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  • La musica che cura: Khamilla racconta il potere del confronto in “Barbera”

    Un bicchiere di vino rosso, una melodia nata su una tastiera giocattolo, e una delle voci femminili più emozionanti della nuova scena cantautorale italiana: Khamilla, all’anagrafe Camilla Tetti, torna con “Barbera”, il suo nuovo singolo che si snoda tra radici blues, accenti jazz e incursioni pop, raccontando il bisogno di ritrovarsi in un mondo che chiede sempre di essere qualcun altro.

    Conosciuta per la sua capacità di toccare il cuore del pubblico e della critica – come dimostrato dalla precedente release “Rocky senza braccia”, vincitrice di numerosi premi in contest nazionali –, l’artista torinese si reinventa mantenendo intatta la sua anima black, e lo fa con un brano che si inserisce perfettamente nel contesto storico attuale, in cui l’importanza di riconoscere e accogliere le proprie fragilità è sempre più centrale, soprattutto tra le giovani generazioni.

    Nella cultura della performance e dell’apparenza, “Barbera” diventa così un antidoto, un invito a rallentare e a sedersi con le proprie ombre, guardandole dritte negli occhi e affrontandole, per trasformarle in occasioni di crescita. Il richiamo al vino rosso, simbolo di convivialità e introspezione, si intreccia con il bisogno collettivo di ritrovare una connessione sincera con sé e con il prossimo, lontano dalle pressioni dei social e dalle aspettative.

    “Barbera” nasce in una calda giornata d’agosto, da una semplice melodia su una tastiera giocattolo, che ha poi preso vita in un arrangiamento ricco di sfumature. Tra tromba, pianoforte ed anima, la traccia dalle venature elettroniche plasma un’atmosfera sospesa, capace di accompagnare un racconto tanto dolce quanto amaro. “Barbera” come manifesto della forza interiore e della resilienza, “Barbera” come emblema di un linguaggio musicale iconografico che tramite un elemento semplice, diventa una canzone intensa e complessa, portavoce della volontà di creare bellezza partendo dalle difficoltà.

    Il testo descrive con precisione sentimenti che si fanno immagini e, dalle immagini, parole, imprimendosi nella mente sin dal primo ascolto: «Spremi il mio cuore, versa Barbera, affogo i ricordi di quel che era»; «Mi lasci qui in bilico, l’amaro in bocca, tutte quelle bugie che mi dai a bere», istantanee che immortalano ricordi e descrivono con lucidità il peso delle delusioni, la difficoltà di lasciarsi andare. Khamilla analizza il rapporto tra la rabbia repressa e la necessità di accettarsi, trovando nella musica una valvola di sfogo, una via per liberarsi e fare pace con se stessa.

    Se con “Rocky senza braccia” l’artista ha reso omaggio all’iconico personaggio interpretato da Sylvester Stallone, sottolineando come la volontà di andare oltre i propri limiti possa prevalere persino sull’assenza di ciò che appare indispensabile – come le braccia per un pugile –, con questo nuovo singolo firma un manifesto per chi cerca di trovare equilibrio e significato nelle proprie complessità.

    Sin dagli esordi, Khamilla è un talento poliedrico che non si limita a scrivere e cantare, ma costruisce mondi interiori, microcosmi da cui trarre energia e forza per affrontare e dipingere la propria quotidianità. Nata e cresciuta a Torino, dove ha sviluppato una devozione profonda per la musica, ispirandosi a Lucio Battisti e Ornella Vanoni, attraverso sonorità soul e R&B – apprese ascoltando artisti come Bill Withers, Aretha Franklin ed Etta James -, ha trovato il suo personalissimo linguaggio musicale, che oggi si esprime attraverso liriche che abbracciano e al contempo spezzano, per fare spazio e ricostruire.  Dopo essersi esibita su palchi prestigiosi come quello di Venaria con Aiello e il CAP10100 di Torino, Khamilla si afferma come una delle nuove promesse del cantautorato italiano. Il suo stile richiama la rivoluzione artistica degli anni ’70, ma è fortemente radicato nel presente, raccontando tematiche contemporanee con una voce inconfondibile e un’autentica passione per la condivisione come mezzo di unione, eguaglianza e inclusione.

    “Barbera” è un brindisi simbolico a ciò che rende unico ciascuno di noi, tra cadute e vittorie personali, e, proprio come un buon calice di vino, porta con sé il sapore agrodolce delle esperienze vissute. È un invito ad assaporare le sfumature, un mix di dolcezza, amarezza e intensità che non si lascia solo ascoltare, ma si fa vivere, accompagnandoci in un momento di intima connessione e consapevolezza.

