Blog

  • Crescere con l’armonia: Harmony Days, due giorni per ridare spazio alla musica nell’educazione dei giovani con media partener Mediaset e Radio Marconi

    L’11 e il 12 ottobre 2025 il Centro Congressi di Fondazione Cariplo ospiterà la prima edizione degli Harmony Days, una due giorni di incontri, esibizioni e workshop che metteranno al centro la musica come strumento di cura, educazione, inclusione e benessere.

    L’armonia, intesa fin dall’antichità come l’arte di comporre diversità e opposti — nella mitologia greca figlia di Marte, dio della guerra, e Venere, dea dell’amore — è il filo conduttore di questo progetto, che intreccia musica e scienza per immaginare nuove forme di coesione sociale.

    L’iniziativa, promossa da Fondazione Lang Italia in partnership con le Fondazioni Antonio Carlo Monzino, Enrica Amiotti e Maverx, si avvale del patrocinio di Fondazione Cariplo, Comune di Milano e Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e del sostegno attivo di Enel e Indaco Project. Partner scientifici: Comusica, Fondazione Mondino, Nati per la Musica, La Fabbrica dei Suoni. Partner tecnici: MVM, Planetaria Hotels, Yamaha. Media partner: Mediaset e Radio Marconi.

    Tra i protagonisti Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset e pianista, il cui intervento contribuirà a riflettere sul ruolo della musica nei processi educativi e di crescita personale; Vito Mancuso, teologo e filosofo, con una lectio sull’Armonia come codice di vita felice; Alice Mado Proverbio, professoressa di neuroscienze cognitive, sugli effetti della pratica musicale sullo sviluppo cerebrale dei bambini; Carlo Ventura, sul potenziale rigenerativo delle “melodie vibrazionali delle cellule sane”.

    Spazio internazionale con Marc Verriere, fondatore delle Olimpiadi Moderne dell’Arte, ispirate a quelle dell’antica Grecia (566 a.C.), che interverrà sugli obiettivi della prossima edizione e sulla prospettiva di utilizzare le arti per armonizzare il mondo. Considerato da molti il “De Coubertin delle arti”, Verriere rafforzerà il valore simbolico e culturale dell’iniziativa.

    L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti. Il proprio posto può essere riservato direttamente sul sito ufficiale, al link www.harmonydays.org/ticket o scansionando il QR code riportato a seguire:

    Secondo un report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2019 – il più ampio mai realizzato sul tema, con oltre 3.000 studi analizzati – la musica e le arti hanno un impatto concreto sulla salute, sulla prevenzione e sul benessere psicologico e cognitivo. Quel documento è stato considerato una pietra miliare: ha anticipato il dibattito che, dopo la pandemia, ha reso ancora più urgente il riconoscimento della musica come strumento di cura e inclusione. Nel 2023, la stessa OMS ha rilanciato con una serie globale in collaborazione con la rivista Lancet, confermandone la centralità nelle politiche sanitarie globali. Già in passato la musica è stata riconosciuta come risorsa fondamentale nei momenti di crisi: a seguito della Grande Depressione, il Presidente USA Franklin D. Roosevelt inserì nel New Deal il Federal Music Project (FMP), un vasto piano di investimento in cultura e musica, concepito per risollevare il morale della popolazione e sostenere l’economia americana. Un quadro che conferma la rilevanza dell’iniziativa e colloca Milano tra le città internazionali capaci di unire cultura, ricerca e innovazione sociale.

    Questo orizzonte, rende ancora più evidente la necessità di agire nel nostro Paese, dove gli Harmony Days nascono per sostenere progetti che guardano al futuro delle nuove generazioni. La musica è infatti in grado di migliorare concentrazione, memoria, capacità relazionali e autostima nei bambini e negli adolescenti. In Italia, però, solo una minoranza di scuole primarie ha programmi musicali continuativi. Per questo il Manifesto dell’Armonia punta a colmare questa lacuna e a restituire alla quarta arte il ruolo che merita nella formazione.

    Un bambino che impara ad ascoltare oggi sarà un adulto che saprà prendersi cura domani.

    Le Fondazioni promotrici condividono un impegno concreto per portare l’educazione musicale al centro della crescita e dello sviluppo dei bambini.

    La Fondazione Lang Italia, attiva da oltre 10 anni nella diffusione di una filantropia strategica fondata sull’innovazione, il cambiamento e la misurazione dell’impatto, oggi seleziona e finanzia progetti culturali e sociali rivolti all’infanzia, attraverso i bandi de “La musica che fa bene ai bambini”.

    La Fondazione Antonio Carlo Monzino nasce con la donazione di strumenti musicali al Museo Civico del Castello Sforzesco, su proposta di Antonio Monzino membro della settima generazione della famiglia, che dal 1767 è attiva a Milano, nell’ambito degli strumenti ed edizioni musicali. La fondazione si dedica a progetti volti a valorizzare la musica nella sua funzione di prevenzione e cura terapeutica, educativa e formazione culturale, sostenendo giovani musicisti e promuovendo l’arte liutaia.

    La Fondazione Enrica Amiotti, fondata nel 1970 e dedicata all’eredità educativa della maestra Enrica Amiotti, diffonde e premia metodi didattici attivi e inclusivi, promuovendo bandi e iniziative quali l’Educazione alla Bellezza, il Manifesto Rinascimente, l’Educazione Circolare e le WebTV scolastiche JUN-ECO TV e JUN-ART TV.

    La Fondazione Maverx sostiene iniziative scientifiche e culturali capaci di creare connessioni tra ricerca, innovazione e benessere sociale.

    «Con gli Harmony Days vogliamo portare la musica al centro dell’educazione e della salute pubblica» – dichiara Franco Marzo, Presidente di Fondazione Lang Italia.

