Category: Comunicati

  • Reniel Alí Ramírez Herrera torna in libreria con “Bisbigli d’inquietudine”: poesia e vocazione in dialogo

    Lo scrittore e poeta venezuelano Reniel Alí Ramírez Herrera è tornato in libreria con Bisbigli d’inquietudine Antropologia poetica e vocazione, pubblicato da Tau Editrice per la collana Logos, un’opera che, a differenza di altre raccolte precedenti in cui i testi erano raggruppati per temi, si sviluppa attorno a un unico filo conduttore: la scoperta di una forza interiore – non sempre luminosa – dalla cui conoscenza ed educazione dipende il cammino verso la verità, la libertà e la bellezza.

    Il volume, come si intuisce già dal sottotitolo, intende offrire una riflessione articolata in due parti che si richiamano a vicenda: la prima è un breve saggio di antropologia poetica e vocazione, in cui l’autore si interroga su come la poesia possa diventare luogo di scoperta dell’uomo e della sua chiamata più profonda, nel desiderio di mostrare come la parola poetica non sia solo ornamento, ma una lente capace di scorgere l’invisibile nel visibile, di aprire varchi di senso nelle pieghe della vita. Per questo Reniel Alí Ramírez Herrera ha scelto di soffermarsi, in modo particolare, sulla figura di san Giovanni della Croce, maestro di una poetica che unisce esperienza mistica e sguardo sull’umano.

    La seconda parte è una piccola raccolta di poesie: quaranta brani che cercano di dare voce alle diverse forme dell’inquietudine — nostalgia, desiderio, stupore, smarrimento… Non sono pensate come un’antologia tematica, ma come tappe di un pellegrinaggio interiore, un percorso fatto di luci e di ombre, in cui ciascuno può riconoscere frammenti del proprio cammino.

    “Ho scritto quest’opera perché credo che la poesia sia uno specchio capace di restituire chiarezza e bellezza a un mondo segnato dall’ambiguità e dall’effimero – ha dichiarato l’autore.

    In un tempo in cui domina il rumore, ho sentito la necessità di far emergere il bisbiglio e dare voce all’inquietudine, due parole che hanno accompagnato da vicino la mia esperienza umana e spirituale.

    Il bisbiglio è il linguaggio discreto della verità che si rivela solo a chi sa ascoltare; l’inquietudine, invece, è quel fremito interiore che non ci lascia mai immobili e ci apre al Mistero. Non volevo soffocare questa inquietudine, ma accoglierla e trasformarla in parola poetica, in riflessione condivisa. Da qui è nato il desiderio di scrivere: come un atto di fiducia nella forza della poesia e nella sua capacità di toccare il cuore dell’uomo”.

    La poesia è, del resto, un’arte che ci aiuta a rimanere umani, un invito a riconoscere l’inquietudine come compagna di viaggio, perché solo chi riconosce e accoglie la propria inquietudine può mettersi davvero in ricerca, può rimanere aperto al Mistero.

    Proprio da questo sguardo nascono le pagine di Bisbigli d’inquietudine, non tanto per dare risposte, quanto per aprire domande, per risvegliare sensibilità assopite, per ricordare che nella fragilità della parola poetica si nasconde una forza missionaria capace di parlare a tutti — credenti e non credenti — laddove ci si riconosce innanzitutto uomini e donne in cammino.


    Dati tecnici

    Titolo: Bisbigli d’inquietudine

    Autore: Reniel Alí Ramírez Herrera

    Casa editrice: Tau Editrice

    Collana: Logos

    Uscita: 27 agosto 2025

    Costo: 12,00 euro

    Pagine: 102

    ISBN: 979-12-5975-524-7

    

    Biografia

    Reniel Alí Ramírez Herrera (San Cristóbal, Venezuela, 1993) è sacerdote della Congregazione dei Figli della Sacra Famiglia, poeta e docente presso il Centro San Pietro Favre della Pontificia Università Gregoriana. Ordinato nel 2020 dal cardinale Gianfranco Ravasi, è rettore della chiesa di Santa Bibiana a Roma.

    Dopo gli studi filosofici a Caracas e teologici alle università pontificie romane, ha dedicato la sua ricerca alla formazione dei consacrati e alla spiritualità sacerdotale, intrecciando la riflessione accademica con l’esperienza pastorale. Autore di diversi saggi (Cristo, modello di relazione; Nella bottega del Vasaio; Dispensatore dispensato?), è anche scrittore e poeta: nelle sue opere (Soffio e parola; Silencio inconcluso; Castello di solitudine; Palabra y palabras; Bisbigli d’inquietudine) la poesia diventa spazio di inquietudine e speranza, luogo d’incontro con il Mistero e con l’umano.
    La sua cifra originale è il dialogo tra poesia e formazione: il suo ministero unisce pastorale, ricerca e arte, convinto che solo un cuore capace di ascolto possa annunciare davvero.

  • “Dove 6” è il nuovo singolo di Matteo Manfucci

    Dal 26 Settembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Dove 6”, il nuovo singolo di Matteo Manfucci.

     

    “Dove 6”, con un sound deciso e ritmato, impreziosito da un testo profondo e di impatto, è il nuovo singolo che anticipa il nuovo percorso artistico di Matteo Manfucci, attualmente impegnato in diversi live nel Centro Italia con la sua formazione. Attualmente l’artista è in studio per ultimare i brani che verranno pubblicati nel prossimo periodo e per tutto il 2026.

     

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/L5jN1hpFjww

    Ascolta “Dove 6” sulle piattaforme di streaming: https://bfan.link/dove-6

     

    Biografia

    Matteo Manfucci, classe 2000, è un cantautore crossover nato e cresciuto a Città di Castello, in provincia di Perugia. Inizia il suo percorso musicale all’età di 7 anni, studiando fisarmonica. Negli anni successivi, la sua curiosità e il desiderio di migliorarsi lo hanno spinto a dedicarsi al canto, sotto la guida della grande soprano Chiara Chialli. Quest’esperienza ha arricchito il suo bagaglio artistico e gli ha fornito le basi per approfondire ulteriormente la sua formazione vocale.

