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  • “Mille ferite per te” è il nuovo singolo di Linn

    Dal 25 aprile 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Mille ferite per te”, il nuovo singolo di Linn.

    “Mille ferite per te” potrebbe essere definito un inno all’amor proprio, nato a seguito di un rapporto che ha lasciato solchi profondi nell’anima. Il brano è stato scritto in un momento di rabbia, caratterizzato dalla voglia di ribadire il proprio valore, ferito dalle esperienze vissute e ancora fresche nel momento della sua composizione.

    Commenta l’artista proposito del brano: “Il brano è stato scritto qualche mese fa in un momento di rabbia poco lucida. Non riuscivo a credere né tantomeno ad accettare la delusione vissuta. Nel testo sottolineo l’importanza di imparare ad amarsi smettendo di cercare approvazione all’esterno. Il proprio valore non può essere sminuito dalle cicatrici lasciate da altre persone. Sicuramente è un brano che mette in mostra senza peli sulla lingua dei solchi dell’anima difficili da digerire.”

    Il video visual di “Mille ferite per te”, prodotto da Emanuele Marin, è un loop di immagini realizzate in studio che trasmettono un mood decisamente amaro, come suggerito dai colori scuri e dall’uso di luce soffusa blu. Il trucco, creato dall’artista stessa, simula lacrime brillanti che solcano il viso, risaltando contro lo sfondo e gli abiti scuri. L’immagine trasmette un’intensa sensazione di dolce-amaro: da una parte c’è ancora un filo di malinconia, dall’altra una forte rabbia per il dolore vissuto.

    Guarda qui il visual video su YouTube: https://youtu.be/aMQSzG7pQqs

    Biografia

    Linda Antosiano, in arte “Linn”, è una cantautrice che nasce al confine tra Piemonte e Veneto. Con la sua musica, esprime le paranoie e i complessi di chi, a vent’anni, si trova a fare i conti con il futuro. La sua formazione accademica da performer le ha permesso di sviluppare esperienze live come artista a 360 gradi, integrando danza e teatro nelle sue performance. Tra le esperienze più significative, c’è la partecipazione alla tournée nazionale di “Raffaella! Omaggio alla Carrà”, dove ha ricoperto il ruolo di voce dell’orchestra. Con il suo primo EP, “Ombre”, Linn ha sviluppato una forte identità cantautorale che mescola emotività e carisma. Il suo percorso l’ha poi portata a vincere il concorso “PEM” dedicato ai cantautori emergenti del Monferrato. A completare il suo percorso poliedrico, ha anche partecipato al doppiaggio cantato per la sigla del cartone animato “I misteri di Barbie”, disponibile su Netflix.

    “Mille ferite per te” è il nuovo singolo di Linn disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 25 aprile 2025.

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  • “Ho voglia di vederti” è il nuovo singolo di Rebic feat. Jacopo Sarno

    Dal 25 aprile 2025 sarà in rotazione radiofonica “Ho voglia di vederti”, il nuovo singolo di Rebic feat. Jacopo Sarno disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 18 aprile. 

    Rebic riporta alla luce un brano di Jacopo Sarno di 15 anni fa, riscrivendone completamente le strofe con barre adeguate al presente, pur mantenendo intatto il ritornello originale, a cui resta fedele.

    “Ho voglia di vederti” racconta la storia di due ex che si ritrovano, vivendo la loro relazione per la seconda volta con la stessa intensità della prima. Nonostante il tempo passato, scoprono di apprezzare ancora pregi e difetti l’uno dell’altro, come se nulla fosse cambiato. Il legame che li unisce, fatto di affetto autentico e profonda comprensione reciproca, resiste al tempo e continua a vivere, immutabile.

    Commenta l’artista proposito del brano: “Dare vita a questo pezzo per me è stato come tornare indietro nel tempo a quando ero bambina. Ricordo che ascoltavo sempre questa canzone da adolescente e farne una nuova versione è stata la sfida più bella che potessi lanciare a me stessa”.

    Il videoclip di “Ho voglia di vederti” è stato girato al Patty Bakery & Bistrot di Milano. I due protagonisti si incontrano per un caffè e si rendono conto che i sentimenti che provavano l’uno per l’altro non sono mai davvero cambiati. 

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/uBTrOEEKHKM

    Biografia

    Rebic è un’artista di 25 anni originaria di Siena. Vive a Milano e svolge la sua professione di geometra, ma la sua più grande passione è il canto.

    Partecipa a molti contest come Nokep Tv, La Bella e la Voce a Vietri, New York Canta e a luglio ha presentato alla Trentino Music Arena di Trento il suo nuovo singolo per la prima volta cantando prima di Mècna e Ariete.

