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  • Olivia Trummer: dal 16 maggio in radio e in digitale “My baby just cares for me” il nuovo singolo

    Dal 16 maggio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “My baby just cares for me” (Warner Music Italia), il secondo singolo di Olivia Trummer che anticipa l’uscita del nuovo progetto discografico.

    La pianista e cantante tedesca Olivia Trummer presenta una reinterpretazione originale dello standard Jazz “My baby Just Cares For Me”. Composto da Walter Donaldson con testi di Gus Kahn nel 1930 per il musical “Whoopee!” il brano divenne iconico grazie alla interpretazione di Nina Simone, che lo registrò per il suo album d’esordio “Little Girl Blue” del 1959.

    Olivia Trummer ne offre una versione fresca e innovativa che, grazie a un’intuizione musicale, intreccia elementi della Sonata Op. 109 di Beethoven utilizzando un movimento di basso comune a entrambe le composizioni, superando così con estrema facilità la distanza tra la musica classica e il pop, in una transizione sorprendentemente fluida e naturale.

    Una giocosa e virtuosistica introduzione al pianoforte modula diverse tonalità avvicinandosi progressivamente all’improvvisazione e, dopo circa un minuto, la voce di Oliva emerge: limpida, radiosa e accogliente, e guida l’ascoltatore attraverso il testo ironico e affettuoso di Gus Kahn.

    Questa interpretazione di “My Baby Just Cares for Me” non solo rende omaggio al brano originale, ma lo reimmagina in una luce contemporanea, sottolineando la capacità della musica di evolversi e risuonare con le emozioni moderne.

    Commenta l’artista a proposito del brano: «Nina Simone è stata per me un punto di riferimento imprescindibile fin dall’adolescenza, una fonte di ispirazione artistica profonda. La decisione di registrare My Baby Just Cares for Me nasce proprio dal desiderio di rendere omaggio alla ‘Grande Sacerdotessa del Soul’, reinterpretando un brano iconico con la mia sensibilità. Rivisitare una canzone così fortemente legata a una voce e a un’interpretazione tanto celebri è una sfida: ci si confronta, anche inconsciamente, con l’originale e si sente il bisogno di offrire qualcosa di autentico e personale, mantenendo però un alto standard artistico. L’intuizione di intrecciare la Sonata Op. 109 di Beethoven è nata spontaneamente. Suonando al pianoforte, mi sono lasciata guidare dalla curiosità, senza più sentire il peso del confronto. Quella fusione tra classico e pop si è rivelata sorprendentemente naturale: i due mondi sembravano parlarsi da sempre. Questo, per me, è il significato di crossover: trovare punti di contatto reali tra linguaggi diversi, senza forzature. Quando funziona, nasce qualcosa di nuovo, che si emancipa dalle sue origini ma le onora con rispetto e libertà.»

    Biografia

    Nata a Stoccarda in una famiglia di musicisti, ha iniziato a studiare pianoforte classico all’età di tre anni e presto, senza conoscere ancora nulla del Jazz, si è appassionata anche alla composizione e all’improvvisazione, per i primi anni esclusivamente a orecchio, non sapendo ancora leggere la musica. Affidarsi esclusivamente alla sua memoria durante l’apprendimento e l’esecuzione della musica, che si trattasse di opere di Bach, Mozart, Ravel o dei suoi primi pezzi originali, l’ha ispirata a sviluppare la capacità come compositrice di creare melodie “immediatamente memorizzabili” (come notato nella rivista britannica “Jazzwise”). Dopo essersi laureata con lode sia in jazz che in pianoforte classico presso l’Università di Musica di Stoccarda, le è stata assegnata una borsa di studio DAAD, che le ha permesso di conseguire un Master presso la Manhattan School of Music di New York. Arrivata come studentessa nella Grande Mela all’età di 22 anni, con già due album strumentali pubblicati a suo nome, ha iniziato a esplorare un altro lato del suo talento, che presto sarebbe diventato parte essenziale della sua identità musicale: la sua voce. Da allora, Olivia continua a coltivare contemporaneamente ciascuna di queste parti, eseguendo musica classica e repertorio jazz, componendo a volte anche per piccole orchestre, scrivendo canzoni e cantando in tre lingue.

