Category: Comunicati

  • “Voci ribelli”: i Mud Pie in concerto giovedì 6 marzo alla Camera del Lavoro di Milano per celebrare le donne che hanno fatto la storia della musica

    La band renderà omaggio a icone senza tempo come Vera Hall, Nina Simone, Etta James, Janis Joplin e Amy Winehouse: donne che, attraverso la loro voce e la loro arte, hanno sfidato le convenzioni, trasformando la musica in un atto di libertà

    MILANO – In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, la Cgil Milano e l’associazione culturale Secondo Maggio presentano “Voci ribelli”, un concerto-evento dedicato alle grandi artiste che hanno segnato la storia della musica con il loro talento e il loro coraggio. L’appuntamento è per giovedì 6 marzo alle ore 18.30 presso la Camera del Lavoro Metropolitana di Milano in corso di Porta Vittoria 43 (ingresso libero fino a esaurimento posti). Protagonisti della serata saranno i Mud Pie, band che renderà omaggio a icone senza tempo come Vera Hall, Nina Simone, Etta James, Janis Joplin e Amy Winehouse. Donne che, attraverso la loro voce e la loro arte, hanno sfidato le convenzioni, trasformando la musica in un atto di libertà e autenticità.
    Il repertorio della band attraversa i generi e le epoche, dalle radici del blues e del gospel fino al jazz, al soul, al rock e al pop contemporaneo. Un viaggio sonoro che esprime la fusione di culture e influenze musicali, in perfetta sintonia con l’identità del gruppo. I Mud Pie (Marta Colombo, voce e percussioni; Alex Stangoni, cigarbox guitar e dobro; Nicola Rizzi, armonica; Sebastiano Ruggeri, batteria; special guest Martina Milzoni, basso) prendono il nome, infatti, da una torta tradizionale del Mississippi, evocando l’unione di ingredienti diversi, proprio come la loro musica, che mescola blues, jazz, elettronica e sonorità africane ed europee.
    L’evento rappresenta non solo un’occasione per celebrare la musica, ma anche un momento di riflessione sul ruolo delle donne nel panorama artistico e culturale. La Cgil Milano continua così il suo impegno per la valorizzazione del talento femminile e per una società più equa e inclusiva.
  • Atelier Musicale: pagine di Skrjabin, Prokofiev e Rachmaninov con il pianista Antonio Di Cristofano sabato 1 marzo alla Camera del Lavoro di Milano

    MILANO – Il pianista Antonio Di Cristofano è uno dei massimi interpreti, a livello internazionale, del mondo musicale di Alexander Skrjabin, di cui presiede anche la giuria dell’omonimo e prestigioso premio organizzato nella città di Grosseto. Riveste, quindi, un particolare interesse ascoltarlo sabato 1 marzo, alla Camera del Lavoro di Milano, in occasione del terzultimo appuntamento stagionale dell’Atelier Musicale, in un programma che pone intorno a Skrjabin altri due grandissimi pianisti-compositori della tradizione russa quali Sergej Rachmaninov e Sergej Prokofiev, proposti con repertori che sono legati soprattutto ai loro anni giovanili. Come sempre, il concerto inizierà alle ore 17.30 (ingresso 10 euro con tessera associativa di 5 euro).
    Di Prokofiev verrà interpretato l’adattamento della prima Sonata, scritta nel 1907 (e poi perduta), quando era ancora un sedicenne studente del Conservatorio di San Pietroburgo, mentre di Rachmaninov si eseguiranno i Preludi composti tra il 1901 e il 1903 (opera n.23) e nel 1910 (op. 32). In entrambi i casi si tratta di opere che restano legate al mondo romantico, pur presentando elementi di originalità che già identificano chiaramente i loro autori.
    Anche di Skrjabin sono state scelte pagine che risalgono alla sua ispirazione più romantica, a cominciare dalle due Sonate, di cui l’op. 6 scritta nel 1893 e l’op. 19 nel 1896. La prima è vicina a un tardoromanticismo che l’accomuna in parte alla linea di Rachmaninov, la seconda svela già tratti di quel descrittivismo quasi impressionista che emergerà nelle opere della maturità artistica. Il Preludio op. 9 risale al 1894 ed è un’altra pagina descrittiva che presenta la particolarità dell’esecuzione per sola mano sinistra. Un repertorio, dunque, che ci apre al mondo russo, spesso non facile da comprendere e ricco di peculiarità per le quali l’esecuzione deve andare ben oltre il dato tecnico.
    Di Cristofano è un conoscitore profondo di quell’universo espressivo e dei suoi autori, che è chiamato a suonare in tutto il mondo, nelle più prestigiose sale da concerto che visita regolarmente grazie a un’intensa attività di interprete, alla quale si aggiungono le presenze in molteplici giurie di concorsi pianistici, i seminari e le masterclass che tiene in diversi Paesi. Attualmente è professore ospite al Conservatorio cinese di Xiamen e all’Accademia Estiva Orpheus di Vienna.

