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  • Un anti-eroe per la generazione disillusa: “Black Crow” di Anna Turrei veglia su un presente smarrito, ma ancora in cerca di giustizia

    C’è un mondo, oggi, che si sente fuori posto. Giovani e adulti accomunati da un senso diffuso di sfiducia, isolamento, saturazione. A questo mondo parla “Black Crow”, il nuovo singolo di Anna Turrei per Delma Jag Records, che per la prima volta sceglie l’inglese per raccontare il lato della sua identità artistica più scuro, più internazionale e decisamente più radicale.

    Non si tratta di una semplice svolta stilistica, ma di un percorso narrativo dentro il disagio di un’epoca che ha smarrito fiducia e direzione. Un disagio che non si consuma nel nichilismo, ma si traduce in conflitto interno, per poi trasformarsi in una forma di giustizia personale, sussurrata, costruita tra le pareti del proprio buio.

    Nella canzone, il corvo nero non è solo un simbolo dark. È un personaggio vero e proprio, un anti-eroe notturno che veglia mentre il mondo dorme. È la proiezione di chi, pur sentendosi ai margini, non rinuncia a cercare un significato, una direzione, una forma di giustizia possibile.

    È indicativo che ad incarnare questo ruolo non sia un essere umano, ma un animale. Forse perché – come recita il brano – «Animals are the real superheroes, they give true love» («Gli animali sono i veri supereroi, loro danno il vero amore»). Una frase che fa intuire sfiducia verso l’umanità, ma anche una scelta precisa: oggi, a molti, manca un modello reale a cui guardare. A cui ispirarsi. E allora quel modello si inventa. Si immagina. Il corvo nero diventa così la figura che non c’era: emblema di forza che non si impone, ma resiste, paziente, nell’ombra. Vigile, solitario, incorruttibile. Non ha bisogno di mostrarsi; agisce sul piano simbolico, quasi come una sentinella morale, un alter ego per chi si sente costantemente a disagio con ciò che lo circonda.

    «Revolution starts from our hearts / taking our values out of the drawer»
    (La rivoluzione comincia dai nostri cuori, tirando fuori i nostri valori dal cassetto)

    In un tempo in cui il termine “rivoluzione” è spesso parola svuotata o abusata, il verso chiave del brano rimette al centro la sfera interiore, il cambiamento personale come risposta etica a un mondo disilluso.

    Non c’è ideologia, né militanza, solo un gesto – semplice in apparenza, ma difficilissimo da compiere davvero: riaprire quel cassetto dove abbiamo riposto e chiuso i nostri valori, quelli autentici, quelli dimenticati.

    Nessun riferimento politico, nessuno schieramento o visione sociale strutturata, ma comunque una presa di posizione. A livello esistenziale, morale, spirituale. È una forma di rivoluzione che non passa dalle piazze, ma dal recupero della propria coscienza etica, dalla scelta di non restare anestetizzati di fronte al cinismo generalizzato.

    In un contesto generazionale segnato dalla stanchezza civile, dal rifiuto della retorica, “Black Crow” propone una via alternativa: l’intimità come forma di disobbedienza, un modo per restare sensibili in un tempo che narcotizza tutto. È anche da qui che si capisce perché Anna Turrei non è semplicemente una giovane cantautrice emergente, ma una voce che si impegna a riportare senso alle parole che usiamo ogni giorno.

    Ed è da questa posizione che il brano si apre a un’altra dimensione:

    «It’s a world connected just online, face to face can’t communicate. They retreat into their shell, I no longer have faith in the human race»
    (È un mondo connesso solo online, faccia a faccia non si riesce a comunicare. Si chiudono nel loro guscio, io non ho più fiducia nel genere umano)

    Qui il tono cambia, si fa più amaro, più diretto. Ma è proprio questa schiettezza, quasi ingenua nella sua onestà, che arriva dritta al punto.
    Non si tratta della solita critica all’iperconnessione: è la denuncia di chi constata una frattura profonda, quasi irreversibile, tra la vicinanza del digitale e la distanza delle coscienze. La digitalizzazione dei rapporti ha sostituito la connessione umana con l’interazione di rete, lasciando dietro di sé un vuoto affettivo che nessun like può riempire. Un’intera generazione è cresciuta tra schermi e filtri, e ora fatica a riconoscersi nel contatto diretto, nel volto dell’altro.

    Questa constatazione, però, non si traduce in passività: in “Black Crow”, anche chi ha perso fiducia cerca giustizia. Anche chi non si fida più, continua a vegliare sul mondo. In questo senso, il corvo nero non è il simbolo di una chiusura, ma di una volontà ancora accesa. «I am reborn like a phoenix» («Rinasco come una fenice»): una fenice che sceglie il coraggio della solitudine alla complicità dell’apatia.

    «Black Crow is coming, Black Crow is here» («Il corvo nero sta arrivando, il corvo nero è già qui») – recita il ritornello – e non è una minaccia, ma un annuncio: il ritorno di chi ha scelto di non arrendersi.

    Ed è anche il ritorno di un’estetica che sembrava marginale, ma che oggi è ovunque: il gotico, il dark, l’immaginario notturno, tornati centrali nella cultura pop contemporanea. Dopo l’onda lunga di Billie Eilish, il successo planetario della serie Netflix “Mercoledì” e il revival di atmosfere cupe nella musica e nella moda, “Black Crow” arriva nel momento esatto in cui il buio ha smesso di fare paura ed è diventato un vero e proprio linguaggio. Un universo che sembra uscito da un graphic novel, ma che parla con la lingua della psicologia contemporanea.

    Corvi, fenici, simboli archetipici, creature silenziose e notturne: la nuova generazione non si racconta più attraverso la luce, ma attraverso le zone d’ombra, quelle che costringono a guardarsi dentro, non fuori da sé.