    Il programma della due giorni è un dialogo interdisciplinare tra voci autorevoli, provenienti dal mondo della musica, della filosofia, delle neuroscienze, della medicina, della scuola, della tecnologia, dell’economia e dell’arte.

    Parteciperanno inoltre agli Harmony Days: Luigi Ascani (Presidente Format Research),  Giambattista Brizzi (Expert Building Physics), Eleonora Tavazzi (neurologa, IRCCS Fondazione Mondino), Alfredo Raglio (musicoterapeuta e ricercatore), Bruno Zamborlin (ricercatore AI e artista), Monica Amari (saggista), Annalisa Spadolini (Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica – Ministero dell’Istruzione e del Merito), Ciro Fiorentino (Comusica), Mattia Sismonda (Fabbrica dei Suoni, Presidente Conservatorio Ghedini di Cuneo),  Silvia Cucchi (PhD in Neuroscienze Cognitive, pianista e docente Conservatorio Ghedini di Cuneo), Paolo Battimiello (pedagogista e saggista), Enrico Amiotti (Fondazione Enrica Amiotti); Ambra Redaelli (imprenditrice), Antonio Marzo (Imprenditore), Raffaella Schirò (Nati per la musica), Sonia Vettorato (pianista), Chiara Felicita Lafasciano (pittrice).

    Tra scienza, educazione e sperimentazione, il palinsesto prevede talk, interviste, esibizioni e workshop esperienziali. I workshop saranno tenuti da Davide Cairo, Mattia Airoldi e Bruno Zamborlin, con un approccio innovativo che permetterà ai partecipanti di vivere l’armonia in prima persona.

    Un’occasione unica per osservare la musica non solo come espressione artistica e d’intrattenimento, ma come strumento capace di generare valore sociale, educativo e di benessere.

    L’iniziativa, nella creazione di una rete di soggetti del mondo accademico, istituzionale, imprenditoriale e musicale, chiede di sottoscrivere il Manifesto dell’Armonia, un documento programmatico che punta a sostenere la musica come disciplina indispensabile nella formazione culturale dei bambini: https://www.harmonydays.org/manifesto/

    Gli Harmony Days intendono realizzare progetti concreti:

    • La creazione di un Osservatorio permanente per monitorare l’impatto della pratica musicale e artistica
    • L’avvio di iniziative formative per docenti non specialisti
    • Il sostegno ai progetti delle fondazioni promotrici: “La musica che fa bene ai bambini” (Lang), “JUN-ART TV” (Amiotti), “Adotta un talento” (Monzino)

    Gli Harmony Days sono un inizio: un progetto culturale che guarda al futuro con la consapevolezza che in un mondo globalizzato, l’armonia non è un dono, ma una conquista di civiltà e di pace.

  • “Confusione” è il nuovo singolo di Giada Rubino

    Dal 12 settembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Confusione”, il nuovo singolo di Giada Rubino per Up Music.

    “Confusione” è un’emozionante riflessione sulla fine di una relazione sbagliata e sulla scelta di guarire e andare avanti. Con una voce fragile ma decisa, il brano racconta il momento in cui si smette di sopportare e si trova la forza di reagire. Il messaggio che vuole portare Giada Rubino è che l’amore non dovrebbe mai farci sentire sbagliati. Il brano intreccia lucidità e malinconia, forza e fragilità, offrendo una visione autentica e emotiva della fine di una relazione.

    Spiega l’artista a proposito del nuovo singolo: Questo brano mi sta molto a cuore perché ho vissuto una relazione sbagliata in cui non mi sentivo ascoltata e le mie emozioni erano sempre trascurate. Ad oggi ho voltato pagina e spero di dare forza ad altre persone come me di dire basta quando il dolore supera i momenti belli.”

    Biografia

    Giada Rubino è una giovane cantante di 27 anni, nata a Palermo il 9 settembre 1998. Sin da bambina, ha sempre avuto una grande passione per la musica e il canto, e il suo sogno era quello di diventare una cantante professionista. Dopo aver iniziato a studiare canto lirico all’età di 11 anni e essersi diplomata al liceo musicale di Palermo, Giada ha affrontato un periodo di pausa dagli studi per problemi personali. Tuttavia, all’età di 24 anni, ha ripreso gli studi approfondendo il canto jazz e il canto pop. Il 24 febbraio 2024, Giada ha pubblicato il suo primo inedito, “Libera senza paure”, un brano dedicato a sé stessa per combattere le sue ansie e insicurezze e mettere l’amore per la musica al primo posto. Con un cuore buono e un animo sensibile, Giada continua a credere nel suo sogno e spera che il futuro le riservi grandi opportunità.

    “Confusione” è il nuovo singolo di Giada Rubino disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 12 settembre 2025.

    Instagram

  • “Dove non guardi” è il nuovo singolo di Bert0

    Da venerdì 12 settembre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “DOVE NON GUARDI”, il nuovo singolo di Bert0.

    “Dove non guardi” è un brano che racconta una storia vera, di quelle che molti si portano dietro in silenzio: un sentimento mai rivelato tra due amici. Non è la classica storia d’amore, ma un legame complicato, fatto di sguardi, momenti condivisi e tante cose rimaste in sospeso. Nessuno ha mai avuto il coraggio di dire davvero cosa provava, e ora resta solo il dubbio di cosa sarebbe potuto succedere.

    Il testo è diretto, senza giri di parole, un flusso di pensieri che affiorano quando si è soli, magari in macchina, con una canzone in loop che riapre vecchie ferite. È una riflessione a voce alta su quello che si è perso, su ciò che non si è avuto il coraggio di affrontare, e su una connessione che, anche con il tempo, resta viva sotto la pelle. Il sound è un mix di neo soul e hip hop, con un’impronta ambient. Bassi caldi, linee melodiche avvolgenti creano un’atmosfera introspettiva, quasi da viaggio notturno. La voce si muove tra rap e melodia, senza forzature, con un tono confidenziale, come se si stesse parlando a qualcuno che non si vede da anni.

