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Il recital del pianista Michele Di Toro, tra jazz e brani originali, concluderà la XXVII edizione dell’Atelier Musicale sabato 19 marzo alla Camera del Lavoro di Milano
Brani originali dal nuovo album “Elisir” e alcune pagine del grande contrabbassista Charles Mingus: il concerto del pianista e compositore abruzzese sarà l’evento conclusivo della XXVII stagione della rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo MaggioMILANO – Si chiuderà sabato 19 marzo la XXVII edizione dell’Atelier Musicale, quella del “risveglio”, caratterizzata da un successo artistico e di pubblico al di là delle previsioni, soprattutto se si considera che la pandemia è stata la sgradita compagna di tutto il periodo autunno-inverno. Per l’ultimo concerto della stagione, nell’auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano tornerà un grande artista come Michele Di Toro, un musicista che appartiene a quel ristretto gruppo di pianisti jazz contemporanei che sa far convivere la tradizione con la modernità, la conoscenza della tecnica afroamericana del pianoforte con quella colta occidentale, unendo anche competenze pop e folk.Grazie a questo ampio bagaglio di conoscenze, il quarantasettenne strumentista e compositore abruzzese ha raggiunto una peculiare ricchezza nel pensiero musicale, in cui la duplice formazione, classica e jazz, la tecnica di altissimo livello e un’approfondita conoscenza del jazz e del mondo musicale americano (che spazia dal Ragtime e dal mondo dello Stride Piano a Keith Jarrett e che si unisce a una visione jazzistica europea) diventano i cardini della sua poetica. Il risultato è una musica che esce dagli schemi e che si propone con grande fantasia in molteplici articolazioni, sorretta da una limpidezza di tocco e di suono e da una sicurezza tecnica tali da fare di lui un pianista di primo piano nella scena internazionale (non dimentichiamo la sua vittoria nel concorso intitolato a Friedrich Gulda).Il concerto di sabato 19 marzo verterà sui brani, tutti di sua composizione, contenuti nel nuovo album “Elisir”, caratterizzato da atmosfere sognanti e da un tratto intimo e riflessivo che aprono un’ulteriore finestra nel suo percorso creativo. A questi pezzi saranno abbinate alcune pagine del grande compositore e contrabbassista Charles Mingus, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Una prassi non nuova nei recital di Di Toro, che nel 2019, ospite del festival Iseo Jazz, presentò brani propri e un omaggio al pianista Lennie Tristano, nato un secolo prima a Chicago.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 19 marzo 2022, ore 17.30Michele Di Toro – “Elisir” e omaggio a Charles Mingus.Michele Di Toro (pianoforte).Programma: composizioni di Michele di Toro e di Charles Mingus.Conduce Maurizio Franco. Nel corso del concerto verrà presentato l’album “Elisir” (Spray Records).Dove: auditorium G. Di Vittorio, Camera del Lavoro, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.Ingresso: 10 euro.Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.itOn line: www.secondomaggio.orgDirezione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra). -
Atelier Musicale: l’arpa di Floraleda Sacchi, tra classica, minimalismo ed elettronica, sabato 12 marzo alla Camera del Lavoro di Milano
MILANO – Il rinnovamento della tradizione concertistica dell’arpa ha trovato in Floraleda Sacchi una delle sue più rilevanti esponenti. È quindi un evento importante quello dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz e classica “contemporanea” organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, in programma sabato 12 marzo (ore 17.30, ingresso 10 euro) alla Camera del Lavoro di Milano, penultimo appuntamento della sua XXVII stagione: nell’articolazione di un repertorio che unisce grandi pagine della storia musicale con i suoni degli autori contemporanei, l’esibizione della musicista e compositrice lombarda risponde alla filosofia stessa della rassegna, in cui il mondo musicale di oggi non cancella il passato, anzi vi si lega con dei fili rossi a volte invisibili, ma sempre esistenti.
Di Floraleda Sacchi è stato scritto che «s’inventa un capitolo affascinante della storia moderna dell’arpa» e il programma che proporrà alla Camera del Lavoro lo evidenzia in pieno. Tanto più se si considera che il suo uso dello strumento prevede un originale rapporto con l’elettronica, portando quindi il suono storico dell’arpa in una dimensione attuale, che le consente di realizzare un viaggio musicale possibile solo in un tempo quale il nostro. Dalle composizioni originali ai classici Bach e Satie, dalle atmosfere sonore del giovane musicista islandese Ólafur Arnalds al rapporto tra classicismo, pop ed elettronica di Roberto Cacciapaglia fino al minimalismo di Ludovico Einaudi, il percorso toccherà diverse corde espressive e altrettante suggestioni sonore, creando ambientazioni eterogenee e, per questo, affascinanti.
