Month: March 2022

  • “Nuvole Blu”, il nuovo singolo dei Tales of Sound

    “Nuvole Blu”, il nuovo singolo dei Tales of Sound

    Il 18 febbraio i Tales Of Sound chiudono il cerchio con il nuovo singolo “Nuvole Blu”. Si tratta dell’ultimo capitolo del loro secondo EP, “Se(N)timento a Pezzi”, presentato anche dai precedenti brani “Superstar”, “Metallico” e “Paura”.

    Nuvole Blu e il sapore di libertà

    “Nuvole Blu”, rispetto ai precedenti, è un brano più delicato, più ballad ma nonostante questo mantiene un filo conduttore con gli altri singoli. Una ballad elettronica che mescola un cantato hip hop, tratto inconfondibile dello stile del trio. Un suono metallico, graffiato e pungente che in questo caso viene un po’ addolcito. “Nuvole Blu” è un pezzo accattivante e il cantato, come in “Paura”, viene alternato con citazioni cinematografiche. Questo stile rende i due brani parte della stessa storia.

    In “Paura” il focus era il terrore dell’altro, del nostro simile, mentre in “Nuvole Blu” è la ritrovata libertà. I due brani insieme raccontano questi due anni di pandemia. I Tales Of Sound hanno voluto ricreare con la musica quel momento in cui le restrizioni si sono allentate e si è tornata a respirare un po’ di libertà. “Nuvole Blu” è riprendere ossigeno, tornare a vivere di nuovo e sentirsi almeno un minimo più liberi.

    “Il nostro buon SeaBass ha creato un ambiente in linea, con suoni elettronici di cui ci siamo innamorati, che tenesse l’ascoltatore in un limbo a metà fra la poesia e la depressione. Caricando il suono con una citazione cinematografica.

    Nuvole blu è il passaggio dalla restrizione forzata alla libertà. Con un ambient musicale distensivo che ci porta con dolce rassegnazione a vivere di pancia la reclusione e respirare a pieni polmoni la riconquista dell’assenza di restrizioni“, così i Tales Of Sound descrivono il loro brano.

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    Biografia

    Dalla vita nascono racconti, dai racconti nascono i Tales Of Sound. Stiamo parlando del trio di Vicenza che si è formato nella primavera del 2021 e nel giro di pochissimo tempo si è fatto notare e apprezzare per il suono fuori dal comune.

    I Tales Of Sound sono tre ragazzi sulla stessa lunghezza d’onda, ma con caratteristiche e personalità molto diverse. E’ proprio dall’incontro di queste differenze che nascono le loro canzoni. Ogni brano è come un racconto viscerale che prende vita.

    La carriera musicale del trio inizia alla grande. Il 29 settembre i ragazzi partecipano all’European Music Contest ottenendo da subito un ottimo riscontro. Il mese successivo partecipano ad una jam al “Caracol Olol Jackson” di Vicenza aprendo la serata a ESA FUNKY PREZ e pochi giorni dopo pubblicano il loro primo singolo ufficiale “Superstar”. Un brano contro gli opportunisti che giocano con la sensibilità dei più deboli.

    Il 26 novembre deliziano il pubblico con “Frammenti Quotidiani“, il loro primo EP da cui è estratto il brano “Tossitocina”, presentato all’European Music Contest. Quattro brani nati per raccontare episodi di vita, frammenti filtrati dalla percezione e ricostruiti in musica.

    I Tales Of Sound sono instancabili e il 3 dicembre pubblicano il loro secondo singolo “Metallico”. Un trio con la passione per la musica e la sperimentazione che sa farsi notare e differenziarsi dalla massa.

    Il 2022 si apre alla grande: il 3 gennaio si aggiudicano il Vicenza Rock Contest e il 10 gennaio vengono selezionati per “Una voce per San Marino”, contest che porta gli artisti sul palco dell’Eurovision Song Contest. Le novità non finiscono qui perché il 14 gennaio esce “Paura”, il terzo singolo della band.

    https://www.instagram.com/talesofsound/

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  • ARTE CONTEMPORANEA: IL ‘BIG BANG’ ARTISTICO DI FRANK CIANURO TRA CRUNK E MOSCHE ACROBATICHE

    ARTE CONTEMPORANEA: IL ‘BIG BANG’ ARTISTICO DI FRANK CIANURO TRA CRUNK E MOSCHE ACROBATICHE

    Frank Cianuro ha attraversato i tormenti di un’esistenza complicata e dolorosa per ritrovarsi oggi, alla soglia dei cinquant’anni, a voler giocare ancora una volta come un bambino divertito, sui mostri e sulle paure che hanno governato la sua intera esistenza, ritraendo i volti e le figure che sono entrate a farne parte. Questa era l’unica via per renderle più sopportabili nel tempo.