    La determinazione di Matteo lo ha portato a partecipare a masterclass con Luca Pitteri, con il quale ha lavorato per tre anni, affinando le sue tecniche vocali e ampliando le sue competenze artistiche. Successivamente, ha iniziato la collaborazione con l’autore e produttore milanese Daniele Piovani, con il quale prosegue tuttora il suo percorso artistico. Insieme hanno intrapreso un percorso musicale che ha portato Matteo a partecipare a vari contest, permettendogli di mettersi alla prova e di farsi notare nel panorama musicale.

    Ad oggi, Matteo si esibisce in numerosi live nel suo territorio, contando più di 60 eventi all’anno, con una formazione da lui stesso creata, tra inediti e brani cover del repertorio popolare. Insegue il sogno di portare in giro la sua musica, mantenendo la sua autenticità artistica, con protagonista il bel canto, la poetica e la melodia italiana.

    Nel 2025 è risultato tra i finalisti della prestigiosa manifestazione NYCANTA 2025.

    “Dove 6” è il nuovo singolo di Matteo Manfucci disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 26 settembre 2025.


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  • Shizarina, la Miss di “Avanti un Altro!”, debutta come cantautrice con “Tu mi vuoi (o no?)”

    Il volto televisivo che il grande pubblico conosce come la “Miss dai capelli rossi” del salottino di Avanti un Altro! debutta nella musica d’autore. Shizarina, alias Sabrina Di Cesare, pubblica il suo primo singolo “Tu mi vuoi (o no?)”, distribuito da The Orchard Italia per Troppo Records. Un brano pop che gioca con il dubbio amoroso di sempre – il bisogno di conferme, la paura del rifiuto – e lo veste di atmosfere rétro.

    Scritto dalla stessa Shizarina e prodotto da Dennis Anzalone, con la collaborazione tecnica di Davide Persico (registrazioni, mix e master) e la fotografia di Kateryna Ilchenko, il singolo nasce dal desiderio di riportare in campo le sonorità degli anni ’70 e ’80 — archi, sintetizzatori, tappeti sonori — contaminandole con suggestioni contemporanee. Ne risulta un pop cantautorale che guarda al passato senza rinunciare a un respiro attuale, giocato tra malinconia e istantaneità.

    Nel testo si susseguono piccoli dettagli che diventano metafore: due fiori che si sfiorano, un vetro appannato che nasconde e rivela, mani d’argento che si cercano fuori dal tempo e dallo spazio. Fotogrammi semplici che raccontano l’incertezza dell’amore e del suo esistere in una dimensione a in bilico tra sogno e realtà. Al centro resta la domanda che dà titolo al brano: “Tu mi vuoi, o no?”, ripetuta fino a farsi la cifra stessa della canzone.

    Il debutto arriva in un momento in cui il pop italiano guarda spesso al passato per reinventarsi: dagli anni Ottanta riscoperti da artisti come Colapesce e Dimartino fino alle influenze rétro di star internazionali come Dua Lipa, “Tu mi vuoi (o no?)” sceglie di mescolare archi e sintetizzatori vintage con scrittura cantautorale attuale. Non per proporre un revival nostalgico, ma per recuperare strumenti e atmosfere di quell’epoca, rimettendoli in dialogo con la sensibilità di oggi. Una ricerca, quella di Shizarina, nata per parlare a due generazioni insieme: a chi quelle stagioni le ha vissute e a chi oggi le scopre per la prima volta.

    Ma soprattutto, punta i riflettori su un tema che non smette mai di essere attuale: il bisogno di conferme nelle relazioni, amplificato oggi da social e dating app, dove il dubbio amoroso è ormai esperienza quotidiana.

    Il passaggio dalla TV alla musica non è una novità, ma nel caso di Shizarina non si tratta di un’operazione di immagine: “Tu mi vuoi (o no?)” è un brano scritto da lei stessa, che rivela un’esigenza personale: raccontare quella parte delicata delle relazioni in cui ci si sente instabili, tra il bisogno di essere scelti e la paura di non esserlo. Nel testo non ci sono scene romanzate, ma scatti del quotidiano che riportano a esperienze comuni. È la scelta di dare forma a un dubbio reale in un mondo spesso artefatto, senza nasconderlo. Non una parentesi televisiva, quindi, ma l’avvio di un percorso artistico che intende avere continuità.

    «Non volevo scrivere una canzone “perfetta”, volevo scriverne una vera – dichiara -. “Tu mi vuoi (o no?)” racconta la parte più difficile e scomoda delle relazioni sentimentali: l’incertezza, il bisogno di conferme, la paura di non bastare. Nasce da una domanda che mi ha tolto il sonno e che credo sia comune a molti: Mi vuoi davvero, oppure no? Penso che ciascuno di noi senta la necessità di una risposta chiara, senza giri di parole.»

    Nata a Marino (RM) e conosciuta dal pubblico televisivo per la sua partecipazione al programma di Paolo Bonolis, Shizarina si mostra ora in una veste nuova: non più solo volto della TV generalista, ma autrice e interprete di un progetto musicale che parla al cuore con una sincerità e una consapevolezza che segnano un cambio di passo.

    Un vetro appannato, un respiro che cresce, e un quesito che ritorna: “Tu mi vuoi, o no?”. Con questo interrogativo Shizarina chiude il suo primo singolo e apre un nuovo percorso, dal piccolo schermo alla musica d’autore.

  • “Testo #2” è il nuovo singolo de Le Distanze

    Dopo la vittoria al Fatti Sentire Festival dal 26 settembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “Testo #2”, il nuovo singolo de Le Distanze disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 19 settembre.

     

     

    “Testo #2” è una canzone sfogo, una canzone che butta fuori, su una base pop moderna con un ritmo scorrevole, tutti i rospi che abbiamo nello stomaco. L’arrangiamento non ha la solita chiave molto elettronica, ma presenta sonorità classiche con chitarre acustiche, violini e pianoforte come protagonista del brano.

    Commenta la band sul nuovo singolo: “Per noi, questo brano all’interno dell’album è un ‘brano respiro’, un momento di pausa e di relax per l’ascoltatore, con strumenti più classici e un arrangiamento morbido che offre un’opportunità per ‘respirare’ dopo brani più intensi.”

    Biografia

    La band è composta da tre membri: Andrea Manuel Pagella, Corinna Lanari e Saverio Campese. Suonano insieme da cinque anni, con Andrea, pianista e cantante della band, che è anche il compositore dei brani, sia per la musica che per i testi. Andrea frequenta il Conservatorio di Genova da sette anni, ma ha iniziato a studiare musica sin da giovanissimo, all’età di soli quattro anni, così come il batterista Saverio e la bassista e corista Corinna.

