni, persino delle nostre idee sull’amore, non sono davvero nostri: sono eredità inconsapevoli, forme ricevute che a volte soffocano l’Essenza invece di nutrirla. Gli occhi diventano così portali: attraverso essi si può perdere se stessi oppure ritrovarsi.

    Nell’erranza dello Spirito tra i deserti dell’apparenza, l’uomo si lascia tentare da ciò che brilla ma non nutre, finché arriva la notte e gli occhi si chiudono. Solo allora può iniziare il vero sogno: quello in cui il cielo non è più sopra, ma dentro. Il brano ricorda che tutto dipende da chi guarda: se guarda la mente controllante, vede prigioni; se guarda la coscienza, vede porte; se guarda l’Amore, vede l’origine stessa della realtà. “Gli Occhi di Mio Padre” è una carezza agli sguardi mancati, un saluto ai padri rimasti ancorati alle loro certezze, un canto per liberare la vita dalle eredità che l’hanno appesantita. Ma è anche una benedizione: perché proprio in quello sguardo spento si accende la fiamma nuova di chi ha scelto di vedere davvero.

    Credits

    Video, Testo, Voce e musica: Emidio De Berardinis

    Mix, Edit e Master: Stefano Lelii presso La Baia dei Porci

    Pianoforte suonato da Flavio Marozzi

     

    IL DISCO

    Via Ignis è un viaggio dentro il fuoco interiore: piano malinconico, archi che feriscono e curano, brani che passano dalla dolcezza alla Satie (Gli occhi di mio padre) alla tensione rituale di Filia filii tui. Non un disco: un attraversamento.

  • Gwendolyn Simpson Chabrier torna in libreria con “Vite Ribelli” (Armando Curcio Editore)

    Il romanzo storico-biografico “Vite ribelli. Madame Claude e il business del piacere” di Gwendolyn Simpson Chabrier si preannuncia come una delle più intriganti uscite letterarie dell’ultimo scorcio del 2025, trattando in maniera sapiente le vicende della prostituzione d’élite. I lettori vi troveranno una dettagliata panoramica sulla figura di Fernande Grudet, meglio conosciuta come Madame Claude, la celebre maîtresse parigina, e sulla vita di Alexandra, sua cugina americana.

    Questo libro è soprattutto la storia di due donne rivoluzionarie che hanno, ciascuna a proprio modo, sovvertito l’ordine sociale per assurgere a protagoniste della propria vita e di quella altrui. Due cugine nate e cresciute sulle sponde opposte dell’Atlantico, diverse per ceto sociale ed attitudini, ma unite dalla volontà di oltrepassare gli angusti limiti imposti alle donne dalla Cultura degli inizi del Novecento.

    Alexandra, bellissima e ricca erede di un’aristocratica famiglia statunitense, lo farà sfruttando il proprio fascino e la propria avvenenza, spezzando cuori e patrimonio, dedicandosi a una vita di piacere e lusso tra America, India ed Europa. 

    Ho vissuto molti anni in Francia. Alcuni amici miei hanno realmente conosciuto Madame Claude” – ci fa sapere l’Autrice.

    La sua vita molto, molto particolare mi ha convinta a scrivere questo libro. Non l’ho mai incontrata personalmente, ma i racconti che su di lei ho ascoltato – racconti di persone che l’hanno realmente conosciuta – mi hanno affascinata a tal punto da volerne scrivere una biografia romanzata. Una donna da tratti così particolari ed unici, conosciuta in tutto il mondo, che ha creato un impero facendo della prostituzione un fenomeno d’élite”.

    Claude, dimessa figlia della piccolissima borghesia francese, sfrutterà la sua intelligenza e la sua propensione per gli affari divenendo in pochi anni la maîtresse più potente e famosa della sua epoca: una madame raffinata che terrà in pugno politici, reali, personaggi del jet-set internazionale, tutti avvinti dalla sua rete del piacere.

