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  • La Repubblica di San Marino è pronta ad ospitare Junior Eurovision Song Contest nel 2026

    Dopo l’accordo triennale tra San Marino RTV, Segreteria di Stato per il Turismo e Media Evolution per il San Marino Song Contest, la Repubblica del Titano si candida per ospitare il Junior Eurovision Song Contest nel 2026.

    Il Junior Eurovision Song Contest è un concorso internazionale annuale per giovani cantanti tra i 9 e i 14 anni, che organizza l’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) dal 2003.

    L’edizione 2025 si terrà all’Olympic Palace di Tbilisi in Georgia. Parteciperanno 18 Paesi tra cui Azerbaigian, Croazia e Montenegro che tornano dopo alcune assenze, Albania, Croazia, Macedonia del Nord, Polonia, San Marino.

    Sono ammessi brani scritti ed eseguiti prevalentemente nella lingua  del paese partecipante. La votazione è basata su una combinazione di voto della giuria e voto pubblico, con un peso del 50% ciascuno.

     

    Con una storia di 16 anni di partecipazione agli eventi “Eurovision” dell’EBU, San Marino è un esempio consolidato di rappresentanza dei piccoli paesi sulla scena internazionale. Oltre ai numerosi eventi sportivi e culturali internazionali organizzati nel paese, San Marino RTV è un’istituzione consolidata in grado di ospitare eventi di grande portata.

    San Marino è lieto di partecipare allo Junior Eurovision Song Contest, soprattutto per l’importante opportunità offerta ai giovani artisti di mostrare il proprio talento su un palcoscenico internazionale e per aver dato loro la possibilità di incontrare nuovi amici durante il loro percorso musicale.

    Sabato 13 dicembre 2025 la Repubblica di San Marino sarà rappresentata a Junior Eurovision Song Contest da Martina Crv, una giovane artista di 12 anni, che si terrà a Tbilisi, in Georgia. Martina Crv si esibirà con il brano “Beyond the stars”, che mette in risalto le sue doti di interprete e musicista.

     

     

    San Marino Rtv ha confermato la partecipazione al Junior Eurovision Song Contest 2025, puntando sul talento giovanile e sulla promozione della cultura sammarinese. La partecipazione di Martina Crv sarà un’importante vetrina per la Repubblica di San Marino, con l’augurio che la prossima edizione del JESC possa svolgersi proprio presso la Repubblica del Titano.

    “Ogni anno, essendo presente in un diverso paese ospitante in tutta Europa, San Marino è desideroso di vincere ed è pronto a ospitare una futura edizione dello Junior Eurovision Song Contest nel suo paese.

    Dai grandi teatri agli impianti sportivi, San Marino offre un’ampia gamma di opzioni in grado di ospitare un evento di questo tipo.

    Con i migliori auguri e buona fortuna alla nostra Martina CRV, che rappresenterà San Marino al JESC 2025, auguriamo una splendida avventura a tutti i bambini e ai colleghi che parteciperanno all’evento di Tbilisi. Che la musica e l’amicizia vincano.” commenta Ersin Parlak, consulente della Delegazione della Repubblica di San Marino

     

     

    È stato siglato un accordo triennale tra San Marino RTV, la Radiotelevisione della Repubblica di San Marino, la  Segreteria di Stato per il Turismo, Poste, Cooperazione ed Expo della Repubblica di San Marino e Media Evolution srl per la nuova edizione di “San Marino Song Contest”, il festival-contest che decreterà il rappresentante della Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest 2026 che si terrà in Austria.

    Il San Marino Song Contest presenta importanti novità per la sua nuova edizione, con due semifinali in diretta e una finale sempre in diretta, trasmesse su San Marino RTV. Il vincitore del concorso rappresenterà San Marino all’Eurovision Song Contest in Austria.

    Denny Montesi, amministratore unico di Media Evolution, è stato nominato Head of Delegation per l’Eurovision Song Contest. Sarà affiancato da Valentina Monetta, artista sammarinese che ha rappresentato San Marino all’Eurovision quattro volte, in veste di Ambassador. La coppia sarà responsabile di guidare la delegazione sammarinese all’Eurovision Song Contest e di promuovere il talento artistico della Repubblica di San Marino a livello internazionale.

    SAN MARINO SONG CONTEST
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    SEGRETERIA DI STATO PER IL TURISMO
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  • “Silenzio Assenzio” di Lara Serrano: la voce che nasce da ciò che non si dice

    Ci sono rapporti che ci svuotano mentre ci fanno sentire pieni. Sono quelli che restano addosso e si imprimono sottopelle anche quando finiscono; quelli che tornano nei pensieri, negli hotel, nelle città che li hanno visti nascere. È da lì che ha preso forma “Silenzio Assenzio”, il nuovo singolo di Lara Serrano, che dopo l’EP “Parole Sciolte”, pubblicato in primavera, sceglie di non ripartire, ma proseguire. Proseguire da quelle storie che non vanno dimenticate, ma guardate in faccia, finché non si capisce che lasciarle andare non è una sconfitta. È amor proprio.

