Category: Comunicati

  • “È tutto così vero” è il nuovo singolo di Giuseppe Cucè

    Da venerdì 30 maggio 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “È tutto così vero” (TRP Vibes / Track Records Productions), il nuovo singolo di GIUSEPPE CUCÈ, che anticipa l’album “21 grammi” in uscita il 20 giugno.

    Il brano “È tutto così vero” è una confessione intima, un viaggio nella memoria di una prima volta che non ha nulla di perfetto, e proprio per questo brucia sulla pelle come verità. È la storia di un incontro che sporca e salva, che lascia il segno e libera. La canzone si muove tra le ombre di una città sospesa, fatta di calle deserte, case dirupate, volti che sembrano usciti da un sogno polveroso. La sensualità non è patinata: è nuda, scomoda, a tratti squallida. Ma in quel disordine, in quella notte senza nome, c’è tutta la fame di vivere. È la scoperta del corpo, del desiderio, della fragilità che si fa forza. Una locanda dimenticata, un ballo sudato, un bicchiere di rum: sono questi i luoghi dove l’anima si spoglia davvero. La primavera passa, come passano le illusioni, lasciando solo la verità delle emozioni vissute. Nel ritornello si canta il veleno e la bellezza di quella sera, il confine sottile tra l’incanto e il disincanto. Lo special, con i suoi sapori latini e tropicali, è un’esplosione di vita che non chiede scuse: si balla, si beve, si brucia, si ama.

    Spiega l’artista a proposito del brano: «“È tutto così vero” non è una canzone sulla perfezione, ma sull’autenticità. Racconta la prima volta come un battesimo laico: scomodo, istintivo, sporco… ma necessario. Perché è solo passando dal buio che si impara a riconoscere la luce».

     

    Biografia

    Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude

    soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, Giuseppe Cucè nasce a Catania l’8 settembre del 1972 e fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica.

    Inizia il proprio percorso dipingendo i propri pensieri su tela, per poi successivamente farsi catturare dalla danza contemporanea, fino a confrontarsi con diverse identità esistenti nel proprio essere e capire la propria strada incanalando le proprie energie verso la scrittura e la composizione.

    Durante la sua carriera ha collaborato con diversi musicisti tra i più fedeli il produttore artistico Riccardo Samperi.

    Nel 2008 inizia a collaborare con la TRP Music di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il CD La Mela e il Serpente, un album che sarà espressione assoluta dell’anima Saudade dell’artista.

    L’album viene anche pubblicato dalla EDINA MUSIC, etichetta Parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album ha dato al cantautore catanese la possibilità di esibirsi nei più importanti teatri Parigini (Le Trianon, L’Alhambra, Le Petit Saint Martin).

    Sempre dalla collaborazione con il produttore Riccardo Samperi e dopo un lungo periodo di scrittura e maturazione di nuovi brani, coadiuvato anche dall’apporto artistico dell’amico musicista Fabio Abate, nasce un nuovo progetto musicale che ha già visto nel 2022 la pubblicazione di due singoli, “Di estate non si muore” e “La mia Dea”, e nel 2023 e 2024  “Dimmi cosa vuoi”, “Fragile equilibrio”, “Ventuno”,  “Tutto quello che vuoi” e “Cuore d’inverno” che confluiranno nell’album “21 grammi”, in uscita a giugno per TRP Vibes.

    “È tutto così vero” è il nuovo singolo di Giuseppe Cucè disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 30 maggio 2025.

     

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  • “Veterano” è il nuovo singolo di Er Pablo

    Dal 30 maggio 2025 sarà in rotazione radiofonica “Veterano”, il nuovo singolo di Er Pablo disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 maggio.

    “Veterano” è un pezzo che esplora con profondità e sensibilità il tema del cambiamento.

    Il brano affronta, attraverso immagini evocative e un linguaggio poetico, diverse sfaccettature dell’esperienza umana: dalla guerra esterna a quella interiore, dall’amore alla crescita personale. “Veterano” è un racconto simbolico che parla di trasformazione, resilienza e consapevolezza, lasciando all’ascoltatore il compito di trovare il proprio significato tra le righe del testo.

    Con una scrittura aperta a più livelli di interpretazione, il singolo si distingue per la sua capacità di toccare corde intime e universali, diventando uno specchio in cui ciascuno può ritrovare una parte di sé. Un invito ad ascoltare, riflettere e lasciarsi attraversare da emozioni autentiche.

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Veterano è una canzone che mi ha accompagnato per anni. Circa quattro anni fa scrissi il ritornello ma non avevo ancora una musica su cui cantarlo. Due anni dopo scrivo una strofa di getto, dedicata alla mia chitarra. La seconda strofa nacque qualche settimana dopo, inseguito al mio trasferimento a Milano. Sarà per questo che mi piace definire Veterano l’ultima canzone che ho dedicato a Roma e la prima che ho dedicato a Milano, proprio perché è stata scritta a cavallo tra un addio e un benvenuto.” 

    Biografia

    Pablo Deleuse, in arte Er Pablo, è un cantautore indie-pop originario di Roma. Si avvicina alla musica all’età di 11 anni iniziando a studiare batteria, per poi appassionarsi anche al pianoforte, strumento che inizia a suonare da autodidatta. Successivamente approfondisce lo studio del pianoforte e della chitarra frequentando un’accademia musicale a Milano.

    Durante il periodo romano, collabora con un produttore che ne sostiene il percorso artistico, permettendogli di incidere le sue prime tracce. Nel 2023 pubblica i singoli Camel, Bilbao e Primo Ciak, esibendosi in diversi live nella provincia di Roma.

    Il trasferimento a Milano segna una nuova fase per la sua carriera: si iscrive al corso di Canto e Produzione in un’accademia e inizia a collaborare con Violea, produttore legato alla nuova scena musicale milanese. Insieme realizzano diversi brani che mettono in luce la vena creativa di Er Pablo, spingendolo a esplorare nuove soluzioni musicali e testuali.

    Er Pablo è un artista che ama “giocare” con la propria musica, capace di raccontare la quotidianità con ironia, sensibilità e profondità. I suoi testi spaziano da tematiche leggere a riflessioni più complesse, sempre con uno stile personale che unisce immediatezza e contenuto.

    “Veterano” è il nuovo singolo di Er Pablo disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 maggio 2025 e in rotazione radiofonica dal 30 maggio.

     

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  • Tre ragazzi campani si chiudono in un garage. Ne escono con un EP autoprodotto che racconta cosa significa avere vent’anni oggi. Senza cercare di piacere a tutti i costi

    «Ci siamo fatti una promessa: chiudere la porta e restare con le canzoni». “16m²” sono le dimensioni esatte del garage dove i La Maitresse si sono chiusi per ripartire da zero. Niente comfort, niente aspettative. Solo loro tre, qualche strumento e un’urgenza espressiva da liberare.

