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Royal Summer Stage: tre appuntamenti con l’Orchestra Canova, da Pergolesi a Mozart, alla Reggia di Monza dal 19 al 21 settembre
Venerdì 19 e sabato 20 settembre la formazione diretta da Enrico Pagano, il soprano Barbara Massaro e il baritono Francesco Samuele Venuti porteranno in scena “La serva padrona”, operina buffa di Pergolesi, in un allestimento site specific ideato da Francesco Grossi. Il festival Royal Summer Stage si concluderà domenica 21 con il concerto intitolato “Mozart Top Ten”, una sorta di hit parade delle arie più famose tratte dai capolavori del grande compositore austriacoMONZA – Dopo il tango (con l’emozionante live di Antonella Ruggiero) e il jazz (con la partecipazione di artisti del calibro di Uri Caine, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso e Giovanni Falzone), la prima edizione del festival Royal Summer Stage, organizzato alla Reggia di Monza dall’associazione Musicamorfosi e dall’Orchestra Canova con il contributo del MiC (il progetto si è aggiudicato il bando per gli enti partecipati del Ministero della Cultura), il patrocinio del Comune di Monza e il sostegno di alcuni sponsor (Acinque, Banco Desio, Brianzacque e Venus MG), si apre alla musica classica con tre appuntamenti in programma da venerdì 19 a domenica 21 settembre, in collaborazione con il Festival del Parco di Monza e la rassegna Musique Royale.Si parte venerdì 19 (ore 18.30, ingresso 12-15 euro, prevendite on line su www.mailticket.it/evento/48683/la-serva-padrona ) con “La Serva Padrona”, operina buffa di Pergolesi in un’inedita messa in scena site specific. I protagonisti saranno l’Orchestra Canova diretta da Enrico Pagano, il soprano Barbara Massaro nei panni di Serpina, il baritono Francesco Samuele Venuti in quelli di Uberto, Filippo Lai (il servo muto Vespone) e Francesco Grossi (regia e mise en espace).Il pubblico sarà invitato a seguire i cantanti e i musicisti in un’esecuzione itinerante del capolavoro di Pergolesi, prima nei Giardini Reali e poi nel restaurato Teatro di Corte: una messa in scena “spazializzata” e pensata per vivere l’opera in modo immersivo, in prima persona, e non solo da semplici spettatori. Sabato 20 settembre si replica alle ore 18.Domenica 21 settembre, invece, per l’atto conclusivo del Royal Summer Stage, nei Giardini Reali della Reggia di Monza andrà in scena “Mozart Top Ten” (ore 17.30, ingresso libero), una sorta di hit parade senza tempo per orchestra e solisti di dieci grandi temi tratti da alcune delle più famose opere dell’immortale compositore austriaco, da “Le Nozze di Figaro” a “Così fan tutte”, da “Don Giovanni” a “Il flauto magico”. I protagonisti di questo concerto en plein air (gli spettatori si accomoderanno sul prato antistante la Villa Reale, si consiglia di portare con sé un cuscino o una stuoia) saranno i soprani Giulia Bolcato ed Elisa Balbo, il baritono Francesco Samuele Venuti e l’Orchestra Canova diretta da Enrico Pagano. In caso di maltempo, il concerto, con un programma riadattato, si terrà nel Salone da Ballo della Villa Reale alle ore 17.30 e alle 18.30 con prenotazione on line su www.eventbrite.it/e/biglietti-mozart-top-ten-caso-pioggia- .1688135702329 Afferma Enrico Pagano, il direttore dell’Orchestra Canova: «È un weekend all’insegna del Settecento quello che caratterizza la coda autunnale del festival Royal Summer Stage. Il 19 e il 20 settembre eseguiremo “La serva padrona” di Pergolesi con un team creativo (protagonisti, regista, direttore e orchestra) tutto under 35. Quindi dieci grandi capolavori mozartiani risuoneranno nel parco della Reggia, proprio come si faceva nel diciottesimo secolo in tutta Europa. Proporremo alcune delle più belle pagine del connubio artistico Mozart-Da Ponte, oltre alla celeberrima aria della Regina della Notte dal Flauto Magico. Vi aspettiamo».summer-stage e reggiadimonza.it -
“Danza macabra” il nuovo romanzo di Paola Grandis
Disponibile in libreria e nei principali store digitali “Danza macabra” (Pathos Edizioni) il nuovo romanzo di Paola Grandis, un giallo poliziesco che si sviluppa intorno a un caso di omicidio avvenuto nel Museo Lombroso di Torino.