    Con questo progetto, la cantautrice genovese classe 1998 intercetta un tema che la sociologia definisce “relazioni liquide”: legami che non si interrompono in maniera netta, ma si lasciano evaporare. È la stessa condizione descritta da Zygmunt Bauman, che parla di “società liquida”, dove i rapporti diventano precari come gli oggetti di uso comune, rispecchiando la logica del consumismo e un crescente desiderio di libertà individuale a scapito dell’impegno e della stabilità.

    In Italia, secondo i più recenti dati di Censis e Istat (2024), oltre la metà dei giovani adulti dichiara di aver interrotto una relazione senza un vero confronto: allontanamenti progressivi, silenzi che si dilatano fino a diventare assenza.  “Silenzio Assenzio” nasce dentro questo vuoto, causato dalle parole che non arrivano, ma mette a fuoco la capacità — e la necessità — di scegliere il silenzio non come via di fuga, ma come modo per proteggersi, come spazio di dignità.

    Le prime righe del brano introducono una trama fatta di contraddizioni, tra ciò che indugia e ciò che spinge ad andare oltre. Fino ad un verso ben preciso: «Mi devi un tramonto a Roma, alla terrazza del Pincio a cantare a squarciagola». Roma diventa così una metafora mai consumata, e il tramonto che “mi devi”, una promessa mancata, una scena mai vissuta che si trascina come un debito lasciato in sospeso con sé stessi. Lara Serrano sceglie la Città Eterna come sfondo di un amore che non ha saputo esserlo, trasformandola in un non-luogo del sentimento.

    La scrittura della cantautrice ligure si regge su un equilibrio prezioso: fedele alla sua cifra stilistica, già riconoscibile nei precedenti progetti, ogni parola è concreta, ma non rinuncia alla suggestione. Così, nel ritornello, prende forma la frase che dà il titolo al brano: «Ti lascio in un silenzio denso, in un silenzio assenzio». Qui si gioca la chiave del singolo: il silenzio come condizione scelta, non subita, e l’assenzio come immagine di ciò che brucia, stordisce, ma non si dimentica. Una doppia lettura che rende la canzone un brindisi amaro a ciò che è stato.

    Il riferimento all’assenzio richiama anche una lunga tradizione letteraria, da Baudelaire a Verlaine, in cui questa sostanza era simbolo di alterazione e lucidità al tempo stesso: qualcosa che ferisce ma che apre la coscienza. Lara Serrano ne fa una rilettura contemporanea, mettendo in scena l’idea di una relazione che si chiude senza gesti eclatanti, ma con un sorso amaro, con la chiarezza che resta quando il sipario cala e le luci si spengono.

    Lara spiega così il significato del brano:

    «Alcuni silenzi parlano più di mille parole. Questa canzone è un viaggio dentro quelle assenze che sanno di vertigine, come un sorso di assenzio: bruciano, stordiscono, ma non si dimenticano. È una dedica al confine fragile e sottile tra ciò che rimane e ciò che non c’è più. Nasce dall’amor proprio e dalla consapevolezza che alcuni rapporti, a volte, vanno chiusi anche contro la volontà delle persone coinvolte.»

    Oggi, in un contesto – musicale e non – che tende ad amplificare l’enfasi delle emozioni spingendole al massimo del volume, Lara Serrano sceglie la via più difficile: ridurre, togliere, restituire alla sottrazione il suo valore. “Silenzio Assenzio” è un brano che non si aggrappa alle certezze, ma testimonia un passaggio: quello in cui il silenzio diventa più eloquente di qualsiasi spiegazione.

    Quando chi parla sembra voler sovrastare per vincere sull’altro, Lara Serrano sceglie una pausa per ascoltarsi come forma di libertà. Non per sparire: per lasciare andare e restare intera.

    “Silenzio Assenzio” non è una canzone sull’amore. È una canzone sulla scelta di non spiegare. Di non rincorrere. Di non chiedere nulla.

  • Gli anni del Prog di Pierfrancesco Campanella incanta Perugia

    Grandi consensi nella prestigiosa location della Sala dei Notari nel capoluogo umbro per il docufilm di Pierfrancesco Campanella intitolato Gli anni del Prog.

    L’ultima fatica del prolifico regista di film di culto come Bugie rosse e Cattive inclinazioni è stata presentata nel corso di una speciale serata evento ad un attento e selezionato pubblico a Perugia, grazie all’iniziativa dell’Associazione Trasimeno Prog, rappresentata per l’occasione dal presidente Massimo Sordi, dal vicepresidente Giannetto Marchettini e dal segretario Alfredo Buonumori.

