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“Parole al vento”: l’omaggio del sassofonista Tino Tracanna e degli studenti del Conservatorio Verdi di Milano a Charles Mingus il 18 maggio a Settimo Milanese
MILANO – Si concluderà mercoledì 18 maggio la nuova stagione di “Parole al vento”, la rassegna organizzata da AHUM a Settimo Milanese (Mi) e diretta da Antonio Ribatti con l’obiettivo di promuovere la cultura musicale nel segno della interdisciplinarità tra suoni, arti visive e nuovi linguaggi. Per il quarto e ultimo appuntamento della manifestazione, a Palazzo Granaio (largo Papa Giovanni XXIII 1, ore 21, ingresso libero) andrà in scena “Mingussiana: Seven for Mingus”, progetto ideato dal sassofonista e compositore Tino Tracanna in occasione del centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più importanti jazzisti di tutti i tempi. Insieme a Tracanna, nome di spicco della scena italiana, si esibiranno alcuni dei più brillanti studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Mingus elaborò una formidabile sintesi musicale tra la grande tradizione del jazz e i nuovi linguaggi che in quel momento stavano esplodendo, recuperando l’improvvisazione collettiva e riproponendola nell’ambito formale delle sue meravigliose composizioni, fertile terreno per i suoi collaboratori, formidabili solisti che come lui si muovevano con disinvoltura tra tradizione e avanguardia. Il settetto diretto da Tino Tracanna al sax tenore (con Cecilia Barra, voce; Daniele Nocella, tromba; Giacomo Cazzaro, sax alto; Claudio Guarcello, pianoforte; Cristiano Nuovo, contrabbasso; Elia Ambrosioni, batteria) interpreterà alcune delle più belle composizioni del contrabbassista afroamericano, rispettandone l’impianto formale ma riproponendole secondo la propria personalità musicale e il proprio linguaggio improvvisativo, nel rispetto della vocazione fondante della musica di Mingus.“PAROLE AL VENTO” – Dal 6 aprile al 18 maggio a Settimo Milanese (Mi)Il programma (ingresso libero a tutti gli eventi fino a esaurimento posti)Direzione artistica: Antonio RibattiMercoledì 6 aprile, ore 21Auditorium Anna Marchesini, via Grandi 12, Settimo Milanese (Mi).“Il suono disorganizzato”Prova aperta a cura di Ferdinando Faraò & Artchipel OrchestraMercoledì 20 aprile, ore 21Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).“Inseguendo quel suono – Una storia di Ennio Morricone”A cura di Alessandro De Rosa (voce narrante), Fausto Beccalossi (fisarmonica) e Claudio Farinone (chitarre).Mercoledì 4 maggio, ore 21Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).“Batuke – Storia sociale del samba”A cura di Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), con la partecipazione del laboratorio di percussioni Toc Toc.Mercoledì 18 maggio, ore 21Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).“Mingussiana: Seven for Mingus”In occasione del centenario della nascita di Charles Mingus.Con Tino Tracanna e gli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano: Cecilia Barra (voce), Daniele Nocella (tromba), Giacomo Cazzaro (sax alto), Tino Tracanna (sax tenore), Claudio Guarcello (pianoforte), Cristiano Nuovo (contrabbasso), Elia Ambrosioni (batteria).On line: www.ahumlive.comInformazioni: 3454454549; email: info@ahumlive.com; ingresso libero, si consiglia la prenotazione. -
Eman, fuori il nuovo singolo Il matto per Mescal
Il matto è il singolo che sancisce il ritorno di Eman, che si mette nei panni di Simone, ai margini di una società in balia del consumismo e che non riesce a dare più il giusto valore alle piccole cose. Un uomo che continua a guardare con disincanto il mondo che lo circonda, con gli occhi colmi di stupore di un bambino, che viene deriso dagli altri per il suo stile di vita e il suo modo di fare e che preferisce dedicare il suo tempo a godersi quanto di bello il quotidiano possa offrirli piuttosto che diventare schiavo di scadenze, file e impegni.