    Il resoconto che ne fa Gwendolyn Simpson Chabrier approfondisce la storia della prostituzione, distinguendo tra il ruolo della prostituta comune e quello più raffinato e influente della cortigiana, con un focus sulla Fishing Fleet in India e su personaggi come Veronica Franco e Madame de Pompadour. Una parte significativa è dedicata alla ribellione sociale di Alexandra e Fernande, che usano il loro corpo per sfidare le aspettative della società borghese del XX secolo, sebbene entrambe pagheranno le conseguenze del loro anticonformismo e narcisismo con una profonda solitudine. Tra le pieghe di questo affascinante racconto, rimangono ben delineati l’ascesa e il declino dell’impero di Madame Claude, dalla meticolosa selezione (e trasformazione) delle sue claudettes, alla fuga dagli accertamenti fiscali e ai successivi periodi di detenzione. La storia di Madame Claude è molto più di quella di una semplice maîtresse. È una parabola complessa sull’ambizione smisurata, sul potere che corrompe e sull’ipocrisia di una società che condanna in pubblico ciò che brama in privato. La sua vita è la cronaca di una ribellione contro un destino di mediocrità, una lotta condotta con le uniche armi che le erano state concesse: l’astuzia, l’intelligenza e il corpo delle donne.

    La sua ascesa e la sua caduta lasciano aperti interrogativi profondi. In una società che offriva alle donne ruoli così limitati, la ribellione di Fernande e della cugina Alexandra fu un atto di emancipazione o la cronaca di una sconfitta annunciata? La loro storia costringerà i lettori a riflettere sul prezzo della libertà e sulla natura effimera del potere, soprattutto quando è costruito sulla sabbia mobile dei segreti altrui.

    Alla domanda sul perché’ i lettori dovrebbero comprare questo libro, Gwendolyn Simpson Chabrier risponde di aver scritto un libro divertente, oltre che un lavoro culturalmente serio ed approfondito sul fenomeno, intendendo dimostrare a chi legge come la mentalità sottesa al successo della prostituzione di cui narra vada oltre il sesso, affondando i suoi segreti nella psicologia dei clienti.

    Il libro si troverà in libreria e sulle principali piattaforme on line dal 28 novembre 2025. 

    L’AUTRICE

    Gwendolyn Simpson Chabrier, originaria di New York, ha trascorso molti anni tra Francia e Stati Uniti prima di trasferirsi come base a Roma. Dopo il Bachelor of Arts e il Master of Arts presso l’Universita’di New York, ha proseguito gli studi in Letteratura ad Harvard e ha ottenuto il dottorato alla Sorbona di Parigi. Ha insegnato alla New York University, all’Università di Rouen e alla Sorbona, e per diversi anni ha lavorato come agente letterario per le edizioni Lebaud di Parigi.

    È autrice di: Norman Mailer. L’uomo che si proclamò Messia (Eurilink); Dietro il filo spinato (premio Bancarella Romana 2010). Ha pubblicato per Armando Curcio Editore: Un destino asiatico (2014); L’India degli Intoccabili (2015, premio Nabokov); Le famiglie di Faulkner: una saga del Sud (2016); Le bambine scomparse dell’Asia (2018, premio Books for Peace 2019); La saga di una famiglia anglo-indiana (2020); Figli ad ogni costo (2022, premio internazionale ASAS); Post Covid e New Generation (2024).


    TITOLO: VITE RIBELLI

    SOTTOTITOLO: MADAME CLAUDE E IL BUSINESS DEL PIACERE

    AUTRICE: GWENDOLYN SIMPSON CHABRIER

    COLLANA: ELECTI

    PAGINE: 250

    FORMATO: 14×21 cm

    COPERTINA: FLESSIBILE CON BANDELLE

    ALLESTIMENTO: BROSSURA INCOLLATA

    ISBN-EAN: 978-88-6868-389-4

    PREZZO: € 19,00