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  • “Kiss Kiss”: il debutto che lega due vite e due continenti

    Era il 2017 quando, a Lagos – la città più popolosa della Nigeria – una giovane donna scrisse poche frasi su un foglio. Le ripeté più volte, come a voler fissare un pensiero nella testa, e le chiuse in un cassetto. Sette anni dopo, per puro caso, quelle righe attraversarono un continente e arrivarono nelle mani di Massimo Zoara, noto produttore italiano e fondatore dei B-nario, che leggendole ne rimase colpito e scoprì con sorpresa di essere amico della persona a cui quelle parole erano dedicate. Da quell’intreccio di coincidenze è nato “Kiss Kiss”, brano con cui la cantautrice nigeriana CnttY porta sul pentagramma un legame che attraversa tempo e confini, unendo due Paesi e due momenti di vita.

    CnttY, al secolo Osamwonyi Cynthia, è nata a Lagos e cresciuta a Benin City, in una famiglia proveniente da due stati nigeriani: madre originaria di Benin City, padre dello Stato del Delta. La musica è entrata presto nella sua vita: a 5 anni cantava e ballava, a 12 era già parte del coro cattolico della Santissima Trinità. È in questo contesto che ha sviluppato una connessione istintiva con il canto, vissuto come un linguaggio naturale. Nel 2017, in un momento personale delicato, scrisse quelle righe incentrate sul contatto fisico e sull’assenza di parole: “Kiss Kiss” ha preso vita così, da un pensiero semplice, quasi ingenuo, ma capace di trattenere in poche sillabe un’intera storia, fatta più di silenzi che di spiegazioni.

    L’incontro con Zoara ha trasformato quelle frasi in un brano compiuto. Forte di una carriera che lo ha visto fondare i B-nario e collaborare con alcuni tra i nomi più rilevanti della scena italiana, il produttore ha cucito su di esse un arrangiamento ad hoc, pensato per lasciare spazio alla voce e al ritmo interno delle parole, senza sovrastrutture.

    «La mia collaborazione con Zoara è iniziata in un momento molto significativo della mia vita – dichiara CnttY -. Nel 2017, sentii l’ispirazione di scrivere per racchiudere i miei sentimenti più profondi. Quel testo, intriso di emozioni e sincerità, è arrivato a Zoara nel 2024: lui era ed è amico della persona di cui mi ero innamorata, che oggi è mio marito. Quando ha ascoltato le mie parole, ne ha colto subito il potenziale e la sua reazione mi ha sorpreso, ma soprattutto mi ha incoraggiata a credere nel mio lavoro. Grazie alla sua fiducia e al suo supporto, ho trovato la motivazione per proseguire e trasformare quell’idea in un progetto concreto. L’incontro tra le nostre visioni artistiche ha creato un legame speciale, spingendomi ad aprirmi a nuove possibilità e portare la mia musica verso un pubblico più ampio.»

    Volutamente minimale, “Kiss Kiss” si sviluppa come un dialogo: la produzione gioca sull’alternanza tra presenza e sottrazione, sostenendo la voce di CnttY con interventi leggeri ma definiti. Il reiterarsi della parola “kiss” funziona come elemento ritmico, rendendo il testo un pattern che scandisce l’intera traccia, in un equilibrio calibrato, dove ogni suono è scelto per amplificare il senso di attesa e di intimità. Il risultato è un pezzo che conserva la spontaneità del testo originale, trasformandola in un racconto unico, personale, ma al contempo capace di fare da collante tra due mondi apparentemente lontani.

    “Kiss Kiss” si regge sulla ripetizione come scelta stilistica, non come mancanza di contenuto. Ogni “kiss” è percussione, accento, battito. La struttura si sviluppa per stratificazione sottile, aggiungendo piccoli elementi sonori che aprono e richiudono l’atmosfera. La comunicazione avviene più attraverso il contatto che affidandosi alle parole, facendo sì che sia il linguaggio non verbale il vero nucleo del brano.

    L’alternarsi di scene quotidiane – il ritorno a casa, la notte a letto – e i gesti fisici che sostituiscono il dialogo trovano nella lingua inglese un alleato naturale. La scelta di scrivere “Kiss Kiss” in inglese risponde alla volontà di mantenere un respiro internazionale, superando i confini linguistici e intercettando pubblici di culture diverse, sfruttando la lingua più utilizzata sulle piattaforme globali di streaming e nei mercati musicali cross-country.

    “Kiss Kiss” è, prima di tutto, il racconto di un viaggio: una canzone nata in Nigeria, conservata per anni, riemersa in Italia grazie a un legame personale inatteso. Una storia che dimostra come la musica possa attraversare tempo e spazio trasformando un frammento privato in una storia da condividere.

    Accompagnato dal videoclip ufficiale girato al Torsellini Vetro di Gavirate (VA) sotto l’attenta direzione di Fabio Bastianello, “Kiss Kiss” porta con sé non solo la voce di CnttY, ma anche la fotografia di un incontro capace di dare nuova vita al passato.

    Il video, presentato in anteprima nazionale su Sky TG24, si arricchisce della presenza di un cast eterogeneo, pensato per tradurre in immagini la dimensione internazionale del brano. Franklin Santana, noto modello e attore venezuelano, porta sul set la fisicità e l’attitudine delle culture metropolitane; accanto a lui, il phonetics coach Steve Dapper – figura di riferimento nel training linguistico per performer – ha contribuito a mantenere intatta l’autenticità del cantato in inglese. La parte coreografica si affida alla viralità di Indira Giudice, ballerina e creator di TikTok che trasforma i movimenti in linguaggio pop contemporaneo. Completano il mosaico Federico Ascanio Vaccani, giovane trapper in ascesa, la performer Sabrina Rissone, interprete della “sexy woman”, ed Enrico Suarez, che con il suo carisma da “macho man” offre al video un contrappunto sensuale e teatrale.

    Il risultato è un racconto corale che amplifica la natura ibrida di “Kiss Kiss”, mescolando intimità e spettacolo, vita privata e rappresentazione scenica.

    In un momento in cui la scena afrobeats e le sonorità nate in Africa stanno conquistando le classifiche mondiali, “Kiss Kiss” – con la produzione esecutiva di Luigi Carano e Massimiliano Angarella – porta nel flusso globale una prospettiva personale, nata da un episodio privato e arrivata fino a qui senza forzature. È la prova che, anche nell’era della saturazione musicale, certe canzoni trovano la loro strada semplicemente perché hanno qualcosa di vero da raccontare.