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  • “SognoSommerso”, il brano di Al Vox che dà voce ai giovani compressi dall’ansia

    In un presente che ci vuole sempre lucidi, performanti e vincenti, Al Vox sprofonda con grazia. E lo fa a modo suo, con un brano psichedelico, minimalista e visceralmente umano. In “SognoSommerso” (PaKo Music Records/Believe Digital), il cantautore genovese restituisce al sogno il suo valore originario: non fuga dalla realtà, ma terreno in cui resistere e ricominciare. Un paradosso che dialoga con la letteratura, la filosofia e con la condizione di una generazione che nel mondo onirico cerca ancora il proprio respiro.

    Un gioco di parole, certo, ma anche un frammento autobiografico che oggi si fa canzone: non per raccontare la marginalità con rabbia o recriminazione, ma per riconoscerla come parte di un processo vitale. Essere sommersi, per Al Vox, non è una condanna: è una condizione interiore da cui può nascere qualcosa. Magari un sogno. Magari un brano.

    Ed è qui che il vissuto personale si intreccia con il contesto sociale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i giovani europei tra i 18 e i 29 anni, il rischio di sintomi di ansia o depressione è fino all’80% più elevato rispetto agli adulti, un segnale dell’urgenza generazionale del disagio interiore. Inoltre, uno studio comparativo peer-review condotto da un team internazionale guidato dalla ricercatrice italiana Marta Delvecchio (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), e pubblicato nel 2023 sulla rivista scientifica Healthcare, rivela che gli studenti italiani (18-21 anni) mostrano livelli significativamente più alti di ansia rispetto ai coetanei statunitensi e cinesi. In questo scenario di insicurezza, solitudine e pressione permanente, il sogno affiora come atto salvifico, una boccata d’aria nel mare della fatica.

    Al Vox rovescia il cliché del sogno romantico: qui non è evasione, ma strumento concreto per restare a galla. Una consapevolezza raccolta in adolescenza, come lui stesso afferma, che oggi si trasforma in ritmo e frase. Un’immersione narcisisticamente gentile, ma comunque benefica.

    «Al liceo dicevo: non sono un artista emergente, ma sommerso. È da lì che nasce il titolo. Per me sognare è come respirare sott’acqua. Non lo fai per evadere, lo fai per non morire. Non è solo questione di arte: è qualcosa che ti tiene in piedi. Io sogno anche solo guardando un riflesso sul vetro. E quando tutto sembra fermarsi, è proprio in quel frangente che si può provare a riemergere.»

    Per Al Vox, il sogno non è un vezzo poetico ma una forma di resistenza, quella di un cantautore, produttore e musicista che da anni percorre sentieri obliqui nel panorama italiano, disobbedendo alle formule e ai luoghi comuni. Un modo per prendere le distanze da una definizione che riduce il percorso creativo a una fase di passaggio, come se il valore di un artista si misurasse solo nella capacità di “venire a galla”. In realtà, essere sommersi significa riconoscere il tempo dell’attesa, del dubbio, della ricerca.

    Questa visione prende corpo nel linguaggio stesso del brano: immagini surreali («un insetto che fa festa», «Dante all’inferno voleva Beatrice, io non voglio un’attrice») e libere associazioni che sembrano affiorare dal subconscio. Il lessico reiterato («sognosommerso» scandito in loop) somiglia a un canto che sospende il tempo, mentre l’accompagnamento psichedelico e minimale apre una dimensione in cui la parola echeggia e la mente può tornare a prendere fiato.

    Sotto il velo – solo all’apparenza leggero – del testo, si nasconde un messaggio concreto: anche quando non ci si sente all’altezza, anche quando manca l’aria, sognare resta una delle poche azioni accessibili a tutti. E vale la pena difenderla.

    Ma quanta capacità di sognare ci resta? È questo il quesito, il filo che attraversa tutta la canzone: dall’urgenza di una generazione compressa da ansia, burnout, pressioni invisibili, il sogno arriva come atto vitale. Non retorico, ma in grado di riempire quell’istante in cui ci si riscopre vivi. È una domanda che riguarda tutti, senza eccezioni.

    “SognoSommerso” si rivolge a chi si sente confuso, stanco, disallineato. Non si lascia incasellare. È un ibrido tra cantautorato e spoken word, tra ironia e meditazione, tra realtà e surrealtà. Non è un brano facile. Ma è un brano essenziale. Un brano che sceglie la lentezza alla fretta del consumo. In un periodo storico in cui molte persone si sentono “sommerse” — da aspettative, precarietà, paura del fallimento — questo pezzo suggerisce che si può ancora cercare qualcosa infondo, anche quando tutto sembra scuro. Perché sognare non è un lusso: è il respiro minimo che ci impedisce di sopravvivere in apnea.