    Ci sono debutti che nascono da un contratto, da un talent, da una strategia editoriale. E poi ci sono quelli che nascono dal silenzio. “16m²”, il primo EP dei La Maitresse, è l’esatto opposto di un esordio costruito a tavolino: non nasce da un piano, ma da una frattura.

    Nel 2023, il trio napoletano si ritrova senza un progetto, azzerato da una fine inattesa e senza un piano di riserva. Dopo quattro anni di percorso condiviso, ciò che resta è un punto interrogativo. Niente label, niente pubblicazioni imminenti. Solo una stanza, poi un garage. E il bisogno bruciante di non smettere. Il risultato è un disco che somiglia a chi lo ha scritto: vulnerabile, lucido, disilluso. Ma anche pieno di immagini pop e intuizioni che non si vedono spesso in un debutto.

    C’è chi li definirebbe elettropop, chi canzone d’autore in formato Gen Z. Ma i La Maitresse rifuggono le etichette. E non si vergognano di avere due anime: quella cantabile, accessibile, nazionalpopolare. E quella più laterale, più spigolosa, che vuole uscire dagli schemi.

    «In noi vive un dilemma battistiano – affermano -. Una parte di noi vuole essere nazionalpopolare, l’altra vuole rompere gli schemi. Ma il pop non è compromesso: è colore.»

    Il nome stesso della band – ispirato a una maîtresse incontrata in una situazione grottesca e teatrale – è figlio di un’identità musicale fuori dalle formule. La loro è una scrittura visiva, che parte da riferimenti generazionali precisi (da Vasco a “Dancing Queen”, da Coltrane ai tiramisù da frigorifero) per raccontare con disillusa ironia quel territorio intermedio tra i venti e i trent’anni, dove tutto è in bilico: relazioni, futuro, appartenenza.

    Nel DNA della band c’è anche l’irriverenza e la malinconia della Napoli contemporanea: colta, disincantata, musicale per natura. Una città che non fa da cornice, ma che condiziona il suono, il linguaggio. Non è un dettaglio del contesto: è una variabile costante nel modo in cui scrivono, suonano e pensano.

    Ed è lì, in quella zona fatta più di dubbi che di certezze, che prende forma un nuovo inizio. Ma non arriva all’improvviso: ha la voce di una canzone.

    E quella canzone, è “ADRIANAAA”, la prima a rompere il silenzio. Dopo un lungo periodo di blocco, finalmente qualcosa si muove.

    «Eravamo a pezzi. O smettevamo, o ci chiudevamo in un garage a fare canzoni. Abbiamo scelto il garage. E abbiamo iniziato a cucire le crepe, una strofa alla volta. Ore spese a dare personalità a ogni suono. Per la prima volta, abbiamo curato tutto da soli.»

    È così che nasce “16m²”, un EP autoprodotto in ogni parte creativa – eccetto mix, mastering e batterie finali – che suona artigianale e preciso al contempo, come se l’imperfezione fosse diventata – finalmente – una scelta estetica consapevole, e avesse trovato il suo posto nel suono.

    Ogni brano ha un’identità autonoma, ma insieme costruiscono un percorso coeso, fatto di immagini, contrasti e piccole confessioni. Una stanza dopo l’altra, una canzone alla volta.

    A seguire, tracklist e track by track del disco.

    “16m²” – Tracklist:

    1. Dimmi che hai preso il verme
    2. Missile
    3. Dieta
    4. ADRIANAAA
    5. Bandiera
    6. 0Positivo!
    7. A Porte Chiuse

    “16m²” – Track by Track:

    Dimmi che hai preso il verme”. Un’apertura scomposta e imprevedibile. Il titolo surreale nasconde una narrazione ossessiva, intima, che scorre su un tappeto elettronico che si apre e si richiude. È il lato più obliquo e viscerale del progetto, e anche uno dei più sperimentali.

    Missile”: una hit mancata e proprio per questo riuscita. Una storia di gelosia postmoderna tra trenini mentali e tacchi rossi, su un groove che mescola Abba e ansia sociale. La leggerezza, qui, è solo apparente: c’è sotto un carico emotivo che pesa, ma non schiaccia.

    Dieta” è il pezzo più ironico, ma con un doppio fondo malinconico. Una relazione che passa per frigo, palestra e tentativi falliti di auto-controllo. È un dialogo in forma di sitcom, che riesce a raccontare il quotidiano senza banalizzarlo.

    ADRIANAAA”. Una scena da commedia americana anni Duemila (“autostrada e John Coltrane”), un dialogo stralunato, un synth-pop che guarda agli MGMT e a Battiato. Ironica, precisa, poetica nel suo modo sbilenco.

    Bandiera”: una ballad sintetica e dolente, che condensa l’identità della band. Qui i La Maitresse smettono di giocare e mettono in mostra la loro anima più fragile. Il ritornello resta impresso nella mente, anche dopo un solo ascolto.

    0Positivo!” è una riflessione generazionale vestita da pezzo pop: c’è dentro tutta la stanchezza di chi si sente fuori fuoco, ma anche la forza di chi continua a provarci. Un pezzo che potrebbe finire in una playlist, ma anche in un dancefloor di un club.

    A porte chiuse”, infine, è la chiusa perfetta. Intimo, claustrofobico, scritto in prima persona e spogliato di filtri. È una lo specchio della solitudine di una generazione iperconnessa ma sempre più distante.

    “16m²” è un disco che parla a chi è in transizione. Un disco per chi si sente in bilico, sospeso: tra adolescenza e maturità, tra coraggio e rinuncia, tra identità e maschera. Non pretende di dare risposte, né soluzioni. Ma non rinuncia a cercarle. E lo fa con un linguaggio nuovo, ibrido, credibile. I La Maitresse scelgono l’ambiguità, il dettaglio, l’incompiutezza. E proprio per questo suonano veri.

  • Un feat che unisce generazioni e culture: è uscito “Napoli Tirana di Stresi e Clementino

    Due voci, due città, due storie che si incrociano sullo stesso beat. “Napoli Tirana” è il nuovo singolo di Stresi, leggenda vivente del rap albanese, in collaborazione con Clementino, tra i più rispettati liricisti della scena italiana. Il brano fa parte di “Archimed (Episode 2)”, il nuovo album di Stresi, prodotto dall’etichetta romana Techpro Records.

    “Napoli Tirana” è il punto di contatto tra due città che condividono una lunga storia di scambi culturali, migrazioni e affinità artistiche, l’incontro perfetto tra due mondi che si riconoscono e si rispettano. Il legame tra Napoli e Albania non è solo musicale: è storico, umano, più vivo che mai. “Napoli Tirana” lo celebra con le parole, con barre che danno voce al suono crudo del cemento. La terra di Partenope e quella delle Aquile si ritrovano al centro di una nuova mappa culturale, fatta di musica che supera barriere, confini e parla a più generazioni.