    ATELIER MUSICALE – XXX stagione
    Sabato 1 marzo 2025, ore 17.30
    Antonio Di Cristofano
    Alexander Skrjabin e dintorni – Nuove generazioni nella Vecchia Russia
    Antonio Di Cristofano (pianoforte).

    Programma
    A. Skrjabin (1872-1915):
    Preludio op. 9 per la mano sinistra;
    Sonata in fa minore op. 6

    S. Rachmaninov (1873-1943):
    Preludi op. 23 n. 4 e op. 32 n. 12;
    Elegia op. 3

    S. Prokofiev (1891-1953):
    Sonata in fa minore op. 1

    A. Skrjabin:
    Sonata Fantasia in sol diesis minore op. 19.

    Introduce Maurizio Franco.

    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa di 5 euro.
    Per informazioni: 3483591215; email: secondomaggio@alice.iteury@iol.it
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio.
    Presidente: Gianni Bombaci; vicepresidente: Enrico Intra.
  • Mafalda Minnozzi – Riofonic Da venerdì 28 febbraio 2025, per l’Italia, disponibile il nuovo album Riofonic sulle piattaforme digitali e in copia fisica

    Pubblicato dall’etichetta MPI, Riofonic è il nuovo album della cantante Mafalda Minnozzi, presente sulle piattaforme digitali e in formato fisico, per l’Italia, da venerdì 28 febbraio. Mafalda Minnozzi è un’artista dalla proverbiale raffinatezza, dalla sconfinata esperienza, ultratrentennale, dal riconosciuto talento che le ha permesso di esibirsi a tutte le latitudini e nei festival jazz internazionali più prestigiosi. Questo suo nuovo lavoro discografico, come consuetudine, è concepito nel segno della finezza interpretativa, tratto distintivo della cantante di origine pavese. Riofonic è un disco la cui tracklist consta di quattordici brani che rendono amorevolmente omaggio a Rio de Janeiro. Sono otto le figure iconiche della Musica Popolare Brasiliana omaggiate in questa nuova creatura discografica: Roberto Menescal, Ronaldo Bôscoli, Antônio Carlos Jobim, Vinícius de Moraes, Johnny Alf, Luiz Bonfá, Matt Dubey e Carlos Lyra. Ma c’è spazio anche per un caloroso tributo a un gigante del cantautorato italiano come Domenico Modugno che, a quattro mani con Roberto Gigli, scrisse l’intramontabile Tu si’ ‘na Cosa Grande. A impreziosire questo CD, anche due brani originali firmati da Mafalda Minnozzi e Paul Ricci e, soprattutto, la partecipazione speciale di Roberto Menescal, uno dei padri fondatori della bossa nova che enfatizza l’autenticità di questo progetto. La formazione di Riofonic è composta da nove eccellenze della Musica Popolare Brasiliana e del jazz: Paul Ricci (chitarra, arrangiamenti e produzione artistica), Kassin (basso) e João Cortez (batteria e percussioni) che costituiscono l’ossatura della sezione ritmica. In qualità di ospiti d’eccezione, a Roberto Menescal (voce e chitarra) si aggiungono Jaques Morelenbaum (violoncello), Marcelo Martins (flauto, sax soprano e sax tenore), Jessé Sadoc (tromba e flicorno), Rafael Rocha (trombone) e Jorge Helder (contrabbasso). Mafalda Minnozzi racconta la gestazione e descrive il mood di Riofonic: «Con la sua bellezza abbagliante e la sua energia vibrante, Rio ha scolpito la mia anima. Ogni angolo e ogni strada risuonano di melodie e ritmi che hanno guidato il mio percorso musicale e la mia carriera, in una sorta di viaggio spirituale intimo e profondo. Ecco il motivo di questo mio omaggio alla “Cidade Maravilhosa”, ai suoi compositori e a quel movimento chiamato Bossa Nova che ha rivoluzionato la musica del mondo».

  • Stefano Fucili & Piazza Grande: il 3 marzo al Teatro Orione di Bologna il concerto-racconto “Bella la vita”, un omaggio a Lucio Dalla

    Lunedì 3 marzo 2025 ore 21:00 Stefano Fucili insieme alla band Piazza Grande presenta il concerto-racconto “Bella la vita”, un omaggio a Lucio Dalla al Cine Teatro Orione di Bologna.

    “Bella la vita” è un vero e proprio viaggio attraverso i mondi musicali e poetici di uno dei più grandi artisti del panorama musicale italiano, arricchito dai racconti inediti di Stefano Fucili. A fare da filo conduttore tra le canzoni ci saranno i personaggi e le storie liberamente ispirate al libro “BellaLavita”, scritto da Lucio Dalla in parallelo all’album “Luna Matana” nel 2001.

    Il progetto è ideato da Stefano Fucili, cantautore che alla fine degli anni ’90 è stato prodotto da Lucio Dalla e coautore del brano “Anni Luce” dall’album “Luna Matana”, a cui ha partecipato anche come corista. Insieme alla band Piazza Grande, composta da musicisti eccezionali, e con la supervisione artistica del regista teatrale Fabrizio Bartolucci, Fucili porta in scena uno spettacolo unico nel suo genere.

