Dato alle stampe dall’etichetta Wow Records, ButNot 4 Trane è il nuovo disco di un brillante quartetto formato da Aldo Milani (sax soprano e sax tenore), Raffaele Pallozzi (pianoforte), Franco Fabbrini (basso) e Dario Rossi (batteria), presente sulle piattaforme digitali e acquistabile anche in formato fisico da lunedì 21 aprile. Aldo Milani, Raffaele Pallozzi, Franco Fabbrini e Dario Rossi sono quattro valenti musicisti, di sicuro talento, che hanno dato vita a un progetto discografico fortemente ispirato a quattro figure leggendarie del jazz: Wayne Shorter, Herbie Hancock, Thelonious Monk e Steve Swallow. Un album che consta di composizioni originali autografate dal quartetto, improntato su una concezione moderna del jazz, senza mai perdere il senso dello swing. Even Eight, funk e non solo caratterizzano stilisticamente il CD, in cui ognuno dei componenti fornisce un apporto fondamentale sul piano delle sonorità e dei propri gusti musicali.
Milani, Pallozzi, Fabbrini e Rossi raccontano la genesi e descrivono il mood dell’album: «ButNot 4 Trane si configura come un raffinato gioco linguistico e concettuale, in cui convergono le molteplici identità musicali del nostro quartetto. Il titolo si articola su più livelli: da un lato l’allusione a But Not (For Me), celebre standard di George Gershwin e simbolo di una tradizione jazzistica consolidata. Dall’altro, il numero 4, la sintesi numerica della formazione cameristica del quartetto. Infine la citazione di Trane, “pseudonimo” di John Coltrane, figura cardine e inesauribile fonte d’ispirazione per l’approccio improvvisativo e la poetica sonora che permeano il nostro lavoro. Al tempo stesso, nome del progetto e titolo dell’album, ButNot 4 Trane, diventa luogo simbolico d’incontro fra generazioni differenti, poetiche compositive eterogenee e visioni estetiche complementari. Il risultato è un’opera coesa, intensa e consapevole che restituisce all’ascoltatore l’eco di una ricerca autentica, profondamente radicata nella tradizione, ma orientata verso una costante tensione innovativa. Un esordio che, pur nel suo equilibrio formale, rivela una spiccata maturità espressiva e una chiara identità artistica».
È disponibile in libreria e negli store digitali “Mancanza”, il nuovo libro di poesie di Marziano Vicedomini, pubblicato da La Corte Editore. Un viaggio tra assenze e attese, dove la poesia trasforma il dolore in parola e l’assenza in presenza. Ogni verso è luce e ombra, un frammento d’infinito che ci ricorda che, anche nel vuoto, resta sempre qualcosa da dire.
Michela Tanfoglio, CEO & Founder dell’agenzia letteraria EditReal, commenta:“Un’opera di rara urgenza, in cui la parola si fa materia viva, pensiero, suono. La voce di Vicedomini è autentica, inquieta, attraversata da filosofia e radici mitologiche. Un amore feroce, parole gentili ma potenti: poesia che lascia il segno”.
SINOSSI
Mancanzaè una raccolta poetica che nasce da un vuoto esistenziale, da una tensione profonda tra ciò che è e ciò che si desidererebbe fosse. Le poesie di Marziano Vicedomini sono frammenti di verità emotiva, affondi nell’anima, grida sussurrate e pensieri non detti che trovano forma in versi essenziali e potenti.
Il libro non segue una struttura narrativa rigida: è un viaggio interiore, un percorso fatto di rivelazioni, contrasti, amore, dolore e desiderio di giustizia. Le parole di Vicedomini si muovono tra filosofia, introspezione e mitologia, restituendo al lettore una poesia che interroga e consola, che sfida e accoglie. Ogni componimento è una risposta possibile alla domanda che abita tutta l’opera: essere o avere?
Mancanza non pretende di insegnare, ma di condividere. Di colmare uno spazio. Di dare voce a ciò che spesso resta inascoltato. È poesia che nasce dal bisogno profondo di comprendere e di esistere pienamente, in un mondo che spesso dimentica l’umano.
BIOGRAFIA
Marziano Vicedomini è nato a Gragnano (Napoli) nel 1972. Dal 2022 risiede a Castellammare di Stabia, dove esercita la professione di avvocato penalista con studio legale in loco. Si laurea in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli nel marzo del 1998, intraprendendo sin da subito la carriera forense.
Nel 2023 pubblica la sua prima raccolta poetica, Io, Due, Nessuno. Nel 2025 pubblica la sua seconda raccolta, Mancanza, edita da La Corte Editore. Il libro è stato proposto al Premio Strega Poesia 2025.