    Nei primi due anni di attività, nonostante le difficoltà legate al Covid, la band ha partecipato a vari concorsi. Sono stati ospiti durante la settimana del festival a CasaSanremo, dove si sono esibiti con il brano “Rimani qui”, che fa parte della colonna sonora del film The Mirror, candidato al David di Donatello. Hanno vinto il premio nella sezione Trend di Sanremo Rock, ottenuto il secondo posto al Sanremo Live in the City, e vinto il premio radiofonico, accompagnato dal secondo posto al Gran Gala di San Marino nel 2021.

    Nel 2022, la band è stata ospite a tutte le finali regionali estive di Sanremo Rock&Trend e ha tenuto il primo concerto gratuito aperto al pubblico a Marsciano, sullo stesso palco dove si esibì Elisa Toffoli il giorno precedente. Alla fine del 2022 hanno registrato il loro primo album, che con il singolo “Sì, non ci penso!” ha raggiunto un milione di visualizzazioni su YouTube in un mese. L’album, insieme all’intero EP, è stato pubblicato nell’estate del 2023 su tutte le piattaforme digitali.

    Il loro tour del 2023 è iniziato con l’invito da parte di Firenze Rock, che li ha ospitati come apertura del concerto dei britannici The Who, insieme ad artisti di rilievo come Tom Morello. Nel 2024, hanno suonato anche sul palco di “Deejay on Stage”, aprendo i concerti di Clara e Alessandra Amoroso.

    Nel 2025 sono usciti i brani “Quelli come Me e mE”, che darà il nome al loro prossimo album, “Da tempo”, “Fuori di me” e vincono il Fatti Sentire Festival.

    “Testo #2” è il nuovo singolo de Le Distanze disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 19 settembre 2025 e in rotazione radiofonica dal 26 settembre.

     

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  • Dopo la separazione, il gesto simbolico di una casa tutta per sé diventa canzone

    Relazioni che logorano fino a svuotare l’identità. L’ISTAT registra un aumento delle separazioni e dei break-up post-pandemia; i social moltiplicano i contenuti su “come uscire da un rapporto tossico”. In questo scenario, si inserisce la storia del cantautore pugliese d’adozione lombarda Melmeat: dopo un anno e mezzo di silenzio e terapia, l’artista sceglie di trasporre in musica il proprio “Ricominciare”, raccontando nel suo nuovo singolo la fine di una relazione che – come canta nel testo – lo «ha solo divorato» e la scelta simbolica di ripartire da una casa tutta per sé.

    Un gesto concreto che, oggi più che mai, parla ai Millennials. Secondo l’Osservatorio Immobiliare Nazionale, negli ultimi cinque anni è cresciuto del 23% il numero di under 40 che acquistano casa vivendo da soli, spesso dopo una separazione. Una tendenza che racconta un cambiamento nei modelli di vita e che trova in “Ricominciare” il suo accompagnamento sonoro ideale: un brano che intreccia vicenda personale e fenomeno sociale, passando dal buio («Fuori è buio, dentro me si gela») alla consapevolezza («Un nuovo mondo invade il mio corpo, pura polvere di felicità, io sospiro la serenità»).

    Dietro il nome Melmeat c’è Emiliano Melcarne, musicista che ha scelto di interrompere ogni attività artistica per oltre un anno, dedicandosi a un percorso di ricostruzione personale. Il testo segue la parabola della rinascita: dalla presa di coscienza di un amore che ha tolto più di quanto abbia dato, fino alla decisione di dire no e ripartire. La chiusura, con «Ho iniziato a dire di no, è la mia svolta, voglio amarmi sempre di più», non è solo conclusione di un brano, ma l’inizio di un nuovo modo di vivere.

    Il messaggio si innesta in un contesto culturale che sta riconoscendo l’importanza della salute mentale e della capacità di stabilire confini sani nelle relazioni. Negli ultimi tre anni, il numero di under 35 che ha intrapreso un percorso di supporto psicologico è cresciuto del 32%. In questo quadro, “Ricominciare” non si limita a raccontare la fine di una relazione amorosa, ma restituisce dignità a un tema spesso ridotto a frasi motivazionali, trasformandolo in testimonianza diretta.

    «Sorridevo all’esterno – dichiara Melmeat -, ma dentro ero fermo. Ho capito che non potevo più affidare la mia vita a qualcun altro. “Ricominciare” è stata la promessa che ho deciso di fare a me stesso: imparare ad amarmi, e se non sai farlo, non vergognarti di chiedere aiuto.»

    Scritto dallo stesso Melmeat a quattro mani con Daniele Piovani e prodotto da Andrea Caldera del North Waves Studio, “Ricominciare” nasce da un anno e mezzo di vissuto e ne porta le sfumature ritmiche: una partenza scura e introspettiva, un centro che apre alla luce, un finale deciso. Arrangiamenti essenziali accompagnano parole che non cercano di abbellire la verità, ma la raccontano così com’è.

    Come il gesto di acquistare una casa solo per sé, il brano è insieme punto d’arrivo e nuovo inizio: un modo per dire che si può perdere molto, ma ritrovare sé stessi non ha prezzo.

    Dopo una relazione che ha prosciugato energie, tempo e identità, Melmeat fissa in una traccia il punto di rottura di un legame che lo ha costretto a mettere in secondo piano sé stesso. Da lì è iniziato un percorso di risalita fatto di scelte piccole ma decisive: rimettere in ordine la propria quotidianità, recuperare passioni accantonate, imparare a dire “no” senza sensi di colpa. Gesti che, una volta sommati, hanno segnato il passaggio dall’immobilità al movimento, dal restare fermi al tornare a camminare nella propria direzione.

    “Ricominciare” si ferma proprio su quella soglia, nel momento esatto in cui il passato è ancora vicino ma non ha più il potere di trattenerci. L’artista racconta di un presente che si sta ricostruendo e di un futuro che non ha fretta di arrivare: perché, ricominciare davvero, non avviene in un colpo solo, ma nel tempo necessario a imparare a (ri)conoscersi e restare fedeli a sé stessi.

  • “A Reason Why” è il nuovo singolo di Alan Farrington

    Da venerdì 26 settembre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “A Reason Why” il nuovo singolo di ALAN FARRINGTON.

