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  • Chiara Ragnini si toglie la maschera con il nuovo singolo In incognito

    La cantautrice ligure torna in radio e negli store con il nuovo singolo In incognito, in rotazione dal 12 dicembre

    “In Incognito” è il nuovo singolo di Chiara Ragnini, terzo estratto dal disco Cuoresanto, attualmente in lavorazione e in uscita nel 2026. Il brano segue le pubblicazioni dei mesi scorsi dei precedenti singoli L’effetto che mi fai e Sabato, aggiungendo un ulteriore tassello al percorso emotivo e narrativo del nuovo progetto discografico.

    Con “In Incognito” Chiara affronta uno dei temi più complessi dell’esperienza umana: il rapporto tra ciò che mostriamo e ciò che siamo. In un mondo in cui tutto sembra richiedere la polarizzazione anche della sfera emotiva, la canzone rivendica l’esistenza di una zona di mezzo fatta di sfumature, contraddizioni e fragilità che ci rendono profondamente umani. Le maschere che indossiamo, spesso per proteggerci, finiscono per soffocarci: solo quando cadono possiamo rivelare la nostra essenza con coraggio ed autenticità.

    Guarda il video: https://youtu.be/LBU0rnhIrKo

    Anche il videoclip interpreta visivamente questo passaggio attraverso un forte contrasto estetico: un inizio in bianco e nero in cui Chiara, vestita di nero e con una maschera sul volto, si muove in uno spazio sospeso. Il punto di svolta arriva quando la maschera viene rimossa: l’immagine si apre al colore, simbolo di verità, vulnerabilità e rinascita.

    “Troppo spesso restiamo impigliati a metà strada fra il bisogno di rivelare la nostra essenza e la paura del giudizio degli altri” rivela Chiara “Ho scelto, nella mia vita, di mostrarmi a nudo senza filtri, correndo il rischio e assumendomi le responsabilità di questa direzione. Le emozioni sono troppo importanti per restare soffocate a lungo: vanno lasciate fluire, sostenendo il nostro vero essere e donandoci al mondo per ciò che realmente siamo. La maschera, naturalmente, è un simbolo: in questo brano che profuma di malinconia, chi decide di levarsela di dosso sceglie la strada più importante, ossia il cammino verso la propria libertà”.

    Musicalmente, il brano è attraversato da un equilibrio tra tensione e delicatezza: melodie sospese, parole trattenute, frasi che cercano un varco per rivelarsi senza filtri. È il racconto di un’emozione che lotta per emergere e di un’identità che, tra esitazioni e slanci, sceglie infine la verità. Il brano si avvale nuovamente delle preziose collaborazioni con il cantautore Edoardo Chiesa, qui in veste di raffinato chitarrista elettrico, e con il bassista Dario La Forgia.

    Appuntamento, dunque, in radio e nei digital store.

    Chiara Ragnini

    Da anni attiva sulla scena indipendente, Chiara Ragnini è stata ospite lo scorso anno di Vinicio Capossela, duettando con l’artista nelle sue tappe genovesi del tour; è andata in onda live su RAI Radio2 e RAI Radio Tutta Italiana e su RAI2 nel format E Viva il VideoBox!.

    Ospite più volte del Club Tenco, negli anni ha condiviso il palco anche con I Pirati dei Caruggi, Milano 5.0, Omar Pedrini, Vittorio De Scalzi, Dolcenera e molti altri. Collocata fra gli artisti del “Dizionario dei Cantautori e Cantautrici del Nuovo Millennio” di Michele Neri e recentemente inserita fra le cantautrici più interessanti nel nuovo libro di Paolo Talanca “Musica e parole. Breve storia della canzone d’autore in Italia”, ha tre album, due EP e un disco live alle spalle e attualmente è al lavoro sul suo nuovo disco di inediti Cuoresanto, in uscita nel 2026.

    IN INCOGNITO

    Testo e Musica: Chiara Ragnini

    Pubblicato da CREA Media

    Data di pubblicazione: 12 dicembre 2025

    Voce, beat e piano elettrico: Chiara Ragnini

    Chitarra elettrica: Edoardo Chiesa

    Basso: Dario La Forgia

    Registrato presso Ithil World Studio – Imperia

    Mixing e Mastering: Giovanni “Meniak” Nebbia

  • Il Circolo delle 12 Lune: musica e parole con Kekko dei Modà  giovedì 8 gennaio a Seregno (Mb)


    A tu per tu con il frontman dei Modà nell’incontro organizzato al Teatro San Rocco insieme al critico musicale Michele Monina. Kekko ripercorrerà le tappe più significative della carriera dei Modà, proporrà alcuni dei più grandi successi della band di cui è leader e parlerà anche dei suoi momenti di difficoltà. La serata sarà a ingresso libero con prenotazione obbligatoria dal 29 dicembre

    SEREGNO (MB) – È tutto pronto per il nuovo appuntamento de Il Circolo delle 12 Lune, il ciclo di incontri tra parole e musicanote e riflessioni, che si pone l’obiettivo di indagare il presente a partire da una canzone: giovedì 8 gennaio, il Teatro San Rocco di Seregno (Mb) ospiterà Kekko,  frontman, voce e autore dei Modà, che per l’occasione sarà intervistato dallo scrittore e critico musicale Michele Monina. La serata, realizzata dal Comune di Seregno con il sostegno di BrianzAcque e Gelsia, inizierà alle ore 21, sarà a ingresso libero con prenotazione obbligatoria on line (https://www.eventbrite.it/e/biglietti-kekko-dei-moda-tra-parole-e-musica-1974961997499) a partire dalle ore 10 del 29 dicembre e vedrà la presenza come ospite della cantautrice Bianca Atzei.

    Il 2025 è stato un anno importante per Francesco “Kekko” Silvestre e i Modà: in febbraio è uscito 8 canzoni, il nuovo album di inediti, e c’è stato l’atteso ritorno sulle scene in grande stile, in giugno, allo stadio di San Siro di Milano. Per non parlare del recentissimo e fortunato tour, appena terminato, nei palazzetti delle principali città italiane (Padova, di nuovo Milano, Roma, Bologna, Firenze, Bari e Torino). A Seregno, Kekko, che in oltre vent’anni di carriera ha conquistato con la sua band decine di riconoscimenti, tra cui un disco di diamante, nove dischi di platino e due dischi d’oro, presenterà alcuni dei più grandi successi dei Modà (tra cui Se si potesse non morire, Vivo da re, Cuore e vento, La notte e Sono già solo) e si racconterà senza filtri, parlando non solo della sua esperienza artistica ma anche delle sue fragilità e dei momenti di difficoltà, dalla depressione alle delusioni professionali fino al (temporaneo) ritiro dalle scene, che ha vissuto in prima persona.