    Dopo 10 album pubblicati, che hanno riscosso un grande successo sia dal pubblico internazionale che dalla stampa, Olivia Trummer è arrivata alla ribalta come un’artista unica nel suo genere che continua a sorprendere l’ascoltatore. Attiva in tutto il mondo, si è esibita come solista e bandleader in luoghi come la Carnegie Hall (NYC), la Konzerthaus di Berlino, il Porgy&Bess di Vienna, la National Concert Hall di Dublino e in festival come il Jazz Fest London, Umbria Jazz, il JazzFest Bonn, il Jazz Open Hamburg, l’Ingolstädter Jazztage, il Galway Jazz Festival o il Ludwigsburg Festival. Ha lavorato e condiviso il palco con artisti come Eric Clapton, Bobby McFerrin, Jimmy Cobb, Fabrizio Bosso, Mario Biondi, Luciano Biondini, Gabriele Mirabassi, Tim Garland, Wolfgang Haffner, Caecilie Norby, la DR Bigband, la NDR Bigband. La sua intensa e lunga collaborazione come pianista e cantante con il chitarrista di fama mondiale Kurt Rosenwinkel l’ha portata a esibirsi in oltre cinquanta importanti locali e festival in tutto il mondo, come il Montreux Jazz Festival, il Birdland Jazz Club di New York, il Blue Note di Tokyo e Pechino, il “Ronnie Scott’s” di Londra, il “New Morning” di Parigi, il Vancouver Jazz Festival, il GroundUp Festival di Miami e il Crossroads Guitar Festival di Los Angeles. Ha ricevuto inoltre numerosi premi e borse di studio, tra cui il “Jazz Award Baden-Württemberg”, il “Jazz Award Ingolstadt”, il “Bruno Frey Music Prize”, la “Art Foundation Baden-Württemberg” e sostegno per le sue produzioni da Initiative Musik e Bayer Kultur di Leverkusen.

    Oltre alla sua lunga storia come bandleader dei suoi progetti (Olivia Trummer Trio e altri ensemble), Olivia si concentra sul suo lavoro come solista, al pianoforte e alla voce, e anche come solista con grandi ensemble. Dopo il grande successo, nel 2019, della concerto con la Beethovenorchester Bonn all’Opera di Bonn, dove si è esibita come solista nella Fantasia Corale di Beethoven, alla quale ha fatto precedere un’introduzione liberamente improvvisata guadagnandosi una standing ovation, ha continuato a collaborare con la Reutlingen Philharmonic nel 2024, eseguendo la parte solista del Concerto per pianoforte n. 11 di Joseph Haydn prima di condurre il pubblico nel mondo del jazz e presentare un set completo dei suoi brani originali, suonando e cantando insieme all’orchestra. Il 2025 vedrà una sua collaborazione con la SWR Bigband, vincitrice di un Grammy, diretta da Magnus Lindgren. Inoltre, Olivia pubblicherà, il 6 giugno prossimo per Warner Music Italy, il suo nuovo album da solista “Like Water“, registrato a New York City, che segna l’inizio della sua collaborazione con il leggendario produttore americano Russ Titelman. Titelman, vincitore di tre Grammy, è una vera icona della musica avendo firmato come produttore album storici di artisti come Rickie Lee Jones, Eric Clapton, Steve Winwood, Randy Newman e George Benson, per citarne solo alcuni.

    Anticipato da “You are che sunshine of my life”, “My baby just cares for me” è il nuovo singolo di Olivia Trummer disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 16 maggio 2025. 

     

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  • Tommaso Imperiali: il nuovo singolo è “Inni generazionali”

    Dal 9 maggio 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Inni generazionali”, il terzo singolo di Tommaso Imperiali per Altavibe Music.

    “Inni Generazionali” è una ballata potente, in stile heartland rock, che racconta una storia di amicizia che affronta un tema universale: la ricerca di un sogno autentico e di una voce per esprimere le proprie paure. Il brano si fa portavoce di una generazione “condannata al fallimento o alla brutta imitazione”, alla disperata ricerca di canzoni da intonare come inni.

    Terzo singolo pubblicato dal venticinquenne cantautore comasco per la neonata etichetta Altavibe, “Inni Generazionali” prosegue il percorso intrapreso nei precedenti lavori, caratterizzato da una scrittura diretta che mescola disincanto e speranza, e un sound da rock band che richiama le atmosfere del cantautorato di tradizione americana.

    Testo e musica sono di Tommaso Imperiali, mentre la produzione è affidata a Lorenzo Cazzaniga (Alari Park Studios). Alla batteria, la partecipazione del batterista di fama internazionale Elio Rivagli.