“Ti amo” ripetuto 14 volte senza pausa, come un mantra, come un urlo silenzioso. Sussurrato, urlato, scritto nell’acqua e cancellato dalla pioggia. Si apre così la platinum version di “Anche se Piove”, il nuovo singolo della giovane cantautrice comasca Shaza, che segna il suo esordio discografico ufficiale con Watt Musik Records, sotto la produzione di uno dei nomi più rilevanti della musica italiana: Roberto Costa.
Una dichiarazione ostinata e fragile, un atto d’amore gettato nel vento, che in questa nuova veste prende forma grazie alla produzione di Roberto Costa: bassista, arrangiatore e produttore di riferimento della scena nazionale, che ha plasmato il suono di Lucio Dalla, al suo fianco per oltre trent’anni. Nel suo percorso anche Ron, Ivan Graziani, gli Stadio, Luca Carboni, Matia Bazar, Mina e Gianni Morandi. Una carriera che attraversa decenni di musica italiana, oggi al servizio di una nuova generazione.
Quella di Shaza è la lettera mai letta di una ragazza che si sente invisibile. Lo si intuisce da un dettaglio, un inciso tra i versi lasciato quasi in disparte, eppure impossibile da ignorare: «Gli scrive una lettera ma l’acqua la scioglierà». È la voce di chi aspetta senza farsi notare, di chi ama senza clamore, senza essere visto. Una protagonista maldestra e disarmata, goffa e sincera, che rincorre un amore distratto e inciampa nel tentativo di spiegarsi, di farsi sentire. Le parole ci sono, ma si perdono. Come se non bastassero mai.
«Anche se piove e scompaiono le mie parole, il mio amore per te non muore». Una dichiarazione che non chiede risposta, e che trova forza proprio nel silenzio. Perché anche quando tutto svanisce, l’amore resta. E scriverlo — anche se nessuno lo leggerà — è già un modo per non perdersi, per restare fedeli a ciò che si prova. Perché certe parole, anche se si dissolvono, dicono di più di chi le ha scritte che di chi le riceve.
Con questa Platinum Version, Shaza rilegge una canzone già pubblicata nel 2023, affidandola alla sensibilità musicale di Costa. Ne nasce una ballata a mezz’aria tra esitazione e coraggio, dove l’arrangiamento lascia spazio al respiro del testo, senza forzarlo. È un passaggio di crescita, di maturazione consapevole, che racconta una diciassettenne capace di usare la musica per nominare ciò che non trova posto altrove. Con una nuova lucidità: quella di saper scegliere le parole, e il modo giusto per farle arrivare.
In un’epoca in cui si parla di iperconnessione ma cresce l’isolamento tra i giovani, “Anche se Piove (platinum version)” diventa la voce di chi non viene ascoltato, portando al centro una dinamica fin troppo comune tra gli adolescenti: l’amore non corrisposto, l’invisibilità percepita, il bisogno di esprimersi anche quando non si attende una risposta. Secondo l’ISTAT, infatti, oltre un terzo degli adolescenti italiani tra i 14 e i 19 anni ammette di sentirsi spesso escluso nei contesti sociali. Un disagio che si acuisce ancora di più quando si parla di sentimenti.
Un terreno comune che Shaza conosce bene:
«Questa canzone nasce da quella sensazione di urlare qualcosa che però non viene ascoltato – racconta –. Ho sempre pensato che, anche se il mio messaggio si perdesse nella pioggia, valesse comunque la pena scriverlo. Perché certe parole servono prima di tutto a chi le dice.»
“Anche se Piove (platinum version)” si fa simbolo di chi scrive lettere senza risposta, di chi ama senza far rumore, di chi lotta per un’emozione, anche quando tutto sembra suggerire il contrario.
Shaza non è solo una cantautrice. Studentessa al liceo artistico di Appiano Gentile (CO), coltiva la musica parallelamente all’arte visiva, e questo approccio si riflette nella costruzione dei suoi brani: ogni parola è scelta come un colore su tela, ogni suono è un dettaglio che compone un’immagine.
Questa visione attraversa anche il videoclip ufficiale del brano, prodotto da Antonio Isaldi per IsyFilm e diretto da Jordan BK, che trasla sul piano visivo quell’universo interiore fatto di attese, lettere sciolte dall’acqua, treni persi. Un’estetica che richiama la malinconia romantica di un certo cinema europeo, tra le atmosfere sospese di Kieslowski e i silenzi narrativi di Rohmer.
È da questo intreccio tra musica e identità che nasce un percorso nuovo: a diciassette anni, Shaza firma con una label indipendente che scommette sul valore narrativo e creativo del progetto. Non un’operazione costruita a tavolino, ma l’inizio di un cammino che affonda le radici nella verità di chi scrive per orientarsi, anche perdendosi dentro il proprio disordine.
«Non canto mai qualcosa che non ho provato davvero – spiega l’artista, in conclusione –. Per me scrivere è come trattenere il respiro finché non trovi la parola giusta. E quando arriva, senti che puoi ricominciare a respirare.»
