Da venerdì 9 giugno 2023 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Tremo”, il nuovo singolo di Antonio Giagoni.
“Tremo” è un brano che affronta la paura dell’amore in una chiave dance funk all’italiana, dal Folk di Ivan Graziani a ritornelli morbidi e melodici citando Neffa. Lo Special, molto Battistiano si apre come una bolla, come se il tempo e la frenesia per un attimo si fermassero per dare spazio alla consapevolezza e fino a risolversi alla presa di coscienza del fatto che tanto anche questa volta, nonostante la grande alchimia, lei/lui si stancherà di te.
Spiega l’artista a proposito della nuova release:«La notte mi ha sempre regalato le cose più intriganti e creative, un brano scritto di getto cavalcando le emozioni e le malinconie del momento».
“Tutto passa” è il primo EP di Marco Amoroso, cantautore romano che vive da diversi anni ad Amsterdam. Quattro canzoni che mescolano melodie jazz, bossanova e uno stile cantautorale.
La musica di Marco Amoroso, prima della pubblicazione del suo primo EP, si limitava ad esistere in corte note audio su Whatsapp dove accennava qualche accordo ad amici e conoscenti. E’ proprio con una nota audio che ha deciso di aprire il suo EP.
In “Intro” sentiamo infatti Marco raccontare ad Ettore (tastierista) alcune scene della serata precedente nel celebre bar romano San Calisto, scene che daranno vita, appunto, al primo pezzo da cui prende il nome.
Una scelta curiosa che porta il pubblico subito in empatia con l’autore. Le quattro canzoni rappresentano storie di vite quotidiana, errori, amori, sbornie, sogni. Marco diventa così un cantautore moderno che riesce a rendere magica una serata qualunque.
SAN CALISTO
Un giorno, camminando per Trastevere sono passato di fronte al Bar Calisto, bar famoso a Roma per la sua infinita scorta di Peroni. Alle 15.00 una prima volta e poi alle 22.00 dopo cena. Ad un tavolo erano sedute sempre le stesse persone. Ho sorriso nel vedere che per tutto il giorno il tavolo si ingrandiva e nuovi sogni e nuove peroni si aggiungevano. I ragazzi parlavano dei loro progetti mai realizzati e che probabilmente mai si realizzeranno. Ho cosi mandato una nota audio ad Ettore la mattina successiva descrivendo ciò che avevo visto e sentito. Ho così deciso di usarla come intro del pezzo, ma in generale un po’ di tutto l’EP.
SOLO
Il pezzo descrive l’intera nottata di un padre single che ha fatto molti errori nella vita. Il ‘’suo piu bell’errore’’ tuttavia è nella cameretta che dorme. Questo uomo è seduto, solo, su un balcone di un palazzone di Milano. Riflette, beve, guarda quello che accade sulla strada come se guardasse una “tv in 4K”.
1989
Desideri e sogni della mia generazione. Un ragazzo sogna una scena di un futuro ipotetico. E’ cosi che lo vede veramente? E’ cosi che lo vuole? La sera prima, con la sua ragazza, hanno fatto festa, piuttosto ubriachi si addormentano vestiti nel loro letto. La mattina seguente si ritrovano in cucina e decidono di confrontarsi su come vedono il futuro.
AMICI SPECIALI
E’ solo quando ci rendiamo conto che stiamo per perdere qualcosa di prezioso che iniziamo a fare di tutto per conservarlo ma alle volte è troppo tardi. “Come si fa a giocare agli amanti con le mani davanti?”
È disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Del blue (ed altre essenze)”, il nuovo album di Gio Cristiano prodotto da Aspro Cuore.
“Del blue (ed altre essenze)”è composto da otto composizioni originali che sono tutte intensamente intrise di quel sound mediterraneo che mescola negritudine (ovviamente a metà!) e melodia partenopea, jazz, jazz-rock e pop(ular) song. Il disco rappresenta un pieno ritorno al sound mediterraneo del chitarrista e songwriter partenopeo, da sempre ammaliato dalla grande produzione musicale mediterranea ed in particolare partenopea.