  • Francesco Camattini presenta il video “Povera gente” tratto dal disco omonimo..

    Francesco Camattini presenta il video “Povera gente” tratto dal disco omonimo..

    Un viaggio nel mondi di sofferenza ma anche nella solidarietà e speranza per un futuro migliore

     

    GUARDA IL VIDEO

    https://youtu.be/VQl7Daw6T2g

    Con il videoclip di Povera gente, brano che dà titolo al mio album in uscita il 24 gennaio 2025, ho voluto mettere in immagini l’urgenza di un messaggio universale: la riflessione sulla condizione umana nella sua povertà materiale e spirituale.

    Attraverso un alternarsi di immagini intense e simboliche – persone senza dimora, volti segnati dalla guerra, povertà invisibili, e la marcia inesorabile di eserciti o l’ombra minacciosa di un bombardiere – il videoclip racconta una realtà che interroga le nostre coscienze. Al centro di tutto c’è Prometeo, figura mitica che ha donato all’uomo la tecnica, ma anche la responsabilità del suo potenziale distruttivo.

    Questo lavoro non è solo un racconto di sofferenza, ma un invito a riscoprire il nostro senso di umanità, a ritrovare compassione, solidarietà e speranza, in un mondo sempre più alienato dall’eccesso e dalla logica della crescita a ogni costo.

    Quindi c’è ancora speranza? Attraverso cosa? La religione, la musica, la solidarietà o comunque non c’è da preoccuparsi perché come dice il WEF non avremo niente ma vivremo felici?

    Povera gente è un viaggio di parole, musica e immagini per ricordarci chi siamo e cosa potremmo essere, prima che il tasto dell’autodistruzione diventi una scelta irreversibile.

     

    BIOGRAFIA

    Francesco Camattini è un dirigente scolastico. Attualmente svolge un dottorato di ricerca in “Peace Studies” presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha insegnato diritto ed economia alle scuole superiori. Dirige il coro del Centro Interculturale di Parma. Ha esordito come cantautore nel 1998 con la pubblicazione del cd “Le nove stagioni” a cui sono seguiti altri lavori discografici: “Ormeggi“, 2003 (completamente dedicato alla narrazione del mito “in forma di canzone”); “Fine della Storia“,  2006; “Crazy Crisi“, 2011; “Solo vero sentire“, 2016; “A costo di non tornare”, 2021 (una libera rivisitazione in chiave laica e contemporanea delle Beatitudini del Nuovo Testamento). Ha firmato due lavori per il teatro dedicati al precariato e alla crisi della postmodernità (“Opera PoPolare Interinale”; “In Carne & Wireless”); ha “prestato” la voce alle caustiche canzoni di Boris Vian all’interno delle iniziative realizzate dalla Fondazione Teatro Due di Parma in collaborazione con Fond’Action Boris Vian di Parigi. Ha pubblicato per Infinito edizioni l’opera teatrale e musicale “La terra delle donne e degli uomini integri” realizzata per la Fondazione Teatro Due con un gruppo di giovani di seconda generazione in collaborazione con l’orchestra e gli allievi del Liceo Musicale A. Bertolucci di Parma. Nel 2021 è uscito il suo l’ultimo album “A costo di non tornare”. La sua musica si trova nei migliori stores digitali (iTunes, Amazon, ecc…).


  • Il nuovo singolo di Francesco Luz rompe le barriere dell’incomunicabilità

    Quante parole restano intrappolate nel silenzio delle relazioni? L’incomunicabilità, quel vuoto che si crea quando i pensieri si fermano sulla soglia del non detto, è il tema centrale di “Come te” (PaKo Music Records/Believe Digital), il nuovo singolo di Francesco Luz. Con un linguaggio musicale diretto e personale, il cantautore romano racconta la difficoltà di entrare in sintonia con chi ci circonda – un ostacolo che genera conflitti, incomprensioni e solitudine, ma che può diventare anche un’opportunità di crescita e consapevolezza.

    Prodotto presso Il Piano B Progetti Sonori dallo stesso Luz in collaborazione con Roberto Cola (già per Patty Pravo, Arisa e Lorenzo Lepore), “Come te” combina emozioni in antitesi ad una struttura musicale sorprendentemente dinamica. Il brano si apre infatti con l’intimità di una ballata classica, per poi trasformarsi progressivamente in un’esplosione di sonorità pop-rock e disco. Questa metamorfosi non è solo musicale, ma anche emotiva, seguendo le oscillazioni del cuore nei momenti di conflitto. Il contrasto tra fragilità e forza, tra malinconia e rabbia, rende il messaggio ancora più efficace, spingendo l’ascoltatore a riflettere sulle difficoltà e le possibilità che nascono dall’esprimere sinceramente ciò che si prova.