Con “Anche se Piove (platinum version)”, il messaggio arriva senza fragore, ma resta. Esistono ancora canzoni che non cercano di convincere, ma semplicemente di esserci. Anche se piove.
Dal 18 aprile 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “NON VIENI MAI”, il nuovo singolo di LALEZA.
“Non vieni mai” è un brano che affronta con sarcasmo una condizione ancora troppo poco discussa: l’anorgasmia, che colpisce non solo le donne, ma anche molti uomini. Un disturbo intimo che spesso è sia conseguenza che causa di un disagio psicologico profondo. Ma c’è di più: i giovani oggi sembrano vecchi prima del tempo, stanchi, apatici, anestetizzati da psicofarmaci e relazioni vuote. Non abbiamo più voglia di fare sesso, e forse neanche di sentirci vivi.
Spiega l’artista a proposito del brano:“C’è chi mangia come un maiale e non ingrassa mai, c’è chi viene sempre e chi non viene mai. C’est la vie. Confessa, questo inno è anche un po’ tuo, è di tutti noi poveri sfigati nati stanchi, scatole di farmaci ambulanti, prossimi all’ RSA. Godiamoci almeno questa canzone, se il nostro sistema nervoso ci assiste.”
Biografia
“Stanca di prescrivere farmaci, ha cominciato a prenderli. Le sue canzoni ne sono la fatale conseguenza.”
Medico atipico, cantautrice e autrice. Ha scritto per artisti italiani di spicco come J-AX e Donatella Rettore. A livello internazionale, ha lavorato nel mercato musicale francese e collaborato con artisti del mercato asiatico come SNH48 e Produce Pandas.
Con il suo progetto LALEZA, la sua musica è stata inclusa nella serie globale The Kardashians, in onda su Disney+ e Hulu. Ha inoltre collaborato con Dolce & Gabbana e Mediaset Premium per le campagne musicali dei brand.
Finalista come autrice al concorso Genova per Voi di Universal Music Publishing, attualmente si dedica al suo progetto artistico, continuando a contribuire a importanti progetti musicali a livello globale.
I suoi pezzi, frutto di viaggi astrali e psicofarmaci, sono pronti per essere somministrati su larga scala, come un grande esperimento in vivo.
“NON VIENI MAI” è il nuovo singolo di LALEZA disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 18 aprile 2025.
Il Polillo ARt COntainer di Milano ospita, in occasione dell’International Jazz Day, un omaggio all’album capolavoro di John Coltrane nell’ambito della rassegna Alfabeto di PARCO: insieme a Dimitri Grechi Espinoza si esibiranno Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso), Aziz Señol Filiz (flauto ney) e Davide Ferrari (voce narrante)
MILANO – L’International Jazz Day è la giornata in cui, in tutto il mondo, il 30 aprile si celebra il jazz, genere musicale che l’Unesco ha riconosciuto patrimonio immateriale dell’Umanità, in quanto arte capace di promuovere la pace, il dialogo tra le culture, la libertà di espressione e il rispetto per i diritti umani: in questa ricorrenza, il centro culturale PARCO Milano ospiterà l’evento intitolato “C come Coltrane”, sottotitolo “A Love Supreme, an unusual story”, tributo al genio di John Coltrane (inizio ore 20.30, ingresso libero con prenotazione obbligatoria su https://www.eventbrite.it/e/c-come-coltrane-a-love-supreme-an-unusual-story-tickets-1313251924859).
Si tratta del nuovo appuntamento della seconda edizione della rassegna Alfabeto di PARCO, dedicata alle culture del mondo e agli artisti che hanno rivoluzionato il Novecento. I protagonisti di “C come Coltrane” saranno Dimitri Grechi Espinoza, tra i più originali e interessanti sassofonisti della scena italiana; Tito Mangialajo Rantzer, contrabbassistadi lungo corso; il turco Aziz Señol Filiz, virtuoso del flauto ney, strumento che viene spesso utilizzato nella meditazione e nelle pratiche spirituali; Davide Ferrari (voce narrante), che indagherà il rapporto tra le composizioni e le parole del grande jazzista americano. Inoltre, l’evento sarà impreziosito dalla proiezione di alcuni scatti (realizzati nel corso dell’unica rappresentazione pubblica di “A Love Supreme”, avvenuta ad Antibes) del fotografo Roberto Polillo, instancabile animatore del Polillo ARt COntainer di via Binda 30 (quartiere Barona) e grande appassionato di jazz.
