È tutto pronto per la nona edizione di Termoli Jazz (Termoli, provincia di Campobasso), prestigioso festival organizzato dall’Associazione Culturale Jack – con Michele Macchiagodena nel ruolo di presidente e direttore artistico – e realizzato grazie al patrocinio a al contributo dell’Amministrazione Comunale di Termoli. Una rassegna, questa, che rappresenta il fiore all’occhiello della città termolese, ma anche dell’intero Molise. Rispetto allo scorso anno, la location non sarà Piazza Duomo ma la Scalinata del Folklore (Corso Vittorio Emanuele III, 2), venue che ospiterà i due concerti che inizieranno alle 22:00, entrambi a ingresso libero. Il sipario su Termoli Jazz 2023 si aprirà martedì 29 agosto con Alessandro Sgobbio – “Piano Music”. Questo brillante e intraprendente pianista jazz e compositore proporrà un repertorio per “Piano Solo ed elettronica” improntato su alcune sue composizioni originali e sue improvvisazioni tratte da “Piano Music” e “Piano Music 2”, due progetti discografici (il secondo non ancora pubblicato) che rappresentano un viaggio immersivo fra sonorità ipnotiche, sperimentazione e innovazione, sempre con una componente jazzistica molto accentuata, per un concerto dall’alto senso estetico che proietta la mente dell’ascoltatore in un universo parallelo. Il 30 agosto si spegneranno i riflettori con Daykoda (all’anagrafe Andrea Gamba), estroso polistrumentista (tastiere, synth bass ed elettronica) accompagnato da tre eclettici partner come Riccardo Sala (sax), Andrea Dominoni (basso) e Matteo D’Ignazi (batteria). Daykoda e la sua band eseguiranno i brani contenuti in “Physis”, un album fra hip hop, creative music, elettronica e nuance jazzistiche concepito con l’intento di invitare a riflettere sulla natura dell’uomo e sulla vita. Un disco ricco di groove e sonorità cosmiche che, soprattutto dal vivo, coinvolge un pubblico eterogeneo, assetato di curiosità, non solo formato da puristi del jazz. Termoli Jazz, come un vero e proprio biglietto da visita che contraddistingue questo festival fin dalla sua nascita, si prefigge l’obiettivo di divulgare questo genere musicale, sempre in costante evoluzione, in tutte le sue declinazioni più sfaccettate, all’insegna della contaminazione, del mélange stilistico, con un occhio di riguardo verso i giovani talenti della nuova generazione. Proprio grazie alla notevole qualità della proposta artistica di Termoli Jazz, per merito della competenza e lungimiranza del suo direttore artistico Michele Macchiagodena, questo festival fa parte della prestigiosa associazione nazionale I-Jazz e dell’Italian Music Festivals, altra importante associazione che include i migliori festival, che spaziano dal jazz all’elettronica, più orientati verso il pubblico delle nuove generazioni.
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DAL 27 AL 30 LUGLIO L’OTTAVA EDIZIONE DI “TERMOLI JAZZ”
Cresce la trepidante attesa per l’ottava edizione di Termoli Jazz, prestigioso festival organizzato dall’Associazione Culturale Jack con Michele Macchiagodena nel ruolo di presidente e direttore artistico di una rassegna che rappresenta il fiore all’occhiello in primis della città di Termoli – ma anche – più in generale – del Molise. Piazza Duomo sarà la venue dei quattro concerti che avranno inizio alle 22:00, tutti a ingresso libero contingentato. I riflettori si accenderanno mercoledì 27 luglio con Federico Calcagno & The Dolphians, intraprendente sestetto diretto da Federico Calcagno (clarinetto soprano e clarinetto basso), definito «Nuovo alfiere del jazz italiano ed europeo» dal famoso web magazine All About Jazz Italia, affiancato da cinque fulgidi talenti come Luca Ceribelli (sax soprano e sax tenore), Gianluca Zanello (sax alto), Andrea Mellace (vibrafono), Stefano Zambon (contrabbasso) e Stefano Grasso (batteria). Questa formazione renderà omaggio al leggendario polistrumentista e compositore statunitense Eric Dolphy attraverso composizioni originali di Calcagno, fra cui alcune completamente inedite, in un live tra hard-bop, free, creative music, world music e hip hop. Si proseguirà giovedì con i Mack, un trio assai trasversale e singolare composto da musicisti estremamente creativi come Federico Squassabia (tastiere), Marco Frattini (batteria) e Mattia “Matta” Dallara (elettronica). Gruppo che ha riscosso un notevole successo anche fuori dall’Italia, soprattutto in Nordamerica, proporrà un repertorio di brani originali improntati su un’accattivante commistione comprendente hip hop, funk, jazz, neo-soul ed elettronica. Venerdì saliranno sul palco i C’mon Tigre (voce, chitarra ed elettronica) insieme a quattro eccellenti compagni di viaggio: Mirko Cisilino (tromba, flicorno ed elettronica), Beppe Scardino (sassofoni ed elettronica), Pasquale Mirra (vibrafono) e Marco Frattini (batteria). Progetto figlio di una particolare simbiosi fra Visual Art e musica, i C’mon Tigre hanno ottenuto parecchi consensi anche all’estero, ad esempio in Danimarca, Francia, Olanda – e presenteranno composizioni che abbracciano generi quali afro-jazz, hip hop, funk, dance e colorazioni di musica mediterranea, ma con lo spirito del jazz sempre pronto ad aleggiare. Sabato 30, invece, calerà il sipario con una formazione d’eccezione: Di Nunzio/Bassi/Nisi Trio Special Guest Antonio Faraò, formidabile quartetto costituito da Luigi Di Nunzio (sax alto), Giuseppe Bassi (contrabbasso), Marcello Nisi (batteria) e dall’eccezionale ospite Antonio Faraò (pianoforte), pupillo di Herbie Hancock. Dunque, tre jazzisti dall’inestimabile valore più la presenza di una vera e propria star del jazz italiano come Faraò, riconosciuto e apprezzato sulla scena jazzistica internazionale da oltre vent’anni per le sue qualità artistiche di pregevole fattura. Composizioni originali di Antonio Faraò e alcuni standard della tradizione jazz (ri)arrangiati fanno parte della scaletta di quest’ultimo concerto. In particolar modo grazie alla lungimiranza e alla perseveranza del direttore artistico Michele Macchiagodena, Termoli Jazz si prefigge il nobile obiettivo di divulgare questo genere musicale – in continua evoluzione – in tutte le sue svariate forme, nel segno della contaminazione, del melting pot stilistico, come la storia ultracentenaria del jazz insegna, oltre a valorizzare i giovani leoni del panorama nazionale che meritano di calcare palcoscenici importanti proprio come quello del festival termolese.