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  • Un tram tra sogni e realtà: il viaggio di KAWAKAMI in “Gitana”

    Gitana” (KeyRecords/Kmusic/ADA Music Italy) è il nuovo singolo di KAWAKAMI, l’artista milanese classe 1999 che, con la sua anima eclettica e il suo talento fluido, ci trascina in un’avventura musicale carica di suggestioni ritmiche e culturali. Il brano, disponibile su tutte le piattaforme digitali, è un omaggio alla libertà dell’artista e alla sua incessante ricerca di nuove tappe, luoghi e identità.

    Prodotto da KAIZÈN, “Gitana” unisce sonorità ancestrali e contemporanee, guidando l’ascoltatore tra le colorate vie dei mercati profumati d’Oriente e i portici calienti di Siviglia. Con un mix di lingue e culture, il pezzo celebra l’essenza nomade di KAWAKAMI, come lei stessa racconta:

    «Sono una “hija de la calle”, una figlia della strada. La mia musica nasce dal movimento, dal coraggio di lasciare alle spalle la staticità per inseguire una voce che non smette mai di chiamarmi.»

    Il testo alterna immagini forti e intime, come «Sono partita sopra a un tram, la vivi loca la vida… qua sempre il solito tran tran» e versi che tratteggiano la tensione tra fuga e libertà – «Corri ma via di qua, la musica, la celebrità» -. Liriche che trasmettono un dinamismo continuo, dipingendo un’avventura carica di energia e trasformazione, elemento centrale del progetto.

    Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale diretto da Gianmarco Oragano, che offre una narrazione visiva in grado di intensificare e rafforzare il messaggio di “Gitana.” Girato tra atmosfere esotiche e urbane, il video, in uscita lunedì 27 gennaio, vede la partecipazione di attori come Camilla Trotta e Valentina D’Amato, mentre la sceneggiatura, firmata da Antea Zavaglio e Camilla Conte, è incentrata sui contrasti tra tradizione e modernità, richiamando l’idea di un viaggio che è tanto fisico quanto interiore.

    Quella di KAWAKAMI è la voce di un’artista che si reinventa: già nota per i singoli “Altrove” e “Fiori di Carta,” brani che le hanno permesso di conquistare playlist editoriali di spicco come “Scuola Indie” e “Anima R&B,” continua ad evolversi con “Gitana”, una traccia che abbraccia la contaminazione culturale come elemento distintivo della sua musica. La scelta di mescolare lingue diverse, dall’italiano allo spagnolo, sottolinea la poliedricità dell’artista e il suo desiderio di abbattere confini, non solo geografici, ma anche musicali.

    «”Gitana” – conclude KAWAKAMI – è il mio manifesto di libertà: non importa quante volte mi perdo, c’è sempre una voce che mi riporta sulla mia strada.»

    Con “Gitana”, KAWAKAMI ci apre le porte del suo mondo nomade, invitandoci a salire sul suo tram, quello che corre tra sogni e realtà, senza una meta definita ma con la certezza che ogni tappa sarà un’esperienza indimenticabile. Perché essere “Gitana” non è solo un modo di vivere, è un modo di essere: liberi, inarrestabili, e sempre pronti a riscrivere la propria storia.

    Camilla Conte BIOGRAFIA

  • “Entropia” è il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote

    Dal 21 gennaio 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Entropia”, il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote.

     

    “Entropia” è un brano composto da Francesco Cavestri in collaborazione con Willie Peyote. Il brano, che fonde il pop con forti influenze di jazz contemporaneo e hip hop — i generi di provenienza dei due artisti — è arricchito da sonorità elettroniche che ne caratterizzano la produzione. Il testo, metaforico e ricercato, esplora il tentativo di un artista di trovare un equilibrio tra l’amore per una persona e quello per la musica, con l’obiettivo di elevare la propria arte e crescere come individuo. La canzone riflette sul vuoto che emerge quando la magia di un momento si trasforma gradualmente in “entropia”.

     

    “Entropia” è una corsa senza sosta tra paure e speranze, dove l’armonia musicale e la forza narrativa dei due artisti accompagnano l’ascoltatore in un viaggio emotivo e ipnotico. È un invito a lasciarsi trasportare dalla musica, trasformando la confusione in qualcosa di autentico e potente.

    Commenta l’artista a proposito del brano: “Entropia è un viaggio sonoro tra i mondi musicali che più mi affascinano e caratterizzano da sempre la mia ricerca musicale e divulgativa: il jazz e l’hip hop, due emisferi solo in apparenza inconciliabili e distanti, ma che in realtà presentano innumerevoli punti in comune. Fin dal mio primo album ‘Early 17’ ho raccontato come l’hip hop sia nato direttamente grazie alle influenze sonore derivanti dal mondo del jazz, e anche l’incontro con Willie Peyote è avvenuto proprio su questa fascinazione reciproca verso il mondo dell’altro, che ha portato alla nascita di questo brano in cui le sonorità del jazz contemporaneo incontrano le barre di uno degli artisti più rispettati e affermati nel panorama hip hop italiano. La produzione, realizzata nel mio home-studio bolognese durante dei caldi giorni di agosto e perfezionata nello studio milanese, è caratterizzata da patine di sonorità elettroniche che arricchiscono gli interessanti movimenti armonici, che gli studi e la pratica del jazz mi permettono di inserire anche in questo brano, mantenendo le contaminazioni che legano il jazz ad altri generi e che hanno caratterizzato i brani dei miei tre precedenti album,  sempre per raccontare che il jazz è una musica per tutti”.