Considerato uno dei più grandi jazzisti di tutti i tempi, John Coltrane è stato anche una sorta di filosofo della musica, una guida spirituale, un riferimento per tutti coloro che intendono la musica come continua sperimentazione, formale e interiore. Ha cambiato la storia del jazz con album memorabili come My Favorite Things, Giant Steps e Live at the Village Vanguard e nel 1965, con la pubblicazione di A Love Supreme, ha innalzato ulteriormente l’asticella della sua ricerca, sonora e spirituale. Come ha scritto Ashley Kahn, giornalista e produttore musicale tra i più influenti e autorevoli nel panorama internazionale del jazz, «”A Love Supreme” è il testamento di un’intera epoca, della quale Coltrane ha saputo interpretare tutte le tonalità emotive e sonore: la poliritmia africana propulsiva e catartica, i tempi dilatati del jazz modale, la litania meditabonda del folk orientale, le vampe del free jazz, il calore intimo del blues e la redenzione orgasmica del gospel. Il risultato è un magma incandescente e liturgico, in chiave minore, vertiginosamente preciso, sincronizzato, ma sempre sull’orlo dell’improvvisazione, dell’ignoto. È il jazz spirituale di Coltrane, il suo grido assoluto, una preghiera purissima di amore supremo verso Dio che ha stravolto con la musica le regole e i sentimenti delle generazioni successive, caricandoli di un’inaudita religiosità».
A far rivivere la musica di Coltrane è stato chiamato il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza, che nel corso della sua carriera ha approfondito lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono, con l’obiettivo di riscoprire il respiro profondo dei luoghi sacri. Afferma Antonio Ribatti, il direttore artistico di Alfabeto di PARCO: «A sessant’anni dalla pubblicazione di “A Love Supeme”, cercheremo di comprenderne e interpretarne il significato più autentico attraverso un originale e inedito progetto multimediale, un tessuto di parole, suoni e immagini».
Alle ore 19, prima dello spettacolo, è in programma un dj set e nel corso della serata sarà attivo il bar, gestito da 10gradinord, storico locale radicato nel quartiere Barona e specializzato in birre artigianali italiane e cibo sostenibile di qualità.
La seconda stagione della rassegna Alfabeto di PARCO, ideata e realizzata da Antonio Ribatti e da Roberto Polillo, gode del patrocinio del Municipio 6 del Comune di Milano e proseguirà fino all’estate: il prossimo sarà “P come Polinesia”, in programma il 21 giugno.
C’è un momento preciso, in ogni weekend, in cui le strade iniziano a cambiare ritmo. I turni finiscono, i tram si svuotano, e una città che corre tutto il giorno si concede una tregua: è l’ora in cui ognuno torna ad essere semplicemente se stesso. È in quell’attimo che si inserisce “Animale ‘e Città“, il nuovo singolo di Eric Mormile, cantautore e polistrumentista napoletano, già riconosciuto per una cifra raffinata, consapevole e sempre in dialogo con le proprie radici.
In un’Italia che spesso confonde il tempo libero con un lusso da meritarsi, “Animale ‘e Città” restituisce centralità e dignità al diritto al riposo: concedersi un momento di leggerezza, qualunque sia il proprio lavoro, percorso o condizione. È un brano che fotografa quella transizione settimanale in cui il dovere cede, anche solo per poco, il passo al piacere, e in cui è necessario, per il nostro equilibrio, reclamare il diritto a stare bene, almeno per una sera. Con la sua penna immaginifica, da sempre in grado di unire introspezione, profondità, ironia e concretezza, Mormile racconta la città nella sua veste più vera: quella fatta di stanchezza, risate, attese e libertà temporanee. Il fine settimana diventa così lo spazio in cui si ritrova un’umanità viva, spesso invisibile nei giorni feriali.
Quello di Eric è un canto alla normalità che resiste, tra precarietà e speranza, l’espressione di un desiderio semplice e collettivo di svago che accomuna operai, studenti, disoccupati e professionisti. “Animale ‘e Città” tratteggia con lucidità quella condizione condivisa da molti, in cui la libertà coincide con poche ore rubate al tran tran settimanale. Il testo mette al centro il diritto, spesso trascurato, al tempo libero, anche quando la realtà economica è incerta: «comme na foto ferma ‘o tiempo int’ ‘e rresate pure ‘e chi nun tene ‘a mesata» («Come una fotografia che ferma il tempo dentro le risate anche di chi non ha lo stipendio»).
Nato nel 2018, il brano ha trovato la sua forma definitiva oggi, all’interno di un nuovo corso artistico in cui Mormile ha deciso di lasciare da parte le narrazioni più cupe per abbracciare una visione luminosa e costruttiva.
«Questo brano è un invito a concedersi il diritto di deviare, almeno una volta a settimana, da tutto ciò che ci incatena – spiega l’artista -. La felicità non è un privilegio di pochi, ma un bisogno comune, che passa anche da una risata in buona compagnia.»
