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Atelier Musicale: pagine di Skrjabin, Prokofiev e Rachmaninov con il pianista Antonio Di Cristofano sabato 1 marzo alla Camera del Lavoro di Milano
MILANO – Il pianista Antonio Di Cristofano è uno dei massimi interpreti, a livello internazionale, del mondo musicale di Alexander Skrjabin, di cui presiede anche la giuria dell’omonimo e prestigioso premio organizzato nella città di Grosseto. Riveste, quindi, un particolare interesse ascoltarlo sabato 1 marzo, alla Camera del Lavoro di Milano, in occasione del terzultimo appuntamento stagionale dell’Atelier Musicale, in un programma che pone intorno a Skrjabin altri due grandissimi pianisti-compositori della tradizione russa quali Sergej Rachmaninov e Sergej Prokofiev, proposti con repertori che sono legati soprattutto ai loro anni giovanili. Come sempre, il concerto inizierà alle ore 17.30 (ingresso 10 euro con tessera associativa di 5 euro).Di Prokofiev verrà interpretato l’adattamento della prima Sonata, scritta nel 1907 (e poi perduta), quando era ancora un sedicenne studente del Conservatorio di San Pietroburgo, mentre di Rachmaninov si eseguiranno i Preludi composti tra il 1901 e il 1903 (opera n.23) e nel 1910 (op. 32). In entrambi i casi si tratta di opere che restano legate al mondo romantico, pur presentando elementi di originalità che già identificano chiaramente i loro autori.Anche di Skrjabin sono state scelte pagine che risalgono alla sua ispirazione più romantica, a cominciare dalle due Sonate, di cui l’op. 6 scritta nel 1893 e l’op. 19 nel 1896. La prima è vicina a un tardoromanticismo che l’accomuna in parte alla linea di Rachmaninov, la seconda svela già tratti di quel descrittivismo quasi impressionista che emergerà nelle opere della maturità artistica. Il Preludio op. 9 risale al 1894 ed è un’altra pagina descrittiva che presenta la particolarità dell’esecuzione per sola mano sinistra. Un repertorio, dunque, che ci apre al mondo russo, spesso non facile da comprendere e ricco di peculiarità per le quali l’esecuzione deve andare ben oltre il dato tecnico.Di Cristofano è un conoscitore profondo di quell’universo espressivo e dei suoi autori, che è chiamato a suonare in tutto il mondo, nelle più prestigiose sale da concerto che visita regolarmente grazie a un’intensa attività di interprete, alla quale si aggiungono le presenze in molteplici giurie di concorsi pianistici, i seminari e le masterclass che tiene in diversi Paesi. Attualmente è professore ospite al Conservatorio cinese di Xiamen e all’Accademia Estiva Orpheus di Vienna.ATELIER MUSICALE – XXX stagioneSabato 1 marzo 2025, ore 17.30Antonio Di CristofanoAlexander Skrjabin e dintorni – Nuove generazioni nella Vecchia RussiaAntonio Di Cristofano (pianoforte).ProgrammaA. Skrjabin (1872-1915):Preludio op. 9 per la mano sinistra;Sonata in fa minore op. 6S. Rachmaninov (1873-1943):Preludi op. 23 n. 4 e op. 32 n. 12;Elegia op. 3S. Prokofiev (1891-1953):Sonata in fa minore op. 1A. Skrjabin:Sonata Fantasia in sol diesis minore op. 19.Introduce Maurizio Franco.Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, Milano.On line: www.secondomaggio.orgIngresso: 10 euro con tessera associativa di 5 euro.Per informazioni: 3483591215; email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio.Presidente: Gianni Bombaci; vicepresidente: Enrico Intra. -
Mafalda Minnozzi – Riofonic Da venerdì 28 febbraio 2025, per l’Italia, disponibile il nuovo album Riofonic sulle piattaforme digitali e in copia fisica
Pubblicato dall’etichetta MPI, Riofonic è il nuovo album della cantante Mafalda Minnozzi, presente sulle piattaforme digitali e in formato fisico, per l’Italia, da venerdì 28 febbraio. Mafalda Minnozzi è un’artista dalla proverbiale raffinatezza, dalla sconfinata esperienza, ultratrentennale, dal riconosciuto talento che le ha permesso di esibirsi a tutte le latitudini e nei festival jazz internazionali più prestigiosi. Questo suo nuovo lavoro discografico, come consuetudine, è concepito nel segno della finezza interpretativa, tratto distintivo della cantante di origine pavese. Riofonic è un disco la cui tracklist consta di quattordici brani che rendono amorevolmente omaggio a Rio de Janeiro. Sono otto le figure iconiche della Musica Popolare Brasiliana omaggiate in questa nuova creatura discografica: Roberto Menescal, Ronaldo Bôscoli, Antônio Carlos Jobim, Vinícius de Moraes, Johnny Alf, Luiz Bonfá, Matt Dubey e Carlos Lyra. Ma c’è spazio anche per un caloroso tributo a un gigante del cantautorato italiano come Domenico Modugno che, a quattro mani con Roberto Gigli, scrisse l’intramontabile Tu si’ ‘na Cosa Grande. A impreziosire questo CD, anche due brani originali firmati da Mafalda Minnozzi e Paul Ricci e, soprattutto, la partecipazione speciale di Roberto Menescal, uno dei padri fondatori della bossa nova che enfatizza l’autenticità di questo progetto. La formazione di Riofonic è composta da nove eccellenze della Musica Popolare Brasiliana e del jazz: Paul Ricci (chitarra, arrangiamenti e produzione artistica), Kassin (basso) e João Cortez (batteria e percussioni) che costituiscono l’ossatura della sezione ritmica. In qualità di ospiti d’eccezione, a Roberto Menescal (voce e chitarra) si aggiungono Jaques Morelenbaum (violoncello), Marcelo Martins (flauto, sax soprano e sax tenore), Jessé Sadoc (tromba e flicorno), Rafael Rocha (trombone) e Jorge Helder (contrabbasso). Mafalda Minnozzi racconta la gestazione e descrive il mood di Riofonic: «Con la sua bellezza abbagliante e la sua energia vibrante, Rio ha scolpito la mia anima. Ogni angolo e ogni strada risuonano di melodie e ritmi che hanno guidato il mio percorso musicale e la mia carriera, in una sorta di viaggio spirituale intimo e profondo. Ecco il motivo di questo mio omaggio alla “Cidade Maravilhosa”, ai suoi compositori e a quel movimento chiamato Bossa Nova che ha rivoluzionato la musica del mondo».
