Tag: Brainstorming Music

  • “Vita a spanne”, il nuovo singolo di Ricky Ferranti

    “Vita a spanne”, il nuovo singolo di Ricky Ferranti

    Il 7 gennaio è uscito “Vita a spanne”, il nuovo singolo di Ricky Ferranti. Il cantautore di Pavia, dopo il brano “E’ quasi sera”, torna con una canzone intima, delicata e molto rock.

    Ricky Ferranti – Vita a spanne

    “Vita a spanne” è una ballata rock che musicalmente viaggia tra il passato e il presente. Una melodia da antico west si mescola al pop rock più moderno e attuale. Solo attraverso la musica Ricky riesce a portare il pubblico nel proprio immaginario. Ascoltando “Vita a spanne” si visualizza il cantautore nel suo viaggio alla ricerca di storie interessanti e rappresentative.

    Ricky Ferranti ci racconta storie di persone comuni alle prese con una vita che non è sempre in discesa. Piccole storie in cui ognuno di noi può immedesimarsi e sentirsi meno solo.

    “Vita a Spanne rappresenta metaforicamente un ipotetico punto di incontro tra un mondo digitale patinato ed apparentemente perfetto e la realtà in cui esso si manifesta e crea.

    Da un lato abbiamo bisogni e desideri compulsivi attivati con un semplice e comodo click e dall’altra parte un mondo fatto di Kilometri su un camion.

    Entrambe le realtà hanno una vita con problematiche che la nostra società tende sempre più a celare, una vita vissuta seguendo un flusso creato da altri, una vita la cui misura non viene mai ben calcolata, in definitiva , una vita vissuta a spanne”.

    ASCOLTA SU SPOTIFY: VITA A SPANNE

    CREDITS:

    Ricky Ferranti : voce,basso,chitarre e tastiere

    Francesco Ferranti : Batteria

    Registrato al Fuzzo Studio e mixato da Ricky Ferranti

    Master al Monkey Studio da Jacopo Camagni

    Foto di Copertina : Marco Cattaneo

  • “Amore”, il singolo d’esordio di Francesco Gori

    “Amore”, il singolo d’esordio di Francesco Gori

    Il 3 dicembre è uscito “Amore”, il singolo d’esordio di Francesco Gori. Un brano completamente strumentale che riesce a dire più di un intero poema.

    “Amore” nasce da una passeggiata per le strade, da quell’amore genuino che vediamo nelle coppie giovani e anziane. Francesco Gori ha messo in musica quest’emozione e ascoltando il suo brano ci sembra proprio di rivedere queste coppie una dopo l’altra che si scambiano sorrisi e abbracci. Quattro minuti dove chitarra e pianoforte regnano sovrani creando una melodia allegra, leggera e molto natalizia.

    Francesco Gori nel suo primo brano ricrea tutto questo. Il musicista ci mostra subito le sue grandi capacità di compositore e polistrumentista.

    “Amore è ispirata dalle persone. Osservavo per strada giovani coppie e anche meno giovani scambiarsi gesti di affetto e tutto questo ha portato alla nascita del brano. E’ nato in maniera spontanea perché alla fine l’amore è un sentimento che ci rende felici”, così Francesco descrive il proprio brano.

    Questo brano è il suo primo esperimento ma mostra già il lato sensibile e poetico dell’artista.

    ASCOLTA “AMORE” SU SPOTIFY


    Francesco Gori BIOGRAFIA

  • “Rebirth” il brano che ha portato i Medivh nel Regno Unito

    “Rebirth” il brano che ha portato i Medivh nel Regno Unito

    Dopo l’anteprima inglese, ecco la presentazione ufficiale per il pubblico italiano di “Rebirth”, il nuovo singolo dei Medivh. Il brano è stato molto apprezzato nel Regno Unito (e negli U.S.A.)  dove in pochissimo tempo ha conquistato spazi in riviste musicali come Clout, Flex, PressParty. I ragazzi sono finiti perfino su Daily Advent – Opera News – il sito internazionale con notizie da tutto il mondo (oltre 6 milioni di lettori mensili).

    “Rebirth” è l’invito a non abbattersi, a prendere le difficoltà e usarle per rinascere migliori, più forti. Il nuovo singolo dei Medivh è la resilienza messa in musica, attraverso un sound alternative rock cupo e allo stesso tempo accattivante ed energico. La versione più introspettiva e misteriosa di band come gli X Ambassadors. I Medivh amano sperimentare e la loro musica è il frutto di un’accurata ricerca di suoni e di un percorso musicale ampio che va dai Depeche Mode ai Pink Floyd, dai Porcupine Tree ai Mogwai.