Il cantautore ribalta la prospettiva e ci fa capire quanto siamo noi i veri matti al giorno d’oggi, ossessionati dal desiderio di apparire, abbindolati dai social, incapaci di instaurare rapporti sinceri e vittime dell’omologazione. Simone è il capro espiatorio della frustrazione altrui, diverso e quindi giudicato con sospetto e paura. A degnarlo di considerazione è un cane che si avvicina a lui e gli lecca la mano, compagno di viaggio di un’ipotetica giornata da mendicante di attenzioni ma felice di essere malato di normalità, di essere capace di fissare il cielo e non lo schermo di un cellulare mentre passeggia per strada e di non assoggettarsi alla massa.
Eman – Il matto cover Il messaggio finale è potente e spiazzante: se vai troppo forte poi vivi a metà. Il consiglio è quello di riuscire a ritagliarsi del tempo per se stessi, per le proprie passioni e per ricucire ferite interiori che non si cicatrizzano con gli insulti gratuiti sotto a un post o con la derisione pubblica. La produzione, curata dal fido SKG, si caratterizza per un incedere scanzonato che segue musicalmente la mentalità del matto, con la presenza degli archi che si alterna a passaggi elettronici e più cadenzati.
«Dietro la storia del protagonista del brano si cela una critica al mondo dei finti bisogni; a quest’epoca della felicità per forza; da mostrare in time line, il Matto si contrappone con autoironia, prendendosi del tempo per l’alba, per innamorarsi, per carezzare un cane, randagio e libero come lui. Il pensiero del Matto è lucido e tagliente “ormai sono le cose a possedere le persone”; e la sua semplicità e schiettezza lo pongono distante dalla gente che gli passa accanto: quella stessa gente che lui vede rincorrere la vita, schiacciata tra l’avere troppo e il non avere mai abbastanza…» ci racconta l’artista.
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Eman, all’anagrafe Emanuele Aceto, ha all’attivo tre album, Come aceto, Amen e Eman. Il suo repertorio, difficilmente etichettabile, esplora mondi musicali spesso opposti: dal reggae al dark, dall’electro-rock alla musica d’autore contemporanea e d’ispirazione internazionale. L’originalità compositiva incontra testi profondi, spesso veicolo di messaggi a carattere sociale o di denuncia (come nel caso di Amen, Chiedo scusa, Ritorno a casa) ma anche ironici e provocatori (Milano, L’amore ai tempi dello spread, Svegliati). Il matto è il suo nuovo singolo, in radio e su tutte le piattaforme digitali dal 29 aprile, su etichetta Mescal e distribuito da ADA Music Italy.
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DOREMIFASUD CONTAMINAZIONI CULTURALI 2022 DAL 6 ALL’8 MAGGIO IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MUSICA DEL SUD DEL MONDO
Finalmente, dopo due anni di attesa, torna il Festival DOREMIFASUD, giunto alla sua V edizione.
- 3 giorni di eventi
- 10 artisti e band live!
- 3 cene etniche
- 5 workshop e laboratori, per giovani, adulti, famiglie e bambini.
E quest’anno, grandi nomi tra i concorrenti.
VENERDI’ 06 MAGGIO 2022
ORE 18.30: APERTURA DEL FESTIVAL CON INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA E PREMIAZIONE
19.00: ESIBIZIONE DI SANDRO JOYEUX
ORE 19.30: APERICENA ERITREO
21.00: PRIMA SERATA DELLE SEMIFINALI
Gafarov Ensemble | Tommy Kuti | Cico & Mama Afrika | Karamu Afro Collective | Jambow Jane
24.00: CIAK SI BALLA! DJ SET con DJ MIGOSABATO 07 MAGGIO 2022
ORE 15.30 – 17.00: WORKSHOP DI DANZA AFRICANA SUI TAMBURI BASSI CON ISMAIL BANGOURA. ASSOCIAZIONE SINITAH.
ORE 17.30 – 19.00: WORKSHOP DI DANZA AFRICANA CON IL MAESTRO NINO RADDI FARXAAN. ASSOCIAZIONE KARAMOGO.