    Gli anni del prog è un documentario dedicato a quella corrente musicale nata in America e nel Regno Unito alla fine degli anni Sessanta ed esplosa in Italia nel decennio successivo, grazie soprattutto a gruppi come le Orme, la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, gli Osanna, i New Trolls, il Balletto di Bronzo e tanti altri. L’obiettivo del progressive rock era dare alla musica maggiore spessore culturale e credibilità. Con l’aggettivo “progressive” si voleva indicare la progressione del rock dalle radici blues, tipicamente americane, ad una maggiore attenzione alla composizione, alla melodia e all’armonia, con contaminazioni di musica classica, in particolare sinfonica.

    Questo lavoro di Campanella, attraverso interviste ai protagonisti e agli addetti ai lavori dell’epoca, intende ripercorrere la storia di questo genere musicale in Italia, dove ha attecchito con grande forza, esaltando creatività ed impegno. Senza tralasciare l’intrecciarsi tra musica e sociale in un periodo di grandi fermenti e cambiamenti.

    Tra gli artisti presenti nell’opera campanelliana spiccano i nomi di Vittorio e Michelangelo Nocenzi del Banco, Lino Vairetti degli Osanna, Tony Cicco dei Formula 3, Claudio Simonetti dei Goblin, Gianni Leone del Balletto di Bronzo, James Senese dei Napoli Centrale, Tony Esposito, Natale Massara de I Ribelli, Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, Livio Macchia dei Camaleonti, Paolo Siani dei Nuova Idea, Ivan Cattaneo, Gianni Togni, Enrico Capuano, Gianni Dall’Aglio de Il Volo. Ai quali si aggiungono gli autorevoli interventi di cultori della materia come il perugino Fabio Melelli, Fernando Fratarcangeli, Donato Zoppo, Gino Saladini, Matteo Pagano, Salvatore De Falco, Andrea Ungheri e Mauro Goldsand.

    Prima della proiezione Alfredo Buonumori e il professor Melelli hanno introdotto ai presenti in sala il regista che ha illustrato brevemente il docufilm, rivelando curiosità e aneddoti avvenuti durante le riprese.

    In prima fila, ad applaudire Pierfrancesco, l’Assessore al Comune di Perugia Fabrizio Croce, lo scrittore e musicologo Augusto Croce e il maestro Umberto Scipione, una vera e propria autorità nel campo delle colonne sonore, essendo unanimemente considerato uno dei compositori più importanti nell’attuale panorama cinematografico italiano e internazionale.

    Campanella era accompagnato dall’ingegnere informatico Paolo Reale, esperto di strumenti prog, che ha impreziosito il docufilm coi suoi brillanti interventi tecnici, e dal bravissimo montatore Francesco Tellico, ormai collaboratore abituale del regista. Il giornalista Renato Marengo, che aveva garantito la sua presenza, trattenuto all’ultimo momento a Roma da impegni imprevisti, si è fatto perdonare con un simpatico videomessaggio di saluti.

    Alla fine tutti soddisfatti. Il film, la cui proiezione è stata dedicata da Pierfrancesco Campanella al citato Livio Macchia, recentemente scomparso, oltre che per le suggestive scenografie curate da Laura Camia è stato apprezzato in particolar modo per il ritmo, la dinamicità, il rigore storico, la varietà di contributi e l’esaustività dell’argomento trattato.

    Gli anni del Prog, prodotto da Sergio De Angelis per Parker Film, fa parte di una collana di documentari a carattere musicale, insieme a C’era una volta il beat italiano dello stesso Campanella e ad altri attualmente in lavorazione. Uno dopo l’altro usciranno in dvd sotto etichetta Digitmovies nelle edicole, abbinati alla rivista Raropiù; inoltre saranno presenti sulle maggiori piattaforme.

    (le foto dell’evento di Perugia sono di Maurizio Liscio)

    Il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=K53DRsO4pio

  • “Non ti penserò” è il nuovo singolo di Dome Dè

    Da venerdì 26 settembre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Non ti penserò” (Up Music), il nuovo singolo di Dome Dè.

     

    “Non ti penserò” è un brano che racconta la fine di una storia d’amore segnata da incomprensioni, errori e verità che non si incontrano. In una notte solitaria e malinconica, il protagonista prende consapevolezza che, nonostante il dolore e i ricordi, è arrivato il momento di lasciar andare. Non c’è odio, solo stanchezza e la volontà di voltare pagina. È un addio maturo, in cui si sceglie di custodire un ultimo ricordo e poi ricominciare. Perché a volte, anche quando si perde, si può uscire con dignità e senza rancore.

     

    Spiega l’artista a proposito del nuovo brano: «Spesso bisogna recidere il filo che ci lega ad un’altra persona: nonostante la sofferenza, è necessario dire “basta” e voltare pagina. Tutto questo racconta il testo del mio brano, in cui musica e parole si incontrano per descrivere, al medesimo tempo, il dolore consolatorio dei ricordi e la voglia di ricominciare. Perché, quando all’armonia di un legame e all’amore subentrano il rancore e le incomprensioni, è meglio dire la parola “fine” ad una storia d’amore. Fa da cornice alla presa di coscienza del protagonista una notte solitaria e malinconica che purifica l’odio e la stanchezza con il balsamo dei ricordi. La melodia della musica esprime la dignità ritrovata e il desiderio di ricominciare».