    In passato hanno partecipato agli incontri de Il Circolo delle 12 Lune musicisti di primo piano della scena italiana tra cui Roberto Vecchioni, Niccolò Fabi, Federico Zampaglione (Tiromancino), Giuliano Sangiorgi (Negramaro), gli Extraliscio, Tosca e J-AX. Afferma Federica Perelli, assessora alla Cultura del Comune di Seregno: «Con Kekko aggiungiamo una ulteriore pagina allo straordinario percorso di incontri che abbiamo proposto con il Circolo delle 12 Lune, un format originale e non convenzionale che consente alla città di Seregno occasioni di avvincente confronto culturale».

    Maggiori info on line: www.12lune.it e www.musicamorfosi.it 

  • “Now I Remember My Face Again” è il nuovo singolo degli State Of Neptune

    Da venerdì 19 dicembre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Now I Remember My Face Again” (Overdub Recordings), il nuovo singolo degli State Of Neptune.

     

    “Now I Remember My Face Again” è un brano che indaga il tema dell’identità. La crescita implica il cambiamento: muta il mondo fuori e dentro di noi, e in questo processo si nasconde un rischio insidioso, quello di perdere il contatto più autentico e originario con noi stessi. Per quanto possa essere difficile, non dovremmo mai abbandonare il nostro bambino interiore né la capacità di restare flessibili e curiosi. È necessario guardarci dentro e intorno con attenzione, ricordando sempre da dove veniamo e in cosa crediamo, soprattutto in un’epoca confusa e sovraccarica di stimoli come la nostra, in cui spesso ci sentiamo impotenti e privi di speranza verso il futuro.

    Seguendo questa logica, la canzone assume una forma diretta e immediata: un pezzo veloce, privo di fronzoli, un’esplosione di energia hardcore punk crossover nata quasi all’improvviso e ispirata da band come Boris e Whores.

    Spiega la band a proposito del brano: “La canzone si è manifestata a noi dal nulla, fatta e finita, in un giorno di fine estate 2024. Venivamo da un periodo intenso che ci aveva messo alla prova come persone e come band. In quel momento avevamo un sovraccarico di energia da sfogare che non necessitava spiegazioni o ripensamenti. In qualche modo il brano, col suo parlare di identità, ha esorcizzato paure per il futuro e, coincidenza del destino, ha chiuso un lungo capitolo di evoluzione e progressi del nostro percorso come gruppo, diventando anche l’ultimo pezzo scritto per il nuovo disco. È un brano che amiamo suonare live, uno di quei momenti in cui volano persone da tutte le parti e si genera quel meraviglioso caos che ci fa sentire vivi e ci riporta al momento in cui quel brano è stato scritto”.

    Il videoclip di “Now I Remember My Face Again” svela il lato più oscuro di un uomo che per lungo tempo ha scelto di celare la propria identità persino a sé stesso. Nel video prende forma la dualità del protagonista, raccontata attraverso un vortice visivo folle e contorto che ne mette a nudo le contraddizioni e il lento precipitare verso la verità interiore. Per quanto spaventoso, il percorso di introspezione diventa inevitabile: guardarsi dentro significa attraversare il dolore e accettare che la fuga dalla realtà non può che condurre a un unico esito. Il videoclip lo mostra senza filtri, restituendo la tensione di un confronto finale e necessario. Girato a Palermo nel dicembre 2024, il progetto ha coinvolto diverse location della città: Centro Sociale Olivella (Ex Karcere), Roxanne Pub, Piccolo Teatro Ai Biscottari e Scuola Thomas More, luoghi che contribuiscono a definire l’atmosfera ruvida e viscerale del racconto.

    “Ho abbracciato il motore ribelle e carico di adrenalina della band, ed è stato divertente mettere in scena ciò che hanno espresso musicalmente. Scrivere e dirigere un progetto del genere è stato stimolante e catartico. Il processo ha poi preso vita propria grazie alla spinta di un team eccezionale che ha reso le riprese una fornace di creatività”, commenta il regista Mohsine Hissane.

     

    Guarda il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=MhRaZ9pN3mg

    Biografia

    Gli State Of Neptune sono un power trio di Palermo. Amano i suoni grossi e saturi e saturarsi le orecchie quando suonano dal vivo. Sentono la loro musica come un tributo all’isola in cui sono nati, tra mare e montagna, isolazionismo e accoglienza, attaccamento e migrazione. Hanno iniziato il loro percorso nel 2022 con l’album “Pulp Of Stones”, con brani per loro fondativi come Fury ed Endolith. Si ispirano a tutti i generi che amano, dal punk allo stoner, passando per il post-metal e l’alternative (alcuni nomi importanti per loro: Slint, Boris, Kyuss, QOTSA, Tool, Gilla Band, Nine Inch Nails).

    Il loro nuovo disco, evoluzione decisa del precedente, uscirà per Overdub Recordings a inizio 2026 e sarà anticipato da due singoli: “Killersplinter” uscito il 17 ottobre, e “Now I Remember My Face Again” disponibile sulle piattaforme digitali e in rotazione radiofonica da venerdì 19 dicembre 2025.

    Sito Web | Instagram

  • La distanza che diventa visibile: Alex Normanno torna dopo due anni con un brano sulla chiarezza

    «Non sono l’uomo che volevi». È una frase che nei colloqui di mediazione familiare ricorre sempre più spesso: identifica l’istante in cui due percorsi non riescono più a procedere nella stessa direzione, pur in assenza di un conflitto esplicito. È dentro questo scenario, che riguarda una parte crescente delle separazioni adulte, che si colloca “L’amore non ha soluzione”, il nuovo singolo di Alex Normanno disponibile dal 25 dicembre.