  • L’intelligenza artificiale al servizio dell’arte: il nuovo video di Rocco Giordano per “M1” contro la guerra

    Il panorama musicale si arricchisce con “M1“, il nuovo singolo e videoclip di Rocco Giordano, un’opera che mescola intimità e denuncia sociale.

    Rocco rivela l’origine del titolo “M1”: “È dedicato a una ragazza il cui nome inizia con M. Durante la registrazione della chitarra, ogni nota era rivolta a lei“. L’incisione del brano è stata influenzata da un periodo di solitudine a Berlino, dove la chitarra è diventata la sua unica forma di espressione.

    Musicalmente, “M1” si nutre dell’influenza dei Pink Floyd e di David Gilmour, tanto che gli arrangiatori, incluso Massimo Morici, lo avevano soprannominato “Rocco Floyd”. La registrazione è avvenuta in un ambiente di supporto emotivo, con la presenza di amici come Paolo Sciamanna (registrazione) e Matteo Dellabella (fotografo), che hanno permesso a Rocco di concentrarsi pienamente sul suo messaggio.

    https://www.youtube.com/watch?v=RLHpQvequ3s

    Il videoclip di “M1”, diretto da Nicolò Piccioni, affronta tematiche crude come la guerra e l’abuso di droghe. “Inizia con un ragazzo che si inietta eroina, per poi intraprendere un viaggio da incubo che riflette le atrocità del mondo reale“, spiega Nicolò. Questa associazione tra la dipendenza e la brutalità dei conflitti globali, in particolare la guerra in Palestina, nasce da un periodo difficile per Rocco, che ha paragonato il “brutto viaggio” delle droghe alla spaventosa realtà della guerra: “Un trip peggiore anche di quello che ti può dare una sostanza, molto più reale e brutale”.

    Il team sta utilizzando un’intelligenza artificiale per reinterpretare le immagini, selezionando volti e situazioni per creare un’esperienza visiva forte. “Vogliamo trasformare questo malessere in qualcosa di potente“, aggiunge Nicolò, sottolineando come le scene di conflitto e disperazione siano ormai parte della vita quotidiana

    Il videoclip segna il ritorno della collaborazione tra Rocco e Nicolò, un sodalizio professionale e di amicizia consolidato a Roma. Nicolò, diplomato in documentario, condivide con Rocco una profonda sensibilità verso la situazione politica attuale. “Per entrambi, questo video è diventato una piccola missione di denuncia, e credo che questo trasparirà nel risultato finale“, concludono Rocco e Nicolò, convinti del potere della musica e dell’arte per stimolare la riflessione e l’azione.


  • Ghigo Renzulli: continua con nuove date il tour di presentazione di “Dizzy”

    Prosegue il tour di presentazione di “Dizzy”, l’ultimo album di Ghigo Renzulli, uscito il 6 dicembre 2024.

     

     

    Dal 17 ottobre 2025 a Sassari Ghigo Renzulli proseguirà con il tour sul suo ultimo album “Dizzy”, una serie di concerti in giro per l’Italia. Il chitarrista e compositore, noto per la sua lunga carriera e per essere uno degli storici compositori della musica italiana, si esibirà dal vivo con la sua band, portando sul palco i brani del suo ultimo album strumentale ricco di energia e passione.

     

     

    Prossimi appuntamenti:

    17 ottobre – Sassari, Teatro Civico

    18 ottobre – Cagliari, Fabrik

    24 ottobre – Taneto di Gattatico (RE), Fuori Orario

    15 novembre  – San Giovanni Lupatoto (Vr), Damage Inc.

     

    Per info e biglietti: https://www.ghigorenzullinovox.com/live/

     

    “DIZZY”, il secondo album strumentale di Ghigo Renzulli, è un viaggio musicale intenso e coinvolgente che riflette tutte le sue ispirazioni culturali e artistiche. Il titolo, che in inglese significa “vertiginoso” o “che dà le vertigini”, descrive perfettamente l’essenza dell’album: un percorso sonoro che alterna momenti rilassati e pacati a passaggi forti e potenti, creando un’esperienza musicale ricca di contrasti.

