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  • Il nuovo album di Maria Pia De Vito con Chico Buarque e Mônica Salmaso in uscita il 24 ottobre 2025 – Parco della Musica Records

    Si chiama Buarqueana il nuovo album di Maria Pia De Vito, in uscita venerdì 24 ottobre su cd e digitale per la Parco della Musica Records, con la partecipazione straordinaria di Chico Buarque e Mônica Salmaso.

    Registrato a Rio De Janeiro, questo progetto è dedicato alla traduzione in napoletano e alla reinterpretazione musicale dell’opera di Chico Buarque de Hollanda. Un nuovo album, poetico e letterario, un lavoro a quattro mani, di ricerca del repertorio e affinamento delle traduzioni, seguito passo a passo insieme a Chico, che qui canta anche in due brani. In qualità di ospite, è presente anche la cantante Mônica Salmaso, una delle voci più importanti del brasile contemporaneo.

    In Buarqueana, Maria Pia De Vito non si limita a tradurre, ma restituisce a Chico il suo repertorio in una lingua e in un suono che in qualche modo gli appartiene. La riscoperta di un linguaggio sociale e spirituale che trasforma la ferita in canto, la sopravvivenza in arte.

    Racconta Maria Pia De Vito: la presenza di Chico, da quindici anni anche in maniera epistolare, è sempre stata fondamentale nel suggerire immagini, fino ad arrivare a improvvisare delle soluzioni persino in napoletano, e con mio stupore, azzeccarle perfettamente. La sua pressocché perfetta conoscenza dell’italiano, e l’amore per il dialetto e la canzone napoletana, ha fatto sì che abbia potuto immergersi nel dettaglio di ogni parola di questo lavoro, e farmi l’immenso dono di cesellare insieme a lui ogni parola di questo disco.

    A 7 anni di distanza dalla pubblicazione di Core Coração, dedicato alla traduzione in napoletano di capolavori della MPB (música popular brasileira), in Buarqueana Maria Pia De Vito continua il percorso di ricerca, concentrandosi esclusivamente sull’opera di Buarque. La scelta dei brani ha seguito non solo una logica musicale e compositiva, ma soprattutto alcuni dei tanti fili tematici che si rintracciano nell’opera di Chico. L’album si apre con Uma Palavra (Parola primma), un brano che introduce forse il tema principale dell’opera di Chico, ovvero la riflessione filosofica sul valore concreto della parola come mezzo per comunicare, conservare la memoria e definire l’identità personale e collettiva.

    Melodista geniale e profondissimo poeta e ascoltatore, Chico Buarque scrive e sa parlare, attraverso le sue canzoni, con voce di donna, di uomo, di anziano, di bambino, di schiavo, e sempre con la voce e lo sguardo di un testimone lucido della storia dolorosa del Brasile e degli anni della dittatura, attraverso canzoni esplicite, o mimetizzate in un samba, un maracatù, in una storia d’amore. Arte appresa e raffinata per sfuggire alla censura della dittatura, che lo tampinava. 

    Canzoni come Meu caro amigo (Amico mio), lettera mandata all’amico oltreoceano, per raccontare che tutto apparentemente scorre uguale, si gioca a pallone e si canta, ma intanto si ingoiano sofferenze e soprusi. O come nella canzone Angelica (‘O cunto d’angelica), in cui si narra della terribile storia di Zuzù Angel, il cui figlio Stuart Angel, oppositore politico del regime, viene torturato e ucciso e il suo corpo mai ritrovato. Poco dopo toccherà la stessa sorte a Zuzù. Cantare questa canzone – spiega Maria Pia – in questi giorni difficili per la democrazia mondiale, mi appare necessario. Cantarla con Chico in napoletano è stato un momento di profonda emozione.

    La ricomposizione musicale ed emotiva di questi brani è stata possibile grazie anche al lavoro con Roberto Taufic (chitarra), Huw Warren (pianoforte), Roberto rossi (percussioni), la stessa compagine a fondamento anche di Core Coração. Una vera famiglia musicale per Maria Pia De Vito, un collettivo in cui la creatività ed il talento di ognuno viene ispirata da quella speciale libertà che solo con una grande fiducia reciproca si riesce a realizzare.