    Il cantautore brianzolo, forte di una carriera ventennale, di una comunità social da oltre 100.000 followers e di un passato radiofonico riconoscibile, torna dopo un biennio di pausa con un lavoro che utilizza l’accettazione come punto d’ingresso per osservare una trasformazione che tocca molti.

    Normanno parte dall’istante in cui una relazione mostra la propria struttura effettiva: l’identità dell’altro non coincide più con quella immaginata. Non c’è ricerca di colpe o colpevoli, nessun tentativo di addolcire il quadro. Solo quella frase, «non sono l’uomo che volevi», e un punto fermo da cui la chiusura appare come esito di un percorso, non come rottura improvvisa.

    Il brano introduce un tema spesso eluso nei racconti sulle relazioni: chiudere una storia non significa fallire. Nelle consulenze di coppia viene ricordato con frequenza crescente che alcune traiettorie non si interrompono per mancanza di sentimento, ma perché la direzione di crescita non è più condivisa. È una verità apparentemente ovvia, ma raramente ammessa: riconoscere una battuta d’arresto può rappresentare un’assunzione di consapevolezza, non una caduta. Viviamo in un tempo che trasforma ogni battuta d’arresto in fallimento e ogni distanza in colpa; “L’amore non ha soluzione” nasce per spostare la prospettiva sulla possibilità di leggere la fine come esito naturale di un percorso, offrendo uno sguardo adulto su una storia che termina senza alcuna drammaturgia.

    La «lacrima ghiacciata» citata nel testo è un’immagine utilizzata nei centri di consulenza per descrivere una fase specifica, quella in cui il sentimento per l’altro rimane, ma non avanza. Non si trasforma, non trova nuove direzioni. Resta immobile. Nel brano questa immagine non viene enfatizzata, ma inserita con delicatezza, aderendo al linguaggio con cui molte persone raccontano ciò che sentono quando una storia finisce giunge al capolinea.

    Il contesto sociale conferma la portata del tema. Le statistiche più recenti indicano che oltre la metà delle separazioni nelle coppie conviventi nasce da incompatibilità maturate nel tempo, non da eventi traumatici. È un fenomeno che riguarda soprattutto gli adulti tra i 30 e i 50 anni e che sta cambiando anche il modo in cui la cultura racconta l’addio: meno drammi, più consapevolezze tardive. “L’amore non ha soluzione” è la forma canzone di una situazione comune ma ancora poco spesso tematizzata con chiarezza.

    La produzione firmata da Aki (Antonio Chindamo) e la scrittura condivisa con Daniele Piovani seguono la stessa linea. Arrangiamenti essenziali sono il perfetto tappeto sonoro di un impianto che lascia spazio alle parole senza cercare di deviarne il senso. È una traccia che guarda alla maturità e non al colpo di scena, in continuità con un artista che negli anni ha attraversato palchi, tour, radio e pause necessarie per ridefinire il proprio percorso.

    Normanno sintetizza così questo passaggio:

    «Sentivo il bisogno di rimettere ordine. Non per attribuire colpe, ma per guardare ciò che era accaduto con la distanza necessaria. A un certo punto la distanza si vede. Ignorarla complica tutto. Il brano nasce da questo: dalla necessità di chiamare le cose con il loro nome.»

    Il singolo dialoga con una discussione già presente nei media e nelle produzioni contemporanee: podcast, rubriche di costume e serie televisive stanno dedicando sempre maggior attenzione agli obbiettivi sentimentali che cambiano in silenzio, lontano dai modelli romantici e romanticizzati più classici. “L’amore non ha soluzione” traspone questa prospettiva dentro il pop italiano con un tono aderente alle modalità con cui i rapporti di coppia si trasformano oggi.

    Il videoclip ufficiale, in uscita nelle prime settimane del 2026, presenta un’impostazione coerente con il brano, dando grande centralità al contesto.

    Il rientro discografico di Alex Normanno non punta a rincorrere un trend, ma cerca una chiarezza che trova la propria espressione nell’equilibrio. È una direzione sempre più frequente tra gli artisti adulti che, dopo periodi di pausa o ridefinizione, scelgono una scrittura più nitida e meno mediata. La collaborazione con Auditoria Records si inserisce in questa scelta e apre un capitolo nuovo, più consapevole, nel percorso dell’artista.

  • “Un cerchio infinito” di Esma, il brano che mette in discussione l’idea stessa di fine

    A Natale, più che in qualsiasi altro periodo dell’anno, le assenze assumono i contorni di presenze insistenti. Non cambiano volto: siamo noi, in quei giorni più permeabili, a percepirle con maggiore nitidezza. Basta un’ora di luce in meno, un oggetto lasciato sul tavolo, un gesto che fa breccia nei ricordi. E in questo spazio, in cui il calendario accelera e rallenta nello stesso istante, si fa strada “Un cerchio infinito”, il nuovo singolo di Esma per Watt Musik in uscita a Natale.

    Torinese di nascita, oggi cantautore e agricoltore sulle colline astigiane, Esma vive immerso nella natura e conosce bene l’alternanza dei cicli: quelli della terra e quelli interiori. Li osserva e li attraversa ogni giorno: le stagioni che cambiano, la terra che chiede pazienza, le attese che non dipendono da noi. La sua scrittura sembra aderire allo stesso ritmo. Anche quando parla di qualcosa che non ha niente a che fare con l’agricoltura, il suo modo di raccontare porta con sé l’eco di quei tempi lunghi, di quei movimenti che seguono una logica propria, spesso più sincera del tempo frenetico delle città.

    “Un cerchio infinito” attinge a questo immaginario, ma lo traduce in un linguaggio contemporaneo. Non c’è nessuna oratoria nostalgica, né la promessa di una guarigione dalla sofferenza del ricordo: c’è la consapevolezza che alcuni legami non si esauriscono, nemmeno quando le distanze sembrano incolmabili. La canzone si apre sull’immagine di un otto rovesciato, simbolo dell’infinito e di un sentimento che continua a muoversi e vivere dentro di noi, in un ricordo “assopito nel sale” che simboleggia il tempo depositato sulle cose. Da lì si sviluppa un percorso di visioni brevi: una discoteca, un sorriso, l’estate che grandina, l’inverno padre di un mare nascosto dentro uno scialle.