    “In un mondo che ci mette alla prova dobbiamo avere la forza di rinascere ogni giorno. Dimenticare le angosce e i fallimenti di ieri, per avere il coraggio di vivere oggi. Abbiamo conosciuto una ragazza e abbiamo ascoltato la sua storia. Un incontro fugace, ma intenso abbastanza da lasciare qualcosa di indelebile dentro di noi. Marie Jane è lei. Una sopravvissuta. Forte e fragile allo stesso tempo: nonostante la giovane età ha già sperimentato la caducità dell’esistenza terrena. Ciò che ha passato l’ha forgiata. L’ha resa capace di risorgere dalle proprie ceneri. Ogni notte muore. Ogni giorno rinasce per combattere e sentirsi viva. Marie Jane è magnetica, una forza della natura. Lei è una Dea e noi non possiamo che ammirarla e goderci il suo passaggio nelle nostre vite”, così i Medivh descrivono la genesi e il significato del brano.

    Rebirth è la scoperta di chi siamo davvero, di cosa possiamo raggiungere. Il singolo è stato un portafortuna per la band toscana, che si è fatta strada fuori dal territorio italiano.

    Sapere che ogni giorno la tua creazione musicale è ascoltata in ogni parte del mondo e che lontano da casa qualcuno sta seguendo con interesse la tua musica è una grande motivazione. Questo ti spinge a a creare sempre qualcosa di nuovo, a sperimentare. In fondo, scriviamo e suoniamo per lasciare un segno nel mondo, condividendo quello che “sentiamo” e mettendolo in musica”.


    Medivh BIOGRAFIA

  • “Le prigioni di Jaco”, la nuova suggestione musicale di S.C.I.O.

    Fuori dal 25 novembre “Le prigioni di Jaco”, il nuovo singolo di S.C.I.O., progetto strumentale nato da un’idea di Stefano Scioni. C’è un elemento comune che lega tutti i suoi brani: non vengono usate chitarre ma esclusivamente  il basso elettrico.

    Dopo un periodo di pausa dalla musica, nel 2021 Stefano è tornato pubblicando un singolo dopo l’altro. I suoi pezzi, completamente strumentali, sono spesso un viaggio nella psiche umana. Le parole non servono, la musica urla forte e chiaro il suo messaggio. “Le prigioni di Jaco” è il suo nuovo brano e nasce dopo la visione del documentario dedicato a Jaco Pastorius, prodotto da Robert Trujillo  bassista dei Metallica.

    Le prigioni per Jaco Pastorius erano le sue instabilità mentali.

    Questo brano è un viaggio dentro le paure e le prigioni di ognuno di noi. Quelle che non riconosciamo o che, nononostante ne siamo consapevoli, non riusciamo né a combattere né ad accettare. Ci costringiamo ad una sopravvivenza trascinata e ad una agonia esistenziale. La prigione può essere una malattia, una persona, uno stato d’animo, una particolare situazione o qualsiasi cosa che ci trasciniamo e che ci toglie energie.

    “Le prigioni di Jaco” è accompagnato da un videoclip composto da frame scelti da S.C.I.O. e inseriti in pexels.com dal videomaker russo Cottonbro. Il lavoro di editing e post-production è a cura di Carmelo “Garmo” Mandica che ha tradotto in immagini la suggestione musicale di Stefano.

    Tutto il lavoro di produzione musicale, come nei brani precedenti, è stato posto nelle mani sapienti di Alessandro Zaccheroni che ancora una volta riesce ad esaltare e miscelare le sonorità prog-noise-rock di S.C.I.O. La batteria in questo brano è suonata da Federico “Jay” Re che in poco tempo si è immedesimato nel progetto di S.C.I.O.

    ASCOLTA SU SPOTIFY


    S.C.I.O. BIOGRAFIA

  • Anna Luppi, cosa vuol dire fare un tour durante una pandemia

    Il 24 novembre sarebbe dovuto partire l’Amarene Tour di Anna Luppi. Bagagli in spalla, macchina pronta e destinazione raggiunta ma non tutto è andato come previsto. Erano cinque le date programmate tra Germania e Belgio, ma purtroppo la pandemia si è fatta sentire e alla fine Anna è riuscita a realizzare solo due date su cinque.