    “A Reason Why”, title track del nuovo album in uscita il 17 ottobre 2025, è un brano che riflette sull’inutilità delle parole superflue, quelle frasi dette senza pensiero che finiscono per trasformarsi in rumore, ferite e incomprensione. Una sorta di flusso verbale che non porta chiarezza ma dolore. La canzone fonde atmosfere alternative rock ed elettroniche, intrecciando chitarre, synth e un ritmo incisivo che accompagna una voce espressiva e diretta. Un viaggio sonoro che racconta l’impatto devastante delle parole mal usate e la ricerca di un senso nel silenzio.

     

    “A Reason Why… ci sarà pure un motivo non espresso per cui ci si lascia”, commenta l’artista

     

     

    Biografia

    Alan Farrington (Inghilterra, 1951) è un cantante, bassista e chitarrista britannico, residente da anni sul Lago di Garda a Sirmione.

    Nato in Inghilterra, sull’estuario del Mersey, Alan Farrington si trasferisce all’età di cinque anni a Roma. Nella capitale intraprende gli studi musicali da autodidatta e, a sedici anni, sale sul palco del Piper Club insieme ad una band di soul.

    Nel 1974 si reca negli Stati Uniti con la sua band, frequentando dal 1976 una scuola di canto del Maryland.

    Al suo ritorno in Italia lavora per dieci anni a Roma per produzioni discografiche e pubblicitarie.

    In seguito, si trasferisce a Milano, dove realizzerà i suoi album Shout On e No News, Bad News.

    Nel 1990 forma, a Brescia, il gruppo Charlie and the Cats, insieme a Charlie Cinelli e Cesare Valbusa. Con questa band inciderà otto album (a partire da Greatest Tits, del 1993) e realizzerà il video “Siamo fuori”, diretto da Frank Lisciandro.

    Nel 2002 realizza l’album The Illusion insieme a Vinnie Colaiuta, Pino Palladino, Antonello Bruzzese e Giorgio Cocilovo.

    Farrington è inoltre leader della “Alan Farrington band”, nella quale suonano musicisti come Claudio Pascoli, Marco Tamburini, Mauro Negri, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Sandro Gibellini, Roby Soggetti, Fiorenzo Delega’, Pietro Benucci, Simone Boffa e Cesare Valbusa.

    “A Reason Why” è il nuovo singolo di Alan Farrington disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 26 settembre 2025.

     

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  • Roma, 19 ottobre: debutta il format Standing Ovation

    Un ex teatro trasformato in club, un pubblico selezionato – non per esclusività ma per desiderio di partecipazione e ascolto attivi – e un palco pensato per vivere la musica come esperienza totalizzante.

    Nasce così Standing Ovation, il nuovo format musico-sociale che debutta in Italia – dopo il successo dell’anteprima internazionale a Parigi – il 19 ottobre 2025 all’Ellington Club di Roma, con un obiettivo preciso: riportare al centro la qualità artistica e dare spazio a progetti capaci di unire spettacolo e impegno, estetica e messaggio.

    Madrina della serata sarà Gigí – al secolo Giorgia Papasidero -, cantautrice dall’animo italo-francese che ha calcato palchi internazionali da New York a Dubai, portando l’italianità in una dimensione globale. La sua discografia intreccia afro-pop-soul e radici mediterranee, con testi in cui la donna non è vittima, ma guerriera: una presenza forte e autonoma che rivendica il diritto a un linguaggio femminile radicato nel presente e nella libertà d’espressione.

    “Standing Ovation”, presentato da Right Thing Agency, sostiene l’associazione Les Espoirs Féminins, impegnata in progetti educativi e formativi per donne in condizioni di vulnerabilità. Il loro lavoro trasforma il concetto di speranza in percorsi concreti di emancipazione, indipendenza e autonomia. Il legame con il progetto non è formale, ma sostanziale: la voce di Gigí e il messaggio dell’evento raccontano la stessa idea di forza femminile come risposta alle difficoltà sociali e personali che ancora oggi limitano la libertà di molte donne nel mondo. Parte del ricavato sarà devoluto all’associazione, rendendo l’evento un’azione concreta di impegno e solidarietà.

    Ad aprire la serata sarà Rei Jahden, artista internazionale che fonde reggae, afro e spiritualità in una ricerca musicale che attraversa continenti e culture. È lui l’ideatore del format e della sua impronta curatoriale.

    Alla conduzione, l’attore Fabius De Vivo, mentre sul palco una formazione composta da musicisti con esperienze di tournée mondiali (Europa, USA, Africa) renderà l’atmosfera ancora più completa e immersiva.

    «Standing Ovation – dichiara Gigì – nasce dal desiderio di creare uno spazio di eccellenza, in cui la musica non sia soltanto ascoltata ma vissuta in tutte le sue sfumature. È un sogno che diventa realtà: dare voce ad artisti e progetti capaci di mettere insieme raffinatezza, passione e messaggi forti.»

    Il format ha come obiettivo quello di non essere solo una serie di live selezionati, ma un progetto curato nei minimi dettagli che mette al centro l’artista e il suo immaginario. Ogni serata è ideata come un percorso: dalla line-up alla luce, dalla scelta della location alla scaletta, fino alla relazione con il pubblico.

    Il debutto romano è solo la prima tappa. Standing Ovation è pensato per essere itinerante e adattarsi ad altri contesti in Italia e in Europa, mantenendo intatta la sua identità: musica come esperienza sensoriale, consapevole e condivisa.

    Informazioni pratiche:
    Quando: 19 ottobre 2025 – ore 20.30
    Dove: Ellington Club, Via Anassimandro, 15, Roma
    Ingresso su invito o con ticket riservato
    Ticket: €25 (inclusi consumazione + finger food)
    Prenotazione: https://standingovationshow.com/

    Line-up:
    – Opening Act: Rei Jahden
    – Main artist: Gigí
    – Conduce: Fabius De Vivo
    – Accompagnamento: band internazionale

  • “Grey Horse’s Standpoint” è il nuovo singolo di Simone Sello

    Dal 26 settembre 2025 è in rotazione radiofonica “Grey Horse’s Standpoint”, il nuovo singolo di Simone Sello disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre e che anticipa il nuovo album.