    «Questo brano rappresenta tutto quello in cui credo: rispetto tra le scene, fratellanza vera, e musica che racconta senza filtri, senza patine – spiega Stresi -. Con Clementino è stata una sintonia immediata. Due stili diversi, ma la stessa fame, la stessa strada. Questo è solo l’inizio.»

    Stresi, con alle spalle oltre vent’anni di carriera e milioni di ascolti, è considerato uno dei pesi massimi della scena non solo in Albania, ma in tutto il mondo albanofono. Quando Clementino ha ascoltato il brano per la prima volta, non ha avuto dubbi: “Entro in studio subito”. L’intesa è stata istantanea, naturale. Il risultato? Una traccia che miscela dialetti e metriche, punchlines e vissuto, creando un banger iconico che unisce le piazze di Napoli e Tirana, due mondi paralleli, attraversati dalla stessa urgenza espressiva. Un pezzo che sa di rispetto, lealtà e asfalto, sottolineando la collaborazione tra due culture che si specchiano, si riconoscono e si arricchiscono a vicenda.

    “Archimed (Episode 2)” – L’album

    Con “Archimed (Episode 2)”, Stresi firma un progetto ambizioso e multiculturale che mette in dialogo Mediterraneo, Balcani e America Latina. Un mosaico di linguaggi, estetiche e identità differenti, che conferma la sua volontà di abbattere le barriere geografiche e sancisce l’ambizione di un artista in grado di rinnovarsi senza mai perdere il legame con le proprie radici.

    Tra le otto collaborazioni di rilievo, oltre a quella con Clementino, spicca “Ma Belle” con Aka 7even, artista tra i più amati del panorama pop-urban italiano. Una ballad intrisa di dolcezza e disincanto, cantata in italiano e francese, in un sottile equilibrio di malinconia e identità stilistica. Aka 7even e Stresi trovano una connessione insolita ma efficace, dando vita a un brano inaspettato, che aggiunge nuove sfumature, nuovi colori alla dimensione narrativa del disco.

    Noizy, pioniere della scena rap albanese, apre il concept con “Mama”. Un ingresso frontale, ruvido, che ne chiarisce subito tono e direzione, parlando di verità, difficoltà e riscatto. In un mondo in cui i “veri” sono rari e i “falsi” ovunque, “Mama” mette al centro la lealtà, le difficoltà del quotidiano e la consapevolezza di chi ha imparato a cavarsela da solo perché sa da dove viene.

    Deny K, tra i nomi più affermati del rap colombiano, porta la sua estetica urban-latin in “Aventurera”, intrecciando spagnolo e albanese in un flusso immediato e magnetico. Il risultato è un mix di riferimenti alla Medellín criminale e a un’identità che si muove tra zone grigie, velocità e caos. Stresi si presenta come bandito, mentre Deny K aggiunge un tocco latino e melodico che rende il pezzo visivo e ballabile. “Aventurera” è una corsa tra strade, soldi e libertà precaria: una delle tracce più dinamiche e internazionali dell’album.

    Bay T, celebre artista kosovo-albanese di Mitrovica, si unisce a Stresi in “Kriminal”, un pezzo teso e incalzante che fa da specchio alle contraddizioni delle strade e della società. Il titolo è chiaro, il flow ancora di più. È un brano seduttivo, costruito su immagini sensuali e atmosfere cittadine. Stresi racconta un amore passionale, nato in Albania ma con un respiro internazionale, in un gioco suadente tra inglese e albanese. Bay T firma un ritornello magnetico che conferma la sua attitudine da hitmaker. Una traccia fluida, imprevedibile, in cui il crimine è solo quello del cuore.

    In “Marihuana”, Lumi B – storico membro del collettivo KAOS – e Flor Bana – artista albanese noto per la sua penna viscerale – affiancano Stresi in un banger a tratti visionario, che alterna crudo realismo e immagini rarefatte. L’attitudine street è chiara e dichiarata fin dal primo verso: «Nuk jom VIP i estradës, po VIP i mahallës» («Non sono un VIP dello showbiz, ma della mia strada»). Lumi B e Flor Bana accompagnano Stresi in una traccia che parla di rispetto vero, quello guadagnato fuori dai riflettori. “Marihuana” è un titolo provocatorio, ma il senso è evidente: ciò che conta è la credibilità nei quartieri, non quella patinata.

    Internacional” riflette l’anima transnazionale del progetto. Con Nido, producer e musicista albanese, e di nuovo Flor Bana, Stresi firma una traccia che attraversa lingue e ritmi, fondendo influenze latine, mediterranee e urban in un’architettura sonora che abbatte ogni confine. Una canzone che racconta il viaggio di un’identità in movimento, capace di abbattere barriere culturali con il linguaggio universale della musica.

    2Ton, con oltre un miliardo di visualizzazioni su YouTube, porta il suo carisma in “Kallabllak”, termine che in albanese indica una “folla”, “affollato”. E il brano è esattamente questo: un club banger in piena regola, pensato per incendiare il dancefloor.

    L’album si chiude con quattro tracce completamente firmate da Stresi: “Ajo” (in italiano “Lei”), un brano intimo, che si rivolge a una figura femminile amata e lontana, in cui melanconia e rispetto sono in perfetto equilibrio; “Autobiografia”, che, come suggerisce il titolo, è una lettera a cuore aperto, una confessione. Stresi si racconta, tra vittorie e cicatrici; “Sa T’kam Dasht” (in italiano “Quanto ti ho amato”), una riflessione sul passato, su un amore ormai finito. Un testo che scava nella nostalgia, senza indulgere nella retorica; e “Sta Fali” (in italiano “Ti perdono”), un brano secco e consapevole, dove il perdono non è una resa, ma la scelta lucida di chi decide di chiudere i conti senza rinunciare a se stesso. Un poker finale che restituisce la voce dell’artista in forma pura, senza filtri né featuring. Qui il racconto si fa soffuso, riflessivo, diretto. È la parte più personale del disco, dove Stresi si prende tutto il tempo e lo spazio per essere semplicemente se stesso.

    “Archimed (Episode 2)” parla a più scene, unendo realtà apparentemente lontane, ma attraversate dallo stesso bisogno di espressione. È un album intriso di identità, appartenenza, dialogo. Un lavoro che guarda all’Italia con consapevolezza e volontà di radicarsi.

    L’Albania si conferma così un mercato musicale in forte espansione, e Stresi uno dei suoi protagonisti più credibili anche fuori dai confini nazionali. Techpro Records, label capitolina che ha cresciuto tante generazioni di artisti occupandosi con cura dei loro progetti e della loro immagine, si posiziona come ponte tra Roma e Tirana, tra Sud e Est, tra strada e cultura. Al centro di tutto, c’è la voce di Stresi: diretta, vera, internazionale.

