Tag: PARCO Milano

  • “P come Polinesia”: un viaggio nelle tradizioni, nei suoni e nella cultura di Tahiti  tra ukulele, danze e racconti sabato 21 giugno a PARCO Milano


     
    In occasione della Festa della Musica, il Polillo ARt COntainer di Milano ospita uno spettacolo interamente dedicato alla Polinesia, 
    con le musiche della Sonic Uke Orchestra e le danze coinvolgenti del Mana Tahiti Ohana

    MILANO – In occasione della Festa della Musica, il centro culturale PARCO – Polillo ARt COntainer di Milano ospiterà sabato 21 giugno uno spettacolo inedito per la nostra città e per l’Italia: si tratta di “P come Polinesia”, sottotitolo “Mana Tahiti Party, una serata interamente dedicata alla Polinesia e animata dalla Sonic Uke Orchestra e dalle danze del Mana Tahiti Ohana. L’evento, che fa parte della seconda edizione della rassegna Alfabeto di PARCO, manifestazione che intreccia musica, arti performative e narrazione, inizierà alle ore 18.30.
    Si comincerà con il Polynesian Show a cura del Mana Tahiti, scuola di danze polinesiane, nello specifico Ori Tahiti (Polinesia Francese) e Hula (Hawaii), che dal 2010 studia con impegno, rigore e rispetto non solo la tecnica ma anche la storia delle isole polinesiane, la loro cultura, la la loro musica e la loro lingua per poter comprendere a pieno il significato intrinseco e profondo di questo mondo tanto affascinante quanto lontano. Mana Tahiti è anche un gruppo di danzatrici che diffonde in Italia e in Europa la magia di queste danze con corsi, stage, spettacoli e trasmissioni televisive e con la partecipazione ad importanti competizioni internazionali.
    A seguire, dalle ore 20.30, spazio alla performance della Sonic Uke Orchestra, formazione nata nel 2014 da un laboratorio dedicato all’ukulele all’interno della scuola di musica Officine Musicali di Nonantola (Modena). In pochi anni il gruppo si è costituito come una vera e propria orchestra che include tutte le tipologie di ukulele (sopranino, soprano, concerto, tenore, baritono, banjolele). Sotto la direzione di Giorgio Casadei, l’orchestra lavora su canzoni e brani strumentali con arrangiamenti ricercati, pensati per valorizzare la ricchezza timbrica di ogni singolo strumento e di ogni musicista. Inoltre, il tessuto orchestrale si arricchisce grazie all’inserimento di strumenti come basso, glockenspiel, xilofono, trombone, clarinetto, percussioni, synth, theremin, melodica e kazoo. La combinazione tra voci, ukulele e strumenti vari produce un suono distintivo, allo stesso tempo delicato e incisivo.
    Il repertorio della Sonic Uke Orchestra è estremamente vario: partendo dai brani tradizionali hawaiani, ha reinterpretato celebri brani di artisti come Elvis Presley, Burt Bacharach, David Bowie, Thelonious Monk, Duke Ellington, Erik Satie, Sixto Rodriguez e alcuni capolavori della canzone italiana.
    La Sonic Uke Orchestra è formata da Elena Bellei (voce, ukulele, percussioni), Alice Miali (voce, ukulele, theremin, kazoo, xilofono), Laura Mocali (voce, ukulele, glockenspiel, melodica), Giacomo Zambelli (voce, ukulele), Francesco Minelli (ukulele, voce, percussioni), Davide Luppi (ukulele, banjolele), Andrea Zoboli (ukulele), Alessandro Della Casa (ukulele, percussioni), Marina Ciccarelli (ukulele, trombone, melodica), Carlo Magrì (clarinetto), Luca Cotti (basso elettrico) e Giorgio Casadei (ukulele, banjolele, direzione).
    La parte narrativa della serata sarà a cura di Daniela Di Molfetta, danzatrice che ha una profonda conoscenza delle culture del Pacifico e direttrice dei corsi di Ori Tahiti del gruppo Mana Tahiti, e di Antonio Ribatti, direttore artistico della rassegna Alfabeto di PARCO, che afferma: «La Polinesia è uno di quei luoghi che più di altri esistono nell’immaginario collettivo prima ancora che nella geografia. È un luogo remoto, capace di evocare libertà, ritmi, piaceri, sogni. Questo evento vuole essere un viaggio sensoriale, musicale e visivo verso quell’altrove, lontanissimo rispetto a noi, che tanto ci affascina. P come Polinesia, ma non solo. P come pelle. Il termine tatau, da cui il nostro “tatuaggio”, nasce proprio lì. P come parola. Quella della Polinesia è una cultura orale e le parole sono veicolo di memoria e tradizioni. P come Pacifico: un paradiso immaginario già dai tempi di Gauguin, ma la Polinesia è stata anche teatro di esperimenti nucleari che hanno lasciato lacerazioni gravi nella popolazione residente. P come perdersi o meglio non perdersi, perché i polinesiani sono stati i più grandi navigatori della storia. Viaggiavano su canoe doppie, usando stelle, correnti, onde e uccelli per orientarsi. Vi porteremo in Polinesia. Fidatevi e seguiteci sulle onde».

    Dalle ore 18:30, il dj set seguirà le indicazioni dettate dalle danzatrici e nel corso della serata sarà attivo il bar, gestito da 10gradinord, proporrà prelibatezze e bevande a tema.
    La seconda stagione della rassegna Alfabeto di PARCO, ideata e realizzata da Antonio Ribatti e da Roberto Polillo, titolare del Polillo ARt COntainer di Milano, gode del patrocinio del Municipio 6 del Comune di Milano: dopo la pausa estiva gli appuntamenti dedicati ai luoghi, alle musiche e alle culture del mondo ripartiranno e riguarderanno la Spagna, il Giappone, il Marocco ma non solo.

    ALFABETO DI PARCO, stagione 2024/2025
    PARCO, via Ambrogio Binda 30, 20143 Milano
    Ingresso libero.
  • “C come Coltrane”: suoni, parole e immagini mercoledì 30 aprile a PARCO Milano nel tributo del sassofonista Dimitri Grechi Espinoza a John Coltrane

    Il Polillo ARt COntainer di Milano ospita, in occasione dell’International Jazz Day, un omaggio all’album capolavoro di John Coltrane nell’ambito della rassegna Alfabeto di PARCO: insieme a Dimitri Grechi Espinoza si esibiranno Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso), Aziz Señol Filiz (flauto ney) e Davide Ferrari (voce narrante)

    MILANO – L’International Jazz Day è la giornata in cui, in tutto il mondo, il 30 aprile si celebra il jazz, genere musicale che l’Unesco ha riconosciuto patrimonio immateriale dell’Umanità, in quanto arte capace di promuovere la pace, il dialogo tra le culture, la libertà di espressione e il rispetto per i diritti umani: in questa ricorrenza, il centro culturale PARCO Milano ospiterà l’evento intitolato “C come Coltrane”, sottotitolo “A Love Supreme, an unusual story”, tributo al genio di John Coltrane (inizio ore 20.30, ingresso libero con prenotazione obbligatoria su https://www.eventbrite.it/e/c-come-coltrane-a-love-supreme-an-unusual-story-tickets-1313251924859).

    Si tratta del nuovo appuntamento della seconda edizione della rassegna Alfabeto di PARCO, dedicata alle culture del mondo e agli artisti che hanno rivoluzionato il Novecento. I protagonisti di “C come Coltrane” saranno Dimitri Grechi Espinoza, tra i più originali e interessanti sassofonisti della scena italiana; Tito Mangialajo Rantzer, contrabbassista di lungo corso; il  turco Aziz Señol Filiz, virtuoso del flauto ney, strumento che viene spesso utilizzato nella meditazione e nelle pratiche spirituali; Davide Ferrari (voce narrante), che indagherà il rapporto tra le composizioni e le parole del grande jazzista americano. Inoltre, l’evento sarà impreziosito dalla proiezione di alcuni scatti (realizzati nel corso dell’unica rappresentazione pubblica di “A Love Supreme”, avvenuta ad Antibes) del fotografo Roberto Polillo, instancabile animatore del Polillo ARt COntainer di via Binda 30 (quartiere Barona) e grande appassionato di jazz.

    Considerato uno dei più grandi jazzisti di tutti i tempi, John Coltrane è stato anche una sorta di filosofo della musica, una guida spirituale, un riferimento per tutti coloro che intendono la musica come continua sperimentazione, formale e interiore. Ha cambiato la storia del jazz con album memorabili come My Favorite Things, Giant Steps e Live at the Village Vanguard e nel 1965, con la pubblicazione di A Love Supreme, ha innalzato ulteriormente l’asticella della sua ricerca, sonora e spirituale.  Come ha scritto Ashley Kahn, giornalista e produttore musicale tra i più influenti e autorevoli nel panorama internazionale del jazz, «”A Love Supreme” è il testamento di un’intera epoca, della quale Coltrane ha saputo interpretare tutte le tonalità emotive e sonore: la poliritmia africana propulsiva e catartica, i tempi dilatati del jazz modale, la litania meditabonda del folk orientale, le vampe del free jazz, il calore intimo del blues e la redenzione orgasmica del gospel. Il risultato è un magma incandescente e liturgico, in chiave minore, vertiginosamente preciso, sincronizzato, ma sempre sull’orlo dell’improvvisazione, dell’ignoto. È il jazz spirituale di Coltrane, il suo grido assoluto, una preghiera purissima di amore supremo verso Dio che ha stravolto con la musica le regole e i sentimenti delle generazioni successive, caricandoli di un’inaudita religiosità».