    “Ho voglia di vederti” è il nuovo singolo di Rebic feat. Jacopo Sarno disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 18 aprile 2025 e in rotazione radiofonica dal 25 aprile.

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  • “Litio” è il nuovo singolo di Luca V

    Dal 25 aprile 2025 sarà in rotazione radiofonica “Litio”, il nuovo singolo di Luca V disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 18 aprile. 

    “LITIO” è un brano che esplora con intensità e lucidità l’evoluzione del disturbo bipolare, seguendo un arco emotivo che inizia dalla fase “up”, attraversa il picco della mania e culmina nella fase depressiva. Il testo, crudo e diretto, racconta il conflitto interiore di chi vive in continua oscillazione tra euforia e crollo, tra iperattività e immobilità, tra il desiderio di normalità e la resa al caos psichico. Le immagini evocate nelle strofe — denti che battono, letti ribaltati, sguardi fissi nel vuoto — restituiscono una quotidianità segnata dalla malattia, con una sensibilità che evita sia il pietismo che il distacco, puntando invece a una rappresentazione autentica. Il riferimento al litio (farmaco simbolo della stabilizzazione dell’umore) diventa una metafora della disperata ricerca di equilibrio, tra instabilità, acufeni, insonnia e vuoti d’identità.

    Il sound del brano si muove su coordinate pop cupe e viscerali, evitando i cliché della ballata malinconica. Le sonorità sintetiche e stratificate richiamano atmosfere dark pop con sfumature trip-hop e electro-noir, creando una tensione continua tra movimento e stasi. Le melodie vocali, sospese e a tratti ossessive, seguono l’altalena emotiva del testo, alternando momenti di slancio a brusche cadute nel silenzio e nel peso della parola. LITIO è una canzone intima e disturbante allo stesso tempo, che trasporta l’ascoltatore in un’esperienza emotiva sincera, scomoda, ma necessaria. Un grido sommesso di chi, pur attraversando l’abisso, continua a cercare una vita normale.

    Commenta l’artista proposito del brano: “Ho scritto LITIO mentre ero in una fase ‘giù’. Di quelle dove anche alzarsi dal letto sembra un’impresa, dove il silenzio pesa come cemento. Non avevo voglia di parlare con nessuno, ma sentivo il bisogno urgente di dire qualcosa, anche solo a me stesso. Così ho iniziato a scrivere – prima frasi sconnesse, poi immagini che mi facevano paura e allo stesso tempo mi facevano sentire vivo. In studio ho chiesto di tenere le luci basse. Volevo che tutto fosse vero, anche scomodo. Abbiamo lasciato volutamente dei respiri, delle crepe nella voce, perché la voce, quando stai male, non esce mai pulita. LITIO non è solo una canzone, è una fotografia scattata dentro una tempesta mentale. Fa parte di un progetto più ampio, dove ogni brano è una stanza diversa della mia testa. Questa è forse la più buia… ma anche quella dove ho trovato più verità.”

    Il videoclip di “LITIO”, diretto da Lorenzo Avanzi e ambientato all’interno di Cross+Studio di Milano, esplora visivamente il ciclo emotivo del disturbo bipolare, giocando su forti contrapposizioni scenografiche ed estetiche. Girato interamente in interni, il video si svolge in una singola stanza che cambia aspetto nel corso della narrazione, diventando essa stessa riflesso delle oscillazioni psichiche del protagonista. La stanza, inizialmente ordinata e perfettamente simmetrica, si trasforma gradualmente in un ambiente caotico e soffocante, seguendo il passaggio dalla fase maniacale a quella depressiva.

    Il protagonista, solo in scena, attraversa un arco emotivo intenso: nella prima parte del video appare vestito di rosso, in un contesto illuminato e controllato, dove ogni oggetto è al suo posto. I suoi movimenti sono energici, quasi ossessivi, e riflettono una condizione di apparente forza e lucidità. Con l’avanzare della canzone, si assiste a un progressivo crollo, visivamente rappresentato da gesti disordinati, oggetti che cadono, luci che si affievoliscono e un progressivo disordine che sostituisce l’ordine iniziale.

    Nella seconda parte, la scena è dominata dal nero. Il protagonista indossa abiti scuri e larghi, si muove lentamente, spesso rimanendo immobile o a terra. La stanza è ora piena di elementi rotti, fotografie sparse, specchi incrinati e un senso generale di abbandono.

    Attraverso uno storytelling visivo essenziale e simbolico, Avanzi costruisce un percorso emotivo coerente e d’impatto, in cui ogni dettaglio – dalla luce all’uso dei props, dalla coreografia dei movimenti all’evoluzione scenografica – contribuisce a dare voce al testo della canzone. LITIO è un video intimo, crudo e visivamente potente, che accompagna lo spettatore dentro una condizione complessa senza retorica, ma con profonda verità.