    Anna Turrei entra in questo panorama con una voce che non asseconda il gusto del momento, ma l’adesione sincera a un’estetica che coincide con uno stato d’animo condiviso da molti.

    In un tempo musicale che spesso confonde l’introspezione con il manierismo e il disagio con il marketing dell’oscurità, “Black Crow” si distingue perché non vuole creare stupore, ma riflessione e dialogo. E lo fa senza spettacolarizzare il dolore e senza nascondere le fragilità che abitano e attraversano ciascuno di noi.

    È un pop che non si limita ad evocare simboli ma li vive e li assume come protagonisti di un’epoca in cui tutti vogliono esserlo, ma pochi accettano di assumersene il peso e la responsabilità. E che trova nella lingua inglese non un vezzo internazionale, ma una scelta narrativa necessaria, per parlare da dentro un’identità che si sente parte di un disagio più grande.

    “Black Crow” non cerca vendetta in senso stretto, ma dignità, e in una contemporaneità dominata dall’apatia e dal disincanto, ci ricorda che anche nella solitudine più cupa può nascere un’idea di giustizia.

  • “Unsapiens” è il nuovo album di Leo Pesci

    Dal 24 ottobre 2025 è disponibile in vinile e sulle piattaforme di streaming digitale “Unsapiens”, il nuovo album di Leo Pesci per Irma Records.

     

    “Unsapiens” è un album che esplora in profondità le contraddizioni della società moderna, offrendo una critica sociale ricca di sfumature e sensibilità. Leo Pesci affronta temi universali come l’alienazione causata dalla vita capitalista, la discriminazione storica del Sud Italia e l’ipocrisia delle strutture di potere, mescolando la tradizione musicale napoletana con influenze moderne di soul, hip-hop, funk e nu-jazz.

    L’intero album è stato scritto in lingua napoletana, una chiara dichiarazione di appartenenza e valorizzazione di una cultura millenaria. Il titolo “Unsapiens” fa allusione alla controversia dell’essere umano, mettendo in discussione le sue scelte e il suo impatto sulla società e sul pianeta.

    Il disco è il risultato di una collaborazione con alcuni dei più interessanti talenti emergenti della scena partenopea, tra cui Gianmaria Salerno, Viscardi, Giada De Prisco, Greg Rega, Angelo Cioffi, Gabriella Di Capua e Dani Diodato. Le tematiche affrontate includono le disuguaglianze generate dal capitalismo, l’emigrazione, il rapporto tra antropologia e religione, oltre ad altre problematiche tipiche della cultura e della società partenopea.

    Il filo conduttore di “Unsapiens” è la ricerca di autenticità in un mondo che spesso preferisce l’apparenza alla sostanza. Ogni traccia si distingue per la sua capacità di trasmettere emozioni forti attraverso la musica e le parole, creando una fusione unica che riflette l’intersezione tra il passato e il presente, tra l’autenticità culturale e le sfide di una società in continua evoluzione.

    Commenta l’artista a proposito dell’album: “Ho creato ‘Unsapiens’ per esplorare le contraddizioni della società moderna e per valorizzare la mia cultura napoletana. Attraverso la mia musica, voglio trasmettere emozioni forti e invitare a riflettere sull’autenticità e sulla sostanza in un mondo che spesso privilegia l’apparenza.”

    TRACK LIST:

    1. 6 VESTUTO A 8
    2. VA A FÁ Ó CAFÉ
    3. TERRA SANTA
    4. SENESE’S CODE
    5. MA CHE MARONN 
    6. L’ARTISTA IMPIEGATO
    7. UNSAPIENS
    8. PE VIAGGIÁ
    9. MA CHE MARONN (LIVE SESH AT STUDIO CARDUCCI)

    L’album “Unsapiens” è disponibile su Elasticstage.com

    Biografia

    Originario dei Quartieri Spagnoli di Napoli, Leo Pesci è un compositore e produttore con base a Londra. Dopo aver pubblicato il suo primo EP da solista, Leo Pesci (2020), prodotto da Dani Diodato (chitarrista di Arlo Parks, vincitrice dei BRIT Awards 2021), ha intrapreso la carriera di produttore, con l’obiettivo di sviluppare progetti collaborativi con alcuni dei talenti più interessanti della scena nu-jazz e neo-soul londinese.

    Da questa collaborazione sono nati l’EP COMMUNITY (2021) e il suo primo album IMPOLITE (2023), entrambi caratterizzati da importanti collaborazioni con alcuni degli artisti emergenti più noti della scena britannica, tra cui Ella Knight, Johnny Woodham, Nicola Guida, Cullum Connell, Jackson Mathod, Jay Phelps, Dylan Jones e John Swana, leggendario trombettista del jazz tradizionale americano, noto per le sue collaborazioni con icone come Miles Davis e Christian McBride.

    Le tracce di questi progetti sono state trasmesse su emittenti radiofoniche di rilievo come BBC1, Radio Soho, World Wide FM, Jazz FM, Radio Capital (Italia) e molte altre.

    Ad aprile 2025 esce il brano “Ma Che Maronn” e a giugno “6 vestuto a 8” feat. Greg Rega.

    “Unsapiens” è il nuovo album di Leo Pesci per Irma Records disponibile dal 24 ottobre 2025 in vinile e sulle piattaforme digitali di streaming.

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  • “Albedo – La Purificazione”: il bianco dell’anima nel nuovo capitolo di Alchimia in Musica

    Dopo Nigredo – La Notte dell’Anima, il percorso di Alchimia in Musica prosegue con “Albedo – La Purificazione”, la seconda tappa del progetto ideato da Roberta Mastrangelo (voce e autrice del testo) e Alessio Boni (compositore delle musiche originali a 432Hz), in uscita il 22 ottobre 2025 su tutte le piattaforme digitali.