     

    “Grey horse’s standpoint” è un brano caratterizzato da una melodia meditativa ed evocativa che si sviluppa attraverso tre elementi sonori distinti: il fischio, la chitarra slide e il canto lirico. Il fischio, eseguito magistralmente da Alex Alessandroni Jr, introduce l’ascoltatore in un’atmosfera sospesa e suggestiva, mentre la chitarra slide aggiunge profondità e calore alla melodia. Il canto lirico crea atmosfere ampie e sospese, trasportando l’ascoltatore in un mondo sonoro unico. Il tempo lento richiama immagini dei Western classici, arricchite da una dimensione surreale e fantascientifica, creando un’esperienza sonora immersiva e suggestiva. La combinazione di questi elementi crea un’atmosfera emotiva e coinvolgente, perfetta per chi cerca una musica che stimoli l’immaginazione e la riflessione.

    Spiega l’artista a proposito del brano: Questo brano ha subito diversi cambiamenti nel corso del tempo; ad esempio la melodia principale era originariamente affidata ad un Theremin, che in fase successiva è stato sostituito dal fischio di Alex Alessandroni Jr. In genere, come in altri momenti dell’album, questa composizione descrive le sensazioni dal mio punto di vista europeo rispetto a certi spazi desertici sconfinati tipici dei paesaggi del nuovo mondo.”

    Il videoclip di ‘Grey Horse’s Standpoint’ è un viaggio surreale e onirico che combina elementi di Spaghetti Western e fantascienza. La storia segue un bel cavallo grigio che vaga nel deserto al tramonto, quando scopre astronavi che sfrecciano accanto a lui. Il cavallo decide di prendere il controllo di una delle astronavi atterrate e convince anche i suoi amici cavalli a fare lo stesso. La composizione meditativa e emotiva accompagna questo viaggio fantastico, creando un’atmosfera unica e suggestiva. Il videoclip è stato realizzato con riprese di deserti californiani manipolate con tecniche di simulazione moderne, dando vita a un mondo surreale e fantastico. Il risultato è un’opera d’arte visiva e sonora che invita a riflettere con senso dell’umorismo sulla relazione tra natura e tecnologia.”

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/1Ki2d44qh9s?si=qy7QCBoLhEv9NEyE

     

     

    Biografia

    Simone Sello è un chitarrista, produttore, compositore, filmmaker e giornalista musicale italiano, residente in USA. Ha iniziato la sua formazione musicale studiando il violino sin dalla giovane età, per poi diventare noto come chitarrista.

    Dopo la partecipazione all’album “Metal Attack” (RCA 1987), inizia una carriera da session man che lo porterà ad essere conosciuto a livello nazionale (Renato Zero, Bobby Solo, Tullio de Piscopo, Orchestra di Sanremo e molti altri).

    Contemporaneamente scrive articoli per la rivista specializzata “Chitarre”.

    Nel 1997 si trasferisce a Los Angeles ed inizia delle collaborazioni durature con Billy Sheehan, Aaron Carter e Disney, stabilendosi anche nel mondo della produzione musicale (ad esempio con dei remix per Hannah Montana/Miley Cyrus).

    Sempre a LA entra in contatto con Vasco Rossi, con il quale scrive alcuni brani (tra cui “Cambiamenti” e “Manifesto Futurista della Nuova Umanità”) e registra diverse parti, tra cui l’assolo di chitarra di “Una Canzone d’Amore Buttata Via”.

    Nel 2023 pubblica l’EP The Storyteller’s Project, e poi inizia ad assemblare l’album Paparazzi, Izakayas and Cowboys, portando avanti una ricerca sonora che unisce Spaghetti Western, rock/blues, surf, elettronica retrò e influenze giapponesi. Entrambi i lavori sono concepiti per essere suonati dal vivo il sync con dei video surreali prodotti dallo stesso Sello.

    Le sue principali referenze musicali spaziano dalla musica classica al rock alle atmosfere elettroniche (soprattutto degli anni 70 e 80), passando per le sperimentazioni psichedeliche, il surf rock e le armonie jazz. Di questi tempi ascolta principalmente musica classica del ventesimo secolo, jazz ed elettronica: ed è proprio questo incontro tra vintage, sperimentazione e modernità che caratterizza il suo lavoro.

    Simone ha una formazione musicale principalmente da autodidatta ma solida: padroneggia la chitarra elettrica con effetti (includendo anche la synth guitar), ha esperienza con slide ed acustica, e utilizza strumenti come la fisarmonica, l’armonica a bocca e la tromba nella produzione delle sue tracce. Questo mix di strumenti acustici, elettrici e sintetici gli permette di costruire atmosfere ricche e stratificate.

    Tra le sue canzoni che rappresentano al meglio il suo stile, quelle da conoscere assolutamente sono: “Big Dipper Horse Ride”, traccia d’apertura del suo ultimo disco, con forte impatto cinematografico, “Grey Horse’s Standpoint”, brano meditativo, con l’omaggio al fischio, chitarra slide e canto lirico, “Desert Song”, dal precedente lavoro “The Storyteller’s Project”, propone un cocktail di trip hop, chitarre floydiane ed atmosfere desertiche.

    Al progetto Simone collabora con illustri musicisti ospiti, quali vocalist, armonicisti, trombettisti e soprattutto il co-produttore dell’album Marco Torri, alla batteria su diverse tracce, ed il discografico (ma anche chitarrista) Alessandro Liccardo, che proprio con questo album inaugura l’etichetta Inner Drive Records, centrata sul mondo della sei corde.

    Il suo target musicale è trasversale: si rivolge ad un pubblico prevalentemente giovane-adulto, con aperture verso chi ama la musica sperimentale, le colonne sonore, il rock classico e l’elettronica d’autore.

    Con la sua musica Simone punta a raccontare storie fatte di contrasti culturali, di incontri estremi (Oriente/Occidente, passato/futuro), di paesaggi reali e immaginari: vuole che l’ascoltatore visualizzi mondi entro cui viaggiare — città notturne, deserti, strade infinite, duelli surreali — e provi emozioni di nostalgia, meraviglia, introspezione.

    Il suo obiettivo professionale è consolidarsi come artista internazionale riconosciuto nel panorama delle colonne sonore sperimentali e del rock elettronico, collaborare con registi e produzioni cinematografiche, incrementare la sua presenza sulle principali piattaforme di streaming e nei festival internazionali. Nei prossimi 2 anni vorrebbe trasformare Paparazzi, Izakayas and Cowboys da progetto di nicchia a riferimento per la musica di confine.

    “Grey Horse’s Standpoint” è il nuovo singolo di Simone Sello disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre 2025 e in rotazione radiofonica dal 26 settembre.

     

     

     

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  • “Oltremare (Live Session)”: il colore profondo dell’anima in sei tracce

    Non tutto ha bisogno di essere aggiustato. Nel corso degli anni, forse, abbiamo peccato di perfezionismo, e in un mercato che rincorre costantemente produzioni iper-lavorate e pulizia assoluta del suono, il cantautore e polistrumentista MANUEL sceglie la strada meno spianata, meno veloce e forse la più coraggiosa: pubblicare un EP che resterà per sempre così com’è stato registrato, dal vivo. Nessuna versione in studio, nessuna sovraincisione e qualche sorpresa come l’utilizzo della Loop Station. “Oltremare (Live Session)” è un lavoro scritto e prodotto dallo stesso MANUEL – all’anagrafe Manuel Sanfilippo -, che fissa sei canzoni in un’unica esecuzione: solo voce, chitarra e pianoforte. Ed un video di mezz’ora che le traspone sul piano visivo.

    Siamo diventati bravi a tagliare, velocizzare, levigare, e dove la quotidianità segue sempre più spesso i ritmi di un algoritmo e tutto dura pochi secondi, MANUEL sceglie di rallentare, e di mostrare la musica per com’è realmente, senza aggiunte superflue. Un contenuto lungo, silenzioso, che non che non cerca di imporsi, di mettersi in fila nel traffico di contenuti forzando la mano alla frenesia che ci ha inghiottiti. Ma resta lì, per chi decide di aprire e concedersi il tempo di tornare ad ascoltare. Ad ascoltarsi.

    È difficile fermarsi. Lo è in generale, lo è ancora di più oggi.

    Ogni giorno siamo esposti a migliaia di stimoli visivi, sonori, emotivi. Saltare da un contenuto all’altro è diventata un’abitudine, uno scorrere senza sosta che ci lascia pieni di cose e poveri di presenza.

    C’è un nome per tutto questo: si chiama tecno-overload, o sovraccarico cognitivo, e in certi casi prende anche una forma clinica, denominata Internet Addiction Disorder (IAD). Ma anche senza etichette, la sensazione è familiare a molti: non riusciamo più a stare. Né su una pagina, né dentro una canzone.

    “Oltremare (Live Session)” si oppone a questa corsa. Non con un pensiero nostalgico, ma con un obiettivo di verità: perché certe cose si sentono solo prendendosi il tempo di rimanere in ascolto. In silenzio. E perché rallentare è l’unico modo per capire davvero cosa sta succedendo. Dentro e fuori di noi.

    L’EP segna inoltre la chiusura del percorso “Acoustic Only”, che ha portato MANUEL a sperimentare una dimensione intima e raccolta. Questi sei brani non entreranno nel suo primo album in studio attualmente in preparazione: rimarranno così, fissati in una versione unica e irripetibile. Canzoni nate in anni diversi, mai pubblicate prima, che trovano ora la loro forma definitiva: essenziale, spogliata, radicata nella genuinità del momento.

    L’arrangiamento ridotto a voce, chitarra acustica e pianoforte richiama l’atmosfera, il coinvolgimento e la spontaneità del live: respiri, pause, imperfezioni che diventano linguaggio. Il linguaggio di chi non finge e non maschera, di chi ha scelto di mostrarsi senza protezioni.

    Al fianco di Manuel, il Maestro Matteo Stella, che ha co-firmato gli arrangiamenti e lo accompagna al pianoforte nell’intera sessione.

    Il videoclip intero, ripreso durante le registrazioni del disco e in uscita sul canale YouTube dell’artista il 30 settembre, è stato diretto e filmato da Lorenzo Ilariucci, con la fotografia di Mattia Tomasetti (Foto, Video e Light Design), sound engineering a cura di Stefano Conti e location management di Davide Matera. Un team di esperti che, insieme al fotografo Francesco Genovese che ha realizzato la copertina dell’EP, ha reso il progetto possibile, trasformando un’idea in un contenuto concreto e fruibile. Il risultato è un lavoro che supera il concetto tradizionale di videoclip per diventare un set dal vivo in cui la musica è lasciata libera. Libera di esistere, con la stessa intensità e purezza dell’istante in cui è stata eseguita.

    Temi come l’amore, la natura, il viaggio interiore e la necessità di lasciar andare si intrecciano lungo la scaletta, attraversando sei paesaggi interiori che non chiedono di essere interpretati, ma vissuti.

    «“Oltremare” è tutto ciò che non si vede ma si sente – spiega Manuel -. È il colore del profondo, quello dell’oceano, ma anche dell’anima. È ciò che esiste oltre il visibile, oltre l’amore che finisce, oltre il dolore che resta, oltre i corpi, oltre le parole, oltre ciò che ci siamo detti…E anche oltre ciò che non abbiamo mai avuto il coraggio di dirci. È un viaggio nell’invisibile. È la carica che ti spinge in profondità solo per insegnarti a risalire. È la somma di tutte queste canzoni: un cammino che parte dal dolore ma si apre alla luce, che attraversa la tempesta per tornare a casa. Dove casa non è un luogo…ma una verità: quella che possiamo trovare solo in noi stessi, riappropriandoci del nostro tempo e della capacità di ascoltare e ascoltarci.»

    “Oltremare” è un concept EP che non corre dietro alle regole del mercato: rimane fermo, immobile, come un istante che non si replica. È il silenzio prima del risveglio, il respiro lento dell’anima nel buio. È la soglia del non ancora, il mistero sacro dell’attesa. L’inizio di un viaggio senza mappe, dove il cuore si perde per ritrovarsi, fragile, indomito, vero.

    Qui non si giunge per restare, ma per prepararsi a volare. Perché “Oltremare” è il luogo dove l’anima, con occhi chiusi, impara a vedere.

    A seguire, tracklist e track by track dell’EP.