    Guarda qui il visual video su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=pUD3V1QwZl4

    Biografia

    Luca V, pseudonimo di Luca Mercandino, è un artista, cantante e cantautore italiano che fonde pop, indie e influenze cantautorali in uno stile personale e in continua evoluzione. Nato a Torino nel 1995 e cresciuto a Biella, si avvicina alla musica sin da bambino. Dopo il diploma, la sua passione diventa un vero e proprio percorso artistico, prima con lo pseudonimo Lucido, e successivamente, nel 2020, con il nome Luca V, segnando l’inizio di una nuova fase musicale.

    Nel 2022, dopo numerose pubblicazioni, Luca V decide di rimuovere alcuni brani dal suo catalogo per intraprendere un percorso più definito e coerente con la sua visione. Oltre alla carriera solista, partecipa al progetto La Capitaneria di Porto, un collettivo che pubblica l’album SOTTOSOPRA, e sperimenta sonorità alternative sotto l’alias AMORMALIE. Queste esperienze contribuiscono a ridefinire il suo approccio artistico, sempre più mirato e consapevole.

    Nel corso degli anni, Luca V collabora con diversi artisti e professionisti, tra cui Moreno Delsignore (suo insegnante di canto), Killian Cruiser (produttore musicale dei suoi primi progetti), Giovanni Ghioldi (produttore musicale e amico) e Lorenzo Avanzi (attuale produttore musicale e amico).

    Nel 2023, con il brano AMORE FUOCO CHEROSENE, Luca V evolve ulteriormente il suo sound, fondendo indie e pop in una sintesi personale e ricercata. Nel 2025 pubblica Pelle di Prozac, una canzone intensa e intima che esplora tematiche come la difficoltà di comunicare, una relazione finita e la depressione, consolidando la sua capacità di raccontare emozioni complesse attraverso la musica.

    Sempre nel 2025, Luca V raggiunge 5 milioni di streams su Spotify.

    “LITIO” è il nuovo singolo di Luca V disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 18 aprile 2025 e in rotazione radiofonica dal 25 aprile.

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  • “Banana sattva” è il nuovo singolo dei Monkeys From Space

    Da venerdì 25 aprile 2025 sarà in rotazione radiofonica “BANANA SATTVA” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei MONKEYS FROM SPACE, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 22 aprile.

    “Banana sattva” è un viaggio surreale alle origini dell’universo, raccontato con toni visionari e un’ironia cosmica. La narrazione prende vita da un’immagine tanto assurda quanto suggestiva: lo spirito cosmico scivola su una buccia di banana, generando la molteplicità del cosmo. Le stelle nascono dalla sua disgregazione e la musica diventa il suono eterno di quella caduta primordiale.

    In questo scenario fantastico, un gruppo di scimmie spaziali – emissari di un mondo lontano – è incaricato di raccogliere i frammenti dello spirito e ricomporne l’essenza originaria.

    Spiega la band a proposito del brano: “L’universo è una buccia di banana sulla quale è scivolato lo spirito cosmico. Cadendo esso si è disintegrato dando origine alla moltitudine delle stelle. Il suono della caduta riverbera ancora per tutto l’universo ed è quello che gli uomini chiamano musica.”

    Il videoclip di “Banana sattva” mette in scena l’arrivo sulla Terra di un gruppo di misteriose scimmie spaziali. Le immagini alternano momenti di tensione – con l’umanità in allarme, pronta a respingere quella che sembra un’invasione aliena – a scene cariche di simbolismo e sorpresa. Armamenti, postazioni di difesa e atmosfere da guerra imminente lasciano spazio a un inatteso cambio di prospettiva: le scimmie non portano distruzione, ma un messaggio inaspettato.

    Attraverso uno stile ironico e visionario, il video ribalta i codici narrativi della fantascienza classica e ci invita a riflettere sulle nostre reazioni verso ciò che non comprendiamo.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=afHnonOMMBM

     

    Biografia

    I Monkeys From Space sono l’enzima catalizzatore di un mondo fatto di allucinazioni, banane e viaggi spaziali. Una band italiana che unisce sonorità alternative rock a testi surreali che evocano atmosfere cosmiche.

    Diego Vermiglio (voce e chitarra elettrica), Matteo Vallino (basso), Simone Di Stefano Zamboni (chitarra elettrica) e Luca Barberis Vignola (batteria), formano la band nel 2022 e l’anno dopo pubblicano il loro primo EP “Monkeys from Space – Live on Tape” un concentrato di blues elettro-rituale con influenze space rock, registrato su nastro al “Tape Studio” da Franco Monte e mixato/masterizzato presso il “DD Studio Records” da Daniele Salomone. Distribuito da Banana Sattva Edizioni srl.