    Un’opera che intreccia parola, suono e simbologia alchemica per guidare l’ascoltatore in un’esperienza di rigenerazione interiore, una trasformazione tra visioni liquide e vibrazioni luminose.

    Simbolo del bianco, dell’acqua e della rinascita, l’Albedo rappresenta la seconda fase del processo alchemico, quella della purificazione.
    Dopo l’oscurità della Nigredo, l’anima si apre ora alla luce, liberandosi dalle scorie del passato e ritrovando la propria limpidezza. È il momento del chiarore interiore, della pace che segue la tempesta.
    Nel brano, la voce di Roberta Mastrangelo conduce l’ascoltatore lungo un cammino meditativo fatto di immagini evocative – “Senti i piedi nudi sull’erba notturna, ancora umida di rugiada” – in cui l’acqua diventa elemento di lavanda e rinnovamento spirituale, fino all’incontro simbolico con il cigno, archetipo di purezza e saggezza.

    Le composizioni di Alessio Boni, accordate a 432Hz, costruiscono la cornice musicale che accompagna l’intero processo di ablutio.
    Le armonie ascendenti e la tessitura luminosa creano un senso di sospensione e trasparenza, in cui il corpo si rilassa e la mente si schiarisce. Il ritmo lento e ipnotico, sostenuto da sottili movimenti d’archi sintetici e riverberi acquatici, favorisce uno stato di meditazione profonda: la percezione del tempo si dilata e ogni respiro si trasforma in gesto di rinascita.

    A completare la visione artistica del progetto, Marco Ceruti – scenografo e artista milanese – ha realizzato per Alchimia in Musica una serie di quattro opere su compact disc ispirate alle fasi alchemiche.
    In “Albedo – La Purificazione”, la figura femminile da lui rappresentata assume tonalità perlacee e leggere, simbolo della rinascita attraverso l’acqua e la luce.

    Nel linguaggio alchemico, l’Albedo è associata alla Luna e all’elemento Acqua, simboli di riflessione e consapevolezza. Come la luna che riflette la luce del sole, anche l’anima purificata diventa specchio della propria verità.
    Il brano culmina in una potente immagine mistica: “Sul fondo del lago scorgi il tuo volto, libero da false luci, senza maschere.”

    Questa frase rappresenta il cuore del messaggio dell’opera: guardarsi dentro con autenticità fino a sciogliere ogni ombra, ritrovando la pace originaria del proprio essere.

    Robera Mastrangelo e Alessio Boni BIOGRAFIA

  • X Assemblea Nazionale SIEDAS dal 24 al 26 ottobre a Napoli: programma completo dell’evento

    Napoli – È ricchissimo il programma realizzato da SIEDAS, Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo, in occasione della X Assemblea Nazionale che quest’anno, per celebrare opportunamente l’importante anniversario, si svolgerà nei giorni 24, 25 e 26 Ottobre a Napoli.

    La prima sessione pubblica avrà inizio alle ore 14.00 di venerdì 24 Ottobre: dopo la registrazione dei partecipanti, nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”, il Presidente SIEDAS, Fabio Dell’Aversana, darà il via ai lavori. Dopo i saluti istituzionali affidati a Silvia Scipioni, Direttrice Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”, a Felice Casucci, Assessore Regione Campania alla Semplificazione Amministrativa e al Turismo, e a Carmine Foreste, Presidente Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, alle ore 15,30 si entrerà nel vivo della prima giornata assembleare con gli interventi di Gennaro Sangiuliano, già Ministro della Cultura; Paola Passarelli, Direttore generale Biblioteche e Istituti Culturali Ministero della Cultura; Laura Valente, Direttrice artistica Napoli 2500; Ferdinando Tozzi, Consigliere Delegato del Sindaco di Napoli per l’industria della musica e l’industria dell’audiovisivo; Luigi Grispello, Presidente AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo; Maurizio Gemma, Direttore Fondazione Campania Film Commission; Tiziana Carpinteri, Componente Commissione Selettivi Cinema Ministero della Cultura; Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde; Raffaella Pignetti, Presidente Fondazione ASI CE ETS; Rita Mastrullo, Presidente ANM – Azienda Napoletana Mobilità; Davide Fabbri, Presidente KeepOn Live; Antonio Caroccia, Presidente ANDA – Associazione Nazionale Docenti AFAM; Federica De Rosa, Delegata al Patrimonio Accademia di Belle Arti di Napoli; Alessandra Troncone, Curatrice Fondazione La Quadriennale di Roma; Diego Esposito, Direttore MUSAP – Museo Artistico Politecnico di Napoli; Alessandro Manna, Presidente Associazione per i Siti Reali e le Residenze Borboniche; Valentina Castronuovo, Consigliera Coordinamento regionale ICOM Campania; Strato Fevola, Presidente EFIP – Educazione Finanziaria in Pillole.

    Alle ore 17.30 sarà il momento dell’attesissima consegna dei Premi alla Carriera: quest’anno saranno presenti Alfredo Contieri per la sezione diritto, Tomaso Binga per la sezione arti e Lina Sastri per la sezione spettacolo. I premi di quest’anno sono stati realizzati dallo studente Zimu Zhang della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli coordinata dalla Prof.ssa Rosaria Iazzetta.

    Il prosieguo sarà dedicato alla cena in onore dei Premiati presso la Galleria Navarra.