     

    Biografia

    Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall’età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York. La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato “Early 17” (il cui titolo deriva dall’età in cui l’album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo “IKI – Bellezza Ispiratrice”, è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo “Una Morte da Mediano” raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound.

    Gli album verranno presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024. Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally’s Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà).

    A gennaio 2024 Cavestri ha inoltre ricevuto un ulteriore importante riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dall’autorevole rivista Musica Jazz.

    Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album “IKI – Bellezza Ispiratrice” registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all’Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Il tour è poi proseguito con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc…) e arriverà anche all’estero, segnando il debutto fuori dall’Italia del giovane pianista-compositore bolognese.

    Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l’associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell’International Jazz Day riconosciuto dall’Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.

    A settembre 2024, Francesco Cavestri ha avviato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e diventando Spirio Ambassador.

    Il 31 ottobre 2024 si è esibito con un concerto per JazzMi nel Teatro della Triennale di Milano con Willie Peyote, registrando il sold out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, Cavestri e Peyote hanno anche presentato il brano inedito realizzato insieme e di prossima uscita, mentre a fine novembre ha tenuto un concerto a Villa D’Este sul Lago di Como come apertura di una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.

    “Entropia” è il nuovo singolo di Francesco Cavestri realizzato in collaborazione con Willie Peyote disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 21 gennaio 2025. I due artisti hanno presentato il brano in anteprima in Triennale durante il concerto per JazzMi del 31 ottobre.

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  • “Lussuria e desiderio”: il nuovo brano dei Ferrinis tra attrazione e auto-distruzione

    Ci sono storie che nascono nell’ombra, fatte di segreti, attrazione e bugie che si sedimentano fino a diventare insostenibili. È da queste dinamiche, capaci di incrinare anche i legami più forti e causare crepe che portano al crollo, che nasce “Lussuria e Desiderio”, il nuovo singolo dei Ferrinis. Un brano che si addentra nei lati più oscuri dell’amore, svelando le verità scomode e traducendo in musica il momento in cui il desiderio si trasforma in un fardello intollerabile.

    Un tema che si intreccia con la realtà attuale: secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Infedeltà, la pandemia ha avuto un impatto significativo sulle relazioni di coppia in Italia. Il 31% degli italiani ha dichiarato che il periodo di isolamento ha portato a crisi di coppia, e il 19% ha segnalato una riduzione dell’attività sessuale. Questo contesto ha contribuito a un aumento dell’infedeltà, passando dal 34,5% del 2019 al 41% degli ultimi 2 anni.

    Seguito di “Coca e Malibù” e secondo estratto dall’atteso album “Twins”, la cui uscita è prevista per la primavera, “Lussuria e Desiderio” racconta un rapporto consumato dalla passione e distrutto dal suo stesso peso, un trasporto accecante che non riesce a sopravvivere alla realtà.

    «Notte dopo notte lussuria e desiderio, il cuore pesante se il destino ci porta lontano» recita il ritornello, condensando in poche parole il tormento e l’inquietudine di una storia vissuta sul filo del proibito, tanto irresistibile quanto incapace di reggere alla luce del giorno.

    In questo nuovo capitolo, i Ferrinis offrono uno sguardo diretto sulla relazione tra due amanti, due cuori intrappolati in una danza di attrazione e senso di colpa, dove la necessità di nascondersi finisce per logorare l’anima. Uno spaccato di contemporaneità che mette in evidenza situazioni che molti vivono ma raramente condividono, celate dalla vergogna e dalla paura di essere giudicati. Passione e silenzi si intrecciano, fino a rendere impossibile distinguere ciò che si vuole da ciò che si può avere, lasciando chi li vive sospeso tra ciò che sogna e ciò che è costretto a sacrificare.

    «Abbiamo voluto mettere in musica la collisione tra l’irresistibile e l’insostenibile – spiegano i Ferrinis -. Non si tratta solo di un legame tra amanti, ma di quel senso di vuoto e di colpa che resta quando una relazione finisce perché non può essere vissuta apertamente.»

    Se “Coca e Malibù” ha acceso i riflettori sui paradossi di una generazione travolta dai social e dalle apparenze, “Lussuria e Desiderio” si colloca dall’altra parte dello spettro, mostrando una maturità, artistica e personale, che esamina temi più articolati e complessi.