    Spiega l’artista a proposito del nuovo brano: “Dove non guardi è partita da un’emozione che credo molti hanno provato: quel sentimento di qualcosa che non si è mai detto, quel legame che resta lì, a metà. Da lì ho provato a immaginare cosa succede dopo, cosa succede quando quella cosa non detta pesa e ti accompagna, ma non sai come affrontarla. In studio ho cercato di restare semplice e sincero, senza complicare troppo le cose. Per me la musica serve a raccontare quello che si sente davvero, anche quelle emozioni piccole o nascoste che però non ti lasciano mai davvero andare.”

     

    Biografia

    Bert0 è un artista italiano, attualmente di base in Danimarca. La sua musica nasce da un cambiamento personale: trasferirsi all’estero gli ha permesso di lasciarsi alle spalle il giudizio degli altri e iniziare a raccontarsi davvero. È proprio in Danimarca che, circa un anno fa, ha iniziato a fare musica in modo serio, registrando i suoi primi brani e costruendo un’identità artistica più chiara. Fin da piccolo ha sempre scritto per sfogarsi, tenendo diari in cui metteva tutto quello che non riusciva a dire ad alta voce. Negli ultimi anni ha iniziato a viaggiare – prima in Australia, ora in Scandinavia – e da lì è arrivata la voglia di trasformare quei pensieri in musica. Il suo stile si muove nel mondo del chilo rap, con influenze soul, melodie ambient e testi molto personali. Le sue canzoni parlano di viaggi, relazioni complesse, emozioni vere e momenti di cambiamento. Non ha una formazione musicale e non suona strumenti, ma lavora in modo indipendente con più producer che lo supportano nella produzione dei suoi brani. Vorrebbe inoltre iniziare qualche lezione di canto per ampliare le sue possibilità artistiche e sperimentare di più. Bert0 è cresciuto ascoltando artisti come Fibra e Marra, ma non ha mai seguito una sola direzione: ha sempre ascoltato di tutto, lasciandosi ispirare da ogni genere. Anche se il rap resta il punto di partenza, le melodie e le atmosfere morbide sono ormai parte integrante del suo suono. Non ha un team strutturato alle spalle – al momento lavora con più producer – ma gestisce tutto in modo indipendente. Il suo pubblico ideale è composto da persone tra i 18 e i 35 anni, sia uomini che donne, che cercano una musica che racconti qualcosa di vero, senza filtri o maschere. Con i suoi brani, Bert0 vuole raccontare il presente: quello che vive, quello che prova, esperienze vere. Il suo obiettivo è costruire passo dopo passo una carriera solida nel mondo della musica, portando avanti un progetto sincero, personale e con una direzione chiara. Vorrebbe riuscire a vivere di musica nel giro di un paio d’anni, continuando a crescere sia artisticamente che umanamente. Tra i suoi brani più rappresentativi c’è sicuramente “Ti porto via”, che racconta il viaggio come stile di vita e ricerca di se.

     

    Dopo “Chiamami” e “Ti porto via”, “Dove non guardi” è il nuovo singolo di Bert0 disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 12 settembre 2025.

    Instagram | TikTok | Spotify

  • Francesco Cavestri: il 23 settembre in concerto al Blue Note di Milano

    Dopo i successi di pubblico e di critica registrati durante il tour nei più importanti Festival e club italiani, con concerti anche all’estero come la Steinway Hall di Dubai, e un tour in Germania in arrivo. Francesco Cavestri ritorna al Blue Note di Milano, in uno dei luoghi simbolo del Jazz a livello internazionale, dopo il sold out registrato ad aprile 2024.

    La serata sarà impreziosita dalla partecipazione di una straordinaria special guest a sorpresa, una voce celestiale, da tempo amica del Blue Note.

    Martedì 23 settembre ore 20,30 il giovane pianista, compositore e produttore Francesco Cavestri, che si sta affermando come uno dei talenti più promettenti della nuova scena jazz europea (ed in ingresso nella prestigiosa famiglia degli Artisti Steinway & Sons, che raccoglie i più importanti pianisti al mondo), che propone una musica profondamente radicata nel jazz contemporaneo, ma contaminata da elementi di hip-hop, musica elettronica e atmosfere cinematografiche.

    Cavestri al Blue Note si presenterà con il suo repertorio che alterna composizioni originali — tratte dai suoi tre album già pubblicati — e riletture audaci di giganti come John Coltrane, Robert Glasper e Radiohead. Nel suo ritorno al Blue Note, presenterà alcuni brani in anteprima tratti dal suo prossimo album, la cui uscita è prevista per l’inizio del 2026.

    Per l’occasione sarà accompagnato dal trio composto da Riccardo Marchese alla batteria e Alessandro Simeoni al basso con la partecipazione di una straordinaria special guest a sorpresa, una voce celestiale che ha incontrato nella sua carriera spesso il jazz e la musica classica e da tempo amica del Blue Note.

    Nonostante la giovane età, Cavestri ha già ricevuto importanti riconoscimenti: è stato selezionato da Forbes Italia nella lista “Under 30” , ha vinto per due anni consecutivi (2023 e 2024) il titolo di “Miglior nuovo talento” del jazz italiano secondo la rivista Musica Jazz, e ha ricevuto un premio all’Auditorium Parco della Musica per la divulgazione giovanile del jazz. Sul palco, Cavestri conquista per la sua maturità musicale, la forte energia comunicativa e la capacità di creare un dialogo autentico col pubblico, tra virtuosismo, narrazione e profondità emotiva.

    Un concerto imperdibile, con il Blue Note a dare spazio ai grandi nuovi talenti del nostro paese.

    Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l’hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti.”  Paolo Fresu

     

    Biglietti disponibili al seguente link: https://www.bluenotemilano.com/evento/concerto-francesco-cavestri-23-settembre-2025-milano/

     

     

    Biografia

    Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall’età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York.

    La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato “Early17” (il cui titolo deriva dall’età in cui l’album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo “IKI- bellezza ispiratrice”, è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo “Una morte da mediano” raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound. Gli album sono stati presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024.

    Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally’s Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà). Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album “IKI – Bellezza Ispiratrice” registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, ala Casa del Jazz, Il tour proseguirà con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc…).

    Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l’associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell’International Jazz Day riconosciuto dall’Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.

    A settembre 2024, Francesco Cavestri ha iniziato a collaborare con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e che lo porterà anche all’estero.

    Il 31 ottobre 2024 Cavestri ha tenuto un concerto nel Teatro Triennale di Milano per JazzMi con Willie Peyote come special guest. Durante la serata, che ha registrato il sold out con più di un mese di anticipo, i due artisti hanno presentato un brano inedito che hanno realizzato insieme. Il 22 novembre si è esibito per la rassegna Blue Note off a Villa d’Este sul Lago di Como.

    Il 21 gennaio 2025 è stato pubblicato da Universal il brano Entropia con feat Willie Peyote ed al concerto del 5 Marzo da Steinway and Sons Italia è stato registrato l’album dal vivo che uscirà prossimamente e darà il via al tour all’estero. Nell’estate del 2025 si è esibito con due eventi al Portrait Milano, uno dei luoghi più rappresentativi e prestigiosi dell’estate milanese, prima per Piano City Milano e poi in occasione di una rassegna organizzata in collaborazione con Sky Cinema.

    Nel mese di aprile 2025 Cavestri è stato inserito nella prestigiosa classifica italiana di Forbes Italia under 30, tra i 100 giovani eccellenti che si sono distinti nell’anno e stanno avendo un impatto nel rispettivo ambito.

    Sito Web  |  Instagram  |  Spotify  |  YouTube | Facebook

  • Storie che restano aperte: Spectrum Vates e il linguaggio rap della generazione sospesa

    Molte storie non finiscono davvero: restano aperte, cristallizzate in domande senza risposta. Gli psicologi lo chiamano closure e sottolineano che la difficoltà a chiudere una relazione è spesso legata non tanto alla fine in sé, quanto all’assenza di spiegazioni. “Dimmi perché”, il nuovo singolo di Spectrum Vates per PaKo Music Records con distribuzione Believe Digital, mette in musica proprio quel limbo: un ritratto scomposto, fatto di immagini che si incrinano e si sovrappongono, che racconta un amore giunto al capolinea senza punti definitivi.

    Negli ultimi anni, il termine closure è entrato nel linguaggio comune ben oltre l’ambito psicologico: su TikTok e Instagram, l’hashtag #closure supera i 2 miliardi di visualizzazioni, mentre podcast e rubriche di costume analizzano sempre più spesso la difficoltà di archiviare relazioni senza chiarimenti. In letteratura, autori come Joan Didion o Haruki Murakami hanno descritto nitidamente quel vuoto lasciato da storie interrotte, trasformandolo in materia narrativa. È in questo stesso solco culturale che si colloca “Dimmi perché”, ponendo in musica un’esperienza attualissima, condivisa da molti.

    Il rap diventa cinema a fotogrammi sparsi, il perfetto linguaggio per ricostruire la storia come la ricordiamo davvero: a tratti, tra luci calde e rassicuranti e zone d’ombra.

    Un rap, quello di Spectrum Vates, in grado di racchiudere nella stessa cornice nostalgia, passione, delusione, sentimento e ferite ancora aperte; un flusso che non si piega a schemi metrici rigidi, ma si muove per istantanee, lasciando che siano le parole a reggere il peso del non detto. Perché se certe storie non finiscono, si frantumano. E i ricordi che ci lasciano addosso, come scie che ci impediscono di voltare pagina, non seguono mai l’ordine cronologico, ma si accavallano senza preavviso, come polaroid cadute su un pavimento vuoto, abbandonate lì, senza nessuno a raccoglierle. È così che “Dimmi perché” si avvicina al nucleo del racconto senza mai ricomporlo del tutto: il ritratto di una relazione finita come un puzzle a cui mancano pezzi. Un mosaico incompleto, che proprio nella sua imperfezione dice una delle verità più complesse da accettare: alcune risposte non arriveranno mai.

    Dopo “Pupille d’alabastro”, brano in cui l’artista aveva scelto la lentezza, parlando dell’amore come un gesto quotidiano da proteggere, “Dimmi perché” cambia prospettiva e attraversa il “dopo”: non il rapporto di coppia in sé, ma i cocci che ne restano. L’album fotografico è lo stesso, ma le pagine non sono più rilegate: si disperdono, si sovrappongono, e ad un certo punto si strappano.

    Aretino classe 1999, Spectrum Vates ha intrapreso il proprio percorso artistico rifiutando facili espedienti e logiche dell’hype, scegliendo di restare fedele alla sostanza, al contenuto e alla poetica del rap. In una scena spesso affollata da strofe usa e getta, la sua è una scrittura che non teme la densità e l’immagine, capace di intrecciare il linguaggio diretto della strada alla precisione visiva di un obiettivo cinematografico. In “Dimmi perché” questo approccio si amplifica: le parole non raccontano in linea retta, ma si aprono in scene. «Sfiori i miei rimorsi come petali di rosa» e, poco dopo, «Fuoco che ci brucia e poi diluvio che ci spegne», sono versi che funzionano come inquadrature, dettagli isolati che, messi insieme, ricompongono la trama sentimentale. Non si tratta di semplice cronaca, ma di una sequenza di flashback tra ricordo idealizzato e la realtà bruciante di un amore arrivato alla fine.