    La seconda sessione pubblica dell’Assemblea si svolgerà sabato 25 Ottobre a partire dalle ore 10.00 e sarà introdotta e moderata da Maria Rosaria Santangelo, Segretario Generale SIEDAS. L’incontro avrà luogo presso la Sala Martucci del Conservatorio di Musica di Napoli “San Pietro a Majella” e prevede gli interventi di Gaetano Panariello, Direttore Conservatorio di Musica di Napoli “San Pietro a Majella”; Michele Nastri, Presidente Fondazione “Emanuele Casale”; Alessandro Fimiani, Commissario straordinario Agenzia Regionale Campania Turismo; Rosaria De Cicco, Attrice; Veronica Mazza, Direttrice artistica Teatro TEDÉR – Teatro del Rimedio; Michele Campanella, Direttore artistico Festival Spinacorona; Espedito Barrucci, CEO Zeus Record; Melania D’Agostino, CEO Leone Produzioni; Francesco Marchese, Label Manager FDAM; Angelo Grimaldi, CEO Crocopie; Ludovica Caniparoli, Project Manager; Diego Minutaglio, Direttore MUTE – Museo della Tradizione Enogastronomica.

    Al termine della II Sessione pubblica ampio spazio alle attività culturali: l’inzio è fissato alle ore 12.00 con la presentazione del libro di Gianni Fiorellino dal titolo “Solo se c’e amore”, cui seguirà un intervento dell’autore, mentre alle ore 12:30 i presenti effettueranno una visita guidata alla Biblioteca e al Museo del Conservatorio di Musica di Napoli “San Pietro a Majella”. Successivamente, alle ore 13.00, il Presidente SIEDAS Fabio Dell’Aversana introdurrà l’Orchestra giovanile “Domenico Cimarosa” protagonista del Concerto in memoria della Socia Emerita SIEDAS Nunzia Saracino Campobasso.

    Dopo un breve lunch, la lunga maratona di appuntamenti continuerà alle ore 15.00 con il vernissage ed una prima visita guidata alla mostra “Sguardi Laterali” presso la Sagrestia del Vasari nella Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi: all’evento interverranno Maria Somma, Direttore Generale Ufficio speciale Autorità di Gestione Fondo Sociale Europeo – Autorità responsabile Piano per lo Sviluppo e la Coesione; Pietro Buono, Dirigente di Settore Direzione Generale “Tutela della Salute e Coordinamento del SSR” Regione Campania; Massimo Di Gennaro, Direttore Innovazione Logistica Integrata, Sanità Digitale So.Re.Sa.; Carmela Bravaccio, Curatrice Scientifica Mostra “Sguardi Laterali”; Fabio Dell’Aversana, Curatore artistico della Mostra “Sguardi Laterali”; Francesco di Nocera, Psicologo; Mario Sicignano, Presidente Cooperativa sociale ParteNeapolis.

    Il coffee break delle ore 17.00 sancirà l’arrivederci prima dell’appuntamento conclusivo della giornata fissato per le ore 20 al MUTE, Museo della Tradizione Enogastronomica, mentre alle ore 22.00 la giovane cantautrice Rossella regalerà ai presenti un esclusivo concerto.

    La sessione finale della X Assemblea Nazionale SIEDAS, dedicata esclusivamente ai Soci SIEDAS, avrà luogo domenica 26 Ottobre a partire dalle ore 10.30 e sarà ospitata da Palazzo Positano di Marescotti: l’incontro sarà dedicato ad un bilancio dell’anno che sta volgendo al termine e verranno esposti i progetti di cui ci si occuperà nel prossimo anno sociale. I lavori saranno aperti e moderati da Francesca Salvato, Consigliere direttivo SIEDAS, mentre Maria Rosaria Santangelo, Segretario generale SIEDAS, stilerà la relazione consuntiva per l’A.S. 2024/2025; in seguito sono in programma gli interventi dei Soci SIEDAS. La conclusione dei lavori, alle ore 13.00, sarà affidata a Fabio Dell’Aversana, Presidente SIEDAS.

    Media Partner dell’Assemblea Nazionale SIEDAS 2025 è Arti e Spettacolo, la rivista culturale di SIEDAS. Le sessioni pubbliche saranno disponibili sui canali social SIEDAS a partire dal lunedì successivo all’evento. Le riprese saranno a cura degli allievi della Scuola di Cinema e dell’Audiovisivo e dei dottorandi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli coordinati dalla Prof.ssa Gina Annunziata e dal Prof. Luigi Barletta.

    L’evento può fregiarsi del patrocinio della Biblioteca Naazionale di Napoli, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e del Conservatorio di Musica di Napoli “San Pietro a Majella”.

    L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività di Napoli 2500 con il prezioso contributo di FINECO.

    Ai partecipanti alle Sessioni pubbliche della X Assemblea Nazionale SIEDAS saranno riconosciuti n. 2 crediti formativi ordinari ai fini della formazione continua degli avvocati, ai sensi del vigente Regolamento CNF.

    È ancora possibile iscriversi alle Sessioni pubbliche inviando una mail all’indirizzo assembleanazionale@siedas.it.

    Tutti gli aggiornamenti sull’Assemblea Nazionale sono reperibili sui social ufficiali di SIEDAS e l’hashtag prescelto per l’edizione di quest’anno è #SIEDASNAPOLI2025.

  • Alis Vibe, l’artista milanese che conquista gli USA con il suo nuovo singolo “Italian Girl”

    Noi italiani abbiamo uno stile tutto nostro: dal cibo al vestiario, fino al modo di parlare e di interagire col prossimo. Possiamo essere amati o anche odiati, ma una cosa è certa: non passiamo mai inosservati, perché possediamo un’identità forte, autentica e dirompente.
    Ed è proprio questa forza che caratterizza Alis Vibe, giovane artista originaria di Milano che sta costruendo un percorso musicale importante negli Stati Uniti. Con il suo nuovo singolo “Italian Girl”, disponibile su tutte le piattaforme dal 24 ottobre, Alis celebra con orgoglio le sue radici, trasformandole in un messaggio di energia e consapevolezza.