    Una delle caratteristiche principali di Dizzy è la straordinaria varietà di melodie, dominate dalla chitarra di Ghigo e arricchite dai contributi di 14 musicisti che hanno partecipato al progetto. Il risultato è un sound ricco e variegato, che rimane però fedele alla cifra stilistica distintiva di Ghigo, il cui tocco ha segnato per decenni l’identità musicale dei Litfiba.

    L’album contiene 15 brani e offre una gamma di atmosfere che si muovono in modo fluido e vertiginoso, raccontando un universo sonoro unico e personale. Dizzy è disponibile in formato digipack CD e doppio vinile a 33 giri, perfetto per chi vuole immergersi in un’esperienza d’ascolto di grande profondità e qualità.

    Spiega l’artista a proposito della nuova release: “DIZZY in inglese significa ‘vertiginoso’, che da le vertigini ed è l’aggettivo perfetto per definire il viaggio musicale di quest’album, il secondo di studio del mio progetto strumentale. Tutte le mie ispirazioni musicali e culturali sono rappresentate e le atmosfere all’interno del disco passano, in maniera vertiginosa, da momenti rilassati e pacati ad altri forti e potenti, con una grande ricchezza di melodie e un sound ricco e variegato.”

    Ascolta l’album “Dizzy”: https://open.spotify.com/intl-it/album/4Mr1e03K416oj3wiKhge8q

    Biografia

    Federico “Ghigo” Renzulli, nato il 15 dicembre 1953 a Manocalzati (AV), è una delle figure più influenti della musica italiana. Trasferitosi a Firenze con la famiglia, sviluppa sin da adolescente una passione per il folk, blues, rock e country, che lo porta a imbracciare la chitarra a soli 14 anni. Dopo il diploma, si iscrive a Biologia, ma a pochi esami dalla laurea abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla musica.

    Nel 1976 Ghigo si trasferisce a Londra, nel pieno fermento della scena punk, e vi rimane per due anni. Tornato a Firenze nel 1978, fonda i Cafè Caracas con Raffaele Riefoli (Raf) alla voce e al basso. La band prova nella cantina di via dei Bardi, che Ghigo ristruttura personalmente, e nel 1980 si esibisce in apertura al concerto dei Clash davanti a 100.000 spettatori. Tuttavia, divergenze interne portano allo scioglimento del gruppo.

    Poco dopo, Ghigo riceve una chiamata da Gianni Maroccolo e insieme formano una nuova band, i Litfiba, nome scelto dallo stesso Ghigo. Alla formazione si uniscono Antonio Aiazzi alle tastiere e Francesco Calamai alla batteria, con Piero Pelù alla voce. Il debutto live avviene il 6 dicembre 1980, e da lì inizia un percorso di successi, tra cui l’apertura a Siouxsie and the Banshees.

    Nel 1982 esce l’EP Guerra, seguito da Eneide (1983), una rivisitazione musicale dell’opera di Virgilio. Nel 1985 arriva il primo album LP, Desaparecido, che segna l’inizio della “Trilogia del Potere”, proseguita con 17 Re (1986) e Litfiba 3 (1988). Questi lavori consolidano i Litfiba come una delle band più importanti della scena italiana.

    Dopo l’uscita di Maroccolo e Aiazzi nel 1989, i Litfiba proseguono con Ghigo e Piero come figure centrali. El Diablo (1990), arrangiato interamente da Ghigo, vende oltre 500.000 copie e porta la band nel mainstream. Seguono Terremoto (1993) e Spirito (1994), entrambi supportati da tour di successo e album live come Colpo di Coda e Lacio Drom.

    Con Mondi Sommersi (1997), la band introduce elementi elettronici nel proprio sound, un’idea nata dal confronto con la scena musicale europea. Nel 1999 esce Infinito, il loro maggiore successo commerciale, ma anche il culmine delle tensioni tra Ghigo e Piero. Dopo il concerto del Monza Rock Festival, i Litfiba si sciolgono.

    Ghigo continua l’attività con una nuova formazione, pubblicando Elettromacumba (2000) e Insidia (2001), e sperimentando modalità innovative come il download gratuito di brani live. Dopo alcuni anni di attività con il cantante Cabo Cavallo, decide di sciogliere il gruppo nel 2006, ma lo riforma brevemente con Filippo Margheri, pubblicando l’EP Five On Line nel 2008.

    Nel 2009 Ghigo e Piero annunciano la Réunion, che culmina in un tour e nell’album Grande Nazione (2012). Seguono eventi speciali come il concerto in memoria di Ringo De Palma e il tour celebrativo Trilogia 1983–1989 (2013). Nel 2016 esce l’ultimo album della band, Eutòpia, con un tour che si conclude nel 2017.