    Spiega l’artista a proposito del brano: Con questo pezzo voglio riflettere sul legame della mia generazione con il passato, un rapporto di fascinazione che spesso si trasforma in una sorta di sudditanza psicologica verso epoche che sembrano più autentiche e significative, tanto nella musica quanto nella società. L’idea del pezzo è nata da una serata con la mia band, tra amici che sognano un futuro diverso ma si sentono ancora legati ai luoghi e ai limiti del proprio vissuto. Le influenze musicali spaziano dal rock americano di Springsteen e Zach Bryan al cantautorato italiano di Bennato e Brunori, una scelta che diventa essa stessa simbolica: una canzone che cerca nuovi inni generazionali ma che inevitabilmente suona come un omaggio ai suoni di un’altra epoca.”

    Il lyric video di “Inni generazionali”, girato a Bologna nella suggestiva cornice dei “300 Scalini”, è stato realizzato da Giada Garattoni, giovane fotografa e videomaker bolognese, autrice anche della copertina del singolo. 

    Il video si sviluppa in un piano sequenza che mostra Tommaso Imperiali di spalle, mentre suona il brano rivolto verso la città illuminata. Una scelta narrativa che riprende il doppio livello di lettura del pezzo: da un lato, l’immagine cinematografica di un ragazzo con giacca di pelle e Telecaster che urla al mondo il proprio inno generazionale sotto “un cielo rosa scuro”; dall’altro, la fragilità di una richiesta di ascolto destinata a restare inascoltata, espressa con una chitarra elettrica non amplificata e un grido d’aiuto che rimane, ancora una volta, “incastrato tra il petto e la gola”.

    Guarda il video su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=DlCmJJXqPJ0

    Biografia

    Tommaso Imperiali è un cantautore comasco classe 1999. 

    Dal 2015 suona con la band Five Quarters, di cui è cantante e chitarrista. L’energia dei live e il sound caratteristico permettono alla band di creare un rapporto sempre più bello con un pubblico sempre più numeroso, diventando una delle realtà più seguite della scena musicale comasca. 

    Con all’attivo oltre 150 concerti e la partecipazione a diversi concorsi (nel 2018 la band vince Obiettivo Bluesin e si esibisce sul main stage del Pistoia Blues Festival, nel 2019 supera la fase delle audizioni di XFactor), nel 2021 i Five Quarters pubblicano l’album Storie Nuove (Bagana B-District) che segna l’esordio alla voce di Tommaso e il passaggio all’italiano nella scrittura dei testi. 

    Dal 2022 inizia a lavorare con il produttore Lorenzo Cazzaniga (Alari Park Studios) per la realizzazione del primo album solista Meccanismi di difesa. Nello stesso anno partecipa ad Area Sanremo, entrando tra i finalisti con il brano “Ragazzini Viziati”, pubblicato come singolo il 24 marzo 2023.  

    A settembre 2023, insieme a Daketo, vince il contest nazionale Cover Me, dedicato alle migliori interpretazioni delle canzoni di Bruce Springsteen, con la cover di The Wrestler. A ottobre pubblica Meccanismi di difesa, LP di otto tracce che prova a coniugare una scrittura cantautorale a un sound da rock band nello stile di Sam Fender, The Wallflowers e Train.

    Dal 2025 è sotto contratto con la neonata etichetta Altavibe, con cui ha pubblicato i due singoli “Le Lune di Giove” e “Ragazzini Viziati”.

    Tra 2024 e 2025 è impegnato in una ricca attività live tra nord e centro Italia, accompagnato dalla band con cui condivide il palco dai tempi del liceo.

    “Inni generazionali” è il nuovo singolo di Tommaso Imperiali disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 9 maggio 2025 per l’etichetta indipendente Altavibe Music.

    CONTATTI E SOCIAL

    INSTAGRAM – https://www.instagram.com/tom_quarter/?hl=it 

    FACEBOOK – https://www.facebook.com/profile.php?id=100010654686478&locale=it_IT 

    SPOTIFY – https://open.spotify.com/intl-it/artist/3lay8tBUSNKsvHz1hzvx18?si=FWuomBTfSHSaOjwDBVZlhQ 

    YOUTUBE – https://www.youtube.com/channel/UCIduNXbXHe1MkKLemQbVVog 

  • Non solo Baccalà: domani da Mastro Giorgio un’esperienza con il suo Re e la cantina Parvus Ager

    Settimana del baccalà da Mastro Giorgio Fraschetta Contemporanea nel cuore di Testaccio a Roma (via Alessandro Volta 36). Le date da segnare sul calendario sono quelle che vanno da lunedì 12 a domenica 18 maggio, con un evento speciale venerdì 16 maggio.

