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  • Il ritorno di Annamaria Bovio con il libro Antonio il piccolo Superman contro la SMA

    Il libro mira a sensibilizzare sulla atrofia muscolare spinale e i proventi della sua vendita saranno destinati a sostenere le terapie del piccolo Antonio.

    Periodo di grandi impegni per la scrittrice Annamaria Bovio: il suo ultimo libro per i tipi di Pegasus Edition, L’Altra metà di me (II) – L’Amore ha  un solo nome…il tuo, sta riscuotendo molto successo.  La giovane barese, trasferitasi in Svizzera oramai da molti anni, non ama però stare ferma, ed è in arrivo sulla scena editoriale un nuovo, atteso lavoro: Antonio il piccolo Superman contro la SMA.     

    Il libro, in uscita il prossimo 30 giugno, è narrato dal punto di vista di Antonio, un bambino affetto da atrofia muscolare spinale (SMA). Antonio racconta la sua vita, dalla nascita alla diagnosi, le sfide quotidiane con la malattia, la terapia genica che definisce “puntura dei superpoteri”, e il prezioso supporto della sua famiglia, in particolare dei genitori e del fratellino Giuseppe. Attraverso le parole ed i pensieri del piccolo protagonista, emergono una grande forza interiore, la sua speranza e la capacità di trovare la gioia e l’amore nonostante le difficoltà. Il libro mira a sensibilizzare sulla SMA e i proventi della sua vendita sono destinati a sostenere le terapie di Antonio, per permettergli una esistenza migliore.

    « Antonio il piccolo Superman contro la SMA  narra la storia del figlio di un mio carissimo amico, un bambino dolcissimo affetto da Atrofia Muscolare Spinale » – confida in anteprima la Bovio alla stampa.

     « La SMA è una malattia rara che colpisce i muscoli, rendendoli deboli e influenzando i movimenti, il respiro e la crescita, a causa della mancanza di una proteina importante (SMN1) che impedisce ai segnali cerebrali di raggiungere i muscoli. Ad Antonio è stata diagnosticata questa malattia  a solo un mese di vita, il 23 ottobre 2020. Inizialmente, la prognosi medica era grave, con previsioni di vita limitate » – conclude.

    Il tema principale del libro, pertanto, è la tenace battaglia quotidiana di Antonio contro un terribile destino, raccontata attraverso i suoi occhi di bambino. Questa lotta è affrontata non con la forza fisica, ma con una straordinaria forza interiore e spirituale. Il libro descrive le sfide legate alla malattia, le terapie che Antonio affronta, le piccole conquiste di ogni giorno che per lui rappresentano grandi vittorie (come alzare un braccio o restare seduto). E le sue tante emozioni, inclusa la paura.

    Un tema centrale del volume è anche il potere trasformativo dell’amore, del sostegno familiare e della comunità. La storia evidenzia il ruolo fondamentale dei suoi genitori, Tiziana e Nicola, descritti come persone splendide e dal cuore grande che non si sono mai arresi nella ricerca di speranza. Vengono menzionati anche altri “piccoli grandi eroi” come fisioterapisti, dottori, infermieri, nonni, zii, parenti e amici, che lo supportano con amore, pazienza e coraggio. L’arrivo del fratellino Giuseppe è presentato come un dono speciale, un angelo custode e un compagno per un futuro che si vuole ad ogni costo.

    Il messaggio centrale per il lettore, espresso attraverso la voce di Antonio, è che la vita è un dono prezioso, anche quando non è “perfetta” o facile. La vera forza non risiede nelle capacità fisiche, ma in qualità “invisibili” come il sorriso, la resilienza, l’empatia, la speranza e, soprattutto, l’amore.

    « Antonio comunica  con le parole, con gli occhi, con il cuore e con la sua sola presenza, toccando l’anima di chi gli sta accanto » – ci tiene a far sapere l’ Autrice,  commossa e affettivamente legata da sempre ad Antonio e alla sua famiglia.

    Un libro con un messaggio corale di speranza, che ha lo scopo di sensibilizzare sulla SMA e fornire un aiuto concreto per il piccolo, grande eroe Antonio.

    Antonio stesso vede la sua esistenza e la sua storia come una missione per portare luce e amore nel mondo: aiutiamolo acquistando questo volume!

    Classe 1980, Annamaria è cresciuta in Italia, ed attualmente lavora e abita in Svizzera. Nel 2019 è uscito il suo volume di esordio, L’ altra metà di me – Ti ho cercata nella vita, pubblicato con Apollo Edizioni, con cui ha vinto alcuni premi di settore. Poi è ritornata sulla scena letteraria con Le parole del cuore – Te lo dico sottovoce, un grido d`amore per tutti coloro che credono nell`anima gemella, seguito da  L’Altra metà di me (II) – L’Amore ha  un solo nome…il tuo per i tipi di Pegasus Edition. È molto seguita sui social: solo su IG, ha attualmente oltre 53.000 followers. Crede nelle parole e  nel loro profondo significato. E crede soprattutto che l’amore sia l’unica immensa forza, in questo mondo, capace di vincere su ogni cosa. Ha del resto vissuto la sua vita ponendo l’amore sempre dinanzi ai suoi passi.

    Antonio il piccolo Superman contro la SMA sarà reperibile on line solo su Amazon e permetterà alla sua Autrice di poter gestire e seguire in agilità e trasparenza la raccolta fondi solidale annunciata.