    «Ogni brano di “Twins” rappresenta una sfumatura diversa delle nostre esperienze e del nostro modo di fare musica – concludono i Ferrinis -. Con “Lussuria e Desiderio”, volevamo fare luce sul lato più oscuro del desiderio, quello che non viene mai raccontato ma che, infondo, è parte della vita di molti.»

    Come sempre, i Ferrinis dimostrano di essere artisti completi, in grado di dare vita ai loro progetti anche sul piano visivo. “Lussuria e Desiderio” è infatti accompagnato dal videoclip ufficiale – in uscita venerdì 31 gennaio -, che, diretto dalla creatività raffinata e distintiva di Alessandro Murdaca, aggiunge un ulteriore livello narrativo al brano, utilizzando immagini suggestive e dettagli curati per amplificare l’atmosfera e il significato della canzone.

    “Lussuria e Desiderio” ci invita a riflettere su come l’attrazione e le scelte che ne conseguono possano ridefinire le relazioni. È un pezzo che trova spazio non solo nelle playlist, ma anche nelle conversazioni di chi è pronto a trattare e affrontare il lato più scomodo dell’amore. Il video offre uno sguardo cinematografico sul tema della passione distruttiva, arricchendo e amplificando il significato del brano. I Ferrinis, con questa nuova release, consolidano la loro posizione come una delle realtà più interessanti della scena pop italiana, confermandosi capaci di analizzare argomenti delicati e spesso taciuti, attraverso la lente della loro musica.

  • Michele Pettinato presenta il singolo “La luce di chi si cerca”

    Michele Pettinato torna dopo una breve pausa musicale con il singolo “La luce di chi si cerca”, disponibile su tutti i digital store dal 27 dicembre.

    Si tratta di un brano che vuole portare un po’ di luce in questo mondo oscurato dalle brutte situazioni che sta vivendo. Michele parte da noi stessi: per migliorare quello che c’è fuori, prima miglioriamo noi. “La luce di chi si cerca” è un brano che ci invita a ritrovare quella scintilla che ci scuote e ci dà energia, che ci fa stare bene con noi e con chi ci circonda.

    Michele Pettinato ha scelto una melodia delicata, una ballad dove si esalta la voce e il messaggio del brano.

    La luce di chi si cerca è un invito a riscoprire la luce che abbiamo dentro e che spesso non facciamo brillare. Siamo purtroppo circondati dalle brutture di un tempo che tende ad allontanarci, a distaccarci diventando spesso insensibili.

    Dinanzi a questo scenario dobbiamo riscoprire quella parte nobile che c’è dentro ognuno di noi, quella luce che ci porta a cercare l’altro, le persone che stanno soffrendo. Penso alle tante solitudini delle nostre città, agli immigrati, ai bambini la cui infanzia è stata violata”, così il cantautore descrive il proprio brano.

    Il brano ha partecipato alle selezioni 2024 del premio internazionale “Gianmaria Testa”.

    Ascolta su Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/album/2U3ucu8CiD6p4Fjzp3wBUp


    Michele Pettinato BIOGRAFIA

  • “L’ora più dolce”, il nuovo emozionante brano di Giuseppe D’Alonzo e Manuela Limina

    Giuseppe D’Alonzo apre il nuovo anno con un emozionante singolo “L’ora più dolce”. IL brano disponibile dal 10 gennaio vede la collaborazione della cantante Manuela Limina.

    Chitarre e voce si abbracciano e si intrecciano in questa canzone che sa di tenerezza e amore. Ad accompagnare questa dolce e delicata melodia un videoclip girato da Alfredo Tarantini e Jacopo Canali all’interno del Parco Romano di Villa Sciarra, nei dintorni del Gianicolo e nell’osservatorio di Monte Mario.

    Il brano approccia il tema del divario generazionale utilizzando l’amore come strumento rappresentativo. Alla fine dell’ascolto e della visione del video si percepisce il parallelismo tra un amore maturo ed un amore saffico adolescenziale, egregiamente rappresentato dalle coreografie delle ballerine (Giorgia Leo e Martina Coderoni).

    Il testo utilizza due tipi di linguaggio.

    Le strofe in prima persona esprimono un linguaggio maturo, e trattano temi profondi quali la consapevolezza del tempo passato, la fugacità della felicità e della vita stessa di coppia, il bisogno di rallentare non sentendosi più al passo con i tempi, traendo persino giovamento da una inaspettata vita più “slow”.

    In perfetta contrapposizione, le strofe in terza persona usano un linguaggio volutamente semplice, quasi infantile, tipico dei primi amori adolescenziali. In realtà, come già anticipato, non si tratta di un semplice parallelismo tra le diverse età dell’innamoramento. I due blocchi generazionali, messi a confronto, portano a galla le diversità di interpretazione della vita in base all’orizzonte temporale che hanno davanti e ad uno scorrere del tempo percepito in modo differente. Così lento per i giovani e così rapido e fugace per la generazione matura.