    Nel 2024 registrano il loro primo album “Monkeys From Space”: un antico pesce preistorico in cella frigo ad Hong Kong, una letale zampa d’elefante, alieni strafatti da cui fuggire e il fegato dolorante di Prometeo. Queste sono alcune delle atmosfere evocate nell’album che verrà pubblicato nel 2025 da Overdub recordings.

     

    “Banana sattva” è il nuovo singolo dei Monkeys From Space pubblicato da Overdub Recordings, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 22 aprile 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 25 aprile.

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  • La Civica Jazz Orchestra e Paolo Tomelleri omaggiano Count Basie domenica 11 maggio al Blue Note di Milano

    MILANO – È uno dei più noti e apprezzati jazzisti italiani, ma al Blue Note di Milano ha suonato, nel corso della sua lunghissima e brillante carriera, solo una volta, tanti anni fa: Paolo Tomelleri, clarinettista di fama internazionale, colmerà questa “lacuna” esibendosi domenica 11 maggio sul palco del più importante jazz club della città insieme alla Civica Jazz Orchestra diretta da Luca Missiti per un imperdibile omaggio a Count Basie (doppio set alle ore 20.30 e 22.30, biglietti da 17 a 32 euro, prevendita on line su https://www.bluenotemilano.com/evento/concerto-civica-jazz-orchestra-11-maggio-2025-milano/ e su https://www.bluenotemilano.com/evento/concerto-civica-jazz-orchestra-11-maggio-2025-milano-2-set/.

    La Civica Jazz Orchestra, formazione composta da alcuni dei migliori allievi dei Civici Corsi di Jazz di Milano (vera e propria eccellenza nella didattica musicale italiana, attiva dal 1987 e da tempo parte integrante dell’offerta formativa della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado), e Paolo Tomelleri eseguiranno i brani strumentali del repertorio della celebre big band di Count Basie negli arrangiamenti originali dei trombettisti Neal Hefti e Thad Jones e del sassofonista Frank Foster, oltre che negli arrangiamenti vocali dello stesso Foster e del pianista e compositore Bob Florence tratti dal disco registrato con la presenza della cantante statunitense Diane Schuur.

    Conosciuto con il soprannome di “Re dello Swing”, Count Basie è considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi e ha contribuito a definire il sound delle big band degli anni ’30 e ’40. Intorno alla metà degli anni Trenta la Count Basie Orchestra diventò la più celebre espressione dello swing che si fosse mai conosciuta: erano i tempi in cui Basie e i suoi musicisti “duellavano” con la Duke Ellington Orchestra per lo scettro della migliore formazione swing d’America.

    Basie è stato un vero innovatore, guidando la big band che porta il suo nome per quasi mezzo secolo e registrando oltre 480 album: nel 1958 è stato il primo musicista afroamericano ad aggiudicarsi un Grammy Award. Afferma Luca Missiti: «È un enorme piacere tornare al Blue Note alla guida della Civica Jazz Orchestra a un anno di distanza dal concerto sold out che abbiamo fatto registrare con il sassofonista Emanuele Cisi. Questa volta condivideremo il palco con quel meraviglioso musicista che risponde al nome di Paolo Tomelleri, probabilmente il più adatto di tutti nell’interpretare il magnifico repertorio swing che ci ha lasciato in eredità il geniale Count Basie».

  • “E Staje cu Mme” di Gianni Negri: una canzone che racconta il coraggio di restare

    Un abbandono totale all’amore. “E Staje Cu Mme”, il nuovo singolo di Gianni Negri (PaKo Music Records/Believe Digital), è la sintesi di ciò che, in fondo, non si può sintetizzare: la presenza dell’altro che diventa essenziale, il bisogno che non si dice, ma si riconosce.

    Un saluto trattenuto sulla soglia, le mani che non si lasciano, anche quando tutto attorno è in frantumi. Per la prima volta nella sua carriera, il cantautore e polistrumentista partenopeo scrive e interpreta un brano interamente in lingua napoletana, aprendo un nuovo capitolo della sua traiettoria artistica. Una scelta che non è solo stilistica, ma identitaria: un ritorno alle radici, un gesto affettivo, un’affermazione di appartenenza, di fedeltà a ciò che resta, anche quando il tempo e il rumore provano a mettere a tacere ciò che conta davvero.

    Con la produzione di Valerio De Rosa, “E Staje Cu Mmme” non si limita a raccontare un sentimento, ma lo attraversa e lo assume per intero: nella gioia, nella fragilità, nell’urgenza di esserci nonostante tutto. Una dedica intima a chi c’è, non per obbligo, ma per scelta. Un suono essenziale, capace di sostenere il testo senza spegnerne il respiro, senza invaderlo, accompagnandolo con equilibrio e misura, lasciando spazio al senso.