     

     

    Biografia

    Domenico De Murtas in arte Dome Dè nasce a Rossano il 6 Febbraio del 1997. Vive a Rende (CS) sin dalla nascita. Inizia ad appassionarsi di musica sin da piccolo e, dopo aver studiato canto privatamente negli anni dell’adolescenza, comprende che la musica è parte integrante della sua vita. La musica e lo sport sono, infatti, le sue due grandi passioni. Di conseguenza, diplomatosi presso l’istituto tecnico commerciale di Rende, si iscrive al Conservatorio di Nocera Terinese in Canto pop; qui consegue il diploma accademico di primo livello. Decide poi di iscriversi al Conservatorio

    1. Giacomoantonio di Cs, dove consegue il diploma accademico di secondo livello, con una tesi sul Cantautorato italiano. Durante gli anni di studio al Conservatorio, Domenico studia anche pianoforte e fa diverse esperienze canore partecipando a vari contest, tra i quali la partecipazione anche al cast di Area Sanremo tour nel 2018.

    Gli interessi verso il Cantautorato portano Domenico a scoprire la passione per la scrittura di brani musicali; comincia, quindi, a scrivere alcuni dei suoi pezzi inediti che vengono poi incisi e pubblicati. In lui si intravedono influenze musicali di artisti italiani come: L. Dalla, L. Battisti, F. De Gregori, R. Zero, C. Baglioni e tanti altri della musica italiana. Domenico è attualmente impegnato in alcune collaborazioni musicali.

     

    “Non ti penserò” è il nuovo singolo di Dome Dè disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 26 settembre 2025.

     

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  • “SognoSommerso”, il brano di Al Vox che dà voce ai giovani compressi dall’ansia

    In un presente che ci vuole sempre lucidi, performanti e vincenti, Al Vox sprofonda con grazia. E lo fa a modo suo, con un brano psichedelico, minimalista e visceralmente umano. In “SognoSommerso” (PaKo Music Records/Believe Digital), il cantautore genovese restituisce al sogno il suo valore originario: non fuga dalla realtà, ma terreno in cui resistere e ricominciare. Un paradosso che dialoga con la letteratura, la filosofia e con la condizione di una generazione che nel mondo onirico cerca ancora il proprio respiro.

    Un gioco di parole, certo, ma anche un frammento autobiografico che oggi si fa canzone: non per raccontare la marginalità con rabbia o recriminazione, ma per riconoscerla come parte di un processo vitale. Essere sommersi, per Al Vox, non è una condanna: è una condizione interiore da cui può nascere qualcosa. Magari un sogno. Magari un brano.

    Ed è qui che il vissuto personale si intreccia con il contesto sociale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i giovani europei tra i 18 e i 29 anni, il rischio di sintomi di ansia o depressione è fino all’80% più elevato rispetto agli adulti, un segnale dell’urgenza generazionale del disagio interiore. Inoltre, uno studio comparativo peer-review condotto da un team internazionale guidato dalla ricercatrice italiana Marta Delvecchio (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), e pubblicato nel 2023 sulla rivista scientifica Healthcare, rivela che gli studenti italiani (18-21 anni) mostrano livelli significativamente più alti di ansia rispetto ai coetanei statunitensi e cinesi. In questo scenario di insicurezza, solitudine e pressione permanente, il sogno affiora come atto salvifico, una boccata d’aria nel mare della fatica.

    Al Vox rovescia il cliché del sogno romantico: qui non è evasione, ma strumento concreto per restare a galla. Una consapevolezza raccolta in adolescenza, come lui stesso afferma, che oggi si trasforma in ritmo e frase. Un’immersione narcisisticamente gentile, ma comunque benefica.

    «Al liceo dicevo: non sono un artista emergente, ma sommerso. È da lì che nasce il titolo. Per me sognare è come respirare sott’acqua. Non lo fai per evadere, lo fai per non morire. Non è solo questione di arte: è qualcosa che ti tiene in piedi. Io sogno anche solo guardando un riflesso sul vetro. E quando tutto sembra fermarsi, è proprio in quel frangente che si può provare a riemergere.»

    Per Al Vox, il sogno non è un vezzo poetico ma una forma di resistenza, quella di un cantautore, produttore e musicista che da anni percorre sentieri obliqui nel panorama italiano, disobbedendo alle formule e ai luoghi comuni. Un modo per prendere le distanze da una definizione che riduce il percorso creativo a una fase di passaggio, come se il valore di un artista si misurasse solo nella capacità di “venire a galla”. In realtà, essere sommersi significa riconoscere il tempo dell’attesa, del dubbio, della ricerca.

    Questa visione prende corpo nel linguaggio stesso del brano: immagini surreali («un insetto che fa festa», «Dante all’inferno voleva Beatrice, io non voglio un’attrice») e libere associazioni che sembrano affiorare dal subconscio. Il lessico reiterato («sognosommerso» scandito in loop) somiglia a un canto che sospende il tempo, mentre l’accompagnamento psichedelico e minimale apre una dimensione in cui la parola echeggia e la mente può tornare a prendere fiato.