    “Oltremare (Live Session)” – Tracklist:

    1. Unico
    2. Mare e Terra
    3. Sulla Luna con Me
    4. Soli insieme
    5. My Own Love
    6. Oltre

    “Oltremare (Live Session)” – Track by track:

    Unico”. Manuel si espone, si mette a nudo: ciò che ha vissuto l’ha ferito, ma anche forgiato. Le cicatrici diventano insegnamenti e l’indifferenza verso il giudizio altrui una forma di liberazione. Quando tutti sembrano remare contro, ciò che conta davvero è restare in piedi, rimanendo sé stessi. C’è una determinazione feroce che si evince tra le parole: scegliere il difficile, puntare al bersaglio, abbracciare l’essenza complessa della vita, anche quando nessuno può capire il peso che ci si porta dentro.  Nel silenzio, l’anima si accende. Cammina oltre il visibile, sopra i confini del mondo, cercando un senso che non si misura in logica ma in assoluta presenza nel qui e ora. In questa ricerca, scopre che la sofferenza è stata maestra. Che le ferite hanno inciso vie segrete verso la consapevolezza. C’è una scelta conscia, e al contempo quasi mistica, nel seguire il percorso più arduo: non per orgoglio, ma per desiderio di verità e scoperta.  Anche ciò che è invisibile agli occhi è reale per chi sente; e chi sente davvero, fino in fondo, sa che tutto, anche il dolore, è stato necessario per tornare a sé. Sii come il vento, invita Manuel. Libero, inarrestabile, spirituale. Senza forma, eppure in grado di muovere ogni cosa.

    Mare e Terra”. C’è un amore che non ha bisogno di parole, che vive nello sguardo, nel riflesso di due occhi che si cercano. L’altro non è solo qualcuno da amare, ma un luogo in cui ritrovarsi, riconoscersi, vivere oltre il semplice atto di esistere. Quell’ E mi troverai del testo non è solo una promessa: è la volontà di esserci, con una presenza totale. L’amore qui non è lineare, né tranquillo. È fatto di tempeste e quiete, come la natura stessa. Due esseri che si muovono come nuvole e lampi, che si scontrano e poi si placano, che si cercano anche nella distruzione. Ogni esplosione è seguita da un rinnovamento, ogni bacio è una tregua sacra tra elementi opposti. In questa danza tra caos e tenerezza, nasce una domanda: “Tu credi in me?” É la fede che salva, che tiene salde le radici anche quando passa un tornado. L’identità di coppia si rivela nella natura: l’albero che cambia ma resta sé stesso, l’oceano che urta la roccia ma non si spezza. Così sono i due protagonisti della narrazione: mare e terra, apparentemente inconciliabili, eppure destinati a toccarsi. Nonostante i cambiamenti, nonostante i conflitti, ciò che rimane è l’essenza, la connessione sincera, spirituale e invincibile. Un amore elementale, eterno, come le forze che regolano il mondo.

    Sulla Luna con Me”. C’è una lentezza sacra in questo amore. Il tempo si dilata, il corpo si muove lento, mentre l’anima resta intrappolata nel profumo di chi non c’è più, ma non se n’è mai andato. L’assenza non è vuota, è presenza che echeggia. E la distanza non è solo spazio, è desiderio di elevarsi per sentire ancora. Nel cuore del testo c’è un invito: “Vieni sulla luna con me”. Un richiamo dolce e mistico verso un luogo altro, fuori dalla realtà, dove l’amore non conosce fine, dove il tempo non distrugge, ma conserva. È lì che le anime si sfiorano ancora, si consolano, si ritrovano. È un rifugio celeste, dove perfino il buio smette di fare paura. Il quotidiano, con i suoi dettagli apparentemente banali – un divano, una scultura fatta insieme – diventa sacro. Le mani che si stringono sono simboli vivi di ciò che è stato, e che, in un certo modo, è ancora. L’amore è diventato memoria, arte, presenza tangibile. Eppure, ci sono domande che restano sospese, parole che non trovano risposta, promesse intrecciate come fili invisibili tra due cuori lontani. E poi, quell’atto supremo di verità: spogliarsi delle paure, mostrarsi nudi, completamente autentici. Non solo nel corpo, ma nell’anima. L’amore qui è una dimensione spirituale, fuori dal tempo. È un altrove – la luna – dove l’intimità è pura, dove si assapora l’essere, e non solo lo stare insieme. Dove l’amore è un atto di fede, e il buio diventa luce condivisa. Un invito eterno a raggiungersi, anche se non si è più vicini. Un amore che non chiede di restare sulla Terra, ma di volare — insieme.

    Soli Insieme“. L’assenza dell’altro cambia il volto alle cose: perfino il mare, nella sua immensità, non è più lo stesso. L’anima ferita cerca guarigione proprio lì, dove una volta ha imparato a immergersi — nelle onde, nell’amore, nel ricordo. Come un rituale silenzioso, il protagonista torna all’acqua non per dimenticare, ma per sentire. Per capire se qualcosa, dentro, è ancora vivo. Non c’è più rabbia. Solo cenere, fuliggine: tracce di un incendio che ha lasciato escoriazioni profonde. Eppure, in mezzo a tutto questo, si fa strada la volontà di ritrovare la propria identità, di salire su una barca, leggera come la risata di un bambino e tornare ad essere libero, pirata di un mare che ora naviga da solo… Ma con una nuova energia a muoverlo. C’è poesia nella confusione, tenerezza nella rinuncia. Il corpo è ancora ferito, l’anima cauta. Non è ancora tempo per altri approdi, né per nuovi orizzonti. Il timone è lasciato al vento: segno di fiducia, più che di resa. La tempesta è passata, ma ha lasciato dietro un cuore spoglio, consegnato come offerta. Eppure, in tutto questo, c’è una verità: “Siamo soli, ma insieme”. Una contraddizione solo apparente, perché le anime che si sono amate davvero restano connesse anche nel silenzio, anche nella distanza. C’è una forma di presenza che perdura, come luce riflessa tra due solitudini che si riconoscono. Un amore che non ha bisogno di parole, né di ritorni. Solo di essere ricordato e onorato, nel silenzio condiviso.

    My Own Love”. È la voce di chi ha amato così tanto da perdere sé stesso. L’altro torna, promette di essere cambiato, piange, ha paura.  Ma chi parla non è più lo stesso. E nemmeno chi ascolta. C’è un conflitto acceso e al contempo delicato tra il bisogno di sapere se chi ci troviamo davanti è effettivamente cambiato e la consapevolezza che forse non ci si è mai davvero lasciati. L’amore non è solo affetto: è sacrificio, fusione totale, fino a dimenticare i confini tra un corpo e l’altro. “I’m not leaving yet“: una dichiarazione che non ha niente di razionale. È un atto di fede. “My own love doesn’t belong to myself without you”: questa frase è il centro spirituale del brano. L’amore non è più possesso, ma offerta. Un dono che, una volta fatto, non può essere ritirato. Sotto la malinconia si muove qualcosa di più vivo: il desiderio di vedere, di conoscere davvero chi si è diventati. Di scoprire se, dietro il dolore, esiste ancora uno spazio dove due anime possano incontrarsi: non come un tempo, ma forse più vere, più intere. Anche se il rischio è perdersi di nuovo.