“Come agente letterario, saluto con convinzione l’uscita di Danza macabra: un giallo poliziesco raffinato, sorretto da una penna forte, giusta, coerente. L’innesco narrativo — un omicidio al Museo Lombroso di Torino — è più di un pretesto: è un varco critico dove scienza e crimine, archivio e corpo, si scrutano senza sconti. L’indagine si muove con esattezza procedurale nel mondo dell’antiquariato librario, da Torino alla laguna veneta, e intreccia il presente con un passato in cui i grandi artisti illustravano i primi testi scientifici sfidando il dogma. La tensione del giallo non sacrifica mai l’umano. Eva Graneris, sotto l’apparente graniticità, scopre il gesto materno, amicale, sororale. È lì che il lettore «si scontra» e al tempo stesso si riconcilia, in un abbraccio di umanità che dà misura al dolore e senso alla ricerca della verità. Torino, con la sua doppia natura — città di bellezza e di ferite — è resa con precisione di luce e ombra, evitando il pittoresco e scegliendo la sostanza. Questo romanzo non rincorre l’effetto: lo governa. La scrittura è nitida; la costruzione, rigorosa; lo sguardo, etico. Danza macabra è un’opera che parla ai lettori esigenti e ricorda a tutti che il noir è un modo serio per interrogare il nostro tempo”, afferma Michela Paola Maria Tanfoglio, agente letterario.
Sinossi
Un giallo poliziesco che si sviluppa intorno a un caso di omicidio avvenuto nel Museo Lombroso di Torino. Il romanzo si propone di esplorare le dinamiche complesse di un’indagine poliziesca, intrecciando la vita personale della protagonista, Eva Graneris, con il mistero da risolvere. Le tematiche principali includono il confronto tra scienza e crimine, la complessità delle relazioni familiari e la ricerca della verità. Graneris e la sua squadra dovranno dare la caccia a un assassino indagando, nel mondo dell’antiquariato librario torinese e internazionale. L’azione prende l’avvio dal ritrovamento di un cadavere seppellito sotto a un cumulo di scheletri disarticolati, in una delle sale del Museo.
Biografia
Paola Grandis, nata a Torino e da qualche anno vive in una cittadina di origine medievale ai piedi delle Alpi Graie. Ha insegnato Lettere nel triennio delle superiori. Da sempre legge e scrive ed è appassionata di Storia, thriller e polizieschi. Nel tempo libero (poco) passeggia ogni volta che può con il suo cagnolino, gioca e legge con i nipoti, cucina (poco) vegetariano e coltiva un orto.
Sul suo sito www.paolagrandis.it e sui suoi social, commenta i libri che le sono piaciuti.
In passato ha pubblicato il romanzo “Displaced Europe” nato dopo diversi viaggi insieme ai suoi allievi nella Bosnia- Erzegovina post-bellica.
“Danza Macabra” è il primo poliziesco di una serie che ci fa incontrare la commissaria Graneris e la sua squadra.
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“6 di agosto” è il nuovo singolo di Piuma
Da venerdì 19 settembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “6 DI AGOSTO”, il nuovo singolo di PIUMA già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre.
“6 di agosto” è un brano indie pop che unisce ironia e nostalgia, luce e buio, poesia e quotidianità. Nel testo si rincorrono immagini vivide e sorprendenti: il reflusso che passa con un pensiero, il Ferragosto senza ventilatore, l’amore che si trasforma in “odio sportivo”. Il titolo richiama una data dal sapore ambivalente, capace di evocare tanto un ricordo personale quanto una ricorrenza storica, mentre le liriche raccontano di come persino la perdita e la resa possano assumere un valore positivo: un modo per liberarsi, accettare e andare avanti. Con sonorità che richiamano la nuova scena indie pop italiana, “6 di agosto” si presenta come una canzone da ascoltare in cuffia camminando di notte, in macchina con i finestrini abbassati o semplicemente quando si ha bisogno di ricordarsi che anche dalle sconfitte possono nascere stelle.
Spiega l’artista a proposito del brano: «Con “6 di agosto” ho voluto raccontare una cosa che spesso dimentichiamo: perdere è importante. Forse, a volte, è persino più utile che vincere. Scrivendo questo brano mi sono accorto che nelle sconfitte c’è una forma di verità, di leggerezza, quasi di liberazione. In studio abbiamo cercato di mantenere questo equilibrio, trasformando immagini quotidiane e ironiche in qualcosa di più profondo. Per me questa canzone rappresenta bene il senso del mio progetto: accettare le cadute, valorizzarle e farne materia di racconto, uno sprono ad andare avanti senza mai perdere la leggerezza. Ogni caduta insegna una lezione che la vittoria non saprebbe dare.»
Il visual lyrics di “6 di agosto” è stato realizzato da Daniele Iannini all’interno del Parco degli Acquedotti, a Roma. Il materiale è stato poi rielaborato e integrato con altre clip, dando vita alla versione completa del video.
Guarda qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=Plv3JZOEBBU
Biografia
Piuma (alias Enrico Costa) è un cantautore originario di Caserta che sta conquistando la scena musicale italiana e internazionale. Con il suo primo inedito, vincitore di numerosi concorsi nazionali, ha raggiunto risultati straordinari, scalando le classifiche di una prestigiosa radio olandese.
Nel 2023, Piuma si è aggiudicato i premi “Nota d’Oro” e “Vota la Voce”, consolidando la sua reputazione artistica. Ha collaborato con Starchild, produttore multiplatino noto per successi come Italo Disco dei The Kolors e Femme Fatale, e con Blindato (Alessandro Amazzini, concorrente di X Factor).