Acclamata come una delle più interessanti arpiste del nostro tempo, vincitrice di numerosi concorsi e premi internazionali, autrice di musiche per il cinema e il teatro, docente e molto altro, Floraleda Sacchi si è esibita in tutto il mondo e ha inciso album che segnano un punto di partenza per le nuove direzioni dell’arpa. Il suo percorso la porta quindi a superare le barriere stilistiche e di genere e fa di lei un’autentica artista contemporanea.
ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagione
Sabato 12 marzo 2022, ore 17.30
Floraleda Sacchi: le strade dell’arpa.
Floraleda Sacchi (arpa, live electronics).
Programma:
- S. Bach: Preludio dal Clavicembalo Ben temperato BWV 846;.
- Sacchi: Images; Spaceship;
- Satie: Gnossienne n. 1;
- Einaudi: Oltremare;
- Arnalds: Near Light, Till Enda;
- Cacciapaglia: Temple of Sound; Antartica.
Conduce Floraleda Sacchi.
Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
Ingresso: 10 euro.Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.
Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.
Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it
On line: www.secondomaggio.org
Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
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Al via lunedì 14 marzo a Milano il progetto Artchipel Hub dell’Artchipel Orchestra
MILANO – Nel linguaggio informatico, la parola hub identifica il dispositivo che mette in collegamento tra loro computer e reti; nel settore dei trasporti e della mobilità, l’hub è un grande scalo internazionale che raccoglie la maggior parte del traffico aereo di un Paese e al quale fanno capo numerose rotte. E in campo musicale? In questo ambito, il termine hub è sinonimo di piattaforma o, meglio ancora, di rete.Non a caso, “Artchipel Hub”, la nuova iniziativa dell’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più apprezzate della scena jazz italiana, fondata e diretta dal batterista e compositore Ferdinando Faraò, si pone l’obiettivo di far nascere un network, una rete attraverso la quale si creino relazioni e confronti non solo tra i musicisti, ma anche tra gli artisti e il pubblico. Come? Dando vita a laboratori inclusivi che siano, al tempo stesso, prove aperte (in senso letterale, aperte cioè anche ai musicisti che non fanno parte in pianta stabile dell’ensemble milanese e agli spettatori), sedute di improvvisazione e, infine, esecuzione, in forma di concerto, di alcuni brani tratti dal repertorio del collettivo guidato da Faraò.“Artchipel Hub” è un progetto articolato in tre date, organizzate in collaborazione con il Garage Moulinski di Milano, spazio in cui la musica jazz è di casa. Si partirà lunedì 14 marzo (inizio ore 21.30, ingresso libero con consumazione o cena; prenotazioni al 3493306000) e si proseguirà l’11 aprile e il 16 maggio: nel corso di questi incontri verranno analizzate, discusse ed eseguite musiche di autori come Jonathan Coe, John Greaves, Misha Mengelberg, Mike Westbrook, Keith Tippett, Hugh Hopper, Mike Oldfield, Phil Miller, Lindsay Cooper, Robert Wyatt e Mike Ratledge, con arrangiamenti per orchestra a cura di Beppe Barbera, Ferdinando Faraò e Francesco Forges. Ma l’ambizione degli ideatori di questa iniziativa è di stabilire, soprattutto, interazioni, relazioni, confronti e collaborazioni tra i musicisti e il pubblico, che non si limiterà al mero ascolto, a una presenza “passiva”, ma verrà chiamato a partecipare al processo creativo in atto.Spiega Ferdinando Faraò: «La produzione, la diffusione e la divulgazione della musica si realizzano soprattutto attraverso l’organizzazione di concerti e festival, la vendita e l’ascolto dei dischi, la promozione e così via. Tutto ciò è ovvio e, per così dire, fisiologico. Ritengo però che occorra sottolineare anche l’importanza, a volte un po’ trascurata, dei “processi” che stanno alla base di una dinamica sociale e di relazione tra i musicisti, che si sviluppano all’interno di contesti come quello, per esempio, dell’orchestra. In questi processi, il bisogno che sta alla base del fare musica non è tanto quello della realizzazione di un “prodotto” da esibire o da vendere, ma piuttosto quello di un lavoro che privilegia uno sforzo collettivo inclusivo, nel segno della ricerca, della sperimentazione e della condivisione. Sentiamo, quindi, la necessità di dare vita a una forma di associazionismo libero e spontaneo, invitando i musicisti a partecipare