Dal punto di vista musicale “Animale ‘e Città” attinge alle sonorità morbide e solari del Soft Rock americano di matrice Yacht Rock, un genere molto in voga in California tra l’inizio degli anni 70 e la prima metà degli anni 80, oggi rivalutato, anche tramite la ridenominazione, come manifesto sonoro di un’epoca sospesa tra edonismo e ricerca di equilibrio. Tra le influenze dichiarate, spiccano Toto, The Doobie Brothers, Steely Dan e Pages. Riferimenti scelti non solo per stile ma per affinità emotiva: il brano, che sarà inserito nel nuovo album del cantautore partenopeo, in uscita nei prossimi mesi, è infatti ispirato da un viaggio in California che ha lasciato un’impronta indelebile nel suo immaginario. La copertina è un elaborato grafico a cura dello stesso Mormile, realizzato a partire da una foto scattata da Ocean Jaramillo, cugina di secondo grado dell’artista, durante quell’esperienza.
Nel periodo in cui scriveva “Animale ‘e Città”, l’artista attraversando un passaggio di vita importante, come lui stesso racconta:
«Avevo bisogno di rimettere ordine tra chi ero e chi stavo diventando. Scrivere questa canzone mi ha aiutato a capire che anche le parentesi leggere hanno valore. A volte la libertà è solo potersi permettere di ridere con chi ami.»
Ad accompagnare la release, il videoclip ufficiale girato a Bagnoli, uno dei quartieri più simbolici della Napoli contemporanea, oggi al centro dell’attenzione per i continui sciami sismici che colpiscono l’area flegrea, scelto dall’artista per ricordare che anche nelle zone ferite della città si può continuare a vivere, a creare e a sorridere.
«Tenevo molto a mostrare un’altra faccia del territorio – prosegue Eric – quella della sua vitalità, della sua gioia, della sua forza. Qui non ci sono solo tragedie, ma persone che vivono, ridono e si stringono l’un l’altra.»
A rafforzare questo messaggio, la presenza di amici e persone care nel video – volti familiari che diventano parte integrante della narrazione, regalando autenticità e calore alle immagini. Tra i partecipanti compaiono Elvira Fiore, Elia Isaia, Enrico Rolfi, Salvatore Morra, Antonietta Di Marzo, Nirmal Tremolaterra, Attilio Apa, Ettore Mariotti e Manuela Mari.
«Ho voluto coinvolgere le persone a me più care in questo video, perché la città è fatta prima di tutto da chi la attraversa ogni giorno con dignità e ironia.»
Un cameo collettivo che trasforma il videoclip in un album di “famiglia urbana”, sincera e spontanea.
La produzione musicale è firmata dal Maestro Nino Pomidoro, mentre il video porta la regia di Michele De Angelis per Midea Video. Il testo, come da tradizione per l’artista, è stato supervisionato dal Maestro Salvatore Palomba, autore della celebre “Carmela”. Mormile si è impegnato in prima persona su tutte le tracce strumentali e vocali, lavorando minuziosamente sulle armonizzazioni, ispirate alla timbrica calda e piena di Michael McDonald.
Quella cantata da Eric è una città che ride nonostante tutto, che si concede alla spensieratezza per sopravvivere. La Napoli che emerge non è quella cartolina, né quella delle tragedie, ma quella reale: fatta di quartieri, di turni che finiscono tardi e di gente che balla con le tasche vuote ma il cuore acceso.
«Con “Animale ‘e Città” – conclude Mormile – ho voluto cantare non solo il desiderio di evasione, ma il diritto a coltivare le proprie piccole oasi di benessere, senza sentirsi in colpa o fuori tempo. In una società che corre troppo e pretende sempre di più, abbiamo il dovere di ricordarci che ogni tanto fermarsi non è un lusso, è resistenza.»
Con questo singolo, Eric Mormile conferma la direzione di un nuovo progetto musicale che verrà svelato mese dopo mese nel corso del 2025, un percorso che celebra i piaceri quotidiani attraverso un sound solare, internazionale e personale.
Un messaggio semplice, ma di grande valore. Che parla al lavoratore che sogna la birra del sabato sera, al precario che aspetta il venerdì per sentirsi parte del mondo, al ragazzo che balla per dimenticare il colloquio andato male. A tutti coloro che vivono la città senza arrendersi. È questa coralità che rende “Animale ‘e Città” una canzone non solo attuale, ma necessaria, che ci ricorda che il tempo per noi stessi non è un lusso, è un diritto, e che a volte, la vera libertà consiste ne darsi il permesso di ridere.
Dal pensiero del Galileo di B. Brecht, il rapporto tra la ricerca scientifica e il potere, e, ampliando gli orizzonti, il rapporto lacerante e tutt’oggi lacerato che si interpone fra la cultura nascente e la cultura dominante.