    Con queste nuove opere, concettualmente leggere, Frank Cianuro vuole ritrovare il bambino che si è perso nelle depressioni di una vita adulta, che oggi corre veloce pur rimanendo immobile. E’ forte la voglia di tornare indietro, a prima del dolore e delle perdite che lo hanno segnato, a quando era felice di non sapere come sarebbe andata una volta cresciuto.

    E’ con questo ‘big bang’ artistico che la ricerca di Frank Cianuro accoglie e associa materiali e riferimenti eterogenei in un modo del tutto inaspettato: soggetti sottratti alla letteratura e al mondo dell’arte, quindi alla biologia vegetale e animale, alla storia della cinematografia o a quella della sua famiglia, filtrate dalle visioni distorte di sensazioni provocate da una musica corrosiva e dalla contemporaneità delle conversazioni di whatsapp. Tali frammenti si compongono in inedite narrazioni e bizzarri accostamenti. Sono, dopotutto, immagini rubate alla sua immaginazione.
     

    LA GENESI DELLE NUOVE OPERE: I ‘CRUNK’ E ‘LE MOSCHE ACROBATICHE’

    Crunk vengono realizzati con filo di alluminio o di gomma sagomato a mano, nascono in origine su un foglio di carta, a tratto continuo disegnato ad occhi chiusi e con la mano sinistra, nel tentativo infantile di restituire disegni che non abbiano alcuna corruzione e nessun tipo di educazione, con la sola volontà di divertirsi attraverso la leggera brutalità di un pensiero inconscio, incurante di un insegnamento adulto.

    Frank Cianuro afferma: «…è un gioco che cristallizza la voglia di una felicità ignara e trasparente, ancora viva, luccicante. Con queste opere improbabili e leggere cerco di dare vita al grottesco che mi circonda da sempre, spesso ritraendo esistenze incaute e maldestre come la mia».

    Le Mosche Acrobatiche o ‘The Arcobatic Flyez’ sono divertenti art toys da compagnia, irriverenti, caustici e dissacranti, anch’essi derivati dal “mondo” Crunk, come evoluzione del soggetto più improbabile.

    Ogni mosca ha il proprio temperamento e carattere, apparentemente uguali l’una all’altra ma ciascuna con elementi che la distinguono dalle altre, pezzi unici all’interno di installazioni replicabili, piccole sculture in edizione limitata, ognuna con il proprio nome e certificato di nascita. A proposito di ciò, Frank: «Ho scelto le mosche perché nell’immaginario di tutti sono orribili e fastidiose, loro sono il mio modo di divertirmi con il diverso rendendolo oggetto di attenzione».

  • “CARO LUCIO RISPONDO”, il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”

    “CARO LUCIO RISPONDO”, il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”

    Dal 4 Marzo 2022 sarà disponibile sulle piattaforme digitali “CARO LUCIO RISPONDO” (Red Phonics Records), il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”.

    Caro Lucio rispondo è un disco concepito e realizzato interamente a casa, in ogni suo aspetto, dalla musica alla grafica fino alla realizzazione dei video e al loro montaggio. Un ideale invio di lettere come risposte alle parole di Lucio Dalla, un disco che non è dedica ma immaginario rapporto epistolare.

    TRACKLIST:

    • 01 Arance amare

    • 02 Caro Lucio rispondo

    • 03 Il peso dell’assenza

    • 04 Pesci piccoli

    • 05 Una fermata in centro

    • 06 Aprono i Bar

    • 07 La bella differenza

    • 08 Mai difficile amarti

    • 09 Quarantella

    Arance Amare” è una delle nove risposte alla “Lettera al caro amico” che Lucio Dalla inviò tramite il brano: “L’anno che verrà”. L’artista in questo brano risponde alla lettera di quell’uomo del ’43, descrivendo la sua visione del presente che è stato il suo futuro immaginato proprio in quella lettera al caro amico, raccontandogli di momenti assurdi e brutali, di solitudini e silenzio, di amore e tempra, coraggio e paure. Infine, Gaggiotti ha voluto sussurrare al destinatario della lettera che aveva ragione: anche se diversamente, tutti si vive un presente migliore se si sogna e pretende un futuro davvero moderno e civile.

    Spiega l’artista a proposito del brano“Qualcuno doveva pur rispondere a Lucio Dalla e raccontargli quello che succede.”

    Il videoclip di “Arance Amare” è stato girato nella casa di Sergio Gaggiotti e raffigura l’artista che canta davanti alla videocamera mentre una luce calda proveniente da varie lampade sparse per tutto l’ambiente da a tutto il set un atmosfera accogliente.

    Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti BIOGRAFIA

  • Al via lunedì 14 marzo a Milano il progetto Artchipel Hub dell’Artchipel Orchestra

    Al via lunedì 14 marzo a Milano il progetto Artchipel Hub dell’Artchipel Orchestra

    MILANO – Nel linguaggio informatico, la parola hub identifica il dispositivo che mette in collegamento tra loro computer e reti; nel settore dei trasporti e della mobilità, l’hub è un grande scalo internazionale che raccoglie la maggior parte del traffico aereo di un Paese e al quale fanno capo numerose rotte. E in campo musicale? In questo ambito, il termine hub è sinonimo di piattaforma o, meglio ancora, di rete.
    Non a caso, “Artchipel Hub”, la nuova iniziativa dell’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più apprezzate della scena jazz italiana, fondata e diretta dal batterista e compositore Ferdinando Faraò, si pone l’obiettivo di far nascere un network, una rete attraverso la quale si creino relazioni e confronti non solo tra i musicisti, ma anche tra gli artisti e il pubblico. Come? Dando vita a laboratori inclusivi che siano, al tempo stesso, prove aperte (in senso letterale, aperte cioè anche ai musicisti che non fanno parte in pianta stabile dell’ensemble milanese e agli spettatori), sedute di improvvisazione e, infine, esecuzione, in forma di concerto, di alcuni brani tratti dal repertorio del collettivo guidato da Faraò.
    “Artchipel Hub” è un progetto articolato in tre date, organizzate in collaborazione con il Garage Moulinski di Milano, spazio in cui la musica jazz è di casa. Si partirà lunedì 14 marzo (inizio ore 21.30, ingresso libero con consumazione o cena; prenotazioni al 3493306000) e si proseguirà l’11 aprile e il 16 maggio: nel corso di questi incontri verranno analizzate, discusse ed eseguite musiche di autori come Jonathan Coe, John Greaves, Misha Mengelberg, Mike Westbrook, Keith Tippett, Hugh Hopper, Mike Oldfield, Phil Miller, Lindsay Cooper, Robert Wyatt e Mike Ratledge, con arrangiamenti per orchestra a cura di Beppe Barbera, Ferdinando Faraò e Francesco Forges. Ma l’ambizione degli ideatori di questa iniziativa è di stabilire, soprattutto, interazioni, relazioni, confronti e collaborazioni tra i musicisti e il pubblico, che non si limiterà al mero ascolto, a una presenza “passiva”, ma verrà chiamato a partecipare al processo creativo in atto.
    Spiega Ferdinando Faraò: «La produzione, la diffusione e la divulgazione della musica si realizzano soprattutto attraverso l’organizzazione di concerti e festival, la vendita e l’ascolto dei dischi, la promozione e così via. Tutto ciò è ovvio e, per così dire, fisiologico. Ritengo però che occorra sottolineare anche l’importanza, a volte un po’ trascurata, dei “processi” che stanno alla base di una dinamica sociale e di relazione tra i musicisti, che si sviluppano all’interno di contesti come quello, per esempio, dell’orchestra. In questi processi, il bisogno che sta alla base del fare musica non è tanto quello della realizzazione di un “prodotto” da esibire o da vendere, ma piuttosto quello di un lavoro che privilegia uno sforzo collettivo inclusivo, nel segno della ricerca, della sperimentazione e della condivisione. Sentiamo, quindi, la necessità di dare vita a una forma di associazionismo libero e spontaneo, invitando i musicisti a partecipare al processo di organizzazione della musica attraverso, per esempio, l’esperienza di prove aperte che siano davvero inclusive. Crediamo che il fare musica non debba essere solo un atteggiamento estetico fine a se stesso, ma riteniamo che debba far parte di un determinato modo di vivere. Fare musica insieme vuol dire ritrovarsi, parlarsi, confrontarsi e immergersi, come nel nostro caso, anche negli aspetti organizzativi di un’orchestra. Fare musica, in definitiva, vuol dire fare cultura».

    Nata nel 2010, l’Artchipel Orchestra ha pubblicato quattro album (“Never Odd or Even”, “Artchipel Orchestra Plays Soft Machine”, “To Lindsay: omaggio a Lindsay Cooper” e “Truly Yours: musica di Phil Miller”), aggiudicandosi per due volte (nel 2012 e nel 2017) il primo posto nella categoria “Miglior formazione italiana” nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz”. Da segnalare, inoltre, che nel 2014 l’ensemble milanese ha ottenuto il secondo posto e che nel 2020 si è classificato tra i Top Ten. 
    Oltre ai favori della critica, l’Artchipel ha riscosso, da subito, anche quelli del pubblico: Faraò e i suoi musicisti si sono esibiti, infatti, nei più importanti festival jazz nazionali, affiancati da ospiti internazionali del calibro di Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts.