Blog

  • Un brano sul ghosting che non cerca colpevoli, ma racconta chi resta: Niko e “Anime Perse”

    C’è un modo di perdersi che non fa rumore. Non è il litigio, non è il dramma di un addio. È il silenzio che cala improvvisamente, lasciando solo domande senza risposta. Relazioni interrotte senza spiegazioni, amicizie dissolte senza un perché. “Anime Perse” (INDACO/Altafonte Italia/ Needa Records), il nuovo singolo di Niko, è il racconto di un’esperienza generazionale: il vuoto lasciato da chi scompare senza voltarsi mai indietro.

    Un telefono che non squilla più. Un messaggio letto a cui non è seguita risposta. Un’assenza che si fa presenza costante. Chi è rimasto, prima o poi, ha provato a mettere in fila gli indizi. Cosa ho detto di sbagliato? Cosa ho fatto? Quando è cambiato tutto? Spesso, però, non c’è un momento preciso. Solo un filo che si spezza e svanisce, lasciando dall’altra parte qualcuno che ancora stringe l’estremità.

    Nel linguaggio contemporaneo, questa dinamica ha un nome preciso: ghosting. Non riguarda solo l’amore, ma ogni tipo di legame e relazione. Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Social and Personal Relationships, il 65% delle persone tra i 18 e i 34 anni ha subito almeno una volta nella vita un’interruzione improvvisa e ingiustificata di un rapporto. Un gesto che oggi avviene con un clic. Bloccare un numero, smettere di seguire un profilo, sparire senza dire nulla. Una scelta che diventa sempre più normale, ma che lascia segni e destabilizza chi la subisce. Secondo gli psicologi, il ghosting attiva nel cervello le stesse aree del dolore fisico. Il nostro istinto più primitivo lo legge come un abbandono improvviso, un allontanamento dal branco. Eppure, nel mondo iperconnesso, è diventato la forma più comune di distacco. Un fenomeno amplificato dai social, che ridefinisce il modo in cui le persone si relazionano e si separano. Non c’è un confronto, non c’è una chiusura, solo un vuoto difficile da riempire.

    Eppure, per quanto sia ormai diffuso, se ne parla poco. Il ghosting viene spesso liquidato come una questione privata, un effetto collaterale del nostro tempo. Ma cosa succede quando diventa un’abitudine collettiva, quando cambia la gestione dei nostri legami? Non è più solo una dinamica interpersonale, ma una forma di relazione sempre più accettata, un modello che si estende oltre il privato. Se una generazione intera cresce con l’idea che sparire sia più semplice che spiegarsi, cosa ne sarà del significato stesso dei rapporti interpersonali?

    Niko dà spazio a questa riflessione nella sua musica. Il testo è essenziale, senza concessioni alla retorica. Parla di chi resta con il dubbio, di chi cerca un senso nell’assenza.

    «Ci lasciamo con mille promesse, e poi? Silenzio. Per un po’ cerchi di capire, poi capisci che certe domande non avranno mai risposta» – racconta Niko.

    Non c’è rancore in queste parole, solo una fotografia di qualcosa che accade ogni giorno. Non è un atto d’accusa e non è una richiesta di chiarimenti. Non si rivolge a chi è andato via, ma a chi è rimasto. Ascoltando il brano, ci si trova davanti a una realtà difficile da accettare: alcune persone spariscono, ed è necessario trovare un modo per convivere con il vuoto che lasciano.

    Questo stato di sospensione si riflette in un sound che non esplode, che non cerca un climax emotivo forzato, ma accompagna il testo senza sovrastarlo, lasciando spazio al silenzio tra le parole. Il suono è in bilico, come chi rimane con il dubbio. I silenzi diventano parte della narrazione. Non c’è un punto di rottura, perché spesso non c’è nemmeno nella vita reale.

    C’è chi lo chiama un meccanismo di difesa, chi un atto di egoismo, chi semplicemente il segno di una società sempre più incapace di gestire il confronto diretto. Sparire è diventata una strategia relazionale, un modo per evitare il peso delle emozioni altrui, per non dover dare spiegazioni, per sfuggire alla responsabilità di una fine.

    Ma se da una parte il ghosting protegge e tutela chi lo pratica, dall’altra crea una frattura invisibile ma dolorosa in chi ne è coinvolto. Non avere risposte significa rimanere bloccati in una storia che non si è mai davvero conclusa, vivere con la sensazione di non sapere cosa sia successo, se sia dipeso da noi, se ci sia qualcosa da correggere o capire. Un’interruzione senza delucidazioni è come una pagina strappata da un libro: la storia rimane sospesa, incompleta.

    Il protagonista del brano non cerca di analizzare il perché, non punta il dito e non dà soluzioni. Non implora, non si arrabbia. Accetta il silenzio, e ne fa una presa di coscienza.

    Ma il silenzio non è solo un’assenza. È una presenza invisibile che si insinua nei pensieri, nei gesti, nei luoghi rimasti uguali a prima. È qualcosa che cambia forma, che diventa ricordo, che torna da noi anche quando sembrava svanito. Nel videoclip ufficiale di “Anime Perse”, diretto da Lorenzo Diego Carrera per Needa Production e presentato in anteprima su Sky TG24, questo vuoto prende corpo in immagini che parlano senza bisogno di parole.

    Un uomo cammina attraverso spazi sospesi tra sogno e realtà. Indossa una maschera che lo nasconde, lo protegge, ma che è destinata a cadere. Il video costruisce una narrazione visiva che si muove tra il concreto e il simbolico, alternando luoghi reali e scenari onirici in cui i confini tra il dentro e il fuori si dissolvono. Foreste avvolte nella nebbia, campi dorati al tramonto, superfici riflettenti che moltiplicano l’immagine del protagonista. Tutto si muove attorno a un unico tema: la trasformazione. Il protagonista attraversa questi paesaggi portando addosso un’identità che non gli appartiene più, fino al momento in cui smette di nascondersi. La maschera che indossa non è solo un oggetto scenico, ma il simbolo del conflitto con sé stessi, della paura di lasciarsi vedere per quello che si è. La sua caduta non è un gesto eclatante, non è una rottura violenta. È un passaggio naturale, inevitabile.

    L’intera estetica si muove tra minimalismo e surrealismo. Le scelte cromatiche rafforzano questa sospensione tra due mondi. I toni freddi della natura si alternano ai bagliori dorati della luce, creando una dimensione che oscilla tra essenzialità e astrazione. Il protagonista appare sospeso in un vuoto liquido, come se stesse abbandonando il peso del mondo. I riflessi distorti che lo circondano richiamano il disorientamento, la molteplicità delle possibilità, la ricerca di un nuovo equilibrio. Alla fine, senza più maschera, rimane solo la sua figura rivolta verso l’orizzonte. Nessuna spiegazione, nessuna chiusura forzata. Solo un’immagine che lascia spazio a chi guarda, permettendo a ciascuno di trovarci la propria storia.

    Il video di “Anime Perse” non è una rappresentazione letterale del brano, ma un’estensione visiva del suo significato, come spiega lo stesso artista:

    «Non volevo un video che spiegasse il testo, volevo immagini che potessero rimanere impresse anche senza musica. A volte è più facile restare dentro un’idea di noi che non ci rappresenta più, piuttosto che affrontare il vuoto che lascia il cambiamento. Questo video racconta quel passaggio: la paura, il conflitto e poi la decisione di andare avanti.»

    Ma non tutti affrontano quel vuoto. A volte il cambiamento non si sceglie, si elude. Ci si allontana senza voltarsi indietro, lasciando agli altri il compito di dare un senso all’assenza. Il ghosting è fatto di distanze che non si colmano, di parole non dette che restano sospese. Forse il vero addio non è chiudere una porta, ma lasciarla socchiusa senza mai tornare. In “Anime Perse”, scritto e composto in collaborazione con Alessandro Salvati e Andrea Ravasio, Niko dà luce a queste assenze, rendendole una presenza che non si può ignorare. Perché in fondo, ciò che svanisce senza spiegazioni resta sospeso, proprio come una storia senza l’ultima pagina.

  • “Kreuzbach” è il nuovo romanzo di Federica Baglivo Weßel

    Disponibile in libreria e negli store digitali, “Kreuzbach”, il nuovo romanzo di Federica Baglivo Weßel edito da Nino Bozzi Editore.

    “Kreuzbach” è un romanzo che intreccia storia, politica e introspezione, ambientato in una cittadina bavarese negli anni ’60. Attraverso le vicende personali di una generazione ribelle e appassionata, il libro indaga le radici di un sistema politico controverso, affrontando temi come amicizia, ideali, estremismo e morte. Un viaggio intenso e misterioso nelle dinamiche umane e sociali, dove la città stessa diventa metafora della memoria collettiva e del potere di rivelare verità sepolte.

    Spiega la scrittrice a proposito del libro: Non a tutti tocca il posto d’onore sotto i riflettori della storia, e Kreuzbach lo sa bene: cittadina bavarese infossata ai piedi delle Alpi, abitata ormai più da piccioni che da aquile. I suoi cittadini sono troppo pavidi sia per essere attivamente nazisti, che per opporsi. La sua unica speranza di riscatto, dopo la guerra, sembra rappresentata da alcuni ragazzi appassionati di politica. Ma… La vita presenta il conto a vittime e carnefici”.

     

    Sinossi

    Il 1 aprile 1960 un misterioso forestiero capita nella cittadina bavarese di Kreuzbach. Senza alcun motivo apparente, questa comincia a parlargli e gli svela alcuni dei segreti che si nascondono tra le sue mura e che quasi tutti fingono di non vedere o di aver dimenticato. Accompagna il suo ospite attraverso luoghi del quotidiano che hanno ospitato imprese eroiche o atti d’infamia sconosciuti alle cronache. Racconta aneddoti, riferisce storie, dettagli, fa commenti e osservazioni puntuali e mordaci. Pian piano di fronte agli occhi del lettore si dipana il vero scopo della città, far vedere al forestiero cosa c’è dietro la situazione politica attuale e guidarlo attraverso le vicende che hanno portato alla vittoria dell’attuale governo cittadino. Si intrecciano quindi le vicende di una gioventù focosa e testarda, fatte di amicizia, di ideali, di valori e di obiettivi ambiziosi, ma anche di violenza, di estremismo, di rancore e di morte.

    Biografia

    Federica Baglivo Weßel, economista originaria di Bari con un percorso formativo e professionale maturato in diverse parti d’Europa, è un esempio vivente di multiculturalità. Attualmente vive a Francoforte con il marito Lukas. Le sue passioni spaziano dalla letteratura alla musica, dall’arte all’approfondimento di tematiche legate alla politica, alla filosofia e alla teologia. Poliglotta, padroneggia l’italiano, il tedesco, l’inglese e il francese, e possiede conoscenze di base in ebraico, a testimonianza del suo impegno in un costante percorso di apprendimento. Accanto alla predilezione per la storia contemporanea, Federica coltiva interessi personali che vanno dal calcio ai cartoni animati, fino alla gastronomia, delineando una personalità curiosa, eclettica e ben equilibrata. È autrice del romanzo Kreuzbach, nato da una profonda ispirazione, simbolo della sua umiltà e della capacità di canalizzare creatività e passione nel proprio lavoro letterario.

  • “Senza me no” è il singolo d’esordio di Katia e Maruska

    Dal 28 marzo 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “SENZA ME NO”, il primo singolo di Katia e Maruska che andrà in rotazione radiofonica dall’11 aprile.

    “SENZA ME NO” è un intenso brano pop rock che esplora la complessità di un amore tormentato, sospeso tra desiderio e distanza. Lui è un uomo inquieto, sempre in cerca di nuove esperienze, ma alla fine non riesce a spezzare il legame con lei, tornando sempre. Un rapporto segnato da contrasti, partenze e ritorni, con addii mai definitivi.

    Il testo è firmato da Katia Filice e Zaira Maruska Vitaro, mentre gli arrangiamenti sono curati dal talentuoso Massimo Satta. La produzione, mixaggio e mastering sono stati affidati a Salvo Longobucco, il cui tocco ha dato al brano un sound avvolgente e potente, perfetto per trasmettere l’intensità emotiva della canzone.

    Katia e Maruska non sono solo una coppia artistica, ma anche due amiche di lunga data che, quasi per caso, hanno scoperto di saper fare musica insieme in modo perfetto. La loro sintonia è unica: mentre una scrive i testi, l’altra compone la musica, creando un equilibrio artistico che si traduce in brani capaci di emozionare e coinvolgere.

    “SENZA ME NO” è solo il primo passo di un percorso musicale che promette di stupire. Le due artiste sono pronte a portare la loro energia e autenticità nel panorama musicale italiano, con uno stile che fonde melodie pop e un sound rock moderno e graffiante.