    Il brano è un’esplosione di pop e dance contemporanei, un mix di ritmo pulsante, bassi caldi e synth brillanti che restituiscono un’atmosfera internazionale, ma sempre con un tocco di stile italiano. La voce di Alis, carismatica e avvolgente, alterna inglese e italiano con naturalezza, diventando il ponte tra due mondi culturali che convivono in lei.
    La canzone racconta l’essenza di una ragazza che si reinventa, che non rinuncia alle proprie origini ma le porta con sé ovunque vada. “I’ve got Milan in my veins”“Ho Milano nelle vene” — è la frase che racchiude il cuore di Italian Girl: un’affermazione di identità e fierezza, un modo per dire che l’eleganza, il carisma e la vitalità italiani non sono solo tratti estetici, ma una vera e propria attitudine alla vita.

    Tra un ritmo trascinante e un testo che gioca con ironia e seduzione, “Italian Girl” diventa una dichiarazione d’intenti: essere sé stessi, senza compromessi, con la stessa spontaneità con cui si dice “Ciao ciao” invece di “Hello”. È un inno alla femminilità autentica, all’indipendenza e al coraggio di mostrarsi per ciò che si è, portando il proprio accento, il proprio stile e il proprio fuoco interiore in ogni luogo del mondo.

    Con “Italian Girl”, Alis Vibe firma un brano che profuma di sole, di energia positiva e di orgoglio. Un ritratto luminoso dell’Italia che brilla anche oltre oceano, capace di unire sensualità, ironia e libertà in un’unica, irresistibile vibrazione musicale.

    Alis Vibe BIOGRAFIA

  • “Se finirà” è il nuovo singolo di MaLaVoglia

    Dal 24 ottobre 2025 sarà in rotazione radiofonica “Se finirà”, il nuovo singolo di MaLaVoglia per Roba da matti Dischi disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 15 ottobre.

     

    “Se finirà” una ballad d’amore che parla di quotidianità di coppia, semplicità e lo fa giocando con tante metafore. La canzone è caratterizzata dalla delicatezza del testo e dal suo incedere che di strofa in strofa si arricchisce di strumenti fino ad un finale che strizza l’occhio alle ballad rock anni ’80.

    “Se finirà” è una canzone da ascoltare in macchina, è un respiro silenzioso in mezzo a un mondo che urla.

    Dedicata a chi ha capito che l’amore non si impara, ma si vive, è un invito a godersi il bello di una relazione senza caricarla troppo di aspettative inutili e, alla lunga, distruttive.

    MaLaVoglia torna con un brano che sorprende per la diversità dagli altri suoi precedenti, rafforzando la sua capacità di spaziare tra generi ma rimanendo sempre sé stesso. Allo stesso tempo segna un solco netto tra il MaLaVoglia di Punto e il MaLaVoglia che ascolteremo nei suoi prossimi lavori.

    La produzione artistica è affidata ad Andrea Massaroni (Ministri, Massaroni Pianoforti, Shandon) che ha suonato gran parte degli strumenti del brano tranne la chitarra acustica suonata dallo stesso MaLaVoglia e il basso (Francesco Tripi). Mix e master invece sono stati affidati a Luca Vittori (Ornella Vanoni, Jannacci, Gianna Nannini, Claudio Baglioni, Jovanotti, Emma).

    Commenta l’artista a proposito del nuovo singolo: “Se Finirà” è nata in un pomeriggio d’autunno, con la chitarra in mano e il cuore pieno di pensieri. La paura di perdere l’amore appena nato, le aspettative che possono soffocarlo, il desiderio di vivere il presente senza lasciarsi travolgere dalle preoccupazioni future. Un invito a cogliere l’attimo, a godere delle piccole cose, dei momenti di felicità quotidiana. Perché l’amore non è solo un sentimento eterno, ma anche quei piccoli istanti perfetti, intensi e unici. E se finirà, me ne farò una ragione, perché avrò vissuto pienamente il presente.”

    Il videoclip di “Se Finirà” di MaLaVoglia è un’opera essenziale e minimalista, diretta dal video maker Cesare Bobbiesi. Girato nel Teatro della scuola di Circo ORANGO TOWN di Lungavilla (PV), il video presenta una scenografia ridotta all’essenziale, con una lampada e una poltrona rossa come unici elementi. Il focus è sulle parole del brano, che MaLaVoglia scrive su fogli di carta e getta a terra durante lo scorrere del video. La scelta stilistica di Bobbiesi enfatizza la potenza delle parole e della musica, creando un’atmosfera intima e suggestiva.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/joKXIh8bdBw?si=E39Nd2ZKdsw8JvJ3

    Biografia

    MaLaVoglia è un cantautore che porta in giro la sua musica e il suo progetto da diversi anni. Ha pubblicato 10 singoli di cui 9 contenuti  nel suo primo album PUNTO, uscito nella primavera del 2025. L’album è stato accolto con curiosità e positivamente da critica e addetti ai lavori. 

    Ha ricevuto diversi riconoscimenti artistici a livello nazionale e vinto diversi premi (Premio Pigro Ivan Graziani 2024, NokepTV 2022, Area Sanremo 2018, Fatti Sentire Festival 2024 su RAI2).

    Ha aperto i concerti di molti big tra i quali Enrico Ruggeri, Pierdavide Carone, Umberto Tozzi, Raf, Nomadi, Roberto Vecchioni, Alex Britti, Albano Carrisi, Orietta Berti, Legno e suonato in festival nazionali (Trentino Love Festival con Il Tre e Fabrizio Moro, Concertone di Bologna del 18 gennaio in piazza 8 Agosto con Subsonica, Afterhours, Modena City Ramblers, Willie Peyote; Mei Meeting 2019 con Negrita; Varzi Festival 2025 con Violante Placido, Noemi, Danilo Rea; Tremiti Music Festival 2023 con Serena Brancale, Roy Pace, Renzo Rubino, Beppe Servillo ).