    Il dream pop entra come una luce diffusa, diventando l’ossigeno che la canzone respira. Una trama morbida, una serie di dissolvenze che avvicinano e allontanano, quasi come se il brano oscillasse tra vicinanza e distanza, tra vita e morte. In questa fluttuazione, la frase che attraversa il pezzo — «I’m still waiting for you» — non suona come un ritornello insistito, ma come il punto di equilibrio tra ciò che è passato e ciò che continua a chiedere ascolto ed essere presenza, a modo proprio.

    La scelta di pubblicare a Natale non ha nulla a che vedere con discorsi strategici. Le feste sono la soglia in cui i ricordi si fanno più nitidi e a tratti dolorosi, in cui il tempo appare più poroso, e in cui ci accorgiamo di ciò che non abbiamo archiviato. È qui che la canzone trova il proprio peso specifico: una canzone di Natale che non parla di Natale, ma del movimento segreto di tutto ciò che ritorna proprio quando il mondo rallenta.

    È anche un brano che riflette, in filigrana, l’esperienza quotidiana di Esma. Chi vive la terra sa che nulla si chiude davvero: ogni ciclo porta con sé un residuo di quello precedente, ogni semina è un dialogo con ciò che è stato, ogni inverno prepara un varco che non vediamo. La sua musica abbraccia questa grammatica raccontando la morte non come evento improvviso, ma come forma di presenza che cambia, che si ripresenta, che continua a orbitare intorno a chi rimane.

    E c’è un ulteriore elemento che rende “Un cerchio infinito” un brano prezioso: la prospettiva da cui è stato scritto. Esma non osserva la mancanza da un appartamento cittadino, ma da una casa immersa nel bosco, lontano dalle notifiche, dai ritmi compressi, dall’urgenza costante. La vita agricola, fatta di margini che non si possono anticipare, filtra dentro la sua musica, traducendosi nell’idea che l’assenza non è un vuoto, ma un tempo che lavora. E che ciò che consideriamo concluso può tornare con una forma diversa, come accade nei campi dopo l’inverno: nulla è davvero immobile, tutto si muove anche quando non ce ne accorgiamo.

    «Ho scritto questa canzone mentre cercavo di capire cosa rimane, davvero, di ciò che abbiamo vissuto – racconta Esma -. Mi sono accorto che alcune presenze non scompaiono: si allontanano, si assottigliano, ma tornano. “Un cerchio infinito” parla di questo ritorno silenzioso, che arriva quando il mondo è più immobile e noi siamo più esposti.»

    “Un cerchio infinito”, accompagnato dal videoclip ufficiale diretto da Ronf Animation, affonda le proprie radici in un terreno raro della musica italiana, quello in cui una canzone non descrive un’emozione, ma il modo in cui un’emozione attraversa il tempo. È un lavoro che attribuisce alla parola “attesa” una densità nuova e che conferma, ancora una volta, la direzione sempre più definita del percorso artistico di Esma: trasformare il vissuto dentro e attorno alla terra in un linguaggio capace di parlare anche a chi quella terra non la sfiora da anni.


  • “Spacca il cielo” è il nuovo singolo di Marco Ligabue

    Dal 19 dicembre sarà disponibile in rotazione radiofonica “Spacca il cielo”, il nuovo singolo di Marco Ligabue estratto dall’album “M.A.P.S. – Manuale Alternativo Per Sentire” uscito lo scorso 21 novembre in vinile (a cinque anni di distanza dal precedente) e il 28 novembre su tutte le piattaforme digitali. Continuano gli appuntamenti live.

    “Spacca il cielo”, il nuovo singolo di Marco Ligabue, è una potente dichiarazione di presenza, nata dal profondo desiderio di proteggere le persone che si amano dalle tossicità del mondo.

    Il brano cattura la quotidianità, mescolando scene di vita normale – dal traffico al bar, dalle panchine ai motorini – con la consapevolezza che, in mezzo a “giornate storte” e “veleni della gente”, c’è sempre la forza di chi ti resta accanto. È un invito a sollevarsi insieme da un’atmosfera pesante e, quando la vita lo richiede, a reagire con forza (“spacca il cielo in due”), nutrendo il rapporto con cura e abbracci.

    Commenta Marco Ligabue sul nuovo singolo: “L’amore e la vicinanza sono la luce che mostra come i giorni migliori non siano mai troppo distanti.”

    Il videoclip di “Spacca il cielo” di Marco Ligabue si apre con un’immagine suggestiva e sfocata di luci notturne accompagnata dalla scritta “dopo l’ultima notte a Bologna”, ma è ambientato principalmente di notte nelle strade di Napoli, tra vicoli stretti, murales iconici e piazze illuminate.

    Marco Ligabue, vestito con una giacca di pelle nera e una felpa bianca, è il protagonista principale, ripreso mentre canta e suona la sua chitarra acustica in varie location suggestive della città. Al suo fianco, co-protagonista del video è Sasà Pelliccia, noto batterista napoletano che ha recitato anche nella serie Gomorra. Pelliccia interpreta un uomo maturo con barba e berretto, avvolto in un cappotto scuro e una sciarpa blu, che viene mostrato mentre si aggira per le strade, osservando con attenzione la vita notturna e i suoi passanti.

    Le riprese alternano i due protagonisti con piani sequenza che catturano il calore e l’energia della città partenopea: persone che salgono le scale, si incontrano, giovani innamorati e ragazzi che giocano. Ligabue ha scelto Napoli come ambientazione perché, in vista del Natale, ritiene che sia la città che ne rispecchi meglio il clima e l’accoglienza.

    Il momento culminante del video è la scena in cui Marco Ligabue si unisce a un gruppo di amici a cena in un ristorante, suonando la chitarra in un’atmosfera di calore e convivialità. Il racconto si conclude con una spettacolare inquadratura notturna del Golfo di Napoli, illuminato da fuochi d’artificio, seguita dai titoli di coda.


     

    “M.A.P.S. – Manuale Alternativo Per Sentire”, il nuovo album di Marco Ligabue a cinque anni di distanza dall’ultimo, è un viaggio senza destinazione, un progetto discografico che rappresenta un viaggio profondo e personale attraverso le emozioni e le riflessioni dell’artista. Diviso in due lati, ognuno con una propria identità e tema dominante, questo disco rappresenta un percorso personale e universale che invita a riflettere e a sentire. Non offre risposte o soluzioni, ma piuttosto un’opportunità di ritrovare la propria strada e di esplorare le emozioni e le riflessioni dell’artista.