    «“E Staje Cu Mme” – spiega Gianni Negri – è una carezza che arriva dopo il rumore, dopo i giorni in cui si dubita perfino di sé. È il mio omaggio a chi c’è, a chi non si tira indietro anche quando sarebbe più semplice farlo.»

    Nel panorama odierno, dove i dati ISTAT confermano un calo costante dei matrimoni e un aumento delle separazioni (+31,2%), “E Staje Cu Mme” si impone come una contro-narrazione: un invito a custodire l’intimità non come rifugio ma come scelta consapevole. Una canzone che non celebra l’inizio dell’amore, ma la sua tenacia nel tempo, quando l’incanto iniziale lascia spazio alla realtà, e rimanere accanto a qualcuno diventa un atto di volontà e di cura. Scegliersi, dichiararsi necessari a vicenda non è solo romanticismo: è un gesto che, oggi, può considerarsi quasi rivoluzionario.

    In un tempo in cui i legami sembrano fragili, le relazioni sentimentali vengono spesso archiviate alla prima incrinatura, e molti brani raccontano l’amore come ossessione o salvezza, “E Staje Cu Mme” si muove su un piano più adulto: quello della presenza. Non c’è l’idealizzazione dell’altro, ma la presa di coscienza che amare davvero significa accettarne i silenzi, la distanza, le differenze. Questo brano suggerisce un’altra strada: un legame che si fortifica attraverso la fragilità, e trova senso proprio nel riconoscimento reciproco. Perché il silenzio, ancor di più delle parole, diventa il luogo dove si misura la mancanza:

    «Luntano a te nun sacc’ stà, pecchè o silenzio me fa chiagnere»
    («Lontano da te non so stare, perché il silenzio mi fa piangere»)

    Ma “E Staje Cu Mme” non è una risposta nostalgica. È un gesto presente, quotidiano. Una canzone che non mitizza, ma riconosce. E per questo arriva.

    «Pecché tu si na parte e me, pecché pur’ io so’ parte e te»
    («Perché tu sei una parte di me, e anch’io sono parte di te»)

    Dopo anni di pubblicazioni in italiano, Gianni Negri sceglie il napoletano per dire ciò che in italiano non suonerebbe allo stesso modo. Una lingua che scava, che trattiene, che sa toccare senza invadere:

    «Scrivere in napoletano è stato come tornare a casa – spiega l’artista -. Ogni parola ha un peso diverso, più viscerale. Alcune cose si possono dire solo così.»

    Negli ultimi anni, la lingua napoletana ha conosciuto una nuova primavera, anche grazie a fenomeni mainstream che l’hanno riportata al centro dell’industria discografica nazionale. Ma qui non si rincorre alcuna tendenza: “E Staje Cu Mme” è un ritorno necessario, non un calcolo.

    Una storia che parla a chi sa che amare non significa trattenere, ma esserci senza clamore. A chi ha imparato che il sentimento più sincero, genuino e profondo non sta e non si misura nelle promesse, ma nei gesti silenziosi che non chiedono, ma affermano. A chi ha capito che l’amore vero non è quello che accade, ma quello che si costruisce. Non si tratta di restare a ogni costo, ma di comprendere quando l’altro è parte di noi, anche nella difficoltà.

    «E nun me lass’ maje sti mane, pure si fora ’o tiempo è scuro e fa paura»
    («E non lasciarmi mai le mani, anche se fuori il tempo è buio e fa paura»)

    Un verso che non invoca, ma dichiara: anche nei giorni incerti, la vicinanza può essere una scelta, non una conseguenza.

    «Pecché tu si na parte e me, pecché pur’ io so’ parte e te»
    («Perché tu sei una parte di me, e anch’io sono parte di te»)

    Una frase che non serve spiegare. In poche parole, la definizione più semplice e disarmante dell’amore maturo: non qualcosa che si possiede, ma qualcosa che ci compone. Un riflesso condiviso. Un’identità che si crea insieme, nella continuità di una presenza che non cerca definizioni. Una fiducia che non cerca continue conferme. Una vicinanza che, anche nel buio, diventa appiglio.

    Un appiglio che non nasce dalla dipendenza, ma da quel tipo di amore che non ha bisogno di essere perfetto per essere vero. Una quotidianità che si regge sulla scelta di continuare a esserci anche nei momenti opachi, nei giorni che non brillano.

    Dopo aver duettato con Laura Pausini nella versione napoletana di “Durare” e una serie di pubblicazioni che ne hanno affinato il profilo autoriale, Gianni Negri si conferma come una delle voci che meglio stanno riscrivendo il cantautorato italiano contemporaneo, tra lingua, appartenenza e scrittura.