    Da oltre dieci anni, Stefano Fucili, con progetti come Piazza Grande e, più recentemente, come ospite della Temporary Band, porta con successo il repertorio del suo maestro Lucio Dalla nei teatri e nelle piazze di tutta Italia, reinterpretandolo con rispetto e personalità.

    Durante la serata, in scaletta i grandi successi del repertorio di Lucio Dalla, tra cui “L’anno che verrà”, “Piazza Grande”, “4/3/3”, “Attenti al lupo”, “Futura”, “Caruso”, “Anna e Marco” e “Canzone”, ma anche brani da riscoprire come “Ayrton” e “Anni Luce”, oltre ad un inedito scritto da Lucio Dalla insieme a Stefano Fucili.

    Formazione

    Stefano Fucili – voce e chitarra

    Fabrizio Bartolucci – voce narrante

    Carlo Simonari – cori, tastiere e fisarmonica

    Tommy Baldini – chitarre e bouzouki

    Roberto Panaroni – basso

    Luca Giavon – batteria e percussioni

    I biglietti per il concerto del 3 marzo al Cine Teatro Orione di Bologna sono disponibili su Liveticket

    Sarà possibile acquistare i biglietti anche il giorno dello spettacolo direttamente al botteghino del Cine Teatro Orione di Bologna (Tel: +39 051 382403).

    Evento Facebook:  https://fb.me/e/5YzLT2sTu

    Il concerto-racconto “Bella la vita” è una produzione di Aladin Eventi di Francesco Di Tullio.

     

    Biografia

    Stefano Fucili cantautore prodotto da Lucio Dalla alla fine degli anni 90, coautore con e per Lucio del brano Anni Luce dall’album Luna Matana dove partecipò anche come corista.

    Ha all’attivo diversi album, alcuni suoi singoli come Bella Bella Bella, e Ballare Ballare hanno riscosso un buon successo in diversi paesi esteri. Compositore di musiche per serie Tv internazionali come The Kardashans, Missing, Madam Secretary, The Flight Attendant.  Artista poliedrico, Stefano è anche interprete ed autore di canzoni per bambini, i suoi video nel canale YouTube Coccole Sonore hanno superato 100 milioni di visualizzazioni. Dal 2012 interpreta con rispetto e personalità il prezioso repertorio del suo maestro Lucio insieme a vari progetti live tra cui la band Piazza Grande, in piazze e teatri di tutta Italia, affiancando sul palco collaboratori e amici storici di Dalla come Iskra Menarini, Riccardo Majorana, Bruno Mariani, Gino Castaldo, Marcello Balestra, Bracco Di Graci, Stefano Scartocci.

    La band Piazza Grande che reinterpreta in maniera fedele ed originale il repertorio dalliano, è composta da Carlo Simonari (cori e piano) già collaboratore di Ivan Graziani, Tommaso Baldini (chitarre) e Luca Giavon (batteria) reduci dall’apertura di diversi concerti negli stadi di Vasco Rossi e il bassista di esperienza trentennale Roberto Panaroni. A completamento della band la preziosa presenza dell’attore Fabrizio Bartolucci, già collaboratore di Dario Fo, che dà voce ai racconti di Lucio.

     

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  • Camilla Bianchini: “Gaetano” il sesto episodio di “Call Back” disponibile dal 24 febbraio

    Dal 24 febbraio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale la sesta puntata di “CALL BACK”, il podcast fictional italiano prodotto da Blackcandy Produzioni e tratto dall’omonimo romanzo di CAMILLA BIANCHINI, edito da Bertoni Editore.

    Nel sesto episodio intitolato “Gaetano”, Nina che aveva appena fatto da Baby Planner alla festa di Mavilavi, una baby influencer, riceve una chiamata improvvisa dal suo vecchio insegnante Igor, che la informa che Gaetano, il suo compagno del corso di teatro al liceo, si è suicidato. Nina è sconvolta, ma ben presto riceve la notizia che è stata convocata per un provino importante per un film scritto da uno sceneggiatore americano con cui collabora Marlon. È un’opportunità unica per lei.

     

    Attrice, scrittrice e voce narrante del podcast, Camilla Bianchini attraverso questa storia, dà voce ad una generazione, quella dei Millennial, che, nonostante le incertezze, non smette mai di sognare. Diviso in sette episodi, “Call Back” racconta in una sorta di rocambolesco flusso di coscienza la storia di Nina, attrice trentaduenne che, in attesa di un call back per un ruolo nella serie Gente di Mare 50, spera di dare una svolta decisiva alla sua carriera. Nel frattempo, Nina si destreggia tra provini improbabili – come quelli per una pubblicità di dentifrici – lavoretti part-time mal pagati e l’instabilità del mondo dello spettacolo, lontano dai riflettori e dai red carpet. La svolta arriva con una proposta di lavoro da una celebre casting director, Soldonipertuttitrannecheperte, che trascina Nina in una serie di peripezie, costringendola a fare i conti con il proprio passato e il proprio presente. L’ironia è il tratto distintivo di questo podcast, che si rivolge ai Millennial e a tutti coloro – attori, attrici e non – che si trovano ancora in cerca del loro posto nel mondo.