    Ha collaborato con Roberta Giallo per il progetto artistico Mediterraneo e scritto MONOLOCALE con Maninni, brano contenuto nel primo album dell’artista pugliese “SPETTACOLARE” pubblicato a ridosso del suo Sanremo Big 2024.

    Fresco dell’accordo con l’etichetta indipendente Roba da Matti Dischi sta  lavorando al suo secondo album e nel frattempo porta in giro la sua musica, ovunque.

    “Se finirà” è il nuovo singolo di MaLaVoglia disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 15 ottobre 2025 e in rotazione radiofonica dal 24 ottobre,

     

     

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  • “Hai lasciato qui ogni cosa” è il nuovo singolo di Matthew

    Dal 24 ottobre 2025 sarà in rotazione radiofonica “Hai lasciato qui ogni cosa”, il nuovo singolo di Matthew disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 17 ottobre.

     

     

    “Hai lasciato qui ogni cosa” è la corsa disperata di chi non riesce a lasciar andare. È il fiato corto e i brividi che restano addosso anche quando l’amore o una presenza cara se ne sono andati; una confessione con le ossa rotte.

    Commenta l’artista a proposito del nuovo singolo: «Hai lasciato qui ogni cosa è una delle canzoni più vere che ho scritto. Parla di quello che resta quando perdi qualcuno o qualcosa che conta davvero. È dolore, ma anche quella forza disperata che ti spinge a non mollare anche quando hai perso tutto. Questa canzone la dedico a mio padre.»

    Il videoclip di “Hai lasciato qui ogni cosa” mostra l’artista in una performance essenziale e intima. È seduto su una sedia al centro della stanza mentre la telecamera gli gira intorno. La luce filtra da una tapparella e richiama l’alba che lentamente rischiara la scena, fino a richiudersi nel buio con la fine della canzone. Un concept semplice ma potente che riflette il tema del brano, la lotta interiore tra oscurità e ricerca di luce.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/J3p-xV1Cm1A?si=E_clY5j6-nYHoau7

    Biografia

    Matthew, all’anagrafe Matteo Rota, è un cantautore italiano che mescola folk, pop e rock in canzoni crude e viscerali. Ha iniziato a suonare la chitarra a 18 anni e poco dopo a scrivere i suoi primi brani, spinto da un’urgenza personale che in pochi anni lo ha portato a crescere velocemente e a trovare una voce riconoscibile.

    Nei suoi brani si avvertono le influenze di Noah Kahan, Kaleo e James Bay, ma sempre filtrate dalla sua storia e dal suo vissuto. La sua musica nasce da ciò che lo segna davvero: resistenza, solitudine, amori che lasciano cicatrici, ma anche il peso delle assenze e delle sfide che la vita ti mette davanti. Ogni canzone diventa un modo per trasformare il dolore in forza.

    Il team è composto da Francesco Frè Monti, con cui Matthew condivide un’intesa artistica che si traduce in un dialogo continuo fatto di scrittura, arrangiamenti e produzione, trasformandosi in una ricerca comune, e da Lorenzo Galli, che cura l’immagine e la parte visiva del progetto. Insieme contribuiscono a definire un percorso che vuole portare in Italia un pop-folk-rock autentico, intenso e capace di lasciare il segno.

    “Hai lasciato qui ogni cosa” è il nuovo singolo di Matthew disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 17 ottobre 2025 e in rotazione radiofonica dal 24 ottobre.

     

     

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  • “Je Nu’ Trovo Pace” è il nuovo singolo di Delio Lambiase

    Da venerdì 24 ottobre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Je Nu’ Trovo Pace” (Up Music), il nuovo singolo di Delio Lambiase.

    “Je Nu’ Trovo Pace” è un brano sulla ricerca di senso in un mondo che spesso soffoca le aspirazioni dell’uomo. Tra prigionia della realtà e intorpidimento della coscienza nasce il desiderio di trovare luce e significato nel proprio cuore. La canzone richiama l’invito del Tempio di Delfi: “Conosci te stesso”, ponendosi le domande fondamentali: chi sono? Da dove vengo? Dove sto andando?

    Il pezzo racconta una ricerca interiore, che richiede coraggio, onestà e un desiderio autentico di verità. Tuttavia, in questa follia chiamata mondo, nel brano si ipotizza che si possano trovare “le rose (il SENSO) e ci si possa ricordare un altro mondo da cui si proviene”. L’autore evoca un ricordo profondo e ineffabile che suscita una struggente nostalgia di CASA: una dimensione originaria, fuori dal tempo, dove amore, bellezza, giustizia, pace e armonia costituiscono le fondamenta dell’esistenza.

    Questa nostalgia profonda è insieme ferita e dono prezioso, perché spinge a scavare dentro di sé per dare significato al proprio passaggio sulla Terra. È il canto di chi cerca se stesso, pur sentendosi estraneo al mondo che lo circonda.

     

     

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Non ho verità universali da proporre, ho solo queste unghie sporche di terra che hanno scavato a fondo in questo cuore che ha nostalgia di CASA ed è assetato di bellezza e verità. Un po’ di quello che vi ho trovato, lo scrivo e lo canto”.