    Ad affiancare Mastro Giorgio in questo evento ci sarà il “Re del baccalà“, bottega dello storico quartiere romano Centocelle, specializzata dal 1962 nella lavorazione di baccalà e stoccafisso dal mondo e “Parvus Ager”, dal latino “Piccolo Campo”, è invece un’azienda vitivinicola a conduzione femminile sita nel cuore del parco dell’Appia Antica. 

    Nel menu della settimana è possibile trovare:

    • SAN GIOVANNI: Insalatina di Gamberi Canadesi semi reidratati, finocchi, arance, pepe affumicato e olio extravergine forte.

    • BACALHAU A BRAZ: Frittata di Baccalà Portoghese, stick di patate, cipolle bianche crema di uovo, aglio e prezzemolo.

    • BACALEROS: Frittelle di Baccalà Danese, cocco, zenzero, noci, spezie e riso bianco.

    • AJO E OJO: Tagliolini, ajo, ojo peperoncino, guazzetto, pancetta di baccalà croccante.

    • PICO DE GALLO: Baccalà Danese arrostito, salsa fredda di pomodori, peperoncini dolci, cipolla rossa, coriandolo e lime.

    • STOCCO SFINCIONE: Stoccafisso Norvegese al forno con pomodori, pangrattato olive mediterranee, cipolla fresca e patate.

    • PIL PIL: Baccalà Islandese in olio cottura, cremoso di patate porro croccante e salsa pil pil.

    • BRANDADE: Crema di Baccalà Portoghese alla provenzale mantecata con olio, latte, patate e aglio.

    • LIMONCELLO: Frolla al limone, curd al limoncello, gel di cedro verde, finger lime e meringa

    Venerdì 16 maggio alle ore 20:30, invece, sarà possibile gustare i seguenti piatti che vi riportiamo con il relativo abbinamento della cantina Parvus Ager (tutto al costo di 50 euro per il menù completo con aggiunta di 15 euro per l’abbinamento vini):

    • SAN GIOVANNI: abbinato con Roma Rosato DOC

    • BACALEROS: abbinato con Roma Rosato DOC

    • AJO E OJO: abbinato con Essenza della terra Vermentino

    • PIL PIL: abbinato con Essenza della terra Cesanese Lazio IGP

    • LIMONCELLO: abbinato con Enfasi BRUT


  • WILD N’ WASTED Presentano CHECKMATE

    WILD N’ WASTED

    Presentano

    CHECKMATE

    Etichetta: Maxy Sound

     

    Con questo disco portano l’energia esplosiva dell’heavy metal anni ’80, arricchita da un tocco moderno

    Link all’EP

    https://open.spotify.com/album/3njGq22rLSNUkPJyJzmYxL?si=m-Od72b5T4Og0zoIyfCZHA


    Ascolta in streaming

    https://on.soundcloud.com/qbeSup5NCG562zzs8  

    Wild N’ Wasted: in uscita il nuovo EP “Checkmate” il 9 maggio 2025 su etichetta Maxy Sound.

    L’energia esplosiva dell’heavy metal anni ’80, arricchita da un tocco moderno.

    Dopo il debutto con Wasted Night, i Wild N’ Wasted tornano con un nuovo capitolo discografico ancora più crudo, viscerale e introspettivo. Il 9 maggio 2025, esce ufficialmente su etichetta Maxy Sound il loro nuovo EP “Checkmate”, un’opera che affonda le sue radici nelle contraddizioni della società contemporanea e nei tormenti interiori dell’animo umano.

    L’EP si compone di cinque brani che tracciano un percorso esistenziale, diviso tra rabbia e riflessione. Le prime due canzoni, potenti e aggressive, esplodono come un urlo liberatorio contro il disincanto del mondo moderno, mentre la trilogia finale si addentra in un viaggio introspettivo nato, ironicamente, da un tentativo di anestetizzare il dolore.

    La title track “Checkmate” è il cuore concettuale dell’EP: un confronto diretto con la vita, con il nemico più insidioso di tutti, il proprio ego. Il brano è uno specchio che riflette il limite tra forza e fragilità, tra maschere sociali e verità personali. Un’opera dal forte impatto emotivo, che spinge l’ascoltatore a interrogarsi sul proprio vissuto e a riconoscere il valore della salute mentale.

    Il disco è stato registrato tra l’OuterSound Studios di Giuseppe Orlando (batteria e voce) e sessioni home-recorded per chitarre e basso. Il mix è stato affidato alle mani esperte di Stefano Reali, che ha saputo fondere potenza e atmosfera con grande equilibrio.