IL DISCO
“L’elefante nella stanza (Orangle)
Elefante nella stanza è un’espressione tipica per indicare una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. L’espressione si riferisce ad un problema molto noto ma di cui nessuno vuole discutere. L’idea di base è che, se le persone all’interno della stanza fanno finta che questo non sia presente, la ragione è che così facendo sperano di evitare un problema più che palese. Questo atteggiamento è tipicamente adottato in presenza di tabù sociali o di situazioni imbarazzanti.
Nel tempo l’espressione ha iniziato ad essere riferita anche a tutte le problematiche di natura mentale/psicologica.
IN QUIETE
(Paolo Benedetti, Bertold Brecht “Galileo”)
Mi lascerei rinchiudere in una prigione sottoterra
dove non filtra la luce,
purché in cambio io potessi scoprire di che cosa
la luce stessa è fatta
E il peggio è che tutto quello che scoprirei
dovrei urlarlo intorno
come un amante, come un ubriaco, un traditore.
Di solito ti senti importante a vent’anni,
ma la realtà è che si diventa utili
solo quando ci rendiamo conto di quanto sia insignificante
l’individuo nello schema generale delle cose
nell’universo
È un vizio maledetto, mi trascinerà alla rovina.
Quanto si può resistere a parlare da solo coi muri?
Di solito ti senti importante a vent’anni,
ma la realtà è che si diventa utili
solo quando ci rendiamo conto di quanto sia insignificante
l’individuo nello schema generale delle cose
nell’universo
BIOGRAFIA
Mondo BoBo, un termine che rappresenta la non negazione delle emozioni, qualunque siano quelle che proviamo, ma la consapevolezza di esse e l’imparare a controllarle ed usarle. Il non cedere alle pulsioni che minano il tessuto che definisce chi siamo.
Nome sotto al quale Paolo Benedetti (chitarra, voce) racchiude tutte le proprie attività, dalla musica, primaria passione, alla fotografia e computer grafica…
Musicalmente Mondo BoBo è un percorso che inizia nei primi anni 2000, quando Paolo, terminate le esperienze musicali in gruppi Livornesi, prova a dare il via a un progetto più personale, cercando di fare cose seguendo solo la voglia e il sentimento, senza seguire un genere o uno schema prefissato.
Forse il momento, forse la mancanza di consapevolezza, sicuramente la vita, portano ad appendere la chitarra al muro, e dunque il lavoro, il matrimonio, il mutuo, e finalmente un figlio.
Gli anni passano, e l’angoscia più grande diventa il non riuscire ad essere mai veramente felice, il non sapere/potere goder appieno delle fortune che la vita ha dato…angosce che inesorabilmente toccano il loro punto più buio: è il 2020, il mondo si ferma. Silenzio fuori, frastuono dentro. Il senso di colpa di pensare all’atto più brutto, la forza e la presenza di una compagna meravigliosa, si riprende la chitarra, e tutto il turbinio di emozioni, catartico e terapeutico, finisce in corde, parole e suoni. Canzoni che vengono registrate con l’aiuto di Fabio Fantozzi (basso) e Dario Gentili (batteria), per l’album di esordio “Con gentilezza” (fuori per Resisto distribuzione, marzo 2023 ).
Visto l’ottima risposta da parte della critica, Paolo decide di non fermarsi, e decide di trovare persone per formare un progetto duraturo nel tempo. Ecco l’incontro con Federico Dalli (batteria) e Eliano Brilli (basso) i pezzi vengono riarrangiati ottenendo una nuova dimensione ed energia, dei quali il trio ne registra in presa diretta un estratto di 6 brani.
I tre possono essere visti sia musicalmente che personalmente come un nodo borromeo, dove tre anelli restano perfettamente intrecciati ed uniti tra di loro in perfetto equilibrio, a condizione che nessuno dei tre si allontani, che causerebbe il collasso dell’intera figura.
Da questa unione d’intenti, in modo naturale nascono i pezzi che prendono forma andando a formare la traccia di un viaggio condiviso, dieci brani per l’album “L’elefante nella stanza”
Disponibili in libreria e nei principali store digitali, le nuove opere di Pasquale Iezza che vanno oltre l’approccio convenzionale all’educazione sessuale, promuovendo una riflessione profonda sulla sessualità e il rispetto per il corpo umano.
“Tutto sulla vagina” e “Tutto sul pene” non sono semplici manuali anatomici né provocazioni editoriali, ma un progetto culturale coraggioso, necessario e attuale. Queste opere, scritte con intelligente ironia e autentico amore per la conoscenza e il rispetto, aprono e proseguono una sfida educativa lanciata dall’autore: sconfiggere la violenza giovanile partendo dalla comprensione del corpo e delle sue meravigliose funzioni. Parlare apertamente di vagina e pene, senza falsi pudori né imbarazzi, significa restituire dignità alla sessualità, fondamento della nostra esistenza. Conoscere come siamo fatti e come siamo stati generati è il primo passo per riconoscerci simili, per costruire relazioni basate sul rispetto reciproco, per prevenire atti di molestia, discriminazione e violenza sessuale che, purtroppo, coinvolgono sempre più giovani.