    L’Amarene Tour segue la pubblicazione di “Amarene”, l’EP di Anna Luppi pubblicato nel 2020. Quattro brani, quattro featuring, quattro canzoni intimiste. Dopo aver a lungo esplorato le tematiche sociali e il linguaggio proprio della canzone di denuncia, Anna Luppi sceglie una dimensione più privata e la condivide con quattro importanti cantautori della scena emergente: Veronica Marchi, Olden, Domenico Imperato e Elisa Erin Bonomo.

    Un tour in pandemia è sinonimo di incertezza. Anna e il suo compagno hanno comunque raggiunto la maggior parte delle location previste perché fino all’ultimo niente era deciso. Riuscire a realizzare i concerti di Berlino e Marburg è stato un gran traguardo. Anna Luppi ha raccontato tramite i suoi canali social l’emozione di tornare su un palco nonostante le difficoltà incontrare. Paesi e città in lockdown stanno cambiando sostanzialmente la vita in tour dell’artista.

    Il viaggio in giro per la Germania ha dato una nuova visione della situazione attuale e uno spunto per nuovi progetti. Nel frattempo la cantautrice ha stupito i suoi fan con nuovi gadget disponibili nel merch ufficiale. Borracce, shopper, magliette tutte con una grafica spettacolare!

    Anna Luppi BIOGRAFIA

  • “Sole Triste”, fuori il nuovo singolo di Roberto Quassolo

    “Sole Triste”, fuori il nuovo singolo di Roberto Quassolo

    Fuori dal 24 novembre “Sole Triste”, il nuovo singolo di Roberto Quassolo. Terzo capitolo del suo nuovo progetto da solista e un’ulteriore conferma del talento dell’artista che si muove tra le diverse sfaccettature del rock.

    I primi due singoli di Roberto Quassolo erano molto intimi e introspettivi, quasi una piccola dedica all’animo umano. In “Sole Triste” l’artista passa a un rock più energico, meno ballad ma in grado di farti vibrare le corde del cuore. Il nuovo brano è un invito a mettersi in dubbio, ad andare oltre i pregiudizi in una società ormai fatta solo di plastica e finzione.

    Melodia, un buon riff di chitarra, una ritmica da subito incalzante, risultano essere ancora una volta le protagoniste indiscusse di questa nuova release del cantautore pavese, Roberto Quassolo. Che ci propone un brano che colpisce per groove e dinamicità dove le chitarre ritornano ad essere in primo piano come nella migliore tradizione del rock nostrano, esaltandone le linee melodiche che introducono un inciso arioso ed assolutamente gradevole. Brano che colpisce per la sua semplicità ed immediatezza, requisiti necessari per smuovere classifiche e radio, ma a dispetto di tutto ciò è possibile apprezzarne interessanti arrangiamenti e fini accorgimenti ritmici che rendono il brano davvero convincente.

    Sole triste è una canzone che ci invita a riflettere sui pregiudizi che permeano la nostra società a tutti i livelli. Credo sia sempre più difficile andare oltre il pregiudizio, da momento che occorrerebbe rendersi responsabili in prima persona di una visione differente delle cose e del mondo. Immagino pertanto sia indispensabile mantenere uno sguardo che ci porti a non reprimere, ma a considerare dimensioni integrative e perché no trasformative, qualcosa che ci possa portare a saper stare con la differenza senza volerla eliminare”, così Roberto descrive il proprio brano.

  • “Come si deve”, il singolo d’esordio di Delaido

    “Come si deve”, il singolo d’esordio di Delaido

    Il 26 novembre è uscito “Come si deve”, il singolo d’esordio di Delaido. Il cantautore palermitano si presenta al mondo con un brano di ambientazione indie rock, dall’animo intimista. Il brano è accompagnato da un videoclip suggestivo e denso di significato, diretto da Alberto Culotta e interpretato da  Anka Barešić e dallo stesso Delaido.

    Nelle immagini che scorrono, vediamo i protagonisti prepararsi a raggiungere la stanza in cui si incontreranno nel finale, mentre nei loro occhi compare a tratti una figura, che rappresenterà il tema centrale del video ed il soggetto del disegno con cui l’intero corpo del protagonista verrà tatuato nelle ultime scene.

    “Come si deve” è un brano che parla di un rapporto complicato. Una situazione di stasi in cui i protagonisti tirano le somme, rassegnandosi alla fine e interrogandosi sulle scelte. Il tutto immerso in un crescendo musicale che porterà ad un loop finale, in cui speranza e rassegnazione si mischiano, dando vita ad un labirinto emotivo da cui è difficile uscire.