    Commenta il nuovo duo a proposito del brano: Per noi, questa canzone ha rappresentato un momento di ritrovo. Siamo due amiche che hanno sempre fatto musica insieme, ma questa volta ci siamo messe alla prova scrivendo un brano tutto nostro. Un giorno, sulla spiaggia, ci siamo guardate e, ridendo, ci siamo dette: ‘Perché non scriviamo una canzone?’ Così, armate di un cartone della pizza, abbiamo scritto il ritornello. Il giorno dopo, in un quarto d’ora, il testo era già pronto e la melodia è arrivata subito dopo, come se fosse sempre stata lì, pronta per essere scoperta. È nato così Senza Me No, un brano che racconta una storia d’amore tossica, un continuo vai e vieni tra due persone che, nonostante tutto, si desiderano ancora. Scrivere una storia che appartiene a molte persone non è stato facile, ma siamo consapevoli che l’amore, a volte, può far soffrire, e che la vita è fatta così. Abbiamo voluto riflettere la nostra semplicità nel testo, con parole dirette e sincere, mentre l’arrangiamento pop rock dinamico dà energia alla canzone, alleggerendo il suo significato più profondo. In studio di registrazione ci siamo divertite tantissimo, lavorando con un team affiatato sia nella fase di registrazione che nella realizzazione del video. Senza Me No è il nostro primo passo in questo mondo, e speriamo che possa arrivare a tante persone, emozionarle e farle sentire un po’ meno sole nelle loro storie d’amore complicate.”

    Il videoclip di “SENZA ME NO” descrive perfettamente l’energia sincera e diretta del brano che il regista ha colto. La storia dietro la canzone, nata spontaneamente su un cartone della pizza e sviluppata con naturalezza, ha ispirato la scelta di mantenere la stessa autenticità anche nella resa visiva. Il video è stato girato in uno studio di registrazione, un luogo che rappresenta il cuore pulsante della musica di Katia e Maruska. L’obiettivo era quello di lasciare spazio alla loro espressività, catturando l’alternanza di sguardi tra le due artiste e verso la camera, come in una conversazione intima tra loro e chi ascolta. Il playback, ripreso da diverse angolazioni, restituisce la dinamica dell’interazione tra le due e la naturalezza del loro legame artistico. Non sono stati utilizzati artifici o sovrastrutture, poiché la forza del brano e della loro interpretazione erano già sufficienti a raccontare la storia. Con questo videoclip, il regista ha voluto mettere in risalto la semplicità e la complicità di Katia e Maruska, lasciando che la loro musica e il loro vissuto emergessero in modo spontaneo e autentico.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/zUDY1UpCQxM

    Biografia

    Katia Filice e Zaira Maruska Vitaro, in arte Katia & Maruska, sono due artiste cosentine legate da un’amicizia ventennale che hanno deciso di trasformare in musica la loro sintonia. Katia, autrice del romanzo Ti presento me, ha sempre avuto una passione per la scrittura, trovando nella musica un nuovo modo per esprimere emozioni e storie. Maruska, cantante e compositrice con esperienza nel panorama dance, ha costruito una carriera da solista prima di intraprendere questo nuovo percorso a due.

    Dopo anni di esperienze individuali, hanno deciso di unire le loro forze e sensibilità per scrivere e interpretare canzoni insieme. La loro musica riflette il loro legame: intensa, emozionale e ricca di storie autentiche.

    Il loro stile musicale spazia tra diverse influenze. L’obiettivo di Katia & Maruska non è solo creare canzoni orecchiabili, ma lasciare un’impronta emotiva nell’ascoltatore, trasmettendo messaggi profondi attraverso la potenza delle parole e delle melodie.

    Oggi, unite dalla voglia di creare insieme, Katia & Maruska danno vita a un progetto discografico che fonde parole e melodie in una dimensione artistica inedita e sincera.

    “SENZA ME NO” è il singolo d’esordio di Katia e Maruska disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 28 marzo 2025 e in rotazione radiofonica dall’11 aprile.

    Instagram | Facebook

  • Emmanuel De La Paix presenta NEBULA…

    Emmanuel De La Paix presenta NEBULA…

    Etichetta: Straight To Your Brain (a division of SevenScales Rec.)

     

    ascolta in streming

    https://open.spotify.com/intl-it/album/7gdzJnP0LvUnjASfrVSsjG?si=I1vKkgb0S1SfYuBVKkk_Pw

     

    guarda il video (immagini tratte dalla mostra che fa parte del progetto NEBULA

    Sky Room | Film Experiment

    https://youtu.be/rY-3W8G-wgA?si=lekDrMBr0fidvr1c

    “Nebula” è il nuovo album pubblicato dal musicista svizzero Emmanuel De La Paix.

    Memorie e ricordi si mescolano tra realtà e sogno, in una continua marea tra vita cosciente e sogno. 

    Viviamo spesso svegli, ma passiamo anche un tempo consistente dormendo.

    Siamo fatti dal nostro “Io” cosciente e dal nostro subconscio. Vivono insieme in noi: quando siamo svegli, il nostro subconscio scava dentro di noi continuamente. Quando dormiamo, riviviamo e rielaboriamo tutto ciò che ha fatto l’IO cosciente. Alcuni di noi sono davvero stregati dal mondo del sogno, dall’arte surreale, forse perché vogliono capire meglio se stessi. 

    Dopotutto, è normale chiedersi dove andiamo e cosa facciamo tutte quelle notti della nostra vita, trascorse in una realtà sospesa. La nostra vita, in un certo senso, è tutto questo.

    La vita è allo stesso tempo un grande palcoscenico e un luogo nascosto discreto.

    Nebula è un viaggio di ricerca, di esplorazione del subconscio; inconscio. È una ricetta per ascoltare quel mondo nascosto e sommerso fatto di musica, immagini, luci e ombre che turbano o illuminano la nostra anima.

    Nebula è un album musicale e una mostra fotografica, un viaggio di micro-esperienze, un continuo equilibrio tra suoni e immagini organiche e sintetiche, un puro invito a perdersi e riscoprire le potenzialità della percezione. In questo percorso, sono riportate tutte le canzoni ambient create fino ad oggi, associate alle immagini speculari elaborate dall’artista, assieme a pensieri, coltivati nel tempo. Come fosse il diario personale dell’artista condiviso intimamente con voi.”