     

    Biografia

    DELIO è un cantautore di Cava de’ Tirreni (SA). La sua avventura da artigiano della parola è iniziata nel 2015, quando il desiderio e, soprattutto, la necessità di scrivere ciò che gli agitava la coscienza, confluirono in un romanzo d’esordio, “Il grande salto”. Dopo questa prima esperienza – complice un salto vero da una bici e il tempo libero disponibile durante la convalescenza – riabbraccia una vecchia chitarra acustica, inizia a comporre e a far ascoltare in pubblico le sue riflessioni in musica usando – così racconta l’artista – “i quattro accordi che conoscevo”.

    Inizia uno studio più costante della chitarra, partecipa a laboratori di scrittura e composizione con Francesco Di Bella (ex frontman dei 24Grana) e Dario Sansone (frontman dei Foja). Poi è stata la volta di vari festival, contest e live nei locali della sua regione, l’ammissione alla seconda fase del Tour Music Fest 2018, l’esibizione in una tappa del Fiat Music di Red Ronnie, la partecipazione al Broken Stone Festival al contest di apertura del concerto di Ilaria Graziano e Francesco Forni nel 2018, finalista nel 2019 al GallinaRock di Frosinone, all’Aquara Music Fest di Aquara, al Distrarte Festival di Ascoli Piceno e al PromuovilatuaMusica di Genova.

    Nel 2018 pubblica “Sacra Nostalgia”, il suo primo EP. Successivamente, nel 2021, pubblica il CD in vernacolare dal titolo “Radice”: Poi, nel 2023 è la volta di un altro CD, “Mente che mente”. Attualmente sta pubblicando una serie di singoli che fanno parte del suo nuovo lavoro, “Straniero”.

    Il suo mondo musicale ha le sue radici nei cantautori italiani e nelle rock band internazionali, tuttavia, nella sua produzione musicale c’è una ricerca che va dal folk a sonorità più marcatamente elettroniche.

    “Je Nu’ Trovo Pace” è il nuovo singolo di Delio Lambiase disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 24 ottobre 2025.

     

     

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  • “Road House” è il nuovo singolo di Jessica Tozzato

    Dal 24 ottobre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Road House”, il nuovo singolo di Jessica Tozzato. 

    “Road House”è un brano che ti porta in viaggio. Immaginate di essere su una highway americana, in piena notte, dopo una litigata. La musica, con elementi futuristici e drammatici, accompagna il vostro viaggio, mentre le luci della città brillano in lontananza.

    “Road House” è una canzone che cattura l’essenza dei sentimenti contrastanti che seguono una discussione. Un viaggio sonoro che vi trasporterà in un piccolo spezzone di film hollywoodiano, dove la strada diventa la metafora della libertà e dell’emozione.

    Commenta l’artista a proposito del nuovo singolo: Road House è il punto di partenza del mio progetto, il brano è scritto da Namida e comincia con la presa di coscienza di una storia d’amore che ormai non funziona più. Un sentimento che evolve passando dal sentirsi in gabbia al cercare a tutti i costi di evadere. C’è rabbia ma anche rassegnazione. Mi sono innamorata subito del pezzo al primo ascolto.”

    Biografia

    Jessica Tozzato è una cantante pop dal timbro particolare e facilmente riconoscibile. Sta lavorando al suo attuale progetto da circa un anno e mezzo, sperimentando e ricreando la musica che più ama, tra pop e alternative R&B. I suoi brani sono ispirati a uno dei maggiori esponenti del genere, il suo artista preferito: The Weeknd.

    A 12 anni inizia a partecipare a diverse manifestazioni canore, ottenendo buoni risultati. A 14 anni ottiene una borsa di studio per il CET di Mogol. Suona la chitarra per accompagnarsi mentre canta e scrive i suoi brani, ma si affida a professionisti per realizzare i suoi progetti musicali.

    Con la sua musica, Jessica vuole raggiungere un pubblico ampio, senza limiti di età. Il suo obiettivo è far cantare e ballare le persone, divertirle e portarle via con la sua musica. Vuole che la sua arte sia accessibile e possa ispirare, facendo sognare senza limiti di tempo o età.

    “Road House” è il nuovo singolo di Jessica Tozzato disponibile sulle piattaforme digitali di streaming  e in rotazione radiofonica dal 24 ottobre 2025.

     

     

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  • Maternità e consapevolezza: Khris riscrive la narrativa femminile nella musica italiana

    In Italia, il soul e l’R&B non hanno mai davvero trovato casa: troppo americani per il mainstream, troppo laterali, intimi e sofisticati per un mercato veloce, dominato da playlist e ascolti mordi-e-fuggi. Ma oggi qualcosa si muove. E Khris – cantautrice e performer indipendente originaria di Cuneo – è una delle poche voci femminili che, senza imitare le grandi icone internazionali, sceglie di abitare l’R&B con una lingua, un’estetica e un’urgenza totalmente proprie.

    Dopo anni trascorsi tra il circuito underground e il lavoro come corista e ballerina, l’artista piemontese dall’animo cosmopolita torna alla musica con un’identità precisa e libera da logiche algoritmiche. Il suo primo EP, in arrivo nei prossimi mesi, raccoglie quattro brani già pubblicati – “Ali d’acciaio”, “Brucia il tempo”, “Diamante” e “Il disco gira” – che compongono un racconto unitario. Non si tratta di tentativi isolati, ma di un progetto che segna un posizionamento netto: portare il genere dentro la realtà italiana, con la voce di una donna che racconta sé stessa.

    Nei suoi testi c’è la maternità che cambia tutto (“Ali d’acciaio”), l’ansia che stringe lo stomaco in un tempo sempre più veloce (“Brucia il tempo”), il coraggio delle donne e l’identità imperfetta che diventa cifra ed espressione personale (“Diamante”), e la voglia di ripartire quando tutto sembra fermo (“Il disco gira”). Frammenti di vita trasformati in musica, in un momento in cui il pop nazionale oscilla tra TikTok e indie malinconico e dove l’R&B, a livello globale, è tornato centrale con artisti come SZA o Victoria Monét.

