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  • Jazz all’Atelier Musicale: sulle tracce di Hancock e Tyner con il trio Tarenzi-Goloubev-Arco sabato 10 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    Jazz all’Atelier Musicale: sulle tracce di Hancock e Tyner con il trio Tarenzi-Goloubev-Arco sabato 10 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    Jazz all’Atelier Musicale: sulle tracce di Hancock e Tyner 
    con il trio Tarenzi-Goloubev-Arco
    sabato 10 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
    Il pianista Roberto Tarenzi, il contrabbassista Yuri Goloubev e il batterista Tony Arco 
    riproporranno alcune delle composizioni più note dei due celebri jazzisti statunitensi
     
    MILANO – A due tra i pianisti più influenti degli ultimi sessant’anni di storia del jazz, Herbie Hancock e McCoy Tyner, è dedicato il nuovo appuntamento dell’Atelier Musicale, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio: sabato 10 febbraio la Camera del Lavoro di Milano ospiterà, ancora una volta, una prima esecuzione assoluta e cioè il concerto del trio Tarenzi-Goloubev-Arco (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5/10 euro). Questa inedita formazione, che proporrà alcuni dei brani più noti dei due grandi maestri afroamericani, unisce la competenza pianistica di Roberto Tarenzi, musicista che conosce a fondo il linguaggio del piano jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche i suoi sviluppi elettrici negli anni Settanta, a quella del contrabbassista russo Yuri Goloubev, virtuoso del suo strumento acclamato in tutta Europa, e alla classe di Tony Arco, uno dei più completi batteristi della scena continentale, anch’egli grande conoscitore degli stili jazzistici dell’epoca che ha visto l’affermazione di Tyner e Hancock.
    Dei due celebri dedicatari, il primo è stato una colonna del quartetto di John Coltrane e poi il protagonista di progetti musicali a nome proprio, che hanno proiettato quella musica negli anni Settanta. Il secondo è stato, invece, una determinante presenza nel secondo quintetto storico di Miles Davis e ha poi attraversato diverse epoche del jazz, diventando famoso a livello mondiale nella sua fase electric-funk. Entrambi sono stati compositori di brani entrati stabilmente nel repertorio jazzistico, oltre che portatori di quei meccanismi armonici che si suole definire “modali”. Il programma scelto dal trio ci porta nel cuore della loro produzione, che per Hancock significa esplorare pezzi contenuti in album storici quali “Empyrean Isles”, “Maiden Voyage”, “Speak Like A Child” e “Thrust”, quest’ultima vera e propria hit del periodo elettrico. Per Tyner la scelta è caduta sul suo album di esordio, “Inception”, del 1962 e si è poi concentrata quasi integralmente su “The Real McCoy”, autentico disco-capolavoro registrato dal pianista di Filadelfia nel 1967. 
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 10 febbraio 2024, ore 17.30
    Trio Tarenzi-Goloubev-Arco
    Hancock e Tyner, le due facce del modalismo jazz
    Roberto Tarenzi (pianoforte), Yuri Goloubev (contrabbasso), Tony Arco (batteria).
    Programma
    H. Hancock (1940):
    One Finger Snap;
    Speak Like a Child;
    Actual Proof;
    Dolphin Dance.
    McCoy Tyner (1938-2020):
    Four by Five;
    Blues on the Corner;
    Search for Peace;
    Inception.
    Prima esecuzione assoluta.
    Introduce Maurizio Franco.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro). 
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • Al via sabato 10 febbraio la 97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

    Al via sabato 10 febbraio la 97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