al processo di organizzazione della musica attraverso, per esempio, l’esperienza di prove aperte che siano davvero inclusive. Crediamo che il fare musica non debba essere solo un atteggiamento estetico fine a se stesso, ma riteniamo che debba far parte di un determinato modo di vivere. Fare musica insieme vuol dire ritrovarsi, parlarsi, confrontarsi e immergersi, come nel nostro caso, anche negli aspetti organizzativi di un’orchestra. Fare musica, in definitiva, vuol dire fare cultura».Nata nel 2010, l’Artchipel Orchestra ha pubblicato quattro album (“Never Odd or Even”, “Artchipel Orchestra Plays Soft Machine”, “To Lindsay: omaggio a Lindsay Cooper” e “Truly Yours: musica di Phil Miller”), aggiudicandosi per due volte (nel 2012 e nel 2017) il primo posto nella categoria “Miglior formazione italiana” nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz”. Da segnalare, inoltre, che nel 2014 l’ensemble milanese ha ottenuto il secondo posto e che nel 2020 si è classificato tra i Top Ten.Oltre ai favori della critica, l’Artchipel ha riscosso, da subito, anche quelli del pubblico: Faraò e i suoi musicisti si sono esibiti, infatti, nei più importanti festival jazz nazionali, affiancati da ospiti internazionali del calibro di Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts. -
“My Friend Ry”: il tributo di SirJoe Polito a Ry Cooder, tra blues, gospel e rock’n’roll, sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano
MILANO – Si intitola “My Friend Ry” il primo disco da solista di Sergio Polito, in arte SirJoe Polito, leader della band veneziana B-Woops: uscito a fine 2021, il nuovo album (pubblicato da Caligola Records by Gutenberg Music e disponibile in formato fisico e sulle piattaforme digitali) è un tributo al grandissimo Ry Cooder, chitarrista, polistrumentista, compositore e instancabile ricercatore delle tradizione afroamericane. Oltre ad essere celebre per la sua notevole tecnica chitarristica, Cooder è noto soprattutto per una serie di album in cui ha esplorato vari generi della musica americana delle radici, rielaborando canzoni e melodie altrui con il suo inconfondibile stile esecutivo e con la sua impareggiabile abilità nel riarrangiare traditional o pezzi sconosciuti e dimenticati.In “My Friend Ry” (album al quale hanno collaborato una ventina di musicisti italiani e stranieri, tra cui il talentuoso chitarrista americano Jeff Pevar, che ha suonato con artisti del calibro di Ray Charles, Joe Cocker, Aretha Franklin, Crosby, Stills & Nash e James Taylor), SirJoe Polito ha ripercorso il repertorio cooderiano, riprendendo il blues degli inizi, il gospel, il rhythm & blues, il tex-mex e il rock’n’roll con gusto e versatilità, e ha ricamato con le sue chitarre i giusti fraseggi in un omaggio onesto e rispettoso, quasi avesse voluto imparare dal chitarrista californiano la lezione di come si reinterpretano i brani altrui.Con le sue chitarre (acustica, elettrica e resofonica), SirJoe Polito presenterà la sua ultima fatica discografica sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), accompagnato da Carlo “Carlito” De Bei (cori, chitarra acustica ed elettrica), Gianni Spezzamonte (cori, basso elettrico), Marco Campigotto (batteria), Danilo Scaggiante (sax) e Willy Mazzer (armonica): in scaletta, i dodici pezzi che compongono il nuovo album (da “Crazy ‘Bout An Automobile” a “Tattler”, da “Little Sister” a “The Dark End of The Street”, da “Across The Borderline” a “13 Question Method”, solo per citarne alcuni), ma non solo.Prima del concerto, alle ore 21, verrà presentato il libro “L’onda sulla baia. San Francisco: sound, poeti & Silicon Valley” di Aldo Pedron e Maurizio Galli (Arcana Edizioni, 472 pagine, 26 euro), dichiarazione d’amore per la città californiana che, tra l’estate del 1965 e l’inizio del 1967, diventò il cuore pulsante di una rivoluzionaria filosofia di vita. Un tempo in cui musica, letteratura, arte, costume, politica e nuovi stili di vita stravolsero la società americana, ma non solo.Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.Tel: 0240914901; info@spazioteatro89.org; www.spazioteatro89.orgInizio live: ore 21.30.Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (biglietto ridotto).Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi. -
Blues, funk e rock’n’roll: Jaime Dolce’s Innersole in concerto sabato 5 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano
Sul palco dell’auditorium milanese, il chitarrista, cantante e compositore Jaime Dolce, originario di New York, presenterà il suo nuovo album, intitolato “Love Generator”: quindici brani a base di blues, una spruzzata di funk, un pizzico di reggae e molto rock’n’rollMILANO – Sul palco dello Spazio Teatro 89 di Milano torna a esibirsi Jaime Dolce con gli Innersole, la sua band italiana, in un concerto in cui il blues si mescolerà al rock e il funk alla psichedelia: sabato 5 marzo (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), il chitarrista e cantante newyorkese (di origini italiane) presenterà “Love Generator”, il suo ultimo album, quindici brani a base di blues, una spruzzata di funk, un pizzico di reggae e molto rock’n’roll. Con lui sul palco si saranno i fedelissimi Andrea Tiberti detto “Mister Tiba” al basso, Matteo Sodini alla batteria, il tastierista Filippo Buccianelli e ospiti a sorpresa.Jaime Scott Dolce nasce a Brooklyn e cresce nella stimolante scena newyorkese tra concerti e jam session. Dopo aver metabolizzato la lezione di Jimi Hendrix e dei più importanti esponenti del blues metropolitano, si confronta con artisti e generi differenti: da ricordare, in particolare, le frequenti collaborazioni con Mason Casey, armonicista di Popa Chubby; Lee Finkelstein, batterista dei Tower of Power; Eric Udell, attuale bassista della Blues Brothers Band.Jaime intraprende così una carriera solista e nel 1998 pubblica l’album “Purple Blues”. Un decennio dopo incide “Peaces”: in questo disco, alternandosi tra chitarre, basso, batteria, effetti, rumori e voce, dà sfogo alla sua vena compositiva con una serie di brani originali che esplorano i territori dell’indie rock e del nuovo blues psichedelico, in sintonia con le ultime leve dell’underground newyorkese. Nel 2010 è la volta di “Sometimes Now”, un mix di rock, blues, reggae e funk in stile Grande Mela con il quale Jaime omaggia Hendrix, Ben Harper e Doyle Bramhall (il chitarrista mancino che suona con Clapton). Nel 2015 esce “Elevation Blues”: accanto a una manciata di composizioni originali, il disco è impreziosito da una personale versione di “Me and the Devil Blues” di Robert Johnson (con ospite Roberto Luti alla slide guitar) e da una cover di “I Am the Walrus” dei BeatlesI critici americani hanno definito la sua musica una sintesi tra il blues del Mississippi e il funk elettrico della Band of Gypsys di Jimi Hendrix, mentre per la rivista italiana Buscadero Jaime Dolce è “un guitar hero dalla rifinitura tagliente”. Lui, invece, si descrive così: «Il mio è il blues ruvido e graffiante della Louisiana e del Texas, unito a funk, psichedelia e southern rock alla Allman Brothers». Il suo punto di riferimento? Jimi Hendrix: «È il mio musicista e chitarrista preferito, colui che più mi ha ispirato e influenzato, puro e perfetto bilanciamento tra emozione, anima e tecnica».Nel 1998, in occasione dei suoi primi concerti europei, si innamora del nostro Paese (da alcuni anni vive a Parma con la sua famiglia) e comincia a collaborare con alcuni musicisti italiani con cui ricostituisce gli Innersole, il cui sound è una miscela di electric blues e di funk-rock alla Band of Gypsys di Jimi Hendrix. Partecipa ai principali festival del circuito blues, accompagna Mick Abrahams, primo chitarrista dei Jethro Tull e dei Blodwing Pig, e nel 2005 viene invitato da Zucchero, a Modena, a suonare in occasione del raduno del suo fan club. L’anno successivo il cantautore Davide Van De Sfroos lo vuole con sé nel tour “Ma vada via l’Blues” in veste di chitarra solista.Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.Tel: 0240914901; info@spazioteatro89.org; www.spazioteatro89.orgInizio concerto: ore 21.30.Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (ridotto).Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi. -
Atelier Musicale: arie, canzoni e liriche, da Puccini a Respighi, da Prokofiev a Gershwin, con il duo Caminada-Alberti sabato 19 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