  • Erisu in concerto a Genova: sabato 19 aprile al Crazy Bull Café

    Sabato 19 aprile 2025 alle ore 21:00, le Erisu saranno in concerto al Crazy Bull Café di Genova, dove presenteranno “Heavy Goddesses”, il loro primo disco distribuito da Warner Music Italy.

     

    Sul palco del Crazy Bull Café (Via Eustachio Degola, 4R – Genova), all’interno di una serata organizzata da Black Widow Records, oltre alle ERISU, si esibiranno anche i Malombra, storica band di culto dark gothic già nota agli appassionati del genere e attualmente al lavoro su un nuovo album in studio.

    Di seguito tutti i dettagli del concerto

    Sabato 19 aprile 2025, Crazy Bull Café

    Via Eustachio Degola, 4R – 16151 Genova Sampierdarena

    Inizio concerti ore 21:00

    Ingresso € 15

     

    “Heavy Goddesses” è un concept album caratterizzato da sonorità rock metal, che affronta tematiche forti e ricorrenti che legano i brani in una trama ideale, accompagnando l’ascoltatore in un percorso coeso e coinvolgente attraverso i 10 brani. Questo disco, ispirato alle opere musicali teatrali degli anni ’70 e ’80, omaggia le radici del rock e dell’heavy metal classico, ma con sonorità moderne. Tutti i titoli delle canzoni sono ispirati a deità femminili ancestrali, suggerendo un percorso ideale attraverso dieci tappe, ognuna rappresentata da un brano, che conduce l’ascoltatore verso la risoluzione finale dell’album. Il gruppo ci prende per mano e ci porta in un universo a volte denso e cupo, a volte esplosivo e divertente, un percorso iniziatico scandito da dieci tasselli fino ad arrivare alla chiusura dell’album nella rivelazione finale di “Lady Of Babylon”, arricchita da un featuring notevole con Steve Sylvester dei Death SS.

     

    L’album “Heavy Goddesses” presenta collaborazioni di rilievo. Quattro brani sono stati scritti e prodotti da Steve Sylvester, l’iconico leader dei Death SS, pionieri e “inventori” dell’epopea dell’Horror Metal, che hanno influenzato gruppi come i Ghost e artisti come Rob Zombie. Inoltre, Andy Panigada, uno dei chitarristi metal italiani più noti e prolifici a livello mondiale, attualmente in tour con la storica band Bulldozer, ha contribuito come musicista e autore di due brani del disco. Tutti i membri attuali dei Death SS hanno partecipato come esecutori musicali alla realizzazione delle canzoni.

    Le ERISU hanno voluto rendere omaggio alla storica band di Steve Sylvester chiamando il loro primo album “Heavy Goddesses”, ispirandosi a uno dei dischi che ha consacrato i Death SS nel panorama del metal mondiale, ossia “Heavy Demons” del 1991, riprendendo anche il carattere gotico del titolo di copertina.

    La band commenta così la nuova release: «Sorelle e fratelli, benvenuti nella dimora della dea Eris. “Heavy Goddesses” è il nostro primo album e racchiude l’essenza del nostro credo e il nostro desiderio è farlo arrivare al mondo. Questo album porta a compimento un progetto che va avanti da lungo tempo ed è stato possibile anche grazie al contributo fondamentale – di cui siamo molto grate – di Steve Sylvester, che si è reso disponibile a co-produrre l’album stesso e a prestare la sua immagine e la sua voce in video e canzoni del progetto, dei Death SS – pilastri dell’horror metal – e di Andy Panigada, chitarrista e compositore di fama mondiale. Attraverso questo album apriamo le porte della dea Eris al mondo e a chiunque sia disposto ad accoglierla. A ERIS!».

     

    Ascolta ora “Heavy Goddesses” https://lnk.to/Erisu_HeavyGoddesses

     

     

    Biografia

    ERISU è un gruppo musicale italiano formato da 4 membri e fondato nel 2020, che esplora un’ampia gamma di generi alternativi come il progressive-rock e il doom/stoner. ERISU è il primo gruppo al mondo ad utilizzare l’antico sumero all’interno dei brani.

    La loro musica e le performance sono caratterizzate da un simbolismo profondo, con un forte richiamo ai temi della sacralità femminile e del matriarcato. I loro concerti combinano la musica rock con danze rituali ed elementi teatrali, offrendo al pubblico una fusione unica tra le antiche influenze sumere e mediorientali e il rock contemporaneo unendo passato e presente.

    Il nuovo album del gruppo, intitolato Heavy Goddesses, vede la partecipazione di importanti esponenti della scena rock e metal, tra cui Steve Sylvester dei Death SS e Andy Panigada dei Bulldozer, che hanno contribuito come autori e musicisti, altri membri dei Death SS sono stati coinvolti nelle sessioni di registrazione.

    Nel 2024 il gruppo si è classificato alle finali nazionali di Sanremo Rock portando un brano di Heavy Goddesses.

     

    Instagram | Facebook | TikTok | X |Hi-QU Music

  • “Fragile” è il nuovo singolo dei Folkstone feat. Modena City Ramblers. Annunciata la data al Carroponte

    Da venerdì 4 aprile 2025 è in rotazione radiofonica il nuovo singolo “FRAGILE” feat. MODENA CITY RAMBLERS estratto dal disco “NATURA MORTA”, già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e in vinile dal 21 marzo. La band annuncia il concerto al Carroponte di Milano, previsto per il 4 luglio, insieme ai Modena City Ramblers. I biglietti sono disponibili su Mailticket.it, TicketOne.it,  Ticketmaster.it e presso i punti vendita autorizzati. 

    “Fragile” è un connubio tra due anime che si cercavano da lontano. L’incontro tra i Folkstone ed i Modena City Ramblers veste questo brano di un sapore che sa di antico, di un racconto di una voce amica accanto al camino con le note di un violino e di una cornamusa che risuonano nell’aria.

    “Dedicata a colei che pulsa nelle vene e che accompagna discreta e passionale i nostri giorni. La Musica”, commenta la band. 

    Il videoclip di “Fragile” racconta il viaggio verso i Modena City Ramblers in un fugace giorno di primavera. Un furgone, un cappello, un incontro, voci e strumenti che si uniscono sul far della sera. L’unica cosa che non delude e tradisce, ma anzi unisce chi fa musica e chi la ascolta, è la musica stessa: “Come un fiore in una crepa nell’asfalto”. 