    Sotto il velo – solo all’apparenza leggero – del testo, si nasconde un messaggio concreto: anche quando non ci si sente all’altezza, anche quando manca l’aria, sognare resta una delle poche azioni accessibili a tutti. E vale la pena difenderla.

    Ma quanta capacità di sognare ci resta? È questo il quesito, il filo che attraversa tutta la canzone: dall’urgenza di una generazione compressa da ansia, burnout, pressioni invisibili, il sogno arriva come atto vitale. Non retorico, ma in grado di riempire quell’istante in cui ci si riscopre vivi. È una domanda che riguarda tutti, senza eccezioni.

    “SognoSommerso” si rivolge a chi si sente confuso, stanco, disallineato. Non si lascia incasellare. È un ibrido tra cantautorato e spoken word, tra ironia e meditazione, tra realtà e surrealtà. Non è un brano facile. Ma è un brano essenziale. Un brano che sceglie la lentezza alla fretta del consumo. In un periodo storico in cui molte persone si sentono “sommerse” — da aspettative, precarietà, paura del fallimento — questo pezzo suggerisce che si può ancora cercare qualcosa infondo, anche quando tutto sembra scuro. Perché sognare non è un lusso: è il respiro minimo che ci impedisce di sopravvivere in apnea.

  • L’intelligenza artificiale al servizio dell’arte: il nuovo video di Rocco Giordano per “M1” contro la guerra

    Il panorama musicale si arricchisce con “M1“, il nuovo singolo e videoclip di Rocco Giordano, un’opera che mescola intimità e denuncia sociale.

    Rocco rivela l’origine del titolo “M1”: “È dedicato a una ragazza il cui nome inizia con M. Durante la registrazione della chitarra, ogni nota era rivolta a lei“. L’incisione del brano è stata influenzata da un periodo di solitudine a Berlino, dove la chitarra è diventata la sua unica forma di espressione.

    Musicalmente, “M1” si nutre dell’influenza dei Pink Floyd e di David Gilmour, tanto che gli arrangiatori, incluso Massimo Morici, lo avevano soprannominato “Rocco Floyd”. La registrazione è avvenuta in un ambiente di supporto emotivo, con la presenza di amici come Paolo Sciamanna (registrazione) e Matteo Dellabella (fotografo), che hanno permesso a Rocco di concentrarsi pienamente sul suo messaggio.

    https://www.youtube.com/watch?v=RLHpQvequ3s

    Il videoclip di “M1”, diretto da Nicolò Piccioni, affronta tematiche crude come la guerra e l’abuso di droghe. “Inizia con un ragazzo che si inietta eroina, per poi intraprendere un viaggio da incubo che riflette le atrocità del mondo reale“, spiega Nicolò. Questa associazione tra la dipendenza e la brutalità dei conflitti globali, in particolare la guerra in Palestina, nasce da un periodo difficile per Rocco, che ha paragonato il “brutto viaggio” delle droghe alla spaventosa realtà della guerra: “Un trip peggiore anche di quello che ti può dare una sostanza, molto più reale e brutale”.

    Il team sta utilizzando un’intelligenza artificiale per reinterpretare le immagini, selezionando volti e situazioni per creare un’esperienza visiva forte. “Vogliamo trasformare questo malessere in qualcosa di potente“, aggiunge Nicolò, sottolineando come le scene di conflitto e disperazione siano ormai parte della vita quotidiana

    Il videoclip segna il ritorno della collaborazione tra Rocco e Nicolò, un sodalizio professionale e di amicizia consolidato a Roma. Nicolò, diplomato in documentario, condivide con Rocco una profonda sensibilità verso la situazione politica attuale. “Per entrambi, questo video è diventato una piccola missione di denuncia, e credo che questo trasparirà nel risultato finale“, concludono Rocco e Nicolò, convinti del potere della musica e dell’arte per stimolare la riflessione e l’azione.


  • Ghigo Renzulli: continua con nuove date il tour di presentazione di “Dizzy”

    Prosegue il tour di presentazione di “Dizzy”, l’ultimo album di Ghigo Renzulli, uscito il 6 dicembre 2024.

     

     

    Dal 17 ottobre 2025 a Sassari Ghigo Renzulli proseguirà con il tour sul suo ultimo album “Dizzy”, una serie di concerti in giro per l’Italia. Il chitarrista e compositore, noto per la sua lunga carriera e per essere uno degli storici compositori della musica italiana, si esibirà dal vivo con la sua band, portando sul palco i brani del suo ultimo album strumentale ricco di energia e passione.

     

     

    Prossimi appuntamenti:

    17 ottobre – Sassari, Teatro Civico

    18 ottobre – Cagliari, Fabrik

    24 ottobre – Taneto di Gattatico (RE), Fuori Orario

    15 novembre  – San Giovanni Lupatoto (Vr), Damage Inc.

