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Conclusa la 19esima edizione di ..incostieraamalfitana .it . Tra i protagonisti, anche la pluripremiata scrittrice e poetessa Annamaria Farricelli
Annamaria Farricelli ha ricevuto a Cetara, lo scorso 19 luglio, il Premio “MarediCosta” per il suo “Abyssum” (Il Cuscino di Stelle). Prima di lei, è stato il turno di Debora Attanasio, giornalista di Marie Claire Italia e autrice di “Diva futura” (Sonzogno).Tanti i protagonisti della serata finale di ..,incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, giunta alla 19esima edizione.A cominciare dalla scrittrice senese Sarita Massai con “Il nome del male” (Il Papavero), vincitrice del Premio costadamalfilibri 2025. La maiolica, realizzata dal maestro ceramista vietrese Nicola Campanile, è stata consegnata all’autrice nella serata finale del festival in una gremitissima piazza San Francesco a Cetara. Al secondo posto Anna D’Auria con “Nayef e Norah. L’amore non tace” (CasaSanremo), terzo Andrea Giuli con “Quel che c’è da fare prima di morire” (Robin), al quarto posto Claudio Sara con “Oltre la passione” (Il Papavero), quinto Gaetano Cerracchio con “La sapienza del caso” (Santelli). A questi ultimi prodotti naturali dell’Azienda agricola Cuonc Cuonc di Minori.Nel corso della serata di chiusura assegnati anche un Premio Speciale della Giuria a Gabriele Cavaliere per “Quei d’Amalfi – trilogia” (Officine Zephiro), e le Menzioni speciali a Ester Andreola “Il sogno di Martins – Il volo dell’aquila” (Il Papavero), Maria Sofia Ortu “Racconti per ragazzi curiosi” (Polis SA), Margherita Bonfilio “Zia Margherita racconta” (SBS). Il Premio speciale Scriptura artistico letterario Internazionale è stato consegnato dalla ideatrice e direttrice artistica Anna Bruno a Sergio Martini per “Ritorno a Sukut” (Felici), e il Premio Officine Zephiro Media Company dal titolare Gabriele Cavaliere alle dieci autrici di “Storie del passato, voci del presente” (Graus). Ad apertura assegnati i Premi “MarediCosta promozione culturale” a Pierangela Micozzi e Davide Bottiglieri.Tantissimi gli interventi in presenza, dalla scrittrice e poetessa Rosaria Zizzo alla consigliera delegata alla Cultura del Comune di Atrani Lucia Ferrigno, al presidente dello Yachting Club di Salerno Diana De Bartolomeis, e quelli via audio, dal presidente del Parlamento della Legalità Internazionale Nicolò Mannino a padre Enzo Fortunato, da Stefano Piccirillo, voce storica di Radio Kiss Kiss, al compositore Alfredo Capozzi, alla direttrice artistica di “Cuori d’Italia. Custodi della Tradizione. Premio alle Eccellenze Italiane” Imma Battista. Tra il pubblico anche la giornalista della stampa estera Lisa Bernardini, il consigliere delegato alla Cultura del Comune di Cetara Cinzia Forcellino, l’attrice Maria Staiano, il presidente della Pro Loco di Cetara Antonio De Santis, l’editrice de “Il Papavero” Martina Bruno, la scrittrice Donata De Bartolomeis, il console del Touring Club Italia di Salerno Secondo Squizzato.Soddisfatto il direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana .it Alfonso Bottone che annuncia l’appendice al festival il 13 settembre a Palazzo Verone, nel borgo di Pontone di Scala, con “..incostieraamalfitana .it dopo il 19 arriva il 20”.Per saperne di più consultare la pagina facebook @incostieraamalfitana.it o su Instagram incostieraamalfitana.it, o contattando il numero telefonico della Direzione del festival 3487798939. -
“Passi” è il singolo d’esordio di Chantal
Dal 25 luglio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Passi”, il primo singolo di Chantal.
“Passi” è un brano che racconta la fragilità emotiva all’interno di una relazione instabile, dove l’amore si intreccia con l’ansia, il dubbio e il desiderio di essere compresi. Il testo, scritto con un linguaggio intimo e diretto, esplora il confine sottile tra autosabotaggio e bisogno di connessione, mettendo a nudo la tensione tra la paura di sbagliare e la voglia di riprovarci, ancora una volta. Un invito a non aver paura dei propri passi – anche quando tremano – e a mettersi nei panni dell’altro, restituendo l’esperienza di un legame vissuto con delicatezza ma anche con tutta la complessità che porta con sé.
Musicalmente, “Passi” unisce il cantautorato contemporaneo a sonorità jazz-pop essenziali e malinconiche, dove arrangiamenti minimali, armonie morbide e voce in primo piano accompagnano l’ascoltatore in un’atmosfera sospesa tra vulnerabilità e introspezione.