    BIOGRAFIA

    Nati a Roma nel 2017, i Wild N’ Wasted incarnano lo spirito dell’heavy metal anni ’80, reinterpretato con una freschezza e un’intensità completamente moderne. Il loro sound è un mix esplosivo di riff taglienti, melodie penetranti e una carica scenica inconfondibile. Brani come You Die e Wasted Night li hanno imposti come una delle realtà più promettenti del metal underground italiano.

    Dopo aver aperto il concerto di David Ellefson (Megadeth) nel 2024 e aver attraversato una fase di rinnovamento della formazione, i Wild N’ Wasted sono pronti a fare il salto di qualità. Con Checkmate, la band alza l’asticella e si prepara a conquistare non solo i palchi italiani, ma anche quelli internazionali.

    “Checkmate” sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 9 maggio 2025. 

    Segui i Wild N’ Wasted su Instagram, Facebook e Spotify per non perdere tutte le novità.


  • Ianez presenta “Ghiaccio”

    C’è chi non riesce ad adattarsi, chi non trova spazio in un mondo che misura il valore delle persone solo in base alla loro produttività. Con “Ghiaccio”, il cantautore abruzzese Ianez dà voce a queste esistenze fragili e invisibili, in un brano spietatamente lucido, capace di trasformare il dolore personale in racconto collettivo.

    guarda il videoclip

    ascolta sulle piattaforme

    Il singolo, dal 9 maggio su tutte le piattaforme digitali e accompagnato da un videoclip ora disponibile su YouTube, è una poesia cupa e malinconica, nata dalla perdita di un affetto profondo e complesso. Ma non c’è voglia, da parte di Ianez, di spiegare le ragioni personali, né fare cronaca emotiva attraverso la sua musica: Ghiaccio è un tentativo di rendere percepibile uno stato d’animo, una discesa silenziosa nell’incomprensione, nella tristezza e nell’ingiustizia sociale.

    “Ci sono persone che non riescono da integrarsi in un sistema dove anche la pietà è subordinata all’ego. Quando si ammalano, diventano colpevoli della loro condizione. È a loro che dedico questo pezzo.” – racconta Ianez.

    Il brano è costruito su una tensione emotiva costante, tra intimismo e denuncia, lasciando spazio ad immagini che evocano fragilità, solitudine e un’umanità dimenticata. Il videoclip che accompagna il brano è stato realizzato interamente con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Una farfalla monarca e Ianez attraversano scenari deprimenti e decadenti, dove si intravede una società malandata e sofferente. Grattacieli simbolo di progresso e grandi opere urbane si sgretolano, colpiti da un vento nucleare che rappresenta il fallimento globale dell’umanità nei confronti di sé stessa: un’umanità che esiste solo per chi può permettersela.

    Con “Ghiaccio”, Ianez continua il suo percorso artistico coerente nel quale sceglie di abitare le zone d’ombra e dar voce, attraverso la sua musica, a chi spesso non viene ascoltato.

     

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  • AaLE feat Commercialista PoP presenta UOMO BIANCO (TDCD+)

    AaLE feat Commercialista PoP presenta UOMO BIANCO (TDCD+)

     

    Genere Pop/Rock/Indie

     

    https://open.spotify.com/intl-it/track/3BfIQVq0NslmEHyjgKUvvX?si=1bc72fd870924421

    “Con questo brano propongo una forma unica di discriminazione, le TESTE DI C***O … e quelli che non lo sono.

    La canzone è assolutamente catchy e leggera … ma un pensiero sull’argomento delle etichette (antifa, nazi, patriarcato, lgbt+, BLM, Q Anon etc) e delle discriminazioni (uomo maschilista, donna femminista, uomo bianco, uomo nero) lo meriterebbe.

    Le discriminazioni “hanno fatto il giro” e si potrebbe pensare, alla fine, che l’uomo bianco, over 30, etero, sia il più discriminato. Tutto ciò è quindi il successo (o il fallimento) del modello “delle etichette” come forma di inclusione.

    Fino ad ora potrebbe essere stato facile sostenere che per l’uomo bianco è discriminatorio solo il non riconoscere di non essere discriminato.

    Oggi però abbiamo visto che non è così. Ci sono dei chiari segnali sia giurisprudenziali sia politici, che dopo anni in cui l’uomo bianco veniva additato come responsabile di tutte le discriminazioni, ci si rende conto che anche le categorie notoriamente discriminate, discriminano tra di loro.