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Stefano Fucili & Piazza Grande: il 3 marzo al Teatro Orione di Bologna il concerto-racconto “Bella la vita”, un omaggio a Lucio Dalla
Lunedì 3 marzo 2025 ore 21:00 Stefano Fucili insieme alla band Piazza Grande presenta il concerto-racconto “Bella la vita”, un omaggio a Lucio Dalla al Cine Teatro Orione di Bologna.
“Bella la vita” è un vero e proprio viaggio attraverso i mondi musicali e poetici di uno dei più grandi artisti del panorama musicale italiano, arricchito dai racconti inediti di Stefano Fucili. A fare da filo conduttore tra le canzoni ci saranno i personaggi e le storie liberamente ispirate al libro “BellaLavita”, scritto da Lucio Dalla in parallelo all’album “Luna Matana” nel 2001.
Il progetto è ideato da Stefano Fucili, cantautore che alla fine degli anni ’90 è stato prodotto da Lucio Dalla e coautore del brano “Anni Luce” dall’album “Luna Matana”, a cui ha partecipato anche come corista. Insieme alla band Piazza Grande, composta da musicisti eccezionali, e con la supervisione artistica del regista teatrale Fabrizio Bartolucci, Fucili porta in scena uno spettacolo unico nel suo genere.
Da oltre dieci anni, Stefano Fucili, con progetti come Piazza Grande e, più recentemente, come ospite della Temporary Band, porta con successo il repertorio del suo maestro Lucio Dalla nei teatri e nelle piazze di tutta Italia, reinterpretandolo con rispetto e personalità.
Durante la serata, in scaletta i grandi successi del repertorio di Lucio Dalla, tra cui “L’anno che verrà”, “Piazza Grande”, “4/3/3”, “Attenti al lupo”, “Futura”, “Caruso”, “Anna e Marco” e “Canzone”, ma anche brani da riscoprire come “Ayrton” e “Anni Luce”, oltre ad un inedito scritto da Lucio Dalla insieme a Stefano Fucili.
Formazione
Stefano Fucili – voce e chitarra
Fabrizio Bartolucci – voce narrante
Carlo Simonari – cori, tastiere e fisarmonica
Tommy Baldini – chitarre e bouzouki
Roberto Panaroni – basso
Luca Giavon – batteria e percussioni
I biglietti per il concerto del 3 marzo al Cine Teatro Orione di Bologna sono disponibili su Liveticket
Sarà possibile acquistare i biglietti anche il giorno dello spettacolo direttamente al botteghino del Cine Teatro Orione di Bologna (Tel: +39 051 382403).
Evento Facebook: https://fb.me/e/5YzLT2sTu
Il concerto-racconto “Bella la vita” è una produzione di Aladin Eventi di Francesco Di Tullio.
Biografia
Stefano Fucili cantautore prodotto da Lucio Dalla alla fine degli anni 90, coautore con e per Lucio del brano Anni Luce dall’album Luna Matana dove partecipò anche come corista.
Ha all’attivo diversi album, alcuni suoi singoli come Bella Bella Bella, e Ballare Ballare hanno riscosso un buon successo in diversi paesi esteri. Compositore di musiche per serie Tv internazionali come The Kardashans, Missing, Madam Secretary, The Flight Attendant. Artista poliedrico, Stefano è anche interprete ed autore di canzoni per bambini, i suoi video nel canale YouTube Coccole Sonore hanno superato 100 milioni di visualizzazioni. Dal 2012 interpreta con rispetto e personalità il prezioso repertorio del suo maestro Lucio insieme a vari progetti live tra cui la band Piazza Grande, in piazze e teatri di tutta Italia, affiancando sul palco collaboratori e amici storici di Dalla come Iskra Menarini, Riccardo Majorana, Bruno Mariani, Gino Castaldo, Marcello Balestra, Bracco Di Graci, Stefano Scartocci.
La band Piazza Grande che reinterpreta in maniera fedele ed originale il repertorio dalliano, è composta da Carlo Simonari (cori e piano) già collaboratore di Ivan Graziani, Tommaso Baldini (chitarre) e Luca Giavon (batteria) reduci dall’apertura di diversi concerti negli stadi di Vasco Rossi e il bassista di esperienza trentennale Roberto Panaroni. A completamento della band la preziosa presenza dell’attore Fabrizio Bartolucci, già collaboratore di Dario Fo, che dà voce ai racconti di Lucio.