    “NATURA MORTA” è un doppio album dall’animo malinconico e sincero, ma anche potente e vibrante di energia. Il disco si arricchisce della partecipazione di importanti featuring con artisti come i Modena City Ramblers in Fragile, Trevor Sadist in Mediterraneo, Daridel in Mala Tempora Currunt e i Punkreas in La Fabbrica dei Perdenti.

    La musica si orchestra tra cornamuse, arpa e altri strumenti che, con il loro fascino, evocano tempi lontani. I testi, invece, sono sempre radicati nel qui e nell’ora, pronti a ritrarre scorci d’umanità con un occhio che, più che critico, rimane sensibile dalla prima all’ultima riga. Un ritratto scanzonato e romantico delle nostre vite e del mondo che ci circonda.

    Spiega la band a proposito del disco: «La nostra “Natura Morta” è uno sguardo perso nella vita, un senso di disordine mistico ed una dose di disillusione nata da una costante ed autocritica riflessione. Il tutto sempre con il sorriso sulle labbra, sempre consapevoli della quotidiana realtà, così meravigliosa e struggente al tempo stesso. Siamo nell’epoca del materialismo spinto. Il nostro vuole essere un urlo disperatamente romantico».

    “NATURA MORTA” TRACKLIST:

    1. Alabastro
    2. Appennino
    3. Vuoto a Perdere
    4. Lacrime di Marmo
    5. Natura Morta
    6. Macerie
    7. Resta qui
    8. Fragile – Feat. Modena City Ramblers
    9. Mediterraneo – Feat. Trevor, Sadist
    10. Mala Tempora Currunt – Feat. Daridel
    11. La Fabbrica dei Perdenti – Feat. Punkreas
    12. Scarpe Rotte
    13. Persia
    14. Sulla Riva
    15. Brindo Otra Vez
    16. L’ultima Thule (cover Guccini)

    Dopo il SOLD OUT delle date al Legend Club di Milano, dal 28 al 30 marzo, i Folkstone si preparano con una serie di nuove date per il loro tour DELIRIUM2025.

    FOLKSTONE | DELIRIUM2025

    05/04 – SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) – Circolo Arci San Lazzaro

    24/05 – MORBEGNO (SO) – Morborock 2025

    07/06 – PARMA – Tattoo Nerd Fest

    20/06 – MONTAGNANA (PD) – Montagnana in Musica

    27/06 – TRIESTE – Triskell Celtic Festival

    04/07 – MILANO – Carroponte

    13/07 – PINASCA (TO) – TNT Fest 2025

    19/07 – TREVISO – Suoni di Marca Festival

    26/07 – MALPAGA (BG) – Malpaga Sounds

    23/08 – CESENATICO (FC) – Druidia

    29/08 – FABRICA DI ROMA (VT) – FDB Festival

    06/09 – MESTRE (VE) – Runika Fantasy & Medievale

    (Calendario in aggiornamento)

    Per maggiori informazioni: www.folkstone.it

    Biografia

    I Folkstone sono una rock metal band che si forma nel 2004 da un’idea di Lorenzo “Lore” Marchesi, frontman della band. All’attivo oggi hanno 7 album studio e 2 DVD live. Ciò che rende unica questa band è la miscela esplosiva tra strumenti antichi quali cornamuse, arpa, flauti, bouzouki, ghironda e la granitica base rock/metal di basso, chitarra e batteria. Il cantato è interamente in italiano ed i loro testi sono ricercati e coinvolgenti tra il narrativo, l’interiorità ed il sociale. La loro naturale dimensione è sin dall’inizio il puro live, dove riescono ad esprimere tramite un’attitudine punk tutta la loro potenza ed espressività maturata attraverso centinaia e centinaia di live in Italia ed Europa. Dopo una separazione durata qualche anno nel 2023 annunciano la reunion con un’esibizione al Live Club di Trezzo sull’Adda come headliner del MetalItalia Festival. Data l’incredibile e calorosa risposta dei fan la band decide di pubblicare il nuovo singolo “Macerie” e qualche mese dopo “La fabbrica dei perdenti”, pezzo di cui registrano il videoclip all’Alcatraz di Milano a marzo 2024 con il locale sold out carico di energia.  I due singoli sono inoltre pubblicati nel vinile “Racconti da Taberna”, raccolta dei brani che hanno segnato la storia della band dall’inizio ad oggi.  Dopo il tour estivo scrivono un doppio album in uscita il 21 marzo 2025. “Natura Morta”, questo il titolo del nuovo lavoro che verrà presentato al Legend Club di Milano dal 28 al 30 marzo 2025. 

    “Fragile” feat. Modena City Ramblers è il nuovo singolo dei Folkstone in rotazione radiofonica da venerdì 4 aprile 2025 estratto dall’ album “Natura Morta” già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e in vinile da venerdì 21 marzo. 

    Sito Web | Facebook | Instagram | YouTube | Spotify

  • “E nella vita non si sa mai”, il nuovo libro dell’architetto, docente e scrittore Raffaele Di Palma

    Raffaele Di Palma è tornato in libreria con “E nella vita non si sa mai” per Genesi Editrice, nella collana Ōkeanós, 15.

    Amante dell’arte, della musica e di tutto il bello della vita, lo scrittore napoletano già noto alla critica per la sua scrittura a forte impatto emozionale nasce come architetto, incontra poi l’insegnamento e approda alla letteratura incoraggiato da un numero molto ristretto di amici.

    Partendo da aforismi, passando per composizioni e poesie, giunge nel 2023 alla prima pubblicazione “Sospeso nei pensieri – un viaggio senza confini”. Ma per lui non è abbastanza, sente la necessità di un ulteriore passo ed ecco che arriva il romanzo “E nella vita non si sa mai”.

    Il palcoscenico su cui si susseguono gli eventi in queste nuove pagine spazia tra Torino, Napoli, Parigi e Fuerteventura.

    Antonio è un ragazzo cresciuto nella periferia del capoluogo campano. Dopo gli studi superiori di tipo artistico, lavora costantemente nella tipografia di famiglia passando molto tempo con il padre. Improvvisamente persone a lui estranee iniziano a interessarsi all’attività, soprattutto dal punto di vista gestionale. Ricordando come in passato il gioco d’azzardo avesse quasi rovinato suo padre, Antonio associa tale accaduto alla cessione della tipografia e, non volendo essere causa di inutile astio in famiglia, decide di accettare la prima offerta di lavoro soddisfacente trasferendosi a Torino. Se da un lato subisce il trauma del distacco dai suoi affetti, amplificati dalle non poche difficoltà incontrate nell’individuare un alloggio adatto, da un altro, ritrova il suo amico fraterno Paolo, grazie al quale conosce Giada, una ragazza che lavora come segretaria e a cui mancano pochi esami al conseguimento di una laurea in economia.