    A proposito del podcast, Camilla Bianchini spiega: “Quando Call Back era solo nella mia mente avrebbe dovuto essere un monologo teatrale tragicomico che raccontava le avventure quotidiane di un’attrice trentenne precaria poi però mi è presa la mano ed è nato un romanzo edito da Bertoni Editore, durante le presentazioni mi divertivo così tanto a leggerlo e interpretarlo che ho pensato: si potrebbe fare un fictional podcast”.

     

    Ascolta “CALL BACK” su Spotify https://open.spotify.com/show/7t6IvW9YSp3FC9tER7GeYW

     

    Biografia

    Camilla Bianchini nasce a Roma nel 1987, nipote d’arte, il nonno infatti era la voce italiana di James Bond ( ma anche, ci tiene molto Camilla a ricordarlo, di Baloo de Il Libro della Giungla), si forma alla Scuola di recitazione Teatro Azione diretta da Cristiano Censi e Isabella Del Bianco e contemporaneamente si laurea in Letteratura Musica e Spettacolo con una tesi su Gli Indifferenti di Alberto Moravia a confronto con il celebre film di Citto Maselli ed effettivamente Letteratura e Cinema continuano ad avere una grande importanza nel suo percorso artistico. Camilla negli anni si muove tra teatro, quello off, grande palestra per chiunque decida di fare il mestiere dell’attore ma anche palchi più grandi, come quello di Segesta e di Ostia Antica. Ha ideato lo spettacolo “Ricomincio da G.”, omaggio a Giorgio Gaber in cui l’attrice insieme all’attore Pietro De Silva e a sei musicisti ripercorre il percorso artistico e umano di Giorgio Gaber, ha scritto monologhi per il teatro e un romanzo CALL BACK edito da Bertoni Editore da cui è tratto il podcast. Per quanto riguarda il cinema la prima esperienza importante è con un corto, L’Appuntamento, vincitore del Globo d’Oro nel 2013, tra i film a cui Camilla ha partecipato ricordiamo l’opera prima di Milena Cocozza “Letto n 6”, una ghost story prodotta dai Manetti Bros, in televisione ha l’occasione di interpretare la celebre scrittrice Emily Bronte in una versione de Le Interviste Impossibili per Rai5, ha partecipato recentemente anche alle serie Le indagini di Lolita Lobosco  per Rai1 regia di Renato de Maria e Vita da Carlo 3 regia di Carlo Verdone e Valerio Vestoso. Attualmente è in tournee con lo spettacolo Signorine nel tempo, l’epopea delle Signorine Buonasera, regia di Pietro De Silva.

    Il sesto episodio di “Call Back” il podcast di Camilla Bianchini prodotto da Blackcandy Produzioni è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 24 febbraio 2025. Le nuove puntate usciranno con cadenza settimanale.

     

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  • “Stato di Massima Allerta” è il nuovo singolo dei Dish-Is-Nein

    Da venerdì 28 febbraio 2025 sarà in rotazione radiofonica “STATO DI MASSIMA ALLERTA” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN, disponibile sulle piattaforme digitali dal 1° marzo.

    “Stato di Massima Allerta”, brano che anticipa “Occidente, a Funeral Party”, il nuovo album di prossima uscita, è il manifesto delle contraddizioni, un inno alla sorveglianza costante, all’apatia selettiva. Mentre il mondo scivola verso un baratro annunciato, siamo in allerta per le cose sbagliate, futili, superflue. Il potere sorride, accoglie, concede e reprime con la stessa mano. E noi? Ci adeguiamo, obbediamo, giù sulla corrente delle schiene piegate, senza nemmeno accorgerci di aver già perso, da tempo.

    Commenta la band a proposito della nuova release: “Stato di Massima Allerta, stato di condivisione, per una resa inerme di chi è chiamato all’azione”.

     

    Dopo un periodo di silenzio, i DISH-IS-NEIN tornano sulla scena con un evento speciale. Sabato 15 marzo 2025 alle ore 21:00, il Teatro Ermanno Fabbri di Vignola (MO) ospiterà la presentazione di “Occidente, a Funeral Party”, il loro nuovo album. Un lavoro che nasce dalle ceneri di un periodo difficile, segnato da ferite profonde e dalla consapevolezza di vivere in tempi “tossici”, ormai al capolinea.

    Sul palco, insieme ai DISH-IS-NEIN, una vera e propria “coalizione” di artisti e amici: il Coro Monte Calisio, Renato “Mercy” Carpaneto e Stefania T. D’Alterio degli IANVA, Sergio Messina (Radio Gladio), Guido Ballatori, Simone Poletti e il Circolo Ribalta. Una comunità unita dalla stima reciproca e dalla voglia di condividere un momento speciale.

    I biglietti per la data di sabato 15 marzo 2025 al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola (MO) sono disponibili su Vivaticket.

    Biografia

    DISH-IS-NEIN: la storia di una band che non si arrende al dolore e alla perdita. Si scrive DISH-IS-NEIN, ma si legge DISCIPLINATHA. Questo è un nuovo capitolo della storia musicale, umana e personale di DISH-IS-NEIN. Dopo la scomparsa di Dario Parisini il 9 giugno 2022, molti, inclusi Cristiano Santini e Roberta Vicinelli, credevano che il progetto DISH-IS-NEIN fosse giunto al termine.