Nel maggio e giugno 2024, Piuma ha debuttato con i suoi primi singoli “Regno senza Amore” e “Fossile”, con quest’ultimo che ha rapidamente raggiunto i vertici delle classifiche radio indie. La sua presenza sui social è in costante crescita, grazie alla sua musica originale e alle numerose cover che attirano anche l’apprezzamento degli autori originali.
Tra le sue esperienze live più significative, Piuma ha cantato in apertura ai concerti di Big Mama, Ditonellapiaga e Ciccio Merolla a Salerno, oltre ad aver aperto un evento di Annalisa Minetti. Recentemente, è stato tra i vincitori del concorso “La Bella e la Voce 2024”, che gli ha garantito la partecipazione a “Sanremo Unlimited”, una prestigiosa vetrina musicale patrocinata da Casa Sanremo durante la settimana del Festival tenutosi nel Febbraio 2025.
Il suo singolo “Fossile” ha raggiunto il primo posto nella classifica Euro Indie, consacrandolo come una delle voci emergenti più promettenti della scena
musicale. Successo che ripete su spotify con il rilascio di nuovi singoli: Regno senza amore e Festa in particolare quest’ultimo apprezzato molto su TikTok.
Attualmente impegnato nell’uscita del suo nuovo singolo “6 di Agosto “ scritto e prodotto con Marco Canigiula già Producer di successo che ha collaborato anche con Annalisa e Alfa.
Lavora da diversi anni al suo progetto artistico, formandosi con diversi maestri, tra cui Bruno Illiano, Luca Jurman e Matteo Becucci. La sua passione per la musica nasce fin da bambino: è stato il padre, cantautore a sua volta, a trasmettergli l’amore per le canzoni e per la scrittura.
Le sue influenze spaziano da icone della musica italiana come Lucio Battisti e Lucio Dalla, fino a sonorità più moderne che guardano a The Weeknd, Marco Mengoni e molti altri.
Il suo progetto artistico, proprio come una piuma, vuole raccontare con leggerezza temi profondi e universali: storie che fanno riflettere, ma che arrivano con delicatezza, sincerità e intensità emotiva.
“6 di agosto” è il nuovo singolo di Piuma disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 19 settembre.
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Concerti, laboratori musicali e serenate a domicilio: dal 18 settembre riparte il festival “Milano la città che sale” nel Municipio 3 (ma non solo)
MILANO – Dopo un breve periodo di pausa, ripartono gli appuntamenti del festival Milano la città che sale, inserito nel cartellone di eventi del palinsesto Milano è Viva nei Quartieri, il progetto finanziato dal Ministero della Cultura e attuato e coordinato dal Comune di Milano con l’obiettivo di valorizzare e alimentare il tessuto sociale e culturale dei quartieri, in particolare delle periferie, attraverso il teatro, la musica, la danza, il circo e le arti performative. Organizzata dall’associazione culturale Musicamorfosi e ideata dal direttore artistico Saul Beretta, la rassegna è in programma fino a fine ottobre con concerti, laboratori musicali e iniziative speciali – tutti a ingresso libero – che animeranno, in particolare, il Municipio 3 (ma non solo).
Cinque gli appuntamenti previsti nel mese di settembre. Si parte giovedì 18 con le Serenate metropolitane a cura dell’Orchestra Canova diretta da Enrico Pagano (in collaborazione con Radio Popolare): nei cortili delle case popolari di piazzale Dateo 5 (alle ore 17.30) e viale Lombardia 65 (ore 18.30), sotto le finestre e i balconi dei palazzi gestiti da MM, gli orchestrali daranno vita a dei miniconcerti in cui celebri brani classici si alterneranno a note canzoni della tradizione italiana. Non solo: in serata (alle ore 19.30 e alle 20.30), in alcuni condomini del Municipio 3 i musicisti della Canova si cimenteranno con le Serenate metropolitane. Per prenotare i “live a domicilio” è necessario telefonare a Radio Popolare nel corso della trasmissione Vieni con me (tel. 0233001001) o scrivere una mail a vieniconme@radiopopolare.it, fino a esaurimento della disponibilità.
Sempre giovedì 18 settembre, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospiterà (alle ore 21.30) il concerto del Baraccone Express, band valtellinese il cui suono ipnotico è a metà strada tra quello di un pianoforte, di un clavicembalo e di una chitarra. Molteplici i percorsi battuti dal quartetto formato da Paolo Xeres (cymbalom), Luca Radaelli (clarinetto, sax contralto, voce), Edoardo Tomaselli (tromba, flicorno soprano, voce) e Stefano Malugani (contrabbasso): spiccano, in particolare, i richiami al mondo delle colonne sonore (da Nino Rota agli Spaghetti Western), le incursioni nella musica gitana, gli echi dell’Old Time Jazz e le composizioni originali di Paolo Xeres.