Il soprano Maria Eleonora Caminada e il pianista Alfonso Alberti proporranno un recital di lieder, song, romanze, liriche e canti popolari composti o pubblicati nel 1917, anno ricco di avvenimenti nella storia del NovecentoMILANO – L’appuntamento dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra classica, jazz e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, in programma sabato 19 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano (ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa), è costituito da un programma imperdibile per la sua singolarità, che ruota intorno a lieder, song, romanze, liriche e canti popolari composti o pubblicati nel 1917, anno ricco di avvenimenti nella storia del Novecento, in cui era in corso la prima guerra mondiale, ma nel contempo trionfava la Rivoluzione d’Ottobre e, per la musica, l’Original Dixieland Jazz Band registrava quello che convenzionalmente è considerato il primo disco di jazz.La proposta di questo recital voce-pianoforte, protagonisti il pianista Alfonso Alberti e il soprano Maria Eleonora Caminada, è di eccezionale varietà e presenta percorsi di storia e musica a volte paralleli, altre divergenti. Gli interpreti metteranno infatti a confronto opere dello stesso anno, un periodo nel quale stanno nascendo linguaggi nuovi che spaziano dall’atonalità ai rapporti tra musica colta e cultura popolare, dal colorismo al song americano, dalle nuove arie d’opera alle liriche sui testi del poeta, drammaturgo e musicista indiano Rabindranath Tagore, dagli inni alle marce in un rapporto dialettico tra vecchio e nuovo mondo. Un repertorio che coinvolge ben nove autori, tutto costituito di brani molto brevi, che offrono un caleidoscopio sonoro impressionante, capace di evidenziare il dinamismo e la grande varietà della musica degli anni Dieci del secolo scorso, seminale per i percorsi sonori dei successivi decenni.Maria Eleonora Caminada è una cantante di assoluta versatilità vocale, che si è specializzata nel repertorio contemporaneo e operistico e che ha lavorato a contatto con noti compositori contemporanei. È chiamata frequentemente a cantare in prime esecuzioni assolute e per autori delle nuove generazioni.Alfonso Alberti, pianista e musicologo, si dedica prevalentemente alla musica d’oggi e nei suoi recital ama tessere rapporti fra le diverse epoche, con l’intento di mostrare l’unità del percorso storico musicale. Ha tenuto oltre cento prime esecuzioni assolute per pianoforte solo e per pianoforte e orchestra, fra cui anche opere riscoperte di protagonisti del Novecento. Dal 2017 è uno dei conduttori del programma “Lezioni di musica” di Rai Radio3.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 19 febbraio 2022, ore 17.30Duo Caminada-Alberti in “1917 – Arie, canzoni e liriche”Maria Eleonora Caminada (soprano), Alfonso Alberti (pianoforte).Programma:S. Prokofiev: Cinque canti op. 27 (Il sole riempiva la stanza/Una vera tenerezza/Il ricordo del sole/Salve!/Il re dagli occhi grigi), testi di Anna Akhmatova;G. Puccini: Ch’il bel sogno di Doretta da “La rondine” (libretto di Giuseppe Adami);I. Stravinski: Trois histoires pour enfants (Tilimbom/Le anatre, i cigni, le oche…/Canzone dell’orso), testi popolari tradotti da Charles Ferdinand Ramuz;M. Ravel: Menuet da “Le tombeau de Couperin”;O. Respighi: La fine da Cinque liriche, testo di R. Tagore;B. Bartók: Otto canzoni popolari ungheresi Sz 64 (La terra è nera/Mio Dio, mio Dio/Donne, donne/Tanto dolore/Se salgo in alta montagna/Stanno colmando la grande strada/Il mio lavoro/La neve si scioglie);A.Webern: Quattro Lieder op. 12 Il giorno è passato, testo popolare/Il flauto misterioso (Li T’ai Po)/Mi parve quando vidi il sole (A. Strindberg)/Simile va con simile (Goethe);G. Gershwin: Beautiful Bird, testo di I. Gershwin;C. Ives: He is There!, testo del col. McCrae.Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro).Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.itOn line: www.secondomaggio.orgDirezione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra). -
Jazz d’autore all’Atelier Musicale: Simone Graziano in piano solo e in trio sabato 12 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