    Stresi è il baricentro di un disco che oscilla tra confessione e denuncia, romanticismo e concretezza. Un artista capace di esporsi, raccontarsi, stare nella verità delle sue parole. Un artista che sa dove stare, cosa dire e come dirlo. Senza filtri. Senza maschere. Con consapevolezza. E una voce che non chiede spazio: se lo prende.

    “Archimed (Episode 2)” – Tracklist:

    1. Mama (feat. Noizy)
    2. Aventurera (feat. Deny K)
    3. Kriminal (feat. Bay T)
    4. Marihuana (feat. Lumi B & Flor Bana)
    5. Internacional (feat. Nido & Flor Bana)
    6. Ma Belle (feat. Aka 7even)
    7. Napoli Tirana (feat. Clementino)
    8. Kallabllak (feat. 2Ton)
    9. Ajo
    10. Autobiografia
    11. Sa T’kam Dasht
    12. Sta Fali

  • “Il delitto del Dodicesimo Arcano”, il nuovo noir di Silvia Alonso che va a scavare nei meandri più oscuri dei tabù psicologici e sessuali

    La scrittrice Silvia Alonso torna in libreria dal 12 maggio con il noir Il delitto del Dodicesimo Arcano, pubblicato da Narrazioni Clandestine – Gruppo Santelli e con la prefazione a cura dello scrittore e coach di scrittura, nonché editor, Diego Di Dio.

    Un legame misterioso unisce alcuni locali a luci rosse di Milano agli eleganti Casinò della Costa Azzurra, tra gioco d’azzardo, suites di lusso, Formula Uno e bellissime escort. Filo invisibile è la ricerca di emozioni forti di cui una ristretta cerchia di uomini non riesce a fare a meno, ignari del legame sotteso col mondo esoterico e le sue pratiche oscure.

    Tra questi due poli si muovono disinvolte le Regine della notte, un gruppo di spregiudicate Mistress affiliate al cosiddetto Diavolo, che altri non è che un boss della malavita internazionale. Il pegno da pagare per raggiungere l’apice del Paradiso attraverso le loro pratiche, tuttavia, è alto, e talora la posta in gioco può essere la stessa vita.

    Così accade a Mattia D’Angelo, un ex acrobata del circo che perde la vita durante una pratica di Soft-Bdsm. La causa dell’incidente non pare fortuita, e il movente deve essere cercato in un passato dai contorni onirici, dove simboli esoterici si mischiano all’attrazione per il vuoto e sacro e profano giocano una partita a scacchi col destino umano.

    Per indagare nei misteri di un mondo a lei parallelo, la protagonista Maddalena Santacroce dovrà schivare le grinfie del commissario Bellavista, un personaggio quasi da fumetto che non riesce a resistere al fascino femminile.

    “L’idea di immergermi in un’indagine interamente guidata da simboli e premonizioni era una meravigliosa sfida a scrivere controcorrente. Il mondo del Dodicesimo Arcano è questo: un invito a sollevare il velo che separa i confini tangibili del reale per scoprire l’invisibile – ha spiegato Silvia Alonso. 

    Si tratta di un’indagine scomoda che va a scavare nei meandri più oscuri dei tabù psicologici e sessuali: il legame tra Eros e dolore, ove un tempo era la religione che prospettava l’estasi mistica attraverso la mortificazione del corpo.

    Volevo scrivere un noir, inoltre, dove protagoniste fossero le donne. Donne forti, sensuali, consapevoli del proprio potere seduttivo. Dovevano essere queste donne ‘dominatrici’, per una volta, a rovesciare la tragicità degli eventi di cronaca in cui dilaga la violenza di genere, prendendosi gioco delle debolezze maschili. Al centro di questa vulnerabilità, il sesso legato al potere. Perché alla fine è sempre lì che mirano molti uomini: al potere, in ogni sua declinazione”.

    Un noir eversivo, in piena regola con il pensiero di Narrazioni Clandestine. Provocare, far riflettere, smuovere, emozionare” – ha commentato la casa editrice.

    Una lettura “fuori dal coro”, ricca di emozioni forti in cui lo stile avvolgente dell’autrice si mischia alla nota ironica e a riflessioni profonde, un libro per chi ama i noir densi di mistero, i simboli, le atmosfere gotiche e soprattutto i richiami esoterici come i Tarocchi, dove anche Eros è un archetipo accanto alla Dama con la Falce.

    Silvia Alonso presenterà l’opera giovedì 29 maggio, ore 18.30, a Milano presso Incipit23 in via Casoretto 42. Dialogheranno con lei la regista e sceneggiatrice Gaia Catullo e l’attrice e doppiatrice Elisa Giorgio.

    DATI TECNICI

    Titolo: IL DELITTO DEL DODICESIMO ARCANO

    Autore: Silvia Alonso

    Casa editrice: Narrazioni Clandestine – Gruppo Santelli

    Data di pubblicazione: 12 maggio 2025

    Genere: Noir

    Prefazione: Diego Di Dio

    Pagine: 265

    Prezzo: 19,99 Euro

    EAN: 9791259871404

     

    SILVIA ALONSO

    Avvocato milanese da sempre appassionata di gialli e thriller.

    Appesa la toga al chiodo a favore di inchiostro e calamaio, si divide tra il lavoro di consulente legale e i suoi libri.

    Esordisce con la commedia “I Love Mammy in Montecarlo – come sopravvivere a una vita glitter” (Genesis Publishing, dicembre 2019), a cui segue la raccolta di favole per bambini “Lo zoo arcobaleno” (finalista al Premio Città di Castello 2021), e la raccolta di racconti thriller, “Delirio, brividi al nero di luna” (Brè Edizioni 2021) – tra cui il racconto vincitore del Premio Giuria Terni-Narni Horror Fest 2021.

    Il romanzo “L’avvocato in guêpiére” (oggi pubblicato da Rossini Editore- Gruppo Santelli- con la prefazione di Valeria Corciolani) si è aggiudicato il Secondo Posto al Premio Letterario Città di Cattolica nell’aprile 2023, miglior romanzo inedito, e successivamente il Premio Giuria Winning Book- Caffè delle Arti per la categoria romanzi editi 2024.

    Il delitto del dodicesimo arcano è la rivisitazione del precedente romanzo “L’ultima alchimia” (Brè edizioni) finalista, nel 2021, del Premio Nabokov Lab per la sezione inediti, vincitore nel 2024 del Premio Internazionale Il Picchio- Città di San Giuliano, Xa edizione, e della menzione “cultura italiana nel mondo” Casa Sanremo writers 2024.

    Tra il 2021 e il 2023, ha ottenuto diversi riconoscimenti per il genere thriller e giallo, tra cui:

    • 2021 Premio Giuria Terni Narni Horror Fest per il racconto «La trappola della perla nera», finalista nello stesso anno a Garfagnana – Barga noir;
    • 2023 Premio Damster Edizioni – GialloFest 2022, per il miglior racconto thriller storico «Il Segreto di Senenmut»;
    • 2024: Finale a Giallo Pistoia (Giallo in Provincia- Mondadori) per il racconto «Monco assassino» pubblicato successivamente nella raccolta «Giallo.it» Giallo Napoli 2024;
    • Finale a Garfagnana- Barga in noir per il racconto «La vendetta è un vaso di terracotta», già terzo classificato al Premio Thriller Nord, sez. Sicilia;
    • Il suo racconto «L’ultimo bicchiere» farà altresì parte dell’antologia «365» di Delos crime.