    97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)
    10 febbraio – 6 aprile 2024
    Classica, lirica, jazz e poesia con Corbelli, Alogna, Nova, Testi e molti altri: 
    al via sabato 10 febbraio con il recital del pianista Andreas Frölich 
    la 97Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)
    In programma fino al 6 aprile, nell’ottocentesco Salone dei Concerti dell’Accademia Tadini, sei imperdibili appuntamenti con Andreas Frölich, Fabio Testi, Alessandro Corbelli, Elisabetta Sepe, Davide Alogna, Giuseppe Gullotta, Stefano Maffizzoni, Andrea Candeli, Umberto Petrin, Giovanni Fontana, Giuseppe Nova, Claudio Piastra, Simone Pagani, Luca Garlaschelli e Massimo Melillo
    LOVERE (BG) – L’Accademia Tadini di Lovere (Bg) si appresta ad ospitare, per la novantasettesima volta, la rassegna concertistica che negli anni si è affermata come uno degli eventi più prestigiosi del territorio del lago d’Iseo. La nuova edizione prenderà il via sabato 10 febbraio: anche quest’anno gli appuntamenti (sei, in programma fino al 6 aprile) si annunciano di grande interesse e qualità e verranno ospitati nell’ottocentesco Salone dei Concerti, caratterizzato da un’acustica eccellente, recentemente restaurato e ora riscaldato. Sottolinea il maestro Claudio Piastra, direttore artistico della manifestazione: «La rassegna dell’Accademia Tadini gode di un prestigio unanimamente riconosciuto, dovuto alla lunga storia di concerti che hanno visto la partecipazione di alcuni fra i maggiori artisti degli ultimi cento anni. Proprio nel solco di questa gloriosa tradizione vogliamo continuare a offrire al nostro pubblico progetti di elevato spessore culturale». Aggiunge Vanessa Rossi, presidente dell’Associazione Tadini: «Anche quest’anno l’Associazione Tadini, in collaborazione con la Fondazione Tadini che ci ospita nella sua affascinante Sala dei Concerti, vuole offrire agli appassionati sei date di altissimo livello. Come ogni anno, abbiamo selezionato artisti di fama internazionale che garantiscono la qualità che da quasi un secolo caratterizza la nostra rassegna».
    Il cartellone si propone di ricreare idealmente quel contesto di alto intrattenimento che si respirava nella Lovere ottocentesca, capace di guardare al passato ma anche ai nuovi stili musicali. Tra i protagonisti della 97a edizione spiccano l’attore Fabio Testi, che si esibirà insieme al duo Maffizzoni-Candeli; il baritono Alessandro Corbelli, accompagnato dalla pianista Elisabetta Sepe; il pianista tedesco Andreas Frölich; il violinista Davide Alogna in duo con il pianista Giuseppe Gullotta; il jazzista Umberto Petrin, autore di una singolare performance con il poeta Giovanni Fontana; infine, per l’evento di chiusura, il mondo classico incontrerà il jazz nell’omaggio al compositore francese Claude Bolling, a cura di Giuseppe Nova, Claudio Piastra, Simone Pagani, Luca Garlaschelli Massimo Melillo.
    L’apertura di quest’anno, in programma sabato 10 febbraio, sarà affidata al recital dell’apprezzato pianista tedesco Andreas Frölich, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali e unanimamente riconosciuto dalla critica come grande interprete. È anche un apprezzato didatta: è docente alla Hochschule für Musik und Tanz di Colonia/Standort Aachen e insegna pure a Villa Musica a Magonza (sempre in Germania), alla International Summeracademy del Mozarteum di Salisburgo e alla Talent music masters Academy di Brescia. Pianista del Mendelssohn Trio Berlin, Frölich, che si è esibito nelle più famose sale da concerto del mondo e in alcuni dei più importanti festival internazionali  (tra cui il Festival di Salisburgo, il Mozartfest Würzburg, il Schubertiade Roskilde e molti altri), eseguirà pagine di Mozart (Fantasia in do minore KV 475, Sonata in mi bemolle maggiore KV 282, Sonata in fa maggiore KV 332, Fantasia in re minore KV 397), Chopin (Polonaise op. 26 n. 1, tre Notturni e Impromptu op.52), Bach (quattro trascrizioni da F. Busoni, Wilhelm Kempff, Myra Hess e Alexander Siloti) e Piazzolla (Adiós Nonino, Milonga en Ay Menor, Chiquilín de Bacchin, Milonga del Ángel).
    Per il secondo appuntamento della stagione, dopo il successo della scorsa edizione, l’Accademia Tadini, già promotrice del festival “Le 2 Rive del Jazz”, aprirà di nuovo le sue porte al jazz e alla musica improvvisata: sabato 24 febbraio, infatti, andrà in scena “Jazz, Poetry and So”, concerto-performance che unisce i testi poetici delle avanguardie storiche alla musica di Umberto Petrin, fra i più affermati pianisti jazz italiani. A condividere il palco insieme a Petrin ci sarà il poeta Giovanni Fontana, da poco insignito del prestigioso Premio Pagliarani alla carriera.
    Venerdì 1 marzo sarà la volta de “Il canto magico del violino” che vedrà la presenza di Davide Alogna, da alcuni anni diventato una delle star del violinismo italiano, insieme all’affermato pianista Giuseppe Gullotta: i due musicisti proporranno alcuni capolavori immortali di autori come Paganini, Brahms, Rossini, Mozart e Saint-Saëns. Spazio alle grandi voci liriche venerdì 8 marzo con il baritono di fama internazionale Alessandro Corbelli e la pianista Elisabetta Sepe, che presenteranno un raffinato programma con musiche di Schubert, Schumann, Musorgskij, Fauré, Ravel, Liszt, Pizzetti e Tosti. Vincitore di numerosi riconoscimenti (come il Premio Abbiati della Critica, il Rossini d’Oro e l’International Opera Award), Corbelli ha calcato i palchi dei più prestigiosi teatri internazionali, tra cui la Scala di Milano, il Metropolitan Opera di New York, il Covent Garden di Londra, l’Opéra di Parigi, la Staatsoper di Vienna e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. 
    “Concerto d’amore in versi” è il titolo dello spettacolo che andrà in scena sabato 23 marzo, protagonisti l’attore Fabio Testi, uno dei volti più noti del cinema italiano, come voce recitante, il flautista Stefano Maffizzoni e il chitarrista Andrea Candeli. I tre artisti si esibiranno in un suggestivo programma con musiche e testi di Piovani, Machado, Garcia Lorca, Piazzolla, Ibert, Morricone, Neruda, Merini, Prévert e Vicente che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica nei principali teatri italiani.
    Sabato 6 aprile chiuderà la stagione un concerto che vuole celebrare idealmente il connubio fra la musica classica e quella jazz: “Picnic Suite”, omaggio al compositore francese Claude Bolling proposto da due solisti di fama internazionale, il flautista Giuseppe Nova e il chitarrista Claudio Piastra, accompagnati da tre jazzisti di vaglia quali il pianista Simone Pagani, il contrabbassista Luca Garlaschelli e il batterista Massimo Melillo.

    Accademia Tadini di Lovere – 97a Stagione dei Concerti
    Dal 10 febbraio al 6 aprile 2024