    A far rivivere la musica di Coltrane è stato chiamato il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza, che nel corso della sua carriera ha approfondito lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono, con l’obiettivo di riscoprire il respiro profondo dei luoghi sacri. Afferma Antonio Ribatti, il direttore artistico di Alfabeto di PARCO«A sessant’anni dalla pubblicazione di “A Love Supeme”, cercheremo di comprenderne e interpretarne il significato più autentico attraverso un originale e inedito progetto multimediale, un tessuto di parole, suoni e immagini».

    Alle ore 19, prima dello spettacolo, è in programma un dj set e nel corso della serata sarà attivo il bar, gestito da 10gradinord, storico locale radicato nel quartiere Barona e specializzato in birre artigianali italiane e cibo sostenibile di qualità.
    La seconda stagione della rassegna Alfabeto di PARCO, ideata e realizzata da Antonio Ribatti e da Roberto Polillo, gode del patrocinio del Municipio 6 del Comune di Milano e proseguirà fino all’estate: il prossimo sarà “P come Polinesia”in programma il 21 giugno.

    ALFABETO DI PARCO, stagione 2024/2025
    PARCO, via Ambrogio Binda 30, 20143 Milano
    Ingresso libero.
  • PARCO Milano: suoni, danze e spezie nello spettacolo “L come Libano” in scena mercoledì 26 marzo

    Una serata a ingresso libero dedicata alle musiche e alle culture del Medio Oriente con l’artista libanese Ghazi Makhoul (oud e voce), Massimo Latronico (chitarra classica), Luca Canali (percussioni), Elisabetta Sias (esperta di danze orientali) e Camille Eid (voce narrante)

     MILANO – Si intitola “L come Libano”, ovvero “Storie d’Oriente: suoni, danze e spezie”, il nuovo appuntamento della rassegna ALFABETO DI PARCO, manifestazione organizzata da PARCO, il Polillo ARt COntainer di Milano, e dedicata alle culture del mondo e agli artisti che hanno rivoluzionato il Novecento: l’evento in programma mercoledì 26 marzo (inizio live ore 20.3; ingresso libero con prenotazione obbligatoria al link www.eventbrite.it/e/l-come-libano-storie-doriente-suoni-danze-e-spezie-tickets-1269781664139) nei bellissimi spazi del centro culturale di via Ambrogio Binda 30 (quartiere Barona) sarà una serata in cui i suoni e le melodie del Medio Oriente si alterneranno a racconti, letture, danza e proiezioni video. Alle ore 19 è in programma un dj set con specialità libanesi. Nel corso della serata sarà attivo il bar, gestito da 10gradinord, storico locale radicato nel quartiere Barona e specializzato in birre artigianali italiane e cibo sostenibile di qualità.

    I protagonisti di “L come Libano” saranno il musicista libanese Ghazi Makhoul (oud e voce), Massimo Latronico (chitarra classica), Luca Canali (percussioni) ed Eli Sias (esperta di danze orientali), oltre al giornalista libanese Camille Eid (voce narrante), che a Milano dirige l’associazione Araba Fenice, centro studi sulle culture del mondo arabo, e che per l’occasione leggerà alcune pagine tratte da “Il Profeta” di Kahlil Gibran, probabilmente lo scrittore libanese più famoso e più letto al mondo. Al centro della performance le melodie spirituali e senza tempo delle musiche libanesi e di quelle tradizionali di altri Paesi del mondo arabo.
    «Con questo evento – afferma Antonio Ribatti, direttore artistico di ALFABETO DI PARCO – vogliamo proseguire il nostro viaggio alla scoperta di musiche e culture di tutto il pianeta. Nei mesi scorsi abbiamo esplorato, per così dire, l’India, con il lascito universale del grande Ravi Shankar, e la Giamaica di Bob Marley. Questa volta al centro della nostra narrazione ci sarà il Libano, piccolo Paese che, nonostante sia da anni martoriato da conflitti, è permeato di una cultura fortemente cosmopolita e da una vivace scena musicale dove i suoni della tradizione convivono con il pop, il rock, l’avanguardia, l’elettronica e così via».

    La nuova stagione della rassegna Alfabeto di PARCO, ideata e realizzata da Antonio Ribatti e da Roberto Polillo, imprenditore e fotografo, gode del patrocinio del Municipio 6 del Comune di Milano e proseguirà fino all’estate con un appuntamento al mese: il prossimo sarà “C come COLTRANE: A Supreme Love, an unusual story”in programma mercoledì 30 aprile in occasione dell’International Jazz Day, la giornata internazionale (indetta nel 2011 dall’Unesco, che ha riconosciuto questo genere musicale patrimonio immateriale dell’Umanità) che si celebra in tutto il mondo.

    ALFABETO DI PARCO, stagione 2024/2025
    PARCO, via Ambrogio Binda 30, 20143 Milano