Stefano Fucili Facebook | Stefano Fucili Instagram | Piazza Grande Instagram
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Camilla Bianchini: “Gaetano” il sesto episodio di “Call Back” disponibile dal 24 febbraio
Dal 24 febbraio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale la sesta puntata di “CALL BACK”, il podcast fictional italiano prodotto da Blackcandy Produzioni e tratto dall’omonimo romanzo di CAMILLA BIANCHINI, edito da Bertoni Editore.
Nel sesto episodio intitolato “Gaetano”, Nina che aveva appena fatto da Baby Planner alla festa di Mavilavi, una baby influencer, riceve una chiamata improvvisa dal suo vecchio insegnante Igor, che la informa che Gaetano, il suo compagno del corso di teatro al liceo, si è suicidato. Nina è sconvolta, ma ben presto riceve la notizia che è stata convocata per un provino importante per un film scritto da uno sceneggiatore americano con cui collabora Marlon. È un’opportunità unica per lei.
Attrice, scrittrice e voce narrante del podcast, Camilla Bianchini attraverso questa storia, dà voce ad una generazione, quella dei Millennial, che, nonostante le incertezze, non smette mai di sognare. Diviso in sette episodi, “Call Back” racconta in una sorta di rocambolesco flusso di coscienza la storia di Nina, attrice trentaduenne che, in attesa di un call back per un ruolo nella serie Gente di Mare 50, spera di dare una svolta decisiva alla sua carriera. Nel frattempo, Nina si destreggia tra provini improbabili – come quelli per una pubblicità di dentifrici – lavoretti part-time mal pagati e l’instabilità del mondo dello spettacolo, lontano dai riflettori e dai red carpet. La svolta arriva con una proposta di lavoro da una celebre casting director, Soldonipertuttitrannecheperte, che trascina Nina in una serie di peripezie, costringendola a fare i conti con il proprio passato e il proprio presente. L’ironia è il tratto distintivo di questo podcast, che si rivolge ai Millennial e a tutti coloro – attori, attrici e non – che si trovano ancora in cerca del loro posto nel mondo.
A proposito del podcast, Camilla Bianchini spiega: “Quando Call Back era solo nella mia mente avrebbe dovuto essere un monologo teatrale tragicomico che raccontava le avventure quotidiane di un’attrice trentenne precaria poi però mi è presa la mano ed è nato un romanzo edito da Bertoni Editore, durante le presentazioni mi divertivo così tanto a leggerlo e interpretarlo che ho pensato: si potrebbe fare un fictional podcast”.
Ascolta “CALL BACK” su Spotify https://open.spotify.com/show/7t6IvW9YSp3FC9tER7GeYW
Biografia
Camilla Bianchini nasce a Roma nel 1987, nipote d’arte, il nonno infatti era la voce italiana di James Bond ( ma anche, ci tiene molto Camilla a ricordarlo, di Baloo de Il Libro della Giungla), si forma alla Scuola di recitazione Teatro Azione diretta da Cristiano Censi e Isabella Del Bianco e contemporaneamente si laurea in Letteratura Musica e Spettacolo con una tesi su Gli Indifferenti di Alberto Moravia a confronto con il celebre film di Citto Maselli ed effettivamente Letteratura e Cinema continuano ad avere una grande importanza nel suo percorso artistico. Camilla negli anni si muove tra teatro, quello off, grande palestra per chiunque decida di fare il mestiere dell’attore ma anche palchi più grandi, come quello di Segesta e di Ostia Antica. Ha ideato lo spettacolo “Ricomincio da G.”, omaggio a Giorgio Gaber in cui l’attrice insieme all’attore Pietro De Silva e a sei musicisti ripercorre il percorso artistico e umano di Giorgio Gaber, ha scritto monologhi per il teatro e un romanzo CALL BACK edito da Bertoni Editore da cui è tratto il podcast. Per quanto riguarda il cinema la prima esperienza importante è con un corto, L’Appuntamento, vincitore del Globo d’Oro nel 2013, tra i film a cui Camilla ha partecipato ricordiamo l’opera prima di Milena Cocozza “Letto n 6”, una ghost story prodotta dai Manetti Bros, in televisione ha l’occasione di interpretare la celebre scrittrice Emily Bronte in una versione de Le Interviste Impossibili per Rai5, ha partecipato recentemente anche alle serie Le indagini di Lolita Lobosco per Rai1 regia di Renato de Maria e Vita da Carlo 3 regia di Carlo Verdone e Valerio Vestoso. Attualmente è in tournee con lo spettacolo Signorine nel tempo, l’epopea delle Signorine Buonasera, regia di Pietro De Silva.
Il sesto episodio di “Call Back” il podcast di Camilla Bianchini prodotto da Blackcandy Produzioni è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 24 febbraio 2025. Le nuove puntate usciranno con cadenza settimanale.
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“Stato di Massima Allerta” è il nuovo singolo dei Dish-Is-Nein
Da venerdì 28 febbraio 2025 sarà in rotazione radiofonica “STATO DI MASSIMA ALLERTA” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN, disponibile sulle piattaforme digitali dal 1° marzo.
“Stato di Massima Allerta”, brano che anticipa “Occidente, a Funeral Party”, il nuovo album di prossima uscita, è il manifesto delle contraddizioni, un inno alla sorveglianza costante, all’apatia selettiva. Mentre il mondo scivola verso un baratro annunciato, siamo in allerta per le cose sbagliate, futili, superflue. Il potere sorride, accoglie, concede e reprime con la stessa mano. E noi? Ci adeguiamo, obbediamo, giù sulla corrente delle schiene piegate, senza nemmeno accorgerci di aver già perso, da tempo.