    Per chi volesse contribuire con altre libere donazioni alla causa del piccolo Antonio, informiamo che esiste un conto corrente dove poterlo fare, gestito esclusivamente dai genitori del bambino ed intestato al padre,  Nicola De Nicolò –  IBAN IT41 Z030 6941 7531 0000 0001 343  – BIC  BCITITMM –  Causale : “Dono per Antonio”


  • “Meraviglia (Alice)” è il nuovo singolo di Cucco

    Dal 2 maggio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Meraviglia (Alice)” (Maionese Project / La Grotta Records) il nuovo singolo di Cucco.

    “Meraviglia (Alice)” è un inno alla sana follia che vive, spesso inconsapevolmente, dentro ognuno di noi. Con un messaggio positivo e sognante, invita a rifuggire dai lati più cupi della vita, senza mai perdere la speranza. Un incoraggiamento a continuare a credere nel proprio “Paese delle Meraviglie”, dove tutto è ancora possibile. 

    Spiega l’artista a proposito del brano: «”Meraviglia (Alice)” è un brano nato dall’istinto: avevo appuntato su un foglio la frase “Scappa, Alice, scappa!”, ma la melodia non era ancora chiara. Poi, all’improvviso, dalle corde di una chitarra è esploso un sound irresistibile, e tutto è sembrato più semplice.»

     

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/VMACNRanIyc?feature=shared

     

    Biografia

    Cucco, all’anagrafe Umberto Antonio Aurelio Cucco, è nato a Torino il 2 giugno 1996. Scopre fin da giovane la passione per la musica e il palcoscenico, partecipando a numerose manifestazioni canore nazionali e internazionali, tra cui il “Tour Music Fest”. Parallelamente coltiva l’interesse per il teatro, frequentando la Fondazione Teatro Nuovo di Torino e diplomandosi come “Attore-Interprete” presso l’Accademia Internazionale del Musical. Nel 2025 partecipa a “Una Voce per San Marino” (San Marino Song Contest), arrivando in semifinale con il brano “Meraviglia (Alice)”.

    “Meraviglia (Alice)” è il nuovo singolo di Cucco disponibile sulle piattaforme digitali di streaming da venerdì 2 maggio 2025.

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  • “Mostro” di Matteo St Fedele: il pop che si sporca le mani con la verità

    C’è chi, per raccontarsi, inventa una maschera. Altri trasformano il cambiamento in un personaggio, e ne fanno un concept. Matteo St Fedele compie il percorso inverso: rinuncia al filtro dell’alter ego e si firma con il proprio nome. Nel riflesso scheggiato di uno specchio, l’artista milanese ha deciso di guardarsi davvero. Non più da personaggio, ma da persona. Venerdì 13 Giugno esce “Mostro”, il suo nuovo singolo che chiude idealmente il percorso cominciato con il mini EP triple track “Generazione XXX” e inaugura ufficialmente una nuova fase artistica: quella che coincide con l’addio a MADMATT e con l’affermazione di un nome che è insieme identità, storia e scelta.

    Una dichiarazione di guerra e di pace con sé stessi. Una resa dei conti quotidiana, che si consuma in silenzio e che tutti affrontiamo ogni volta che smettiamo di recitare: oltre la superficie, oltre le corazze: «Perdonami stanotte, amore ho fatto a botte con me stesso allo specchio che si è rotto in un vizio».

    “Mostro “non è solo la cronaca di una caduta, ma anche l’anticipazione di una risalita. Nelle sue parole, Matteo dà spazio al dolore, ma lascia aperto uno spiraglio, una possibilità di rinascita: «E allora vedrai, il mostro che è in me. Nulla che non possa vincere». È un corpo a corpo con la depressione, la dipendenza, l’auto-sabotaggio. Una notte lunga una vita, in cui i pensieri diventano nemici e l’identità si frantuma.

    La produzione, asciutta ed essenziale, accompagna un testo che sprofonda nella psiche di una generazione sospesa tra iper-esposizione e assenza di parola. Lo special del brano, quasi spoken word in stile conscious rap, prende posizione contro l’omologazione e la superficialità dell’era digitale – «Non ti esprimi a parole, fenomeni sui social, ma dal vivo hai un neurone» -, spostando il focus dal contesto alla coscienza. Un flusso, un atto d’accusa, e insieme un’esortazione a riappropriarsi del linguaggio, del corpo, dell’identità: «Un chitarrista cieco, ma una Guernica d’amore».

    Nessun moralismo. Nessuna lezione. Solo un’immagine che resta incollata alla testa. Non è un inciso. È un colpo secco. Uno sfogo scritto senza tentare di addolcire niente, né per sé né per chi ascolta. Senza effetti speciali. Solo ritmo e frustrazione. Il tono è ruvido, quasi parlato.

    Ma poi succede qualcosa. Un verso spezza l’equilibrio, sposta il baricentro, apre un varco imprevisto:

    «Quarta Dimensione, la mia propensione a non essere una retta, una lunghezza un’estensione.»

    Non è una semplice trovata poetica. È il punto in cui “Mostro” abbandona il racconto per interrogarsi sulla percezione del tempo, sull’identità come forma fluida e non misurabile. La “quarta dimensione” non è un’astrazione, è uno stato, una condizione mentale. Lo spazio altro in cui la linearità e la logica vengono sospesi. È la zona grigia tra chi si è e chi si vorrebbe essere, l’istante in cui si consuma la frattura tra ciò che si è e ciò che non si riesce ad accettare. Non una fuga, ma un territorio di collisione. Quello di chi si sente fuori asse, fuori tempo, fuori campo. Di chi vive scostato rispetto alla traiettoria attesa.

    Mentre tutto intorno corre e si misura in termini di performance, velocità e coordinate, Matteo St Fedele rivendica il diritto a una dimensione non quantificabile: quella della coscienza che vacilla, dell’Io che si scompone e si ricompone. E la nomina con una semplicità disarmante, quasi scientifica, e al tempo stesso la carica di un senso esistenziale profondo: la metrica si spezza, il significato si espande. La canzone si apre così a una zona instabile e inquieta: un pensiero che non si può ordinare, un’identità che non si può spiegare con coerenza.

    Qui il brano si fa quasi esistenzialista, scavando nei paradossi della percezione e nel senso di smarrimento che accomuna un mondo costantemente connesso ma incapace di ritrovarsi. È in questa interzona che si consuma il conflitto centrale del pezzo: tra il bisogno di riconoscersi e la paura di farlo davvero.

    In un tempo in cui mostrarsi è diventato quasi un obbligo, “Mostro” propone l’esatto contrario: fermarsi a guardare ciò che non si mostra. Dare un volto ai propri fantasmi. E magari, un giorno, accettarli.

    Con una scrittura sempre più adulta, Matteo St Fedele si distacca dal personaggio e si mette a nudo. Senza sovrastrutture, senza maschere. Solo con il proprio nome. In “Mostro”, si confronta con la parte più oscura di sé, ma lo fa con una postura nuova: non più difensiva, non più ribelle, ma finalmente vulnerabile. Il brano si fa politico, nel senso più alto: perché parlare apertamente di salute mentale, di dipendenza, di crisi di identità, in un’epoca di estetica curata e narrazioni vincenti, è un gesto radicale. Un invito a non semplificarsi, a non censurarsi, a non recitare più.

    «”Mostro” chiude simbolicamente due anni della mia vita – afferma Matteo St Fedele -, e lo fa facendomi finalmente fare pace con me stesso. È lo specchio con cui tutti ci confrontiamo, ogni giorno. A volte ci restituisce un’immagine distorta, che non riconosciamo, che ci fa paura. Ma ci dà anche una possibilità: quella di riuscire, un giorno, a guardarsi e accettarsi. Per questo oggi non sono più MADMATT. Oggi sono Matteo St Fedele, con tutto quello che significa.»

    Il cambio nome, da MADMATT a Matteo St Fedele, è parte integrante di questa narrazione. Non è una trovata di marketing, né una maschera nuova. È il contrario. È il momento in cui si smette di recitare. Un ritorno all’essenziale, alla propria storia, al proprio cognome.
    Un modo per dire: non devo più interpretarmi. Adesso mi firmo.

    “Mostro” non dà risposte. Non cerca redenzione. Ma fa una cosa più importante: chiede di fermarsi a guardare. Anche dove fa più male.
    Perché oggi, accettarsi senza filtri, è forse il gesto più coraggioso che ci sia.

  • “Poesie pe campà mejo”, il nuovo libro di poesie dell’attore e scrittore Lorenzo Di Matteo per raccontare l’umanità con la forza del dialetto romano

    Lorenzo Di Matteo, insegnante di teatro e scrittore, è tornato in libreria con il suo sesto libro Poesie pe campà mejo pubblicato dalla casa editrice Eretica per la collana Quaderni di poesia.

    Trenta liriche che raccontano storie nel dialetto di Roma: assassini sorridenti, uomini solitari, nonni morti o tutti d’un pezzo, giovani confusi nella notte, giardinieri giudici e alcolisti senza futuro, il gatto di una strega, alcuni cani e anche sette gabbiani e una gallina sono tra gli abitanti di queste pagine. E a cosa serve tutto questo? A cosa servono queste poesie? Pe campà mejo.

    Ogni componimento ha una voce specifica, che rappresenta un punto di vista particolare. A parlare sono uomini e donne più o meno giovani, che raccontano frammenti significativi della loro vita. Si passa dalla leggerezza all’ironia, fino alla tragedia e anche ad alcuni componimenti surreali. Ma dei trenta componimenti di Poesie pe campà mejo, la maggior parte sono immersi nella realtà, a volte luminosa e speranzosa, altre volte invece gretta e soffocante. La volontà è stata quella di far immergere il lettore dentro un’umanità variegata e difficile, per conoscerla, così che questi racconti in versi possano, alla fine, aiutarci a campà mejo.

    “Amo il mio dialetto, perché è il modo in cui sono abituato a esprimere i fatti e le emozioni più belle e più sporche, ma anche per illuminare con una luce particolare un evento che voglio raccontare – ha spiegato l’autore. Da tanti anni racconto questi miei versi su un palco e adesso finalmente hanno preso vita anche sulla carta.

    La prima poesia che ho scritto in romanesco, più di dieci anni fa, si intitola Pien de talento. In quel periodo stavo facendo le prove di uno spettacolo sui sonetti del Belli e immaginai: E se adesso in sala entrasse un gabbiano arrabbiato, cosa accadrebbe?. Dopo quella poesia ne ho scritte moltissime altre e trenta di queste le ho scelte per il mio libro”.