     

    Per info e biglietti: https://www.ghigorenzullinovox.com/live/

     

    “DIZZY”, il secondo album strumentale di Ghigo Renzulli, è un viaggio musicale intenso e coinvolgente che riflette tutte le sue ispirazioni culturali e artistiche. Il titolo, che in inglese significa “vertiginoso” o “che dà le vertigini”, descrive perfettamente l’essenza dell’album: un percorso sonoro che alterna momenti rilassati e pacati a passaggi forti e potenti, creando un’esperienza musicale ricca di contrasti.

    Una delle caratteristiche principali di Dizzy è la straordinaria varietà di melodie, dominate dalla chitarra di Ghigo e arricchite dai contributi di 14 musicisti che hanno partecipato al progetto. Il risultato è un sound ricco e variegato, che rimane però fedele alla cifra stilistica distintiva di Ghigo, il cui tocco ha segnato per decenni l’identità musicale dei Litfiba.

    L’album contiene 15 brani e offre una gamma di atmosfere che si muovono in modo fluido e vertiginoso, raccontando un universo sonoro unico e personale. Dizzy è disponibile in formato digipack CD e doppio vinile a 33 giri, perfetto per chi vuole immergersi in un’esperienza d’ascolto di grande profondità e qualità.

    Spiega l’artista a proposito della nuova release: “DIZZY in inglese significa ‘vertiginoso’, che da le vertigini ed è l’aggettivo perfetto per definire il viaggio musicale di quest’album, il secondo di studio del mio progetto strumentale. Tutte le mie ispirazioni musicali e culturali sono rappresentate e le atmosfere all’interno del disco passano, in maniera vertiginosa, da momenti rilassati e pacati ad altri forti e potenti, con una grande ricchezza di melodie e un sound ricco e variegato.”

    Ascolta l’album “Dizzy”: https://open.spotify.com/intl-it/album/4Mr1e03K416oj3wiKhge8q

    Biografia

    Federico “Ghigo” Renzulli, nato il 15 dicembre 1953 a Manocalzati (AV), è una delle figure più influenti della musica italiana. Trasferitosi a Firenze con la famiglia, sviluppa sin da adolescente una passione per il folk, blues, rock e country, che lo porta a imbracciare la chitarra a soli 14 anni. Dopo il diploma, si iscrive a Biologia, ma a pochi esami dalla laurea abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla musica.

    Nel 1976 Ghigo si trasferisce a Londra, nel pieno fermento della scena punk, e vi rimane per due anni. Tornato a Firenze nel 1978, fonda i Cafè Caracas con Raffaele Riefoli (Raf) alla voce e al basso. La band prova nella cantina di via dei Bardi, che Ghigo ristruttura personalmente, e nel 1980 si esibisce in apertura al concerto dei Clash davanti a 100.000 spettatori. Tuttavia, divergenze interne portano allo scioglimento del gruppo.

    Poco dopo, Ghigo riceve una chiamata da Gianni Maroccolo e insieme formano una nuova band, i Litfiba, nome scelto dallo stesso Ghigo. Alla formazione si uniscono Antonio Aiazzi alle tastiere e Francesco Calamai alla batteria, con Piero Pelù alla voce. Il debutto live avviene il 6 dicembre 1980, e da lì inizia un percorso di successi, tra cui l’apertura a Siouxsie and the Banshees.

    Nel 1982 esce l’EP Guerra, seguito da Eneide (1983), una rivisitazione musicale dell’opera di Virgilio. Nel 1985 arriva il primo album LP, Desaparecido, che segna l’inizio della “Trilogia del Potere”, proseguita con 17 Re (1986) e Litfiba 3 (1988). Questi lavori consolidano i Litfiba come una delle band più importanti della scena italiana.

    Dopo l’uscita di Maroccolo e Aiazzi nel 1989, i Litfiba proseguono con Ghigo e Piero come figure centrali. El Diablo (1990), arrangiato interamente da Ghigo, vende oltre 500.000 copie e porta la band nel mainstream. Seguono Terremoto (1993) e Spirito (1994), entrambi supportati da tour di successo e album live come Colpo di Coda e Lacio Drom.

    Con Mondi Sommersi (1997), la band introduce elementi elettronici nel proprio sound, un’idea nata dal confronto con la scena musicale europea. Nel 1999 esce Infinito, il loro maggiore successo commerciale, ma anche il culmine delle tensioni tra Ghigo e Piero. Dopo il concerto del Monza Rock Festival, i Litfiba si sciolgono.

    Ghigo continua l’attività con una nuova formazione, pubblicando Elettromacumba (2000) e Insidia (2001), e sperimentando modalità innovative come il download gratuito di brani live. Dopo alcuni anni di attività con il cantante Cabo Cavallo, decide di sciogliere il gruppo nel 2006, ma lo riforma brevemente con Filippo Margheri, pubblicando l’EP Five On Line nel 2008.