    “È un tema certamente presente in tutti i confronti generazionali. Oggi però c’è qualcosa di assolutamente inedito, la velocità a cui viaggia la società contemporanea, complice la tecnologia, supera la velocità sostenibile dall’essere umano, maturo o giovane che esso sia. Da qui l’esigenza di ricorrere alle macchine e ad una intelligenza ausiliaria, artificiale. questa è una novità assoluta con cui le due generazioni, e quelle a venire, dovranno fare i conti loro malgrado”, così Giuseppe D’Alonzo descrive il proprio brano.

    Giuseppe D’Alonzo BIOGRAFIA

  • La volpe Sophia celebra il potere dell’abbraccio in un mondo diviso

    In occasione della 39ª Giornata Internazionale dell’Abbraccio, fondata nel 1989 e celebrata ogni 21 gennaio, La volpe Sophia, l’iconico personaggio educativo ideato dal filosofo, artista, musicista e regista Andrea Lucisano, presenta il suo nuovo singolo, “L’Abbraccio“. In un’epoca di distanze e divisioni, questo brano invita a riscoprire il valore di un gesto che abbatte barriere, riscalda l’anima, distende le tensioni e rafforza i legami.

    “L’Abbraccio”, come ogni progetto de La volpe Sophia, si caratterizza per un testo immediato e accessibile, che parla simultaneamente a tutte le generazioni. La canzone sottolinea l’importanza di un atto tanto semplice quanto rivoluzionario, «un bene che si dà e che ti ritornerà»: abbracciarsi per creare connessioni rigeneranti.

    Pensato per bambini e famiglie come momento di incontro e compartecipazione, restituendo rilevanza a una manifestazione d’affetto e accettazione che spesso viene dimenticata, questo singolo si inserisce in un percorso educativo che coinvolge le scuole e va oltre i confini nazionali. Attraverso flash mob e attività speciali, il 21 gennaio 2025 migliaia di alunni, insegnanti e genitori si uniranno simbolicamente sulle note del brano, estendendo il messaggio anche in paesi come Grecia e Tanzania. Un progetto formativo di portata globale che intreccia culture ed etnie, volto a connettere realtà diverse nel linguaggio universale della musica.

    Andrea Lucisano, che è anche presidente dell’associazione La Danza delle Farfalle, arricchisce questa proposta con l’impegno costante verso la creazione di materiali didattici e artistici. L’associazione, tramite iniziative come “L’Abbraccio”, mira a promuovere valori di bellezza, amore e condivisione, offrendo strumenti concreti per un’istruzione emotiva e culturale.

    «Un abbraccio è una casa portatile: un rifugio che possiamo costruire attorno a noi in ogni momento – afferma Lucisano -. L’arte e la formazione devono camminare insieme per creare un mondo migliore e con “L’Abbraccio”, io e volpe Sophia vogliamo ricordare a grandi e piccini che l’azione di stringersi può essere un dono prezioso, capace di trasformare relazioni e portare armonia.»

    Un’educazione alla bellezza potenziata dall’uscita di tre libri dedicati alla volpe Sophia, alleati preziosi per bambini e famiglie atti a riscoprire i princìpi della meraviglia, della gioia e della semplicità. Disponibili a breve sul sito www.ladanzadellefarfalle.com, i volumi rappresentano un ulteriore tassello nella missione ispiratrice ed edificante del progetto.

    Dal suo debutto, il personaggio della volpe Sophia ha conquistato il cuore di migliaia di persone. Protagonista di una serie televisiva educativa, la piccola volpe si è affermata come messaggera di valori senza tempo. Ogni iniziativa, come “L’Abbraccio”, incarna un impegno verso un futuro più solidale e sereno.

    La Giornata Mondiale dell’Abbraccio è anche un’opportunità per le scuole di partecipare attivamente. Gli insegnanti possono organizzare momenti collettivi in classe e inviare i video delle esibizioni all’indirizzo ladanzadellefarfalle@gmail.com. Il video più creativo riceverà in premio uno dei nuovi libri della volpe Sophia. Un concorso che non solo premia l’inventiva e la fantasia, ma diffonde un messaggio di empatia e collaborazione.

    Andrea Lucisano sottolinea la virtù della semplicità come antidoto alla complessità del mondo moderno:

    «Credo fermamente che diffondere messaggi di affetto e fiducia possa rendere il mondo un posto migliore. “L’Abbraccio” è il mio modo di contribuire a questa visione, con un gesto che tutti possono fare, ogni giorno. Viviamo in un tempo dove spesso dimentichiamo l’essenza delle cose. Riscoprire la forza immediata di un abbraccio è rivoluzionario, perché ci riconnette con ciò che conta davvero.»

    In un tempo dove tutto appare sempre più frammentato, riscoprire la forza istantanea di un abbraccio è davvero un atto rivoluzionario. È nella sua immediatezza che risiede il potere di trasformare la quotidianità, rendendo ogni giorno un momento speciale e ispirando fiducia nel futuro.

    “L’Abbraccio” è disponibile su tutte le piattaforme digitali e accompagnato dal videoclip ufficiale, visibile su YouTube.