    “Ho iniziato a scrivere E nella vita non si sa mai a pochi giorni dall’uscita del mio primo libro Sospeso nei Pensieri – un viaggio senza confini, ha dichiarato Di Palma. A inverno ormai inoltrato, mi ritrovai nel mio studio in un pomeriggio in cui avrei potuto scegliere di mettermi a disegnare o di leggere qualcosa, insomma di passare il tempo cercando di rilassarmi un po’ come avevo sempre fatto. Non ci misi però molto ad accorgermi di quanto qualcosa mancasse: scrivere.

    Fu in quel momento a tornarmi in mente un’intervista dello scrittore Javier Marías che, rispondendo a una delle domande della giornalista, rivelò quanto scrivere lo aiutasse a quantificare il tempo. Quel pomeriggio, non solo mi resi conto una volta in più di quanto avesse ragione Marías, ma anche di come la scrittura aiutasse anche me a quantificare il tempo e quanto fosse per me fondamentale.

    Decisi poi di scrivere un romanzo che potesse contenere anche delle poesie, sia perché partendo dal mio essere architetto sentivo di essere in grado di scrivere qualsiasi cosa, e poi per sfida. Dato che quasi la totalità degli addetti ai lavori è solita ragionare per categorie, considerando i poeti capaci di scrivere solo poesie, i saggisti solo saggi e così via, decisi che nel mio romanzo fosse lo stesso protagonista a scriverne di poesie e che dovessero servire a ‘cerchiare’ i momenti, quasi a sottolineare l’importanza di alcuni passaggi.

    Ovviamente, di base doveva esserci una donna ad animare la vicenda, così immaginai Giada con i suoi capelli che con quel rosso intenso ricordavano le rocce del Grand Canyon, i suoi occhi verdi poi, carichi di luccicante meraviglia, posizionati sul suo viso solo per ammaliare il prossimo: due gemme a risplendere.”.

    La scrittura di Di Palma, dal forte impatto emozionale, è rappresa nella cifra del ‘ritorno del rimosso’ e nell’evanescenza della ‘memoria involontaria’ – si legge nella postfazione curata dal docente di letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e critico militante Carlo Di Lieto.

    ‘Le intermittenze del cuore’ affidano alla scrittura una connessione empatica, offrendo uno scenario del ‘principio di realtà’, in chiave fantasmatica, su cui è possibile riconoscere l’agnizione del ‘lato nascosto delle cose’ e del funzionamento del ‘pensiero emozionale’ dell’autore.

    L’ordito della narrazione vive di attese, fulmineo e icastico, nella scansione unitaria di una prosa asciutta e scabra, senza orpelli o lenocini stilistici. Il narratore racconta una storia avvincente, dai risvolti imprevedibili, calamitando l’attenzione del lettore fino alla fine.

    La chiave giusta, per aprire il varco, è disvelare l’ignoto dell’anima femminile, rileva l’autore, per non essere attratti prima dalla forma, dal suo involucro, dal modo con cui si presenta, ma poi una volta aperta, non facciamo altro che ricercarne il contenuto, provando ad andare dritto al sodo, sperando che quanto scoperto possa non solo esserci utile, ma soprattutto possa essere in grado di renderci felici”.

    La storia esplora le dinamiche dei sentimenti: l’amore per due donne, il rapporto complesso tra padre e figlio, un’amicizia fraterna, e la passione per l’arte e la natura, dando vita a un viaggio emozionante di resilienza, riconciliazione e rinnovamento, mettendo al centro l’amore e la famiglia come porto sicuro nelle tempeste della vita.

    Non da ultimo, l’ammirazione per Massimo Troisi permea la narrazione, influenzando lo stile e i dialoghi, immaginati come un continuo scambio tra l’autore e l’attore.

    DATI TECNICI

    Titolo: E nella vita non si sa mai

    Autore: Raffaele Di Palma
    Editore: Genesi Editrice
    Collana: Ōkeanós, 15
    Pagine: 180

    Prezzo: 15,00 Euro
    ISBN/EAN: 9791281996007

    https://www.genesi.org/prodotto/e-nella-vita-non-si-sa-mai/

     

    L’AUTORE

    Raffaele Di Palma, trentotto anni, nasce come architetto, poi incontra l’insegnamento e, sentendo di avere qualcosa da esprimere, incoraggiato da un numero molto ristretto di amici, partorisce una prima idea folle: scrivere.

    Partendo da aforismi, passando per composizioni e poesie, giunge alla prima pubblicazione. Ma per lui non è abbastanza, sente la necessità di un ulteriore passo ed ecco che arriva la seconda idea folle, un romanzo: E nella vita non si sa mai. Amante dell’arte, della musica e di tutto il bello della vita, Raffaele sente di appartenere alla generazione di chi, una sera a settimana restava sintonizzato alla tv a guardare Superquark. Sempre affascinato dal perché delle cose, tende a registrare tutto ciò che gli accade intorno, perché tutto ciò che lo circonda può diventare spunto ideale per una storia e per sognare. Immaginare di continuo non è incurabile follia ma solo un dolce pretesto per tornare al fanciullo che è in lui, riattivando la curiosità mai persa e che spera non cesserà mai di esistere.

    CARLO DI LIETO

    Docente di letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, critico militante, allievo di Salvatore Battaglia, Francesco Orlando e Nicola Cilento, collabora con numerose riviste ed è autore di pubblicazioni inerenti al rapporto tra letteratura e psicoanalisi, di saggi critici sulla letteratura europea, sulla poesia tra Otto-Novecento e su quella contemporanea. È socio dell’Accademia Internazionale Il Convivio e dell’Unione Nazionale Scrittorie Artisti. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.