    Nel 2009 Ghigo e Piero annunciano la Réunion, che culmina in un tour e nell’album Grande Nazione (2012). Seguono eventi speciali come il concerto in memoria di Ringo De Palma e il tour celebrativo Trilogia 1983–1989 (2013). Nel 2016 esce l’ultimo album della band, Eutòpia, con un tour che si conclude nel 2017.

    Parallelamente, Ghigo avvia il progetto strumentale No_Vox, definito “La voce degli strumenti”. Il primo album, Cinematic, viene pubblicato nel 2020 in allegato alla sua autobiografia 40 anni da Litfiba. Segue il live Alcazaba (2021), registrato durante un concerto al teatro romano di Fiesole. Dopo il tour d’addio dei Litfiba, L’Ultimo Girone, conclusosi nel dicembre 2022, Ghigo continua a lavorare su musica inedita, pubblicando i singoli Exotica (2023) e Circus (2024).

    Ghigo Renzulli, con la sua carriera di oltre 40 anni, ha lasciato un’impronta indelebile nella musica italiana, sia come leader dei Litfiba che come artista solista. Il suo percorso, fatto di sperimentazione e innovazione, continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e appassionati.

    “Dizzy” è il nuovo album di Ghigo Renzulli disponibile in formato cd e vinile dal 29 novembre e sulle piattaforme digitali di streaming dal 6 dicembre 2024.

     

     

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  • “Corri” è il nuovo singolo di Gemini

    Da venerdì 19 settembre 2025 è in rotazione radiofonica “CORRI” (FDAM), il nuovo singolo di GEMINI già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 aprile.

     

     

    Il brano “Corri” è un inno alla vita, un invito ad affrontare ogni giorno con coraggio, determinazione e costanza, per superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e i nostri sogni. La canzone è una metafora della corsa: ogni inizio segna l’apertura di un percorso, a volte tortuoso, fatto di compagni di avventura e un traguardo da raggiungere. È proprio quel traguardo a spingerci a fare sacrifici e a inseguire, con crescente convinzione, quel sogno che ci accompagna fin dall’infanzia.  Un messaggio di speranza e forza dedicato a chi lotta ogni giorno per realizzare i propri obiettivi. Il testo è stato scritto da Antonio Sambalotti, in collaborazione con l’autore Giordano Spagnol e il produttore Gerolamo Sacco.

     

     

    Spiega il cantautore a proposito del brano: “‘Corri’ è un brano che avevo scritto qualche anno fa, con l’idea di mettere al centro la corsa come metafora della vita: affrontare ogni giorno con coraggio e determinazione, superare ostacoli e inseguire i propri sogni. Ricordo che durante le prime sessioni in studio con Giordano Spagnol e Gerolamo Sacco stavamo cercando il giusto ritmo per il ritornello: tra una risata e una pausa caffè, abbiamo provato diverse melodie e parole, e proprio in quel momento il brano ha cominciato a prendere forma. Con il tempo si è arricchito di nuove parole e nuove sonorità, e vederlo diventare realtà è stato emozionante. ‘Corri’ rappresenta per me un ponte tra la mia scrittura cantautorale e un sound moderno, e sento che racconta davvero il mio percorso musicale.”

     

     

    Il videoclip di “Corri” è stato girato a Roma all’interno dello Stadio Paolo Rosi e vede la partecipazione straordinaria di Maria Vittoria Longa, atleta italiana specializzata negli 800 e 400 metri, che gareggia per la società Atletica Roma Acquacetosa. Longa non è stata l’unica giovane atleta a partecipare alle riprese del video. Altri 4 atleti si sono “esibiti”: Sofia e Arianna Bella, Riccardo Vanzetti e Simone Torturo che hanno “supportato” l’altra protagonista del video, la bambina Delia Agnoli che nella vita è atleta di ginnastica ritmica. Le riprese sono state realizzate da Gianluca Rotondi, mentre la regia è stata curata da Serena D’Andrea di Adastra Production, che ha anche prodotto il video. Un ringraziamento speciale va alla FIDAL e al Comune di Roma per il supporto offerto nelle riprese. Nel 2024, Longa ha conquistato il titolo di campionessa regionale negli 800 metri e quello di vice campionessa nei 400. Protagonista dei Campionati Nazionali, sia indoor che outdoor, l’atleta rappresenta un simbolo di determinazione e costanza, valori perfettamente in linea con il messaggio del brano.

     

    Guarda il videoclip di “Corri” su YouTube:

    https://www.youtube.com/watch?v=eCiQbcpO1nY

     

     

    Biografia

    Gemini è un cantautore italiano capace di coniugare la profondità della scrittura d’autore con sonorità contemporanee, dando vita a canzoni autentiche che raccontano emozioni quotidiane, sogni e fragilità. La sua cifra stilistica si distingue per intensità narrativa, originalità melodica e una forte attitudine da performer.