  • Camilla Bianchini: esce il podcast “Call Back”, online il primo episodio “Il lavoro dell’attore consiste nel cercarlo”

    Dal 20 gennaio 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale la prima puntata di “CALL BACK”, il podcast fictional italiano prodotto da Blackcandy Produzioni e tratto dall’omonimo romanzo di CAMILLA BIANCHINI, edito da Bertoni Editore.

    Nel primo episodio, intitolato “Il lavoro dell’attore consiste nel cercarlo”, conosciamo Nina, protagonista e voce narrante del podcast. Ha trentadue anni e ama dire che si chiama così per la protagonista de “Il Gabbiano” di Čechov, ma in realtà era il nome della nonna che aveva una merceria e non sapeva nemmeno chi fosse Čechov. Nina è un’attrice, ma fatica a definirsi tale, specialmente sulla carta d’identità. Forse perché ancora si barcamena tra lavoretti part-time malpagati, o forse perché è in cerca di un ruolo, nella vita e nella fiction Gente di Mare 50, per cui ha appena fatto un provino. Nell’attesa, divide un miniappartamento a Balduina, quartiere di Roma Nord, con la sua migliore amica Angi, una Social Media Manager. A complicare le cose ci sono i giudizi di sua madre, Maria Vittoria, membra onoraria del Circolo Maiincanottiera, che continua a ripeterle che sarebbe stato meglio iscriversi a Giurisprudenza. Arriverà o no il tanto atteso Call Back?

    Attrice, scrittrice e voce narrante del podcast, Camilla Bianchini attraverso questa storia, dà voce ad una generazione, quella dei Millennial, che, nonostante le incertezze, non smette mai di sognare. Diviso in sette episodi, “Call Back” racconta in una sorta di rocambolesco flusso di coscienza la storia di Nina, attrice trentaduenne che, in attesa di un call back per un ruolo nella serie Gente di Mare 50, spera di dare una svolta decisiva alla sua carriera. Nel frattempo, Nina si destreggia tra provini improbabili – come quelli per una pubblicità di dentifrici – lavoretti part-time mal pagati e l’instabilità del mondo dello spettacolo, lontano dai riflettori e dai red carpet. La svolta arriva con una proposta di lavoro da una celebre casting director, Soldonipertuttitrannecheperte, che trascina Nina in una serie di peripezie, costringendola a fare i conti con il proprio passato e il proprio presente. L’ironia è il tratto distintivo di questo podcast, che si rivolge ai Millennial e a tutti coloro – attori, attrici e non – che si trovano ancora in cerca del loro posto nel mondo.

    A proposito del podcast, Camilla Bianchini spiega: “Quando Call Back era solo nella mia mente avrebbe dovuto essere un monologo teatrale tragicomico che raccontava le avventure quotidiane di un’attrice trentenne precaria poi però mi è presa la mano ed è nato un romanzo edito da Bertoni Editore, durante le presentazioni mi divertivo così tanto a leggerlo e interpretarlo che ho pensato: si potrebbe fare un fictional podcast”.

     

    Ascolta “CALL BACK” su Spotify https://open.spotify.com/show/7t6IvW9YSp3FC9tER7GeYW

    Biografia

    Camilla Bianchini nasce a Roma nel 1987, nipote d’arte, il nonno infatti era la voce italiana di James Bond ( ma anche, ci tiene molto Camilla a ricordarlo, di Baloo de Il Libro della Giungla), si forma alla Scuola di recitazione Teatro Azione diretta da Cristiano Censi e Isabella Del Bianco e contemporaneamente si laurea in Letteratura Musica e Spettacolo con una tesi su Gli Indifferenti di Alberto Moravia a confronto con il celebre film di Citto Maselli ed effettivamente Letteratura e Cinema continuano ad avere una grande importanza nel suo percorso artistico. Camilla negli anni si muove tra teatro, quello off, grande palestra per chiunque decida di fare il mestiere dell’attore ma anche palchi più grandi, come quello di Segesta e di Ostia Antica. Ha ideato lo spettacolo “Ricomincio da G.”, omaggio a Giorgio Gaber in cui l’attrice insieme all’attore Pietro De Silva e a sei musicisti ripercorre il percorso artistico e umano di Giorgio Gaber, ha scritto monologhi per il teatro e un romanzo CALL BACK edito da Bertoni Editore da cui è tratto il podcast. Per quanto riguarda il cinema la prima esperienza importante è con un corto, L’Appuntamento, vincitore del Globo d’Oro nel 2013, tra i film a cui Camilla ha partecipato ricordiamo l’opera prima di Milena Cocozza “Letto n 6”, una ghost story prodotta dai Manetti Bros, in televisione ha l’occasione di interpretare la celebre scrittrice Emily Bronte in una versione de Le Interviste Impossibili per Rai5, ha partecipato recentemente anche alle serie Le indagini di Lolita Lobosco  per Rai1 regia di Renato de Maria e Vita da Carlo 3 regia di Carlo Verdone e Valerio Vestoso. Attualmente è in tournee con lo spettacolo Signorine nel tempo, l’epopea delle Signorine Buonasera, regia di Pietro De Silva.