    Trump è stato votato da immigrati e gay; in Germania Alice Wiedel, lesbica con una partner del Sri Lanka, è la leader di AFD, un partito di ULTRA DESTRA… E’ noto che il “gay pride” non piace alla maggioranza dei gay … non parliamo nemmeno di Israele e Palestina. Solo nominando questi temi c’è una quantità incredibili di intersezioni di categorie “discriminate”, che a loro volta ne discriminano altre.

    Quando purtroppo vediamo notizie di femminicidi in TV, la mia compagna si rivolge puntualmente a me dicendomi: “voi maschi guarda come siete …”; questo mi ha fatto pensare e allora ho fatto attenzione a tutte quelle situazioni in cui effettivamente il capro espiatorio è l’uomo bianco.

    Il fatto stesso di ridurre tutto a sigle, a etichette, non fa altro che alimentare la discriminazione; discriminazione è un termine negativo per definire “la diversità”. Ma la diversità è alla base della natura, non si può condannare ma si deve solo accettare.

    L’inclusione forzosa è come quando si litigava con gli amichetti e ci si faceva accompagnare dalla mamma; al momento tutto bene, poi quando mamma ti lasciava solo, le cose peggioravano ulteriormente!

    C’è quindi un concetto che dovrebbe essere fondante per la convivenza tra “diversi” … il BUON SENSO. Se uno usa il buon senso non ha motivo di catalogare la persona che ha davanti per sigle … ne saprà valutare la diversità e il modo di porsi reciproco. Se invece manca il buon senso, si diventa TDCD+ … si rifiuterà il dialogo per la diversità e nasceranno gli scontri. 

     

    INTRO AL PROGETTO Aale

    Il progetto Aale nasce da un lungo percorso. La gavetta con gli “Scotch Ale”, gruppo con il quale ha raccolto soddisfazioni anche a livello internazionale e sfiorando il “mainstream”. Poi il progetto  “It Rocks”.

    Don’t Cry è stato  il 5° singolo solista di AaLE, che, dopo Luminol, Non hai saputo dire no, So Confused e All Black, ha raggiunto la top 10 dei singoli indipendenti lo scorso dicembre.


  • Ai confini del jazz: esce il 14 maggio Blue Taxi, il primo album del chitarrista e compositore Loris Donatelli

    Tra brani originali e grandi classici rivisitati ecco il progetto solista del musicista abruzzese: un viaggio musicale oltre i confini del jazz che esplora sonorità acustiche ed elettriche con un approccio introspettivo 

    «Con Blue Taxi ho voluto realizzare un album che fosse un ponte tra tradizione e innovazione, in cui ogni nota racconta un frammento di vita. È un lavoro intimo ma universale, un progetto solista che parla a chi ama perdersi e ritrovarsi nella musica». Così il chitarrista e compositore pescarese Loris Donatelli descrive il suo debutto discografico, in uscita mercoledì 14 maggio per l’etichetta PlayCab. Disponibile in formato digitale e fisico, Blue Taxi conduce l’ascoltatore in un viaggio oltre i confini del jazz, in un dialogo tra tradizione e sperimentazione, senza soluzione di continuità. Nelle otto tracce del disco (cinque sono le composizioni originali), attraverso l’uso sapiente di loop, dissonanze e improvvisazioni, Donatelli esplora sonorità acustiche ed elettriche con un approccio introspettivo e allo stesso tempo narrativo. Senza risultare mai un esercizio di stile, Blue Taxi vuole essere una mappa emotiva nella quale perdersi e ritrovarsi, coniugando la profondità del jazz con la libertà della musica contemporanea. «Ogni brano è un piccolo universo autonomo e metafora di un’esplorazione interiore» dichiara l’autore.