ORE 17.30 – 19.00: WORKSHOP DI KORA CON IL MAESTRO BURKINABÈ YAYA DEMBELÈ
ORE 19.00: ESIBIZIONE DI JANE JERESA
ORE 19.30: APERICENA SENEGALESE
21.00: SECONDA SERATA DELLE SEMIFINALI
Tren del Sur | Sinedades | Nikuze Bonfils | Nabil Hamai | Francesco Riotta & Ameth Sissokho
24.00: CIAK SI BALLA! DJ SET con DJ MIGODOMENICA 08 MAGGIO 2022
ORE 15.30 – 16.30: Laboratorio Toc Toc Officina del ritmo con il maestro Kal dos Santos, per bambini e famiglie
ORE 16.30 – 17.30: “Roda di Capoeira” con i Bambini della Scuola Cadorna di Milano: Progetto “insieme nel cerchio” INCLUSIONE di A.s.d. Spazio Capoeira Desequilibrio
ORE 17.30 – 18.30: STORIE IN MUSICA, CON MERENDA, PER BAMBINI E FAMIGLIE
ORE 19.00: APERICENA COLOMBIANO
ORE 21.00: FINALE
ORE 23.00: PREMIAZIONE DEI VIDEO MUSICALI
ORE 23.30: PREMIAZIONE MUSICISTI
Vi aspettiamo!
Per info e prenotazioni:
email: info@ciqmilano.it
Tel.: 349 643 2404
Seguilo su Facebook: https://www.facebook.com/events/ 309724281320611/ -
“Moncadas”: ecco il nuovo album in studio del rapper Turi Moncada
Dal 15 aprile 2022 è disponibile su tutte le piattaforme digitali MONCADAS, l’album d’esordio dell’artista palermitano TURI MONCADA (alias di Salvatore Moncada, classe ‘98), pubblicato per la nuova label La Victoria Records fondata da St. Luca Spenish e Simone Barbieri.
La release entra a far parte dei progetti che arricchiscono la vasta programmazione discografica della label nei mesi a venire, con un roster che vanta al suo interno nomi celebri come Miss Fritty e nuove scommesse dell’urban italiano, come lo stesso Turi Moncada, Issel, Skinny Raise, Engeezo, Don Rizzo e Kappa24.
MONCADAS è una raccolta di 11 brani scritti e registrati tra il 2021 e il 2022. Il titolo dell’album richiama il cognome di origini spagnole dell’artista, già giovane membro fondatore del collettivo Gorilla Sauce, che cela nel suo primo disco una doppia chiave di lettura. La “S” che compare nel titolo, infatti, evoca il tema ricorrente della famiglia, ma anche le molte sfaccettature nello stile musicale di Turi Moncada, che si evidenziano in ogni brano.
“MONCADAS è il riassunto in musica degli ultimi due anni della vita di un ragazzo siciliano che ha preso consapevolezza di voler essere se stesso a tutti i costi”, spiega l’artista. “All’interno ho messo le mie storie, le difficoltà della mia terra, le mie paure, la musica e la cultura che mi hanno ispirato durante la mia crescita”.
Nella tracklist spiccano le collaborazioni con Frank Popa (Però piace), Nevra (Molto più), Issel (Safe) e le produzioni di Valentino, Alex 3o5 e Yahweh.
Turi Moncada alterna banger ad esercizi di stile, storytelling a brani più leggeri e intimi, senza mai dimenticare quanto la sua città e la realtà siciliana abbiano un peso specifico nelle storie che racconta. Su tutti, brani come U Sai e La parola con la M mostrano la realtà della sua città filtrata dagli occhi dell’artista, fra stereotipi da abbattere e una criminalità troppo spesso ostentata, ma ben lontana dalla reale piaga della mafia, che flagella la nostra attualità.
Il sound tra l’hip hop più classico e le nuove sonorità dell’urban sintetizza nella sua molteplicità di ispirazioni una maggiore maturità rispetto ai primi EP e mixtape dell’artista, arricchito da citazioni e riferimenti cinematografici da sempre presenti nei testi di Turi Moncada.
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Luca Aquino nel nuovo album di Max Fuschetto: Ritmico Non Ritmico!
NovAntiqua pubblica il nuovo avvincente album del poliedrico compositore. Jackson Pollock, Paul Klee e Lucio Battisti in un crossover concettuale dalla pittura al modern-classical. Special guest Luca Aquino
Ritmico Non Ritmico: la musica di Max Fuschetto verso le frontiere dell’arte
MAX FUSCHETTO
Ritmico Non Ritmico
NovAntiqua
9 tracce | 36.37 min.