Chiarezza di idee, riferimenti contemporanei, scrittura elegante e sofisticata sono i tratti distintivi della musica del pianista e compositore toscano. Che si esibirà prima in solo e poi in trio con Francesco Ponticelli (contrabbasso) ed Enrico Morello (batteria)MILANO – L’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, ospiterà sabato 12 febbraio alla Camera del Lavoro (ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa) il progetto “Snailspace” di Simone Graziano, pianista e compositore che si sta affermando come una delle voci più originali del panorama jazzistico italiano.Nella prima parte del concerto, Graziano si esibirà in un singolare piano solo: il suono del suo strumento sarà, infatti, modificato attraverso l’inserimento nel corpo del pianoforte di oggetti della vita quotidiana quali carta, gomme e feltrini, che consentiranno al jazzista toscano di ottenere sonorità che possono ricordare il balafon africano, l’arpa liuto o alcuni strumenti a percussione. Un sound che si sposa con quella linea minimalista, ma di un minimalismo in cui le variazioni sono ben avvertibili e coinvolgenti, che è il tratto distintivo di Graziano. Un modo di pensare la musica e l’improvvisazione che, nella seconda parte del live, si svilupperà con il consolidato trio Snailspace, nel quale Graziano ha trovato la dimensione ideale per la realizzazione di una musica riflessiva, ma non snervata, all’interno di un meccanismo in cui esiste un rapporto paritario assoluto tra pianoforte, basso e batteria, secondo una linea che si sta affermando da qualche anno nella scena europea e che lo accosta ad altri trii, come lo svizzero Vein o quello che fu l’Esbjörn Svensson trio. Con due personalità della nuova scena jazzistica nazionale quali il contrabbassista Francesco Ponticelli e il batterista Enrico Morello, questa formazione ha trovato da tempo un raro equilibrio espressivo.Già presidente di MIDJ, l’associazione che raggruppa i musicisti italiani di jazz, Graziano è diplomato in pianoforte classico e in jazz, ha studiato al Berklee College of Music di Boston e si è perfezionato con alcuni dei più significativi pianisti del jazz contemporaneo, collaborando nel contempo con artisti quali Paolo Fresu, Tim Berne, David Binney, Paul McCandless e Stefano Bollani, solo per citarne alcuni. Si è esibito in rassegne e festival di livello nazionale e internazionale, ha conseguito importanti riconoscimenti ed è condirettore artistico della rassegna toscana “Musicus Concentus” e de “Il jazz italiano per le terre del sisma”, evento organizzato a sostegno delle popolazioni colpite dai tragici eventi naturali che hanno sconvolto l’Italia negli anni scorsi. Attualmente è titolare della cattedra di pianoforte jazz alla Siena Jazz University.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 12 febbraio gennaio 2022, ore 17.30Simone Graziano solo e Snailspace Trio – Monologhi e dialoghi (prima esecuzione a Milano)Prima parte: Simone Graziano piano solo.Seconda parte: Simone Graziano (pianoforte), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Enrico Morello (batteria).Programma: composizioni originali di Simone Graziano. -
Atelier Musicale: echi, voci, canti e suoni dal Mediterraneo e dal mondo sabato 5 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
MILANO – Lo sguardo dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, si soffermerà, in occasione del concerto in programma sabato 5 febbraio, sul mondo delle musiche tradizionali riproposte da interpreti poliedrici, che hanno alle spalle importanti studi jazzistici, in particolare quelli dei Civici Corsi di Jazz di Milano: la Camera del Lavoro di Milano (ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa) ospiterà “Zarièl-Le strade di polvere”, progetto in cui confluiscono molte anime, diverse tra loro per formazione culturale e inclinazioni stilistiche, che affrontano in maniera personale un repertorio di canti che raccontano le tradizioni di popoli provenienti da diverse aree del mondo, in particolare dalle tradizioni sefardita, balcanica e mediorientale.In questo contesto, la voce femminile rappresenta la donna in cammino attraverso sonorità e mondi culturali eterogenei, dove la musica tradizionale si apre all’incontro con il contemporaneo, rappresentato dal jazz con influenze mediterranee e dalla world music. Un viaggio che è anche contaminazione con culture differenti, coscienza sociale che si forma attraverso la musica e riscoperta della figura femminile, portatrice – attraverso il canto – dei bisogni umani più profondi.La scelta dei brani, alcuni dei quali conosciuti (uno su tutti, “Djelem Djelem”, inno del popolo rom) ed entrati anche a far parte di colonne sonore cinematografiche (“Al otro lado del rio”, canzone scritta dal compositore uruguaiano Jorghe Abner Drexler per il film “I diari della motocicletta”), è legata principalmente alle tradizioni popolari mediterranee.Eleonora Tedesco, ispiratrice del progetto, è nata a Milano nel 1976 e ha una formazione di chitarrista, cantante e attrice. È diplomata sia all’Accademia di Belle Arti di Brera, sia all’Accademia di Arte Drammatica di Milano. Con la cantante Gabriella Aiello ha scoperto il canto popolare nella sua forma più arcaica della trasmissione orale, ma ha studiato anche il metodo funzionale della voce fondato dalla cantante tedesca Gisela Rohmert.La scelta di farsi affiancare da musicisti estremamente duttili e aperti agli incroci tra musiche differenti le ha consentito di realizzare questo programma musicale che rappresenta, per l’Atelier, un’ulteriore apertura verso quella multiculturalità che contraddistingue la scena musicale contemporanea.