    L’elemento che più definisce il percorso di Khris è la coerenza: quattro singoli che non nascono per aderire alle aspettative del mercato, ma per portare avanti un discorso.

    In Italia, sin da primi 2000, l’R&B è stato spesso solo citazione marginale. Un registro preso in prestito: qualche riferimento sonoro, un’intonazione di matrice soul nei ritornelli, un beat che “fa black music” ma senza l’anima del genere. Raramente è stato adottato come linguaggio pieno, radicato, coerente. Il risultato? Canzoni che suonano R&B, ma non parlano come l’R&B. Manca spesso il contenuto, il vissuto, l’urgenza di dire qualcosa con quel suono. Khris fa un’altra scelta. Non prende in prestito nulla: adotta e vive quel linguaggio. Non lo adotta come ornamento alla sua musica, ma come forma espressiva naturale dei suoi pezzi, capace di raccontare in italiano emozioni, corpo, maternità, ansia, lentezza, imperfezione.

    Le sue canzoni non “fanno R&B”. Lo sono: nella struttura musicale, nella vocalità, ma soprattutto nella funzione narrativa ed emozionale.

    Khris ne fa un modo per dire le cose oggi, qui, con la propria voce.
    Con la stessa naturalezza con cui scriverebbe una lettera, ma con la carezza avvolgente del beat e il colore unico del suo timbro.

    Il suo primo EP raccoglierà questi capitoli e li condurrà più avanti, verso la loro compiutezza. Non tanto un debutto, quanto un posizionamento: la scelta di stare dentro a un genere che qui non ha mai avuto casa, e di farlo con un’identità femminile e indipendente.

    Indipendente come la squadra che ha seguito e curato tutti i suoi lavori: RKH Studio di Torino con Roberto Chetti, il producer Safe, Manuel Mosso alle registrazioni e master, la coreografa Lucrezia Rossi, le fotografie di Laura Atzeni. Un collettivo che ha dato vita a un immaginario coerente fatto di movimento, introspezione e carattere.

    «La mia musica è un rewind – dice – un modo per fermarsi, ballare, respirare e riscoprire un po’ di semplicità.»

    Il personaggio è tutto fuorché costruito: Khris non è un prodotto, è un processo. E si sente. È cresciuta con Lauryn Hill, Beyoncé e Janet Jackson, ha lavorato nel circuito underground italiano, si è fermata quando il sistema non le permetteva di essere vera. E adesso, ha deciso di farsi sentire. Non per dimostrare qualcosa. Ma per riprendersi il suo spazio.

    Khris porta in Italia una voce femminile che colma un vuoto culturale. Non un revival, non un ricordo romanticizzato: un linguaggio per raccontare il presente, in italiano, con un’identità chiara e riconoscibile. Non si allinea a mode o classifiche, le ignora consapevolmente. E in un momento in cui la musica italiana sembra aver perso le sue zone grigie – quelle dove si può essere fragili, dolci, complessi, non performanti – lei ne rivendica la centralità.

    La mappa sonora di Khris, una narrazione in quattro atti:

    “Ali d’acciaio”, il brano più intimo. Scritto per la figlia, è un R&B contemporaneo ed elegante in cui la voce di Khris diventa lo spazio in cui la paura si trasforma in speranza. «Indosso ali d’acciaio, le terrò qui per te» canta, raccontando quella capacità – tipicamente femminile – di reggere il mondo proteggendo chi si ama.

    “Brucia il tempo” è invece la sua dichiarazione più politica. Parla della società che corre, dei pensieri scritti senza pensare sui social, della mancanza di empatia. «Un secondo, un minuto, un’ora… al diavolo la fretta. Brucia il tempo sulla tua strada.» È un invito a prendersi tempo per capire cosa stiamo vivendo davvero. In un’Italia che consuma contenuti e persone alla velocità di uno scroll, “Brucia il tempo” è la compagna sonora ideale per chi ha scelto di non tenere il ritmo, ma il respiro.

    Con “Diamante” Khris mette al centro il tema della forza delle donne e dell’identità, e lo fa con una scrittura limpida e affilata. «Lei è diamante, il colore rosso in un film bianco e nero.» È una dedica all’universo femminile, alla fragilità come valore, alla forza che nasce dalle crepe, alla libertà di essere sé stessi anche quando si sbaglia. È anche il suo brano più cinematografico, quello che più ricorda la sensibilità R&B internazionale: linee vocali pulite, produzione essenziale, parole che restano sottopelle.

    Infine, “Il disco gira”, chiude il cerchio e riapre il futuro. È una canzone sulla ripartenza, ma senza nessun tipo di retorica. Il ritmo è contagioso, il messaggio netto: tornare a muoversi, a sentire, a credere nel proprio battito. «Il mio corpo si muove, è solo un’altra nota ma il disco gira»: non è solo una frase, è un modo di stare al mondo.

    Nei suoi brani c’è il calore delle produzioni anni 2000 e la consapevolezza di chi ha vissuto il silenzio e la fatica del ritorno. Khris non è un nome nuovo, ma è nuova la sua urgenza. Oggi, in un mercato musicale in cui tutto sembra già detto, lei sceglie la semplicità come tratto distintivo. Come modo per farsi ascoltare davvero. E in un Paese che spesso fatica a riconoscere l’R&B come linguaggio possibile, lo riporta dove deve stare: dentro la realtà, nelle storie comuni, nel cuore di chi ascolta. Perché, come lei stessa dichiara,

    «A volte la musica fa bene, altre fa male. Ma se smetti di sentirla, smetti anche di sentirti vivo.»