    Sabato 10 febbraio
    “88 tasti: tra bianco e nero” 
    Andreas Frölich (pianoforte)
    Musiche di Mozart, Chopin, Bach e Piazzolla.
    Sabato 24 febbraio 
    “Jazz, Poetry and So”
    Giovanni Fontana (poesie), Umberto Petrin (pianoforte)
    In collaborazione con “Le 2 Rive del Jazz”.
    Venerdì 1 marzo 
    “Il canto magico del violino”
    Davide Alogna (violino), Giuseppe Gullotta  (pianoforte)
    Musiche di Mozart, Rossini, Paganini, Brahms, Saint-Saëns.
    Venerdì 8 marzo
    “Le grandi voci”
    Alessandro Corbelli (baritono), Elisabetta Sepe (pianoforte)
    Musiche di Schubert, Schumann, Musorgskij, Fauré, Ravel, Liszt, Pizzetti, Tosti.
    Sabato 23 marzo
    “Concerto d’amore in versi”
    Fabio Testi (voce recitante), Stefano Maffizzoni (flauto), Andrea Candeli (chitarra)
    Musiche e testi di Piovani, Machado, Garcia Lorca, Piazzolla, Ibert, Morricone, Neruda, Merini, Prévert, Vicente.
    Sabato 6 aprile 
    “Picnic Suite”
    I classici incontrano il Jazz
    Giuseppe Nova (flauto), Claudio Piastra (chitarra), Simone Pagani (pianoforte), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Melillo (batteria)
    Musiche di Claude Bolling.
    Tutti i concerti inizieranno alle ore 21 nel Salone dei Concerti di Palazzo Tadini, in via Tadini 40, Lovere (Bg).
    Abbonamenti: 75 euro; 50 euro per i giovani fino a 27 anni e per gli over 65.
    Ingressi singoli: 20 euro (suggerita prenotazione in segreteria o all’ingresso del museo).
    Ingressi singoli ridotti: 15 euro per i giovani fino 27 anni e per gli over 65.
    Ingresso gratuito fino a 18 anni previa prenotazione e disponibilità di posti.
    Per l’acquisto degli abbonamenti, le relative quote potranno essere versate sul C.C. intestato all’Accademia Tadini presso la Banca Popolare di Sondrio (IBAN IT85 O 056 9654 9600 0003 0265 X04) oppure presso la segreteria dell’Accademia Tadini in orario d’ufficio o direttamente la sera del primo concerto.
    I biglietti per i singoli concerti saranno in vendita secondo disponibilità anche la sera del concerto.
    Info: www.accademiatadini.it; email: associazione@accademiatadini.it – Tel: +39 340 2503902.
  • Ecco “Jazzmandoit”, il nuovo album  di Kriss Corradetti tra mandolino, swing e jazz

    Ecco “Jazzmandoit”, il nuovo album di Kriss Corradetti tra mandolino, swing e jazz

    Si intitola “Jazzmandoit” il nuovo album, uscito alla fine del 2023 per l’etichetta PlayCab, del chitarrista e compositore marchigiano Kriss Corradetti. Disponibile in formato fisico e sulle principali piattaforme digitali, si distingue per una peculiarità: la presenza da protagonista del mandolino con l’intento, da parte dell’autore, di esaltare la voce dello strumento italiano per eccellenza all’interno dei territori sonori dello swing e del jazz, come già avviene da tempo in altri Paesi. “Jazzmandoit” comprende nove tracce originali di Corradetti e cinque tributi a brani famosi della musica italiana (ma non solo), scelti per la loro peculiare consonanza con il linguaggio degli arrangiamenti e con lo stile generale del disco, con uno sguardo particolare alla musica swing scritta nel nostro Paese durante il periodo compreso tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso.

    La nota costante che attraversa il nuovo lavoro di Corradetti è la propensione per la melodia, da cui deriva la scelta di omaggiare, tra gli altri, Nino Rota con il celebre tema di “Amarcord” e Pino Daniele con una versione strumentale della sua poeticissima “E cerca ‘e me capi’”.

    La successione dei brani conduce l’ascoltatore in un viaggio sonoro che attraversa i territori del jazz, le sonorità gipsy e manouche, i colori latineggianti, il blues acustico delle origini e poi risale gradualmente verso il ritorno alla forma canzone del jazz e alle sue sonorità tipiche, fino al commiato dell’ultimo pezzo, unica traccia in cui si ascolta anche la voce, utilizzata come uno strumento. Insieme al leader (mandolino, chitarra classica, gipsy ed elettrica, voce), in “Jazzmandoit” hanno suonato il flautista Giacomo Lelli (già accanto a Paolo Capodacqua, Goran Kuzminac, Clive Bunker e Flavio Oreglio), il giovane e talentuoso contrabbassista Emanuele Di Teodoro (Max Gazzè, Bruno Marcozzi) e il batterista Massimo Manzi, nome di primo piano della scena jazz italiana.

    Afferma Kriss Corradetti che, oltre alla scrittura e agli arrangiamenti dei brani, ha curato anche le riprese audio di tutti gli strumenti, il mixaggio e il mastering: «Questo album è una sorta di rinascita, un “nuovo primo atto”, per così dire, della mia carriera musicale. Mi sono formato strumentalmente come chitarrista e, dopo anni in cui ho lavorato come cantautore, arrangiatore e produttore, ho deciso di dedicarmi allo studio del mandolino, esercitando su questo strumento soprattutto il linguaggio del jazz e della world music. Il fascino di un suono così spiccatamente italiano mi ha conquistato e mi ha spinto a intraprendere questo nuovo percorso musicale e artistico, nella speranza di poter dare a questo strumento meraviglioso e alle sue caratteristiche espressive l’attenzione che merita, attenzione di cui gode per lo più nella musica classica e in quella napoletana. Poiché la mia scelta è stata guidata dal cuore, per lo stesso motivo ho chiesto ai musicisti di suonare accordando gli strumenti a 432Hz. Al di là delle teorie legate agli effetti benefici di questa intonazione, che da tempo studio ed approfondisco, il mandolino stesso ha scelto di suonare così, rispondendo in modo più morbido e dolce alla pizzicata dei miei plettri».