    La batteria di Edoardo Guerrazzi e l’esecuzione vocale e strumentale di Francesco Luz si fondono per creare un’esperienza musicale stratificata, dove ogni elemento è curato nei minimi dettagli per trasmettere equilibrio, confermando la capacità dell’artista di unire profondità lirica e maestria tecnica.

    Il testo si snoda attorno ai temi dell’umiliazione, della frustrazione e della necessità di rompere il circolo vizioso dei conflitti. Nel passaggio chiave «Devo cancellare anni inutili passati senza mai parlare, solo urlare a farsi male», si percepisce l’onestà disarmante di Luz, che descrive con lucidità il confronto con se stesso, con un uomo che sceglie di reagire. Il ritornello, «Non sono come te», diventa invece un grido di autodeterminazione, di resilienza, una dichiarazione di identità che incoraggia a rompere le catene di dinamiche tossiche per seguire la propria strada.

    «Questo brano rappresenta un momento di consapevolezza—racconta Luz—, in cui ho sentito la necessità di trasformare le parole non dette e i conflitti in un’opportunità per crescere.»

    Con “Come te”, Luz dà voce al silenzio nelle relazioni, presentando una storia che ci porta a riconsiderare il valore della comunicazione nei rapporti interpersonali. La traccia diventa così una testimonianza sincera di quanto sia complesso, ma necessario, abbattere le barriere dell’incomprensione attraverso il dialogo e ritrovare la forza di aprirsi all’altro.

    Il brano si inserisce in un percorso artistico che vuole parlare alla società, portando alla luce una riflessione urgente su come i rapporti interpersonali possano essere salvati solo attraverso il coraggio di comunicare, anche quando è più difficile. “Come te” ci invita ad agire, a rendere il silenzio una forza di cambiamento, segnando un nuovo capitolo non solo nella carriera di Luz, ma nella narrazione musicale contemporanea.

  • “Distanti” è il nuovo singolo dei blunk mefiX & Marco Sacco Markinodj

    Dal 12 gennaio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “DISTANTI”, il nuovo singolo dei blunk mefiX & Marco Sacco Markinodj.

    “Distanti” è un brano che esplora come molte persone nella società moderna stiano affrontando difficoltà nelle relazioni umane, troppo immerse nel mondo dei social. Anche quando si presenta l’opportunità di interagire di persona, nel “mondo reale”, si preferisce spesso non farlo per paura del rifiuto, scegliendo invece la via più comoda dell’approccio “online”.

    Il videoclip di “Distanti” è ambientato in una festa tra amici e mostra un ragazzo che al suo arrivo viene ignorato da tutti, intenti a scrollare contenuti sul loro telefono, degnandolo solo di spenti e scocciati cenni. La svolta della situazione arriva ìquando il dj della festa (interpretato da Markinodj) fa partire il brano e i blunk mefiX stessi si esibiscono nella tavernetta della casa. A quel punto tutti si staccano dal cellulare e si mettono a ballare, dando senso alla festa e allo stare realmente insieme.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/On55dH-xuxw

     

    Biografia

    I blunk mefiX (pronuncia “blanc mefics”) sono un duo house/EDM/pop-dance originario di Chivasso in provincia di Torino, formato dai fratelli Chiara e Luca Femia.

    Nascono nel 2022 da un’idea del DJ Producer Marco Sacco, in arte Markino dj, che proprio quell’anno inizia a collaborare con loro. Chiara , classe 2002, manifesta fin da piccola una spiccata attitudine per il canto, che inizia con le “canzoncine” dell’asilo, passando alle sigle dei suoi cartoni animati preferiti per arrivare a maturare l’idea di studiare musica a livello professionale. Il suo percorso di studi inizia a 11 anni con svariati insegnanti privati, fino a quando nel 2018, all’età di 16 anni contemporaneamente al liceo linguistico, si iscrive all’AMM di Torino per conseguire il diploma di alta formazione professionale nel gennaio 2024. Luca, in arte Luke MefiX, classe 1998, approccia con la musica prende vita fin dai suoi primi anni, in quanto amava giocare con la tastiera del padre. L’interesse diventa sempre più evidente con il passare del tempo, quando si approccia ufficialmente al mondo della musica frequentando per 5 anni un corso di chitarra per bambini. La vera passione, però, è la batteria che inizia a studiare nel 2010 all’età di 12 anni, percorso che lo porterà ad iscriversi, dopo il diploma tecnico, all’AMM di Torino, dove studia fino a inizio 2025, per conseguire il diploma di alta formazione professionale.