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    FORMAZIONE

    Maria Pia De Vito, voce 

    Roberto Taufic, chitarra 

    Huw Warren, pianoforte 

    Roberto Rossi, batteria e percussioni 

    TRACKLIST

    1) ’Na Parola (Uma palavra) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    2) Choro Bandito (Choro Bandido) Edu Lobo/Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    3) Almanacco (Almanaque) (Maria Pia De Vito/Chico Buarque)

    4) Maninha (Chico Buarque) Marola Editora. Feat: Chico Buarque

    5) Amico mio (Meu caro amigo) (Francis Hime /Chico Buarque /Maria Pia De Vito)

    6) Chest’è (Pois è) (Antonio Carlos Jobim / Chico Buarque / Maria Pia De Vito)

    7) Leve (Liggera) (Carlinhos Vergueiro/Chico Buarque / Maria Pia De Vito)

    8) ‘O cunto d’Angelica (Angelica) (Miltinho/Chico Buarque / Maria Pia De Vito) Feat: Chico Buarque

    9) Valsa Contro ‘o tiempo (Valsa Brasileira) (Edu Lobo/Chico Buarque/Maria Pia De Vito) Feat: Monica Salmaso

    10) Samba e ammore (Samba e amor)(Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    11) Je me pensaje  (Atè pensei)(Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    12) Tutte ‘e juorne( Cotidiano ) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    13) Uocchie int’’a ‘ll’uocchie ( Olhos nos olhos ) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    14) Amante Dimane ( Futuros amantes ) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    15) Samba d’o grande ammore (Samba do Grande amor)(Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    Registrato da Andrea Cutillo alla Casa del Jazz di Roma il 19, 20 e 21 novembre 2024

    Registrato da Roberto Lioli negli Studi della Biscoito Fino di Rio de Janeiro il 25 e 26 gennaio 2025

    Mixato da Andrea Cutillo, masterizzato da Massimiliano Cervini all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma

    Producer Roberto Catucci

    Supervisione artistica a registrazione, missaggio e mastering Roberto Catucci

    Design Creation

    Foto di Riccardo Musacchio/Musa

    Parco della Musica Records

    Fondazione Musica per Roma

    MPR196CD

    Pubblicato nel mese di ottobre 2025

  • Simone Alessandrini Storytellers  il nuovo album Circe  Parco della Musica Records/giugno 2024

    Simone Alessandrini Storytellers il nuovo album Circe Parco della Musica Records/giugno 2024

    Circe è il nuovo album del sassofonista Simone Alessandrini, terzo e ultimo capitolo della trilogia Storytellers. Alla guida di un ensemble di dodici elementi, Alessandrini continua a utilizzare la musica come veicolo narrativo, per raccontare conflitti, brame e sublimazioni del genere umano.

     

    Dopo l’omonimo Storytellers (2017), dove tra mito e storia, aveva rievocato alcuni personaggi comuni, ma allo stesso tempo leggendari, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, e Mania Hotel (2021) dedicato al tema della follia, in questo nuovo album, in uscita su cd e digitale venerdì 14 giugno per la Parco della Music Records, Alessandrini rappresenta in musica tematiche quanto mai attuali dello stato di natura dell’uomo, rispetto allo stato di cultura.

     

    Qui nel ruolo di Ulisse, al sax alto e flauti, Alessandrini ha riunito attorno a sé una formazione eterogena, composta da dodici musicisti, con Laura Giavon alla voce nel ruolo di Circe, Federico Pascucci, sax tenore, clarinetto turco e caval, nel ruolo del vitello; Antonello Sorrentino, tromba e flicorno, nel ruolo del cavallo; Mariasole de Pascali, flauto traverso, ottavino, nel ruolo della serpe; Federico D’Angelo, sax baritono, clarinetto basso, tuba, nel ruolo del leone; Giacomo Ancillotto, chitarre, nel ruolo della cerva; Marcella Carboni, arpa, nel ruolo della lepre; Nazareno Caputo, vibrafono, marimba, nel ruolo dell’ostrica; Simone Pappalardo, elettronica e strumenti autocostruiti, nel ruolo del cane; Riccardo Gola, contrabbasso, basso elettrico, nel ruolo della talpa; Riccardo Gambatesa, batteria, percussioni, nel ruolo del capro.