Con questo nuovo lavoro, Gio Cristiano ritorna dalle profonde immersioni nella “black music più viscerale e innovativa” (cit il Mattino) del disco “Voodoo Miles” (scritto a quattro mani con il vocalist newyorkese Dean Bowman) e rimescola le sperimentazioni soul-gospel-jazz con la grande tradizione melodica partenopea e l’universo armonico della tradizione jazzistica afro-mediterranea.
Nel nuovo progetto emergono, tra le sei composizioni strumentali, anche due canzoni d’autore scritte ed interpretate dallo stesso Gio Cristiano con la sua voce profonda da crooner mediterraneo.
La parola sussurrata diventa storia e racconto, il canto appena accennato diventa emozione e colore, in costante dialogo con le melodie suadenti della chitarra elettrica.
In tutto il disco i temi centrali di “sirena” e “ddoje parole blues” – due sole tracce non totalmente strumentali – vengono rievocati, rielaborati, reinterpretati dal quartetto in un continuo gioco di richiami e citazioni.
La canzone è racconto a sé stante, ma al contempo fascinazione per nuove immagini, nuove storie, che a partire dai temi principali, vengono improvvisate e reinventate nelle versioni reprise ed instrumental.
Altre quattro composizioni strumentali vanno a completare l’opera: “Blue quintessenziale”, unico spaccato blues (chiaramente mediterraneo) del disco; “Piazza Miraggio”, un tango con fortissime influenze arabeggianti; “Morgana”, gioco di illusioni e rielaborazioni che plasmano – cavalcando un ostinato di basso – il ritmo del tango fino a riportarlo su lidi nostrani; “Terra!” composizione per trio dai colori del jazz-rock modale post Davisiano, brano dai toni acidi le cui immagini richiamano quel mediterraneo inteso come sogno di speranza per molti disperati.
Il disco è sospinto dal drumming gravido di groove della batteria e delle percussioni di Angelo Calabrese (che in alcuni brani ibrida il set con una darbouka), sin dalle prime note si evidenzia la grande intesa ed il giusto interplay con la chitarra di Gio Cristiano e con il resto della band. Il pianismo elegante di Marco Ciardiello – elemento di novità in una band i cui meccanismi sono già stati rodati nel progetto parallelo Voodoo Miles – sposa perfettamente la visione armonica del compositore ed impreziosisce ogni brano con interventi solistici che fanno da contraltare alle linee essenziali, a tratti suadenti, a tratti graffianti del “chitarrista hendrixiano di matrice jazzistica” (cit La Repubblica). A sostenere tutto il complesso impianto armonico e ritmico delle otto composizioni sono le frequenze basse del giovane e talentuoso bassista elettrico Francesco Girardi.
“Del blue (ed altre essenze)” nel suo complesso è un crossover di elementi di jazz, funky, pop(ular) song, jazz-rock modale, melodia mediterranea, canzone d’autore ed improvvisazione.
Spiega l’artista a proposito dell’album: “I miei progetti musicali sono da sempre un incrocio di generi e stili, adesso canzone e improvvisazione coesistono in un equilibrio sghembo”.
“Del blue (ed altre essenze)” è stato registrato presso Aspro Cuore Studio, missato e masterizzato da Marco Ciardiello e Gio Cristiano, che si è occupato anche dei testi e musica. Nel disco hanno suonato Gio Cristiano (chitarre e voce), Marco Ciardiello (pianoforte e tastiere), Angelo Calabrese (batteria), Francesco Girardi (basso) e Roberta di Palma (cori). Credits copertina Francesco Berriola.
Fuori dal 26 maggio “Un po’ di te”, il nuovo album di Daniele D’Elia. Un disco di tredici canzoni anticipate dal singolo “Quando sarò grande”. Un dialogo tra ragione e sentimento, sogni e realtà.