Spiega l’artista a proposito del nuovo singolo: “Passi è nato in un momento in cui stavo imparando a sentirmi al sicuro, anche nell’insicurezza. L’ho scritto nella fase iniziale del mio rapporto con una persona importante, quando dire certe cose ad alta voce sembrava difficile, ma tenerle dentro lo era ancora di più. È un brano che mi ha aiutata a mettere ordine nel caos emotivo, a riconoscere la paura di rovinare qualcosa di bello solo perché non si è abituati a viverlo. Musicalmente cercavo qualcosa di intimo ma non spoglio, e nel jazzpop ho trovato quella malinconia elegante che sentivo addosso. Mi auguro che chiunque lo ascolti possa riconoscersi in queste parole: in chi tende ad autosabotarsi, a iperanalizzare, ma prova comunque a costruire. Parlarsi, chiedere aiuto, mettersi nei panni dell’altro: credo sia questa la chiave di ogni relazione sana.”
Biografia
Chantal D’Amico nasce a Reggio Calabria, classe 2003, e sin da piccolissima si avvicina alla musica, iniziando a cantare già a tre anni durante eventi nel suo paese. Da due anni ha iniziato a scrivere le proprie canzoni e, da qualche mese, ha intrapreso un percorso musicale presso la Scuola di Alto Perfezionamento Canoro RC Voce Produzione, diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale.
Nel frattempo, i suoi video su TikTok hanno raggiunto quasi 400.000 “mi piace” e milioni di visualizzazioni, con molti commenti che sottolineano la sua voce toccante e dolce.
“Passi” è il primo singolo di Chantal disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 25 luglio 2025.
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“Spugne” è il nuovo singolo di Antheal
Da venerdì 25 luglio 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “SPUGNE”, il nuovo singolo di ANTHEAL.
“Spugne” è un brano che racconta di un amore giunto al termine, concentrandosi soprattutto sul tempo perso nel seguire qualcosa che era già destinato a finire. La canzone non è caratterizzata da sonorità malinconiche o drammatiche, ma immerge l’ascoltatore in una dimensione più calda, dove emerge l’accettazione dei propri sentimenti rispetto a ciò che è stato.
Spiega l’artista a proposito del brano: «In seguito al mio primo singolo, spero che “Spugne” possa far vedere un’altra sfumatura del percorso che sto intraprendendo».
Biografia
Giulia Abruzzo, in arte Antheal, ha 24 anni e vive a Cosenza. Attualmente studia Scienze della Formazione Primaria presso l’Università della Calabria. Ha partecipato a diversi concorsi, tra cui il Cantagiro e il Premio Mia Martini. Da sempre appassionata di canto, ha perfezionato la sua arte alla RC Voce e Produzione, scuola di alto perfezionamento canoro fondata da Cecilia Cesario e Rosario Canale. Per Giulia, questo percorso è stato un’opportunità per coronare il sogno di pubblicare il suo primo singolo, “Dammi tre parole”. Inoltre, fa parte del Coro di Voci Bianche del Teatro Rendano.
“Spugne” è il nuovo singolo di Antheal disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 25 luglio 2025.
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Folkstone in concerto a Malpaga (BG): sabato 26 luglio sul palco del Malpaga Sounds Music Fest
Sabato 26 luglio 2025 alle ore 21:30, i FOLKSTONE saranno in concerto a MALPAGA (BG) sul palco del Malpaga Sounds Music Fest (Via Guglielmo Marconi 20 – ingresso gratuito) per presentare il loro doppio album “NATURA MORTA”.
“Natura Morta” già disponibile dal 21 marzo 2025 su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e vinile, è un doppio album dall’animo malinconico e sincero, ma anche potente e vibrante di energia. Il disco si arricchisce della partecipazione di importanti featuring con artisti come i Modena City Ramblers in Fragile, Trevor Sadist in Mediterraneo, Daridel in Mala Tempora Currunt e i Punkreas in La Fabbrica dei Perdenti.
La musica si orchestra tra cornamuse, arpa e altri strumenti che, con il loro fascino, evocano tempi lontani. I testi, invece, sono sempre radicati nel qui e nell’ora, pronti a ritrarre scorci d’umanità con un occhio che, più che critico, rimane sensibile dalla prima all’ultima riga. Un ritratto scanzonato e romantico delle nostre vite e del mondo che ci circonda.
Spiega la band a proposito del disco: «La nostra “Natura Morta” è uno sguardo perso nella vita, un senso di disordine mistico ed una dose di disillusione nata da una costante ed autocritica riflessione. Il tutto sempre con il sorriso sulle labbra, sempre consapevoli della quotidiana realtà, così meravigliosa e struggente al tempo stesso. Siamo nell’epoca del materialismo spinto. Il nostro vuole essere un urlo disperatamente romantico».
“NATURA MORTA” è disponibile su AUDIOGLOBE
“NATURA MORTA” TRACKLIST:
- Alabastro
- Appennino
- Vuoto a Perdere
- Lacrime di Marmo
- Natura Morta
- Macerie
- Resta qui
- Fragile – Feat. Modena City Ramblers
- Mediterraneo – Feat. Trevor, Sadist
- Mala Tempora Currunt – Feat. Daridel
- La Fabbrica dei Perdenti – Feat. Punkreas
- Scarpe Rotte
- Persia
- Sulla Riva
- Brindo Otra Vez
- L’ultima Thule (cover Guccini)
Dopo il SOLD OUT delle date al Legend Club di Milano, dal 28 al 30 marzo, i Folkstone proseguono il loro tour DELIRIUM2025 con una serie di nuove date.