    Prodotto dallo stesso artista, con mix e master a cura di Atomic, il brano prosegue la cifra estetica di Spectrum Vates: centralità della parola, suono che sostiene senza offuscare il senso del testo, fedeltà a un’identità che preferisce rivolgersi a chi resta – anche nelle difficoltà – piuttosto che farsi notare da chi passa. Se “Pupille d’alabastro” era una lettera scritta a mano, “Dimmi perché” è un cassetto aperto da cui cadono fogli, biglietti, istantanee: pezzi di un racconto che non si può – o non si vuole – ricomporre.

    «Non ho cercato un inizio e una fine – dichiara –. Ho scritto come ricordiamo davvero: a salti, passando dal bene al male senza preavviso. Volevo che il brano fosse un album di immagini spezzate, perché è così che restano certe storie: incompiute.»

    Ancora una volta, Spectrum Vates dimostra che il rap può essere letteratura orale e che la narrazione frammentaria, se sincera, può farsi portavoce di una verità più profonda della cronaca lineare. L’amore e l’odio si alternano in un montaggio serrato: sorrisi amari, piogge battenti, abbracci che graffiano e addii pronunciati sottovoce. L’artista non cerca colpe né colpevoli. E non vuole dare responsi a una storia finita: conserva le domande. E nel farlo, scatta la fotografia più conforme di ciò che resta.

    In “Dimmi perché”, accompagnato dal videoclip ufficiale diretto e prodotto da Giacomo Cassara’ e girato da Serena Giorgi, il rap diventa archivio di ciò che rimane quando una storia non si chiude: non un punto, ma una parentesi lasciata aperta, dove le domande continuano a vivere anche quando le parole sono finite.


  • “Il Ballo della Rabbia” è il nuovo singolo di Nico Del Greco

    Dal 29 agosto 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Il Ballo della Rabbia” (Maionese Project ) il nuovo singolo di Nico Del Greco.

    “Il Ballo Della Rabbia” è il racconto di un mondo che a volte fa arrabbiare per davvero. È un richiamo a un sentimento, la rabbia, spesso visto come negativo, ma usato in questo pezzo come mezzo per raccontare una verità cruda sulle ingiustizie e le ipocrisie dell’essere umano. Il brano racconta la rabbia di chi si sente inascoltato, invisibile, mai abbastanza. È un invito a trasformare il dolore in movimento e la frustrazione in voce. Un ballo indie rock per chi ha fame di giustizia, di attenzione e di spazio. 

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Il Ballo Della Rabbia è il primo brano in cui mi sono concesso davvero di urlare e di non preoccuparmi delle conseguenze. L’ho scritto in un momento in cui sentivo una forte emozione che non riuscivo più a nascondere. Avevo bisogno di esprimermi, di muovermi, di dire che qualcosa non andava, e volevo farlo con il corpo, la voce e la scrittura. L’ho registrato in casa, come gran parte del mio lavoro, ma stavolta ho voluto spingermi oltre: vocalmente, emotivamente e nella produzione. Questo pezzo segna l’inizio di una nuova fase del mio progetto, più cruda, più fisica e più onesta. Scrivere questa canzone è stato doloroso, ma anche liberatorio. È uno sfogo, ma anche una dichiarazione d’intenti.” 

    Il videoclip di “Il Ballo Della Rabbia” è una trasposizione visiva del significato profondo del brano. Diretto, artisticamente curato e in post-produzione da Nico Del Greco, il video si impone con un’estetica potente e definita, realizzata con mezzi minimi e massima creatività. Girato nel salotto di casa, il video è come un quadro medievale in movimento: una cena simbolica in cui l’artista, in camicia bianca, interpreta un commensale disperato di fronte allo stato del mondo. Un cinghiale danzante, figura surreale e disturbante, rappresenta l’indifferenza di chi consuma e si sazia sotto lo sguardo impotente di chi osserva. Il risultato è un’opera intensa e teatrale, che unisce provocazione visiva, ironia e denuncia sociale in una messa in scena dal forte impatto simbolico.

     

    Guarda il videoclip su YouTube:  https://www.youtube.com/watch?v=LQ1LNcwO7A4 

    Biografia

    Nico Del Greco è un artista indipendente che cerca di affermarsi come una voce autentica e teatrale nel panorama musicale contemporaneo. Il suo percorso nasce da una profonda connessione con il canto e la scrittura, coltivati fin dall’adolescenza. Dopo aver conseguito una laurea in musica a Londra, Nico ha iniziato a sviluppare un universo artistico personale, dove sonorità, immagini e performance si fondono in una narrazione cruda, passionale e senza compromessi.

    Tra le influenze musicali di Nico Del Greco spiccano figure iconiche del cantautorato italiano, in particolare Fabrizio De André, a cui riconosce un ruolo fondamentale nella propria crescita artistica ed emotiva. Il suo immaginario prende forma da un ventaglio ampio di riferimenti, che spaziano dal teatro pop di Renato Zero e dall’estetica dirompente di Lady Gaga, fino alla scrittura affilata e viscerale di nuove voci come Anna Castiglia, La Niña e Max Gazzè. Un mix di eleganza, provocazione e autenticità che riflette la complessità del suo universo musicale.

    Oltre alla voce – suo strumento principale – Nico compone e scrive in autonomia, con solide basi di teoria musicale e una grande passione per la poesia e la scrittura creativa. Collabora regolarmente con produttori e fonici freelance, ma mantiene un controllo diretto sulla direzione artistica e visiva dei suoi progetti. Cura personalmente i videoclip, la grafica promozionale e l’identità estetica delle sue uscite, affidandosi occasionalmente a consulenti di immagine per l’elaborazione dei concept.