    Cura il proprio canale Youtube (Silvia Alonso Writer) dove ha creato la rubrica per gli autori emergenti “Il Cannocchiale Letterario”, e su Canale Europa, per la trasmissione “IPSO FACTO. L’Italia si racconta”, la rubrica “Orme di Giallo”. Collabora altresì per la testata MilanoNera.

    Ha una vera, profonda e carnale passione per il flamenco, e in generale per la danza.

  • “What are you running from?” è il nuovo singolo di Buonarroti

    Da venerdì 30 maggio 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali “What are you running from?” (Overdub Recordings), il sesto singolo di BUONARROTI, estratto dal nuovo EP “KOMOREBI” in uscita il 6 giugno.

    “What are you running from?” è l’ultimo singolo estratto dall’EP “KOMOREBI” in uscita il 6 giugno 2025.Il brano rappresenta probabilmente l’episodio più spensierato dell’intero lavoro: l’intento è quello di distrarre l’ascoltatore, di fargli dimenticare ciò da cui sta fuggendo. Il consueto andamento cadenzato si trasforma qui in un ritmo quasi danzereccio, che richiama il Big Beat degli anni ’90.

     

    Commenta l’artista a proposito del brano: “Un diversivo ritmico, un tentativo di fuga per allontanare i pensieri, un momento che vorrebbe essere di pura evasione”.

     

    Biografia

    Leggi Buonarroti e pensi immediatamente a Michelangelo. Ma ti sbagli perché è Filippo, meno noto cospiratore rivoluzionario.

    È su questa ambiguità che nasce Buonarroti, side project del batterista del trio Chaos Conspiracy, stavolta alle prese con atmosfere più intime e malinconiche. Per sua stessa natura il progetto non abbraccia una forma unica e definitiva ma si presenta come molto eterogeneo e in divenire. Pur partendo da un approccio prevalentemente elettronico e strumentale, non disdegna collaborazioni, anche vocali, con altri artisti.

    Il primo EP ufficiale, Inhibitions, mixato e masterizzato da Filippo Buono presso il Monolith Recording Studio è stato pubblicato dalla Overdub Recordings nel maggio del 2023. L’artista ha poi collaborato in tre occasioni con la vocalist Simona Giusti, con la quale ha pubblicato i singoli Idiot, Distance e Guiding light.

    Dopo “Intro”, “Komorebi”, “Age of paranoia”, “Homesick” e “Don’t worry… you’re dead!”, “What are you running from?” è il sesto singolo di BUONARROTI pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali di streaming da venerdì 30 maggio 2025.

     

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  • Lara Serrano e la parola che salva: “Parole Sciolte”, il suo primo album

    C’è una generazione che per ritrovare se stessa ha iniziato a cantare a bassa voce. Lara Serrano lo fa da anni, e oggi quella voce si raccoglie in “Parole Sciolte”, l’album d’esordio della cantautrice genovese classe 1998. Dopo una serie di brani pubblicati, tra cui “Follia” e “Tra il dejavu e l’amnesia”, Lara torna con un progetto che conferma la direzione della sua scrittura consapevole, e la capacità di dare un senso a ciò che spesso resta sullo sfondo senza indulgere nella retorica, raccontando ciò che solitamente si tace, con un linguaggio che non cerca protezione né alibi.

    Concepito come un lungo dialogo – a tratti clinico, a tratti lirico – tra sé e la propria memoria, “Parole Sciolte” è insieme cronaca e testimonianza sincera di chi ha imparato a sopravvivere ai giorni storti scrivendo tutto quello che non riusciva a dire. Tra versi che sembrano appunti terapeutici e immagini che somigliano a fotogrammi sfocati ma essenziali, necessari per capire dove si è passati, l’album si snoda tra dolorose evidenze e piccole rivoluzioni quotidiane, tenendo sempre al centro la parola come atto liberatorio.

    «Ho iniziato a scrivere perché non riuscivo a parlarmi. O almeno, non in modo diretto – spiega l’artista -. Questo disco nasce dalla necessità di restare viva anche quando tutto il resto cadeva. È il mio modo per mettere in fila i “Fra(m)”menti, citando un brano del disco -, per cercare connessioni anche dove sembrano impossibili.»

    Otto tracce, nessun riempitivo. “Parole Sciolte” è un disco compatto, coerente, curato fin nei minimi dettagli. Un progetto che si ascolta come un flusso di coscienza, disordinato solo in apparenza, perché ogni strofa rappresenta una svolta narrativa.

    Nel brano d’apertura, “Intro”, Lara si affida a una domanda che incornicia e attraversa tutto il progetto: «Mi posso fidare della versione delle tre delle persone o no?». Una frase che resta addosso, come uno di quei pensieri che tornano nei momenti in cui il silenzio fa più rumore. Ed è proprio lì che prende forma l’album: in quel punto sospeso tra chi eravamo e chi stiamo ancora cercando di diventare. È uno sguardo consapevole, forse stanco, a tratti inquieto, ma sempre vivo. È lo sguardo di chi scrive per non perdersi. Non è arrendevole. Non è amaro. Non è cinico. È uno sguardo che prova a fare ordine, senza fingere che sia tutto a posto.

    Nella title track “Parole Sciolte”, quello stesso sguardo si traduce in immagini che non hanno bisogno di spiegazioni: «Siamo il quadro più bello ma senza cornice, quasi quasi mollo tutto e poi divento felice». È un modo per dichiarare che, a volte, mollare non significa arrendersi, ma scegliersi.

    In “Iride”, l’amore viene raccontato come ciò che resta «quando i sogni d’odio sono in bianco e nero», mentre “Nuvole e Paranoia”, che è forse la traccia più cinematografica del concept, il linguaggio si muove tra citazioni figurative e registri diversi, accostando Hayez e Goya, che convivono nella stessa strofa, con una naturalezza spiazzante. «Sto come a un concerto ma in testa ho un teatro, metto insieme respiri per poi rompere il fiato». Un brano che alterna scenari familiari, ritmi ordinari e richiami culturali, tenendo insieme caos ed equilibrio, gesto e pensiero, con chirurgica precisione.