  • Un padre, una figlia e il silenzio tra loro: Vi Skin ne fa musica, emozione e cura

    Un pugno nello stomaco. Un grido silenzioso. Una lettera mai spedita. “Mi avevi perso già” (Pako Music Records), il nuovo singolo di Vi Skin, è tutto questo e molto di più. È la storia di una bambina che ha cercato per anni lo sguardo di un padre fisicamente presente, ma emotivamente assente. È la voce di chi cresce nel silenzio di chi dovrebbe esserci, ma non c’è stato come avremmo voluto. È un pezzo che scuote, scava nell’anima, risveglia ferite sopite e le lascia respirare per trasformarle in consapevolezza e, finalmente, guarirle.

    Un colpo al cuore, una canzone che squarcia il silenzio: «Sai, papà un giorno ti mancherà la tua bimba che ti chiederà “Ti va di giocar con me, papà?”». Ferite invisibili che segnano l’intera esistenza e che Vi Skin racconta senza filtri. Senza retorica, senza edulcorazioni, senza paura.

    Perché il bisogno di essere visti, accettati e amati non è mai un capriccio. È una necessità che definisce chi siamo. In un’epoca di apparenze, superficialità, like e filtri, l’attenzione è diventata una moneta di scambio. Ma qui non si parla di visibilità effimera: si parla del bisogno viscerale di essere visti da chi, per primo, ha il compito di insegnarci a guardare noi stessi e il mondo con occhi curiosi e comprensivi.

    Ma cosa succede quando quella comprensione e quell’amore non arrivano nella maniera sperata? Vi Skin risponde con versi che graffiano.

    «Quanti “Non posso”, “Non voglio”, “Non posso”» sono le parole non dette, i gesti mancati, gli sguardi sfuggiti. Il testo di “Mi avevi perso già” si sviluppa come un monologo interiore che ripercorre l’infanzia di una bimba in cerca di attenzione, fino alla presa di coscienza di un’adulta, una donna che ha imparato a bastare a se stessa: «Mi voglio bene quando scrivo, allora scrivo, scrivo, scrivo, scrivo».

    Vi Skin non cerca pietà né vuole dipingersi come una vittima. Al contrario, attraverso questo brano, si fa portavoce di chi si sente inascoltato. Una realtà che accomuna molti giovani, spesso incapaci di trovare il sostegno emotivo di cui avrebbero bisogno all’interno delle mura di casa. Non è un atto d’accusa, ma una riflessione sincera su un’ombra invisibile più comune di quanto si creda.

    Lo dimostrano i numerosi messaggi che l’artista ha ricevuto da ragazzi e ragazze che si sono riconosciuti nelle parole delle sue canzoni. Giovani che hanno trovato nella sua musica quella comprensione e vicinanza che non riescono a trovare in famiglia. Per loro, la musica diventa un rifugio, uno spazio sicuro in cui sentirsi visti e ascoltati. E “Mi avevi perso già” è anche per loro, come afferma la stessa Vi Skin:

    «Con questo brano ho cercato di dare voce alle grida silenziose dei molti giovani che mi scrivono, raccontandomi di non sentirsi compresi, capiti, accettati dai propri genitori. Spero che i versi e le note che ho scritto, possano rompere quei muri di incomprensione e indifferenza che sembrano insormontabili, portando le persone a riflettere e ad avvicinarsi, convertendo i silenzi in parole comprensive e accoglienti.»

    La mancanza di dialogo in famiglia è una carenza che, secondo le ricerche più recenti, lascia cicatrici profonde sulla salute mentale e sulle relazioni future. Secondo uno studio dell’Università di Harvard, infatti, il legame affettivo con la figura paterna influisce direttamente sull’autostima, sulla sicurezza emotiva e sulla capacità di costruire legami sani. Chi cresce senza quel riconoscimento può sviluppare insicurezze, ansie e difficoltà relazionali. Vi Skin riesce a dare voce a tutto questo con un realismo che non fa sconti, in un pezzo che potrebbe diventare il punto di riferimento per chi ha vissuto esperienze simili, offrendo un senso di riconoscimento e appartenenza. Perché la musica ha questo potere: far sentire meno soli.

    E quando le parole restano bloccate in gola, quando un mancato confronto si tramuta in vuoto, c’è chi si lascia sopraffare e chi, invece, trova un modo per sopravvivere e poi rinascere. Vi Skin ha scelto di ripartire da se stessa, e lo esprime in un verso che racchiude straordinariamente l’essenza dell’intero brano:

    «Ti ho sostituito con uno spartito.»

    Ed è così che l’eco di distanza che chiedeva di essere colmata si riempie di suono, dando forma al silenzio e diventando, finalmente, qualcosa che può essere ascoltato, accolto e, per la prima volta, davvero compreso.

    L’artista non cerca risposte, non cerca vendetta, ma esprime una consapevolezza maturata nel tempo: essere genitori è difficile. Anche quando ci si impegna al massimo, non sempre si possiedono gli strumenti – emotivi e relazionali – per farlo al meglio. Ogni genitore offre ciò che può, e a volte questo non è sufficiente. Ma riconoscerlo è parte del percorso di crescita.

    «Da bambini vediamo i nostri genitori come eroi – conclude Vi Skin -. Crescendo, ci rendiamo conto che sono persone, con fragilità, limiti e storie non sempre semplici. E, come tutte le persone, commettono errori. Ma fanno del loro meglio con ciò che sanno e possono dare. Spetta a noi riconoscere ciò che abbiamo ricevuto, liberarci dei fardelli che non ci appartengono e provare a migliorare quello che possiamo. Solo così possiamo davvero crescere e costruire la nostra felicità.»

    In un’epoca in cui il dibattito sulla salute mentale è più acceso che mai, canzoni come questa non sono solo musica: sono una terapia emozionale, uno strumento di sensibilizzazione, una cura per l’anima.

    Il dolore esiste, è reale, ma può tradursi in forza. E spetta soltanto a noi avviare questa conversione.

    “Mi avevi perso già” è come uno specchio. Ti ci guardi dentro e ci trovi un’assenza, un nodo in gola, un’emozione che non sapevi di avere. Non sempre la sofferenza si può spiegare, ma può essere cantata. E quando una voce riesce a farlo, non resta che ascoltarla. È un brano che lascia il segno, scavando a fondo, senza paura di toccare corde scomode e far male. Perché solo facendo i conti con il proprio passato e dando un nome a ciò che ci ha segnato possiamo, finalmente, voltare pagina e iniziare a vivere.