    Apre l’album la title track Blue Taxi, un loop ostinato e asimmetrico che trae vita dal suono di un clacson nel caos del traffico cittadino. L’armonia, radicata nella scala blues, si sviluppa per intervalli di quarte (in un omaggio a McCoy Tyner) e terze sovrapposte, con dissonanze che evocano il frastuono urbano, mentre la metrica contribuisce all’impressione di un movimento frenetico e instabile. Il secondo brano, Autumn Leaves, si apre con un’introduzione libera in chitarra sola; il celebre tema si svolge poi nello stile chord-melody di Joe Pass, prima di passare ad un’energica improvvisazione swing in cui l’interplay di due chitarre rievoca il dialogo tra chitarra e contrabbasso di un tradizionale trio jazz. La terza traccia, Modal Steps, è un jazz waltz modale che si svela man mano nel dialogo sospeso tra due chitarre, mentre la melodia si apre in un intervallo sempre più ampio, creando una trama armonica ricca e imprevedibile. Segue ‘Round Midnight, un viaggio notturno tra le ombre del jazz: il tema di Thelonious Monk è sfuggente come un ricordo di mezzanotte e, proprio quando la ballad sembra concludersi, un frammento del brano si trasforma in un groove funk ipnotico, come se la malinconia, improvvisamente, trovasse il ritmo per danzare con sé stessa. Qui la chitarra solista, prendendo ispirazione dallo stile di Wes Montgomery, crea un dialogo serrato con il groove sottostante, mentre le sezioni jazz e funk del brano si legano perfettamente. All Of Me, la quinta traccia, è un dialogo sospeso tra tradizione e avanguardia: reso celebre da Billie Holiday, questo grande classico viene reinterpretato attraverso sonorità eteree e dissonanze poetiche. La chitarra dipana il tema con calma riflessiva, come esplorando un paesaggio notturno, per poi sciogliersi in un’improvvisazione che sfuma gradualmente in un loop ipnotico, eco persistente di un viaggio interiore che continua a risuonare anche dopo l’ultima nota. Segue Tourbillons Intérieur, un vortice di suoni che avvolge l’ascoltatore in un viaggio introspettivo, un paesaggio musicale fuori dal tempo ispirato all’universo del compositore francese Olivier Messiaen. Nel penultimo brano, Everywhere, la chitarra diventa respiro, un dondolio malinconico che trasforma ogni nota in un ricordo sfocato: le armonie si espandono come cerchi nell’acqua, i suoni sembrano provenire da un altrove nostalgico. Chiude l’album Quarter Past Twelve, un blues che perde il conto del tempo: la chitarra acustica tesse una tela di loop ipnotici sulla classica struttura a dodici battute in 4/4, fino a giungere ad una misura in 5/4: «Il quarto in più è un momento di smarrimento ritmico che trasforma la tradizione in scoperta. Come guardare l’orologio e rendersi conto di essere altrove» afferma il musicista abruzzese.

  • Uscito il terzo romanzo del regista e scrittore Leonardo Araneo “La linea di confine”: il ritratto dolce amaro di una generazione, quella dei quarantenni di oggi, che deve ancora trovare il proprio posto nel mondo

    È tornato in libreria il regista Leonardo Araneo con La linea di confine per la collana Narrativa di Bertoni Editore.

    Siamo nell’estate del 2001, quella del G8 e delle Torri Gemelle. L’estate di Lei, in cui tutto cambia, nel mondo e nella vita di Alessandro. L’estate in cui fugge, da sé stesso e dai propri errori. 

    Ma non si può scappare per sempre e così, vent’anni dopo, Alessandro, diventato nel frattempo uno scrittore di successo, è costretto a tornare a casa, a Trani, dove è cresciuto, e rivedere Andrea, Marco e Gabriele, i tre amici del liceo. 

    Intrecciando la propria esistenza a quella di una famiglia di immigrati africani che gli ha occupato casa, Alessandro, col suo modo cinico e divertito insieme, sarà così costretto a fare i conti col proprio passato e con sé stesso. E scoprirà che, forse, ciò che conta davvero non è quel ch’è stato o quel che sarà, ma vivere la vita momento per momento, senza paura e senza riserve. Sempre lì, sulla linea di confine. Perché il mondo si salva una persona alla volta.

    La linea di confine è, senza alcun dubbio, il romanzo più personale che abbia scritto finora e nasce dal malessere che provo davanti a un mondo che sembra sempre più ottusamente indifferente di fronte al baratro nel quale stiamo scivolando – ha spiegato l’autore.

    Le disparità socio economiche si stanno facendo a dir poco ridicole, con i pochi ricchi che diventano sempre più assurdamente ricchi e i poveri che aumentano ogni giorno di numero. L’Europa, che fino a pochi anni fa poteva ancora essere vista come un baluardo di civiltà ed equilibrio, è percorsa da spinte reazionarie e xenofobe mentre i suoi leader continuano a parlare di guerra e riarmo e ostentano indifferenza nei confronti dei massacri che si consumano alle nostre porte, a cominciare dalla Palestina. 

    E io mi chiedo: come si fa a essere felici in una situazione del genere?