FOLKSTONE | DELIRIUM2025
05/04 – SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) – Circolo Arci San Lazzaro
24/05 – MORBEGNO (SO) – Morborock 2025
07/06 – PARMA – Tattoo Nerd Fest
20/06 – MONTAGNANA (PD) – Montagnana in Musica
27/06 – TRIESTE – Triskell Celtic Festival
04/07 – SESTO S.G. (MI) – Kozel Carroponte w/ Modena City Ramblers – NUOVA DATA
13/07 – PINASCA (TO) – TNT Fest 2025
19/07 – TREVISO – Suoni di Marca Festival
26/07 – MALPAGA (BG) – Malpaga Sounds
14/08 – BRESCIA – Festa Radio Onda D’Urto – NUOVA DATA
23/08 – CESENATICO (FC) – Druidia
26/08 – CASTAGNOLE (AT) – Festival Contro – NUOVA DATA
28/08 – EMPOLI (FI) – Beat Festival – NUOVA DATA
29/08 – FABRICA DI ROMA (VT) – FDB Festival
06/09 – MESTRE (VE) – Runika Fantasy & Medievale
(Calendario in aggiornamento)
Per maggiori informazioni: www.folkstone.it
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” You get me ” nasce con l’intento di essere un brano velocemente fruibile
Martina Sergi, cantautrice di talento, colta e raffinata, torna con il suo nuovo singolo “You Get Me”, un brano che si distingue per la sua immediatezza e freschezza. Con questa canzone, Martina dimostra ancora una volta la sua capacità di creare musica che entra subito nel cuore, grazie a un ritmo avvolgente e estivo, pensato per essere ascoltato in loop e condiviso in ogni momento di spensieratezza.
“You Get Me” dice l’artista , nasce con l’intento di essere un brano velocemente fruibile, capace di arrivare dritto al punto fin dal primo ascolto. La canzone narra la storia di due ragazze che fremono dalla voglia di vivere il loro amore, celebrando momenti di risate, divertimento e felicità. L’euforia che le accompagna le fa sentire potenti, capaci di cambiare il mondo, un messaggio che si ripete nel ritornello, sottolineando la forza dell’amore e dell’autenticità.
In conclusione, “You Get Me” è un singolo che conferma il talento di Martina Sergi come cantautrice capace di unire raffinatezza e immediatezza, offrendo un inno alla libertà e all’amore autentico. Un brano che, con il suo ritmo fresco e il suo messaggio positivo, si prepara a conquistare il cuore di molti ascoltatori.
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Il satellite più pop ritrova la sua iconicità con “Luna Calamita” di Iside
Dalle copertine di Vogue alle playlist globali, la luna è tornata al centro dell’immaginario pop. Nelle ultime stagioni è ricomparsa nei visual di moda, nei testi musicali e nei videoclip, evocata come simbolo di trasformazione, mistero e desiderio. Ma mentre molti la trattano come sfondo onirico o totem estetico, la cantautrice sarda Iside fa una scelta più radicale: in “Luna Calamita” (Daylite/The Orchard), il suo nuovo singolo, la trasforma in un diario. Intimo, silenzioso, essenziale. Non un oggetto di scena, ma una presenza costante: che ascolta, e raccoglie tutto ciò che non trova voce.
Magnetica e distante, la luna attira da sempre i sognatori, con i loro desideri e aspirazioni, come un campo gravitazionale invisibile. Dai set lunari di Vogue Korea ai concept visivi di artiste come Billie Eilish, Rosalía e SZA, il satellite è tornato protagonista del linguaggio contemporaneo: non più solo simbolo romantico, ma archetipo di trasformazione, femminilità e mistero. Negli ultimi anni, questo immaginario ha invaso videoclip, scenografie live e interi concept album, rivelandosi una delle icone più ricorrenti nella cultura pop recente. Un ritorno che attraversa i linguaggi: da “Fly Me to the Moon” – brano diventato standard grazie a Sinatra, e oggi anche titolo di un film hollywoodiano del 2024 – la luna continua a ispirare canzoni, copertine, e pellicole cinematografiche.
Iside lo sa bene e lo canta – «Chiudo gli occhi, spengo il cell. Luna calamita, attira tutto anche me» – con una voce che sa di sale e vento. Il testo, scritto da lei stessa, non è solo il resoconto di un amore spezzato; è il ritratto di chi, nel cuore della notte, cerca un angolo di buio per riconoscersi. Non una ballad nostalgica né un esercizio di stile, ma un pezzo che si muove tra Afrobeat, pop e R&B, sottraendosi consapevolmente ai cliché estivi. Perché per Iside la luna non è solo un emblema da contemplare, ma uno spazio in cui rifugiarsi. Non serve a creare atmosfera, ma a tenere insieme ciò che si spezza. È silenziosa, ma centrale. È il punto fisso attorno a cui ruota una voce che trova la sua forza proprio in ciò che resta in ombra.