    L’album si apre con una rispettosa rilettura di “Amarcord” di Nino Rota con il contrabbasso che, da solo, suona la melodia, come se la ricordasse appena, per poi essere raggiunto dal resto della formazione, che presenta il tema della colonna sonora con pochissime modifiche rispetto all’originale. Segue un’inedita versione de “Il giovanotto matto”, tributo a Lelio Luttazzi, in cui il mandolino, vero protagonista dell’esecuzione, fa l’occhiolino allo stile jazz manouche, presentando il tema in un agile medium swing intervallato da sezioni Calypso e avventurandosi nel primo momento solista dell’album. Anche “Coffe Piquin”, brano originale di Corradetti, presenta sonorità jazz manouche, permettendo agli strumenti di dialogare in sezioni di assolo e scambi tipici del linguaggio jazz tradizionale. “Au Loin” è un pezzo originale in tre quarti, jazz waltz, in cui si ravvisa la predilezione dell’autore per le melodie cantabili e incisive, anche quando sono poggiate sui territori armonici più articolati della forma standard jazz. Scanzonato e brillante, “Get-Go-Ged-It” è un brano latin jazz nel quale Corradetti sceglie una veste più intima e pacata, senza batteria: la sezione ritmica è affidata al contrabbasso e alla chitarra classica, mentre il mandolino e il flauto duettano sul tema e durante i soli. “E cerca ‘e me capi’”, brano-capolavoro di Pino Daniele, viene riproposto in una rilettura cameristica della formazione (mandolino, flauto, chitarra, contrabbasso e batteria) al completo. “Blues 4 Two”, altra traccia originale del leader, è il punto più “profondo” e oscuro, per così dire, del tragitto sonoro del disco: è un’improvvisazione rural blues in cui duettano il mandolino e la chitarra resofonica slide, sinuosa ed enigmatica. In “Mille lire al mese” (Carlo Innocenzi, Alessandro Sopranzi) siamo ancora in un territorio vicino al jazz manouche: il mandolino introduce il tema con toni arabeggianti, per poi svolgere la melodia principale a ritmo di rumba e liberarsi nell’assolo con uno scorrevole swing in quattro che lo porterà alla conclusione. Anche qui la chitarra ritmica sorregge il mandolino, unico strumento protagonista del brano. “Garrison”, scritto da Cristiano Corradetti, è il solo pezzo del disco in cui il leader usa la chitarra elettrica come omaggio dichiarato al compianto chitarrista Garrison Fewell: il brano è un medium swing dal tema spigoloso, con accenti be-bop al quale si succedono rapidi chorus di assolo della chitarra elettrica, del mandolino e del flauto traverso. “Morrigan Blues” è una sorta di bonus track non dichiarata del disco, poiché è l’unico brano registrato totalmente in presa diretta, ossia suonato dal vivo in studio, al cui arrangiamento hanno poi collaborato, in fase di registrazione, anche Emanuele Di Teodoro e Massimo Manzi. “Lapacho” (il nome è preso in prestito da una bellissima pianta dai fiori rosa che cresce in Brasile e in Argentina) è un brano scritto in stile di bossanova, dalle tinte sognanti e ariose. “Facircus” evoca il clima circense: il mandolino è stato usato in maniera orchestrale, sovraincidendo più linee melodiche che si incastrano nel finale corale, sorrette da chitarra e contrabbasso che ne tratteggiano l’andamento ritmico incalzante; “Libertango” è un’interpretazione personale del capolavoro di Astor Piazzolla, ma è soprattutto una dedica a Tullio De Piscopo, autore della traccia di batteria della celeberrima composizione piazzolliana: la chitarra scompare e i quattro strumenti – mandolino, flauto, contrabbasso e batteria – si incastrano in una successione di quadri orchestrati che si espandono e si contraggono dinamicamente lungo il trascorrere della melodia. Chiude l’album il brano originale “Bambina con le ali”, una melodia semplice ed ariosa in cui compaiono anche tre voci (dello stesso Kriss), in una sorta di gospel mediterraneo. Il pezzo è un omaggio alle piccole vittime che hanno pagato e pagano ancora un prezzo troppo alto per essere nate nella parte “sbagliata” del mondo.

    Kriss Corradetti BIOGRAFIA

  • Atelier Musicale: Parker, Coleman e Coltrane, vent’anni di sassofono jazz  con il trio di Rosario Giuliani sabato 20 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano

    Atelier Musicale: Parker, Coleman e Coltrane, vent’anni di sassofono jazz con il trio di Rosario Giuliani sabato 20 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano

    MILANO – La seconda parte della XXIX stagione dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, riparte sabato 20 gennaio, alla Camera del Lavoro di Milano, con l’ultimo, eccezionale trio del sassofonista Rosario Giuliani, artista di statura internazionale che  si presenta con due partner russi, ma residenti in  Italia da poco dopo lo scoppio della guerra con l’Ucraina.
    Il programma del concerto (inizio live ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa a 5 euro) è pensato come  un percorso che lega tra loro le figure di tre grandi sassofonisti americani: Charlie Parker, il vate del Bebop degli anni Quaranta; Ornette Coleman, caposcuola di quella linea free affermatasi alla fine degli anni Cinquanta; John Coltrane, il maestro del jazz degli anni Sessanta.
    Il repertorio mette in luce le affinità e le differenze di questi tre grandi musicisti, apparentemente diversi ma in realtà con non pochi elementi in comune. Giuliani conosce bene le connessioni che, in parte, li uniscono, perché si è formato studiando soprattutto Parker e Coltrane, ma poi si è avvicinato anche al mondo di Coleman e a tutti e tre ha dedicato album di grande livello, esplorandone le composizioni e, al tempo stesso, scrivendone di proprie, ispirate al loro mondo creativo, come la “Suite et Poursuite” dedicata a Coltrane e inserita nel programma del concerto alla Camera del Lavoro.
    Tra i sassofonisti italiani della generazione nata nella seconda metà degli anni Sessanta, Rosario Giuliani è sicuramente una delle figure più rilevanti a livello internazionale. Nel suo percorso artistico, che lo ha visto affermarsi in tutto il mondo (in particolare in Francia, dove è stato sostenuto dalla prestigiosa casa discografica Dreyfus), sono numerose e rilevanti le  collaborazioni con musicisti di altissimo profilo quali Charlie Haden, Martial Solal, Kenny Wheeler, Joe Locke, Richard Galliano e con i più rilevanti jazzisti della scena nazionale. Dal canto loro, Makar Novikov e Sasha Mashin, i suoi partner, sono tra i protagonisti della nuova scena jazzistica dell’Est europeo e contribuiscono pienamente al grande livello strumentale e all’empatia musicale di questo trio, in cui si sviluppa un costante dialogo creativo, tale da condurre i brani verso direzioni sempre diverse e spesso inaspettate.
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 20 gennaio 2024, ore 17.30
    Rosario Giuliani trio – Parker, Coleman, Coltrane: vent’anni di sassofono jazz
    Rosario Giuliani (sax alto e soprano), Makar Novikov (contrabbasso), Sasha Mashin (batteria).
    Programma:
    O. Coleman: Turnaround;
    C. Parker: Anthropology;
    F. Hubbard: Dear John;
    J. Coltrane: Central Partk West; 
    R. Giuliani: Suite et Poursuite (mov. I, II, III).
    Prima esecuzione a Milano. Introduce Maurizio Franco.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro). 
    Abbonamento stagionale: 80 euro.
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • Atelier Musicale: Parker, Coleman e Coltrane, vent’anni di sassofono jazz  con il trio di Rosario Giuliani sabato 20 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano

    Atelier Musicale: Parker, Coleman e Coltrane, vent’anni di sassofono jazz con il trio di Rosario Giuliani sabato 20 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano

    MILANO – La seconda parte della XXIX stagione dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, riparte sabato 20 gennaio, alla Camera del Lavoro di Milano, con l’ultimo, eccezionale trio del sassofonista Rosario Giuliani, artista di statura internazionale che  si presenta con due partner russi, ma residenti in  Italia da poco dopo lo scoppio della guerra con l’Ucraina.
    Il programma del concerto (inizio live ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa a 5 euro) è pensato come  un percorso che lega tra loro le figure di tre grandi sassofonisti americani: Charlie Parker, il vate del Bebop degli anni Quaranta; Ornette Coleman, caposcuola di quella linea free affermatasi alla fine degli anni Cinquanta; John Coltrane, il maestro del jazz degli anni Sessanta.
    Il repertorio mette in luce le affinità e le differenze di questi tre grandi musicisti, apparentemente diversi ma in realtà con non pochi elementi in comune. Giuliani conosce bene le connessioni che, in parte, li uniscono, perché si è formato studiando soprattutto Parker e Coltrane, ma poi si è avvicinato anche al mondo di Coleman e a tutti e tre ha dedicato album di grande livello, esplorandone le composizioni e, al tempo stesso, scrivendone di proprie, ispirate al loro mondo creativo, come la “Suite et Poursuite” dedicata a Coltrane e inserita nel programma del concerto alla Camera del Lavoro.
    Tra i sassofonisti italiani della generazione nata nella seconda metà degli anni Sessanta, Rosario Giuliani è sicuramente una delle figure più rilevanti a livello internazionale. Nel suo percorso artistico, che lo ha visto affermarsi in tutto il mondo (in particolare in Francia, dove è stato sostenuto dalla prestigiosa casa discografica Dreyfus), sono numerose e rilevanti le  collaborazioni con musicisti di altissimo profilo quali Charlie Haden, Martial Solal, Kenny Wheeler, Joe Locke, Richard Galliano e con i più rilevanti jazzisti della scena nazionale. Dal canto loro, Makar Novikov e Sasha Mashin, i suoi partner, sono tra i protagonisti della nuova scena jazzistica dell’Est europeo e contribuiscono pienamente al grande livello strumentale e all’empatia musicale di questo trio, in cui si sviluppa un costante dialogo creativo, tale da condurre i brani verso direzioni sempre diverse e spesso inaspettate.
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 20 gennaio 2024, ore 17.30
    Rosario Giuliani trio – Parker, Coleman, Coltrane: vent’anni di sassofono jazz
    Rosario Giuliani (sax alto e soprano), Makar Novikov (contrabbasso), Sasha Mashin (batteria).
    Programma:
    O. Coleman: Turnaround;
    C. Parker: Anthropology;
    F. Hubbard: Dear John;
    J. Coltrane: Central Partk West; 
    R. Giuliani: Suite et Poursuite (mov. I, II, III).
    Prima esecuzione a Milano. Introduce Maurizio Franco.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro). 
    Abbonamento stagionale: 80 euro.
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • L’omaggio della Monday Orchestra e di Simona Severini  al genio di Nina Simone giovedì 11 gennaio al Blue Note di Milano

    L’omaggio della Monday Orchestra e di Simona Severini al genio di Nina Simone giovedì 11 gennaio al Blue Note di Milano

    MILANO – Si intitola “Feelin’ Good, omaggio a Nina Simone” il concerto che vedrà protagoniste la Monday Orchestra diretta da Luca Missiti e la cantante Simona Severini il prossimo giovedì 11 gennaio al Blue Note di Milano (inizio live ore 20.30; biglietti 25-30 euro; 18 euro per gli allievi delle scuole di musica convenzionate; prevendita on line su www.bluenotemilano.com/evento/concerto-monday-orchestra-simona-severini-11-gennaio-2024-milano).
    La formazione milanese, tra le più importanti big band della scena jazzistica nazionale, e Simona Severini, cantante dalla formazione poliedrica (spazia con disinvoltura dal jazz alla musica rinascimentale), presenteranno un repertorio di brani famosissimi della grande artista americana, tra cui “Feeling Good”, “Love Me or Leave Me” e “My Baby Just Cares For Me”, oltre ad alcune rivisitazioni di standard come “I Loves You Porgy” e “My Man’s Gone Now” di George Gershwin e a una manciata di gemme tratte dal repertorio pop (in cui spicca “Here Comes The Sun” dei Beatles).
    Sul palco del Blue Note, insieme al direttore Luca Missiti (che ha curato anche gli arrangiamenti) e a Simona Severini si esibiranno Daniele Moretto, Alessandro Bottacchiari e Giancarlo Mariani (trombe), Andrea Andreoli e Carlo Napolitano (tromboni), Giulio Visibelli, Tullio Ricci, Rudi Manzoli e Ubaldo Busco (sassofoni), Antonio Vivenzio (pianoforte), Marco Vaggi (contrabbasso) e Francesco Meles (batteria).
    Afferma Luca Missiti: «Nina Simone è stata indubbiamente una delle artiste più influenti del Novecento sotto tanti punti di vista. Oltre ad essere stata un’eccellente pianista, un’interprete e una cantautrice straordinaria, ha saputo unire il jazz, il blues e il soul, fondendoli con una sensibilità rara. La sua voce era unica, così come le sue interpretazioni piene di forza espressiva. Inoltre, ha affrontato numerosi temi sociali e politici ancora attuali, come la discriminazione razziale, la povertà e l’oppressione, facendo della sua arte un potente strumento di protesta».
    Anche Simona Severini pone l’accento sulla personalità e sul carisma di Nina Simone: «Lei è stata tante cose in una. Non solo una strepitosa musicista, una cantante e una pianista di enorme talento, ma anche una paladina dei diritti civili. Questo concerto vuole renderle omaggio, ricordando il grande esempio – artistico e umano – che ci ha fornito nel corso della sua non facile esistenza».
    Fondata da Luca Missiti nel 2006, la Monday Orchestra si è affermata come una delle realtà più interessanti del panorama jazz italiano. In quasi 18 anni di attività ha collaborato con musicisti del calibro di Randy Brecker, Bob Mintzer, Mike Mainieri, Sarah McKenzie, Fabrizio Bosso, Emanuele Cisi, Gianluigi Trovesi, Pietro Tonolo, Maurizio Giammarco e Rosario Giuliani e ha pubblicato quattro album. Il nuovo disco, dedicato al pianista e compositore Bud Powell nel centenario della nascita, uscirà la prossima primavera con due solisti ospiti d’eccezioneFabrizio Bosso alla tromba e Rosario Giuliani al sax. Bosso e Giuliani saranno gli special guest della presentazione del nuovo album, in programma nel mese di maggio sempre al Blue Note di Milano.