“Un po’ di te” è un disco che mostra all’ascoltatore diversi volti. Ci sono brani più frizzanti, come “Scaglie di diamanti” e “Stagioni dell’amore”, e altri più malinconici, come “Col naso all’insù”. Particolari sono anche i brani “Onde” e “Quando sarò grande” che sanno mescolare al pop cantautorale un pizzico di elettronica.
Daniele D’Elia con il suo nuovo album mette in risalto il suo talento di compositore e scrittore. Melodie perfettamente armonizzate e mai scontate accompagno una lirica profonda e capace di far sognare l’ascoltatore.
“Il leitmotiv è la dicotomia tra ragione e sentimento. Rischiare, facendo scelte anche scomode seguendo il proprio intuito. Spogliarsi del superfluo per tornare ad una nudità esistenziale. Accettare di soffrire per amore del vero. Ricordarsi di essere piccoli al cospetto dell’Universo. La musica, una fedele compagna in questo ignoto trip“, racconta Daniele D’Elia.
L’artwork è stato realizzato da Emanuela De Murtas, la grafica da Stefania Altiero.
Massimo Satta: produzione, arrangiamenti, mix, mastering, chitarre, tastiere e programmazioni
Fabrizio Foggia: arrangiamenti, piano, tastiere
Fabio Useli: basso
Alex Muntoni: batteria
Daniele Russo: batteria
Emanuele Contis: sax soprano in Onde e Giorno dopo giorno
Dal 9 giugno 2023 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale “CANESTRO” (Maionese Project), il nuovo singolo di Focara.
“Canestro” è un brano dalle sonorità elettro-pop che parla della fine di una relazione tossica e del periodo che segue, la fase in cui tutto sembra avere lo stesso sapore, l’apatia predomina e, buttarsi in una nuova relazione è l’ultimo dei pensieri. La rabbia è accompagnata, soprattutto nelle strofe, dal connubio tra basso e batteria, lasciando ai ritornelli quel briciolo di malinconia che caratterizza il brano.
Spiega l’artista a proposito del brano: “Canestro èlo sfogo di una persona ferita che dà voce a tutte le sue frustrazioni con un pizzico e di rabbia e un tono rancoroso, come se avesse bisogno di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.”
Fuori dal 25 maggio “Il primo trauma non si scorda mai”, il nuovo emozionante singolo di Allegramente Drammatica.
Un nome, una garanzia: i suoi brani sono sempre un pungente mix di sentimento ed ironia. “Il primo trauma non si scorda mai”, seguendo la scia dei primi due singoli, si muove in un sound pop cantautorale frizzante e coinvolgente.
Allegramente Drammatica, bersaglio del bullismo in adolescenza, torna indietro nel tempo ed elabora in musica quel dolore. Lo esorcizza dandogli una veste apparentemente leggera, ma che nasconde dentro di sé un significato profondo.
“Il primo trauma non si scorda mai” vuole essere un messaggio di conforto per tutte le persone che sono vittime di bullismo: non siete sole.
“Perché dedicare una canzone ad un evento così traumatico e doloroso? Perché se allora avessi saputo che questo non accadeva solo a me, non mi sarei caricata della responsabilità di gestire la cosa da sola. Mi sarei sentita meno abbandonata, sbagliata, inadatta alla vita e alle relazioni. Inoltre questo è un atto liberatorio.
Voglio dire a quelle persone,se mai ascolteranno la mia canzone, che ho perdonato me stessa e spero che anche loro siano riuscit* a perdonare i ragazz* che erano. I bulli agiscono in questo modo perchè vivono un disagio che non riescono a risolvere. Oggi, finalmente mi amo e sono anche grata a tutto ciò che ho vissuto per avermi potata ad essere chi sono.
Con questo brano mi libero di questo fardello e voglio dare anche ad altri che ci stanno passando, la possibilità di farlo. Le parole scritte sul mio corpo mi sono state rivolte, mentre altre sono quelle che vengono dette a chissà chi, quotidianamente.
A queste persone mando un abbraccio attraverso la mia musica.