    Il primo episodio di “Call Back” il podcast di Camilla Bianchini prodotto da Blackcandy Produzioni è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 20 gennaio 2025. Le nuove puntate usciranno con cadenza settimanale.

     

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  • I Nexus trasformano il tempo in musica: “Love in Time” è il nuovo singolo

    Iniziare l’anno con un messaggio di connessione e armonia: è questo l’obiettivo di “Love in Time”, il nuovo singolo dei Nexus sull’importanza di vivere pienamente gli istanti che dedichiamo alle persone che amiamo. Il duo, formato da Tommaso e Michele, ci invita a fermarci e a considerare il valore delle connessioni, riscoprendo il tempo come un dono che trascende il suo semplice scorrere.

    “Love in Time” è un pop-dance dalle linee melodiche calde e dalle bassline marcate, in grado di combinare strofe dinamiche, hook emozionali e drop che catturano l’attenzione. L’obiettivo è trasformare ogni ascolto in un’opportunità, un’occasione per pensare ai momenti che condividiamo con coloro che ci circondano.

    Il brano trova la sua piena espressione nell’emotività del suo suono e nella riflessione che ci invita a fare: nato da due sessioni in studio, racconta, attraverso la sua architettura musicale, l’evoluzione di un rapporto che, costruito su piccoli attimi condivisi, si trasforma in qualcosa di unico, grazie alla volontà reciproca di essere presenti, non solo per l’altro, ma anche per se stessi.

    «Abbiamo dato vita a questa traccia riflettendo su come le relazioni evolvono nel tempo, crescendo attraverso i momenti trascorsi insieme – raccontano i Nexus -. Il nostro desiderio è che la musica diventi un catalizzatore di pensieri positivi e connessioni vere.»

    La genesi di “Love in Time” è il risultato di un processo creativo in studio tra sessioni solitarie e collaborazioni internazionali, con un cantante d’oltreoceano scoperto su Fiverr. Il titolo del pezzo riflette la sua chiave di lettura: il tempo come dono prezioso da offrire a chi amiamo, attraverso gesti semplici, capaci di rendere la quotidianità un’esperienza straordinaria.

    Nel testo, alcuni passaggi si rivelano particolarmente rilevanti: «I’mma give you all my time» («Ti darò tutto il mio tempo»), descrive il desiderio di dedicarsi completamente all’altro, mentre l’espressione «Wish I could press rewind, so I could give you all my time» («Vorrei poter premere il tasto rewind, per poterti dare tutto il mio tempo») racchiude il rimpianto di non poter tornare indietro per valorizzare meglio le relazioni. Infine, «Every second, every minute, every hour» («Ogni secondo, ogni minuto, ogni ora»), ripetuto più volte, sottolinea l’importanza di vivere appieno, puntando il focus sull’importanza del presente, che non deve mai essere dato per scontato. Questa ripetizione crea un senso di urgenza e di rinnovata percezione, spingendo l’ascoltatore a riconsiderare il proprio rapporto con il tempo.

    «Questo singolo rappresenta la nostra visione di armonia e benessere – prosegue il duo -, un mondo visto non solo per quello che è, ma per quello che vorremmo che fosse.»

    Dal loro debutto ufficiale nel 2022, i Nexus hanno ridefinito il panorama EDM italiano, fondendo influenze pop-dance con un approccio narrativo che li caratterizza. Dopo l’album d’esordio “S(he) Be(lie)ve(s)” e i singoli “Feel Without You” e “Honey (Shake It Up)”, “Love in Time” segna la tappa successiva del loro percorso, in cui ogni traccia è un invito a riflettere e connettersi, non solo con la musica, ma con il mondo che ci circonda.

    I Nexus non definiscono la loro musica né mainstream né underground, ma come un filo conduttore che unisce persone, emozioni e idee. Con “Love in Time”, Tommaso e Michele mettono in luce ancora una volta la capacità delle canzoni di migliorare la vita di chi le ascolta.

    Nel contesto di un’era in cui il tempo è spesso percepito come un bene fugace, “Love in Time” ci incoraggia a dedicare spazio e attenzione alle persone a noi care, a vivere il presente, a dedicare il nostro bene più prezioso a ciò che veramente conta. È un invito a non rifugiarsi nel passato, ma a vivere ora, con consapevolezza.

  • “Transustanzione”: la provocazione musicale che serviva dei Sümelga e Al Vox

    «Dio è morto, Nietzsche pure, ed io non è che stia così bene»: questa frase, che ribalta il celebre aforisma nietzschiano, trasforma la riflessione esistenziale in una constatazione pungente. In un mondo in cui i pilastri culturali sembrano crollati, il Rock’n’Roll diventa una possibile via di fuga, un simbolo di ribellione e vitalità. Ed è da questo presupposto, in un intreccio articolato di critica sociale, filosofia e ironia tagliente, che i Sümelga, in collaborazione con Al Vox, pubblicano il singolo “Transustanzione” (PaKo Music Records/Believe Digital), un brano che promette di stimolare il pensiero e suscitare nuove prospettive. La traccia indaga, con un linguaggio intellettuale e provocatorio, temi che spaziano dall’alienazione sociale alla ricerca di nuovi punti di riferimento culturali e spirituali.