    Non manca una riflessione sui legami che aiutano a rimettere insieme i pezzi, anche solo per un momento. In “Palchi più Alti”, Lara dedica il brano a chi, pur sentendosi piccolo tra giganti, riesce a ritrovarsi in un applauso. È una dichiarazione d’affetto senza retorica, fatta di immagini leggere e immediate – «far castelli di lenzuola», «portare l’estate» – che raccontano la bellezza di chi sa essere rifugio. In “Fra(m)menti”, invece, la scrittura si fa più intima e scomposta. Il titolo stesso suggerisce una doppia lettura – “frammenti” e “fra menti” – che apre a un discorso sull’identità e sul pensiero che non si allinea, che inciampa, si perde, si confonde. Un brano che fa percepire il senso di smarrimento, identitario e mentale, che percorre il testo. Lara disegna un “quadro clinico” con le parole, raccontando il disallineamento tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, tra domande senza risposte e pensieri che sfuggono. «Mi sono persa fra menti, inciampo nei fili logici»: un flusso che intreccia autoironia, dolore, e la consapevolezza di non avere più un vero colloquio con se stessa. È il brano più vertiginoso del disco, quello in cui la confusione diventa il linguaggio principale e l’identità si scompone senza perdere la propria urgenza.

    L’album si chiude con “*Outro”, una lettera senza indirizzo che fa da testamento, resoconto, bilancio lucido, necessario, dove Lara canta: «E chiedo scusa a me stessa se ho una laurea in giurisprudenza, ma è solo dalla musica che aspetto sentenza». Una chiusura asciutta e diretta, che riprende lo stile viscerale che accompagna tutto il progetto.

    «Non scrivo per insegnare niente a nessuno. Scrivo perché è l’unico modo che ho per restare ferma mentre tutto intorno si muove troppo in fretta – conclude Lara -. Questo disco è fatto di cose che non ho mai saputo dire ad alta voce, ma che non potevo più tenere dentro. E anche se non so dove mi porterà, so che doveva uscire esattamente così.»

    “Parole Sciolte” è un album che non chiede approvazione, ma attenzione. Non cerca risposte facili, né soluzioni preconfezionate. È un lavoro che sceglie la strada più difficile: quella dell’ascolto impegnato. Tra sogni storti, immagini oblique e domande lasciate a metà, Lara Serrano disegna un percorso narrativo compatto, inevitabile, e fortemente coerente con il tempo in cui è nato.

    Non per dimostrare qualcosa, ma per dirsi: “questa parte di me esiste, e ha avuto il coraggio di farsi sentire.”

    “Parole Sciolte” – Tracklist:

    1. Intro
    2. Parole Sciolte
    3. Iride
    4. Nuvole e Paranoia
    5. Tra il Dejavu e l’Amnesia
    6. Palchi più Alti
    7. Fra(m)menti
    8. Outro

  • Giuseppe Campagnani tra i candidati al Tenco con un album che sfugge le formule

    C’è un tempo per curare gli altri e uno per provare a guarire se stessi. Giuseppe Campagnani, classe 1994, lo sa bene. La sua “Nuova Vita” – che dà anche il titolo al suo disco d’esordio – comincia nei luoghi meno rumorosi: una sala d’attesa, un pianoforte, un taccuino. Non cerca i riflettori. Ma c’è qualcosa – nel suo modo di scrivere, di raccontare, di non affrettarsi – che ha cominciato a farsi notare. L’album, in uscita il 30 maggio 2025, è entrato tra i candidati alla Targa Tenco 2025 nella sezione Opera Prima.

    Un esordio in punta di piedi, ma dalle fondamenta solide: Campagnani arriva alla musica con un approccio colto e personale, maturato nel tempo. Laureato in Medicina, iscritto al Conservatorio di Cagliari, ha scelto di costruire il proprio progetto in autonomia, con il supporto dell’arrangiatore russo Anton Mikhailov. Il risultato è un disco introspettivo e artigianale, capace di intercettare la grande tradizione cantautorale italiana e fonderla ad elementi di musica classica, con la sensibilità di un’autorialità contemporanea che non ha fretta di stupire. Un percorso atipico, fuori dal circuito, fuori dagli algoritmi. Eppure, in queste nove tracce, c’è più attualità che in molti dischi “di tendenza”. Non solo nei temi – la nostalgia, le relazioni, il desiderio di ripartire da sé – ma nel modo in cui vengono trattati: con pudore, consapevolezza, distanza dalle formule.

    Il concept si sviluppa come un viaggio. Non come astrazione retorica, ma come dato di fatto: l’attesa, il perdono, la capacità di lasciar andare, la decisione di restare.

    Già dal brano apripista “Il Treno”, primo singolo dell’album, si avverte il respiro intimo della scrittura: «La vita scorre senza sosta come un treno senza freni». Una traccia che parla del tempo che scorre e sembra sfuggirci, ma che, nel suo inesorabile procedere, riserva attimi di meraviglia. Perché c’è chi viaggia in prima classe e chi resta nelle file abbandonate. Ma c’è anche chi – pur nell’oscurità – smette di guardare fuori e inizia a guardarsi dentro.

    Quella dell’artista, è una scrittura che vive nel suo tempo, personale, ma capace di parlare a tutti. È figlia di una poetica fatta di slittamenti lievi e punti fermi.

    In “Cadono le stelle”, i ricordi diventano astri in discesa libera e la malinconia un prato su cui ci si adagia volentieri, trovando conforto nell’osservarli da lontano, come se il dolore fosse un posto in cui sostare, per contemplarli ancora un po’.

    “Non è andata così” sfiora la disillusione senza scivolare nella retorica o nell’autocommiserazione, con una delicatezza mai evasiva. È una fuga momentanea, il tentativo di rimanere aggrappati, vicini a ciò che si è perso. Ma il ritorno è inevitabile, e necessario. La canzone parla chiaramente di un amore finito, del desiderio di riscrivere il finale, e del tentativo – profondamente umano – di trovare una speranza anche nel fallimento. L’espressione «questa volta sarà diverso», rappresenta quel bisogno di crederci ancora, nonostante tutto. Ed è in questo tipo di sincerità disarmata che l’ascoltatore riconosce non solo un valore raro, ma anche qualcosa che manca altrove.

    C’è poi “Dammi la mano”, una fuga a due cuori e quattro mani «da un mondo imperfetto» e, forse, l’unico antidoto all’individualismo sfrenato e all’indifferenza dell’oggi – «saremo al riparo da ingiustizie sleali, da egoismi cordiali» -. In tempi segnati da solitudini strutturali e inutili retoriche, Campagnani afferma qualcosa di semplice ma dirompente: la felicità non è una conquista individuale.

    In “In Viaggio”, due compagni percorrono una strada senza arrivo, condividendo segreti sotto cieli stellati. È un brano che mette al centro il tempo presente, l’importanza del momento vissuto: «Ogni giorno un’avventura, una storia da raccontare». Il viaggio non è solo tema, ma linguaggio: ciascuna strofa è una tappa, ogni pausa una possibilità. Un racconto che richiama l’infanzia del mondo, e forse anche quella dell’Io.