    “Con Poesie pe campà mejo, Lorenzo Di Matteo ci consegna una silloge brillante e struggente, dove la poesia in romanesco si fa racconto, teatro, memoria e confessione – ha commentato la casa editrice. Tra ironia, tenerezza e verità scomode, queste poesie restituiscono le voci e i volti di una quotidianità popolare che sa commuovere e far sorridere. Un’opera che rende omaggio alla forza della lingua viva e alla poesia che nasce dalle piccole cose per ‘campà mejo’”.

    La conoscenza e l’amore dell’autore dei grandi poeti e narratori romani, primo fra tutti il Belli appunto, sono stati infatti l’ispirazione principale dell’opera.

    La lingua romana utilizzata è priva di cliché e autocompiacimenti, appare diretta e a volte sferzante: è così che il dialetto riesce a far emergere sentimenti e atmosfere molto diverse tra loro e diventa per l’autore sia elemento di scrittura che di restituzione sul palco.

    

    Dati tecnici

    Autore: Lorenzo Di Matteo

    Editore: Eretica

    Collana: Quaderni di poesia

    In commercio dal: 19 maggio 2025

    Pagine: 66

    EAN: 978883344586

    Costo: 15,00 Euro

    Lorenzo Di Matteo vive e lavora a Roma con la sua famiglia. È un tutor per studenti, insegnante di teatro e scrittore. Collabora da molti anni con psicologi, insegnanti, attori e registi teatrali per i suoi progetti. Questo è il suo sesto libro.

    Sito personale: www.lorenzolegge.it

    Pagina Fb: Lorenzolegge


  • Largo Venue illumina Comeilmiele: tutto l’EP in anteprima!

    Sabato 14 giugno Comeilmiele presenterà il suo nuovo singolo “Meglio soli” tratto dal primo ep “Eppi” con un release party a Largo Venue (via Biordo Michelotti, 2) di Roma alle ore 21:30.

    L’evento, ad ingresso gratuito fino alle ore 22:30, rappresenta un momento cruciale per l’artista, segnando la conclusione di un intenso percorso creativo e l’inizio di una nuova avventura musicale.

    La serata prenderà il via alle 21:30 con l’esibizione della band d’apertura Bananastereo, che scalderà il palco prima dell’atteso live di Comeilmiele, previsto per le 22:15. Per l’occasione, il concerto sarà eseguito in formazione trio: Marco Savini alla chitarra e sequenze, Lorenzo Tempestilli alla batteria e la stessa Miele alla voce e tastiera. I partecipanti avranno l’esclusiva possibilità di ascoltare in anteprima l’intero EP, la cui uscita completa è attesa solo per settembre.

    L’evento al Largo Venue coinciderà con il lancio del primo singolo estratto da “Eppy”, intitolato “Meglio soli”. Il brano, distribuito da Artist First e edito da Maqueta Records, affronta temi di autoaffermazione e resilienza. “Meglio soli che Nuvole” è un innovativo gioco di parole che sottolinea l’importanza di rimanere fedeli alla propria identità, rifiutando pressioni esterne, cliché sociali e relazioni non autentiche. Il testo invita a un approccio positivo alla vita, suggerendo che la capacità di non lasciarsi “annebbiare” dai pensieri altrui possa guidare verso la propria vera strada.

    A partire dalle 23:30, la serata si trasformerà in un’occasione per ballare con l’inizio della discoteca (con ingresso a 5 euro dopo le 22:30).

  • “Stasera” è il nuovo singolo dei mucchioselvaggio

    Dal 23 maggio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “STASERA” (Maionese Project) il nuovo singolo dei mucchioselvaggio.

    “Stasera” è una riflessione sulla fine di un rapporto, quando una persona si ritrova a sentire la mancanza dell’altra. Non sono i grandi gesti o i momenti eclatanti che mancano di più, ma le piccole cose che facevano parte della quotidianità: il caffè insieme, il profumo, il sapere dove sta e cosa beve, il suo vestito più bello. La canzone è un omaggio alla bellezza del ricordo, sentito senza risentimento, ma con nostalgia e affetto. È un tributo alle piccole cose che rendono un rapporto speciale e che rimangono impresse nella memoria anche dopo la fine.

    Il videoclip di “Stasera” è una rappresentazione visiva della mancanza e dell’abbandono che caratterizzano il brano. La location scelta è una fabbrica vuota, simbolo di un luogo un tempo vitale e ora abbandonato, che riflette lo stato di solitudine e di vuoto emotivo. Il telefono scollegato, dove Ulivieri parla, è un’immagine potente che rappresenta la fine del dialogo e la impossibilità di comunicare con la persona amata, sottolineando la sensazione di isolamento e di disconnessione. Il video enfatizza la malinconia e la nostalgia che permeano il brano, creando un’atmosfera di riflessione e di introspezione. 

    Guarda il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=JW6O5H2rRg0&feature=youtu.be 

    Biografia

    mucchioselvaggio è un gruppo rock formato da tre amici fraterni: Gianni Ulivieri (chitarra e voce), Riccardo “Lobo” Ferri (basso) e Nevio Cermeli (batteria). La storia del gruppo inizia nel 1992 con la registrazione del primo demotape “The Hole in the Wall”, seguito l’anno dopo da “Lividi Addosso”, che segna una svolta verso testi in italiano e un rock più accessibile. In quegli anni, il gruppo si esibisce in numerosi concerti e accumula esperienze preziose.

    Successivamente, Gianni Ulivieri intraprende una carriera solista con il singolo “Io ti amo ma devo ucciderti” (2004), che ottiene successo radiofonico e televisivo. Dopo oltre 30 anni, i tre amici decidono di riunirsi e tornare a suonare insieme, riproponendo canzoni del loro vecchio repertorio e presentando nuovo materiale, tra cui il singolo “Stasera”, che anticipa l’uscita dell’album “La vecchia scuola cilena”.

    Nel 2025, mucchioselvaggio viene selezionato per il progetto Maionese di Matilde Dischi, segnando un nuovo capitolo nella loro carriera musicale. Con la loro energia e il loro sound rock, il gruppo è pronto a tornare sulla scena musicale con rinnovata passione e creatività.

    “Stasera” è il nuovo singolo dei mucchioselvaggio disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 maggio 2025.

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  • “Butto la plastica (io rivendico il mare)” è il nuovo singolo di Arnaldo Furioso

    Da venerdì 13 giugno 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Butto la plastica (io rivendico il mare)” per Qanto Records, il nuovo singolo di Arnaldo Furioso.

    “Butto la plastica (Io rivendico il mare)”, quinto singolo tratto dal concept “Canzoni contro le (stronze) leggi del cosmo”, è una ballata elettro-pop inquieta, lenta ma tagliente, che denuncia due urgenze parallele: la plastica reale — particelle che sterminano la vita marina, penetrano nei nostri corpi e scorrono nel sangue come un veleno invisibile — e la plastica sociale, quella patina di finzioni, pose e algoritmi che ci anestetizza, isola e impedisce relazioni autentiche.

    Il ritornello “Io rivendico il mare” si erge a grido collettivo: il mare appartiene a tutti e reclama libertà dalla plastica, diventando simbolo di emancipazione verso orizzonti senza confini.

    La canzone sarà presentata in anteprima all’Expo 2025 di Osaka (dal 15 al 21 giugno), nell’ambito dell’iniziativa “Plastic in Blood”, per sensibilizzare sull’inquinamento da microplastiche che unisce idealmente il Giappone alla terra d’Abruzzo del cantautore.

    Spiega l’artista a proposito del brano: «Fare la differenziata può essere una forma di autoterapia? Beh, almeno secondo la protagonista di “Butto la plastica (io rivendico il mare)”, sì. Dopo una notte da incubo col suo ex, si sveglia e fa pulizia in casa e.…nella testa. È un brano che parla di due urgenze parallele: la plastica vera — quella che letteralmente ci sta invadendo — e la “plastica sociale”, quella patina appiccicosa di finzioni e algoritmi che ci anestetizza e isola. Quindi quel “io rivendico il mare” è anzitutto letterale – di chi è il mare? È tuo, è mio, è di ognuno di noi. Ma è anche allegoria: rivendicare il mare significa reclamare la nostra libertà, non accontentarci! La canzone è presentata in anteprima mondiale all’Expo 2025 di Osaka, con l’obiettivo di scuotere le coscienze su un’emergenza che unisce il Giappone alla mia amata terra: l’Abruzzo. Questo è il quinto singolo — e anche un nuovo glitch nel concept “Canzoni contro le (stronze) leggi del cosmo” — ma tranquilli, magari ve ne parlo un’altra volta!».

     

    Biografia

    Arnaldo inizia a suonare la chitarra in tenera età e forma la sua prima band alle scuole medie con cui tiene il suo primo live. A quindici anni lavora in radio, a diciannove approda in TV. A sedici compone la sua prima canzone d’amore, dedicandola ad Arianna Ciampoli — futura conduttrice televisiva — che all’epoca aveva quattordici anni. Una composizione struggente, che lei, fortunatamente, non ha mai ascoltato.

    Negli anni ’90 si dedica alla produzione di deep house e techno, pubblicando musica per Universal con lo pseudonimo Deep Choice e collaborando con etichette come NBS Records in Belgio e altre. Nel 1997 fonda MusicaItaliana.com, un portale che rimane tuttora di sua proprietà. Nonostante una laurea in economia, sceglie di dedicarsi alla scrittura di codice, un’attività che continua ancora oggi.

    Nel 2007 inaugura Tipografia, un club cult pescarese ispirato alla scena berlinese, e parallelamente conduce festival e reading letterari, tra cui l’IndieRocket Festival e il FLA, utilizzando lo stesso microfono che impiega per cantare.

    Nel 2018 dà vita al duo electropop Anticorpi insieme a un noto politico e romanziere. Con questo progetto, pubblica otto singoli, raggiunge 420.000 stream e colleziona numerose esibizioni live. Nonostante i temi provocatori, il duo non è stato (ancora) censurato.

    Nel 2024 lancia il progetto solista Arnaldo Furioso, caratterizzato da quattro singoli legati da un tema comune: “Canzoni contro le (stronze) leggi del cosmo”.

     

    “Butto la plastica (io rivendico il mare)” è il nuovo singolo di Arnaldo Furioso disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 13 giugno 2025.

     

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  • Da Amici a Eminem: il percorso di Manuel Aspidi passa da chi ha bisogno di sentirsi accettato

    Dopo aver scalato le classifiche internazionali con “Wildfire” ed “Eternal Echoes”, e in attesa della collaborazione con Eminem – la prima di sempre tra il leggendario rapper di Detroit e un artista italiano, che vedrà la luce entro fine anno e i cui dettagli verranno svelati dopo l’estate – Manuel Aspidi torna con “Love Yourself”, il suo nuovo singolo disponibile su tutti i digital store da venerdì 13 giugno per Bentley Records.