    È questo, forse, il messaggio più autentico di “E Staje Cu Mme”: l’amore che diventa solido non perché è perfetto, ma perché è condiviso anche nei giorni storti, nei silenzi, nelle esitazioni. Un brano che riporta l’attenzione su temi che riguardano la costruzione di un rapporto duraturo, fatto di presenza quotidiana, imperfezione condivisa, e dialogo silenzioso tra due anime che scelgono di riconoscersi ogni giorno. Perché restare, nonostante il buio, nonostante le crepe, è un atto di bellezza e resistenza. E in questo, la canzone ci suggerisce che l’intimità, oggi più che mai, è un atto rivoluzionario.

  • Chi aspetta ama due volte: Marino Alberti lo racconta in “Ho Aspettato”

    Ha calcato i palchi con Loredana Bertè, Emma Marrone, P.F.M. e Patty Pravo. Ha firmato brani prodotti con musicisti di livello internazionale come Faso (Elio e le Storie Tese), Lewie Allen (Sam Smith, Elton John) e Riccardo Kosmos (Achille Lauro). Oggi, dopo oltre 2,5 milioni di stream accumulati con i suoi ultimi lavori, Marino Alberti torna con un nuovo singolo che non celebra l’amore, ma lo mette in pausa. “Ho Aspettato” è una ballata sospesa, delicata e tagliente al tempo stesso, che racconta l’amore atteso, idealizzato, proibito – quello che, pur non accadendo, resta addosso e si sedimenta più di qualsiasi storia vissuta.

    Una canzone che non si concentra sul sentimento dichiarato, ma su quello trattenuto, inespresso. Che non parla di relazioni concluse, ma di quelle rimaste irrisolte, consumate solo in parte. Un brano che punta dritto a una domanda che molti evitano: quanto tempo possiamo restare fermi ad aspettare un ideale di amore che forse non arriverà mai?

    Una narrazione che si lega a un vissuto comune e trasversale: quello di chi, in un’epoca iperconnessa, si sente più solo che mai. L’amore come antidoto alla solitudine, che si proietta sull’altra persona, anche senza conoscerla davvero.

    Una forma di attesa silenziosa che, nella frenesia contemporanea, appare quasi paradossale, ma trova riscontro nei dati più recenti. Secondo l’Istat, infatti, oltre il 45% degli italiani tra i 30 e i 50 anni ha dichiarato di aver vissuto almeno una relazione immaginata o idealizzata, spesso mai concretizzata. Una tendenza che racconta molto del nostro tempo: connessioni sempre più virtuali, sempre più incerte, dove si finisce per amare un’idea più che una persona.

    In un periodo storico in cui anche pulsioni ed emozioni passano attraverso chat effimere e fantasie digitali, “Ho Aspettato” si interroga su quanto siamo ancora disposti a restare — anche da soli — davanti alla porta di un amore che non bussa.

    È in questo contesto che “Ho Aspettato” diventa un documento, uno spaccato attualissimo. Una voce fuori campo che non vuole e non pretende di spiegare, ma sceglie di dare spazio a ciò che spesso resta relegato ai margini: amori imperfetti, incompleti, non ricambiati. Non cerca di risolvere il paradosso, ma lo nomina. Lo attraversa, lo canta. E nel farlo, restituisce dignità a quell’amore “minore”, troppo spesso ignorato perché a senso unico.

    «Aspettare è una forma di amore che nessuno celebra – dichiara l’artista –. Non volevo raccontare una storia riuscita, perché quelle si raccontano da sole. Volevo volgere lo sguardo a chi ha aspettato in silenzio, amando senza sapere se sarebbe mai bastato. Forse è questo l’amore che ci segna di più: quello costruito nella mente e vissuto nel cuore, senza mai riuscire a portarlo alla luce. Un amore che non si chiude, che resta aperto. E forse, proprio per questo, insegna tanto, su di noi e sulla nostra capacità di donare senza chiedere nulla in cambio.»

    La produzione, firmata dallo stesso Alberti, conserva l’essenzialità di un brano scritto con pudore e urgenza. Una melodia circolare, che gira intorno a poche parole, a pochi accordi, come se lo scorrere del pezzo volesse imitare quello dell’attesa: lento, reiterato, sospeso.

    Da qui nasce anche il senso del testo, un testo per chi ha amato, ama o amerà. Un testo che non cerca di compiacere, di offrire risposte o verità assolute, ma accompagna. E in un tempo che chiede sempre certezze immediate, accettare l’incertezza è già una forma di libertà.

    Una canzone per chi ha amato in silenzio, per chi ha rimandato, per chi ha tenuto acceso un sentimento senza sapere se avrebbe mai avuto un seguito. Per chi ha cercato amore vero e non solo idealizzato. Per chi ha voluto credere, pur sapendo.