    Oltre allo studio della batteria, si interessa anche al mondo dell’audio e di tutta la catena che va dalla registrazione al prodotto finito e pochi anni dopo, volendo completarsi, si interessa alla produzione discografica sentendo l’esigenza di dar vita a materiale originale.

    I loro gusti musicali sono molto variegati, in quanto cercano di ascoltare e studiare stili diversi per avere un’ampia conoscenza in generale. Tra gli stili che prediligono ci sono pop, rock e progressive metal per Luca, mentre per Chiara pop, k-pop e metal. Attualmente i loro progetti sono strettamente collegati alla collaborazione con Markinodj, grazie al quale ha visto la luce il loro primo singolo “Highway To Nowhere”, uscito il 5 maggio 2023 e pubblicato dall’etichetta Sound Management Corporation. Successivamente viene prodotto il brano “Love Like Animals”, uscito il 12 ottobre sotto l’etichetta Big Stone Studio. Sempre con la collaborazione di Markinodj e il supporto della Big Stone Studio, i ragazzi si presentano alle selezioni di Sanremo Giovani con il loro primo singolo in italiano “Pubblichiamo un Post”, che permette loro di entrare negli archivi Rai e di esibirsi, nel febbraio 2024, al Palafiori di Casa Sanremo ritirando il premio Nuovi Talenti. Sono stati ospiti di alcune radio quali Radio Mia Bari, dove sono stati intervistati dalla speaker Cinzia Tattini all’interno del suo programma Tattini Live e G.R.P. Radio, ospiti dello speaker Donato Riva. L’8 maggio 2024 compaiono nel celebre programma televisivo Striscia la Notizia, in onda su Canale 5, nella rubrica Strix Factor.

    I blunk mefiX collaborano anche come autori per altri artisti: nel 2024 hanno prodotto i brani “Passerà” e “Party People” di Luna Key e “Return of Love” di Federica Riva.

    Il 26 luglio 2024 pubblicano il singolo “Come Musica” sotto l’etichetta Maionese Project, portandola per la prima volta il 13 luglio 2024 sul palco della Trentino Music Arena, in occasione del Trentino Love Fest. Nello stesso mese esce il singolo dance/house “Gettin’ Lost” per la compilation Hit Mania Dance Estate 2024.

    Il primo singolo ad aprire il 2025 é “Distanti”, pubblicato il 12 gennaio da Maionese Project, un brano dal sound electro pop/swing. Attualmente stanno lavorando a nuovi progetti in studio sempre affiancati da Markinodj.

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    Markinodj Instagram| Facebook

     

  • Inclusione e riconoscenza: Raffaele Poggio canta “Grazie” e fonde musica e linguaggio dei segni

    Una parola semplice, spesso trascurata, sottovalutata e data per scontata, ma capace di cambiare prospettiva, irradiando luce anche nelle giornate più cupe ed ordinarie, con la forza che racchiude in sé: “Grazie”. Con il suo nuovo singolo, disponibile in tutti i digital store per Attic Records/Altafonte Italia, il cantautore, attore e showman torinese Raffaele Poggio invita il pubblico a riflettere sul potere della riconoscenza, restituendo significato ai gesti quotidiani e mostrando come la gratitudine possa mutare in un atto di intima connessione.

    Ma cosa significa davvero ringraziare? E cosa accade, dentro di noi, quando ci fermiamo a dire “Grazie”? Ringraziare significa rallentare, riconoscere e apprezzare ciò che di prezioso abbiamo ricevuto, riscoprendo la virtù trasformativa di una parola che unisce e accorcia le distanze. E quando ci spogliamo di orgoglio e timori, e ci ricordiamo di esprimere riconoscenza, dentro di noi accade qualcosa di straordinario: attiviamo un processo che stimola la produzione di serotonina e dopamina, i cosiddetti ormoni della felicità, creando un senso di appagamento, gioia e benessere. Ringraziare non è quindi solo un gesto verso chi ci circonda, ma un atto che cambia il nostro stato mentale, aumentando la consapevolezza del presente, e rafforzando i legami.

    In un momento storico in cui le relazioni si frammentano e la velocità della quotidianità spesso ci distrae dal valore dei gesti più semplici, “Grazie” si fa spazio per la sua immediatezza e per una sincerità d’intenti a cui è impossibile rimanere indifferenti. Il brano, scritto dallo stesso Poggio e composto e prodotto da Stefania Tasca, si sviluppa intorno a un ritornello diretto e memorabile, che, ripetendo 9 volte il suo titolo, diventa un mantra per spostare il focus su quei momenti che spesso passano inosservati, ma che definiscono il senso del nostro esistere.