    Specchi, filtri, giudizi: in mezzo a un rumore di fondo che destabilizza e incoraggia l’omologazione, il cantautore livornese sceglie il silenzio, quello necessario dell’accettazione. Un’accettazione che non coincide con la resa, ma con una scelta consapevole: smettere di rincorrere un’idea imposta di perfezione e tornare a riconoscersi allo specchio per ciò che si è – con le proprie fragilità, la propria storia, le proprie cicatrici.

    In un mondo in cui l’immagine conta più dell’identità — e dove 9 ragazze su 10 tra i 13 e i 17 anni (secondo un’indagine Girl Scouts) sentono la pressione dell’industria dell’apparenza, mentre il 18% dei ragazzi coetanei ammette di preoccuparsi per il proprio aspetto e peso — la musica può ancora ricordarci chi siamo. Secondo dati interni di Instagram, il 70% delle adolescenti e il 40% dei ragazzi afferma di vivere confronti negativi con le immagini viste online. “Love Yourself” è la risposta personale e artistica di Aspidi a una società che misura il valore con gli occhi degli altri. Una canzone che, con delicatezza e maturità, restituisce al pop il suo ruolo più nobile: quello di strumento culturale, non solo commerciale. Quello di raccontare chi siamo, non solo vendere chi vorremmo essere.

    Scritto in inglese, su una produzione dal respiro internazionale, “Love Yourself” parla di autostima in maniera netta, disillusa e coraggiosa, rivolgendosi a chi, almeno una volta nella vita, si è sentito sbagliato. A chi ha guardato lo specchio cercando un’apparenza conforme, senza riconoscersi – «In a world of mirrors, reflections we see, comparing ourselves to what we think we should be» («In un mondo di specchi, vediamo riflessi, ci confrontiamo con ciò che pensiamo di dover essere»). A chi si è confrontato con modelli irraggiungibili, filtrati, distorti.

    Le parole di Aspidi non addolciscono la realtà, ma la guardano in faccia, mettendo a fuoco una delle dinamiche più tossiche del nostro tempo: l’illusione di dover corrispondere a un’immagine, anziché apprezzare la propria. “Love Yourself” suggerisce una pausa. Un passo indietro per tornare a vedersi, non attraverso gli occhi altrui, ma attraverso ciò che si è.

    «Questo singolo è nato dal bisogno di ricordarlo a me stesso, prima ancora che agli altri – racconta Manuel -. Viviamo in una società che ti spinge a correggerti, omologarti, ridurti a una forma accettabile. A tutte le persone che lo ascolteranno, voglio dire di spegnere le voci che dicono loro di cambiare. La musica può ancora essere un atto di ribellione e resistenza gentile: un modo per dire che ogni cicatrice è una storia, e ogni storia ha valore. Nessuno dovrebbe sentirsi sbagliato per com’è.»

    Il videoclip ufficiale – interamente realizzato in animazione da Daniele Cipriani – affida il messaggio del brano a un linguaggio che, pur nella finzione dichiarata, riesce a dire il vero più di tante immagini patinate. Perché i cartoni, visti da adulti, non sono evasione: sono coscienza illustrata. E sanno mostrarci, con leggerezza chirurgica, ciò che spesso la realtà censura.

    “Love Yourself” è il naturale proseguimento di un progetto musicale che mette al centro valori come l’inclusione, la libertà espressiva e il rispetto delle differenze – perché sono proprio quelle che ci arricchiscono e ci rendono riconoscibili, unici, irripetibili. Temi che trovano sempre maggiore eco: secondo un recentissimo studio realizzato da Skuola.net insieme all’Associazione Di.Te. – Dipendenze tecnologiche, in Italia, quasi un giovane su due è condizionato dai modelli estetici imposti dai social media, fino ad arrivare – nel 40% dei casi – a evitare situazioni sociali per timore del giudizio altrui. Un dato che restituisce la misura di un disagio silenzioso, ma diffuso.

    Negli ultimi due anni Manuel Aspidi ha consolidato la sua presenza sulla scena internazionale, con singoli entrati nelle classifiche di oltre 20 Paesi e trasmessi da emittenti in Europa, America e Asia. Dopo il successo internazionale di “Wildfire” ed “Eternal Echoes”, “Love Yourself” è un invito a rifiutare gli standard imposti e a riconoscere la bellezza nell’imperfezione. Nessuna retorica dell’autostima, ma uno sguardo consapevole su un’epoca in cui il corpo è sempre più un campo di battaglia tra ciò che siamo e ciò che ci viene chiesto di essere.

    Con il suo timbro immediatamente riconoscibile e un talento vocale che ha conquistato il pubblico fin dai tempi di Amici, Aspidi si conferma oggi come una delle voci italiane più autorevoli anche ben oltre confine nella canzone pop d’autore.

    E in attesa di scoprire cosa riserverà la collaborazione con Eminem, “Love Yourself” non inaugura una fase: interrompe un’abitudine.
    Quella di cantare per piacere.

    Per Manuel, la musica non è mai stata un’illusione da rincorrere, ma un linguaggio di verità da raccontare. “Love Yourself” ne è la prova più semplice. La conferma che si può fare pop senza rinunciare al contenuto.
    E che, anche nella società dell’apparire, esistono ancora canzoni – e artisti – che scelgono la via dell’essere.

  • “Solamente un gioco” è il nuovo singolo di Lamadura

    Dal 13 giugno 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “SOLAMENTE UN GIOCO”, il nuovo singolo di Lamadura.