     

    L’ispirazione per il terzo capitolo di Storytellers gli viene dalla “Circe” di Giovan Battista Gelli, un libro poco noto, composto da dieci dialoghi di contenuto morale, pubblicato per la prima volta nel 1549 a Firenze. Nel testo, l’autore riprende il celebre episodio dell’Odissea e immagina che Ulisse ottenga da Circe la facoltà̀ di conversare con i suoi greci trasformati in animali, i quali inaspettatamente si pronunciano a favore della propria condizione ferina e oppongono un netto rifiuto all’offerta di recuperare le fattezze umane, sostenendo la superiorità̀ etica degli animali rispetto alle debolezze, ai vizi e alle miserie che caratterizzano l’esistenza degli uomini.

     

    Nasce, quindi, l’idea di un’operetta nella sua forma, ma con il suono del jazz contemporaneo e allo stesso tempo un andamento ciclico e tribale, che veste e denuda l’approccio colto occidentale.

    Nell’opera, ogni musicista rappresenta un animale che si racconta in maniera astratta, con le incursioni di Circe, il cui ruolo è assunto dal canto, come unico veicolo narrativo. L’ensemble muta di brano in brano, passando da momenti densi come l’overture, a sezioni minimali, parti di improvvisazione radicale contrapposte a sezioni di scrittura verticale fitta e rigorosa. L’intento è di dare più dimensioni alla sceneggiatura musicale, rappresentando gli stati d’animo dei vari animali, mentre raccontano i vari malesseri del genere umano.

     

    Simone Alessandrini rilegge un’opera concepita come un oracolo, che spiega in maniera surreale quello che può accadere agli uomini se dimenticano di alimentare la fiamma accesa dell’anima. Una metamorfosi che può essere vista sia come punizione, che come dono. Un dialogo in musica per comprendere il rapporto dell’uomo con la propria natura bestiale, e tramutare il conflitto in sublima unione ultraterrena.

     

    TRACKLIST

    1 Preludio1’57’’

    2 Circe 3’44’’

    3 Interludio I. Ostrica 2’50’’

    4 Xopeìa. Leone 6’06’’

    5 La Lepre E Lo Specchio 2’40’’

    6 Canto Della Cerva 4’57’’

    7 Interludio II. Cane 1’57’’

    8 La Frusta Del Timore. Capro 4’15’’

    9 Il Passaggio. Serpe 3’32’’

    10 Interludio III. Talpa 1’15’’

    11 Cavallo E Mal D’amore 5’46’’

    12 Marcia Del Sopruso. Vitello 2’59’’

    13 Epilogo. Ulisse 7’38’’

     

    FORMAZIONE

    Simone Alessandrini, sax alto, flauti (nel ruolo di Ulisse)

    Laura Giavon, voce (nel ruolo di Circe)

    Federico Pascucci, sax tenore, clarinetto turco, caval (nel ruolo del vitello)

    Antonello Sorrentino, tromba e flicorno (nel ruolo del cavallo)

    Mariasole de Pascali, flauto traverso, ottavino (nel ruolo della serpe)

    Federico D’Angelo, sax baritono, clarinetto basso, tuba (nel ruolo del leone)

    Giacomo Ancillotto, chitarre (nel ruolo della cerva)

    Marcella Carboni, arpa (nel ruolo della lepre)

    Nazareno Caputo, vibrafono, marimba (nel ruolo dell’ostrica)

    Simone Pappalardo, elettronica e strumenti autocostruiti (nel ruolo del cane)

    Riccardo Gola, contrabbasso, basso elettrico (nel ruolo della talpa)

    Riccardo Gambatesa, batteria, percussioni (nel ruolo del capro)

  • Franco D’Andrea meets DJ Rocca è il nuovo triplo album pubblicato dalla Parco della Musica Records