    Tuttavia, la passione è riemersa e “il fuoco ha ripreso a camminare con loro”. Hanno raccolto le macerie, sanato le ferite, anche se alcune di queste, le più profonde, rimarranno per sempre sanguinanti. Ha prevalso la voglia di esserci, di rimettersi alla prova, la necessità di raccontare di questi tempi tossici, un mondo al capolinea, “la fine della festa”, il senso di desolazione che attanaglia il cuore ed esilia la mente.

    DISH-IS-NEIN è per natura l’opposto della stasi. Fin dagli albori dei DISCIPLINATHA, la band ha avuto come obiettivo un “oltre” che neppure loro, ancora oggi, conoscono fino in fondo. In questo percorso, Dario era fondamentale: oltre alle sue chitarre, portava la sua presenza e una visionarietà lucida in grado di spingersi oltre il presente.

    Per onorare il suo ruolo, DISH-IS-NEIN ha scelto di non sostituirlo. Nel nuovo album “Occidente, a Funeral Party” non ci saranno chitarre. Il DNA della musica rimane lo stesso, ma la sua assenza sarà una presenza evidente e definitiva. Questa scelta rappresenta un modo per capire chi sono DISH-IS-NEIN oggi e cosa saranno in grado di raccontare, immaginare, fotografare, quali coscienze sapranno smuovere.

    Naturalmente, anche quante persone saranno in grado di fare in****are. In altri termini, l’unico modo di essere DISH-IS-NEIN.

     

    “Stato di Massima Allerta” è il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN, prodotto da Overdub Recordings, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 1° marzo 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 28 febbraio.

     

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  • “Speranza” è il nuovo singolo dei Gincana

    Dal 28 febbraio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “SPERANZA”, il nuovo singolo dei GINCANA per Maionese Project.

    “Speranza” è un brano profondo e introspettivo che scava a fondo nelle profondità dell’anima umana. Con una lirica cruda e poetica, gli artisti ci guidano in un viaggio emozionante attraverso le sfumature della speranza e della disperazione. Il testo, ricco di immagini forti ed evocative, dipinge un quadro vivido di un mondo segnato dalla sofferenza e dall’odio, ma anche dalla tenace volontà di sopravvivere. La voce degli artisti, intensa e carica di emozione, trasmette un senso di urgenza e di consapevolezza, invitando l’ascoltatore a riflettere sul significato profondo dell’esistenza e sull’importanza di coltivare la speranza anche nei momenti più oscuri. Un inno alla resilienza, “Speranza” lascia un segno profondo, toccando le corde più intime dell’animo umano.

    Spiega la band a proposito della nuova release: “Scrivere ‘Speranza’ è stato come scavare nel profondo di noi stessi. C’è un’intensità in ogni parola, un’urgenza che sentivamo crescere dentro mentre mettevamo nero su bianco i nostri pensieri più intimi. La chitarra classica, con il suo suono caldo e avvolgente, è stata la compagna ideale per questo viaggio emotivo. Ogni accordo, ogni nota, è un respiro, un battito di cuore. In studio, mentre registravamo, abbiamo provato un’emozione indescrivibile. Sentiamo che questa canzone ha qualcosa di speciale, qualcosa che può toccare le corde più profonde dell’animo di chi l’ascolterà.”

    Biografia

    Gincana, dove recitazione e musica elettronica si fondono. L’incontro tra Antonio e Caterina dà vita a un’esplosione di creatività. Una fucina di idee che si materializzano combinando musica, recitazione, poesia e visual art.

    Antonio Junior Antonaglia: Musica, Sound Design. Nato e cresciuto a New York, Antonio inizia la sua carriera come chitarrista di musica classica, per poi immergersi nelle sonorità elettroniche. Stampa numerosi vinili per grandi etichette internazionali con lo pseudonimo Atomik Tags e si afferma come sound designer. La sua musica è un viaggio sonoro che combina tradizione e innovazione, creando paesaggi sonori unici e avvolgenti.

    Caterina Ardizzon: Voce, Testi, Arte Visiva. Artista veneziana poliedrica, Caterina è un’esploratrice dei mondi onirici ed emozionali. Nei suoi lavori, l’immaginazione prende il volo attraverso disegni, parole e messe in scena. La sua arte visiva si intreccia con le performance, creando un universo visivo e sonoro che incanta e ispira.

    “Speranza” è il nuovo singolo dei Gincana disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 28 febbraio 2025.

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  • “Budapest”: Kiara canta le seconde possibilità nel suo nuovo singolo

    Cosa accade quando una città diventa il teatro di una rivoluzione personale? Con “Budapest”, Kiara ci porta sulle rive del Danubio, dove il passato lascia spazio alla rinascita e l’amore trova il coraggio di guardare avanti. Prodotto da Alessandro Di Somma e masterizzato da Stefano Crispino, il nuovo singolo della cantautrice napoletana d’adozione monzese fonde melodia e introspezione in una narrazione che parla di conferme, di scelte e del potere trasformativo dell’autenticità.