Domenica 21 settembre (ore 14, prenotazioni on line su www.eventbrite.it/e/biglietti-
piantala-con-quei-bonghi- ), nel cortile del Teatro Martinitt di via Pitteri 58 si svolgerà il laboratorio musicale Piantala con quei bonghi, a cura del percussionista Tetè Da Silveira, originario del Togo: i partecipanti (il workshop è aperto a tutti) impareranno a familiarizzare con un ricco armamentario a base di djembè, maracas e mille altri piccoli strumenti a percussione per scatenare voci, mani e gambe in un rito collettivo catartico e liberatorio. Piantala con quei bonghi è un percorso di integrazione culturale realizzato attraverso la forza del ritmo primordiale e del suono dei tamburi della Madre Africa.1682177531279 Sabato 27 settembre, gli spazi di CasciNet-Cascina Sant’Ambrogio, in via Cavriana 38 (quartiere Ortica), ospiteranno il concerto del trio jazz guidato da Simon Spiess (inizio live ore 21.30). Sassofonista e compositore svizzero noto per il suono caldo, soul e trascendente dei suoi strumenti (sax alto e tenore, clarinetto basso e flauto), Simon Spiess è un musicista prolifico, che negli ultimi 12 anni ha pubblicato 15 dischi, esibendosi in tutta Europa, in Asia, in Africa e negli Stati Uniti. Uno dei suoi lavori più recenti è Euphorbia, progetto realizzato con il trio Quiet Tree, completato da Marc Méan (pianoforte & synth) e Jonas Ruther (batteria, percussioni) e con il ruolo fondamentale del produttore Dan Nicholls: l’album si caratterizza per un’alternanza di suoni morbidi, brani ipnotici, atmosfere sognanti e riflessive, echi orientaleggianti ma anche per il ricorso a campionamenti, effetti elettronici e molto altro. Il risultato? Un convincente avant jazz speziato di fibrillante psichedelia post-rock.
Infine, per l’ultimo appuntamento del mese di Milano la città che sale, ci si sposterà alla Casa Museo Spazio Tadini di via Jommelli 24, ex tipografia storica della città oggi sede dell’archivio del pittore e scrittore Emilio Tadini, con spazi dedicati all’arte e alla fotografia: il trio formato da Anaïs Drago (violino), Valentina Scheldhofen Ciardelli (contrabbasso) e Riccardo Angelo Strano (controtenore) darà vita al concerto (ore 21) intitolato Shake Your Duty, tributo all’irriverenza nella musica, in cui non ci si accontenta più delle regole, ma si guarda sempre oltre, deviando dalla norma, nella visione più profonda e cruda della vita e dell’arte di Frank Zappa. Non a caso, il repertorio è quasi interamente dedicato al dissacrante compositore americano, che ha fatto dell’irriverenza la sua cifra stilistica, ma include anche brani di epoca barocca e classica e composizioni originali di Ciardelli e Drago. In questo progetto, il trio si prende beffe degli orpelli del mondo accademico e più in generale della “musica seria”, offrendo un punto di vista differente, in cui tecniche, stili e armonie diverse possono coesistere e arricchirsi vicendevolmente. Gli ascoltatori più appassionati del progressive rock e della musica colta contemporanea non rimarranno delusi, così come gli amanti della classica più avvezzi alle sonorità rotonde di Wolfgang Amadeus Mozart o Alessandro Scarlatti. Prima del concerto (alle ore 20) è in programma una visita straordinaria allo Spazio Tadini (prenotazione consigliata on line qui: https://www.eventbrite.it/e/
biglietti-concerto-al-museo- ).1682325263149 -
Un Paese senza riferimenti culturali: DannyZ canta ciò che manca
«Con tutto il male che Dio m’ha portato, l’ho trasformato ma senza peccato». Una frase che da sola basta a definire il tono di “Occhi Chiusi”, il nuovo singolo di DannyZ: un brano che sceglie il rap non per ostentare, ma per affrontare le contraddizioni di chi cresce senza certezze, in un Paese in cui i giovani hanno perso i riferimenti tradizionali e cercano nuove forme di significato, nuove parole per definirsi.
In un’Italia di riferimenti culturali e sociali che per i più giovani sembrano sgretolarsi — famiglia, religione, lavoro — il rap si conferma una delle poche forme espressive capaci di tenere il passo. Secondo recenti dati ISTAT (2022) – meno del 19% della popolazione italiana frequenta regolarmente luoghi di culto; tra adolescenti e ventenni la quota scende intorno al 12%. Ma la ricerca di spiritualità e significato, non scompare: si sposta altrove. Nei social, nell’arte, nella musica. E il rap, che secondo FIMI resta, insieme al pop, il genere più ascoltato in Italia, diventa sempre più spesso un luogo di introspezione. Dove si scrive per raccontarsi e si racconta per non sparire. E si ascolta, per sentirsi capiti. Da questo quadro si evince quanto il genere stia sempre più prendendo piede non solo come forma di intrattenimento, ma come linguaggio identitario e culturale di una generazione che cerca voce, spazio e legittimazione.
E proprio in risposta a questo bisogno di nuovi linguaggi — dalla scuola alla politica, fino alla TV — il rap, soprattutto la sua vena malinconica e riflessiva, sta vivendo un’evoluzione significativa, tornando a farsi spazio come strumento di racconto e consapevolezza. Non è una funzione nuova: il rap nasce da lì, da una scrittura che prende parola dove le istituzioni tacciono. Ma oggi, con il venir meno dei canali di ascolto tradizionali, quella funzione si radicalizza. Il risultato è una narrazione che non cerca di piacere ad ogni costo, ma la verità; che non parla per una generazione, ma dentro una generazione. Una scrittura che assorbe frustrazioni, rabbia, disillusione, solitudine — e le rimette in circolo sotto forma di racconto. A volte crudo, spesso più vero del previsto.
Non è un caso che molti critici abbiano accostato il rap contemporaneo alla scrittura diaristica: un registro che parte dall’intimità per farsi specchio sociale. Da Pavese ai rapper di oggi, la spinta resta la stessa: annotare frustrazioni, desideri e paure non per sé, ma perché diventino riconoscibili da altri.
Per chi non ha strumenti, reti, possibilità concrete, il rap resta uno degli ultimi spazi di espressione possibile. Una forma di cultura, una narrazione alternativa, che non ha bisogno di mediazioni, esiste anche fuori dai canali ufficiali e si prende lo spazio che non le viene dato.
DannyZ lo ha scelto — o forse è il rap che ha scelto lui — proprio per questo: perché non aveva altri modi per raccontarsi, per farsi ascoltare. “Occhi Chiusi” è anche questo: il tentativo di rendere un’esperienza personale qualcosa che altri possano riconoscere come propria, pur non essendola. Qualcosa che trovi eco fuori da sé, che si apra, senza diluirsi. Non per rappresentare tutti, ma per dire “ci sono anch’io”.Ferite personali e parole che cercano una forma di pace. Con “Occhi Chiusi”, l’artista romano porta questo bisogno di senso al centro. «Ho fame vera, non solo di cash», scrive, contrapponendosi al mainstream dell’ostentazione. E ancora: «Parlano troppo ma non sanno niente, di chi scrive con i nodi in pancia, di chi punta tutto senza garanzia, per un posto dentro la discografia». Un passaggio che condensa il senso di precarietà, il bisogno di riconoscimento, la fatica di provarci davvero. Una generazione che non ha certezze, ma continua a bussare per un posto, una voce, una chance.
Sempre più studi accademici e saggi, inoltre, parlano di rap come di una nuova forma di espressione spirituale: non nel senso religioso del termine, ma di linguaggio in grado di raccogliere il bisogno di senso e trasformarlo in qualcosa che parli a tanti, anche quando nasce da uno. Un legame, un riconoscimento reciproco. “Occhi Chiusi” si colloca esattamente in questo filone. Non c’è esibizione, millanteria, né compiacimento: c’è la fede laica di chi ha attraversato il buio senza spegnersi («Ho visto il buio senza spegnermi, ho stretto i denti per difendermi») e ha trasformato le cicatrici in qualcosa che somiglia a una medaglia. DannyZ non è interessato al flex, ma al rispetto. La sua non è una ricerca di flash o gloria effimera, ma di parole che possano rappresentare chi le ascolta.
Il brano conferma la crescita di un sound maturo e curato, con una produzione che guarda alle atmosfere dell’urban francese (PNL, Lomepal, Dinos) e alla scrittura introspettiva di artisti come slowthai o loyal karner. Una linea sonora che si muove in sintonia con la tendenza globale delle playlist sad rap e melancholy rap, cresciute del 30% negli ultimi due anni su Spotify. “Occhi Chiusi” si ascolta per quello che dice, ma anche per la sua densità sonora, che lo posiziona tra le proposte di maggior spessore della nuova scena urban italiana.
«”Occhi Chiusi” parla della mia corsa verso i sogni, anche quando intorno c’è solo confusione e incertezza. Racconto i momenti di buio, le delusioni e le volte in cui mi sono sentito perso, ma anche la forza che ho trovato per rialzarmi. Voglio che chi mi ascolta si senta meno solo, e capisca che anche nelle notti più dure c’è sempre un modo per andare avanti.» – DannyZ
Già definito dai media come “il rapper che ha imparato a camminare due volte”, DannyZ oggi porta la sua storia oltre l’etichetta. Non è più solo il ragazzo che ha superato la disabilità: è una voce credibile della scena italiana, che trasforma la fatica in parole e il dolore in suono.
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Da venerdì 19 settembre 2025, disponibile il nuovo disco “Kind Of…” solo ed esclusivamente in copia fisica. Da lunedì 1° settembre, in Pre-Order, l’album acquistabile con le copie autografate da Antonio Faraò
Consegnato alle stampe dall’etichetta indipendente Notes Around Ag, distribuito da Azzurra Music in Pre-Order già da lunedì 1° settembre con l’autografo dell’autore, e in uscita soltanto in copia fisica da venerdì 19 settembre, Kind Of… è il nuovo e primo disco in “Piano Solo” del pianista e compositore Antonio Faraò, vera e propria istituzione del pianoforte jazz italiano nel mondo.
La tracklist di Kind Of… consta di dodici brani, di cui otto originali scaturiti dalla fervida creatività compositiva di Faraò, mentre There Will Never Be Another You (Harry Warren), O Que Será (Chico Buarque de Hollanda), Round Midnight (Thelonious Monk) e I Didn’t Know What Time It Was (Richard Rodgers) sono quattro pietre miliari (ri)lette dal pianista attraverso i suoi brillanti arrangiamenti. In questo CD, Antonio Faraò dà prova non solo del suo proverbiale pianismo che lo ha reso celebre in tutto il mondo, intriso di straripante energia comunicativa, sbalorditiva padronanza strumentale, notevole inventiva armonica e vulcanicità ritmica. Ma si esprime anche con toccante cantabilità, profondo senso melodico e un lirismo dall’alto senso estetico, facendo quindi emergere anche la sua anima soulful, il suo lato romantico.
L’autore di Kind Of… spiega così la genesi di questa sua nuova opera discografica: «Sono davvero felice di condividere con voi il mio primo album in “Piano Solo”. Dopo oltre quarantacinque anni di musica e di vita sul palcoscenico, è naturale chiedersi «perché proprio ora?» «Perché aspettare così tanto?» È un traguardo importante, ma anche una sfida profonda e personale per ogni pianista. Come alcuni dei miei progetti, anche questo è rimasto chiuso nel cassetto. Non ho mai sentito l’urgenza di realizzarlo. Desideravo maturarlo con un certo spessore. Ora è arrivato il momento giusto. Non mi resta che augurarvi un buon ascolto, con la speranza che queste note possano toccare i vostri animi».
Biografia
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Jazz e classica contemporanea: al via sabato 20 settembre con il quartetto di Claudio Fasoli la XXXI stagione dell’Atelier Musicale alla Camera del Lavoro di Milano
Tornano gli appuntamenti della rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio. Tra i musicisti coinvolti spiccano i nomi
di Mauro Ottolini, Giovanni Falzone, Tino Tracanna, Florian Arbenz, Alessandro Solbiati, Simone Pedroni, Natalia Benedetti e Guido ArbonelliMILANO – La XXXI edizione dell’Atelier Musicale, la rassegna di jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, scatterà sabato 20 settembre alla Camera del Lavoro di Milano e presenterà ancora una volta una varietà progettuale di grande interesse, nella quale le proposte non sono in linea con l’abituale programmazione concertistica sia nell’ambito jazzistico sia in quello eurocolto.
Molti dei concerti della nuova stagione, poi, sono in prima esecuzione (assoluta o milanese) ed evidenziano il senso di una filosofia propositiva che intende offrire al pubblico del capoluogo lombardo qualcosa che difficilmente potrebbe ascoltare altrove, in linea con l’idea che le vere operazioni culturali sono quelle che realizzano ciò che manca e non ripetono qualcosa di già esistente. Inoltre, la tanto apprezzata quanto rara formula della rassegna, che integra i concerti con dettagliati, ma agili, programmi di sala e brevi guide all’ascolto introduttive, contribuisce non solo all’educazione estetica del pubblico, ma forma una platea attenta, ricettiva e apprezzata enormemente da tutti i musicisti che, nell’arco dei decenni, si sono alternati sul palcoscenico dell’auditorium Di Vittorio. Anche l’orario pomeridiano delle 17.30 si è rivelato, nella sua applicazione più che trentennale, un modo di promuovere i concerti presso un pubblico non abituato alla frequentazione serale dei teatri e degli auditorium, svolgendo un ruolo socialmente utile e, generalmente, poco praticato.
Il programma della XXXI edizione si configura con la consueta e ampia articolazione progettuale, con performance che intrecciano il mondo jazzistico e quello eurocolto, come nel nel caso di Oscar Del Barba e Tino Tracanna, mentre altre evidenziano una concezione jazzistica prettamente europea, come l’apertura, sabato 20 settembre, con Claudio Fasoli, oppure presentano originali mix di mondi musicali, ben evidenti nei concerti di Mauro Ottolini e Giovanni Falzone, portatori di incroci con il rap, il funky e le musiche provenienti da vasti universi sonori. Non mancano poi i consueti e importanti omaggi, a partire da quello per il compianto Emilio Soana, scomparso lo scorso gennaio, che intorno a Enrico Intra riunisce grandi musicisti che hanno tante volte suonato con lui; quello a Miles Davis da parte di Marco Mariani, tra i primi a ricordare il centenario della nascita del grande artista africano americano, e, infine, il trombone summit, tributo a due trombonisti del valore di Jay Jay Johnson e dell’italiano Marcello Rosa.