    Nico non identifica, al momento, canzoni della sua discografia passata come estremamente rappresentative del suo percorso. Riconosce l’importanza affettiva di “Caporale”, primo singolo da lui scritto, ma sente che il progetto attualmente in lavorazione – che include il brano “Il Ballo Della Rabbia” – sia il più significativo fino ad ora. È in questo nuovo lavoro che Nico ritrova con forza la propria voce artistica, una direzione sonora ed estetica che riflette in pieno ciò che oggi desidera raccontare.

    Il target di Nico è composto prevalentemente da giovani adulti (18-35 anni), senza distinzioni di genere, attratti da un linguaggio emotivo e visuale forte, dalla teatralità e dalla libertà espressiva. I suoi ascoltatori si riconoscono nei temi dell’identità, del corpo e del desiderio di autenticità.

    Con la sua musica, Nico vuole raccontare l’urgenza dell’espressione personale in un mondo che spesso impone silenzi, offrendo uno spazio per gridare, ballare, piangere e rinascere. Ogni brano è un atto performativo e visivo, che va oltre la semplice canzone.

    Il suo obiettivo come professionista è costruire una carriera sostenibile e coerente nel mondo della musica indipendente e performativa.

    “Il Ballo della Rabbia” è il nuovo singolo di Nico Del Greco disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 29 agosto 2025.

    Instagram | TikTok

  • “Formentera” è il nuovo singolo di AvA

    Dal 5 settembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “Formentera”, il nuovo singolo di AvA disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 29 agosto.

    “Formentera” è un brano che racconta di un viaggio su un’isola paradisiaca come metafora di evasione e rinascita dopo una storia d’amore finita. AvA intreccia ritmi latin pop con atmosfere eleganti e raffinate, creando un contrasto emotivo tra il dolore del ricordo e la voglia di libertà e leggerezza. La canzone è un viaggio sonoro che accompagna l’ascoltatore attraverso le sfumature dell’anima, tra la malinconia del passato e la speranza di un futuro più luminoso.

    Spiega l’artista a proposito del nuovo singolo: “Avete presente la scena di ‘Shakespeare in love’ quando Colin Firth chiede alla Regina Elisabetta ‘Mia signora, come deve finire?’ E lei gli risponde: ‘Come ogni storia triste: con molte lacrime e un viaggio’. E Formentera parla proprio di questo: una storia d’amore finita male, un viaggio per dimenticare, un flirt su un’isola bellissima… Ma poi… Si dimentica davvero o i nostri fantasmi ci seguono anche in capo al mondo? E cos’è una canzone se non un regalo di immortalità a qualcosa, o qualcuno, che invece si vorrebbe solo dimenticare? Questo è il profondo contrasto che si muove tra le note di un brano apparentemente leggero e sognante che fa a pugni con un testo rabbioso e ambiguo.”

    Il videoclip di “Formentera” racconta una storia d’amore che finisce, un viaggio per dimenticare, un flirt estivo su un’isola bellissima. L’isola di Formentera, con le sue acque cristalline e le sue spiagge di sabbia bianca, diventa il set perfetto per un’estate di libertà e di divertimento, ma anche di riflessione e di introspezione. Il flirt estivo con uno straniero diventa un modo per dimenticare, ma anche per scoprire nuove emozioni e nuove sensazioni. Tuttavia, il passato non si dimentica facilmente e i fantasmi dell’amore perduto continuano a perseguitare il protagonista, creando un contrasto tra la leggerezza del presente e la pesantezza del passato.

    Biografia

    AvA è una predatrice: è una donna che ha calpestato i peggiori stereotipi femminili in scarpe da tennis e che si è conquistata una posizione sociale alternando la sua vita diurna lavorativa per trasformarsi di notte in un mostro fatto di beat, moombahton e urban pop che hanno infuocato le dance hall.

    La musica di AvA è il manifesto della ribalta personale a discapito di una società che ci vorrebbe inermi, disillusi e arresi all’impotenza. È il costume da supereroe nascosto sotto la divisa da lavoro.

    È la dimostrazione che chiunque ha il potere di cambiare la propria vita senza dover scendere a compromessi, anche se si è donne. Soprattutto se si è donne.

    Il progetto è nato nel 2019 dalle ceneri della band tutta al femminile nota come Calypso Chaos, di cui AvA era la frontwoman, e ha pubblicato il primo disco solista (interamente scritto e prodotto da lei) intitolato “Lo Squalo”, distribuito da Artist First su tutte le piattaforme digitali e che ha totalizzato circa 500mila streaming e decine di migliaia di visualizzazioni su YouTube.

    Oltre ai singoli estratti dal disco, complice la pandemia e un clima di totale immobilità, tra il 2020 e il 2021 AvA ha prodotto e pubblicato altri due singoli extra album: “Ti Auguro Ogni Male” e “Canzone Triste”, che a loro volta hanno totalizzato migliaia di streaming e visualizzazioni sui relativi videoclip su YouTube.

    Nel 2025 AvA torna sulla scena urban pop con un nuovo album (sempre interamente scritto e prodotto da lei con la collaborazione di Manuel Finotti) che fa della leggerezza la sua cifra stilistica principale.

    Ma bisogna fare un distinguo perché spesso si tende a confondere la leggerezza con la superficialità, quando invece per leggerezza si intende una capacità profonda di accettazione del proprio destino, imparando a “surfrare” sulle sue onde invece che ad affogarci dentro e godendosi le emozioni nel mentre.

    AvA ci invita a “prendere le cose come vengono” e a distaccarsi in modo anche brutale da questo vortice nauseabondo in cui si è trasformata l’industria musicale (e non solo), a rimettere al centro la propria sanità mentale e la propria felicità, anche attraversando profondi momenti di disperazione e solitudine. Il diritto alla lentezza (Vida Lenta Vida Loca), il diritto alla disperazione (Requiem), il diritto alla malinconia (La fine dell’estate, Per Aspera ad Astra), il diritto di godersi la vita nei suoi momenti effimeri e caotici (Formentera, Josè), ma soprattutto il diritto di fallire per ricominciare da capo (Fammi Fallire), sono i punti cardini da cui prendono vita le storie raccontate in questo disco. Un album dalle sonorità fresche ed eleganti, capace di catapultarci tra una traccia e l’altra, da spiagge caraibiche a deserti di desolazione.