    “Grazie” è un progetto che trova il suo effettivo compimento sotto l’aspetto visivo, perché è il videoclip ufficiale che lo accompagna a fare la differenza: diretto dai Knowhere Studios, utilizza il linguaggio dei segni per sottolineare come la gratitudine possa superare ogni barriera. I gesti diventano protagonisti, rendendo una canzone un collante tra mondi che raramente si incontrano nella musica mainstream.

    «Volevo che questo progetto andasse oltre la musica – racconta Poggio -. Il linguaggio dei segni è un omaggio a chi ogni giorno trova modi alternativi per comunicare emozioni e sentimenti. È nei dettagli che la gratitudine diventa tangibile. Ho tratto ispirazione da una storia personale che mi ha colpito profondamente. Ho avuto il piacere di conoscere Dario, un giovane fan che ha perso l’udito e ha gravi problemi di vista, ma che nonostante ciò è un appassionato di cultura. Non potendo ascoltare la mia musica, Dario legge i contenuti e gli articoli che ne parlano. Per lui, e per tutti coloro che affrontano difficoltà simili, ho cercato rendere il mio messaggio più accessibile, dimostrando che la musica può arrivare anche dove le parole non riescono».

    Una narrazione sonora e visiva che glorifica l’amore in tutte le sue forme, un simbolo di apertura e inclusione che incoraggia a superare le barriere comunicative e tutti quei confini che, molto spesso, sono definiti solo dalla nostra mente.

    Ma “Grazie” non è una dedica a senso unico, bensì un invito a chi ascolta a ritrovarsi in quelle frasi che troppo spesso dimentichiamo, o ci vergogniamo a pronunciare, e in quei motti di affetto che quotidianamente passano inosservati, tra priorità accessorie e rincorse utopiche. Frasi e attenzioni che vanno ben oltre l’essere un omaggio alla persona amata, agli amici, alla famiglia, diventando una chiamata all’azione volta a valorizzare i piccoli gesti che rendono speciale ogni rapporto.

    Contemporaneamente al lancio del singolo, Raffaele Poggio continua il suo percorso artistico con nuovi progetti e appuntamenti live. Tra i più attesi, il “Latin Project”: un’esplorazione musicale che unisce grandi classici latini e brani originali. Inoltre, ogni venerdì sera, l’artista si esibisce al MI AMOR VIP CLUB di Torino nello show Magic Boys, un’esperienza unica che fonde energia, musica e intrattenimento.

    Torinese di nascita e anima latina per vocazione, Raffaele Poggio è un creativo poliedrico e instancabile, che non smette mai di cercare nuovi modi per raccontarsi e raccontare. Con “Grazie”, conferma la sua capacità di trasformare la semplicità in qualcosa di straordinario, invitando il pubblico a riscoprire il potere di una parola che, oggi più che mai, merita di essere pronunciata, espressa e vissuta.

  • Un tram tra sogni e realtà: il viaggio di KAWAKAMI in “Gitana”

    Gitana” (KeyRecords/Kmusic/ADA Music Italy) è il nuovo singolo di KAWAKAMI, l’artista milanese classe 1999 che, con la sua anima eclettica e il suo talento fluido, ci trascina in un’avventura musicale carica di suggestioni ritmiche e culturali. Il brano, disponibile su tutte le piattaforme digitali, è un omaggio alla libertà dell’artista e alla sua incessante ricerca di nuove tappe, luoghi e identità.

    Prodotto da KAIZÈN, “Gitana” unisce sonorità ancestrali e contemporanee, guidando l’ascoltatore tra le colorate vie dei mercati profumati d’Oriente e i portici calienti di Siviglia. Con un mix di lingue e culture, il pezzo celebra l’essenza nomade di KAWAKAMI, come lei stessa racconta:

    «Sono una “hija de la calle”, una figlia della strada. La mia musica nasce dal movimento, dal coraggio di lasciare alle spalle la staticità per inseguire una voce che non smette mai di chiamarmi.»

    Il testo alterna immagini forti e intime, come «Sono partita sopra a un tram, la vivi loca la vida… qua sempre il solito tran tran» e versi che tratteggiano la tensione tra fuga e libertà – «Corri ma via di qua, la musica, la celebrità» -. Liriche che trasmettono un dinamismo continuo, dipingendo un’avventura carica di energia e trasformazione, elemento centrale del progetto.

    Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale diretto da Gianmarco Oragano, che offre una narrazione visiva in grado di intensificare e rafforzare il messaggio di “Gitana.” Girato tra atmosfere esotiche e urbane, il video, in uscita lunedì 27 gennaio, vede la partecipazione di attori come Camilla Trotta e Valentina D’Amato, mentre la sceneggiatura, firmata da Antea Zavaglio e Camilla Conte, è incentrata sui contrasti tra tradizione e modernità, richiamando l’idea di un viaggio che è tanto fisico quanto interiore.

    Quella di KAWAKAMI è la voce di un’artista che si reinventa: già nota per i singoli “Altrove” e “Fiori di Carta,” brani che le hanno permesso di conquistare playlist editoriali di spicco come “Scuola Indie” e “Anima R&B,” continua ad evolversi con “Gitana”, una traccia che abbraccia la contaminazione culturale come elemento distintivo della sua musica. La scelta di mescolare lingue diverse, dall’italiano allo spagnolo, sottolinea la poliedricità dell’artista e il suo desiderio di abbattere confini, non solo geografici, ma anche musicali.

    «”Gitana” – conclude KAWAKAMI – è il mio manifesto di libertà: non importa quante volte mi perdo, c’è sempre una voce che mi riporta sulla mia strada.»

    Con “Gitana”, KAWAKAMI ci apre le porte del suo mondo nomade, invitandoci a salire sul suo tram, quello che corre tra sogni e realtà, senza una meta definita ma con la certezza che ogni tappa sarà un’esperienza indimenticabile. Perché essere “Gitana” non è solo un modo di vivere, è un modo di essere: liberi, inarrestabili, e sempre pronti a riscrivere la propria storia.

    Camilla Conte BIOGRAFIA

  • “Entropia” è il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote

    Dal 21 gennaio 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Entropia”, il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote.

     

    “Entropia” è un brano composto da Francesco Cavestri in collaborazione con Willie Peyote. Il brano, che fonde il pop con forti influenze di jazz contemporaneo e hip hop — i generi di provenienza dei due artisti — è arricchito da sonorità elettroniche che ne caratterizzano la produzione. Il testo, metaforico e ricercato, esplora il tentativo di un artista di trovare un equilibrio tra l’amore per una persona e quello per la musica, con l’obiettivo di elevare la propria arte e crescere come individuo. La canzone riflette sul vuoto che emerge quando la magia di un momento si trasforma gradualmente in “entropia”.

     

    “Entropia” è una corsa senza sosta tra paure e speranze, dove l’armonia musicale e la forza narrativa dei due artisti accompagnano l’ascoltatore in un viaggio emotivo e ipnotico. È un invito a lasciarsi trasportare dalla musica, trasformando la confusione in qualcosa di autentico e potente.

    Commenta l’artista a proposito del brano: “Entropia è un viaggio sonoro tra i mondi musicali che più mi affascinano e caratterizzano da sempre la mia ricerca musicale e divulgativa: il jazz e l’hip hop, due emisferi solo in apparenza inconciliabili e distanti, ma che in realtà presentano innumerevoli punti in comune. Fin dal mio primo album ‘Early 17’ ho raccontato come l’hip hop sia nato direttamente grazie alle influenze sonore derivanti dal mondo del jazz, e anche l’incontro con Willie Peyote è avvenuto proprio su questa fascinazione reciproca verso il mondo dell’altro, che ha portato alla nascita di questo brano in cui le sonorità del jazz contemporaneo incontrano le barre di uno degli artisti più rispettati e affermati nel panorama hip hop italiano. La produzione, realizzata nel mio home-studio bolognese durante dei caldi giorni di agosto e perfezionata nello studio milanese, è caratterizzata da patine di sonorità elettroniche che arricchiscono gli interessanti movimenti armonici, che gli studi e la pratica del jazz mi permettono di inserire anche in questo brano, mantenendo le contaminazioni che legano il jazz ad altri generi e che hanno caratterizzato i brani dei miei tre precedenti album,  sempre per raccontare che il jazz è una musica per tutti”.

     

    Biografia

    Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall’età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York. La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato “Early 17” (il cui titolo deriva dall’età in cui l’album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo “IKI – Bellezza Ispiratrice”, è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo “Una Morte da Mediano” raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound.

    Gli album verranno presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024. Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally’s Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà).

    A gennaio 2024 Cavestri ha inoltre ricevuto un ulteriore importante riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dall’autorevole rivista Musica Jazz.

    Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album “IKI – Bellezza Ispiratrice” registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all’Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Il tour è poi proseguito con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc…) e arriverà anche all’estero, segnando il debutto fuori dall’Italia del giovane pianista-compositore bolognese.

    Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l’associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell’International Jazz Day riconosciuto dall’Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.

    A settembre 2024, Francesco Cavestri ha avviato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e diventando Spirio Ambassador.

    Il 31 ottobre 2024 si è esibito con un concerto per JazzMi nel Teatro della Triennale di Milano con Willie Peyote, registrando il sold out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, Cavestri e Peyote hanno anche presentato il brano inedito realizzato insieme e di prossima uscita, mentre a fine novembre ha tenuto un concerto a Villa D’Este sul Lago di Como come apertura di una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.

    “Entropia” è il nuovo singolo di Francesco Cavestri realizzato in collaborazione con Willie Peyote disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 21 gennaio 2025. I due artisti hanno presentato il brano in anteprima in Triennale durante il concerto per JazzMi del 31 ottobre.

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  • “Lussuria e desiderio”: il nuovo brano dei Ferrinis tra attrazione e auto-distruzione

    Ci sono storie che nascono nell’ombra, fatte di segreti, attrazione e bugie che si sedimentano fino a diventare insostenibili. È da queste dinamiche, capaci di incrinare anche i legami più forti e causare crepe che portano al crollo, che nasce “Lussuria e Desiderio”, il nuovo singolo dei Ferrinis. Un brano che si addentra nei lati più oscuri dell’amore, svelando le verità scomode e traducendo in musica il momento in cui il desiderio si trasforma in un fardello intollerabile.

    Un tema che si intreccia con la realtà attuale: secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Infedeltà, la pandemia ha avuto un impatto significativo sulle relazioni di coppia in Italia. Il 31% degli italiani ha dichiarato che il periodo di isolamento ha portato a crisi di coppia, e il 19% ha segnalato una riduzione dell’attività sessuale. Questo contesto ha contribuito a un aumento dell’infedeltà, passando dal 34,5% del 2019 al 41% degli ultimi 2 anni.

    Seguito di “Coca e Malibù” e secondo estratto dall’atteso album “Twins”, la cui uscita è prevista per la primavera, “Lussuria e Desiderio” racconta un rapporto consumato dalla passione e distrutto dal suo stesso peso, un trasporto accecante che non riesce a sopravvivere alla realtà.

    «Notte dopo notte lussuria e desiderio, il cuore pesante se il destino ci porta lontano» recita il ritornello, condensando in poche parole il tormento e l’inquietudine di una storia vissuta sul filo del proibito, tanto irresistibile quanto incapace di reggere alla luce del giorno.

    In questo nuovo capitolo, i Ferrinis offrono uno sguardo diretto sulla relazione tra due amanti, due cuori intrappolati in una danza di attrazione e senso di colpa, dove la necessità di nascondersi finisce per logorare l’anima. Uno spaccato di contemporaneità che mette in evidenza situazioni che molti vivono ma raramente condividono, celate dalla vergogna e dalla paura di essere giudicati. Passione e silenzi si intrecciano, fino a rendere impossibile distinguere ciò che si vuole da ciò che si può avere, lasciando chi li vive sospeso tra ciò che sogna e ciò che è costretto a sacrificare.

    «Abbiamo voluto mettere in musica la collisione tra l’irresistibile e l’insostenibile – spiegano i Ferrinis -. Non si tratta solo di un legame tra amanti, ma di quel senso di vuoto e di colpa che resta quando una relazione finisce perché non può essere vissuta apertamente.»

    Se “Coca e Malibù” ha acceso i riflettori sui paradossi di una generazione travolta dai social e dalle apparenze, “Lussuria e Desiderio” si colloca dall’altra parte dello spettro, mostrando una maturità, artistica e personale, che esamina temi più articolati e complessi.

    «Ogni brano di “Twins” rappresenta una sfumatura diversa delle nostre esperienze e del nostro modo di fare musica – concludono i Ferrinis -. Con “Lussuria e Desiderio”, volevamo fare luce sul lato più oscuro del desiderio, quello che non viene mai raccontato ma che, infondo, è parte della vita di molti.»

    Come sempre, i Ferrinis dimostrano di essere artisti completi, in grado di dare vita ai loro progetti anche sul piano visivo. “Lussuria e Desiderio” è infatti accompagnato dal videoclip ufficiale – in uscita venerdì 31 gennaio -, che, diretto dalla creatività raffinata e distintiva di Alessandro Murdaca, aggiunge un ulteriore livello narrativo al brano, utilizzando immagini suggestive e dettagli curati per amplificare l’atmosfera e il significato della canzone.