    “L’Arcobaleno” è una presenza silenziosa. È la delicatezza di chi resta accanto, nei giorni grigi, senza chiedere nulla in cambio: «E nei tuoi giorni grigi, io sarò accanto a te per consolarti». Una ballata essenziale, in cui l’affetto si manifesta nei piccoli gesti, nei dettagli che non si impongono, ma curano. Come un arcobaleno che spunta dopo la pioggia, la canzone ci ricorda che a volte basta esserci per fare la differenza.

    In “Guarda Avanti”, Campagnani chiede di non voltarci, di non cedere. È un incoraggiamento sussurrato: «Io sarò lì, di’ solo una parola». Una promessa silenziosa rivolta a chi vacilla, a chi ha bisogno solo di un segnale per ripartire. Tra labirinti e albe che si intravedono, il brano assume un valore particolare oggi, nel tempo dell’incertezza permanente, invitandoci a resistere, a proseguire, anche quando sembra più semplice fermarsi.

    “Perdonerai” è il punto di maggiore sottrazione. Poche parole, molte ellissi: «Parole consumate che non serve usare più». La canzone agisce per levare, non per aggiungere. Campagnani canta la il dolore che accompagna una rottura e la speranza di un perdono reciproco declinato al futuro. E, proprio per questo, fosse impossibile da raggiungere. Un brano che nasce dal bisogno di comprendersi, di riconoscersi: non ci sono recriminazioni, né salvatori. Solo due sguardi che si cercano, anche se in ritardo.

    E infine, la title track “Nuova Vita”. Una rinascita che arriva sottovoce, dopo un tempo buio, con immagini naturali e simboliche: «La natura si risveglia e si espande intorno a noi. I dolori del passato sembrano svanire ormai». È un brano sulla forza silente ma impetuosa della vita che ricomincia, a prescindere da quanto sia stata forte la tempesta del giorno prima. Non è redenzione, è tregua. E, a volte, basta.

    «Questo disco è nato in una fase di transizione della mia vita – dichiara Campagnani -. Ho sempre scritto canzoni, ma non ho mai pensato che avrebbero visto davvero la luce. Poi ho capito che le cose più fragili sono anche quelle che vale la pena condividere. Lavorare su “Nuova Vita” è stato un modo per fermarmi, fare ordine, e ritrovare una direzione. Anche se imperfetta, è mia. E mi somiglia.»

    Il disco si muove per immagini, atmosfere, dettagli. Ogni brano conserva una sua autonomia narrativa, ma fa parte di un disegno più ampio, in cui il tempo della vita coincide con il tempo dell’ascolto.

    La candidatura alla Targa Tenco non è solo una tappa simbolica: inserisce “Nuova Vita” in un contesto culturale che ha sempre riconosciuto alla parola cantata il potere di incidere nel pensiero comune, di non essere solo forma, ma contenuto vivo, capace di interrogare il presente e attraversare coscienze, tempi, domande. Tra burnout generalizzato, estetiche forzate e storytelling costruiti, un disco che parla di cura, discrezione e scelta interiore ha un impatto più rilevante di quanto si possa immaginare. Perché se è vero che la musica può salvare, come si dice spesso, “Nuova Vita” non lo afferma deliberatamente: lo suggerisce, lo lascia emergere tra le righe. E questo è uno dei suoi meriti maggiori.

    L’album è nato senza pressioni, tra le stanze della cura e quelle dell’introspezione, seguendo un tempo lento, più vicino alla scrittura che alla produzione. Ma a renderlo speciale non è la geografia della produzione. È la voce – sommessa, ma ferma – di chi non ha urgenza di piacere. Solo urgenza di comunicare, di esprimersi.

    È un disco che non rincorre le playlist: nessun ritmo forzato, nessun ritornello studiato per TikTok, nessuna estetica algoritmica. “Nuova Vita” sceglie un’altra strada: rallenta. Si prende il tempo di dire bene quello che ha da dire.

    Campagnani non parla di sé per cercare approvazione. Parla di sé per parlare con l’altro.

    «Non cerco una platea, ma un ascolto. Anche solo uno. Ma vero», conclude.

    E forse è proprio questo che rende il progetto così credibile. Non si può falsificare ciò che nasce da un’urgenza sincera. Ciò che ci somiglia.

    “Nuova Vita” non è – e non vuole essere – solo un bel debutto discografico. È la dimostrazione, la prova tangibile che, ancora oggi, si può fare canzone d’autore senza essere nostalgici né conformisti. È la conferma che la parola, se usata con precisione e rispetto, ha ancora un peso.

    Oggi, dove la musica viene spesso usata per dimenticare, Campagnani la usa per ricordare. Per fare ordine. Per ricominciare.

    “Nuova Vita” – Tracklist:

    1. Il Treno
    2. Cadono stelle
    3. Dammi la mano
    4. In Viaggio
    5. Non è andata così
    6. L’arcobaleno
    7. Guarda avanti
    8. Perdonerai
    9. Nuova Vita

  • Heute Nebel in concerto al RockAFe: il 29 maggio a Malborghetto di Boara (FE)

    Giovedì 29 maggio 2025 alle ore 21:00, gli Heute Nebel si esibiranno al RockAFe – Parco Fondazione F.lli Navarra a Malborghetto di Boara (FE) – con ingresso gratuito, per presentare il loro nuovo album “Vino – Sangue – Santità”.

     

    “Vino – Sangue – Santità”, pubblicato da Overdub Recordings, è già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico dal 2 maggio 2025. Il disco segna il traguardo di questi primi 8 anni per gli Heute Nebel, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo.  Ogni traccia è un riflesso del percorso evolutivo del gruppo, offrendo un punto di vista unico sul mondo. Ogni parola è stata scelta con cura, e ogni nota è stata pensata per non risultare mai superflua. Gli Heute Nebel puntano a un sound essenziale, senza fronzoli.

     

    Spiega la band ferrarese a proposito del disco: “Vino – Sangue – Santità è un canto sulle macerie… più che un album è un ricettario per la fine del mondo. È l’unico modo che abbiamo trovato per sopravvivere al disastro!”

    “VINO – SANGUE – SANTITÀ” TRACKLIST:

    1. DESERTO
    2. MACABRA DANZA
    3. TI SEGUIRO’ OVUNQUE
    4. ROGO
    5. L’ULTIMA VOLTA
    6. QUESTA NON È VITA
    7. ONORE AI TOPI
    8. INVETTIVA

    Biografia

    Gli HEUTE NEBEL nascono dalla voglia di urlare in faccia alla gente.

    Gli HEUTE NEBEL sono quello che succede quando vivi tra la nebbia d’Inverno e la canicola d’Estate.

    Gli HEUTE NEBEL sono l’altra faccia delle nostre medaglie… quello che ti è rimasto da scegliere quando non ci sono più i pari e i dispari.

    HEUTE NEBEL è una traduzione sgrammaticata.

    OGGI NEBBIA, come ieri e come domani.