    In questo momento storico intriso di accelerazioni incontrollabili e senso di precarietà continuo, dove solo chi è all’apice della catena alimentare sembra avere qualche chance di sopravvivenza, AvA risponde alla velocità con la lentezza, alla voracità con il piacere effimero e alla felicità ostentata con lacrime vere.

    E mentre tutti sgomitano per accaparrarsi 10 minuti di notorietà in un mare pieno di pesci rossi, da bravo squalo bianco, AvA preferisce nuotare invisibile sotto il pelo dell’acqua, discreta… ma imminente.

    “Formentera” è il nuovo singolo di AvA disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 29 agosto 2025 e in rotazione radiofonica dal 5 settembre.

    Facebook | Instagram | Spotify | YouTube | Sito Web

  • FORMOSO THERAPY SHOW

    FORMOSO THERAPY SHOW

    VENERDI’ 19 SETTEMBRE 2025

    Cine Teatro ORIONE

    BOLOGNA

    LA MUSICA CHE CURA, UN’ESPERIENZA  SCIENTIFICA E TERAPEUTICA

    Venerdì 19 Settembre 2025, alle ore 21.00, il Formoso Therapy Show farà tappa al Cine Teatro Orione di Bologna: un’esperienza unica che unisce musica e scienza per il benessere mentale.

    Dopo i sold out al Teatro San Babila di Milano e varie repliche in altre città, il Formoso Therapy Show arriva per la prima volta a Bologna, sul palco del CineTeatro Orione via Cimabue 14, Venerdì 19 Settembre alle ore 21:00.*

    Il fenomeno teatrale che sta conquistando il pubblico da Nord a Sud fa tappa “nell’affascinante città della cultura” come Adriano Formoso ama definirla . Il Formoso Therapy Show è lo spettacolo che fonde emozione, ironia e riflessione profonda, ideato e interpretato da Formoso, un artista e terapeuta che sta rivoluzionando il modo di raccontare il benessere interiore.

    Dopo il riscontro positivo e con entusiasmo da parte del pubblico in altre prestigiose location italiane, lo show approda anche in Emilia Romagna, portando con sé tutta la sua energia comunicativa e il suo messaggio di consapevolezza emotiva.

    Il Formoso Therapy Show è il primo format in Italia a fondere intrattenimento, psicologia e spiritualità, parlando al pubblico con un linguaggio autentico, diretto e profondamente trasformativo. Più che uno spettacolo, è una vera e propria esperienza. Adriano Formoso non solo guida alla scoperta della Neuropsicofonia, ma offre al suo pubblico una serie di consapevolezze per la propria crescita personale e il proprio benessere psicologico al semplice costo di una serata a teatro e con una modalità originale, piacevole e allegra.

    Sul palco si alternano storytelling coinvolgente, musica, ironia e spunti di riflessione capaci di far ridere, commuovere e, soprattutto, guardarsi dentro. È uno show che non lascia indifferenti, ma accompagna ogni spettatore in un viaggio emotivo unico e lo prepara per conquistare nuove consapevolezze nei futuri Therapy Show.

    Venerdì 19 Settembre alle ore 21 al CineTeatro Orione di Bologna, sarà un’occasione imperdibile per vivere una serata fuori dal comune, che promette emozione, leggerezza e consapevolezza. Un evento che fa bene all’anima, e che resterà nel cuore, in un luogo di periferia nato nel 1961, anima storica e comunitaria della città, luogo di resistenza poetica del capoluogo emiliano.

    Biglietti disponibili su WebTIC:

    https://share.google/8HLGGPlc4LjCxZ8OL

    Oppure attraverso il sito www.adrianoformoso.com

    o scrivendo una email a   staff@formosotherapy.show


    Biografia

    Adriano Formoso vive e lavora a Milano ed è il primo cantautore italiano, psicologo, omeopata, naturopata e psicoterapeuta ad aver portato la musica in un reparto ospedaliero di ostetricia e ginecologia, presso un importante ospedale milanese.

    Ricercatore nell’ambito delle neuroscienze, Adriano si dedica allo studio della relazione tra musica, cervello ed emozioni.

    Le sue competenze gli hanno permesso di essere protagonista della rubrica del TG2 “Tutto il bello che c’è”, dove propone le sue “pillole” di canzoneterapia e Neuropsicofonia, un approccio innovativo che coniuga arte, scienza e psicologia.

    Autore del libro Nascere a Tempo di Rock applaudito al Salone Internazionale del Libro di Torino, ha reso la musica uno strumento per il benessere psicologico e per la crescita personale, integrandola nel suo percorso terapeutico e artistico.

    Fondatore del Centro di Psicologia e Psicoterapia e del Centro di Ricerca in Psicoanalisi di Gruppo bioniana e di Neuropsicofonia a Garbagnate Milanese, ha iniziato la sua carriera unendo arte e terapia già in giovane età, lavorando presso il Carcere Minorile Beccaria di Milano.

    Da lì, ha proseguito la sua opera nei servizi territoriali per le tossicodipendenze, nelle comunità terapeutiche e nei centri psicosociali per pazienti con gravi patologie come la schizofrenia.

    Nel mondo dello spettacolo, Adriano ha portato la relazione di aiuto al servizio del benessere psicologico attraverso il suo innovativo Formoso Therapy Show. Questo spettacolo, che unisce musica e formazione, è stato accolto con entusiasmo nei teatri italiani, dove aiuta il pubblico a riflettere su temi come la crescita personale e la gestione dei disturbi psicologici.