     

    “Solamente un gioco” è un brano che nasce da un momento particolarmente difficile nella vita dell’artista, segnato da una relazione tossica da cui era difficile prendere le distanze e mantenere lucidità. La canzone racconta la sensazione di sentirsi intrappolati in una storia in cui l’altra persona sembra giocare con i sentimenti, mentre si resta emotivamente dipendenti. Il ritornello esprime il desiderio profondo di essere amata davvero, fino a giungere alla consapevolezza che il primo passo è imparare ad amare sé stessi. 

    “Solamente un gioco” si chiude con un senso di liberazione: la relazione è finita, e finalmente c’è spazio per la felicità. 

    Il brano è accompagnato da un lavoro di produzione curato e intenso, che ha coinvolto l’artista anche sul piano visivo. Le riprese del videoclip non sono state solo una semplice posa, ma un’esperienza viva, emozionante e divertente, capace di riflettere il percorso interiore raccontato nella canzone.

    Commenta l’artista proposito del brano: “Solamente un gioco racconta uno dei momenti più complicati della mia vita: una relazione tossica da cui, mio malgrado, dipendevo emotivamente. Nelle strofe descrivo il quotidiano vissuto con questa persona e i miei tentativi – spesso inutili – di uscirne. Il ritornello è il cuore del brano: esprime il mio bisogno profondo di essere amata davvero e la presa di coscienza che prima di tutto devo imparare ad amare me stessa. Nel finale, arrivo a una consapevolezza importante: ho capito che dietro l’apparente forza del mio partner si nascondeva una fragilità profonda, una persona insicura nascosta dietro una maschera. Non riesco a spiegarmi certi suoi atteggiamenti, ma questa rivelazione mi ha dato la forza di spezzare il ciclo della dipendenza affettiva. Il brano, distribuito da Roka Music, ha un sound pop contemporaneo con una produzione elettronica moderna. L’arrangiamento è stato curato da Andrea Mietta, che insieme a Salvo Longobucco ha lavorato al mixaggio di audio e voci.”

    Roberto Cannizzaro, direttore artistico e CEO di Roka Music, afferma: “questo brano è molto più di una semplice canzone è il primo passo di un progetto più ampio in cui l’artista mette a nudo le proprie fragilità, facendo della musica un rifugio e una via per superare i propri limiti. Un viaggio emozionante che tocca il cuore di chi ascolta.”

    Il videoclip di “SOLAMENTE UN GIOCO”, diretto da Massimo De Masi, è un racconto intimo e sospeso che indaga le fragilità dell’identità e il peso delle aspettative. Protagonista è Erica: uno sguardo silenzioso ma incisivo sul conflitto tra ciò che siamo e ciò che il mondo si aspetta da noi.

    Il film si muove con eleganza, evitando ogni didascalia. La macchina da presa accompagna Erica con rispetto, restituendo allo spettatore uno spazio di osservazione autentico. Atmosfere rarefatte, silenzi dilatati e una regia attenta a luci e ritmo trasformano la visione in un’esperienza sensoriale e riflessiva.

    Il titolo, solo in apparenza innocuo, cela un paradosso: il “gioco” raccontato non è leggero, ma fatto di ruoli, maschere e scelte complesse. È il racconto di quel momento in cui si smette davvero di giocare.

    Solamente un gioco è un’opera discreta ma incisiva, minimale, profonda e necessaria.

     

    Guarda il videoclip: https://youtu.be/_XgjJY3sHMA?si=T_OGr_I7J_4OwHVx

    Biografia

    Erica Calcagno, conosciuta nel mondo della musica con il nome d’arte Lamadura, è una cantante italiana nata il 31 ottobre 1986 a Catanzaro. Il suo nome d’arte simboleggia una forza e una resilienza uniche. Una lama, per sua natura, è un oggetto affilato e preciso, capace di tagliare attraverso le sfide e le difficoltà. L’aggettivo “dura” indica resistenza e solidità, evocando l’immagine di qualcuno che, pur affrontando momenti di difficoltà e vulnerabilità, riesce a mantenere la propria integrità.

    Fin dall’infanzia, Erica ha dimostrato passione e talento per la musica. Ha mosso i suoi primi passi grazie allo studio del flauto traverso, con il conseguente titolo accademico presso il Conservatorio di Cosenza. Ha sempre studiato canto da privatista, frequentando corsi di celebri insegnanti quali Cheryl Porter e Cesare Zanotti. Scrive brani, musica e testo, fin da quando era bambina.

    Nel 2015 ha partecipato al Pordenone blues festival, arrivando seconda e vincendo una borsa di studio del valore di 1000 euro.

    Nel 2023 ha partecipato alla prima edizione del Postcard Music, aggiudicandosi il primo posto, con uno dei suoi inediti, “Sola”.

    A seguito della vittoria del Postcard, nel 2023, Erica ha iniziato la sua attività discografica con l’etichetta Roka Music. Questa è stata una vera e propria svolta nella carriera perché le ha permesso di fare ascoltare altri brani legati intimamente alla sua storia che saranno prodotti dalla stessa etichetta.

    Nel 2023, Erica ha partecipato, insieme alla sua rock band, i The Butterfly Circus, alla competizione Sanremo Rock, arrivando tra le 8 rock band finaliste, esibendosi sul palco dell’Ariston.