Anche grazie alla produzione di Kidd Reo, Krade e Young Cruel, “Luna Calamita” percorre un immaginario notturno, introspettivo, che predilige pause e mezzi toni al ritmo frenetico dei tormentoni. Dentro ci sono le relazioni di oggi, fatte di spazi vuoti, telefoni sempre accesi, silenzi che non trovano più il loro margine d’espressione e, quando lo fanno, pesano più di mille parole. Perché ci mettono a disagio, perché, abituati come siamo a rifuggire la noia e la nostra stessa presenza, sono il rumore più difficile da sopportare.
Per capirlo, basta leggere questi versi: «Le possibilità son 0002. Nella stanza il letto è separato in due. Le mani fredde sulle tue, i litigi delle 02». Non ci sono grandi discorsi sull’amore. Solo la realtà di chi convive con distanze che nemmeno la vicinanza fisica riesce a colmare; una riuscita sintesi dei rapporti amorosi figli del nostro tempo, fatti di case, stanze e letti condivisi ma menti lontane, notti frammentate tra il bisogno dell’altro e il desiderio di allontanarsi per conoscersi – e, finalmente, riconoscersi.
«La Luna, per me, è sempre stata una presenza che attira i pensieri e i desideri, anche quelli che non sappiamo confessare nemmeno a noi stessi – racconta Iside –. Non è solo una metafora, è un po’ come un riflesso muto, qualcosa che c’è sempre ma che non pretende attenzione. In quelle notti, nella mia stanza, avevo bisogno di silenzio. È da lì che è nata questa canzone: non da un evento preciso, ma da una sensazione che tornava ogni volta che guardavo fuori dalla finestra.»
E in tutto questo, la Sardegna non è uno sfondo, né una cartolina da Instagram. È le onde che brillano sotto il cielo stellato, le scogliere che sfidano il maestrale, il luogo da cui si parte e a cui si torna quando serve stare lontani da tutto. È un epicentro. Con un aumento del 35% nelle produzioni musicali locali (FIMI, 2025), l’isola sta riscrivendo la mappa della musica italiana. Iside è una delle sue voci, contribuendo a quella scena locale che oggi non ha paura di parlare con voce propria.
Il videoclip ufficiale che accompagna il pezzo, diretto da Matteo Varchetta e Kidd Reo, lo conferma: niente spiagge patinate, ma un’isola viva, che guarda il mondo dritto negli occhi.
«In fondo, questa canzone parla anche di una forma di leggerezza – conclude l’artista -. Non quella che serve a distrarsi, ma quella che arriva quando smetti di forzare tutto. È una leggerezza che non ignora il peso delle cose, ma lo accoglie. Non è una fuga: è una piccola pausa consapevole, un modo per tornare a sentirsi interi, anche solo per un momento.»
E proprio come la luna, che cambia ogni notte pur sembrando immobile, il brano coglie quella trasformazione silenziosa che spesso sfugge allo sguardo. Non c’è un climax, né una risoluzione. Solo l’onestà di chi si concede un momento per ascoltarsi. Niente cocktail o cliché da vacanze social, ma camere semi-buie e pensieri che restano addosso come il caldo umido di luglio. Un’estate vissuta nel cuore delle città, tra finestre aperte e silenzi interrotti da notifiche.
Con un’estetica che richiama le atmosfere notturne della new wave pop internazionale, filtrate attraverso lo sguardo di una giovane artista italiana cresciuta tra i paesaggi di Olbia e le playlist globali, “Luna Calamita” non si rivolge a chi ha sempre tutte le risposte, ma a chi non ha paura di restare in ascolto. A chi, tra le sue tante domande, ogni tanto sceglie di perdersi. Non per cercare soluzioni, ma per abitare meglio i propri pensieri.
E in queste notti d’estate, mentre la luna continua ad attirare pensieri e sognatori, c’è chi – ascoltando questo brano – potrà finalmente dare un nome a quel senso di attrazione inspiegabile che ci tiene svegli quando il mondo dorme. Invitandoci, implicitamente, a fermarci, anche solo per il tempo di una notte, e chiederci chi siamo quando nessuno ci guarda.
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“Siamo stati dinosauri” è il nuovo singolo di Linn
Dall’11 luglio 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Siamo stati dinosauri”, il nuovo singolo di Linn in radio dal 25 luglio.
“Stiamo stati dinosauri” è un brano che Linn dedica a suo fratello Federico, un inno alla tenerezza e all’amore fraterno.
Il titolo del brano è un richiamo simbolico all’infanzia e ai momenti di gioco e spensieratezza, e vuole essere un omaggio alle persone più intime della propria vita, quelle che ci comprendono con uno sguardo.
Con questo nuovo singolo, Linn offre un messaggio di amore e affetto, invitando gli ascoltatori a riflettere sull’importanza delle relazioni familiari e dell’amore fraterno.