Commenta la band a proposito della nuova release: “Stato di Massima Allerta, stato di condivisione, per una resa inerme di chi è chiamato all’azione”.
Dopo un periodo di silenzio, i DISH-IS-NEIN tornano sulla scena con un evento speciale. Sabato 15 marzo 2025 alle ore 21:00, il Teatro Ermanno Fabbri di Vignola (MO) ospiterà la presentazione di “Occidente, a Funeral Party”, il loro nuovo album. Un lavoro che nasce dalle ceneri di un periodo difficile, segnato da ferite profonde e dalla consapevolezza di vivere in tempi “tossici”, ormai al capolinea.
Sul palco, insieme ai DISH-IS-NEIN, una vera e propria “coalizione” di artisti e amici: il Coro Monte Calisio, Renato “Mercy” Carpaneto e Stefania T. D’Alterio degli IANVA, Sergio Messina (Radio Gladio), Guido Ballatori, Simone Poletti e il Circolo Ribalta. Una comunità unita dalla stima reciproca e dalla voglia di condividere un momento speciale.
I biglietti per la data di sabato 15 marzo 2025 al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola (MO) sono disponibili su Vivaticket.
Biografia
DISH-IS-NEIN: la storia di una band che non si arrende al dolore e alla perdita. Si scrive DISH-IS-NEIN, ma si legge DISCIPLINATHA. Questo è un nuovo capitolo della storia musicale, umana e personale di DISH-IS-NEIN. Dopo la scomparsa di Dario Parisini il 9 giugno 2022, molti, inclusi Cristiano Santini e Roberta Vicinelli, credevano che il progetto DISH-IS-NEIN fosse giunto al termine.
Tuttavia, la passione è riemersa e “il fuoco ha ripreso a camminare con loro”. Hanno raccolto le macerie, sanato le ferite, anche se alcune di queste, le più profonde, rimarranno per sempre sanguinanti. Ha prevalso la voglia di esserci, di rimettersi alla prova, la necessità di raccontare di questi tempi tossici, un mondo al capolinea, “la fine della festa”, il senso di desolazione che attanaglia il cuore ed esilia la mente.
DISH-IS-NEIN è per natura l’opposto della stasi. Fin dagli albori dei DISCIPLINATHA, la band ha avuto come obiettivo un “oltre” che neppure loro, ancora oggi, conoscono fino in fondo. In questo percorso, Dario era fondamentale: oltre alle sue chitarre, portava la sua presenza e una visionarietà lucida in grado di spingersi oltre il presente.
Per onorare il suo ruolo, DISH-IS-NEIN ha scelto di non sostituirlo. Nel nuovo album “Occidente, a Funeral Party” non ci saranno chitarre. Il DNA della musica rimane lo stesso, ma la sua assenza sarà una presenza evidente e definitiva. Questa scelta rappresenta un modo per capire chi sono DISH-IS-NEIN oggi e cosa saranno in grado di raccontare, immaginare, fotografare, quali coscienze sapranno smuovere.
Naturalmente, anche quante persone saranno in grado di fare in****are. In altri termini, l’unico modo di essere DISH-IS-NEIN.
“Stato di Massima Allerta” è il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN, prodotto da Overdub Recordings, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 1° marzo 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 28 febbraio.
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“Speranza” è il nuovo singolo dei Gincana
Dal 28 febbraio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “SPERANZA”, il nuovo singolo dei GINCANA per Maionese Project.
“Speranza” è un brano profondo e introspettivo che scava a fondo nelle profondità dell’anima umana. Con una lirica cruda e poetica, gli artisti ci guidano in un viaggio emozionante attraverso le sfumature della speranza e della disperazione. Il testo, ricco di immagini forti ed evocative, dipinge un quadro vivido di un mondo segnato dalla sofferenza e dall’odio, ma anche dalla tenace volontà di sopravvivere. La voce degli artisti, intensa e carica di emozione, trasmette un senso di urgenza e di consapevolezza, invitando l’ascoltatore a riflettere sul significato profondo dell’esistenza e sull’importanza di coltivare la speranza anche nei momenti più oscuri. Un inno alla resilienza, “Speranza” lascia un segno profondo, toccando le corde più intime dell’animo umano.
Spiega la band a proposito della nuova release: “Scrivere ‘Speranza’ è stato come scavare nel profondo di noi stessi. C’è un’intensità in ogni parola, un’urgenza che sentivamo crescere dentro mentre mettevamo nero su bianco i nostri pensieri più intimi. La chitarra classica, con il suo suono caldo e avvolgente, è stata la compagna ideale per questo viaggio emotivo. Ogni accordo, ogni nota, è un respiro, un battito di cuore. In studio, mentre registravamo, abbiamo provato un’emozione indescrivibile. Sentiamo che questa canzone ha qualcosa di speciale, qualcosa che può toccare le corde più profonde dell’animo di chi l’ascolterà.”
Biografia
Gincana, dove recitazione e musica elettronica si fondono. L’incontro tra Antonio e Caterina dà vita a un’esplosione di creatività. Una fucina di idee che si materializzano combinando musica, recitazione, poesia e visual art.