    Dopo aver conquistato con “Portami a ballare”, Kiara torna per convertire i ricordi in slancio verso il futuro. “Budapest”, fuori per PaKo Music Records con distribuzione Believe Italia, è la fotografia di un momento, la testimonianza di come i luoghi e le esperienze possano cambiare la nostra prospettiva. La voce di Kiara si intreccia a una produzione raffinata per raccontare la lotta contro le proprie ombre.

    «È durante un viaggio a Budapest che ho realizzato quanto fosse importante lasciar andare le zavorre del passato – spiega l’artista -. La città, con la sua bellezza e il suo respiro antico, mi ha permesso di fermarmi e guardarmi dentro, trovando la forza di accettare la mia storia e di costruire qualcosa di nuovo.»

    Budapest, crocevia di etnie e culture, con la sua capacità di reinventare un passato travagliato in una moderna capitale pulsante di vita, rappresenta per Kiara il luogo ideale in cui affrontare i propri fantasmi e trovare la spinta per ripartire. Tra le rive del Danubio e i suoi ponti iconici, il pezzo ci parla di un viaggio che si snoda tra ricordi, scelte e nuove possibilità, intrecciando l’anima della città a quella di chi trova dentro sé il coraggio di cambiare.

    In un momento storico in cui il cambiamento e la ricerca di nuove prospettive sono sempre più rilevanti, “Budapest” si presenta come un messaggio di speranza e autodeterminazione: lasciare andare ciò che ci appesantisce per costruire il proprio futuro. La bellezza malinconica della metropoli ungherese, fa da cornice non solo al vissuto personale di Kiara, ma a un’esperienza condivisa, un invito a tramutare il dolore in coraggio e i luoghi in ricordi indelebili.

    Nel testo, immagini e sensazioni si alternano in un mosaico di emozioni: «Barcollando per capire qual è la mia verità, giusto il tempo di soffrire, sono rotta a metà»; un verso che svela il peso di ferite ancora aperte, di una voce interiore che cerca la sua via d’uscita. Ma è nel passaggio «Pensavo che strano non provare a viverci, noi sul fiume qui a Budapest» che tutto si cristallizza: arriva il punto di svolta, l’istante in cui la consapevolezza diventa scelta, permettendo che i ricordi diventino un nuovo inizio.

    I suoni elettronici si mescolano a melodie calde, creando un’atmosfera che ricorda la città stessa: un equilibrio perfetto tra modernità e nostalgia. Questa dualità rispecchia l’anima della canzone, che si muove tra passato e presente, tra il lasciarsi andare e il decidere di restare.

    «”Budapest” è il mio sigillo, la mia conferma che, nonostante tutto, possiamo rinascere – conclude Kiara -. È una dedica a chi si sente bloccato dai ricordi, ma anche un invito a chi ha il coraggio di lasciarsi alle spalle ciò che non serve più. Non è mai troppo tardi per scegliere la propria strada.»

    Con “Budapest”, Kiara non si limita a cantare un’esperienza personale, ma ci chiama a vivere, spingendoci a riflettere su quanto sia importante non lasciare che il passato impedisca di godere del presente.

  • “Comfort Zone”: Michela Baselice firma il singolo che tutti i giovani dovrebbero ascoltare

    Cosa spinge una giovane artista a lasciare la strada sicura per inseguire ciò che teme? Michela Baselice lo sa. Dopo aver conquistato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori duettando con Giorgia a Stasera c’è Cattelan su Rai 2, la talentuosa cantautrice campana torna con “Comfort Zone” (Daylite/The Orchard), singolo con cui racconta una scelta precisa: mettersi in discussione, quando sarebbe più facile restare immobili.

    Non è un caso che proprio lei, che ha calcato palchi prestigiosi come la Biennale di Venezia e Villa Ormond durante il Festival di Sanremo, abbia deciso di dar voce al momento in cui si deve smettere di giocare sul sicuro. “Comfort Zone” è la fotografia di quell’istante: il punto di rottura tra ciò che ci fa sentire protetti e ciò che ci permette di evolvere.

    «Cantare con Giorgia è stato un punto di svolta: un momento in cui ho capito che la paura del cambiamento è una trappola – spiega Michela -. “Comfort Zone” nasce da quella consapevolezza: il vero rischio è restare dove tutto sembra facile.»

    Ed è proprio da questa riflessione che prende forma un brano capace di raccontare un’intera generazione, sospesa tra il desiderio di esporsi e la paura di fallire.

    «Tu rimani nella comfort zone, dentro un video ma non è TikTok. Ti fai pare tipo no no stop, è un film che so»: in poche righe, Michela descrive perfettamente la realtà di molti giovani di oggi, intrappolati in un loop digitale, dove scrollare uno schermo sembra sufficiente per sentirsi vivi, ma non lo è. “Comfort Zone” parla di chi si rifugia dietro a un display, dove la ricerca di approvazione online diventa spesso una scusa per non affrontare il mondo reale.