    Debutta nel 2013 con l’EP Fuori di testa, prodotto da Ettore Diliberto in collaborazione con Alberto Radius, scalando le classifiche Mondadori e Sorrisi & Canzoni. L’anno seguente pubblica “Chissà che sarà”, registrato nei leggendari Abbey Road Studios di Londra sotto la supervisione di Simon Gibson (già al fianco di Beatles, U2, Paul McCartney). Nel 2017, il brano vince il primo contest nazionale organizzato dalla rivista britannica Classic Rock, distinguendosi tra centinaia di proposte italiane.

    Nel corso degli anni si esibisce in prestigiose rassegne come Emilia Live e La Notte delle Chitarre, condividendo il palco con grandi nomi della musica italiana. Collabora con artisti del calibro di Mario Schilirò (Zucchero), Alberto Rocchetti (Vasco Rossi) e molti altri.

    Nel 2019 pubblica “La superficie”, entrato nella classifica Indie Music Like e accompagnato da un videoclip con Ricky Memphis. Nello stesso anno esce “La mia canzone”, con la partecipazione straordinaria di Alessandro Haber nel videoclip.

    Il 2021 lo vede in apertura ai concerti di Anna Tatangelo, Ron e James Senese, oltre a un live in collaborazione con l’attore Leonardo Bocci.

    Pubblica il singolo Come si fa, presentato alla Milano Music Week, e partecipa a programmi televisivi su Rai 1 (The Band con Carlo Conti), Canale 9 (Don’t Forget The Lyrics) e Rai 2 (Viva il Videobox di Fiorello).

    Nel 2022 vince il Premio Mia Martini nella categoria Emergenti con il brano Sapore d’estate. L’anno successivo partecipa al Premio Ravera e pubblica “La volta buona”, presentato in diretta su Rai 1 nel programma di Caterina Balivo.

    Nel 2024 si aggiudica il Vertical Music Award a Casa Sanremo per il videoclip di La volta buona. Ad aprile pubblica Questo strano viaggio, prodotto da Danilo Cherni e Maurizio Perfetto, musicisti storici di Antonello Venditti. A giugno rende omaggio a Rino Gaetano con una personale rivisitazione di Mio fratello è figlio unico, seguita a novembre da una versione moderna dell’Inno d’Italia, girata in Piazza del Campidoglio con il coro Le Dolci Note.

    Nel 2025 è protagonista del programma Bellissima Italia su Rai 2 e ospite nei format Sogni di gloria (Rai Radio 2), Videobox e Vertical Music durante il Festival di Sanremo.

     

    Dopo “Ti vengo a prendere”, “Corri” è il nuovo singolo di Gemini disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 aprile 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 19 settembre.

     

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  • Always Know – Monk’s Dums Da venerdì 19 settembre 2025, disponibile il nuovo disco Monk’s Drums solo in formato digitale

    Pubblicato dall’etichetta indipendente Wow Records, disponibile soltanto sulle piattaforme digitali da venerdì 19 settembre, Monk’s Drums è la nuova realizzazione discografica di Always Know, brillante quartetto formato da giovani talenti del jazz come Giacomo Petrocchi (sax), Fabrizio Leoni (pianoforte), Matteo Rossi (contrabbasso) e Luca Guarino (batteria).

    Nel CD sono presenti nove capolavori, rigorosamente (ri)letti in modo personale attraverso gli arrangiamenti di Petrocchi e Guarino (ideatore del progetto), frutto del genio creativo di un’autentica figura mitologica del piano jazz: Thelonious Monk. A impreziosire questa formazione, tre ospiti di grande valore: i giovani in rampa di lancio Cesare Mecca (tromba e cornetta) e Gianluca Palazzo (chitarra) e un nome altisonante del sax soprano e sax tenore, riconosciuto in ambito internazionale, quale Emanuele Cisi. Monk’s Drums è tutt’altro che un pedissequo tributo al leggendario pianista e compositore statunitense, bensì una profonda rielaborazione improntata principalmente sull’aspetto ritmico e su un sound moderno, dove la figura artistica di Monk è rappresentata dagli arrangiamenti arditi attraverso cui emergono l’identità comunicativa, la personalità musicale e la spregiudicatezza stilistica di questo gruppo, in particolare degli arrangiatori Giacomo Petrocchi e Luca Guarino.

    Proprio il batterista Guarino racconta la gestazione e descrive i tratti distintivi di Monks’Drums: «Ho concepito questo progetto tre anni e mezzo fa mentre studiavo un pezzo di Thelonious Monk dal titolo Evidence. Nella mia testa c’era l’idea di sfruttare lo spazio ritmico tipico delle sue composizioni per manipolarlo e dargli un’impronta personale. Scegliere i musicisti è stato facile, perché Giacomo Petrocchi, Fabrizio Leoni e Matteo Rossi sono anche miei grandi amici. Insieme siamo riusciti a dare alla luce un progetto che ci diverte, in cui ci rispecchiamo. La ciliegina sulla torta è stata l’aggiunta dei tre straordinari ospiti (Cesare Mecca, Emanuele Cisi e Gianluca Palazzo, ndr) che ci hanno aiutato ad aggiungere profondità e musicalità al progetto».