    Lato A: La Geografia del Mondo Esterno

    Il primo lato dell’album è un viaggio attraverso gli elementi della natura: il fuoco, la terra, l’aria e l’acqua. Le canzoni come “Anima in fiamma”, “Toc toc ecologico”, “Il vento dell’estate” e “Quello che c’è” rappresentano la connessione tra l’uomo e il mondo esterno, esplorando temi come la passione, l’ecologia e la libertà.

    Lato B: La Geografia Interiore

    Il secondo lato dell’album si sposta dentro, esplorando la geografia interiore dell’artista. Le canzoni come “Spacca il cielo”, “L’ultima notte”, “Una vita diversa”, “Sempre tutto bene” e “Le canzoni inglesi” rappresentano un viaggio attraverso le emozioni e i ricordi, toccando temi come l’amore, la nostalgia e la ricerca di sé.

    Ascolta l’album su Spotify https://open.spotify.com/album/7cQCMOjMPemJPNikq8LoSk?si=A1T5gK6mRtWiXoMM24Ngvw

    CALENDARIO APPUNTAMENTI LIVE

    18/11/2025 Milano · Hard Rock Cafe

    20/11/2025 Roma · Discoteca Laziale

    30/11/2025 Mantova · Liv Music All Mantova, Borgo Virgilio

    05/12/2025 Parma · Borgo Santa Brigida

    07/12/2025 Castelnuovo Rangone (MO) · E-RiSalutami tuo fratello

    12/12/2025 Valpollicella

    19/12/2025 Genova · Crazy Bull Cafe

    20/12/2025 Verante (Cn) · Teatro San Nicolao

    21/12/2025 Cellole (Ce) · Piazza Aldo Moro

    22/12/2025 Concordia Sulla Secchia (Mo) – con Andrea Barbi e Stefano Bonaccini
    23/12/2025 Roncadelle (Bs)
    · Centro Commerciale Le Rondinelle

    31/12/2025 Ischia (Na) – Capodanno in Piazza

    09/01/2026 Ferrara · Arci Bolognesi

    16/01/2026 Torino · CPG

    23/01/2026 Bologna · Gallery 16

    30/01/2026 Fagnano Olona  · La Pergola

    21/02/2026 Marano sul Panaro (MO) · Teatro di Kia

     

    Biografia

    Marco Ligabue nasce a Correggio (RE) il 16 maggio 1970.

    Cantautore emiliano, già chitarrista e autore per i RIO e per Little Taver & His Crazy Alligators, intraprende la carriera solista nel 2013.

    Con oltre 81.000 follower su Instagram e 275.000 su Facebook, è tra le voci più autentiche e amate del panorama cantautorale italiano.

    Il suo album d’esordio “Mare Dentro” raggiunge il 16° posto nella classifica FIMI, aprendo la strada ai successivi L.U.C.I. (Le Uniche Cose Importanti), Il mistero del DNA e Tra Via Emilia e blue jeans.

    Nel 2015 riceve il Premio Lunezia “per la capacità di saper cantare con un linguaggio diretto temi importanti della vita sociale italiana”.

    Artista energico e trascinatore, vanta oltre 900 concerti all’attivo, risultando tra i più richiesti nelle piazze italiane.

    È inoltre terzino sinistro della Nazionale Italiana Cantanti.

    Durante il lockdown del 2020 è stato tra gli artisti più attivi sui social, mantenendo un contatto quotidiano con il pubblico.

    Dal suo libro “Salutami tuo fratello” è nato lo spettacolo con Andrea Barbi, che ha superato le 200 repliche in tutta Italia e a novembre 2025 arriva anche all’Europarlamento a Bruxelles.

    Emiliano DOC, con il rock nel DNA, Marco Ligabue unisce energia, ironia e profondità in un linguaggio autentico e vicino alla gente.

    Nella vita privata è l’orgoglioso papà di Viola e Diego.

    “Spacca il cielo” è il nuovo singolo di Marco Ligabue in rotazione radiofonica dal 19 dicembre 2025. Il brano è estratto dall’album “M.A.P.S.- Manuale Alternativo Per Sentire”, uscito il 21 novembre in vinile per M.O.M. S.r.l. (Music Overdrive Management), distribuzione The Saifam Group, e il 28 novembre in digitale per Artist First.

     

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  • “Nel cuore è Natale” è il nuovo singolo di Joline Terranova

    Da venerdì 19 dicembre sarà in rotazione radiofonica “Nel cuore è Natale” il nuovo singolo di JOLINE TERRANOVA già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 dicembre.

    “Nel cuore è Natale” è una ballad pop che celebra con dolcezza lo spirito natalizio, mettendo in primo piano i valori più profondi e significativi di questa festività: l’amore, la famiglia, la gioia condivisa e la serenità interiore. La vera essenza del pezzo non risiede nei regali materiali o nelle ricchezze, bensì nell’amore che si diffonde tra le persone, soprattutto all’interno delle famiglie. La canzone ricorda che, anche senza oro o meraviglie, il vero Natale è quello vissuto nel cuore, tra sorrisi, gesti di affetto e momenti condivisi. E se i bambini attendono i regali, l’amore resta comunque il protagonista: il dono più grande non è un oggetto, ma un abbraccio o un sorriso.

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Questo brano si inserisce nel mio progetto musicale come un momento di dolcezza e calore, perfetto per contrastare le sonorità più intense degli altri brani. Il brano celebra un Natale autentico, pieno d’amore, famiglia e semplici gesti condivisi, senza concentrarsi su regali o materialismo. È un brano che ricrea un’atmosfera intima e calorosa, con sfumature di luce e speranza che credo sia ciò che mancava per bilanciare l’intero album. Con l’esortazione al ricordo che il vero spirito del Natale sta nelle piccole cose e negli abbracci che ci scambiamo.”