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 5 febbraio 2022, ore 17.30Eleonora Tedesco – “Zarièl-Le strade di polvere”Eleonora Tedesco (voce), Roberto Barbieri (flauti, clarinetto), Davide Benecchi (chitarra), Luca Pissavini (contrabbasso), Fabrizio Carriero (batteria e percussioni).Programma:Musiche tradizionali da tutto il mondo.Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro).Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.itOn line: www.secondomaggio.orgDirezione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra). -
Top Jazz: il disco italiano dell’anno è “Next” di Claudio Fasoli e dell’etichetta varesina Abeat Records
La casa discografica di Solbiate Olona (Va) si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento, il più importante in Italia per quanto riguarda la scena jazz nazionale, nel referendum indetto dalla rivista specializzata Musica JazzMILANO – È “Next”, del quartetto guidato dal sassofonista e compositore Claudio Fasoli, il «disco italiano del 2021»: il prestigioso riconoscimento è stato assegnato nell’ambito del referendum Top Jazz, organizzato come di consueto dalla rivista specializzata Musica Jazz, che ha premiato il suono inconfondibile, chiaro ed espressivo di Fasoli e la sua vena creativa, mai scontata né ovvia. Alla realizzazione dell’album hanno collaborato, insieme al leader, il chitarrista Simone Massaron, il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer e il batterista Stefano Grasso.Registrato, mixato e masterizzato presso lo studio Artesuono di Stefano Amerio, a Cavalicco (Udine), “Next” è stato pubblicato dall’etichetta Abeat Records che, dalla provincia di Varese (ha sede a Solbiate Olona), si è ritagliata in poco più di un ventennio di attività un ruolo di primo piano nel panorama discografico nazionale e non solo.Afferma Mario Caccia, fondatore e deus ex machina di Abeat Records, ma anche organizzatore e direttore artistico di collaudate manifestazioni e rassegne quali “Eventi in Jazz” e “JAZZaltro”: «Siamo orgogliosi di aver ricevuto un riconoscimento così significativo. Il Top Jazz per la categoria del miglior disco dell’anno, che ci siamo aggiudicati per la prima volta da quando esistiamo, è senz’altro il premio più importante che si possa ottenere in ambito nazionale. Questo successo, che si aggiunge ad altri importanti attestati ricevuti in passato, conferma quanto di buono abbiamo fatto con entusiasmo insieme ai numerosi artisti che ci hanno dato fiducia e con i quali abbiamo il piacere di collaborare da oltre vent’anni. Un rapporto di stima e di amicizia destinato a proseguire anche nei prossimi mesi, visto che abbiamo in cantiere diversi progetti con musicisti del calibro di Enrico Pieranunzi, Dado Moroni, Vito Di Modugno con Fausto Leali e molti altri, senza dimenticare i giovani musicisti emergenti che hanno sempre fatto parte della nostra storia».Nata nel 1998 come società di edizioni musicali e poi diventata, due anni dopo, casa discografica, Abeat si è dedicata da subito alla realizzazione e alla produzione di registrazioni in ambito prevalentemente jazz e world music con alcuni dei più autorevoli musicisti della scena italiana e internazionale: il primo disco pubblicato dalla label lombarda è stato “Il poeta” del grande pianista Renato Sellani, seguito da “Prism” del pianista statunitense Don Friedman. Complessivamente, l’etichetta varesina, che è distribuita anche all’estero (dove ha raccolto diversi attestati di stima, in particolare in Giappone), ha realizzato oltre 200 dischi, collaborando con centinaia e centinaia di artisti e compositori di fama, tra cui Ralph Alessi, Tom Harrell, Dave Liebman, Bob Mintzer, Ben Allison, Michael Blake, Javier Girotto, Gaia Cuatro, Peter Erskine, Palle Danielsson, Franco Cerri, Rosario Giuliani, Francesco