«Ritmico Non Ritmico è procedere senza categorie. Il mondo e il suo rovescio. Lo specchio in cui si riflette l’assenza. Il non identico necessario che completa la formula dell’essere. Il titolo nasce da una parafrasi di Ritmicamente, uno dei quadri di Paul Klee in cui è rappresentata una scacchiera disegnata a mano. Ritmico come disposizione architettonica degli elementi che realizzano una forma; Non ritmico di dimensioni musicali che nascono da elementi fluttuanti, continuum sonori che si espandono liberamente. Ritmico come pulsazione costante, dei suoni ribattuti sui tasti di un pianoforte o ripetuti tra soffio e lingua nel tubo di un flicorno; e anche di una Non Ritmica sospensione: il beat assente, il passo che non trova appoggio, la sensazione del vuoto. Stop. L’elenco è infinito, ognuno ha il suo andare oscillante: l’artista che mi interessa è un funambolo il cui passo successivo non ha riuscita certa».
Sono le parole con cui Max Fuschetto presenta, partendo dall’immagine evocativa del titolo, il nuovo album Ritmico Non Ritmico, pubblicato da NovAntiqua. A quattro anni dal successo di Mother Moonlight il compositore e oboista torna con un’opera avvincente, incentrata su un crossover concettuale che esalta il continuo andare della musica verso le frontiere dell’arte, soprattutto quella della pittura e dell’immagine. Ritmico Non Ritmico è una lente puntata sull’irresistibile caleidoscopio del tempo: ritmo come pulsazione; come espansione, evoluzione di forme; ritmo segnato, ritmo immaginato; il ritmo interiore di chi crea o esegue e di chi ascolta e ricrea.
Ancora una volta Max Fuschetto stupisce per l’eclettismo e il coraggio di una musica che, pur collocabile in area modern-classical o contemporanea, ha una matrice concettuale e ricerca direzioni, sviluppi ed esiti personali, dall’ascolto della musica africana alle letture dell’arte contemporanea. Al giardino d’infanzia trasfigurato in Mother Moonlight, ora si sovrappone la ricerca di un dialogo e di una confluenza di tecniche e pratiche tra arte e musica. Come accaduto in alcuni brani-manifesto, spiega lo stesso autore, «Ho pensato per analogia: siccome, ad esempio, i primi tre brani, Number 1, 3 e 5, esplorano, partendo da pattern percussivi di matrice africana, le possibilità di costruire musica usando le risorse del ribattuto, mi sono venuti in mente gli esperimenti di Jackson Pollock dei Number in cui il pittore, colando direttamente il colore su una tela disposta per terra, sgocciola misture cromatiche formando punti e intrecci di linee usando il dripping come uno sciamano intento a gestire e controllare il caos derivante dal caso».
Tra Pollock e Paul Klee, i nove brani si aprono alle possibilità della trasposizione e della metafora, in un omaggio alle intime connessioni tra il segno e il suono, tra le strutture che colpiscono l’occhio e quelle che affascinano l’orecchio. Fuschetto si circonda come sempre di eccezionali musicisti per realizzare il suo intento, pensiamo a Enzo Oliva e Pasquale Capobianco, suoi abituali collaboratori: «Ho voluto musicisti dal suono originale, dal tocco personale, che riescono a sublimare una partitura ricavandone un mondo che è puro suono. Se penso alle ore impiegate per decidere quale fosse il giusto tempo per ogni esperienza sonora direi che qualsiasi cosa abbiamo eseguito è stata realizzata attraverso un solo respiro collettivo, quello infine scelto e non un altro».