    Il videoclip “Nel cuore è Natale” è girato in parte nella location più suggestiva per l’artista, la sua casa, e in parte nel centro storico di Palermo (Teatro Massimo, via Ruggero Settimo e via Principe di Belmonte), interamente addobbato con luci natalizie. Le scene si sviluppano tra strade silenziose e illuminate, con riprese e montaggio a cura di Plances Film e regia firmata da Joline Terranova e Giovanni Plances.

    Guarda il video su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=B9gqs0DLdUM

     

    Biografia

    Maria Grazia Terranova, in arte Joline, deve la sua cultura pop agli ascolti che faceva fin da bambina.

    Quando è riuscita a creare la propria band, Joline ha ripescato la musica che l’ha formata, da Battisti a Lennon, senza disdegnare il beat dei complessi anni ’60/’70, non solo italiani, adeguandosi ai tempi con sonorità moderne e abbracciando anche le ballad in acoustic version.

    Grazie a queste molteplici esperienze canore, oggi Joline spazia dal pop al rock, al reggae, al soul fino alla disco: non resta altro che ascoltarla in uno dei suoi live, dove dà il massimo grazie alle sue naturali doti vocali. Dopo anni di ascolti e interpretazioni, Joline decide di comporre testi e musica, diventando anche cantautrice e trattando temi intimistici legati al suo vissuto e alle sue emozioni, lasciando con umiltà a voi ogni giudizio. L’eccellente formazione musicale di Joline si deve ai suoi studi accademici e all’accesso all’accademia “Area Sanremo”. Specializzata in musica impattante, annovera nel suo percorso artistico esperienze in studio che le hanno dato la possibilità di essere notata da importanti produttori, tra cui Piero Cassano dei Matia Bazar, e di essere convocata nelle sedi di alcune rilevanti etichette discografiche italiane come Sony Music e Warner Music. Grazie al suo talento, Joline ha avuto l’occasione di sostenere provini per artisti italiani e direttori d’orchestra come Beppe Vessicchio, Fio Zanotti e Mauro Mengali (famoso cantante degli O.R.O.), con cui ha collaborato insieme a Rory Di Benedetto (autore/compositore di artisti come Marco Mengoni, Lorenzo Fragola, Anna Tatangelo, ecc., e recentemente giudice alle sfide di “Amici di Maria De Filippi” e audito­re a X Factor) per la realizzazione di un brano inedito del 2013, classificatosi tra i 60 semifinalisti per Sanremo Giovani 2014. Joline ha partecipato anche a programmi televisivi importanti come The Voice of Italy su Rai 2 nel 2013 (con Riccardo Cocciante, Raffaella Carrà, Piero Pelù e Noemi) ed è stata finalista in coppia con Fausto Leali al programma I Raccomandati su Rai 1, condotto da Pupo nel 2011.Attualmente continua la sua gavetta esibendosi in pubblico e rigorosamente live. Da qualche anno è diventata autrice di testi e musica insieme ad Andrea Muratore e Francesco Muratore, anche arrangiatori e produttori esecutivi insieme a Joline del singolo pubblicato e già presente sulle principali piattaforme digitali (iTunes, YouTube, Instagram, Facebook, TikTok, Spotify, ecc.). È attualmente in studio per nuove composizioni ispirate da accadimenti ed emozioni vissute in prima persona e non. Le sue nuove creazioni aprono le porte a suoni ricchi di contaminazioni pop, soul e R&B.

    “Nel cuore è Natale” è il nuovo singolo di Joline Terranova disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 dicembre e in rotazione radiofonica da venerdì 19 dicembre.

     

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  • Giambattista Federici e il pianoforte come spazio di ordine nel caos quotidiano

    Negli ultimi anni, mentre il flusso quotidiano di parole si è fatto più fitto, è accaduto un fenomeno che attraversa quasi in silenzio il mercato musicale italiano: la crescita costante dell’ascolto pianistico. Sempre più ascoltatori, per lo più adulti, hanno iniziato a cercare il pianoforte come spazio di ordine in giornate dense di notifiche e interferenze. Le playlist dedicate al piano solo, un tempo marginali, oggi raccolgono numeri in continua ascesa; non più semplice sottofondo, ma strumento di orientamento in un quotidiano frammentato. In un’epoca satura di parole — spiegazioni, commenti, narrazioni continue — il pubblico sta recuperando una forma di ascolto che non pretende interpretazione ma piena partecipazione, un tipo di presenza che oggi è sempre più difficile esercitare.

    Dentro questa trasformazione lenta ma costante, si fa strada “Piano Stories”, il nuovo album del compositore e pianista Giambattista Fedrici per Inifnity Records. Un autore che, dopo una lunga esperienza nella composizione per pubblicità, progetti personali ed eventi, sceglie solo ora di entrare nel mercato discografico con un’opera pienamente strutturata.

    Una decisione controcorrente, tanto più significativa in un settore dominato da artisti giovanissimi e da logiche di consumo sempre più immediate. Qui non sussiste la volontà di rincorrere un formato, ma l’esigenza di proporre un lavoro che richiede tempo, continuità, coerenza. Fedrici arriva all’album come si arriva a un libro che ha richiesto anni di sedimentazione: senza conciliazioni stilistiche, senza l’urgenza dell’attualità.

    “Piano Stories” è composto da quattordici brani, ciascuno concepito come un capitolo autonomo e al tempo stesso necessario all’insieme. I temi — distanza, rinascita, delicatezze della vita interiore, resilienza — si esprimono attraverso una scrittura compositiva minimalista, attenta alla forma e al singolo dettaglio. Il pianoforte è il centro assoluto, ma in alcuni brani, la presenza lieve dell’elettronica, aggiunge una tinta opaca, un margine di incertezza che accompagna l’ascoltatore in una variazione di densità che modifica la percezione del tempo e lascia emergere una zona meno definita dell’immaginario sonoro.

    A rendere il disco particolarmente rilevante è il suo modo di inserirsi nel discorso sulla trasformazione dell’ascolto: “Piano Stories” non è la classica raccolta di brani, ma un vero e proprio percorso longitudinale che accoglie l’ascoltatore e lo invita a procedere senza interruzioni. È un lavoro che si discosta dalle consuetudini discografiche del presente, dove l’unità dell’opera tende a dissolversi a favore di singoli episodi consumati rapidamente.