    La canzone si apre riprendendo uno dei pezzi più iconici e nazional-popolari di Mina, “Zum zum zum”, qui utilizzato per richiamare il tormento di pensieri insistenti e inarrestabili, che introducono il tema centrale del brano. Le citazioni si estendono con il breve campionamento dell’inno nazionale, “Il Canto degli Italiani”, rafforzando il significato di un’Italia «che non s’è desta» e suggerendo una stagnazione ideologica che fa da sfondo alla narrazione.

    Nel testo, la frase «Cannibalismo domenicale niente di male» si staglia come una delle immagini più distintive, una metafora che racconta una società imprigionata in abitudini, per loro natura monotone e ripetitive. Questo concetto rimanda ad una routine automatica, quasi meccanica che, come un consumo simbolico, riduce il significato delle esperienze a gesti privi di profondità. L’allusione è a un comportamento iterativo che, pur avendo una funzione concreta, rappresenta un vero e proprio utilizzo vano delle emozioni, riducendole a vacui atteggiamenti e svuotandole della loro essenza.

    “Transustanzione” è una rappresentazione emblematica di un conformismo dilagante, lontano dalla ricerca di qualcosa di più “trascendentale”. Il tutto viene raccontato con una penna ironica e penetrante, che non risparmia colpi.

    Con un omaggio al teatro dell’assurdo di Ionesco e un’immersione nell’iconografia dantesca, i Sümelga ci conducono in un «girone a senso unico per peccatori precari», un inferno moderno in cui anche le trasgressioni si sono fatte veniali. Un ritratto che si discosta dall’ordine e dalla giustizia divina tradizionali di Dante, per raffigurare invece un caos contemporaneo che ci spinge a riflettere sulla società attuale.

    Tra alienazione e ironia, “Transustanzione” propone il Rock’n’Roll come antidoto al vuoto esistenziale e alla superficialità dilagante. È un’ode alla ribellione culturale e alla ricerca di significati più rilevanti, sia a livello individuale che collettivo.

    «Questo brano è nato dalla sensazione di smarrimento che molti di noi provano in una società sempre più frenetica e conformista – dichiarano i Sümelga -. Insieme ad Al Vox, abbiamo voluto usare l’ironia e la provocazione per portare in musica questi temi, unendo riferimenti filosofici e culturali al potere liberatorio del Rock’n’Roll. Speriamo di poter dare spunti di riflessione, ma anche un po’ di leggerezza».

    In un mondo che corre senza sosta, i Sümelga, insieme ad Al Vox, ci invitano a fermarci e guardare oltre, per scoprire nuove prospettive e ritrovare il potere liberatorio del rock. Questo singolo è una sfida a pensare, a cambiare, a vivere senza compromessi; un invito ad interrogarci sulla nostra realtà, lasciando spazio a una visione lucida e consapevole del presente.

  • “Come la cerva anela ai corsi d’acqua”, il nuovo libro di Valerio Vecchi

    Valerio Vecchi, autore e conduttore tv, torna sul panorama editoriale dal 20 dicembre con il suo terzo libro dal titolo “Come la cerva anela ai corsi d’acqua” per Amazon Indipendent Publishing, disponibile anche in versione kindle.

    Dopo le opere letterarie “La spettacolare storia di Ebenizer” (2018) e “Il sorriso degli elefanti (2021), Vecchi si propone ora con un libro incentrato sulle relazioni e la Chiesa, affidando la prefazione a don Cesare Silva, parroco del Duomo di Vigevano, e il contributo finale a chiusura del volume alla scrittrice e giornalista Isa Grassano, che collabora con diverse testate nazionali.

    Pietro Torre è un bibliotecario prossimo alla pensione. Abitudinario, semplice e rispettoso, svolge la sua mansione con amore e dedizione, pensando come cambierà la sua vita quando non lavorerà più con i suoi libri. Durante un temporale estivo, entra una donna con abiti che la rendono irriconoscibile in volto e lascia un volume in dono per la biblioteca, in realtà un’opera inedita. Pietro, leggendolo, si accorgerà che la sua vita è legata inspiegabilmente a quello scritto, più di quanto lui stesso possa credere. Inizia così un viaggio introspettivo, fatto di riflessioni sull’esistenza e soprattutto sulla fede, ripercorrendo anche i momenti della sua vocazione e rispolverando i dialoghi – attraverso i ricordi – con il suo amico sacerdote. Quella donna è anche una dolce scoperta che riaffiora dal suo passato e tutto ciò che circonda il bibliotecario diventa, così, un meraviglioso tessuto relazionale, che sviscera in profondità un ventaglio di sensazioni ed emozioni desiderose di essere come una “cerva che anela ai corsi d’acqua”.