  • Il maestro del thriller psicologico John Marrs torna finalmente in Italia con “Il giorno in cui sei scomparso”

    Dopo una carriera spesa intervistando celebrità del mondo della televisione, del cinema e della musica per numerosi quotidiani e riviste nazionali, l’ex giornalista e ora scrittore a tempo pieno John Marrs, noto per il bestseller n. 1 e la serie Netflix “La coppia quasi perfetta”, arriva in Italia grazie a Indomitus Publishing con la traduzione di “Il giorno in cui sei scomparso” a cura di Maria Pia Smiths-Jacob.

    Quando Catherine si sveglia una mattina e scopre che suo marito Simon non è a casa, pensa che sia uscito a correre prima del lavoro come al solito. Ma le sue scarpe da corsa sono ancora lì, vicino alla porta. Il portafoglio, il telefono, persino le chiavi dell’auto: tutto al suo posto. L’unica cosa che manca è lui.

    In preda al panico, Catherine è certa che gli sia successo qualcosa. Simon non l’avrebbe mai abbandonata. Non avrebbe mai lasciato i loro figli. Ma c’è qualcosa che lei non sa: Simon non è scomparso per caso. Lui conosce la verità, una verità troppo devastante per essere rivelata. Sa cose sul loro matrimonio che distruggerebbero tutto ciò che Catherine credeva di sapere. Ogni ricordo felice che custodisce è solo una bugia.

    Mentre Catherine lotta con una nuova e inquietante realtà, Simon è dall’altra parte del mondo, vivo e determinato a non farsi trovare. Sta giocando d’anticipo, disposto a tutto pur di restare un passo avanti a quella verità.

    Ma nessun segreto può restare sepolto per sempre. Quando Simon riapparirà, venticinque anni dopo, Catherine scoprirà finalmente chi è davvero l’uomo che ha sposato. Tutto ciò che desiderava era la verità. Ma non immaginava che scoprirla sarebbe stato il suo incubo peggiore.

    A sette anni dal successo di “Una coppia quasi perfetta”, il maestro del thriller psicologico John Marrs torna finalmente in Italia con Il giorno in cui sei scomparso, un romanzo sconvolgente che scava nelle pieghe più oscure della mente umana e delle relazioni – ha dichiarato l’editore Davide Radice.

    Acclamato dai lettori anglosassoni per la sua trama avvincente, i colpi di scena inaspettati e uno stile di scrittura tanto raffinato quanto insolito, è un libro intenso e impossibile da mettere giù, perfetto per chi ama i thriller psicologici che sondano le profondità dell’animo umano.

    Indomitus Publishing è orgogliosa di riportare in Italia uno degli autori più amati dai fan della suspense, in un’edizione curata per offrire ai lettori un’esperienza di lettura indimenticabile”.

    John Marrs, con questo romanzo, si conferma come una delle voci più affilate del genere già apprezzata da milioni di fan nel mondo e ci conduce in un viaggio emotivo e inquietante, dove ogni certezza si sgretola e la verità è più pericolosa della menzogna.

    

    DATI TECNICI

    Titolo: Il giorno in cui sei scomparso

    Autore: John Marrs

    Casa editrice: Indomitus Publishing

    Data di pubblicazione: 6 marzo 2025

    Pagine: 382

    Costo: ebook € 6,99 (in esclusiva su Amazon, incluso in Kindle Unlimited) / paperback € 17,99 in libreria e su tutti gli store online

    Link al sito: https://www.indomitus-publishing.it/product/il-giorno-in-cui-sei-scomparso-john-marrs/

    BIOGRAFIA AUTORE

    John Marrs è uno scrittore ed ex giornalista che vive a Londra e nel Northamptonshire. Dopo aver trascorso la sua carriera intervistando celebrità del mondo della televisione, del cinema e della musica per numerosi quotidiani e riviste nazionali, ora è uno scrittore a tempo pieno. I suoi libri includono il bestseller n. 1 e la serie Netflix “La coppia quasi perfetta”, “Il giorno in cui sei scomparso” e “La buona samaritana”. Seguitelo su www.johnmarrsauthor.co.uk, su X @johnmarrs1, su Instagram @johnmarrs.author e su Facebook all’indirizzo www.facebook.com/johnmarrsauthor


    CASA EDITRICE

    Indomitus Publishing è una casa editrice alternativa, indipendente e attenta nello scegliere accuratamente storie avvincenti per il mercato editoriale dando fiducia ai bravi Autori italiani e rispettando la natura grazie ad un’attenta pianificazione delle tirature per evitare sprechi.


  • “The Goat” è il nuovo singolo di Anduze

    Dal 4 aprile 2025 sarà in rotazione radiofonica “The Goat”, il nuovo singolo di Anduze per Irma Records disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 28 marzo.

     

    “The GOAT” è la prima uscita del 2025 per Anduze, e un assaggio di ciò che possiamo aspettarci dal suo prossimo album. Prendendosi 9 mesi di pausa dopo un anno di tour come frontman dei Parov Stelar, Anduze ha usato il tempo per dare alla luce il suo ultimo disco da solista, la cui uscita è prevista per questa primavera! Anduze si unisce ad altri artisti soul come Leon Bridges e Teddy Swims, che hanno avuto successo in radio pur rimanendo amati

    dall’underground che li ha cresciuti.

    Oltre a essere co-autore e cantante principale dei Parov Stelar, Anduze ha collaborazioni degne di nota con Gramatik, Dirty Vegas, Satin Jackets, LTJ Xperience, Groove Culture, Francesco Farias (Jestofunk), Klangkarussell ecc.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=g8NM8_QUk3A

    Biografia

    Anduze è uno dei due cantanti principali della band austriaca Parov Stelar. Ha anche collaborato con artisti come Gramatik, Satin Jackets e Jestofunk, per citarne alcuni… 

    Nel genere che appartiene a crooner come Marvin Gaye, Sam Cooke, James Brown e Otis Redding, l’autenticità è una necessità. Ecco Anduze, un vocalist unico, le cui melodie evocano i suoni retro degli artisti appena citati, ma reinterpretati in modo personale – un marchio fresco, rielaborato e trasformato in una moderna rappresentazione dell’epoca. Anduze è cresciuto nella terra natale di suo padre, St. Croix, nelle Isole Vergini Americane. La sua crescita distintiva si riflette ancora nel tessuto creativo della sua musica, che continua a espandersi in tutti gli angoli del panorama musicale odierno.

    “The Goat” è il nuovo singolo di Anduze disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 28 marzo 2025 e in rotazione radiofonica dal 4 aprile.

     

     

     

    Instagram | Spotify