Antonio Junior Antonaglia: Musica, Sound Design. Nato e cresciuto a New York, Antonio inizia la sua carriera come chitarrista di musica classica, per poi immergersi nelle sonorità elettroniche. Stampa numerosi vinili per grandi etichette internazionali con lo pseudonimo Atomik Tags e si afferma come sound designer. La sua musica è un viaggio sonoro che combina tradizione e innovazione, creando paesaggi sonori unici e avvolgenti.
Caterina Ardizzon: Voce, Testi, Arte Visiva. Artista veneziana poliedrica, Caterina è un’esploratrice dei mondi onirici ed emozionali. Nei suoi lavori, l’immaginazione prende il volo attraverso disegni, parole e messe in scena. La sua arte visiva si intreccia con le performance, creando un universo visivo e sonoro che incanta e ispira.
“Speranza” è il nuovo singolo dei Gincana disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 28 febbraio 2025.
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“Budapest”: Kiara canta le seconde possibilità nel suo nuovo singolo
Cosa accade quando una città diventa il teatro di una rivoluzione personale? Con “Budapest”, Kiara ci porta sulle rive del Danubio, dove il passato lascia spazio alla rinascita e l’amore trova il coraggio di guardare avanti. Prodotto da Alessandro Di Somma e masterizzato da Stefano Crispino, il nuovo singolo della cantautrice napoletana d’adozione monzese fonde melodia e introspezione in una narrazione che parla di conferme, di scelte e del potere trasformativo dell’autenticità.
Dopo aver conquistato con “Portami a ballare”, Kiara torna per convertire i ricordi in slancio verso il futuro. “Budapest”, fuori per PaKo Music Records con distribuzione Believe Italia, è la fotografia di un momento, la testimonianza di come i luoghi e le esperienze possano cambiare la nostra prospettiva. La voce di Kiara si intreccia a una produzione raffinata per raccontare la lotta contro le proprie ombre.
«È durante un viaggio a Budapest che ho realizzato quanto fosse importante lasciar andare le zavorre del passato – spiega l’artista -. La città, con la sua bellezza e il suo respiro antico, mi ha permesso di fermarmi e guardarmi dentro, trovando la forza di accettare la mia storia e di costruire qualcosa di nuovo.»
Budapest, crocevia di etnie e culture, con la sua capacità di reinventare un passato travagliato in una moderna capitale pulsante di vita, rappresenta per Kiara il luogo ideale in cui affrontare i propri fantasmi e trovare la spinta per ripartire. Tra le rive del Danubio e i suoi ponti iconici, il pezzo ci parla di un viaggio che si snoda tra ricordi, scelte e nuove possibilità, intrecciando l’anima della città a quella di chi trova dentro sé il coraggio di cambiare.
In un momento storico in cui il cambiamento e la ricerca di nuove prospettive sono sempre più rilevanti, “Budapest” si presenta come un messaggio di speranza e autodeterminazione: lasciare andare ciò che ci appesantisce per costruire il proprio futuro. La bellezza malinconica della metropoli ungherese, fa da cornice non solo al vissuto personale di Kiara, ma a un’esperienza condivisa, un invito a tramutare il dolore in coraggio e i luoghi in ricordi indelebili.
Nel testo, immagini e sensazioni si alternano in un mosaico di emozioni: «Barcollando per capire qual è la mia verità, giusto il tempo di soffrire, sono rotta a metà»; un verso che svela il peso di ferite ancora aperte, di una voce interiore che cerca la sua via d’uscita. Ma è nel passaggio «Pensavo che strano non provare a viverci, noi sul fiume qui a Budapest» che tutto si cristallizza: arriva il punto di svolta, l’istante in cui la consapevolezza diventa scelta, permettendo che i ricordi diventino un nuovo inizio.
I suoni elettronici si mescolano a melodie calde, creando un’atmosfera che ricorda la città stessa: un equilibrio perfetto tra modernità e nostalgia. Questa dualità rispecchia l’anima della canzone, che si muove tra passato e presente, tra il lasciarsi andare e il decidere di restare.
«”Budapest” è il mio sigillo, la mia conferma che, nonostante tutto, possiamo rinascere – conclude Kiara -. È una dedica a chi si sente bloccato dai ricordi, ma anche un invito a chi ha il coraggio di lasciarsi alle spalle ciò che non serve più. Non è mai troppo tardi per scegliere la propria strada.»
Con “Budapest”, Kiara non si limita a cantare un’esperienza personale, ma ci chiama a vivere, spingendoci a riflettere su quanto sia importante non lasciare che il passato impedisca di godere del presente.
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“Comfort Zone”: Michela Baselice firma il singolo che tutti i giovani dovrebbero ascoltare
Cosa spinge una giovane artista a lasciare la strada sicura per inseguire ciò che teme? Michela Baselice lo sa. Dopo aver conquistato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori duettando con Giorgia a Stasera c’è Cattelan su Rai 2, la talentuosa cantautrice campana torna con “Comfort Zone” (Daylite/The Orchard), singolo con cui racconta una scelta precisa: mettersi in discussione, quando sarebbe più facile restare immobili.
Non è un caso che proprio lei, che ha calcato palchi prestigiosi come la Biennale di Venezia e Villa Ormond durante il Festival di Sanremo, abbia deciso di dar voce al momento in cui si deve smettere di giocare sul sicuro. “Comfort Zone” è la fotografia di quell’istante: il punto di rottura tra ciò che ci fa sentire protetti e ciò che ci permette di evolvere.