La sessualità non può restare un tabù, relegata a silenzi o informazioni distorte. Deve entrare con delicatezza, competenza e autenticità nei luoghi della formazione: le scuole, le famiglie, la società tutta. Educare vuol dire gettare le basi per un nuovo modello di convivenza, in cui nascano uomini più gentili e donne senza paura. Pasquale Iezza, con il suo stile diretto e giocoso, accompagnato dalle illustrazioni di Cinzia Cannavale, offre strumenti semplici ma profondi, capaci di parlare ai ragazzi con il loro linguaggio, aprendo uno spazio di dialogo dove la curiosità si trasforma in consapevolezza e la leggerezza diventa occasione di riflessione.
Questi libri rappresentano un invito chiaro e potente alle istituzioni, agli educatori e alle famiglie: è tempo di ripartire dalle basi. Solo così potremo sensibilizzare i giovani e renderli protagonisti di una società più equa, rispettosa e umana.
Michela Tanfoglio, CEO & Founder dell’agenzia letteraria EditReal, commenta:“In un’epoca in cui la comunicazione fluisce a una velocità vertiginosa, il dovere di educare i giovani su argomenti cruciali come la sessualità e il rispetto reciproco non può essere trascurato. Il nostro mondo è un luogo in cui l’accesso alla conoscenza è senza precedenti, ma anche un luogo in cui, purtroppo, le sfide legate alla sessualità sono sempre più evidenti.
Dati allarmanti riportati dall’Istat e da altre istituzioni simili in tutto il mondo svelano un aumento significativo degli stupri di gruppo, un problema che non può essere trascurato. Questo fenomeno non conosce frontiere geografiche, ma sta emergendo come una crisi globale. In Italia la situazione è altrettanto inquietante, con un aumento dei casi di violenze sessuali che richiede una risposta urgente.
Questi dati drammatici ci spingono a riflettere su come stiamo educando le nuove generazioni alla sessualità e al rispetto reciproco. Il coraggio di coloro che si dedicano a questa causa è evidente nella loro determinazione a sfidare l’inerzia sociale e a gettare luce su questi temi oscuri per difendere la dignità e il benessere dei giovani. Insegnare il corretto funzionamento del corpo umano, il significato del consenso, l’importanza del rispetto reciproco e la prevenzione delle violenze sessuali è un investimento per uno sviluppo di se stessi in armonia con gli altri. L’ignoranza crea distanza, non è mai stata una soluzione, ma una fonte di sofferenza e confusione. Ecco perché dobbiamo incoraggiare chi cerca di promuovere, anche a scuola, queste argomentazioni rompendo gli schemi e aprendo un dialogo che può trasformare la vita dei futuri adulti. Il loro lavoro ci ricorda che la conoscenza è una forza potente che può prevenire tragedie e promuovere relazioni sane e rispettose, all’interno delle quali la sessualità è vissuta in modo sano, sicuro e consensuale”.
Sinossi “Tutto sulla vagina”
La vagina si presenta in un caleidoscopico racconto, diviso in piccoli paragrafi, che la rendono finalmente un organo “come gli altri”, ovvero, di cui si può parlare liberamente, “spogliandola” dalle false credenze, dal mistero e dalla volgarità popolare.
Il sesso è una delle attività umane fondamentali per la salute, per il benessere e per un sacco di altre cose che scoprirete solo leggendo Tutto sul pene. Il titolo è molto esplicito, è inutile girarci attorno, ma è meglio tuffarsi immediatamente nell’argomento iniziando a chiamare le parti del nostro corpo con il proprio nome. La parola sesso viene dal latino sexus il cui significato è tagliare, è come se fosse stato, in qualche modo censurato dalla nascita, e allora eliminando i falsi miti e i tabù che ci possono far sentire incapaci e non adatti è necessario giungere al suo completamento, parlando spontaneamente degli organi sessuali, del pene e della vagina. Scopriamo insieme che l’arteria pudenda è essenziale per irrorare, nell’uomo, i corpi cavernosi e gli involucri del pene e, nella donna, la clitoride, per questo, abbandonando il comune senso del pudore, iniziamo insieme questo viaggio. Se non dovesse piacervi, vi voglio bene ‘O STESS, come dice l’assistente di volo all’equipaggio prima di ogni decollo.
Dirigente scolastico. Ideatore del giocosport, la Pallarmonica, le cui peculiarità si possono leggere nel manuale “Il Movimento Divergente” edito da Aranblu editore (2001). Autore di “Trenobiografia, una storia da pendolare” edito da Robins edizioni (2016), di “Passa” edito da Scienze e Lettere (2017) e di “Tutto sulla vagina…lo stomaco già era impegnato” pubblicato da Nino Bozzi Editore. Racconta storie con il gruppo de I Manestrelli.