Il jazz internazionale è rappresentato dal singolare trio svizzero-anglo-brasiliano del batterista Florian Arbenz, mentre la linea verde dal formidabile quartetto del sassofonista Lorenzo Simoni, che fonda le sue radici nel mondo di Ornette Coleman ma anche nel jazz contemporaneo più avanzato. Lo sguardo ai giovani, la loro valorizzazione, è da sempre un elemento centrale della rassegna ed è presente in quasi tutti i concerti, coerentemente a quanto fatto sin dalla prima edizione dell’Atelier.
L’originalità dei programmi investe anche il campo classico, con il progetto Pasolini di Alessandro Solbiati, il singolare recital di una nuova vedette del pianoforte quale Simone Pedroni, oltre alla ricognizione del sempre troppo poco eseguito mondo musicale statunitense da parte dell’Ensemble Garbarino. Completano il quadro lo sguardo ai giovani talenti come la violinista Jingzhi Zhang e il Trio Bedrich e il curioso incontro di due grandi virtuosi del clarinetto odierno quali Natalia Benedetti e Guido Arbonelli. Nel complesso, si tratta di una stagione in grado di far incontrare pubblici diversi, ma ugualmente animati dall’amore per la musica vista in tutte le sue declinazioni.
Superata la boa del trentennale, l’Atelier Musicale inizia la sua nuova stagione sabato 20 settembre (inizio live ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa) con l’esibizione di Claudio Fasoli, maestro assoluto di una visione europea e progettuale del jazz, artista dalla precisa linea compositiva e performativa, che è stato presente in diverse edizioni della rassegna, portando sempre un contributo di originalità e alta qualità espressiva. Stavolta torna con il Next Quartet, che dirige da più di quattro anni e con cui è già stato presente nella rassegna tre anni fa: è un gruppo costituito da musicisti che, com’è usuale nel mondo musicale di Fasoli, sono funzionali alla realizzazione dell’odierno pensiero artistico del leader. Si tratta di strumentisti di grande duttilità, a cominciare dal chitarrista Simone Massaron, in grado di sfruttare tutta la gamma timbrica del suo strumento e di utilizzare efficacemente l’elettronica, dimostrando altresì un’ampia padronanza linguistica che spazia lungo la storia del jazz e non solo. La stessa ricchezza di tratto la troviamo in Tito Mangialajo Rantzer che, come tutti i contrabbassisti con cui Fasoli ha suonato, riveste un ruolo centrale nella sua musica, muovendosi in molteplici direzioni. Infine, Stefano Grasso è un batterista capace di lavorare coloristicamente sul ritmo, inserendosi pienamente “dentro” la musica. Con loro Fasoli proporrà le sue composizioni, in cui emergono sia un magistrale uso dello spazio sonoro, sia la sinteticità dei temi, le cui cellule sono cesellate con estrema cura e creano paesaggi sonori originali e ben definiti. I brani scelti sono quasi tutti tratti dall’ultimo album del sassofonista, intitolato Hasard (registrato nel 2024 e pubblicato da Abeat Records). A questi si aggiungono un paio di temi scelti dai due precedenti cd del gruppo: Ambush e Next (quest’ultimo vincitore del referendum della critica italiana nel Top Jazz del 2021).
Personaggio che fa parte della storia e dell’attualità del jazz europeo, Claudio Fasoli vanta una carriera cominciata con la partecipazione al celebre gruppo jazz-rock Perigeo e proseguita come leader di molteplici formazioni e progetti in cui ha avuto al suo fianco grandi personalità del jazz nazionale e internazionale: da Franco D’Andrea a Enrico Rava, da Kenny Wheeler a J.F. Jenny-Clark, da Mick Goodrick ad Antonio Faraò, per citarne solo alcuni. Il concerto che apre, a Milano, la XXXI edizione dell’Atelier Musicale offre quindi la possibilità di ascoltare una formazione tra le più interessanti della scena jazzistica italiana ed europea.
ATELIER MUSICALE – XXXI stagione
Dal 20 settembre 2025 al 7 marzo 2026
Dove: Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
Inizio concerti: ore 17.30.
Ingresso: 10 euro con tessera ordinaria (5 euro) o di sostegno (10 euro).
Abbonamento stagionale: 80 euro.
On line: www.secondomaggio.org
Per informazioni: 3483591215; email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it
Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
Introduzione ai concerti a cura di Maurizio Franco.
Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio.
Presidente: Gianni Bombaci; vicepresidente: Enrico Intra.
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LIBER presenta “HO VISTO” Dal 12 settembre il singolo e videoclip di debutto del giovanissimo rapper
Ha solo 13 anni, ma già una voce forte e sorprendentemente lucida. “Ho visto”, il nuovo singolo di Liber – nome d’arte di Adrian Sirago, giovane rapper di Varese – è un brano che unisce scrittura istintiva e barre potenti, dando corpo ad un pensiero personale, urgente e profondo. In uscita il 12 settembre in radio e su tutte le piattaforme digitali insieme al videoclip, è un inno alla libertà e alla forza che può nascere anche dalle esperienze più dure della vita.
La canzone è il risultato di una tensione creativa alimentata da esperienze vissute e riflessioni intime. Il linguaggio è diretto, senza filtri, e la voce di Liber si fa portavoce di chi lotta ogni giorno per affermare la propria identità e rivendicare il diritto di essere sé stesso.