    Cantautore apprezzato, opinionista radiotelevisivo, scrittore e autore di articoli scientifici, Adriano Formoso continua a ispirare con la sua capacità unica di intrecciare musica, psicologia e ricerca scientifica, rendendo l’arte un potente mezzo di trasformazione e benessere.

    Le canzoni di Adriano Formoso sono disponibili in rete sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica.

     

  • “Cosa Siamo Noi” è il nuovo singolo di Sofija Vukic

    Da venerdì 15 agosto 2025 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Cosa Siamo Noi”, il nuovo singolo di Sofija Vukic.

    Il brano “Cosa Siamo Noi” è un brano leggero dalle sonorità latine. Un piccolo gioiello pop per parlare d’amore.

    Spiega l’artista a proposito del brano: “COSA SIAMO NOI è una canzone estiva che ha lo scopo di trasmettere leggerezza a chi la ascolta. È un brano che parla di un amore vissuto in maniera libera e spontanea, con un sentimento autentico e vivo. Questa canzone è nata dal desiderio di ballare, ridere e lasciarsi andare all’amore, senza troppe domande”

     

     

    Biografia

    Sofija Vukic è una ragazza di 16 anni molto curiosa e determinata nel raggiungere i suoi obiettivi. Canta, suona il pianoforte e gioca a tennis fin da piccola. Ama l’arte e lo sport e con queste attività riesce sempre a sfogarsi, ed è qua che entra in gioco anche la scrittura. Le piace scrivere canzoni ma anche libri e racconti. Infatti durante il Lockdown ha scritto molte storie che poi ha pubblicato nel 2021, che l’hanno aiutata a trovare il giusto equilibrio attuale.

    “Cosa siamo noi” è il nuovo singolo di Sofija Vukic disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 15 agosto 2025.

     

    Instagram | TikTok

  • MIRAI NO HAGAKI : in uscita His Black Orbit Never Ends

    Il prossimo 26 settembre uscirà su tutte le piattaforme digitali e su Bandcamp (ma non su Spotify) il nuovo lavoro musicale di Mirai Ho Hagaki. Da non perdere!

    Non lasciatevi ingannare dal termine ambient: ciò che Mirai No Hagaki propone con il suo nuovo lavoro non ha nulla della contemplazione rassicurante a cui spesso questo genere viene associato.
     “His Black Orbit Never Ends” è un disco che non carezza, non consola, non invita a fuggire dalla realtà. È un atto sonoro di resistenza, un urlo che squarcia il silenzio complice del nostro tempo.

    Un urlo, non una ninna nanna

    L’artista lo dichiara senza mezzi termini: questo non è un album atmosferico, è una denuncia. È un grido rivolto contro i signori della guerra, contro i politici corrotti, contro le ombre che riducono l’essere umano a moneta di scambio. Non è musica nata per intrattenere o decorare, ma per disturbare, per mettere a disagio, per ricordare che il suono può essere un’arma culturale e politica.

    Una gestazione tormentata

    Le otto tracce che compongono l’album non sono state “composte” nel senso tradizionale: sono state espulse, come un rigetto necessario, dopo notti di incubi, insonnia e ossessioni. Ogni suono nasce da un processo quasi catartico, un tentativo disperato di dare forma alle visioni che la realtà stessa impone con la sua brutalità.

    Una ricerca sonora radicale

    Musicalmente, His Black Orbit Never Ends è costruito su strutture microtonali e su un sound design che rifiuta la consolazione. È un lavoro che sfrutta l’esperienza di Davide Perico — il compositore e sound designer che si cela dietro lo pseudonimo Mirai No Hagaki — maturata nel mondo del cinema e dei videogiochi, per creare paesaggi acustici che sono allo stesso tempo visionari e abrasivi. È musica che non accompagna, ma costringe a guardare negli occhi il baratro.

    Un gesto politico anche nella distribuzione

    La protesta non è soltanto musicale: riguarda anche la modalità di pubblicazione. L’album sarà disponibile su tutte le principali piattaforme digitali e su Bandcamp — ma non su Spotify. Una scelta consapevole e ferma, motivata dal coinvolgimento del CEO della piattaforma in aziende e startup di natura militare. In un’epoca in cui l’ascolto sembra spesso ridursi a consumo passivo, Mirai No Hagaki riafferma con forza che anche la scelta dei canali di distribuzione è un atto politico.

    I titoli come manifesti

    Ogni brano è una provocazione, un piccolo manifesto poetico e sarcastico, un titolo che già da solo è un’accusa:

    1. Sing Along with the Void (It Misses You)

    2. July’s Slumber (He Sleeps Between the Signals and the Silence)

    3. The Black Echo Beyond (Still Not Loud Enough to Drown You Out)

    4. Orbit of Dread (But Please, Pretend It’s Fine)

    5. Event Horizon Lullaby (Sleep Tight, You’re Not Coming Back)

    6. Wormhole Whispers (They’re Talking About You Again)

    7. Frozen in the Nebula (You Always Did Love Being Stuck)

    8. Signals from the Silent Dark (Finally, Something That Listens)

    Conclusioni

    Con His Black Orbit Never Ends, Mirai No Hagaki rompe deliberatamente le regole del suo stesso linguaggio. Questo non è un album che troverete in una “chill playlist” né un sottofondo per lo studio. È un’esperienza sonora da affrontare, non da subire.
     Un disco che chiede responsabilità all’ascoltatore, che reclama un ascolto attivo, che non vi permetterà di restare neutrali.

    Non è un rifugio. È un campo di battaglia.

    L’album è già disponibile in preacquisto su bandcamp a questo link:

    https://mirainohagaki.bandcamp.com/album/his-black-orbit-never-ends

    Contatti Mirai No Hagaki:
    https://www.instagram.com/mirainohagaki

    https://x.com/mirainohagaki

    mirainohagaki@gmail.com

    Press: occhiodellarte@gmail.com