  • Jazz: a lezione di musica con Jeff Ballard  e tanti big italiani dal 4 al 6 gennaio 2024 al CEMM di Bussero (Mi)

    Jazz: a lezione di musica con Jeff Ballard e tanti big italiani dal 4 al 6 gennaio 2024 al CEMM di Bussero (Mi)

    MILANO – Non capita tutti i giorni di andare a lezione di batteria jazz da Jeff Ballard, musicista di fama internazionale. La possibilità di studiare con uno dei migliori  interpreti dello strumento (Ballard, statunitense di Santa Cruz, ha suonato tra gli altri con artisti del calibro di Ray Charles, Danilo Perez, Chick Corea e Brad Meldhau) e con alcuni nomi di primo piano della scena italiana (il sassofonista Pietro Tonolo, il bassista e contrabbassista Dario Deidda, il chitarrista Walter Donatiello, il pianista Umberto Petrin e la cantante Carola Caruso) è offerta dal CEMM, scuola di musica tra le più note e prestigiose in Italia: a Bussero, alle porte di Milano, dal 4 al 6 gennaio prossimo il CEMM organizza, infatti, il Camp Winter Jazz, tre giorni di lezioni e di studio aperti a tutti i musicisti, professionisti e amatori, e agli studenti iscritti a scuole di musica, istituti musicali di alta formazione e Conservatori. 
    Le lezioni si svolgeranno giovedì 4 e venerdì 5 gennaio dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17 e sabato 6 gennaio dalle 9.30 alle 12.30. Quelle del mattino saranno rivolte allo studio dello strumento e al canto e comprenderanno alcuni laboratori. Ogni insegnante si focalizzerà sullo sviluppo di argomenti e aspetti del proprio strumento che generalmente non vengono affrontati durante le lezioni curriculari. Le sessioni pomeridiane saranno dedicate ai gruppi di musica d’insieme (gli studenti verranno suddivisi in gruppi omogenei in base al loro livello di preparazione). Inoltre, nelle ore libere sarà possibile usufruire degli spazi della scuola per lo studio personale o, semplicemente, per suonare insieme agli altri studenti al di fuori delle lezioni. Iscrivendosi al camp, i partecipanti riceveranno un attestato e i crediti formativi.
    Afferma Walter Donatiello, direttore didattico e fondatore del CEMM, realtà attiva da oltre vent’anni e in continua evoluzione: «Con il Camp Winter Jazz proponiamo un’interessante offerta formativa, coniugando lezioni di tecnica strumentale e di musica d’insieme. Offriamo agli studenti la possibilità di trascorrere intere giornate accanto a grandi professionisti del settore, con lo scopo di favorire la didattica di specializzazione e l’approfondimento di argomenti quali la composizione, l’improvvisazione e l’interplay. Lo studio intensivo consente di approfondire argomenti a cui, durante le tradizionali ore di lezione, non viene dedicata la giusta attenzione. Inoltre, gli studenti potranno suonare e confrontarsi con gli insegnanti, che sono stati selezionati tra i più preparati musicisti del panorama jazzistico nazionale e internazionale e che collaborano da diversi anni con la nostra scuola».
    Il costo d’iscrizione al Camp Winter Jazz è pari a 320 euro. Maggiori informazioni: www.cemmusica.comsegreteria@cemmusica.com; tel. 0295039675; 3471759854
  • Improvvisazioni jazz, musica barocca e antica  con il Trio Sonata sabato 14 ottobre  alla Camera del Lavoro di Milano

    Improvvisazioni jazz, musica barocca e antica con il Trio Sonata sabato 14 ottobre alla Camera del Lavoro di Milano

