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  • Burn-out emotivo e abitudine sentimentale: “MOMENTO” di KAWAKAMI è la canzone che parla a tutta una generazione

    Ciò che non uccide fortifica. Quante volte ci si trova accanto a qualcuno senza sapere più se ci stia davvero guardando? È da questa domanda che nasce “MOMENTO”, il nuovo singolo di KAWAKAMI, disponibile su tutte le piattaforme digitali per Keyrecords/KMusic con distribuzione ADA Music Italy. Dopo l’ibridazione culturale di “Gitana”, l’artista milanese classe 1999 torna con una traccia intima ma lucida, in bilico tra malinconia e resistenza, che racconta cosa accade quando il sentimento si ritrova imbrigliato nella routine, e l’amore non basta più a coprire le crepe del quotidiano.

    Un brano che mette a fuoco l’esatto momento in cui si smette di essere certi e si comincia a cercare conferme. Quell’istante in cui le parole si fanno preghiera, la consuetudine diventa abitudine e l’unico appiglio resta chiedere: «Per un momento, chiedimi che cosa penso».

    Una domanda che non riceve risposta, uno sguardo che sfugge e parole trattenute troppo a lungo. E in amore, così come nella vita, c’è chi resta e chi si allontana, anche stando nella stessa stanza. Ed è così che alla fine, quella voce che prima confortava, ora confonde: «Lasciami stare, perdo il respiro, voglio sbagliare, sono sola per un po’».

    In un’epoca in cui il tempo sembra sfuggire dalle nostre mani e le relazioni soffrono la pressione di questa velocità, “MOMENTO” diventa parte di un discorso urgente: secondo l’Istat, quasi un terzo delle giovani coppie italiane si separa entro i primi 5 anni di relazione, e il 68% cita come causa principale “l’incapacità di comunicare e condividere”. In questo senso, il brano assume i tratti di un racconto generazionale, collettivo, in cui il disincanto affettivo si intreccia con l’incapacità diffusa di stare davvero dentro il presente emotivo di sé e dell’altro.

    “MOMENTO” intercetta il punto in cui ci si sente più soli: non quando l’amore finisce, ma quando comincia a trasformarsi in qualcosa che non riconosciamo più. Secondo un’indagine condotta dall’Università Cattolica di Milano, oltre il 70% dei giovani adulti italiani dichiara di avere difficoltà nel parlare apertamente con il partner dei propri bisogni affettivi. In questo contesto, il silenzio non è più solo una pausa, ma una voragine. KAWAKAMI restituisce questa frattura senza alcuna sovrastruttura, scegliendo la nudità del dubbio come forma narrativa. E proprio perché non forza un significato e non offre facili soluzioni, il pezzo lascia spazio a quel margine sottile in cui si smette di comprendere l’altro, ma non si ha ancora il coraggio di ammetterlo. È lì che “Momento” si ferma: in quel punto cieco dove le cose cambiano senza che nessuno riesca a dirlo ad alta voce.

    «Scrivere “MOMENTO” è stato come fermare un fotogramma di qualcosa che stava per sfuggirmi – racconta l’artista -. Avevo bisogno di capire se quella persona mi vedeva ancora per davvero, o solo per abitudine. È difficile restare, ma è ancora più difficile sentirsi dimenticati mentre si è presenti.»

    La produzione, firmata da Luigi “CALMO” Ferrara e Luca Notaro, veste il brano di un abito essenziale e caldo: un’anima R&B attraversata da scale blues, su cui la voce di KAWAKAMI si muove con misura e consapevolezza. Tra radici urban, venature soul e aperture melodiche che sfuggono alle etichette, frammenti quotidiani si intrecciano a pensieri quasi sussurrati che sembrano una confessione. Perno del progetto resta la direzione artistica di Kaizèn, capace di accompagnare l’artista in un’alternanza di pieni e vuoti, prendendo per mano l’ascoltatore e guidandolo in uno spazio disarmato, non protetto ma sicuro e privo di giudizio, dove anche il non detto ha un peso.

    In questo equilibrio sottile tra presenza e assenza, tra parole dette e trattenute, si coglie e si fa sempre più evidente una scelta precisa: il tono. La decisione di mantenere una scrittura sobria ma diretta, anche nei versi più netti, è una delle cifre distintive di “MOMENTO”. KAWAKAMI attraversa il disorientamento con parole semplici, mai gridate, ma che restano addosso: «Stessa bocca con lo sguardo perso, mi cerchi ancora ma… siamo tutte prese male». Una frase che descrive non solo la crisi della coppia, ma una generazione che fatica a comunicare davvero, risucchiata da automatismi, burn-out affettivi e una quotidianità che spesso spegne il desiderio prima ancora di dichiararne la fine.

    «”MOMENTO” non è un addio – conclude la cantautrice milanese -. È il tentativo di capire se esiste ancora un punto d’incontro prima che tutto svanisca. È quel minuto di silenzio tra due persone che si sono amate, in cui si decide tutto.»

    Con un tono maturo, mai retorico, “MOMENTO” mostra un lato più vulnerabile e riflessivo dell’artista, già protagonista con “Gitana”, “Altrove” e “Fiori di Carta“, brani che le hanno permesso di conquistare playlist editoriali di spicco come “Scuola Indie” e “Anima R&B”. Il suo stile unico e fortemente riconoscibile, minimalista nelle immagini ma intenso nel significato, riesce a raccontare incrinature, fragilità e distanze affettive senza costruzioni.

    Con “MOMENTO”, KAWAKAMI ci guida in uno spazio silenzioso e necessario, in cui ci si può permettere di vacillare senza sentirsi sbagliati. Un invito a fermarsi, sedersi uno accanto all’altro, e ricominciare a chiedersi a vicenda cosa si prova. Perché a volte, basta un solo momento per cambiare tutto.

  • Un tram tra sogni e realtà: il viaggio di KAWAKAMI in “Gitana”

    Gitana” (KeyRecords/Kmusic/ADA Music Italy) è il nuovo singolo di KAWAKAMI, l’artista milanese classe 1999 che, con la sua anima eclettica e il suo talento fluido, ci trascina in un’avventura musicale carica di suggestioni ritmiche e culturali. Il brano, disponibile su tutte le piattaforme digitali, è un omaggio alla libertà dell’artista e alla sua incessante ricerca di nuove tappe, luoghi e identità.

    Prodotto da KAIZÈN, “Gitana” unisce sonorità ancestrali e contemporanee, guidando l’ascoltatore tra le colorate vie dei mercati profumati d’Oriente e i portici calienti di Siviglia. Con un mix di lingue e culture, il pezzo celebra l’essenza nomade di KAWAKAMI, come lei stessa racconta:

    «Sono una “hija de la calle”, una figlia della strada. La mia musica nasce dal movimento, dal coraggio di lasciare alle spalle la staticità per inseguire una voce che non smette mai di chiamarmi.»

    Il testo alterna immagini forti e intime, come «Sono partita sopra a un tram, la vivi loca la vida… qua sempre il solito tran tran» e versi che tratteggiano la tensione tra fuga e libertà – «Corri ma via di qua, la musica, la celebrità» -. Liriche che trasmettono un dinamismo continuo, dipingendo un’avventura carica di energia e trasformazione, elemento centrale del progetto.

    Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale diretto da Gianmarco Oragano, che offre una narrazione visiva in grado di intensificare e rafforzare il messaggio di “Gitana.” Girato tra atmosfere esotiche e urbane, il video, in uscita lunedì 27 gennaio, vede la partecipazione di attori come Camilla Trotta e Valentina D’Amato, mentre la sceneggiatura, firmata da Antea Zavaglio e Camilla Conte, è incentrata sui contrasti tra tradizione e modernità, richiamando l’idea di un viaggio che è tanto fisico quanto interiore.

    Quella di KAWAKAMI è la voce di un’artista che si reinventa: già nota per i singoli “Altrove” e “Fiori di Carta,” brani che le hanno permesso di conquistare playlist editoriali di spicco come “Scuola Indie” e “Anima R&B,” continua ad evolversi con “Gitana”, una traccia che abbraccia la contaminazione culturale come elemento distintivo della sua musica. La scelta di mescolare lingue diverse, dall’italiano allo spagnolo, sottolinea la poliedricità dell’artista e il suo desiderio di abbattere confini, non solo geografici, ma anche musicali.

    «”Gitana” – conclude KAWAKAMI – è il mio manifesto di libertà: non importa quante volte mi perdo, c’è sempre una voce che mi riporta sulla mia strada.»

    Con “Gitana”, KAWAKAMI ci apre le porte del suo mondo nomade, invitandoci a salire sul suo tram, quello che corre tra sogni e realtà, senza una meta definita ma con la certezza che ogni tappa sarà un’esperienza indimenticabile. Perché essere “Gitana” non è solo un modo di vivere, è un modo di essere: liberi, inarrestabili, e sempre pronti a riscrivere la propria storia.

    Camilla Conte BIOGRAFIA