Allegramente Drammatica è Tamara Basile. Coltiva fin da piccola il sogno di diventare una cantante. Il suo primo palcoscenico era un letto sul quale con una spazzola come microfono si improvvisava cantante. La passione per quest’arte è cresciuta con lei e una volta diventata grande si è dedicata allo studio del canto, con il supporto di diversi maestri, e di diversi strumenti musicali tra cui pianoforte e ukulele.
Tamara muove i suoi primi passi in questo mondo militando in alcune band locali per le quali scrive le linee vocali e i testi in inglese. Le sue influenze musicali sono state tantissime dalle sigle dei cartoni quando era piccola fino ai tempi di MTV con il britpop e R&B. Un ruolo importante nella sua formazione musicale va anche ai genitori che l’hanno avvinata alla musica rock degli anni ’70 e ’80.
Intorno al 2016 cresce in lei il bisogno di farsi sentire. Butta giù sul foglio le prime idee strimpellando la chitarra e nascono così le sue prime canzoni. Nel 2021 Tamara supera le proprie insicurezza e rinasce come Allegramente Drammatica. Il 20 luglio pubblica il suo primo singolo “Fuori dall’internet” che viene subito apprezzato dalla critica e dal suo pubblico. La cantautrice non si ferma qui e il 15 ottobre presenta al mondo una diversa versione di sè con il brano “Mani Intrecciate”.
“Il mio nome rispecchia ciò che caratterizza il mio sound. Racconto i miei pensieri e il mondo che mi circonda, dalla prospettiva di una sognatrice incallita che fa a cazzotti con la sua parte cinica. Durante questa lotta emergono note e parole che poi diventano canzoni”.
Fuori dal 26 maggio il tanto atteso primo album di Oneiroi:Mania. Quest’opera breve, dinamica ed esplosiva, è un viaggio sonoro che si sviluppa tra versi d’autore e arrangiamenti rock intrisi di psichedelia analogica.
Il titolo stesso, “Mania”, evoca un senso di frenesia e dirompenza che permea ogni traccia dell’album. Attraverso l’uso di suoni innovativi, arrangiamenti complessi e testi intrinsecamente profondi, Oneiroi offre un’esperienza musicale che cattura l’essenza della passione, dell’energia e dell’emozione umana.
Il tema trattato in questo disco sono le manie, sotto ogni forma: da quelle più semplici e leggere raccontate nella title track, fino alla droga e alla depressione. Le melodie incalzanti si intrecciano con testi ricercati, creando un connubio perfetto tra suono e significato. Oneiroi dimostra una padronanza straordinaria nella composizione e nell’esecuzione, regalando all’ascoltatore un’esperienza indimenticabile.
“E’ possibile sentirsi invitati a parafrasare e sviscerare i suoi testi criptici per coglierne a pieno la sintesi, ma Mania può farsi ascoltare anche senza voglia di pensare, alzando semplicemente il volume.
Il disco è stato prodotto in più riprese sperimentando e maturando tra artisti in sala prove e in studio di registrazione <<Non si è mai pronti a qualcosa di originale, si può solo decidere di provarci e vedere dove ti porta>>”, così Oneiroi descrive il proprio album.
TRACK BY TRACK
L’immagine di sé è la canzone con cui è iniziato tutto.
Le ossessioni di come si appare e la paura di invecchiare si complicano di incredibili paradossi, uno tra i quali è il non vivere a pieno mentre cerchiamo di ingannare il tempo che passa.
“Tutta quell’ansia di non mantenere, succhia clessidre…”
Tienimi con te è un’espressione di ammirazione tanto forte da pensare di annullarsi. Tratta da una storia vera che forse un giorno sarà raccontata. L’ossessione di appartenere a volte ci fa percorrere strade sbagliate, basta aver paura di restare soli. Come l’abbiamo tutti.
“Tienimi con te tra le tue lune, la libertà mi perderà le piume…”
Mania dà il titolo a questo album ma è un blues-rock fuori luogo e neanche tanto tipico.