    MILANO – È all’insegna della trasversalità il terzo appuntamento dell’Atelier Musicale, la rassegna in equilibrio tra jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio alla Camera del Lavoro di Milanosabato 14 ottobre (ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5/10 euro) si esibirà, infatti, il Trio Sonata, formazione composta da tre musicisti – il flautista Carlo Nicita, la violinista Eloisa Manera e il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer – che si muovono nell’ambito dell’improvvisazione principalmente di origine jazzistica, utilizzando però materiali provenienti dalla musica barocca e antica, già incisi nel cd “Blue Baroque” (etichetta Deep Voice Records),  uscito nel 2022.
    Si tratta di uno sguardo al mondo musicale antico che diventa il punto di partenza per improvvisazioni legate alle prassi jazzistiche. Anche se l’operazione non è nuova, è interessante il modo in cui viene affrontata, superando cioè la logica della melodia del passato da armonizzare come un song americano ed entrando nelle pieghe della musica scelta per trovarvi gli spunti che possono ispirare l’improvvisazione, anche collettiva, dei tre musicisti. Il repertorio spazia dalla musica trecentesca di Guillaume de Machaut a brani tradizionali del Cinquecento, tra cui il celeberrimo “Greensleeves”
    Improvvisazione jazzistica e musica europea antica: un incontro che fa sempre levare qualche sopracciglio, spesso a ragion veduta. Molte volte, nel corso della storia del jazz, anche esecutori di rilievo si sono accostati con leggerezza alla grande tradizione accademica, nella convinzione che un’aria celebre potesse essere trattata secondo le stesse logiche che valgono per una canzone di Broadway  o nella facile presunzione che l’impulso ritmico di certi autori rispondesse alle stesse logiche dello swing afroamericano. 
    Ci sono, naturalmente, alcune luminose eccezioni: per esempio, il Bach di John Lewis, quello di Uri Caine (ma anche il magico Concerto per due violini ricreato da Stéphane Grappelli ed Eddie South, auspice il basso continuo di Django Reinhardt) e lo Scarlatti di Enrico Pieranunzi. Ma di eccezioni si tratta, fra le le quali  bisogna aggiungere l’avventura sonora del Trio Sonata, che attraversa cinque secoli di invenzioni musicali europee con l’atteggiamento dei jazzisti autentici. Ciò significa che non viene necessariamente rispettata la struttura tema/improvvisazioni sulle armonie/ritorno al tema, una formula che soltanto i distratti possono ritenere «il» modo di fare jazz. Nicita, Manera e Mangialajo Rantzer si ispirano alle melodie e ai territori armonici dei brani da cui prendono il via, ma anche alla loro organizzazione formale profonda, per smontarne e ricostruirne lo spirito, evocando così, con l’inventiva dei timbri strumentali, il tessuto connettivo fra Europa e Nordamerica. I tre jazzisti sanno farlo senza trascurare la ricchezza culturale di partenza, ma aggiungendovi nuovi significati espressivi. Nelle loro articolate esecuzioni ci permettono, cioè, di percepire in filigrana quanto la musica ha esplorato nel frattempo, dimostrando che l’uso della storia è sempre una riflessione sul presente.


    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 14 ottobre 2023, ore 17.30
    Trio Sonata – Blue Baroque
    Carlo Nicita (flauto), Eloisa Manera (violino), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso).

    Programma:
    Anonimo: Ciaccona del paradiso e dell’inferno da Canzonette spirituali e morali;
    Greensleeves;
    J. S. Bach: Bourre, Rondeau, Badinerie dalla Suite per Orchestra n. 2,  BWV 1067;
    G. De Machaut: Chanson Balladée;
    C. Nicita: Canone Stanco;
    A. Vivaldi: Inverno da Le quattro stagioni;
    C. Ph. E. Bach: Adagio da Trio sonata in La bemolle WQ 148;
    J. S. Bach: Corale dalla Cantata BWV 147;
    C. Nicita: Giga Tarantolanticchia.

    Introduce  Maurizio Franco.

    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro). 
    Abbonamento stagionale: 80 euro.
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • Cuccagna Jazz Club di Milano: dal 3 al 31 ottobre con Rusty Brass, Dudù Kouate, Massimiliano Milesi e i nuovi talenti della scena italiana

    Cuccagna Jazz Club di Milano: dal 3 al 31 ottobre con Rusty Brass, Dudù Kouate, Massimiliano Milesi e i nuovi talenti della scena italiana

    MILANO – Continua, settimana dopo settimana, la rassegna “Il rito del jazz”, organizzata da Musicamorfosi nell’ambito del palinsesto di Milano è viva presso il ristorante Un posto a Milano, in Cascina Cuccagna. Nel mese di ottobre sono in programma cinque appuntamenti, sempre con la formula del doppio set (ore 19.30 e 21.30) e sempre a ingresso libero: tra i protagonisti musicisti di fama internazionale, graditi ritorni e giovani talenti del Conservatorio G. Verdi di Milano.

    Si parte martedì 3 ottobre con la Rusty Brass, contagiosa ed esuberante street band bresciana di ottoni “arrugginiti”, ormai di casa in Cascina Cuccagna. Questa formazione dall’assetto mutevole propone ritmi funk e rock, pur non disdegnando le sonorità balcaniche ed esotiche e i tormentoni estivi, senza dimenticare alcune spericolate incursioni nella tradizione classica, con l’ardito obiettivo di fondere tra loro le più disparate culture brassbandistiche del mondo, dalla New Orleans di Louis Armstrong alla Guca di Boban Markovic, dalla Baviera dell’Oktoberfest alla Città del Messico dei Mariachi.

    Martedì 10 ottobre riflettori puntati sul duo Myrmecoleon, composto da Massimiliano Milesi (sax) e Dudù Kouate (percussioni, xalam e voce). Milesi, sassofonista tra i più interessanti della scena italiana, e Dudù Kouate, polistrumentista senegalese dalle doti eccezionali, divulgatore, insegnante di percussioni e strumenti tradizionali africani, nonché membro stabile dal 2017 dello storico Art Ensemble of Chicago, danno vita a un duo in cui le forme ancestrali della musica africana si incontrano con la moderna improvvisazione senza l’uso di gerarchie, in un dialogo incessante tra i due musicisti.

    Martedì 17 e martedì 24 sarà di scena il Nomad Silence Project, formato da Claudio Niniano (chitarra e voce), Jonathan Norani (sassofono tenore), Luca Caiazza  (basso) e Marco Zacco (batteria). Il gruppo, che è nato nelle aule dei Civici Corsi Jazz di Milano e che si è già esibito su palcoscenici prestigiosi come quello di JAZZMI e del festival City of Guitars di Locarno, presenterà brani originali composti da Claudio Niniano e poi arrangiati dalla band al completo, in un dialogo continuo tra pagina scritta e improvvisazione.

    Infine, per l’ultimo appuntamento del mese, martedì 31 ottobre spazio ad alcuni dei più brillanti studenti di jazz del Conservatorio G. Verdi di Milano e, in particolare, all’Escape Trio: Giacomo Cazzaro (sax), Enrico Palmieri (contrabbasso) e Antonio Marmora (batteria) sono tre giovani musicisti che condividono la passione per le varie sfaccettature del linguaggio jazzistico contemporaneo e tradizionale. Concluderà la serata, come di consueto nell’ultimo martedì del mese, una jam session.