    Ecco, La linea di confine parla di questo, di un quarantenne, nato in un’epoca in cui tutto sembrava possibile e in cui si credeva davvero che il progresso significasse benessere per tutti, che cerca di trovare il suo posto in un mondo in cui ogni ideale è stato immolato sull’altare del profitto personale”.

    “Siamo felici di annunciare l’uscita di La linea di confine di Leonardo Araneo, un romanzo che alterna dramma e commedia, offrendo un ritratto dolce-amaro dei quarantenni di oggi – ha aggiunto l’editore. In questo viaggio emozionante, l’autore ci invita a riflettere sulla ricerca del nostro posto nel mondo, insegnandoci che la vita va vissuta momento per momento, senza paura. Non vediamo l’ora di condividere con voi questa straordinaria narrazione”.

    DATI TECNICI:

    Autore: Araneo Leonardo

    Titolo: La linea di confine

    Editore: Bertoni

    Collana: Narrativa

    In commercio dal: 07/04/2025

    Formato: Libro in brossura

    Pagine: 254

    Prezzo: 18,00 Euro

    Codice EAN: 9788855358873

    BIOGRAFIA:

    Nasce a Vinci, il paese del celeberrimo Leonardo, il 10 maggio 1980 e dopo aver conseguito la maturità classica si laurea con Lode all’università di Bologna con una tesi sulla storia del cinema Italiano che riceve la Dignità di Stampa.

    In seguito inizia a lavorare come assistente alla regia prima e aiuto regista poi per alcune tra le principali serie televisive italiane tra le quali “Elisa di Rivombrosa”, “Distretto di Polizia”, “Ris”, “Carabinieri”, oltreché per diversi lungometraggi cinematografici come “Il mattino ha l’oro in bocca”, “Troppa famiglia”, “Il viaggio” e “Les Cinefiles”.

    Nel frattempo, nel 2011 realizza il suo primo lungometraggio, “Back From Hell”, distribuito in Usa e Uk da Inception Media e Metrodome.

    Dal 2015 si dedica al documentario scrivendone svariati e dirigendone quattro tra i quali “L’Uomo che inventò la Vespa”, sulla vita ed il lavoro di Corradino d’Ascanio, trasmesso sulle reti Rai e venduto in sedici Paesi in giro per il mondo e “The acerbo Cup”, coprodotto dall’Istituto Luce e distribuito worldwide sulle piattaforme Netflix e Disney Plus.

    A Gennaio 2023, ha ottenuto un notevole riscontro di pubblico e critica il documentario da lui scritto ed ideato “Viareggio 1969”, sulla tragica storia del rapimento del giovane Ermanno Lavorini.

    A Dicembre del 2022 è uscito per Bertoni Editore il suo primo romanzo, “Back Home”, un thriller horror ad ambientazione distopica che ha ottenuto un notevole riscontro critico.

    A Maggio 2023 il suo racconto folk horror, “Masciara”, è stato inserito nell’antologia “Terrorea, De Rerum Natura”, edita da Horti di Giano.

    Il suo secondo romanzo, “Nkondi”, un thriller horror cupo e provocatorio, è uscito il 31 Ottobre 2024 per Eclissi Edizioni, per poi tornare ad Aprile 2025 con l’uscita del suo terzo romanzo “La linea di confine”.


  • Il 15 maggio, il Teatro Lo Spazio ospita il release party di “Not for sale” di Demetra Bellina

    Giovedì 15 maggio Demetra Bellina presenterà il suo primo ep “Not for sale” con un release party al Teatro Lo Spazio (via Locri 42/44) di Roma alle ore 20:30.

    Sul palco con Demetra ci saranno Simone Gianlorenzi alla chitarra, Mauro Arduini al basso, Max Baldassarre alla batteria e Fernando Alba alle tastiere. Opening di Giovanni Grisan, letture di Adele Tirante e a seguire ci sarà anche un dj set.

    Demetra Bellina BIOGRAFIA

  • Il 15 maggio, il Teatro Lo Spazio ospita il release party di “Not for sale” di Demetra Bellina

    Giovedì 15 maggio Demetra Bellina presenterà il suo primo ep “Not for sale” con un release party al Teatro Lo Spazio (via Locri 42/44) di Roma alle ore 20:30.

    Sul palco con Demetra ci saranno Simone Gianlorenzi alla chitarra, Mauro Arduini al basso, Max Baldassarre alla batteria e Fernando Alba alle tastiere. Opening di Giovanni Grisan, letture di Adele Tirante e a seguire ci sarà anche un dj set.

    Demetra Bellina BIOGRAFIA