    Michela lo racconta con un linguaggio diretto, figlio del tempo che viviamo, capace di parlare la stessa lingua di chi ascolta, senza sovrastrutture. A rendere ancora più incisivo il messaggio, è un sound pop-dance elettronico dal ritmo coinvolgente, che richiama le atmosfere da club, con il battito della musica che accompagna i pensieri di chi balla per dimenticare e lasciarsi andare, ma finisce per riflettere. Un mix sonoro che rende un tema intimo un vero e proprio grido generazionale.

    In un momento storico in cui l’immobilità sembra più rassicurante del cambiamento, “Comfort Zone” diventa il suono di chi sceglie di rischiare, di chi è pronto a uscire dal proprio porto sicuro e affrontare ciò che conta davvero.

    Ma questa traccia non offre risposte semplici. È un invito a rallentare, a guardarci dentro e trovare il coraggio di varcare quella linea invisibile che separa ciò che ci fa sentire al sicuro da ciò che può realmente farci crescere. Un’esortazione a rompere i confini autoimposti per spingerci oltre ciò che rassicura. Perché, alla fine, la domanda rimane una sola:

    Quanto siamo davvero disposti a rischiare per tutto ciò che desideriamo?

    Perché, in fondo, come ci ricorda questa traccia, le cose che contano si trovano sempre un passo oltre la linea di ciò che conosciamo.

    Abbandonare la superficie per affrontare la profondità delle proprie ambizioni: questo è il messaggio centrale, sottile ma potente, di un pezzo che parte dal dubbio, attraversa la paura e si apre alla possibilità.

    Utilizzando una relazione complicata come metafora di conflitto – «Prendo coscienza, posso stare anche senza. Questo amore è troppo rock & roll» -, Michela evidenzia l’importanza di scegliere sé stessi, anche a costo di lasciare andare ciò che rassicura ma non arricchisce.

    Una narrazione quanto mai attuale, se si considera che, secondo un’indagine dell’ISTAT del 2023, il 32,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni dichiara di avere paura del futuro, un sentimento ancora più marcato tra le ragazze (42,1%) rispetto ai ragazzi (23,1%).

    “Comfort Zone” diventa così un incoraggiamento ad abbandonare ciò che trattiene, per abbracciare l’incertezza del nuovo. Perché a volte, per trovare davvero sé stessi, bisogna avere il coraggio di scegliere l’incognita al posto della sicurezza.

    Per Michela, rinunciare al rischio è la scelta più pericolosa, come lei stessa dichiara:

    «Non c’è niente di più difficile che ammettere a sé stessi di essere rimasti fermi per paura. Questa canzone nasce dal momento in cui mi sono accorta che la mia comfort zone non era altro che una prigione dorata. Uscirne è stato doloroso, ma anche necessario. Voglio che chi ascolta capisca che il coraggio non è non avere paura, ma attraversarla.»

    Con “Comfort Zone” l’artista si posiziona al centro di un discorso più ampio: il bisogno di saper rischiare in un’epoca in cui la paura dell’incertezza domina le scelte di vita. Viviamo in tempi dove l’insicurezza economica, sociale ed emotiva spinge i giovani a cercare rifugi sicuri, anche a costo di spegnere le proprie ambizioni. In questo contesto, “Comfort Zone” è un appello a reagire.

    La giovane artista campana propone una nuova narrazione nella musica italiana. Michela non ama i percorsi scontati: vincitrice del MYllennium Award 2024 con “Abbassa la Cresta”, ospite in eventi di rilievo come l’Ischia Global Festival e semifinalista a Una Voce per San Marino, si è già fatta notare per la sua abilità tecnica e per saper portare sul palco racconti veri, legati ad un vissuto personale condivisibile da molti giovani. E se il duetto in TV con Giorgia è stato per molti l’inizio di una grande avventura, “Comfort Zone” è la dimostrazione che la cantautrice non ha intenzione di fermarsi.

    «Quello che ho imparato – conclude – è che non c’è mai un momento giusto per rischiare. Il momento giusto te lo crei tu, quando smetti di pensare a cosa potresti perdere e inizi a concentrarti su tutto quello che potresti trovare.»

    Con questo brano, Michela Baselice conferma che è qui per restare – fuori dalla comfort zone -, inserendosi tra le voci femminili più interessanti della nuova scena musicale italiana. Non per dichiarazioni roboanti, ma per la capacità di raccontare verità che riguardano tutti.

    “Comfort Zone” non promette certezze, ma ci ricorda quanto valga la pena provarci. Perché, come dice Michela, «la vera comfort zone è imparare a non averne bisogno». Il cambiamento spaventa, ma la staticità è molto più rischiosa.

  • “Tutte le altre vite”, il nuovo romanzo della giornalista e scrittrice Alessandra Distefano

    La giornalista e scrittrice Alessandra Distefano torna in libreria con il romanzo Tutte le altre vite (Affiori Edizioni), il sequel di Sala d’attesa uscito per la stessa casa editrice lo scorso anno.