     

    CUCCAGNA JAZZ CLUB – IL RITO DEL JAZZ

    Un posto a Milano, Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4, Milano.

    Ingresso libero.

    Informazioni e prenotazioni: tel. 025457785; email: info@unpostoamilano.it

    I CONCERTI DI OTTOBRE 2023

    Martedì 3 ottobre, ore 19.30 e 21.30

    Rusty Brass

    Martedì 10 ottobre, ore 19.30 e 21.30

    Myrmecoleon

    Dudù Kouate (percussioni, xalam e voce), Massimiliano Milesi (sax).

    Martedì 17 e martedì 24 ottobre, ore 19.30 e 21.30

    Nomad Silence Project

    Claudio Niniano (chitarra e voce), Jonathan Norani (sassofono tenore), Luca Caiazza (basso), Marco Zacco (batteria).

    Martedì 31 ottobre, ore 19.30 e 21.30

    Escape Trio + jam session

    Giacomo Cazzaro (sax), Enrico Palmieri (contrabbasso), Antonio Marmora (batteria).

  • “Tubular Bells Variations”: l’Artchipel Orchestra  omaggia il genio creativo di Mike Oldfield  sabato 28 ottobre a Rho

    “Tubular Bells Variations”: l’Artchipel Orchestra omaggia il genio creativo di Mike Oldfield sabato 28 ottobre a Rho

    MILANO – Mezzo secolo fa, nel maggio del 1973, il musicista inglese Mike Oldfield pubblicava “Tubular Bells”, il suo disco d’esordio, considerato dalla critica un capolavoro. Album strumentale in cui folk, classica, rock, minimalismo ed echi new age si fondono perfettamente, “Tubular Bells” fu il primo titolo della neonata etichetta Virgin Records di Richard Branson ed ebbe un enorme successo, grazie anche a un tema inserito nella colonna sonora del film “L’esorcista”, che lo portò a restare nelle classifiche britanniche per 279 settimane, vendendo nel solo Regno Unito 2.630.000 copie e circa 15 milioni in tutto il mondo. Una curiosità: il disco fu realizzato esclusivamente da Oldfield, che suonò da solo tutti gli strumenti.
    A distanza di cinquant’anni dall’uscita dell’album, l’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più importanti nel panorama jazzistico italiano, presenterà sabato 28 ottobre al Teatro Civico Roberto De Silva di Rho (Mi), in prima assoluta, “Tubular Bells Variations”, originale rilettura del lavoro di Oldfield in cui i temi più significativi vengono esposti e sviluppati attraverso una partitura in bilico tra scrittura e improvvisazione. Il concerto inizierà alle 21 e il prezzo dei biglietti varia da 10 a 33 euro (on line: www.vivaticket.com/it/ticket/tubular-bells-variations-artchipel-orchestra/214850).
    Spiega Ferdinando Faraòfondatore e direttore dell’Artchipel Orchestra«L’idea di avvicinarmi e confrontarmi con la musica di Mike Oldfield risale ad alcuni anni fa. Considero “Tubular Bells” un’opera iconica, che mi colpì moltissimo fin da ragazzo. Nel 2017 ho arrangiato per orchestra la prima parte del disco, riferendomi ai temi principali e alternandoli a momenti di improvvisazione sulle strutture tematiche, ma anche su strutture libere. I “ferimenti” tematici e strutturali hanno un ruolo fondamentale in questa mia personale visione dell’opera che, a distanza di alcuni anni, ho voluto ridefinire e contestualizzare in un’ottica di libera rilettura, caratterizzata da continue variazioni. Non per nulla abbiamo intitolato il concerto di Rho “Tubular Bells Variations”. Inoltre, nella seconda parte della nostra esibizione ci sarà spazio per la prima esecuzione della suite “Tube”, che ho scritto per l’occasione, ispirata al capolavoro di  Oldfield».
    Insieme a Ferdinando Faraò, sul palco del Teatro Civico Roberto De Silva si esibiranno Marco Fior, Marco Mariani e Matteo Vertua (trombe), Alberto Bolettieri (trombone), Fiorenzo Gualandris (tuba), Rudi Manzoli (sax soprano), Paolo Lopolito (sax alto), Germano Zenga (sax tenore), Rosarita Crisafi (sax baritono), Alberto Zappalà (clarinetto basso), Carlo Nicita (flauto), Naima Faraò e Francesca Sabatino (voci), Giuseppe Gallucci (chitarra elettrica), Luca Gusella (vibrafono), Paola Tezzon e Giulia Larghi (violini), Luca Pedeferri (pianoforte, fisarmonica), Andrea Serino (tastiere), Gianluca Alberti (basso elettrico), Stefano Lecchi (batteria) e Lorenzo Gasperoni (percussioni).
    Nata nel 2010, l’Artchipel si è aggiudicata tre volte (nel 2012, nel 2017 e nel 2022) il “Top Jazz”, il referendum indetto dalla rivista Musica Jazz come miglior formazione italiana, e si è esibita nei principali festival italiani. Nel corso degli anni questo collettivo “ad assetto variabile” è passato da un repertorio di brani originali ad arrangiamenti propri di composizioni scritte negli anni Settanta, Ottanta e Novanta da Mike Westbrook, Alan Gowen, Fred Frith, Dave Stewart e, più di recente, da Jonathan Coe, celebre romanziere britannico. Da sempre, infatti, il gruppo milanese ha nel suo Dna una spiccata vocazione internazionale e può vantare prestigiose collaborazioni con musicisti del calibro di Keith Tippett, Julie Tippetts, Mike e Kate Westbrook, Karl Berger, Ingrid Sertso, Adam Rudolph, Cyro Baptista, ma non solo. 


    Sabato 28 ottobre 2023
    Teatro Civico Roberto De Silva, piazza Enzo Jannacci 1, Rho (Mi).
    Artchipel Orchestra – Tubular Bells Variations
    Inizio concerto: ore 21.
    Biglietti: da 10 a 33 euro.