Sul finale colpisce il brano A Lucio B., con la partecipazione di Luca Aquino («Mi ha sempre affascinato quel suo suono intenso, morbido, dalla gamma espressiva ampia e anche uno stile nelle improvvisazioni assolutamente personale»). Una dedica sui generis al genio di Lucio Battisti, che Fuschetto considera «Un artista straordinario, fa così parte del nostro immaginario che ho pensato di far emergere il motivo del pianoforte da un field recording catturato in una metropolitana, luogo sonoro che rappresenta in questo caso la metafora dell’inconscio collettivo: il parlato della gente, i soffietti delle porte che si aprono, il ritmo delle rotaie, le variazioni di velocità che sono variazioni di altezza del suono ecc. Ho voluto cogliere un’analogia tra un motivo improvvisato da ragazzo e un tema di Battisti che amo. Ho notato delle similitudini nella costruzione delle frasi e nell’uso di certe armonie e ho pensato che ognuno ha i suoi maestri, impliciti ed espliciti, ed è bene non dimenticarlo».
Ritmico non Ritmico:
- Number 1
- Number 3
- Number 5
- Vortex, a Jackson Pollock
- Midsommar Choral
- Trame
- Midsommar
- Iride, a Paul Klee
- A Lucio B.
Enzo Oliva: Piano & Fender Rhodes
Pasquale Capobianco: Electric Guitar
Eleonora Amato: Violin
Silvano Fusco: Cello
Luca Martingano: French Horn
Giulio Costanzo: Marimba
Max Fuschetto: Oboe, Soprano Sax & Electronics
Antonella Pelilli: Intervento vocale in Iride
Special Guest Luca Aquino in Midsommar e A Lucio B.
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Marco Parente: martedì 3 maggio esce in digitale “Una città di carta” colonna sonora dell’omonimo film
Da martedì 3 maggio sarà disponibile sulle piattaforme digitali “Una città di carta” (Blackcandy Produzioni), la colonna sonora originale di Marco Parente tratta dall’omonimo film di Guido Latino che sarà presentato al Trento Film Festival il 3 e il 4 maggio.
Il disco è la colonna sonora originale del docu-film “Una città di carta”. 55 minuti di puro flusso interamente strumentale in una forma acustica, eppure contemporanea. In perfetta simbiosi con le immagini e il racconto, le composizioni finisco per diventare parte indispensabile della sceneggiatura e paesaggio sonoro ideale del docufilm.
L’autore delle musiche è Marco Parente, tranne nel brano “Altopiano parlante” in cui ha collaborato con A. Stefana sia nell’arrangiamento che nella produzione. Sono tutte canzoni originali ed inedite, ad eccezione di “Altopiano parlante” che era la la b-side del singolo “Il posto delle fragole” di Marco Parente del 2005.
Spiega l’artista a proposito del progetto: “È la prima volta che realizzo la colonna sonora di un film-documentario, e anche che lo faccio senza cantare, dunque componendo musica solo strumentale. La cosa ha reso il mio lavoro totalmente leggero, libero e mai conflittuale proprio perché senza parole. Sono partito col selezionare un mio brano strumentale del 2005, pensando di dover aggiungere poco altro, ritrovandomi invece poi a coprire di musica originale quasi la totalità del film.”
Track-list:
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Altopiano parlante feat. Alessandro ‘Asso’ Stefana
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Tema di carta
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Sole di carta
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Tema di carta (Reprise)
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Daziaro
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Acqua di carta
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Balalaika orchestra
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Città in tre temi di carta
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Neve di carta
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Sul fiume di carta
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Balalaika in città
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Letti bianchi
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Altopiano parlante (Reprise) feat. Alessandro ‘Asso’ Stefana
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Pace di carta
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Svidrigajlov
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Tre paesaggi di carta
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Altopiano parlante (Finale) feat. Alessandro ‘Asso’ Stefana
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Carta canta (Titoli di coda) feat. Tatiana Sordo
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Valeria Caliandro: esce in digitale “MINIATURA” il nuovo singolo che anticipa il nuovo disco “MINIATURE”
Da venerdì 29 aprile sarà disponibile sulle piattaforme digitali “Miniatura” (Blackcandy Produzioni), il singolo di VALERIA CALIANDRO che anticipa il nuovo album in uscita il 13 maggio.
“Miniatura” è la canzone scelta come singolo di lancio dell’intero nuovo disco di Valeria Caliandro. E’ un brano che parla del mondo apparentemente minuscolo che è racchiuso in un uomo, dei bordi da tracciare che definiscono l’idea di noi e degli altri. E’ una canzone sui limiti, a volte necessari, altri da superare con l’immaginazione, con una nuova storia da raccontarsi e da raccontare.