    La creatura Heute Nebel prende vita nell’Ottobre 2017 da un’idea di Lorenzo Magnani (basso e voce) e Luca Mazzoni (chitarra e voce) che arruolano subito Guglielmo Campi alla batteria. Nell’Estate 2018 vede la luce il primo EP autoprodotto della band dal titolo “Servi”: è un EP grezzo e dal sound molto punk.

    L’anno seguente, a Maggio 2019, Silvia Loiacono fa il suo ingresso in pianta stabile nella band, diventando la voce solista. Da lì a poco si interrompe la collaborazione con Guglielmo alla batteria e subentra l’attuale batterista Alessandro Padovani e le influenze della band iniziano a vertere verso un sound più stoner e hardcore e meno tradizionalmente punk.

    Dopo la pausa pandemica il quartetto entra in studio per le registrazioni del primo LP la cui gestazione è lunga e travagliata e al termine della quale il chitarrista e co-fondatore Luca Mazzoni lascia la band.

    Nel 2023 subentrerà alla chitarra Giacomo Lunardi stabilizzando la formazione in quella attuale e portando nuove influenze al sound della band.

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  • Ferrara: Musica, Cinema e Giornalismo: il 7 giugno incontro su “Musica e Stampa Specializzata: quali sfide ci attendono per il futuro?” e premiazioni al Festival delle Manifestazioni

    Sabato 7 giugno 2025, ore 10.00 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, si terrà il seminario gratuito “Musica e Stampa Specializzata: quali sfide ci attendono per il futuro?”, promosso dall’Ordine e dalla Fondazione Giornalisti Emilia-Romagna in collaborazione con AGIMP. L’incontro, valido per 3 crediti formativi, è aperto anche al pubblico e prevede interventi di autorevoli giornalisti e professionisti del settore musicale, tra i quali il Presidente dell’ODG Emilia Romagna Silvestro Ramunno, Alex Pierro (Giornalista, Presidente AGIMP), Marco Stanzani (Giornalista, Amministratore Unico di Red & Blue Music Relations), Marinella Venegoni (Giornalista),  Clarissa Martinelli (Giornalista, Speaker Radiofonica), Bruno Sconocchia (Presidente Assoconcerti), Andrea Micciché (Presidente NUOVOIMAIE), Massimiliano Magagni (CEO Creative Hub – Music Academy Bologna), Antonella Vicenzi (Giornalista, Presidente Assostampa di Ferrara).

    Il seminario analizzerà l’evoluzione del giornalismo musicale, il suo impatto sul successo degli artisti e il dialogo tra stampa e industria musicale al fine di offrire strumenti per comprendere le nuove sfide tra innovazione digitale, comunicazione e sostenibilità editoriale.

    Gli artisti presenti all’incontro potranno essere selezionati per il Premio “1 Day 1 Song”, promosso dal Creative Hub di Bologna. Il riconoscimento consiste in una sessione professionale di registrazione, mix e mastering della durata complessiva di otto ore, con assistenza tecnica dedicata presso il Creative SSL Recording Studio di Bologna. L’attività include inoltre una revisione tecnica finale del mix e del mastering e un servizio di promozione del brano curato da Red&Blue Music Relations. Un’opportunità concreta per valorizzare il proprio progetto artistico con il supporto di professionisti del settore.

    L’incontro è aperto al pubblico. I giornalisti interessati al riconoscimento dei crediti formativi sono invitati a registrarsi tramite il seguente link: https://www.formazionegiornalisti.it/


    Dal 3 al 6 giugno 2025 si terranno i casting per i contest “A Voice for Europe – Una voce per l’Europa – Italia” e “Gran Galà dei Festival” presso la Sala Estense di Ferrara (Piazza del Municipio, 14). Inoltre, sempre sabato 7 giugno, oltre all’incontro di formazione al Ridotto del Teatro dedicato alle sfide che attendono la stampa specializzata di musica, si terranno in Sala Estense le semifinali del Festival delle Manifestazioni (“A Voice for Europe – Una voce per l’Europa – Italia” e “Gran Galà dei Festival”) e la consegna delle targhe del Premio Corona D’Oro – Agimp e Film Videoclip Award Italia. Tutti coloro che saranno premiati riceveranno un’opera dall’artista M° Giuliano Grittini.

    “A Voice for Europe – Una voce per l’Europa – Italia” è il contest canoro che si rivolge a coloro che si esibiscono dal vivo e a coloro che si esibiscono su base. Le semifinali avranno luogo sabato 7 giugno presso la Sala Estense dove i migliori 30 concorrenti (15 per ciascuna categoria) si sfideranno per accedere alla finale del 28 agosto in Piazza Castello.

    “Gran Gala dei Festival” è il contest dedicato alla danza e agli strumentisti. Le selezioni si terranno alla Sala Estense, mentre la finale (che prevede la partecipazione di 3 finalisti per categoria) è programmata per il 28 agosto in Piazza Castello.

    Il Premio Corona D’Oro – Agimp celebra i grandi giornalisti del mondo dello spettacolo con un riconoscimento che si pone l’obiettivo di diventare negli anni il premio più prestigioso del settore, indipendentemente dal mezzo di comunicazione utilizzato (televisione, carta stampata, radio, web ecc.) nell’anno 2024. Un modo per promuovere la rilevanza del giornalismo e della figura del giornalista nella società contemporanea e nella divulgazione dell’arte.

    Sabato 7 giugno dalle ore 19.00 presso la Sala Estense di Ferrara sarà consegnato dal Sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, il Premio Corona D’Oro – Agimp realizzato dal M° Orafo Michele Affidato.

     

    Il “Film VideoClip Award”, giunto alla sua terza edizione, celebra l’eccellenza e la creatività nel campo del cinema e della musica, pertanto sabato 7 giugno sarà riconosciuto un premio al “Miglior Film-Videoclip” e al “Miglior Regista”. I videoclip presi in considerazione sono quelli pubblicati nel periodo compreso tra il 1° giugno 2024 e il 31 maggio 2025.

     

    NOVE EVENTI SRL

    Nove Eventi SRL è una società che organizza Festival e che opera, da oltre 20 anni, nel mondo dello spettacolo. Tra i suoi soci si annoverano produttori artistici, teatrali e televisivi, gruppi operanti nel marketing strategico e creativo e nella distribuzione discografica.

    Nove Eventi SRL è una realtà nel mondo della musica che promuove e distribuisce Artisti di grande livello nazionale ed internazionale, mantenendo però sempre un occhio di riguardo anche per i giovani Artisti che desiderino intraprendere un proprio cammino nel mondo musicale e dello spettacolo. La Mission è quella di produrre contenuti per Eventi artistici ma anche tecnici, prendendosi cura di ogni singolo particolare: dalla direzione artistica di un Festival, alla consulenza (anche in campo legale) ed alla progettazione di Rassegne, all’organizzazione di Convention ed alla realizzazione per le aziende di progetti legati al mondo musicale.