    Con questo nuovo progetto, accompagnato dal videoclip ufficiale diretto da Nicola “G. Man” Togni, Marino Alberti si conferma tra i cantautori italiani più attenti a ciò che accade dentro e fuori le canzoni.

    «La vita è un battito e non bisogna mai aspettare – conclude -. Ma una sola cosa al mondo vale davvero la pena di essere aspettata. L’Amore.»

    “Ho Aspettato” ci invita a riconoscere il valore delle attese, anche quando sembrano inutili. Perché, in fondo, tutti siamo stati lì: a sperare, a proiettare, a inseguire un sentimento che forse era solo nella nostra mente, ma che ci ha fatto sentire vivi.

  • Pop punk e amore vero: Comeilmiele presenta “Pazza di te”, inno di una generazione

    Disponibile dall’11 aprile su tutte le piattaforme digitali “PAZZA (di te)”, nuovo singolo dell’artista romana Comeilmiele: un manifesto di questa generazione contorta, dove è più facile dire “non ti odio” piuttosto che “ti amo”, dove rincorrersi è la regola, ma trovarsi è un lusso raro. Il brano che unisce il pop punk graffiante alle sonorità dell’indie-pop, raccontando senza filtri l’amore allo stato puro: folle, instabile, dannatamente vero.

    Una canzone nata da un’idea originale e speciale: un regalo di San Valentino diverso dal solito. In un mondo dove il regalo perfetto sembra sempre sfuggire, Miele ha trovato la risposta alla domanda: “Cosa si può regalare a un musicista se non una canzone?”“PAZZA (di te)” è dunque il risultato di un sentimento autentico, un gesto d’amore che si traduce in musica. Miele ha scritto questa canzone per Marco, il suo compagno nella musica, ma anche nella vita.

    “La canzone, intensa e delicata, racconta con sincerità le sfumature di una relazione partita da una profonda amicizia che si è evoluta nel tempo dopo sei anni di vita condivisa piena di emozioni e di sfide, tra alti e bassi, ma sempre con il cuore come guida. Un brano che celebra non solo l’amore romantico, ma anche la bellezza di un legame che ha radici solide nell’amicizia e nella complicità. Se anche tu hai mai amato così, allora questa canzone è per te”. – Comeilmiele.

    CREDITS
    Testo: Miele Gulli
    Musica e arrangiamento: Miele Gulli, Marco Savini 
    Produzione: NoSaintz
    Chitarre: Marco Savini
    Copertina e foto: Artemisia Group
    Label: Maionese Project/Matilde Dischi
    Distributore: Artist First

    CHI È COMEILMIELE?

    “Ciao! Piacere sono Miele. Sì, mi chiamo proprio così. No, non è un nomignolo e no, mia cugina non si chiama ‘marmellata’, sono l’unico alimento della mia famiglia. In arte però mi chiamo Comeilmiele, classe ‘98, Roma, Ostia per la precisione. Sono inciampata nel panorama musicale romano nel 2020 e da allora ‘armata di piano in spalla’ alla Venditti e di Lele il mio ukulele ho iniziato a condividere emozioni e parole. La mia musica è per chi non si fa buttare giù dalle salite o dalle buche (come a Roma) che trova sul percorso, ma che le avversità le prende a morsi”. 

    Comeilmiele è un progetto fresco che punta a strappare un sorriso a chiunque sia in ascolto. Ha iniziato a studiare musica a 5 anni, grazie a sua zia acquisita Paola, ha iniziato dal piano che non l’ha mai abbandonata. Ha sempre scritto canzoni, canzoni che però non cantavo lei, era troppo timida. Finché a 17 anni la cantante della sua band si sente male durante un live e io deve prendere il suo posto perchè era l’unica a conoscere le canzoni, avendole scritte. Da lì nasce l’amore odio per il canto. Amore/odio perchè avendo iniziato tardi a cantare ha dovuto addestrare e educare la sua voce, un po’ come un pantofolaio campione di serie tv che decide di diventare un atleta. Da lì a poco il primo palco, con le canzoni e il primo contatto con il pubblico, le loro emozioni e le sua. Fu amore a prima vista, i live sono diventati fondamentali per la mia musica e per condividere tutto ciò che sentiva.
    Alla fine la sua musica l’ha portata a sentirsi a casa anche su palchi come Largo Venue (Roma), ALCART in apertura a Francesca Michielin (2023), Giardini Margherita (Bologna), Ariston (per Area Sanremo 2022) Barbayenne (Bari), Stazione Birra (Ciampino), Sunday I’m in Love (tour calabrese).