Le ossessioni sono il tema principale di tutto il disco, qui vengono trattate quelle più futili, quelle di chi meno contiene più si gonfia. Essere adulti col cuore di un bambino permette di accogliere tutto e chiunque, l’atteggiamento superbo invece nasconde sempre un vuoto e delle paure.
“Dammi la mano e sarà lampante… Non vedi che ritorno infante? Resta magia!”
Tigre è un dialogo avvenuto realmente, alcuni versi sono trascritti testualmente, altri sono parole non dette ma espresse, di una persona compromessa emotivamente. La depressione ha tante forme, a volte è un azzeramento assoluto, altre è autolesionismo, altre ancora è un’altalena continua tra euforia e disperazione.
“Lascia perdere sono fuori di me, conta solo soddisfare la Tigre…”
Pianeta Marta è la fine del viaggio per questo disco ma anche la fine di un viaggio in generale.
Una destinazione irraggiungibile, rincorsa per tutta l’esistenza per poi capire che non esistono destinazioni, solo percorsi. In quei percorsi ci siamo persi nelle dipendenze fino a restare soli, fino ad avere solo rimpianti e ricordi, cadendo e rialzandoci sempre più ammaccati. Ma il giorno in cui desidereremo regredire arriverà per tutti, e tutti sentiremo di essere stati un po’ tossici, Marta può insegnarci qualcosa.
“Ora che nulla ti può più sorprendere, Marta è praticamente fatta…”
Gli UDS ROCK pubblicano, su tutte le piattaforme digitali da venerdì 26 maggio, “DILUVIO”, il nuovo singolo della brillante formazione torinese, distribuito da Platino (licensed by Believe).
Dopo l’ultima release, “Chi Fermerà La Musica”, con la partecipazione di Dodi Battaglia (Pooh), pubblicata nell’estate del 2022, gli UDS ROCK tornano con un nuovo e coinvolgente inedito.
“DILUVIO”si presenta come un brano dal valore metaforico e dalla forte spinta liberatoria che prende a pretesto il violento evento atmosferico da cui prende il titolo la traccia, per descrivere una condizione interiore di confusione e di instabilità emotiva. Un quadro narrativo che, attraverso la poetica ispirata delle liriche degli UDS ROCK, pone un particolare accento sugli ostacoli e sulle avversità che ogni essere umano si trova a dover affrontare per raggiungere i suoi sogni e le sue ambizioni.
Dalla commistione tra sonorità rock ed elementi di musica elettronica, nasce questo brano trascinante che trova il perfetto equilibrio tra reference classiche e nuove influenze stilistiche. Con il crescente e ben orchestrato climax tensivo delle strofe, che culmina in un inciso catchy e di grande impatto, fin dal primo ascolto, la traccia risulta particolarmente immersiva e coinvolgente: un vero e proprio viaggio nel mondo dell’interiorità costellato di immagini evocative e dalla forte carica emozionale.
“DILUVIO”sancisce, così, il ritorno, dopo quasi un anno di silenzio, della formazione torinese. Un’imperdibile occasione, per tutti gli appassionati del genere, di scoprire l’universo artistico degli UDS ROCK e lasciarsi trasportare nel loro ricco e suggestivo immaginario. Il brano è stato registrato e prodotto, missato e masterizzato da Luca Marchesin (Cetra Production).
Dal 2 giugno 2023 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale “LOST IN TOKYO” (Maionese Project), il nuovo singolo degli 80RAM.
“Lost in Tokyo” è un brano dove le sonorità squisitamente electro -synth wave 80’s 90’s incontrano suoni e riff moderni, intrecciandosi e rincorrendosi quasi freneticamente come il protagonista che tenta di fuggire da insidie e trappole della metropoli di oggi.
Spiega la band a proposito del brano: “Istinto di sopravvivenza in un mondo che corre troppo veloce, necessità di tornare a sognare nonostante si perda spesso la bussola e ricerca di una felicità ormai appannata da una tecnologia che sì ci connette gli uni agli altri, ma ci fa sentire distanti e soli. Un inno a ritrovare sé stessi, con coraggio, nonostante tutto.”