    Ed è proprio alla figura del labirinto che il regista Alberto Culotta fa riferimento nella sua personale descrizione del video: “C’è quindi il tema del labirinto, all’interno del quale ci si può perdere e, al tempo stesso, incontrare. Il segno del labirinto emerge dal fondo dell’anima fino a raggiungere gli occhi di un uomo e di una donna. Amanti, certamente: ma forse non ancora o non più. Ciò che hanno dentro ha bisogno di essere esorcizzato e tradotto fuori, sulla pelle. Un tatuaggio d’inchiostro denso e nero, visibile, che finalmente liberi il cuore e racconti dell’invisibile che ci scuote dentro.”

    Delaido ha creato un brano che si può ascoltare con leggerezza, lasciandosi trasportare dal sound e dalle strutture ritmiche e melodiche, o con un approccio più riflessivo, entrando nella mente dell’autore e guardando in modo diverso anche noi stessi.

    Delaido BIOGRAFIA

  • “Stupido film”, il nuovo singolo di Shadouone

    “Stupido film”, il nuovo singolo di Shadouone

    Fuori dal 1 dicembre su tutti i digital store “Stupido film”, il nuovo singolo di Shadouone. L’eroina dei fumetti è tornata a dire la sua, a sconfingere i cattivi a suon di rime taglienti. Un brano che critica questa società di plastica, questa falsità in cui viviamo tutti i giorni e questo “film” che ci raccontiamo.

    Shadouone è il personaggio del mistero, ma una cosa è chiara: le ingiustizie proprio non le vanno a genio. Una cosa che invece ama è mescolare le arti. Un crossover incredibile tra musica, fumetto e cinema. Tutto in unico brano come in “Stupido film”. Inoltre, Shadouone dopo una lunga attesa è finalmente diventata un fumetto e il primo capitolo è già fuori. Il potere di Shadouone è quello di riconoscere le persone false, gli ipocriti e gli approfittatori. Il suo scopo? Smascherarli e riportare un po’ di giustizia nel mondo.

    “Stupido film” è un po’ la colonna sonora di queste avventure. La versione musicale di tutto quello che ci racconta tramite i suoi fumetti. Non mancano mai riferimenti alla cultura cinematografica.

    Shadouone non ama descrivere la propria musica e neanche perdersi in sciocchi fronzoli. Ogni ascoltatore deve sentirsi libero di vedere se stesso e la propria storia nelle sue parole.

    Ora non ti resta che premere play e lasciarti trascinare dalla musica del tuo personaggio dei fumetti preferito: Shadouone!

  • “Kotodama”, il nuovo singolo di Flavio Zen

    “Kotodama”, il nuovo singolo di Flavio Zen

    Fuori dal 19 novembre “Kotodama”, il nuovo singolo di Flavio Zen. L’artista è tornato con un brano che parla di come, a volte, bisogna lasciarsi alle spalle vecchie abitudini in modo da cambiare mindset per passare all’azione. Non importa cosa o come, spesso è importante fare, restare in movimento e aggiustare il tiro man mano che si procede.

    I riferimenti alla cultura giapponese sono ormai un marchio di fabbrica per Flavio Zen e li ritroviamo anche in questa nuova uscita, partendo proprio dal titolo. “Kotodama” è composta da due ideogrammi che significano  rispettivamente “parola” e “spirito”, credere in un’energia insita nelle parole che utilizziamo ha da sempre fatto parte dell’artista.

    “La parola è il mezzo che ho scelto per farmi strada nella vita, privata e professionale, soprattutto in periodi come questi in cui la scena musicale è sempre più densa e popolata (“come Yokohama” dico nel ritornello, la città più popolosa del Giappone). Scegliere con cura le parole da utilizzare è un’arma potentissima se si vuol raccontare qualcosa in maniera originale ed efficace.

     

    “Non ho paura del rumore bianco” dico all’inizio della seconda strofa, il cosiddetto “white noise” spesso utilizzato come suono per appiattire i rumori di fondo e creare un ambiente silenzioso e isolato, non averne paura significa affrontare la solitudine con un atteggiamento positivo, di crescita personale e non più come una condanna”.

    Flavio Zen porta all’orecchio del pubblico un brano fuori dal coro. Sì, c’è del rap ma non solo. L’artista sperimenta e si  muove in percorsi poco battuti da altri. I suoi brani sono come un discorso filosofico messo in musica. In una musica che viene dall’oriente e si muove nei meandri del flow e dei beat occidentali.