    Formazione
    Miele Gullì: voce tastiera
    Marco Savini: chitarra

  • Martina Sergi si prende la scena con ‘One in a Lifetime’, un viaggio emotivo tra sogno e realtà”

    Martina Sergi si prende la scena con ‘One in a Lifetime’, un viaggio emotivo tra sogno e realtà”


    La cantante Martina Sergi torna a sorprendere il pubblico con il suo nuovo singolo One in a Lifetime, in uscita il 18 aprile. Il brano è un inno alla vulnerabilità e alla forza che nasce dal riconoscere l’unicità di certi momenti della vita. una scrittura intima e minimale. Martina si conferma una voce da tenere d’occhio nel panorama musicale emergente italiano e si conferma come una delle voci più autentiche della scena musicale italiana. Con il suo nuovo singolo ‘One in a Lifetime’, ci regala un brano intenso, ricco di emozioni e di un sound fresco che mescola pop e influenze indie. Un pezzo che invita a vivere ogni momento come se fosse unico. La sua voce calda e coinvolgente si fonde con una melodia orecchiabile, creando un brano che si ascolta e si riascolta con piacere. ‘One in a Lifetime’ è un titolo che rispecchia perfettamente il messaggio di unicità che l’artista vuole trasmettere. Con questa nuova uscita, Martina dimostra ancora una volta di saper scrivere canzoni che parlano al cuore. La produzione curatissima nel dettaglio curata da Andy Milesi, arrangiamenti di rara bellezza e classe curati nel dettaglio dal Maestro Giovanni Nicotera e il testo toccante rendono ‘One in a Lifetime’ un singolo destinato a lasciare il segno nel panorama musicale del 2025. La cantante ha anticipato che il brano nasce da un momento di riflessione personale, e si sente tutta questa sincerità nella sua interpretazione. 

  • ESCE IL 18 APRILE 2025 SU TUTTE LE PIATTAFORME DIGITALI L’ALBUM D’ESORDIO “POLISTIRENE” (Trip-hop / Industrial)

    Dopo la pubblicazione del primo singolo Esagramma 47, la band POLISTIRENE annuncia il disco d’esordio omonimo, in uscita il 18 aprile 2025 su tutte le piattaforme digitali di streaming musicale.

    Il progetto nasce dall’incontro tra Irene Cavazzoni Pederzini (voce e testi), Billy T. Cooper (chitarra, elettronica) e Paolo Palmieri (basso).

    Provenienti da esperienze musicali differenti ma affini, i tre musicisti danno vita a un sound che richiama gruppi come Nine Inch Nails e Massive Attack. Con una forte matrice trip-hop e industrial, i POLISTIRENE sperimentano contaminazioni dub, metal ed elettroniche, raggiungendo la loro forma definitiva grazie alla produzione di Luca “Vicio” Vicini (Subsonica).

    Il disco affronta tematiche complesse e attuali, esplorando il rapporto predatorio tra esseri umani, e la relazione profonda tra corpo e identità, dove il corpo è inteso come spazio di espressione politica e personale.

    I testi si muovono tra simbolismi ed evocazioni esoteriche: tarocchi, pantheon egizio, giochi di ruolo e riferimenti a culture alternative. Ogni traccia è una vera e propria “riflessione-ribellione”, un tentativo di liberarsi da una condizione di stallo e passività. Il nome stesso del gruppo e il titolo dell’album racchiudono questa tensione.

    (POLISTIRENE; credits: Snovonne @Sno Drake Design & Media)

    “Il POLISTIRENE è un materiale inerte,

    impotente di fronte al cambiamento.

    Da un lato, afferma il bisogno di liberarsi dall’apatia;

    dall’altro, esprime il desiderio di

    autodeterminazione, individuale e collettiva.

    Riconoscere il decadimento è il primo passo per trasformarlo.

    (POLISTIRENE)

    POLISTIRENE è anche un progetto visivo e multimediale: una distopia mediatica costruita con immagini generate tramite intelligenza artificiale e rendering 3D, ambientata in uno scenario in cui un volo PAN-AM con destinazione ignota diventa simbolo di smarrimento e riflessione. L’intento è quello di interrogarsi in modo creativo e critico sullo statuto di verità delle immagini nell’era digitale: per questo, è stato scritto un MANIFESTO-MUSICALE-SINTETICO.

    “POLISTIRENE”

    CREDITS

    Musiche di Irene Cavazzoni Pederzini, 

    Billy T. Cooper, Paolo Palmieri

    Testi di Irene Cavazzoni Pederzini

    Prodotto da Luca ‘Vicio’ Vicini presso Punto V Studio
    Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio

    ©&℗ POLISTIRENE 2025 Distributed by Mastafive/Believe

    POLISTIRENE BIOGRAFIA