    Franco D’Andrea meets DJ Rocca è il nuovo triplo album pubblicato dalla Parco della Musica Records

    FRANCO D’ANDREA meets DJ ROCCA

    Franco D’Andrea – pianoforte

    Dj Rocca – elettronica

     

    Per un musicista di jazz il suono è tutto. Ne rappresenta l’identità ed è il terreno di ricerca di tutta la vita. Se pensiamo a Coltrane, Monk, Miles, Bill Evans, Lester Young, Ben Webster o qualsiasi altro musicista di jazz, prima ancora che al loro fraseggio, ai loro brani, pensiamo al loro suono, sia individuale quello dei gruppi che capitanavano. Anzi, li pensiamo come un suono. Quella di Franco D’Andrea è una ricerca sul suono che parte da lontano. L’esperienza elettrica con il Perigeo, l’esplorazione del pianoforte, tutte le possibili combinazioni timbriche dei suoi gruppi, spesso dall’organico poco ortodosso, fino a suono dell’intervallo, che ha sì funzione strutturale, armonica e melodica, ma che in definitiva è una sonorità, è timbro. In questo lavoro con Roccatagliati, D’Andrea si immerge in profondità abissali. Nulla al pari dell’elettronica può indagare il suono, rompendolo, sintetizzandolo, reinventandolo. Ed è esattamente ciò che fa Roccatagliati. A questo si aggiunge l’esplorazione di D’Andrea del suono degli intervalli. Ma ciò che rende davvero avvincente quest’esplorazione è il fatto di essere viva. L’elettronica non è l’ambiente, lo sfondo, il contesto nel quale agisce il pianoforte: Roccatagliati suona come un musicista di jazz che stimola e risponde agli stimoli e l’intera performance è governata dall’interplay più profondo.

     

    Franco D’Andrea meets Dj Rocca, un incontro tra due protagonisti assoluti della scena musicale italiana, due esploratori sonori alla ricerca di tutte le possibili connessioni tra jazz ed elettronica. Attratti da un’inaspettata sinergia, Franco D’Andrea e dj Rocca danno vita a un progetto che unisce passioni lontane, generazioni diverse e riferimenti culturali spesso distanti, grazie ad un’unica e condivisa curiosità verso gli infiniti linguaggi della musica.

     

    Tutto nacque da un remix– racconta Franco D’Andrea – su una mia breve introduzione di pianoforte. Mi parve geniale il lavoro che fece dj Rocca. Da allora ho pensato che mi sarebbe piaciuto averlo in qualche mio progetto, ma non avevo ancora immaginato la cosa più semplice: incontrarlo in un dialogo musicale a due.

     

    Ogni concerto di questo due è un’opera a sé, non esiste una scaletta o un repertorio di riferimento, tutto nasce sul momento: riff, sequenze intervallari, poliritmia e nuove combinazioni timbriche sono il risultato di questo nuovo incontro.

     

    Prima di essere dj ed appassionato di musica elettronica – dichiara Dj Rocca – sono un amante di jazz. Ho frequentato il conservatorio e in famiglia si è sempre ascoltata musica “colta”. Franco D’Andrea è per me un artista come cerco da sempre di essere nel mio piccolo: eclettico. Il progetto progressive Perigeo è stato formativo in tenera età, grazie agli ascolti di mio fratello maggiore. Più tardi, negli anni ’80, ho ritrovato Franco nelle mie frequentazioni afro, quando lui suonava con i musicisti africani. La mia formazione artistica è continuata poi con la carriera da dj, grazie anche al mio background di musica black. È quindi un percorso naturale, oggi, esprimermi, con la mia attitudine da musicista elettronico, assieme ad artisti di jazz contemporaneo della caratura di D’Andrea.