    Dagli studi sul comportamento digitale degli ultimi anni, si evince una dinamica tutt’altro che scontata: aumentano le ore trascorse in ambienti sonori che richiedono concentrazione anziché puro intrattenimento. Playlist per lo studio, cataloghi dedicati al lavoro mentale, raccolte pianistiche ideate come strumenti con cui orientare il tempo e la mente anziché colonne sonore di sottofondo alla frenesia del quotidiano.

    Il fenomeno è particolarmente diffuso nelle fasce adulte, che cercano spazi di ascolto capaci di interrompere l’affollamento di messaggi e micro-narrazioni.

    In questo scenario, a primo acchito atipico per l’andamento rapsodico della società, il pianoforte torna a essere una forma civile di convivenza con il brusio perpetuo del presente: una grammatica sobria, continua, che permette di riorganizzare lo spazio interno senza ricorrere alla parola.

    I titoli dei brani scelti da Fedrici — da “Disincanto” a “Due fidanzati degli anni ’60”, da “Fallimenti e cicatrici” a “Un’altra lunga notte”, fino a “Verso casa” — non richiedono una lettura definita, ma aprono possibilità. Sono indizi, frammenti di ricordi, immagini che guidano senza imporre una direzione obbligata.

    È una modalità narrativa che richiama la grande tradizione europea del pianismo introspettivo, ma la inserisce in un presente in cui il bisogno di un tempo diverso, più lento, si fa sempre più marcato. “Piano Stories” è dunque un’opera che incontra l’oggi senza inseguirlo. Un lavoro che riattribuisce valore alla forma, alla delicatezza, all’eleganza e alla presenza attiva di ogni attimo vissuto.

    Fedrici, proponendo un ascolto che non si consuma ma si attraversa, compie una scelta chiara, lasciando che la musica ritrovi un ritmo proprio e riaffermando la possibilità di un tempo che non risponde alle urgenze del mercato.

    “Piano Stories” – Tracklist:

    1. Disincanto
    2. Due fidanzati degli anni ’60
    3. Fallimenti e cicatrici
    4. Giorni di fine autunno
    5. Ritocchi dell’anima
    6. Inquietudini e campi di papaveri
    7. Perdutamente
    8. Quel che conta veramente
    9. Stamattina presto
    10. Tempi lontani
    11. Trascorsi tumultuosi
    12. Un’altra lunga notte
    13. Un cammino di speranza
    14. Verso casa

  • “Anime Intossicate” è il disco d’esordio del duo strumentale Uno&Mezzo

    Dal 16 dicembre 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato cassetta “ANIME INTOSSICATE” (Overdub Recordings), il primo disco del duo strumentale UNO&MEZZO.

     

    L’album strumentale “Anime Intossicate” è un manifesto sonoro breve ma potentissimo: dieci tracce della durata di circa un minuto e mezzo ciascuna, come suggerisce il nome stesso della formazione. Un formato essenziale, diretto, senza compromessi.

    Il sound affonda le radici in un post rock oscuro e ipnotico, attraversato da venature elettroniche retrò che conferiscono ai brani un’atmosfera sospesa tra passato analogico e inquietudine contemporanea. Ogni pezzo porta il nome di una sostanza tossica – elementi letali per il corpo umano, ma qui simbolicamente associati a ciò che lentamente corrompe l’anima nella società moderna.

    Con questo concept radicale, Uno&Mezzo lancia un grido viscerale contro la tossicità sistemica del nostro tempo: alienazione, dipendenze, consumismo, apatia. “Anime Intossicate” è un disco di denuncia e consapevolezza, capace di trasformare il suono in linguaggio di resistenza.

    Commenta il duo a proposito del disco: “Anime Intossicate è nato di slancio, come un’urgenza. In un’estate torrida e febbrile, abbiamo sentito il bisogno irrefrenabile di dar voce a un disagio profondo, a un senso di smarrimento e ribellione di fronte alla follia dell’epoca in cui viviamo.

    È stato un processo istintivo, quasi compulsivo: ci scambiavamo in continuazione linee di basso, batteria e synth, come in un flusso ininterrotto di energia creativa. Una sorta di dialogo a distanza, nervoso e viscerale, che ha preso forma e potenza nel confronto diretto della sala prove, dove ogni traccia ha trovato la sua identità definitiva.

    Non volevamo semplicemente scrivere un album: volevamo liberarci, gridare, esistere.

    Anime Intossicate è questo: una valvola di sfogo, un atto di resistenza, una testimonianza sonora del nostro tempo”.

    “ANIME INTOSSICATE” TRACKLIST

    1.Piombo

    2.Formaldeide

    3.Polonio

    4.Diossina

    5.Diossido di azoto

    6.Stronzio

    7.Monossido di carbonio

    8.Cianuro di potassio

    9.Triossido di arsenico

    10.Mercurio

     

     

    Biografia

    Il progetto, formato da Ale (batteria) e Adri (basso, synth), nasce nell’estate del 2024, dalla profonda necessità di esprimere il disagio che stiamo vivendo di fronte alla spirale di violenza imperante e pervasiva, che permea ogni aspetto della vita. L’agire disumano, con la sua violenza, non solo modifica la realtà circostante, ma intossica anche le anime e i cuori di chi ci sta intorno. È fondamentale comprendere che il tempo per agire è ormai breve: ogni brano dura massimo un minuto e trenta secondi, una forma stilistica che vuole comunicare con forza un senso di massima urgenza.

    Ale e Adri hanno un passato di forte collaborazione, di cui il progetto “Kitsch” è sicuramente il più rappresentativo ed ha permesso loro di allacciare un sodalizio con estrema facilità, anche grazie ad una grande affinità di gusti musicali, che li vede condividere il piacere per band come Faith No More, Pearl Jam, Rage Against The Machine e solo per citarne qualcuno.

     

    Anticipato dal singolo “Piombo”, “Anime Intossicate” è il disco d’esordio del duo strumentale Uno&Mezzo pubblicato da Overdub Recordings disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato casetta dal 16 dicembre.