Commenta l’artista a proposito del brano: “Miniatura è un giorno che si ripete, è il mondo racchiuso in un uomo, un carillon che gira su se stesso, circolare e perfetto. Miniatura è anche una dipendenza, uno spazio troppo stretto, un vizio, una spirale in cui tutto ritorna. Miniatura è una domanda sui bordi da tracciare che plasmano l’idea di noi e degli altri.”
“MINIATURE” è il nuovo disco di Valeria Caliandro. Nove tracce prismatiche sul mondo delle relazioni, sul rapporto tra la colpa e il coraggio di sognare, su come un singolo giorno racchiuda il seme di una vita intera. MINIATURE sono le canzoni rispetto alla musica, pochi minuti intensi e ornamentali, come i caratteri utilizzati negli antichi manoscritti. E’ un disco che mette in dialogo la musica classica contemporanea e il dark pop. Registrato al GRS studio di Firenze da Lorenzo Buzzigoli con pochi strumenti: pianoforte, voce, synths, archi e percussioni. Vede due collaborazioni importanti: un duetto con Paolo Benvegnù e la collaborazione con Eugenio Sournia (ex Siberia).
Track-list:
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Overture
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Terraferma
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Firmamento
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La finestra feat. Eugenio Sournia
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Interludio
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Miniatura
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Nuova York
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Un cuore così bianco
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Temporali feat. Paolo Benvegnù
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Francesco Di Bella: venerdì 29 aprile esce in radio “RIVELAZIONE” il nuovo singolo feat. MARINA REI
Dal 29 aprile 2022 sarà in rotazione radiofonica “Rivelazione” feat. Marina Rei (Blackcandy Produzioni), il nuovo singolo di Francesco Di Bella estratto dal nuovo album “Play with me”.
“Rivelazione” è brano dal forte contenuto sociale ispirato al libro della Rivelazione (Apocalisse di Giovanni) con un sound reggae che ben si sposa con il tipico linguaggio dell’invettiva rastafari ed un’ottima intesa e rivisitazione di Marina Rei.
Spiega l’artista a proposito del brano: “Con Marina collaboriamo da molti anni, quando nel suo album del 2005 mi chiese di cantare insieme la bellissima Song’ Je, siamo amici e ci invitiamo sempre reciprocamente sul palco, mi piace cantare con lei, il modo in cui si fondono le voci. Essendo una polistrumentista straordinaria, qui si è divertita un po’ con tutto, dalla batteria al piano elettrico e naturalmente alle voci. Ha dato un carattere molto sensuale alla canzone che parla di versi biblici e apocalisse, l’ha resa decisamente più calda.”
“Play with me” è un disco che raccoglie tanti anni di scrittura come solista e come membro dei 24 Grana osservando da un punto di vista originale la crescita dei brani nell’interpretazione di artisti a cui tengo particolarmente. Il gioco è riuscito ed è una bella soddisfazione per Francesco essere riuscito a creare delle canzoni che si siano sapute adattare allo stile di altri interpreti.
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IL MISSISSIPPI DI WILLIAM FERRIS: IL BLUES DEL DELTA TORNA SUL PO GRAZIE AL ROOTSWAY
Dal 6 maggio al 5 giugno, il sabato, la domenica e i giorni festivi presso il MUPAC di Colorno (PR) – nella prestigiosa sede dell’Aranciaia – sarà possibile ammirare alcuni degli iconici scatti fotografici di William Ferris, uno dei più importanti etno-musicologi americani.
INAUGURAZIONE MOSTRA VENERDÌ 6 MAGGIO ORE 21:00
Classe 1942 e nativo di Vicksburg – nel profondo Delta del Mississippi – William Reynolds Ferris si è fatto notare per la sua continua attività di studioso a favore della ricerca e della cultura del Sud degni USA.
Docente universitario alla Yale è stato nominato da Bill Clinton quale presidente della National Endworment for the Humanities ed è stato co-fondatore del Center for Southern Folklore ed ha all’attivo dieci libri, tra cui “Il Blues del Delta” edito in Italia dai festival Rootsway e dal Mississippi al Po, premiato dalla Blues Hall of Fame e ben 15 film documentari sul folklore del Sud statunitense.