     

    Ma non è la prima volta che D’Andrea e Rocca si incontrano sul palco. La collaborazione tra i due, infatti, nasce nel 2015, a seguito di un contest realizzato dalla trasmissione di Radio 2 Musical Box, in cui un brano di D’Andrea venne remixato da una serie di producer italiani. Tra i partecipanti, Luca Roccatagliati aka dj Rocca, di cui D’Andrea ha da subito apprezzato il talento, decidendo senza indugi di nominarlo vincitore. Attratti da un’inaspettata sinergia, Franco D’Andrea e dj Rocca, con l’aggiunta del sassofonista Andrea Ayassot, diedero poi vita al trio “Electric Tree”, incidendo anche un omonimo album per la Parco della Musica Records. I due si ritrovano poi nuovamente insieme anche nell’ottetto “Intervals” di Franco D’Andrea, incidendo anche due doppi album.

     

    Franco D’Andrea appartiene da decenni al gruppo di spicco di musicisti e compositori jazz italiani. Nato a Merano nel 1941 incide con Gato Barbieri nel ’64 il suo primo disco. Da questi anni hanno inizio collaborazioni con molti importanti musicisti della scena internazionale (fra cui Johnny Griffin, Dexter Gordon, Steve Lacy, Lee Konitz, Phil Woods, Dave Liebman ecc.). Alla fine degli anni 60 fonda, insieme a Franco Tonani e Bruno Tommaso, il “Modern Art Trio”, del cui disco è uscita recentemente la ristampa per l’etichetta Déjavu. Nel 1972 entra nel gruppo progressive jazz “Perigeo”. Dalla fine degli anni 70 dà vita a proprie formazioni, tiene concerti come solista e inizia la sua attività di docente (partecipa ai seminari di “Siena Jazz” dalla loro fondazione a oggi, dal 1993 al 2006 ha insegnato jazz al conservatorio di Trento, attualmente insegna ai Corsi Civici di jazz di Milano e conduce diverse master classes). Ha al suo attivo più di 200 incisioni discografiche. Dagli anni 80 a oggi è stato più volte eletto musicista jazz dell’anno nel “top jazz” della rivista “Musica Jazz”.  Ha anche conseguito il “Prix du Musicien Européen 2010” de l’Academiedu Jazz de France. Ha tenuto concerti in molti paesi in Europa, Stati Uniti, Russia, Australia, Africa, Estremo Oriente.

    La sua musica abbraccia tutta la storia e le sfaccettature del jazz, con uno speciale interesse nell’esplorazione delle origini poliritmiche e africane.

     

    Luca Roccatagliati aka. Dj Rocca è produttore e musicista. I suoi primi lavori, alla fine degli anni ‘90, sono produzioni che orbitano attorno alle sonorità drum&bass e breakbeat, generi per i quali Dj Rocca si è distinto come uno dei precursori italiani nella scena del clubbing inizialmente raccolte sotto al nome di Maffia Soundsystem, dall’omonimo club italiano.

    DJ Rocca ha collaborato con Howie B, Pressure Drop, ZedBias, Dimitri From Paris, Daniele Baldelli e

    Jazzanova, producendo singoli, remix ed album per alcune delle migliori etichette europee, dalla Sonar Kollektiv alla Skint passando per Defected, Toy Tonics, Rekids ed altre piccole ma autorevoli etichette di culto Europee e Statunitensi. Assieme al leggendario Dimitri From Paris, Dj Rocca ha creato il progetto elettro-disco Erodiscotique, con alcune tracce finite di frequente nei set di alcuni tra i dj più celebri del mondo, Bob Sinclar su tutti. Ha remixato artisti del calibro di Andrew Weatherall, Luke Solomon, Blaze, Isolee, Justin Robertson, Bjorn Torske, Chris Coco, Dimitri From Paris. Possiede anche una sua etichetta discografica, la Danny Was A Drag King, attraverso la quale seleziona e produce alcuni tra gli artisti di maggior talento nel panorama europeo. Come produttore, DJ Rocca, è anche parte dei progetti Ajello (assieme a Taver), Supersonic Lovers (con Marcello Giordani) e Crimea X (con Jukka Reverberi). Nel 2010, con il progetto DJ Rocca and 5th Suite, ha scalato le classifiche brasiliane con la sua hit “Party Bobba”. Le sue esibizioni lo hanno portato dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Cina al Brasile, come in molti paesi d’Europa e Turchia.