    Parallelamente, Ghigo avvia il progetto strumentale No_Vox, definito “La voce degli strumenti”. Il primo album, Cinematic, viene pubblicato nel 2020 in allegato alla sua autobiografia 40 anni da Litfiba. Segue il live Alcazaba (2021), registrato durante un concerto al teatro romano di Fiesole. Dopo il tour d’addio dei Litfiba, L’Ultimo Girone, conclusosi nel dicembre 2022, Ghigo continua a lavorare su musica inedita, pubblicando i singoli Exotica (2023) e Circus (2024).

    Ghigo Renzulli, con la sua carriera di oltre 40 anni, ha lasciato un’impronta indelebile nella musica italiana, sia come leader dei Litfiba che come artista solista. Il suo percorso, fatto di sperimentazione e innovazione, continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e appassionati.

    “Dizzy” è il nuovo album di Ghigo Renzulli disponibile in formato cd e vinile dal 29 novembre e sulle piattaforme digitali di streaming dal 6 dicembre 2024.

     

     

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  • “Corri” è il nuovo singolo di Gemini

    Da venerdì 19 settembre 2025 è in rotazione radiofonica “CORRI” (FDAM), il nuovo singolo di GEMINI già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 aprile.

     

     

    Il brano “Corri” è un inno alla vita, un invito ad affrontare ogni giorno con coraggio, determinazione e costanza, per superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e i nostri sogni. La canzone è una metafora della corsa: ogni inizio segna l’apertura di un percorso, a volte tortuoso, fatto di compagni di avventura e un traguardo da raggiungere. È proprio quel traguardo a spingerci a fare sacrifici e a inseguire, con crescente convinzione, quel sogno che ci accompagna fin dall’infanzia.  Un messaggio di speranza e forza dedicato a chi lotta ogni giorno per realizzare i propri obiettivi. Il testo è stato scritto da Antonio Sambalotti, in collaborazione con l’autore Giordano Spagnol e il produttore Gerolamo Sacco.

     

     

    Spiega il cantautore a proposito del brano: “‘Corri’ è un brano che avevo scritto qualche anno fa, con l’idea di mettere al centro la corsa come metafora della vita: affrontare ogni giorno con coraggio e determinazione, superare ostacoli e inseguire i propri sogni. Ricordo che durante le prime sessioni in studio con Giordano Spagnol e Gerolamo Sacco stavamo cercando il giusto ritmo per il ritornello: tra una risata e una pausa caffè, abbiamo provato diverse melodie e parole, e proprio in quel momento il brano ha cominciato a prendere forma. Con il tempo si è arricchito di nuove parole e nuove sonorità, e vederlo diventare realtà è stato emozionante. ‘Corri’ rappresenta per me un ponte tra la mia scrittura cantautorale e un sound moderno, e sento che racconta davvero il mio percorso musicale.”

     

     

    Il videoclip di “Corri” è stato girato a Roma all’interno dello Stadio Paolo Rosi e vede la partecipazione straordinaria di Maria Vittoria Longa, atleta italiana specializzata negli 800 e 400 metri, che gareggia per la società Atletica Roma Acquacetosa. Longa non è stata l’unica giovane atleta a partecipare alle riprese del video. Altri 4 atleti si sono “esibiti”: Sofia e Arianna Bella, Riccardo Vanzetti e Simone Torturo che hanno “supportato” l’altra protagonista del video, la bambina Delia Agnoli che nella vita è atleta di ginnastica ritmica. Le riprese sono state realizzate da Gianluca Rotondi, mentre la regia è stata curata da Serena D’Andrea di Adastra Production, che ha anche prodotto il video. Un ringraziamento speciale va alla FIDAL e al Comune di Roma per il supporto offerto nelle riprese. Nel 2024, Longa ha conquistato il titolo di campionessa regionale negli 800 metri e quello di vice campionessa nei 400. Protagonista dei Campionati Nazionali, sia indoor che outdoor, l’atleta rappresenta un simbolo di determinazione e costanza, valori perfettamente in linea con il messaggio del brano.

     

    Guarda il videoclip di “Corri” su YouTube:

    https://www.youtube.com/watch?v=eCiQbcpO1nY

     

     

    Biografia

    Gemini è un cantautore italiano capace di coniugare la profondità della scrittura d’autore con sonorità contemporanee, dando vita a canzoni autentiche che raccontano emozioni quotidiane, sogni e fragilità. La sua cifra stilistica si distingue per intensità narrativa, originalità melodica e una forte attitudine da performer.