«Cantare con Giorgia è stato un punto di svolta: un momento in cui ho capito che la paura del cambiamento è una trappola – spiega Michela -. “Comfort Zone” nasce da quella consapevolezza: il vero rischio è restare dove tutto sembra facile.»
Ed è proprio da questa riflessione che prende forma un brano capace di raccontare un’intera generazione, sospesa tra il desiderio di esporsi e la paura di fallire.
«Tu rimani nella comfort zone, dentro un video ma non è TikTok. Ti fai pare tipo no no stop, è un film che so»: in poche righe, Michela descrive perfettamente la realtà di molti giovani di oggi, intrappolati in un loop digitale, dove scrollare uno schermo sembra sufficiente per sentirsi vivi, ma non lo è. “Comfort Zone” parla di chi si rifugia dietro a un display, dove la ricerca di approvazione online diventa spesso una scusa per non affrontare il mondo reale.
Michela lo racconta con un linguaggio diretto, figlio del tempo che viviamo, capace di parlare la stessa lingua di chi ascolta, senza sovrastrutture. A rendere ancora più incisivo il messaggio, è un sound pop-dance elettronico dal ritmo coinvolgente, che richiama le atmosfere da club, con il battito della musica che accompagna i pensieri di chi balla per dimenticare e lasciarsi andare, ma finisce per riflettere. Un mix sonoro che rende un tema intimo un vero e proprio grido generazionale.
In un momento storico in cui l’immobilità sembra più rassicurante del cambiamento, “Comfort Zone” diventa il suono di chi sceglie di rischiare, di chi è pronto a uscire dal proprio porto sicuro e affrontare ciò che conta davvero.
Ma questa traccia non offre risposte semplici. È un invito a rallentare, a guardarci dentro e trovare il coraggio di varcare quella linea invisibile che separa ciò che ci fa sentire al sicuro da ciò che può realmente farci crescere. Un’esortazione a rompere i confini autoimposti per spingerci oltre ciò che rassicura. Perché, alla fine, la domanda rimane una sola:
Quanto siamo davvero disposti a rischiare per tutto ciò che desideriamo?
Perché, in fondo, come ci ricorda questa traccia, le cose che contano si trovano sempre un passo oltre la linea di ciò che conosciamo.
Abbandonare la superficie per affrontare la profondità delle proprie ambizioni: questo è il messaggio centrale, sottile ma potente, di un pezzo che parte dal dubbio, attraversa la paura e si apre alla possibilità.
Utilizzando una relazione complicata come metafora di conflitto – «Prendo coscienza, posso stare anche senza. Questo amore è troppo rock & roll» -, Michela evidenzia l’importanza di scegliere sé stessi, anche a costo di lasciare andare ciò che rassicura ma non arricchisce.
Una narrazione quanto mai attuale, se si considera che, secondo un’indagine dell’ISTAT del 2023, il 32,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni dichiara di avere paura del futuro, un sentimento ancora più marcato tra le ragazze (42,1%) rispetto ai ragazzi (23,1%).
“Comfort Zone” diventa così un incoraggiamento ad abbandonare ciò che trattiene, per abbracciare l’incertezza del nuovo. Perché a volte, per trovare davvero sé stessi, bisogna avere il coraggio di scegliere l’incognita al posto della sicurezza.
Per Michela, rinunciare al rischio è la scelta più pericolosa, come lei stessa dichiara:
«Non c’è niente di più difficile che ammettere a sé stessi di essere rimasti fermi per paura. Questa canzone nasce dal momento in cui mi sono accorta che la mia comfort zone non era altro che una prigione dorata. Uscirne è stato doloroso, ma anche necessario. Voglio che chi ascolta capisca che il coraggio non è non avere paura, ma attraversarla.»
Con “Comfort Zone” l’artista si posiziona al centro di un discorso più ampio: il bisogno di saper rischiare in un’epoca in cui la paura dell’incertezza domina le scelte di vita. Viviamo in tempi dove l’insicurezza economica, sociale ed emotiva spinge i giovani a cercare rifugi sicuri, anche a costo di spegnere le proprie ambizioni. In questo contesto, “Comfort Zone” è un appello a reagire.
La giovane artista campana propone una nuova narrazione nella musica italiana. Michela non ama i percorsi scontati: vincitrice del MYllennium Award 2024 con “Abbassa la Cresta”, ospite in eventi di rilievo come l’Ischia Global Festival e semifinalista a Una Voce per San Marino, si è già fatta notare per la sua abilità tecnica e per saper portare sul palco racconti veri, legati ad un vissuto personale condivisibile da molti giovani. E se il duetto in TV con Giorgia è stato per molti l’inizio di una grande avventura, “Comfort Zone” è la dimostrazione che la cantautrice non ha intenzione di fermarsi.
«Quello che ho imparato – conclude – è che non c’è mai un momento giusto per rischiare. Il momento giusto te lo crei tu, quando smetti di pensare a cosa potresti perdere e inizi a concentrarti su tutto quello che potresti trovare.»
Con questo brano, Michela Baselice conferma che è qui per restare – fuori dalla comfort zone -, inserendosi tra le voci femminili più interessanti della nuova scena musicale italiana. Non per dichiarazioni roboanti, ma per la capacità di raccontare verità che riguardano tutti.
“Comfort Zone” non promette certezze, ma ci ricorda quanto valga la pena provarci. Perché, come dice Michela, «la vera comfort zone è imparare a non averne bisogno». Il cambiamento spaventa, ma la staticità è molto più rischiosa.