    Concepito e costruito in modo da poter essere letto anche indipendentemente dal precedente, vede come protagonista sempre Alessia, una sorta di alter ego più giovane dell’autrice, ma a differenza del primo libro fortemente autobiografico – sebbene gli eventi narrati non siano tutti totalmente veri e siano anche resi in modo un po’ distopico – in queste nuove pagine i fatti sono quasi totalmente inventati, tranne i personaggi che sono completamente esistenti ma con nomi diversi.

    Alessia, dopo la laurea, è malata e incinta. Lascia la sua amata Milano per tornare, con dispiacere, a svolgere il proprio lavoro di farmacista in Sicilia nel paese in cui la famiglia si era già trasferita quando lei era piccola.

    Ma Alessia è anche già una madre con una figlia quasi adolescente, perché il romanzo si muove contemporaneamente su due linee temporali diverse.

    Gli eventi potrebbero filare lisci e diritti, tuttavia nella sua vita non esiste davvero mai nulla di sereno e scontato: lei non cammina, lei si ritrova sempre a correre, a saltare, a scavalcare e a fuggire.

    Da chi fugge insieme alla propria figlia – inconsapevole persino di essere in fuga – si svela già nei primissimi capitoli del testo, ma ciò che nessuno saprà fino alla fine è perché qualcuno la costringa a scappare e cosa voglia da lei, da loro.

    Parallelo alla trama corre il filo ingarbugliato dei pensieri, che spesso pare più simile a un gomitolo doloroso che sembra immobilizzarla e rendere doloroso ogni suo movimento.

    Si può sfuggire al proprio passato e alle persone terrificanti e spietate che ne hanno fatto parte?

    Riuscirà Alessia a cavarsela ancora una volta insieme alla propria adorata figlia?

    “Come sempre nei miei scritti, le parti in cui la protagonista dà libero sfogo ai sentimenti, ai pensieri e alle emozioni sono totalmente vere – ha dichiarato Alessandra Distefano.

    Scrivere questi due romanzi è stato inevitabile per me, sono stati un po’ dei testi di ‘riscatto’ in cui mi sono finalmente liberata, Alessia esprime tutto ciò che io non avevo mai detto finora e si libera da molte vicende subite in prima persona.

    Credo di non sbagliare se dico che si tratta di un romanzo avvincente, in cui gli eventi si susseguono e la curiosità sale di continuo, come aspettando che il cerchio si chiuda e che esploda una bomba in grado di svelare i misteri che vengono costruiti, ma quando pare che la tensione abbia raggiunto il massimo livello ci accorgiamo che cresce ancora.

    Spero che Tutte le altre vite sia accolto dai lettori con amore, perché ci ho messo veramente tutto il cuore e credo di non aver chiuso con Alessia a oggi, sto scrivendo ancora di lei perché ormai è diventata un personaggio vivo che ha molto da fare e da dire”.

    Un libro toccante, in grado di esplorare fino in fondo l’amore materno, i traumi del passato e la ricerca di identità e indipendenza. Attraverso riflessioni introspettive e momenti di intensa emotività, la protagonista affronterà una dopo l’altra le sfide della sua vita.

     

    Dati tecnici

    Autore: Alessandra Distefano

    Editore: Affiori

    Collana: Romanzo

    Anno edizione: 2025

    In commercio dal: 13 gennaio 2025

    Pagine: 224 p., Brossura

    EAN: 9791255792031

     

    Biografia

    Nata a Milano nel 1977, Alessandra si trasferisce all’età di nove anni a Randazzo, in Sicilia, con la famiglia. Ritorna a Milano per l’università e nel 2003 si laurea in Farmacia.

    Partecipa, ai programmi RAI Alle due su Rai1, con Paolo Limiti e A tutto benessere, con Daniela Rosati.

    Pubblica nel 2000 la raccolta di poesie Inverno Segreto (Gianni Iuculano Editore) con una prefazione di Alda Merini.

    Alberto Casiraghy crea per lei due edizioni limitate di Pulcinoelefante: Una poesia e Nonno Pippo.

    Collabora con il giornale «La Voce dell’Jonio» dal 2011 e diventa giornalista-pubblicista nel 2014.

    Sul numero 261 della rivista Poesia (Crocetti editore) viene pubblicato un articolo monografico con sedici sue poesie.

    Nel 2013 viene pubblicato Quello che manca è l’anima (Edizioni Arianna).

    Nel 2016 vince il Premio Ofelia, XI edizione del Premio Memorial Gennaro Sparagna e il Premio Internazionale al femminile Maria Cumani Quasimodo.

    Nel 2017 pubblica Due così (Edizioni La vita felice) e Hotel pension cosmopolita (Edizioni Arianna). Lo stesso anno vince il premio Aurelia Josz per corti teatrali con il racconto Preistoria d’amore. Nel 2018, poi, Beethoven al chiaro di luna (Edizioni La vita felice), Ed i sogni restano là (Aletti editore) e nel 2020 Perdonateci l’imperfezione (Edizioni La vita felice).

    Nel 2024 Sala d’attesa (Affiori Edizioni).

    Dal 2019 al 2022 collabora come giornalista culturale con TGR Randazzo realizzando il programma Tv Leggiamoci sopra.