Commenta l’artista proposito del brano: ““In questi anni ho sempre mostrato, attraverso le mie canzoni, la mia parte più romantica, complessa e malinconica. Questa volta volevo spezzare la catena mostrando qualcosa che mi rende fiera, come il rapporto con mio fratello. Ho deciso di scrivere il testo proprio come una dedica. Spero che siano in tante le persone che si rivedono in questo rapporto. Chi ha un fratello o una sorella sa cosa vuol dire avere la fortuna di capirsi in un istante.”
Il videoclip di “Siamo stati dinosauri” è un emozionante viaggio nel passato, un patchwork di vecchi filmati degli anni 90 e 00′ che racconta la storia di una vita in evoluzione. I video, presi da vecchie cassette dell’artista, sono stati convertiti in digitale e montati insieme per creare un quadro nostalgico e malinconico. Al centro c’è la famiglia, un tema cruciale per l’artista che ha voluto dare risalto al ruolo che essa ha avuto nella sua vita.
Il video è un omaggio alla nostalgia e alla memoria, un invito a riflettere sul passato e sul presente.
Guarda qui il visual video su YouTube: https://youtu.be/RYAK1OWRTik
Biografia
Linn (nome d’arte di Linda Antosiano) è una giovane artista italiana nata nel 1999, con radici a metà strada tra Piemonte e Veneto. La sua musica è un riflesso della sua personalità complessa e delle sue emozioni, che esplora temi come l’ansia e l’incertezza del futuro.
Dopo aver completato la sua formazione professionale presso l’Accademia “MTS – Musical! The School” di teatro musicale, dove si è formata come artista a tutto tondo, includendo le discipline della danza e della recitazione, Linn ha preso parte alla tournée teatrale di “Raffaella! – Omaggio alla Carrà” come voce dell’orchestra.
Successivamente, si è laureata presso l’istituto “VMS” di Loretta Martinez in canto pop, dove ha iniziato a produrre i suoi primi inediti. Tra i suoi ultimi singoli pubblicati ci sono “Spazi vuoti”, “Iride” e “Mille ferite per te”.
Linn ha anche dato voce alle sigle della serie Netflix “I misteri di Barbie” e nel 2025 si è classificata tra i 40 finalisti del “Fatti sentire Festival”, che sarà trasmesso su RAI 2 ad agosto.
“Siamo stati dinosauri” è il nuovo singolo di Linn disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dall’11 luglio 2025 e in rotazione radiofonica dal 25 luglio.
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La musica di Vi Skin continua a dare voce a chi non si sente mai abbastanza: il nuovo singolo è “Non è male (Studio Version)”
«La vita è un gioco che non so giocare. Tanto vale che mi lasci andare». Comincia così “Non è male (Studio Version)”, il nuovo singolo di Vi Skin, cantautrice che negli ultimi anni ha saputo conquistare l’attenzione di pubblico e critica alternando brani di taglio intimista e personale come “Sei”, “Nei Guai”, “Calamita” e il recente “Mi avevi perso già” – una riflessione sul rapporto padre-figlia e sul percorso per imparare a bastare a se stessi – a inni sportivi quali “Amore Incondizionato” e “Ho scelto di vincere (We’re an only thing)”, dedicati all’Inter, la sua squadra del cuore, con cui ha emozionato migliaia di tifosi e preso parte a eventi ufficiali della società nerazzurra. Con questo nuovo lavoro, l’artista ciociara sceglie di pubblicare in piena estate una canzone fuori dagli schemi stagionali, senza ritmi da tormentone né parole leggere. Una decisione controcorrente, ma necessaria, che parla a chi, proprio quando tutto sembra spingere verso la spensieratezza, continua a interrogarsi, a cercare senso, a fare i conti con le proprie inquietudini e con il bisogno, spesso inascoltato, di fermarsi a respirare.
Mentre l’immaginario collettivo invita a vivere questi mesi come evasione obbligata, Vi Skin riporta l’attenzione sul valore del dubbio e sull’importanza di accettare il fallimento, di accogliere l’errore come parte del percorso. “Non è male (Studio Version)” diventa così una risposta implicita a quella cultura della performance e del controllo che, secondo il 58° Rapporto Censis, riguarda il 58 % dei giovani (18‑34 anni) che si sente fragile e il 51,8 % che dichiara di soffrire di stati d’ansia o depressione. Un ritratto che conferma la crescente difficoltà di convivere con l’incertezza e l’imperfezione tra i più giovani, sempre più esposti alla pressione di dover essere impeccabili e vincenti.
Il brano nasce in un pomeriggio qualunque, ma si misura con interrogativi concreti, domande che, prima o poi, attraversano la mente di chiunque cerchi di restare a galla tra aspettative e realtà: fino a che punto possiamo controllare ciò che viviamo? E cosa accade quando smettiamo di farlo? La risposta arriva, limpida, in un verso:
«Devo imparare che sbagliare in fondo non è male.»
Con questa frase, Vi Skin toglie il superfluo e porta in primo piano le parole e la loro fragile verità. La scelta di una “Studio Version” minimale non è solo stilistica, ma funzionale a mettere in risalto il senso e il peso di ogni verso: il focus resta sul messaggio, sui pensieri più immediati, sinceri e difficili al tempo stesso, quelli che in molti tengono per sé e pochi trovano il coraggio di ammettere, perfino a sé stessi.