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Uscito con Indomitus Publishing “Quello che nascondono le acque” di Damien Boyd, il quinto capitolo della celebre serie thriller poliziesca “Le indagini dell’ispettore Nick Dixon”
Dal 23 gennaio è arrivato in Italia per la casa editrice Indomitus Pubblishing “Quello che nascondono le acque” di Damien Boyd, un thriller avvincente dove l’acqua che sale è solo uno dei pericoli che l’ispettore Dixon dovrà affrontare.
Durante le prime ore della vigilia di Natale, sotto un cielo plumbeo, il destino del candidato al parlamento Tom Perry cambia per sempre. Sua moglie Elizabeth viene trovata assassinata in quello che sembra essere un furto finito in tragedia. Ma la scena del crimine cela più di quanto appare a prima vista.
Mentre la campagna elettorale suppletiva si intensifica e le festività natalizie vengono oscurate da nubi di tempesta, l’ispettore di polizia Nick Dixon, temporaneamente relegato in aspettativa e riassegnato all’unità cold case, osserva da lontano le piogge incessanti che minacciano di sommergere i Somerset Levels. Ma è l’ondata di segreti e bugie che rischia veramente di affogare le indagini.
Ritornato finalmente in prima linea, Dixon è determinato a scavare oltre la superficie della vita politica di Tom Perry. Perché l’assassino ha scelto Elizabeth e non il candidato stesso? Ogni indizio sembra svelare nuove ombre, ogni testimone porta con sé un enigma portando Dixon in un labirinto di inganni, dove ogni passo verso la verità lo allontanerà dalla sicurezza delle risposte facili.
“Indomitus Publishing – ha dichiarato l’editore Davide Radice – è orgogliosa di pubblicare il quinto capitolo della celebre serie thriller poliziesca Le indagini dell’ispettore Nick Dixon.
Un ritorno che gli appassionati aspettavano da quasi quattro anni e che promette di tenere i lettori con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Damien Boyd conferma il suo straordinario talento narrativo con una trama avvincente, ricca di colpi di scena e intrighi che si intrecciano con le ombre della politica e della vita privata. La scrittura, già lodata in precedenza per la sua qualità elevata e lo stile incisivo, si rivela nuovamente il punto di forza di una serie capace di conquistare i cuori degli amanti del genere.
Inoltre, con Quello che nascondono le acque Boyd dimostra ancora una volta perché Nick Dixon è uno dei personaggi più irresistibili della narrativa thriller: brillante, umano e determinato, l’ispettore affronta ogni caso con una dedizione e una profondità che lo rendono unico nel panorama dei gialli contemporanei”.
Il ritorno di Damien Boyd e di una serie che ha ridefinito gli standard del thriller poliziesco rinnova, quindi, l’impegno da parte di Indomitus Publishing a portare in Italia narrativa di alta qualità, perfetta per i lettori più esigenti.
DATI TECNICI
Titolo: Quello che nascondono le acque
Autore: Damien Boyd
Casa editrice: Indomitus Publishing
Data di pubblicazione: 23 gennaio 2025
Costo: ebook € 6,99 (in esclusiva su Amazon, incluso in Kindle Unlimited) / paperback € 16,99 in libreria e su tutti gli store online
Pagine: 398
Link al sito: https://www.indomitus-publishing.it/product/quello-che-nascondono-le-acque-damien-boyd/ e https://www.amazon.it/dp/B0DNJYVT9D (acquisto diretto Amazon)
BIOGRAFIA AUTORE
Damien Boyd è un ex avvocato diventato scrittore di romanzi polizieschi. Grazie alla sua vasta esperienza in diritto penale e a un periodo nel Crown Prosecution Service, Damien scrive thriller polizieschi dal ritmo serrato con protagonista l’ispettore Nick Dixon. Scopri di più su www.damienboyd.com
CASA EDITRICE
Indomitus Publishing è una casa editrice alternativa, indipendente e attenta nello scegliere accuratamente storie avvincenti per il mercato editoriale dando fiducia ai bravi Autori italiani e rispettando la natura grazie ad un’attenta pianificazione delle tirature per evitare sprechi.
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Uscito in audiolibro “Le cicogne della Scala” di Silvia Montemurro
Dopo l’uscita a settembre scorso in audiolibro di La piccinina, la scrittrice Silvia Montemurro torna dal 4 febbraio sempre per il Narratore con Le cicogne della Scala e la voce dell’attrice e doppiatrice Chiara Francese.
Pubblicato con Edizioni E/O nel 2024, in questo nuovo e coinvolgente romanzo storico l’autrice ci porta negli anni Trenta, quando la Scala è divenuta un teatro moderno grazie alla direzione di Arturo Toscanini.
La sedicenne Violetta, nata da una relazione clandestina tra un ballerino italiano e una cantante francese, lavora per il costumista Caramba come sarta. La madre, che a suo tempo era cantante all’Opéra National de Paris, ha chiamato la figlia Violetta in onore del suo personaggio verdiano preferito (La Traviata). Da bambina, Violetta era stata una promettente ballerina, ma un giorno, durante le prove, viene spinta giù dalle scale e rimane zoppa. L’“incidente” sarà solo uno dei tanti misteri che segneranno la sua vita, quella della madre e della sorella Fiamma, che partirà più tardi per Parigi dove avrà una carriera da ballerina.