“Volevo cantare la libertà, raccontare il mio mondo. Questa canzone nasce da un’energia che non riuscivo più a tenere dentro” – spiega Liber – “Scriverla è stato come liberarmi da un peso, come trovare uno spazio per dire chi sono davvero, senza compromessi.”
Con sonorità urban e un’attitudine che affonda nel rap più personale, “Ho visto” è una dichiarazione d’intenti, un manifesto di indipendenza. È il primo passo di un percorso artistico che vuole parlare chiaro, senza scorciatoie.
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“Senza regole” è il nuovo singolo di Nicola Squillace
Dal 19 settembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “Senza regole”, il nuovo singolo di Nicola Squillace disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 1° agosto per Tyrus Records.
“Senza Regole” racconta un viaggio emotivo ed introspettivo dopo una separazione, dove il protagonista, immerso in un mondo confuso e senza direzione, cerca disperatamente di ritrovare se stesso attraverso il ricordo di quello che è stato. La musica diventa l’unica via d’uscita in questo percorso di ricerca e riflessione.
Il passato viene idealizzato, ma ormai è irrecuperabile. Il brano è un’introspezione malinconica che esplora i temi della perdita, della confusione e della ricerca di sé stessi.
Spiega l’artista a proposito della nuovo singolo: “Questo brano è il risultato di una sperimentazione intensa, con contaminazioni rock, rap e pop. È nato in modo spontaneo nella mia camera, sul mio letto, con la mia chitarra come unica compagna. Ho scritto ciò che mi usciva e ciò che provavo in quel momento, senza pensare troppo. Il giro di chitarra mi girava in testa già da un po’ di tempo, ma non riuscivo a trovare le parole giuste. Quel giorno, però, è uscita fuori ‘Senza Regole’ in modo naturale. Ogni brano che scrivo nasce dalle esperienze della mia vita, che lasciano un segno dentro di me. Cerco di raccontarle in modo efficace per poter arrivare a quante più persone possibili e condividere le mie emozioni con loro.”
Biografia
Nicola Squillace è un giovane artista calabrese di 18 anni, nato a Soverato il 06/06/2007 e residente a San Sostene Marina (Cz).
Nicola è uno studente del 4° anno del Liceo Scientifico Guarasci Calabretta di Soverato e studia chitarra classica dall’età di 6 anni. Ha iniziato a cantare all’età di 10 anni e si è iscritto al Conservatorio “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia, sezione chitarra classica.
Nicola ha già accumulato una notevole esperienza musicale, avendo partecipato a numerosi concorsi e festival importanti. Ha vinto il primo premio al festival “Piccoli talenti” all’età di 10 anni e ha fatto parte del gruppo musicale del liceo Guarasci-Calabretta a Soverato, i “DELIFT”. Ha partecipato a festival come “Una voce per lo Jonio” e “Ricordando De André”, e ha vinto premi importanti come il premio Castrocaro al Sicilia Vocal Festival ad Agrigento e il premio internazionale al festival “Je so pazzo” a Roma con l’inedito “Fino al sangue”.
Nicola ha anche avuto l’opportunità di esibirsi in eventi pubblici importanti, come la distruzione delle armi nella Cattedrale di Squillace, e ha aperto concerti per artisti come Angelo Famao, Simone Cristicchi e Amara, e i Tiromancino. Ha inoltre partecipato alle selezioni di Area Sanremo con l’inedito “SENZA REGOLE” e ha vinto il primo premio nella categoria Junior al Sanremo NewTalent 2023.
Ad agosto 2025 Nicola Squillace ha aperto i concerti di Valerio Scanu, Marco Carta e Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo Bertoli).
Nicola ha iniziato il suo percorso artistico all’età di 10 anni con i primi concorsi e ha capito che la musica fa parte della sua vita dopo aver partecipato a diversi concorsi nazionali e aver pubblicato i primi inediti. Non si preclude niente in termini di generi musicali, ascoltando di tutto per imparare e crescere artisticamente.
Frequenta il conservatorio di Vibo Valentia “Fausto Torrefranca” nella sezione chitarra classica e suona anche la chitarra acustica e quella elettrica, accompagnandosi con il pianoforte. Inoltre frequenta lezioni di canto.
Tra le sue canzoni più rappresentative ci sono “Fino al sangue”, “SENZA REGOLE” e “La gente dov’è”. Nicola ha un manager, Cristian Gallana, che lo segue assiduamente e con il quale sta costruendo un’identità musicale. Collabora anche con il cantautore Davide Morelli per la scrittura delle sue canzoni e con compositori e producer per la registrazione dei suoi singoli.
Il suo target musicale è un misto tra giovani e adulti, e nei testi delle sue canzoni cerca sempre di fare una ricerca interiore, scrivendo qualcosa in cui la gente possa rispecchiarsi.
“Senza regole” è il nuovo singolo di Nicola Squillace disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 1° agosto 2025 e in rotazione radiofonica dal 19 settembre.