La canzone si snoda tra le contraddizioni di un amore sbilanciato, in cui la libertà di uno diventa il confine, il limite dell’altro – «La mia libertà la tua ossessione, la tua gelosia la mia prigione» -.
«Frammenti che mi compongono», canta Vi Skin, dipingendo nel bianco e nero del suo pianoforte un’immagine, quella che racchiude l’essenza del pezzo: l’idea che siamo fatti di parti sparse, contraddittorie, a volte spezzate, e che proprio da quelle imperfezioni prende forma la nostra identità. Non esiste un’unità perfetta, ma un insieme di pezzi che, accettati e ricomposti, danno vita a qualcosa di unico.
Dietro una melodia elegante, delicata e attraversata da una sensibilità rara, si cela il racconto di una relazione tossica, fatta di incomprensioni e privazioni, dove la passione per la musica viene vissuta dall’altro come una minaccia, non come una risorsa. Un’esperienza personale che Vi Skin sceglie di trasformare in un messaggio costruttivo, come lei stessa dichiara
«Ho vissuto una relazione in cui la mia libertà veniva vissuta come una minaccia, la mia felicità ignorata, e la mia passione – la musica – non veniva accolta. Ho dato tanto, ho cercato di rendere il mio cuore un posto accogliente, ma ho ricevuto solo briciole. Anche da questa esperienza, però, ho scelto di trarre qualcosa di buono: ora so meglio cosa voglio e, soprattutto, cosa non voglio più.»
In un’epoca in cui il dibattito sulle relazioni tossiche è sempre più centrale – basti pensare all’aumento di denunce per stalking e violenza psicologica registrato dal Viminale nel 2024 – Vi Skin punta i riflettori su un altro aspetto spesso taciuto: il controllo emotivo. La difficoltà di lasciare all’altro lo spazio per essere felice senza sentirsi meno amati.
«Ho scritto questa canzone in un periodo in cui sentivo il bisogno di mollare le redini – prosegue l’artista –. Cercavo di controllare tutto per proteggermi, ma ho capito che così facendo stavo solo limitando la mia libertà. Ho capito che proprio ciò che sfugge al controllo può diventare una lezione preziosa: imparare a lasciar andare, a volte, è l’unico modo per respirare davvero. In fondo, sbagliare “non è male” se da quell’errore nasce qualcosa di nuovo.»
Pubblicare una ballad introspettiva a luglio è una decisione controcorrente. Ma Vi Skin non cerca il consenso facile. Cerca chi, proprio nell’estate delle apparenze felici, ha bisogno di sentirsi meno solo nelle sue inquietudini.
«Spesso pensiamo che questa stagione debba per forza coincidere con la leggerezza – conclude -. Ma conosco tante persone per cui l’estate non è una pausa dai pensieri, anzi. È un momento in cui il silenzio esterno amplifica il rumore interiore. Ho voluto dare voce anche a loro.»
“Non è male (Studio Version)” è un invito a vivere le emozioni senza paura, ad accettare la vulnerabilità, e a concedersi il lusso di sbagliare, perché l’unico vero errore è rinunciare a vivere per il timore di fallire. E infondo, in un tempo che ci chiede di essere sempre impeccabili, imparare a fallire può essere la forma più concreta di libertà.
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Sarai: “Iomelosento”, tra Nu Genea e Pino Daniele, un funk che conquista
Disponibile su tutte le piattaforme digitali “Iomelosento”, il nuovo singolo di Sarai, che promette di inaugurare una nuova era musicale per l’artista. Il brano, dal sound pop-funk con venature malinconiche ma irresistibilmente groovy, segna un atteso ritorno sulla scena dopo due anni di stop forzato a causa di problemi vocali.
“Iomelosento” è un invito profondo ad ascoltare i segnali del proprio corpo e della propria intuizione di fronte alle difficoltà, senza affannarsi a cercarne ossessivamente la causa, perché “io me lo sento, io me lo sento che non va…“. Il tema della recidività e dell’importanza dell’autoascolto viene raccontato attraverso il parallelismo con una storia d’amore tormentata e incoerente vissuta in passato dall’artista, un rapporto che ha generato sofferenza a causa dei segnali di incompatibilità ignorati.
Il sound del brano è un omaggio alle influenze che risuonano nelle cuffie dell’artista, da Nu Genea a Pino Daniele, da Harry Styles agli Ezra Collective. Grazie alla collaborazione con il produttore e amico Uakari (Giulio Rizzello), il pezzo si arricchisce di un groove funkeggiante, impreziosito dalle trombe di Filippo Mollicone e dal basso di Mauro Di Simone, elementi che si fondono perfettamente con la melodia pop italiana.