Cafiso, Enrico Pieranunzi, Dado Moroni, Gianni Coscia, Fabrizio Bosso, Emanuele Cisi, Antonio Zambrini, Bebo Ferra, Andrea Dulbecco, Riccardo Fioravanti, Roberto Gatto, Mauro Negri, Giovanni Falzone, Luciano Biondini, Rita Marcotulli, Stefano Battaglia, Antonio Faraò e molti altri.La politica dell’etichetta lombarda mira da sempre a sostenere e promuovere i giovani musicisti di talento (con un’attenzione particolare alla scena italiana), spesso esordienti, e a elaborare, creare e produrre progetti musicali originali, coinvolgendo artisti di valore internazionale: «Rispetto ad altre label – conclude Mario Caccia – Abeat non segue una linea editoriale omogenea o ristretta ad una unica tipologia di genere o stile, ma tende a promuovere progetti con una propria e marcata identità. Ogni proposta ha un suo colore, un suo sapore, un suo suono. In una parola, una propria storia personale». -
Grande jazz all’Atelier Musicale: l’historical trio di Gianluigi Trovesi sabato 22 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano
Il polistrumentista bergamasco, Paolo Damiani (contrabbasso e violoncello)
e Gianni Cazzola (batteria), tre musicisti di primo piano della scena nazionale, di nuovo insieme per un’imperdibile reunion a decenni di distanza dalla loro ultima esibizione.
Tra composizioni originali e libere improvvisazioniMILANO – L’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, apre la seconda parte della sua XXVII stagione con un concerto-evento che coniuga storia e contemporaneità: la riproposizione dello storico trio che Gianluigi Trovesi guidò tra il 1977 e i primi anni Ottanta, quello cioè con Paolo Damiani (violoncello, contrabbasso) e Gianni Cazzola (batteria), a cui è legata la sua consacrazione nella scena italiana del jazz.
Una reunion, quella in programma sabato 22 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa), che non è però, in alcun modo, un’operazione nostalgia ma che presenta, quarant’anni dopo, tre musicisti che hanno sviluppato le proprie carriere da leader indiscussi e che si trovano oggi a riprendere su altre basi il loro dialogo musicale.
Nuove e vecchie composizioni, le ultime legate all’album “Cinque piccole storie” (il secondo del gruppo dopo il folgorante esordio di “Baghet”), la cui registrazione risale al 1980, per trovare nuovi intrecci e dare alla musica una connotazione diversa, senza ripiegare sul passato ma guardando al presente. Un concerto ampiamente legato all’improvvisazione, indirizzata però da un pensiero compositivo che fornirà l’architettura a una performance dagli esiti imprevedibili, ma sicuramente di alto livello creativo.
Dall’ultima volta in cui questi tre musicisti hanno suonato insieme sono passati decenni, un periodo lunghissimo nel quale Trovesi è diventato sempre di più una figura di riferimento internazionale, un musicista che ha fatto della policulturalità il fulcro della sua arte, mentre Paolo Damiani ha sviluppato un percorso progettuale ed europeo nel quale ha più volte avuto al suo fianco lo stesso polistrumentista bergamasco, trovando nel mondo mediterraneo e nella melodia italiana gli elementi cardine su cui costruire una musica mai banale, dai tratti originalissimi, giungendo anche a dirigere l’Orchestra Nazionale di Jazz francese. Gianni Cazzola ha, invece, proseguito quel magnifico e variegato percorso che lo ha visto al fianco di molti dei più rilevanti jazzisti italiani, oltre che leader di formazioni ispirate a uno swingante modern mainstream.
Riproporre oggi questo trio significa far rivivere una pagina storica del jazz in Italia, realizzata però da musicisti che si terranno ben lontani da revivalismi e facili malinconie per affrontare con entusiasmo una nuova e affascinante avventura musicale.
ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagione
Sabato 22 gennaio 2022, ore 17.30 – Gianluigi Trovesi historical trio
Cinque piccole storie, altre storie (prima esecuzione assoluta)
Gianluigi Trovesi (clarinetti), Paolo Damiani (violoncello, contrabbasso), Gianni Cazzola (batteria).
Programma: composizioni di Gianluigi Trovesi e libere improvvisazioni.
Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro).Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.
Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.
Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it
On line: www.secondomaggio.org
Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).