    “Kotodama” si apre come un discorso dove l’artista spiega al pubblico come vuole che sia la sua canzone. Un espediente che porta l’ascoltatore quasi dentro al processo produttivo del brano e che lo rende parte della canzone. Il ritmo incalzante e accattivante di “Kotodama” fa il resto.


    Flavio Zen BIOGRAFIA

  • “Lontano”, fuori il primo album di Olita

    “Lontano”, fuori il primo album di Olita

    Il 17 novembre è uscito “Lontano”, il primo album di Olita. Il disco è una raccolta dei brani che l’artista ha pubblicato fin ora con l’aggiunta di tre inediti particolari. L’album prende il nome dall’ononimo brano uscito ad aprile 2021 e che racchiude un po’ tutta la filosofia del cantautore. La distanza è un argomento che Olita ha trattato in diversi modi da quella fisica a quella mentale. Un tema che ricorre anche negli otto brani del disco.

    “Lontano” è il riassunto del viaggio di Olita. Un viaggio iniziato nel 2020 e che si conclude a fine 2021 per lasciare spazio a un nuovo inzio, un nuovo percorso dell’artista. In questo disco sono racchiuse le emozione e le storie vissute dal cantautore. Relazioni finite, amori sbocciati, una società che ti chiede più di quello che puoi dare e la musica sempre con te. Attraverso “Lontano” l’ascoltatore può davvero conoscere Olita per quello che è senza fronzoli o false illusioni.

    Track by Track

    Forse no: Forse no parla di una relazione unilaterale, che è già un ossimoro, nella quale c’è un risveglio emotivo e orgoglioso da parte di una persona che avrebbe fatto di tutto per la persona amata. Ma poi, riflettendoci, avrebbe fatto di tutto per la persona amata? Forse no.

    Lontano: Un coppia viene separata da molti km. In Lontano c’è tutta la tristezza di un viaggio fino all’aeroporto dove i due si separeranno. Una lontananza inevitabile che ti fa crollare il mondo addosso.

    Lunedì: Con le canzoni mi psicoanalizzo da solo. Lunedì è una canzone dedicata alla musica e a quei momenti nei quali sembra che anche la tua compagna di una vita artistica non ne voglia sapere di collaborare e sei senza idee. Ogni giorno provi a scrivere qualcosa ma i giorni e le cose che fai sembrano tutte uguali. Un loop infinito di inizi poco piacevoli, un loop di Lunedì.

    Lacrime: Ricordi sfocati e nitidi allo stesso tempo si intrecciano in una storia semplice che parla di una rottura complicata. Due persone in un famoso parco di Roma si appartano in un boschetto; la storia sembra promettere bene, ma arrivati li si lasciano e i ricordi diventano sfocati come la vista attraverso degli occhiali pieni di lacrime. “Lacrime che non ho più per te” è il verso che indica soltanto un brutto ricordo, senza rancori.

    Destino: In una giornata di inverno, l’unico modo per scaldare il cuore è ripensare a tutto ciò che si sta costruendo con una persona che si ama. Destino è una ballad molto classica e potente. Semplicemente una canzone d’amore vero.

    Vuoi vedere: Una rottura amara e molti fantasmi del passato che non se ne sono mai andati. Vuoi vedere è la storia di ciò che è stato e ciò che poteva essere. A un certo punto le cose bisognerebbe lasciarle andare ma se tra due ex amanti uno dei due non demorde e continua a farti male ti viene spontaneo chiedergli “che altro vuoi? Vuoi vedermi morire?”

    Tregua: Seconda seduta di auto-psicoanalisi. Tregua nasce dalla necessità di una persona esausta dalle vicissitudini che si susseguono nella vita, di chiedere una tregua alla vita stessa e a tutto ciò che si ha intorno. Delle volte il tempo che passa, sembra essere una ruota vortiginosa che ti porterà sicuramente al burnout se non agisci immediatamente e ti dai delle priorità.

    Nebbia: Nebbia è una storia amara e affettuosa. Un rapporto logoro dal tempo ha come metafora una strada con la nebbia fitta nella quale si cammina l’uno/a accanto all’altra/o, non tenendosi più per mano. Ci si potrebbe facilmente perdere nonostante si stia vicini, e le strade si potrebbero inevitabilmente o accidentalmente separare. A un tratto potrebbe sfoltirsi la nebbia e potrebbe tornare il sole a illuminare quel sentiero. Potremmo tornare a vederci chiaro ma, se non ti riprendi per mano, alla prima nebbia che scende sale di nuovo il rischio di perdersi per sempre.


    Olita BIOGRAFIA