“Questo è solo l’inizio di questa mia nuova era pop funk e sono entusiasta di mostrarvela! Funk you”, dichiara l’artista, anticipando un progetto ricco di groove e autenticità.
https://www.instagram.com/
sonosarai_/ https://www.facebook.com/
profile.php?id=61569839173980 https://open.spotify.com/
artist/2KPYaMahPXNCrJqc0CMnUN? si=lRgcrrTfSRer1eo5f7ZwxA https://www.tiktok.com/@sarai.
music?_t=8rw7jmeUqOn&_r=1 Nata a Roma nel 2001, Sarai ha iniziato a comporre e scrivere canzoni già all’età di 11 anni, trovando nella musica un essenziale canale espressivo per le sue emozioni. Cresciuta in un contesto familiare complesso, ha sempre considerato la musica come la sua salvezza e il suo principale mezzo di comunicazione.
La sua formazione artistica è iniziata alle scuole medie con le prime esperienze da chitarrista in band. Durante il liceo, ha scoperto la sua vocazione per il canto, pubblicando il primo album, “Such a good lover”, in lingua inglese e di stampo pop-rock, con la band Four Vibes.
Nel 2018, un anno di interscambio culturale nella Repubblica Dominicana, ottenuto grazie a una borsa di studio, ha consolidato ulteriormente il suo legame indissolubile con la musica. Successivamente al diploma, Sarai ha intrapreso un percorso accademico al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove si è diplomata in chitarra jazz, e sta attualmente frequentando la magistrale di composizione (Songwriting) presso l’Accademia Saint Louis di Roma.
Parallelamente agli studi, ha iniziato a pubblicare brani in italiano con l’etichetta Talentoliquido, riscuotendo un notevole successo nella scena emergente italiana. Ha conquistato numerosi premi in contest radiofonici, ha partecipato a X Factor 2021 raggiungendo la fase dei Bootcamp e si è distinta tra oltre 700 proposte per le selezioni di Sanremo Giovani 2022.
Negli ultimi tempi, l’artista ha affrontato e superato gravi problemi alle corde vocali, che l’hanno costretta a uno stop di quasi due anni. Oggi, Sarai è tornata con il suo ultimo singolo indipendente, “Iomelosento”, un brano che celebra la sua rinascita artistica e la sua rinnovata “fame di palco e di groove”.
Il suo ritorno è già stato accolto con successo, con il raggiungimento delle live audition al contest Music for Change e la vittoria dell’Eur Music Contest, che le ha garantito un premio di distribuzione video nelle metropolitane di Roma, Milano, Brescia e Genova.
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Suoni Mobili: ritmi brasiliani e cubani, jazz, world music, percussioni giapponesi e molto altro tra le province di Lecco e Monza e Brianza dal 21 al 27 luglio
Guida agli appuntamenti, in programma fino a domenica 27 luglio, del festival organizzato da MusicamorfosiMILANO – È in arrivo una nuova settimana di concerti nell’ambito di Suoni Mobili, il festival itinerante organizzato dall’associazione culturale Musicamorfosi e promosso dal Consorzio Brianteo Villa Greppi, che da lunedì 21 a domenica 27 luglio si concentrerà in particolare nelle province di Lecco e Monza e Brianza, con alcune “incursioni” oltreconfine, al LAC di Lugano. Vediamo quali saranno gli appuntamenti della XVI edizione in programma nei prossimi giorni.A Merate (Lc), Villa Confalonieri ospiterà (ore 21.30) lunedì 21 luglio il concerto del duo composto dall’arpista tedesca Maja Taube e dal clarinettista svizzero Jan Galega Brönnimann: la prima è una musicista di formazione classica, il secondo è noto nel panorama della musica jazz, della world music e dell’elettronica. Nel progetto Art of the Duo i loro mondi si mescolano e si intrecciano abilmente: la musica di questa formazione è caratterizzata, infatti, dai suoni ritmicamente concisi e brillanti dell’arpa e dalle linee melodiche (a volte liriche, a volte percussive) del clarinetto basso. I fluidi passaggi tra composizione, interpretazione e improvvisazione regalano emozioni e piacevolezza d’ascolto. Prima del concerto (ore 19.30) sarà possibile partecipare alla visita visionaria di Villa Confalonieri, ascoltando con le cuffie wireless il contributo di Andrea Taddei.Martedì 22 luglio la carovana di Suoni Mobili si sposterà a Bulciago (Lc), presso il Santuario dei morti dell’Avello, dove (ore 21.30) si esibirà il trio JMO, formato da Moussa Cissokho (kora, voce),Jan Galega Brönnimann (clarinetto basso e sax soprano) e Omri Hason (percussioni orientali, hang): il gruppo, che presenterà l’album d’esordio “Al nge taa” (“Andiamo!” in Mandinka, lingua parlata in Gambia, Mali e Senegal), mescola elementi della musica tradizionale africana con i nuovi suoni della contemporaneità. Le tecniche del jazz, le calde tonalità del clarinetto basso e delle percussioni orientali si fondono con l’hang (percussione di invenzione svizzera che produce un suono rilassante e meditativo) e la