Yume ascolta Yume
A tre anni dalla sua prima uscita Yume ci porta dentro il suo mondo musicale.
Metto le cuffie. Premo play.
Parte Notte Stellata e mi ritrovo subito dentro quell’atmosfera rarefatta. Mi sembra di ascoltare una voce che parla piano, che quasi sussurra. È come stare sotto un cielo enorme, di quelli che ti fanno sentire piccolo ma in un modo bello, rassicurante. Riascoltandola, mi accorgo di quanto sia nostalgica senza essere triste, come un ricordo che, a ripensarci, ti fa stare sempre bene e che ancora lascia qualcosa dentro. I pensieri lasciano spazio alla calma. C’è quasi un senso di sospensione, come se il tempo rallentasse per farmi respirare dentro le mie stesse parole.Poi arriva Corno Blu e cambia tutto. È più intima, più vicina. C’è qualcosa di estremamente dolce e malinconico nel modo in cui le melodie si intrecciano, come se parlassero di immagini ferme nella mente, che non vogliono andarsene. Le parole sanno di amarezza, ma anche di accettazione. Mi fanno pensare a quelle cose che non puoi spiegare fino in fondo, ma che senti comunque forti. Ascoltandola, mi rendo conto che ogni nota porta con sé un pezzo di me, ma allo stesso tempo appartiene a chiunque abbia mai provato queste stesse emozioni.E poi Tutto Qua. Sorrido, perché è come se chiudesse un cerchio. Mi dà la sensazione di un respiro profondo, di quando capisci che, alla fine, le cose sono esattamente come devono essere. Non c’è bisogno di complicarle, e forse il bello sta proprio lì. Come se il viaggio, per quanto tortuoso, avesse sempre avuto una destinazione chiara.Ascoltarmi da fuori è strano. È come riscoprirmi un pezzo alla volta, come se ogni canzone mi facesse vedere una parte di me che, a volte, mi sfugge. Ma è anche bello, perché alla fine mi rendo conto che queste canzoni non sono solo mie. Appena le ascolto, diventano di chiunque ci trovi dentro un pezzo della sua storia al loro interno.La musica, alla fine, è questo: un modo per guardarsi dentro attraverso le parole di qualcun altro.