    “Lussuria e Desiderio” ci invita a riflettere su come l’attrazione e le scelte che ne conseguono possano ridefinire le relazioni. È un pezzo che trova spazio non solo nelle playlist, ma anche nelle conversazioni di chi è pronto a trattare e affrontare il lato più scomodo dell’amore. Il video offre uno sguardo cinematografico sul tema della passione distruttiva, arricchendo e amplificando il significato del brano. I Ferrinis, con questa nuova release, consolidano la loro posizione come una delle realtà più interessanti della scena pop italiana, confermandosi capaci di analizzare argomenti delicati e spesso taciuti, attraverso la lente della loro musica.

  • Michele Pettinato presenta il singolo “La luce di chi si cerca”

    Michele Pettinato torna dopo una breve pausa musicale con il singolo “La luce di chi si cerca”, disponibile su tutti i digital store dal 27 dicembre.

    Si tratta di un brano che vuole portare un po’ di luce in questo mondo oscurato dalle brutte situazioni che sta vivendo. Michele parte da noi stessi: per migliorare quello che c’è fuori, prima miglioriamo noi. “La luce di chi si cerca” è un brano che ci invita a ritrovare quella scintilla che ci scuote e ci dà energia, che ci fa stare bene con noi e con chi ci circonda.

    Michele Pettinato ha scelto una melodia delicata, una ballad dove si esalta la voce e il messaggio del brano.

    La luce di chi si cerca è un invito a riscoprire la luce che abbiamo dentro e che spesso non facciamo brillare. Siamo purtroppo circondati dalle brutture di un tempo che tende ad allontanarci, a distaccarci diventando spesso insensibili.

    Dinanzi a questo scenario dobbiamo riscoprire quella parte nobile che c’è dentro ognuno di noi, quella luce che ci porta a cercare l’altro, le persone che stanno soffrendo. Penso alle tante solitudini delle nostre città, agli immigrati, ai bambini la cui infanzia è stata violata”, così il cantautore descrive il proprio brano.

    Il brano ha partecipato alle selezioni 2024 del premio internazionale “Gianmaria Testa”.

    Ascolta su Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/album/2U3ucu8CiD6p4Fjzp3wBUp


    Michele Pettinato BIOGRAFIA

  • “L’ora più dolce”, il nuovo emozionante brano di Giuseppe D’Alonzo e Manuela Limina

    Giuseppe D’Alonzo apre il nuovo anno con un emozionante singolo “L’ora più dolce”. IL brano disponibile dal 10 gennaio vede la collaborazione della cantante Manuela Limina.

    Chitarre e voce si abbracciano e si intrecciano in questa canzone che sa di tenerezza e amore. Ad accompagnare questa dolce e delicata melodia un videoclip girato da Alfredo Tarantini e Jacopo Canali all’interno del Parco Romano di Villa Sciarra, nei dintorni del Gianicolo e nell’osservatorio di Monte Mario.

    Il brano approccia il tema del divario generazionale utilizzando l’amore come strumento rappresentativo. Alla fine dell’ascolto e della visione del video si percepisce il parallelismo tra un amore maturo ed un amore saffico adolescenziale, egregiamente rappresentato dalle coreografie delle ballerine (Giorgia Leo e Martina Coderoni).

    Il testo utilizza due tipi di linguaggio.

    Le strofe in prima persona esprimono un linguaggio maturo, e trattano temi profondi quali la consapevolezza del tempo passato, la fugacità della felicità e della vita stessa di coppia, il bisogno di rallentare non sentendosi più al passo con i tempi, traendo persino giovamento da una inaspettata vita più “slow”.

    In perfetta contrapposizione, le strofe in terza persona usano un linguaggio volutamente semplice, quasi infantile, tipico dei primi amori adolescenziali. In realtà, come già anticipato, non si tratta di un semplice parallelismo tra le diverse età dell’innamoramento. I due blocchi generazionali, messi a confronto, portano a galla le diversità di interpretazione della vita in base all’orizzonte temporale che hanno davanti e ad uno scorrere del tempo percepito in modo differente. Così lento per i giovani e così rapido e fugace per la generazione matura.

    “È un tema certamente presente in tutti i confronti generazionali. Oggi però c’è qualcosa di assolutamente inedito, la velocità a cui viaggia la società contemporanea, complice la tecnologia, supera la velocità sostenibile dall’essere umano, maturo o giovane che esso sia. Da qui l’esigenza di ricorrere alle macchine e ad una intelligenza ausiliaria, artificiale. questa è una novità assoluta con cui le due generazioni, e quelle a venire, dovranno fare i conti loro malgrado”, così Giuseppe D’Alonzo descrive il proprio brano.

    Giuseppe D’Alonzo BIOGRAFIA