Cinzia Cannavale
Docente di scuola primaria, illustratrice, autrice della graphic novel “Claus Von Stauffenberg: un uomo contro Hitler” della Fusta Editore, 2011.
Dal 14 aprile 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Milano Budapest”, il nuovo singolo dei MONROE.
“Milano Budapest” è un brano che racconta un viaggio interiore profondo e autentico, guidato dalla forza dell’amore. Più che una semplice distanza geografica, Milano e Budapest diventano simboli di un’umanità condivisa, di emozioni universali che si possono cogliere in ogni angolo del mondo, se solo ci fermassimo ad ascoltarle.
Spiega la band a proposito del brano:«Milano-Budapest è un viaggio che ci porta a scoprire noi stessi, un percorso sincero e autentico. Spesso ci circondiamo di mille cose, ma è l’amore che ci dà la forza di andare oltre, spingendoci sempre più lontano, alla ricerca di un destino che ci sorprenderà, fino alle stelle. Quando Demetrio ha condiviso quella base straordinaria, il testo era già pronto da tempo, scritto molto prima, ma solo allora abbiamo trovato il suono giusto per dargli vita. Parla di esperienze vissute, di paesaggi quotidiani che ormai non notiamo più, di vite agli estremi, di emozioni che puoi percepire camminando per Milano o per Budapest. Due città così distanti, ma con una simile capacità di trasmettere sensazioni forti. Siamo spesso troppo distratti e finiamo per perderci le vere emozioni della vita: la bellezza di un semplice “ti passo a prendere, voliamo fino alla fine del mondo”, che in fondo è solo un invito a fermarsi, a vivere davvero, a gustarsi ogni attimo come se fosse eterno».
Biografia
I Monroe sono emersi nel 2020, in piena pandemia, quando i quattro membri della band iniziarono a scambiarsi testi, melodie e riff di chitarra o pianoforte, che diventarono la base per i loro brani musicali. Le idee viaggiavano per e-mail tra Viareggio, Lucca e Pistoia, la distanza e l’impossibilità di incontrarsi non hanno fermato l’esplosività della loro musica. La band attinge da un ampio spettro di influenze musicali, spaziando dal pop, al synthpop, al rock elettronico. Tra le loro ispirazioni si annoverano i Coldplay, i Muse e gli italiani Negramaro e Subsonica elementi tutti integrati nel loro bagaglio culturale.
I compositori del gruppo, Alessandro Dania al basso e Demetrio Zini alla chitarra, vantano una solida esperienza in diverse cover e tribute band con più di 200 live sulle spalle. A loro si unisce il frontman Marco Andreotti, che dopo la sua partecipazione a The Voice nel 2015, ha perseguito una carriera dal vivo in vari club italiani. Completano la formazione il batterista e autore Stefano Grotti, che prima di unirsi al gruppo aveva pubblicato due raccolte letterarie, nel 2006 e nel 2008, con un focus sulle tematiche dell’amore e del legame con il passato nella società moderna.
“Milano Budapest” è il nuovo singolo dei Monroe disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 14 aprile 2025.
Dal 18 aprile 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “What if the Universe..?”, il nuovo ep di Francesco Cangi & The Lonely Rockets dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Lundi à Six Heures”.
“Lundi à Six Heures” è un inno cantato soavemente da Sabina Sciubba che racconta di un sogno che inizia ogni Lunedì alle 6.
Spiega l’artista a proposito del nuovo singolo: “Per molti il Lunedì è la giornata più triste della settimana, tutto riparte da dove non vogliamo cominciare. Per anni il mio Lunedì è sempre stato l’opposto, soprattutto alle 6, quando insieme a tante persone coraggiose, lavoravo sulla rinascita dell’identità.”
“What if the Universe..?” è un progetto che nasce dall’esigenza di raccontare la propria identità musicale in un contesto pieno di influenze, nella fusione tra alta formazione jazzistica e radicato background pop rock. Alla ricerca di una sonorità particolare, potente ed orecchiabile, il disco raccoglie brani che spaziano dal new jazz strumentale al funk elettronico, contaminati dall’uso massiccio di sintetizzatori, melodie imponenti, robuste brass section, e tanto groove. Sempre e tutto rigorosamente al servizio della musica.
Commenta l’artista sul nuovo ep: “Dovevo trovare il modo per esprimere il mio io musicale, senza averlo mai conosciuto a fondo. Fondere l’alta formazione Jazzistica con il mio background pop punk. Lasciar andare il puro istinto correre e giocare senza schemi e pregiudizi. Creare un mondo che pian piano prendesse forma da solo, in una solidità unica e infrangibile.”