kora (l’arpa africana) in modo davvero convincente.Mercoledì 23 luglio, a Osnago (Lc), spazio a un altro duo: Villa De Capitani (ore 20) sarà la cornice perfetta del concerto intitolato “Love Songs”, che vedrà protagonisti la cantante, compositrice e arpista tedesca Agnes Verano e il vibrafonista Gabriele Boggio Ferraris, nome di punta della scena jazz italiana, impegnati in un viaggio musicale unico ed esclusivo. Da Bob Dylan a Morrisey, da Joni Mitchell a Tim Buckley, “Love Songs” è un dialogo intenso tra la voce intima di Agnes e le melodie sofisticate della sua arpa e la magia del vibrafono. Non mancheranno neppure alcune canzoni originali della musicista tedesca, nostalgiche, agrodolci e malinconiche, che catturano la fragile bellezza della transitorietà e che si sposano perfettamente con il suono caldo, avvolgente e vellutato del vibrafono.Sempre mercoledì 23 luglio, ma a Brugherio (Mb), in piazza Roma (ore 21.30), un gradito ritorno, quello della cantante e percussionista brasiliana Mirla Riomar e del suo gruppo: originaria di Salvador de Bahia, Mirla Riomar trasmette nella sua musica le origini e le radici sociali di un Brasile che ha saputo unire culture diverse nel corso della sua storia secolare, segnata dalla colonizzazione. Il suo stile, unico, è il risultato della fusione di ritmi bahiani (samba de roda, ijexá, forró, ramunha, maculele, samba, arrocha, samba de caboclo ma non solo) con tocchi di jazz, soul ed effetti elettronici.Il giorno dopo, giovedì 24 luglio, Mirla Riomar sarà di scena anche a Seregno (21.30, chiesa di S. Ambrogio) in duo con il chitarrista Marcel Vallès. La serata si aprirà con un momento meditativo (ore 20.45) affidato a Lorenzo Zandonella Callagher, con le riscritture per organo di alcuni celebri capolavori di Ettore Pozzoli, pianista, compositore e didatta originario di Seregno (in memoria del quale è nato il Concorso Pianistico Internazionale Ettore Pozzoli) diventato famoso per i suoi esercizi per pianoforte e le sue raccolte di solfeggi.Venerdì 25 luglio, a Barzanò (Lc), presso Peregolibri, si potrà assistere (ore 21.30) al concerto intitolato “Ritratto italiano”, con Elena Tavernini (voce), Francesco Baiguera (chitarra) e Giacomo Papetti (basso elettrico), protagonisti di un viaggio nella musica italiana degli anni Sessanta. I tre musicisti renderanno omaggio a grandi autori come Umberto Bindi e Bruno Lauzi e si faranno ispirare da tre interpreti meravigliose quali Mina, Milva e Ornella Vanoni. Le atmosfere sognanti e le trame ritmiche degli arrangiamenti proposti daranno nuova vita a un repertorio intramontabile. Il progetto si svilupperà attraverso un dialogo continuo tra voce, chitarra e sax: grazie a una tessitura ricca e raffinata, i tre musicisti valorizzeranno la profondità emotiva delle canzoni e faranno rivivere un passato condiviso, che rappresenta un’importante radice culturale della musica italiana.Si cambierà decisamente atmosfera sabato 26 a Correzzana (Mb): nella chiesa di S. Desiderio (ore 21) l’Inedito Flute Quartet dialogherà con l’organo e i Sanbiki, trio di percussionisti uniti dalla passione per il taiko, l’antico tamburo giapponese. A seguire, all’esterno della chiesa, i Sanbiki (ovvero Chiara Codetta, Tobia e Samuele Galimberti) datavano vita a un’esplosiva performance percussiva in cui ci sarà spazio anche per la batteria del talentuoso Mattia Venturella.Infine, per l’ultimo concerto della settimana, Suoni Mobili si sposterà a Cesano Maderno (Mb), nei Giardini di Palazzo Arese Borromeo, dove a partire dalle ore 21.30 la faranno da padrone i ritmi cubani. Prima si esibirà in solo la pianista, cantante e compositrice Jany McPherson, figura emergente della scena jazz internazionale, cui la collaborazione con John McLaughlin ha donato grande fama. Jany McPherson proporrà brani tratti dai suoi due album (A Long Way e Solo Piano!), nonché personali riletture di celebri successi internazionali.Poi sarà la volta del trombettista e compositore Yelfris Valdés e del suo gruppo. Infaticabile sperimentatore di suoni alla costante ricerca di nuovi linguaggi, il musicista cubano (che ha affiancato artisti di fama mondiale come Madonna e Damon Albarn) porterà in scena il suo mondo musicale: non solo il jazz e le tradizioni della Isla Grande, ma anche elettronica, hip hop e pop, senza trascurare la musica indiana e le influenze arabe.Da segnalare, infine, che Suoni Mobili farà tappa al LAC di Lugano, “incrociandosi” con la rassegna LAC en plein air: giovedì 24 luglio sarà la volta del gruppo afrobeat/pop Afrodream, il 25 di Mirla Riomar e il 26 luglio di Jany McPherson e Yelfris Valdés.Maggiori info, calendario, programma in costante aggiornamento e modalità di accesso della XVI edizione di Suoni Mobili online su www.suonimobili.it e www.musicamorfosi.it