    Oltre”. Un viaggio di coscienza e liberazione, un cammino su un filo sottile, fragile come la vita stessa, sotto un cielo in tempesta. Ma senza più paura di cadere.  Il pericolo non spaventa, il rumore si spegne, e in quel silenzio, si manifesta qualcosa di sacro: la voce della propria terra interiore, del cuore che batte forte, non per ansia, ma per vita. C’è un desiderio ben definito: andare oltre l’immagine, oltre ciò che si ripete, oltre ciò che trattiene. È una chiamata a vivere pienamente, a toccare l’orizzonte non con gli occhi, ma con la propria interiorità. Manuel riconosce finalmente sé stesso anche nell’altro: entrambi autentici, incapaci di fingere, connessi alla natura. C’è verità nella loro vulnerabilità e questa verità, è libertà. Gli occhi lucidi, come opere d’arte animate, guardano un mondo che corre, che scivola. Ma che, in fondo, è un miracolo da custodire. Ogni attimo è irripetibile, e la vita, adesso, è un diamante che brilla. Alla fine, il brano diventa una promessa mantenuta: la paura cessa di esistere, il cuore si apre, l’essere si rinnova. Si rinasce. Ora. Oltre.

  • “Connessioni sospese” è il nuovo singolo di Joline Terranova

    Da venerdì 26 settembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “CONNESSIONI SOSPESE”, il nuovo singolo di JOLINE TERRANOVA già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre.

    “Connessioni sospese” è un brano dal sound pop moderno che racconta un amore giovanile costruito su un rapporto poco fisico e ampiamente virtuale, vissuto dietro lo schermo di un computer. Tratto da una storia vera, la canzone mette in evidenza quanto la digitalizzazione stia compromettendo anche le relazioni fisiche tra le persone.

     

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Un brano tratto da una storia vera dal quale ho preso spunto e nel quale ho voluto sottolineare che siamo vivi e connessi con il mondo ma contemporaneamente abbiamo perso parte del contatto umano. Ci ritroviamo insomma intrappolati come una farfalla in una rete che è il web. Ovviamente nel videoclip ho voluto creare una differenza di suoni tra la musica di un disco in vinile suonata da un grammofono anni 50 e la musica pop di oggi”.

     

    Il videoclip di “Connessioni sospese”, girato a Castellana Sicula, mette in scena il senso di smarrimento e ricerca che accompagna ogni distacco emotivo. Tra paesaggi naturali sospesi nel silenzio e atmosfere intime, la protagonista si muove come in una dimensione interiore, alla ricerca di un equilibrio fragile. Le riprese e il montaggio sono di Francesco Muratore e Joline Terranova, e la regia di Joline Terranova, Nico Bellone, Francesco Muratore e Ninni Arcuri.

    Guarda il video di “Connessioni sospese” su YouTube

    https://www.youtube.com/watch?v=tcPmjPdT6G4

     

     

    Biografia

    Maria Grazia Terranova in arte Joline Terranova deve la sua cultura pop agli ascolti che faceva fin da bambina. Quando è riuscita a creare la propria band, Joline ha ripescato la musica che l’ha formata da Battisti a Lennon senza disdegnare il beat dei complessi anni ’60/’70 non solo italiani, adeguandosi ai tempi con sonorità moderne, sposando anche le ballade acoustic version. Grazie a queste molteplici esperienze canore, oggi, Joline spazia dal pop al rock, al reggae, al soul fino alla disco, quindi, non resta altro che ascoltarla in uno dei suoi live dove rende al massimo grazie alle sue naturali doti vocali!  Dopo anni di ascolti e interpretazioni Joline decide di comporre testi e musica, diventando anche cantautrice trattando temi intimistici che fanno parte del suo vissuto e in primis delle sue emozioni ma lascia con umiltà a voi ogni giudizio!  L’eccellente formazione musicale di Joline si deve ai suoi studi accademici e all’accesso all’accademia “Area Sanremo”. Specializzata in musica impattante, annovera nel suo percorso artistico esperienze in studios che le hanno dato la possibilità di essere notata da importanti produttori, tra cui Piero Cassano dei Matia Bazar e convocata nelle sedi di alcune importanti etichette discografiche italiane, come la Sony Music e la Warner Music. Grazie al suo talento, Joline ha avuto l’occasione di fare provini per artisti italiani e direttori d’orchestra come Beppe Vessicchio, Fio Zanotti e Mauro Mengali (famoso cantante degli Oro) con cui ha collaborato insieme a Rory di Benedetto (autore/compositore di artisti come Marco Mengoni, Lorenzo Fragola, Anna Tatangelo ecc. E recentemente giudice alle sfide di Amici di Maria De Filippi e auditore XFactor) per la realizzazione di un brano inedito nell’anno 2013 classificatosi tra i 60 semifinalisti per Sanremo Giovani 2014. Joline ha partecipato a programmi televisivi importanti come The Voice Of Italy su Rai2 nell’anno 2013 (con Riccardo Cocciante, Raffaella Carrà, Piero Pelù e Noemi) e finalista in coppia con Fausto Leali al programma “I Raccomandati” su Rai1 condotto da Pupo nel 2011. Joline attualmente continua la sua gavetta esibendosi in pubblico e rigorosamente live. Da qualche anno è diventata autrice di testi e musica insieme ad Andrea Muratore e Francesco Muratore, anche arrangiatori e produttori esecutivi insieme alla stessa Joline del singolo pubblicato e già sulle principali piattaforme digitali (tra cui iTunes, YouTube, Instagram, Facebook, TikTok, Spotify etc..).  Attualmente in studio per nuove composizioni ispirate da accadimenti ed emozioni vissute in prima persona e non. Le sue nuove composizioni aprono le porte a suoni ricchi di contaminazioni.

     

    “Connessioni sospese” è il nuovo singolo di Joline Terranova disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 26 settembre.

     

     

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