Tra scontri politici (Toscanini contro Mussolini), indimenticabili serate di lirica (Turandot, Carmen, La Traviata…), scintillanti costumi di scena e amori che si accendono e finiscono tra orchestrali e ballerine, la vita della Scala attraversa, con alti e bassi (il fascismo, la guerra), il secolo.
“L’universo del teatro alla Scala è affascinante e controverso, ma notoriamente si tratta di un mondo fatto perlopiù di uomini, almeno in posizioni di rilievo – ha spiegato Silvia Montemurro. Basti pensare che la prima costumista della Scala, ufficialmente, fece il suo ingresso a teatro solo nel 1950. Parlo di Anna Anni, che viene citata all’interno del romanzo. Nonostante alcune figure di spicco del mondo della Scala, anch’esse citate nel romanzo, quali Caramba, Toscanini e Benois, la mia storia vuole rendere omaggio alle figure femminili che hanno lavorato dietro le quinte. I direttori d’orchestra che si susseguono nel romanzo e i costumisti, dunque, sono realmente esistiti e hanno lo spazio che meritano, mentre le donne hanno il ruolo preponderante, pur essendo, tranne in rari casi, personaggi frutto della mia fantasia. C’è tuttavia come sempre un qualche aggancio alla realtà, come per il personaggio di Fiamma, che mi è stato ispirato dalla triste vicenda della ballerina disegnata da Degas, la quattordicenne Marie van Goethem, che è anche il simbolo della denuncia di come molte ballerine venivano trattate.
In seguito all’uscita del romanzo sono nate connessioni con chi la Scala l’ha vissuta e me l’ha trasmessa sotto forma dei suoi ricordi. Mi auguro che anche con l’audiolibro possa accadere la stessa cosa”.
“Dopo il successo de La piccinina, che continua ad appassionare molte ascoltatrici e molti ascoltatori, prova ne sono le già numerose recensioni in Audible, la più importante piattaforma di ascolto di audiolibri, siamo onorati di rendere disponibile all’ascolto questo secondo toccante romanzo di Silvia Montemurro, scrittrice di grande talento e profonda sensibilità – ha dichiarato l’editrice Cristiana Giacometti. Le cicogne della Scala è molto più di un romanzo storico; è un delicato intreccio di sogni, sacrifici e passioni, capace di riportare in vita una Milano vibrante e ricca di contraddizioni. È un omaggio alla determinazione delle donne che, con il loro talento e la loro resilienza, hanno saputo scrivere pagine di storia indimenticabili. Noi de il Narratore vogliamo che questa storia raggiunga i cuori di un pubblico ancora più ampio. L’audiolibro, grazie alla magia del suono e alla straordinaria interpretazione di Chiara Francese, restituisce ogni emozione, ogni battito di vita e ogni segreto custodito tra le pagine, immergendo l’ascoltatore in un viaggio unico tra palco e realtà”.
“Entrambi i libri di Silvia Montemurro, portano il lettore a immergersi emotivamente e completamente nella storia e nei personaggi, indipendentemente dai loro ruoli ‘buoni’ o ‘cattivi’ – ha commentato, infine, Chiara Francese. Quando la penna è fluente e sincera, per un attore è un viaggio meraviglioso dar vita a quei personaggi e io mi ci sono immersa con tutta me stessa, per poterli vestire al meglio, sperando di avvicinarmi il più possibile alla voce che Silvia avesse immaginato per loro. La cosa che amo di più dei suoi racconti è la crudezza con cui racconta le piccole, grandi cattiverie della vita. I personaggi non positivi sono davvero subdolamente crudeli, non in maniera totalmente manifesta, ma intelligente: come di fatto succede anche nella vita. Mi sono ritrovata nella grande passione di Fiamma per il ballo e nella sua frustrazione nello scoprire di non essere adatta. Mi sono ritrovata nella mancanza di competitività di Violetta, nella sua bontà, nella sua frustrazione nel dover vestire un ruolo di subordinazione mentre avrebbe voluto e potuto seguire le sue ambizioni e provare a creare costumi a sua volta”.
Il cuore della narrazione batte al ritmo dei sogni, degli amori, delle delusioni e degli abbandoni delle tante protagoniste: Violetta, Juliette e Fiamma, ma anche Gemma, Amelia, Caramba, Lorenzo… Seguiamo le loro vite con il fiato sospeso, mentre tutt’attorno splendono le meraviglie della Scala.
L’autrice per presentare l’opera sarà in tour a Gavardo (Bs) il 27 febbraio, il 4 marzo on line sul canale Prosa&Prosit e il 7 marzo a Erba alla libreria Volta.
Dati tecnici
Copyright audio: il Narratore S.r.l., 2025
Copyright a stampa: Edizioni E/O, 2024
Audiolibro durata: 6h 42′
Lettura di: Chiara Francese
Codice ISBN: 9788868165499
Copyright audio: il Narratore S.r.l., 2025
Prezzo: € 9,99
In copertina “Danseuse” di Pierre Auguste Renoir, 1874, olio su tela
Biografia
Silvia Montemurro è nata la notte di San Lorenzo del 1987. Ha esordito nel 2013 con L’inferno avrà i tuoi occhi, segnalato dal comitato di lettura del Premio Calvino, cui sono seguiti tra gli altri Cercami nel vento, La casa delle farfalle, I fiori nascosti nei libri e L’orchestra rubata di Hitler. Nel 2023 ha pubblicato La piccinina, curato nella versione audiolibro da il Narratore e interpretato dalla voce di Chiara Francese.