    Questo libro vuole essere strumento di riflessione su due principali tematiche: la diffusione della cultura e le vocazioni – ha spiegato lo scrittore trentenne lomellino.

    Unire questi due temi non è stato facile. Il primo è stato spiegato per mezzo della metafora del protagonista che, prossimo al pensionamento, si dice preoccupato del futuro delle biblioteche. Ambientato tra vent’anni, considerando il calo di utenza e attrattività, nutro delle perplessità sul fatto che le biblioteche potranno avere ancora personale, a causa anche dei processi automatizzati e delle nuove diffusioni digitali.

    Il secondo tema, quello delle vocazioni, vede sempre più seminari svuotarsi e la Chiesa fatica ad avviare nuove generazioni al volontariato in Parrocchia. Questi due aspetti li ho voluti fondere in un viaggio introspettivo del protagonista, Pietro Torre.

    Inevitabile interpretare tra le righe il profondo attaccamento con un sacerdote, don Stefano Cerri, che è stato per me maestro di vita e con il quale questo libro è stato inizialmente condiviso, specie nelle parti in cui venivano sviscerate problematiche legate al tempo presente della Chiesa.

    Grazie all’esperienza in parrocchia, nella quale sono volontario, ho imparato tante cose indirettamente, osservando i tempi e le dinamiche che i tempi liturgici impongono. Credo sia una vera e propria scuola di vita. Non a caso, il titolo del libro si trova in un Salmo. L’idea è pensare che nuove generazioni possano riscoprire quei valori che si sono assopiti con il tempo, primo fra tutti il rispetto e sapere far parte di un gruppo: sono questi i due insegnamenti fondamentali che la Chiesa mi ha trasmesso”.

    “Valerio ha consegnato a queste carte un vissuto che si fa invenzione – si legge nella prefazione di Don Cesare Silva. Vi prego di leggerle a sorsi, come si gusta un vino pregiato e poi chiudere gli occhi e pensare, ripensare, immaginare, sognare, immedesimarsi. Ciascuno di noi potrà così trovarsi in un viaggio interiore”.

    “Queste pagine – scrive nella postfazione Isa Grassano – diventano dono, perché parola dopo parola ci si ritrova in un gioco di rimandi tra le nostre vite e quella dei protagonisti (e ovviamente dell’autore). Un volume che racchiude il senso dell’amore, degli incontri che ci segnano, ci danno energia e ci proteggono. E poi il cielo a cui guardare con animo speranzoso e continuare a credere. Dell’autore si apprezza anche la sua voglia di aprirsi e raccontarsi, senza vergogna. E il passaggio all’agorafobia di cui ha sofferto, a quella paura che scattava forte sui palchi e negli studi televisivi, in qualche modo lancia un messaggio di forza per chi, come lui, teme il contatto con gli altri”.

    Quest’opera è un invito a riflettere, magari per migliorare la società, scritta senza ridondanze e sbavature per allontanarsi dal “mercato convenzionale” e “sicuro”. È un libro che si capisce o non si capisce, non c’è mezza misura, a sé stante rispetto ai primi due volumi e che segna un nuovo inizio sia personale per l’autore, sia nella sua composizione stilistica, definita da alcuni addetti ai lavori più matura.

    SCHEDA TECNICA

    AUTORE: VALERIO VECCHI

    PREFAZIONE: DON CESARE SILVA

    POSTFAZIONE: ISA GRASSANO

    PAGINE: 117

    EDITORE: AIP (Amazon Indipendent Publishing)

    VERSIONE: Cartacea con copertina rigida e Kindle

    DATA DI RILASCIO SUL MERCATO 20 DICEMBRE

    VALERIO VECCHI

    Valerio Vecchi, 30enne lomellino, ha una carriera ricca e variegata nel teatro, televisione, scrittura e volontariato. Debutta nel 2011 con una compagnia teatrale dialettale e scrive numerosi spettacoli originali che riscuotono successo nella provincia di Pavia fino al 2016. Nel 2017 si classifica quinto all’Ariston Comic Selfie e sviluppa format musicali come Lomellina in…Canta.

    In televisione esordisce nel 2016 con L’Almanacco su TelePavia e prosegue con programmi come La Radio a Colori, fino a raggiungere un pubblico nazionale prima con Voci da raccontare e dal 2024 con Voci d’Italia su Canale Europa TV. Pubblica tre libri, La spettacolare storia di Ebenizer (2018) e Il sorriso degli elefanti (2021), Come la cerva anela ai corsi d’acqua (2024). Attualmente collabora anche con il settimanale La Lomellina.

    Nel volontariato, presiede commissioni culturali e promuove iniziative benefiche, quali il progetto “Un libro x amico” per sostenere centri diurni per disabili.

    Valerio unisce arte, cultura e impegno sociale, ottenendo consensi a livello locale e nazionale, ed è proprio dalla “gavetta” della parrocchia che nascono ben più ambiziosi progetti, la voglia di vivere ogni giorno il mondo dello spettacolo, di esserne parte integrante. www.valeriovecchi.it