Tra i tanti riconoscimenti ricevuti da Ferris quelli più importanti sono il Charles Frankel Prize in the Humanities conferito dal Presidente USA Clinton, il Chevalier e Officer in the Order of Arts and Letters della Francia e il recente Grammy Awards per i suoi lavori di ricercatore musicale.
LA MOSTRA FOTOGRAFICA
Considerato anche come un importante fotografo ha avuto l’opportunità, nella sua lunga carriera, di immortalare alcuni momenti fondamentali della storia del blues americano, soprattutto in quelle terre a Sud della Mason-Dixon Line che hanno una particolare caratteristica che le rende molto simili, geograficamente e culturalmente – con il territorio parmense lungo il fiume Po, come lo stesso Ferris ha potuto constatare nella sua visita avvenuta nell’estate del 2011.
Dopo quella sua partecipazione al Rootsway Festival ha voluto regalare alcune decine di scatti all’associazione parmense e sono proprio queste fotografie, tutte rigorosamente autografate dall’autore, che potranno essere visionare in quello che è diventato un vero e proprio museo della cultura popolare a Colorno, grazie all’opera del MUPAC e con la preziosissima collaborazione con Colorno Photo Life ed A-Z Blues e col patrocinio del Comune di Colorno, della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e con il sostegno di Coop Alleanza 3.0.
I CONCERTI COLLEGATI
Sarà questa l’occasione di riportare il Rootsway all’ombra della meravigliosa Reggia di Maria Luigia con anche due concerti di musica tradizionale USA.
Venerdì 6 maggio (ore 21:00) con i Best Before War feat. Red Clementine col loro repertorio che spazia dalle musiche delle colline appalachiane di matrice prettamente bianca, mentre il sabato 21 (sempre ore 21:00) vedrà il ritorno di Paul Venturi e Oscar Abelli con la loro proposta di blues del delta, perfetto contorno per le immagini di Ferris.
Ingresso libero sia alla mostra che ai concerti con normativa anti-Covid vigente
PER ULTERIORI INFO
Orari: sabato 15:30 – 18:30 | Domenica e festivi 10:00 – 12:00 | 15:30 – 18:30
museomupac@libero.it
0521 816 939 | 349 3512 737
info@colornophotolife.it -
STEFANO D’ONGHIA SORPRENDE NELLA SECONDA STAGIONE DI CASH OR TRASH. CONQUISTA TUTTI CON LA SUA PREPARAZIONE E SIMPATIA
“Gli oggetti hanno un potere fortissimo, questo raccontiamo. Le cose ti possono aprire un mondo” dice Stefano D’Onghia in un’intervista.
Il 4 aprile è iniziata e prosegue a gonfie vele tutti i giorni, da lunedì a venerdì la seconda stagione di Cash or Trash – Chi offre di più? e tra le fila dei giudici del gameshow in onda su Nove / discovery+ ritroviamo il ceretano Stefano D’Onghia.
Il suo lato di abile mercante già in parte lo conoscevamo, mentre la sua profonda conoscenza su tutto ciò che riguarda il mondo dell’oggettistica, dell’arredamento, dell’antiquariato e del modernariato, oltre al suo lato umano e caratteriale sono una continua scoperta di questa nuova stagione.
Nemmeno lo schermo del televisore riesce a mettere dei filtri a Il Dongi, come lo chiamano gli amici e i fans, che con tutta la sua simpatia sta facendo breccia nei cuori dei telespettatori. In ogni puntata regala pillole di sapere e anima le aste con la sua elegante esuberanza, e perché no, ogni tanto anche con qualche piccola strategia e bluff, ormai un cult del programma.
Il Dongi sembra veramente mettere d’accordo tutti, col suo sorriso spontaneo e la battuta sempre pronta conquista anche i venditori, riuscendo così ad aggiudicarsi i loro mirabolanti oggetti, e persino gli altri giudici, che non mancano occasione per esprimere la loro stima nei confronti del collega.
La terza settimana della seconda stagione si inaugura registrando 283.000 spettatori giornalieri con l’1,4% di share, risultato di tutto rispetto per Cash or Trash che rimane disponibile anche on demand sulla piattaforma discovery+.
NOVE è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.