     

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  • FUORICENTRO presentano AMANDA LEAR – GUARDA IL VIDEO

    FUORICENTRO presentano AMANDA LEAR –

    GUARDA IL VIDEO

    https://www.youtube.com/watch?v=zEy2CkEg0NU&list=RDzEy2CkEg0NU&start_radio=1

    INTRO AL  VIDEO

    Con questo progetto abbiamo voluto rendere omaggio a una artista straordinaria e figura simbolo di un’epoca caratterizzata da innovazione, eleganza e audacia creativa. La sua presenza scenica e la sua capacità di reinventarsi nel tempo rappresentano un punto di riferimento per intere generazioni. Richiamare la sua immagine significa evocare un periodo storico, quello della Milano da bere, in cui l’Italia e l’Europa guardavano al domani con ottimismo, stupore e una forte spinta verso la modernità.

    Insomma erano anni di sogni condivisi, fiducia collettiva e un fermento culturale che sembrava inarrestabile. Su questo sfondo si innesta il racconto del video, costruito come un viaggio simbolico tra passato e presente. Il filo conduttore è un televisore d’epoca sintonizzato sull’immaginaria “TV FUTURE”, un canale che idealmente trasmette frammenti del futuro già dagli anni ’80. Attraverso questo espediente narrativo, l’Amanda Lear interpretata dall’attrice Tiziana Ferlazzo osserva ciò che il tempo ha riservato al mondo. Al suo fianco, Maurizio Camuti, con i baffi che richiamano Salvador Dalí ,diventa una sorta di guida visionaria, un accompagnatore che le mostra, con un misto di stupore e malinconia, gli scenari del presente. Le immagini che scorrono sullo schermo rivelano un mondo radicalmente diverso da quello immaginato decenni fa: conflitti armati sempre più vicini, notizie di guerra che invadono quotidianamente radio e televisioni, tensioni che sembrano aver riportato

    l’umanità indietro nel tempo. A questi elementi si aggiunge il cambiamento climatico, una crisi globale che continua a manifestarsi con sempre maggiore evidenza, nonostante se ne parli meno proprio mentre gli effetti diventano più gravi. Si incontrano anche il tema della povertà crescente e quello della solitudine che caratterizza milioni di persone, soprattutto nelle grandi metropoli moderne. Uno degli aspetti più forti dell’opera riguarda l’iperconnessione.

    La tecnologia, nata per avvicinare, ha finito spesso per allontanare, generando relazioni più rapide ma meno profonde. La facilità con cui si comunica ha reso i legami più fragili, trasformando la socialità in un gesto istantaneo che può

    svanire con un semplice clic. In questo contesto, l’arte stessa ha dovuto confrontarsi con un cambiamento radicale: la creatività che un tempo nasceva dall’incontro e dall’esperienza condivisa appare oggi minacciata da ritmi accelerati, da contenuti effimeri e dalla perdita di attenzione. Il video invita a riflettere sul “giardino dell’universo”, una metafora del nostro pianeta, meraviglioso ma costantemente maltrattato. È un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva, un’esortazione a riconoscere il valore di ciò che ci circonda e che troppo spesso diamo per scontato. La rappresentazione dei conflitti e delle fragilità sociali non vuole essere un messaggio pessimista, bensì un invito a prendere coscienza del presente per costruire un futuro più equilibrato. In questo dialogo ideale tra ciò che eravamo e ciò che siamo diventati, la figura di Amanda Lear assume un ruolo simbolico: rappresenta la forza dell’arte, la capacità di trasformarsi e di illuminare anche i momenti più

    complessi. L’opera si conclude con un auspicio di rinnovata armonia, un invito a recuperare autenticità, solidarietà e un rapporto più consapevole con il mondo

    che abitiamo.

    Testo/musiche/arrangiamento 

    Camuti Maurizio, Giovanni Rosina, Paolo Sala

    Atttici/attori in video: Maurizio Camuti, Tiziana Ferlazzo, Verdiana Monaco. 

    Regia: Matteo Fiacchino

    IL TESTO

    1 / 2

    AMANDA LEAR  

    —  

    Vorrei dire ad Amanda Lear

    che non sta andando così  

    tra guerre incandescenti  

    in un clima un po’ bollente

    torna tra i mortali  

    coi tuoi show molto speciali  

    dal pensiero intelligente

    sei una luce travolgente

    ( vien a nous .. encore ..)  

    vorrei abbracciare Amanda Lear  

    per esser stata così  

    cibernetica e lucente

    sei potenza travolgente

    pensieri tra i capelli  

    brillanti e molto snelli

    d’Amanda ce n’è una

    ci porterà fino alla luna  

    (vien a nous…encore we love you )  

    Negli anni 80 amanda brillava,

    Con il suo charme nasceva e incendiava

    Ambiguità che sfondava ogni schema  

    Mito vivente di un eterno problema  

    Regina del pop musa ribelle

    Nient’altro che fascino nella sua pelle  

    Classe e clamore lasciavano il segno  

    Amanda eterna, eterno ingegno

    2 / 2

    ( vien a nous … encore… .. )

    Finale: bionda esagerata Amanda è tornata × 6

    BIOGRAFIA

    Progetto di Maurizio Camuti orbitanti nella scena rock pop milanese, nel passato molto presente sulla scena live della città e non solo attraverso festival e concorsi, per molti anni guidate dal frontman Maurizio Camuti, cantautore attento e sensibile alle più attuali problematiche sociali.
    Progetto musicale che vuole sperimentare attraverso testi e musica temi che sono sempre più lasciati solo ai tavoli politici.

    Con ‘Pia Contessa’ abbiamo voluto parlare di Omofobia mentre con Milano (sponsorizzata dallo stesso Comune di Milano) hanno voluto rendere omaggio a una città laboriosa e bella da un punto di vista insolito secondo gli stereotipi attuali. Con “valigie di cartone” hanno affrontato l’antica questione dell’emigrazione sud/nord, ormai decennale, mentre con “Piedi gonfi: la questione legata alla violenza contro le donne. Infine, ha recentemente pubblicato “Con un mazzo di rose ” che oltre a rivisitare il tema della violenza vuole affrontare l’annosa questione della discriminazione e della mancanza di pari opportunità nei confronti delle donne.

    Infine, con Oggetto numero 7 e Non è tutto finito, abbiamo voluto parlare di vivisezione anche attraverso le immagini fornite da Lav e ambiente con le immagini del WWF e un messaggio finale di Maria Giovanna Elmi.