    Erica ha subito l’ influenza della musica gospel e soul, che si avverte anche nel suo cantato. Nonostante ciò, ha un’ anima profondamente rock, che la porta a spaziare anche nel genere blues. È una cantante versatile e le sue canzoni rispecchiano la sua grande curiosità musicale e il suo bisogno costante di contaminazione. Infatti si va dall’elettro-pop, con venature rap, ad un sound più acustico ma con sonorità moderne.

    A novembre 2024 pubblica il brano “Sola”.

    “Solamente un gioco” è il nuovo singolo di Lamadura disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 13 giugno 2025.

  • Ferrara celebra musica e cultura: assegnati il Premio Corona D’oro – Agimp e Film Videoclip Award, annunciati i finalisti di A Voice For Europe Italia e Gran Galà Dei Festival

    Sabato 7 giugno dalle ore 21.00 presso la Sala Estense di Ferrara sono state consegnate le targhe realizzate dal M° Orafo Michele Affidato per la 2^ edizione del “Premio Corona D’Oro – Agimp” e per la 3^ edizione del “Film Videoclip Award”. A Marinella Venegoni il “Premio Corona D’Oro alla carriera”. Tutti coloro che sono stati premiati hanno ricevuto un’opera dall’artista M° Giuliano Grittini. La serata è stata condotta da Vanessa Grey e da Beatrice Macconi (in arte BeaMakk). Ospite della serata Andrea Mingardi. Sul palco anche l’Assessore alla Cultura di Ferrara Marco Gulinelli e la Dirigente del Comune di Ferrara Anna Rosa Fava per i “Premi Speciali al Comune di Ferrara”. Le premiazioni sono state anticipate dalle semifinali del contest “A Voice for Europe – Italia” e “Gran Galà dei Festival” condotte da Mirco Realdini.

    PREMIO CORONA D’ORO – AGIMP (2^ edizione)

     

    Miglior Critico Musicale:  Andrea Spinelli (Quotidiano Nazionale)

    riconoscimento conferito per l’articolo pubblicato il 27/04/2024: “Allevi, il corpo e la forza di volontà. Con la musica annego il dolore”

    E’ stato assegnato inoltre il Premio Corona D’Oro – Agimp alla carriera a Marinella Venegoni, storica firma de La Stampa. A consegnare la targa Alex Pierro, giornalista e Presidente di Agimp.

     

    FILM VIDEOCLIP AWARD ITALIA (3^ edizione)

     

    Miglior Film Videoclip: BOROTALCO per  SHABLO / GUE’ / PABLO ft. TORMENTO “La mia parola”

    https://www.youtube.com/watch?v=70vcIH3-4lU

    Miglior Regista: Enea Colombi, per il videoclip  SHABLO / GUE’ / PABLO ft. TORMENTO “La mia parola”

    PREMIO 1 DAY 1 SONG (promosso dal Creative Hub e da Red&Blue Music Relations): ASIA DEL PRETE

    La serata della consegna delle targhe è preceduta dalle semifinali dei contest “A Voice for Europe – Una voce per l’Europa – Italia” (dedicato a chi canta, sia dal vivo che su base) e “Gran Galà dei Festival” (dedicato agli strumentisti). Di seguito i concorrenti che accederanno alla finale del 28 agosto in  Piazza Castello a Ferrara.

    “A Voice for Europe – Una voce per l’Europa – Italia”: Ginevra, Alessio Palagi, Asia del Prete, Blumele, Eden, Freeeda, Gialuca Amore, Giuseppe Adragna, IlRed, Marco Cardinaletti, Matilde, Mr. Precius, Nadia Bax, Name, Nicol, Riviera Boys, Scarlet Rose, The Shroomboys.

    Grazie all’accordo tra Nove Eventi e l’organizzazione canadese C.H.I.A., i talenti di “Una Voce per l’Europa” si esibiranno a Toronto nel 2026 al festival “Sing for Italy”. L’iniziativa rafforza il legame culturale tra Italia e Canada. Un’occasione unica per giovani artisti di portare la propria musica su un palco internazionale.

    “Gran Galà dei Festival”: Giacomo Checchi (batteria), Frank Julian (basso), Sofia Pampolini (chitarra), Valerio Vitolo (sax).

     

     

    NOVE EVENTI SRL

    Nove Eventi SRL è una società che organizza Festival e che opera, da oltre 20 anni, nel mondo dello spettacolo. Tra i suoi soci si annoverano produttori artistici, teatrali e televisivi, gruppi operanti nel marketing strategico e creativo e nella distribuzione discografica.

    Nove Eventi SRL è una realtà nel mondo della musica che promuove e distribuisce Artisti di grande livello nazionale ed internazionale, mantenendo però sempre un occhio di riguardo anche per i giovani Artisti che desiderino intraprendere un proprio cammino nel mondo musicale e dello spettacolo. La Mission è quella di produrre contenuti per Eventi artistici ma anche tecnici, prendendosi cura di ogni singolo particolare: dalla direzione artistica di un Festival, alla consulenza (anche in campo legale) ed alla progettazione di Rassegne, all’organizzazione di Convention ed alla realizzazione per le aziende di progetti legati al mondo musicale.

     

    L’evento è organizzato da Nove Eventi, in collaborazione con il Comune di Ferrara e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.Sponsor e partner dell’evento: Vivaticket, ACEP, Unemia, Assoconcerti, Nuovo IMAIE, AGIMP, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Assostampa Ferrara.

     

     

     

     

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