    Debutta nel 2013 con l’EP Fuori di testa, prodotto da Ettore Diliberto in collaborazione con Alberto Radius, scalando le classifiche Mondadori e Sorrisi & Canzoni. L’anno seguente pubblica “Chissà che sarà”, registrato nei leggendari Abbey Road Studios di Londra sotto la supervisione di Simon Gibson (già al fianco di Beatles, U2, Paul McCartney). Nel 2017, il brano vince il primo contest nazionale organizzato dalla rivista britannica Classic Rock, distinguendosi tra centinaia di proposte italiane.

    Nel corso degli anni si esibisce in prestigiose rassegne come Emilia Live e La Notte delle Chitarre, condividendo il palco con grandi nomi della musica italiana. Collabora con artisti del calibro di Mario Schilirò (Zucchero), Alberto Rocchetti (Vasco Rossi) e molti altri.

    Nel 2019 pubblica “La superficie”, entrato nella classifica Indie Music Like e accompagnato da un videoclip con Ricky Memphis. Nello stesso anno esce “La mia canzone”, con la partecipazione straordinaria di Alessandro Haber nel videoclip.

    Il 2021 lo vede in apertura ai concerti di Anna Tatangelo, Ron e James Senese, oltre a un live in collaborazione con l’attore Leonardo Bocci.

    Pubblica il singolo Come si fa, presentato alla Milano Music Week, e partecipa a programmi televisivi su Rai 1 (The Band con Carlo Conti), Canale 9 (Don’t Forget The Lyrics) e Rai 2 (Viva il Videobox di Fiorello).

    Nel 2022 vince il Premio Mia Martini nella categoria Emergenti con il brano Sapore d’estate. L’anno successivo partecipa al Premio Ravera e pubblica “La volta buona”, presentato in diretta su Rai 1 nel programma di Caterina Balivo.

    Nel 2024 si aggiudica il Vertical Music Award a Casa Sanremo per il videoclip di La volta buona. Ad aprile pubblica Questo strano viaggio, prodotto da Danilo Cherni e Maurizio Perfetto, musicisti storici di Antonello Venditti. A giugno rende omaggio a Rino Gaetano con una personale rivisitazione di Mio fratello è figlio unico, seguita a novembre da una versione moderna dell’Inno d’Italia, girata in Piazza del Campidoglio con il coro Le Dolci Note.

    Nel 2025 è protagonista del programma Bellissima Italia su Rai 2 e ospite nei format Sogni di gloria (Rai Radio 2), Videobox e Vertical Music durante il Festival di Sanremo.

     

    Dopo “Ti vengo a prendere”, “Corri” è il nuovo singolo di Gemini disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 aprile 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 19 settembre.

     

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  • Cristina D’Avena firma la nuova sigla di Captain Tsubasa 2

  • Always Know – Monk’s Dums Da venerdì 19 settembre 2025, disponibile il nuovo disco Monk’s Drums solo in formato digitale

    Pubblicato dall’etichetta indipendente Wow Records, disponibile soltanto sulle piattaforme digitali da venerdì 19 settembre, Monk’s Drums è la nuova realizzazione discografica di Always Know, brillante quartetto formato da giovani talenti del jazz come Giacomo Petrocchi (sax), Fabrizio Leoni (pianoforte), Matteo Rossi (contrabbasso) e Luca Guarino (batteria).

    Nel CD sono presenti nove capolavori, rigorosamente (ri)letti in modo personale attraverso gli arrangiamenti di Petrocchi e Guarino (ideatore del progetto), frutto del genio creativo di un’autentica figura mitologica del piano jazz: Thelonious Monk. A impreziosire questa formazione, tre ospiti di grande valore: i giovani in rampa di lancio Cesare Mecca (tromba e cornetta) e Gianluca Palazzo (chitarra) e un nome altisonante del sax soprano e sax tenore, riconosciuto in ambito internazionale, quale Emanuele Cisi. Monk’s Drums è tutt’altro che un pedissequo tributo al leggendario pianista e compositore statunitense, bensì una profonda rielaborazione improntata principalmente sull’aspetto ritmico e su un sound moderno, dove la figura artistica di Monk è rappresentata dagli arrangiamenti arditi attraverso cui emergono l’identità comunicativa, la personalità musicale e la spregiudicatezza stilistica di questo gruppo, in particolare degli arrangiatori Giacomo Petrocchi e Luca Guarino.

    Proprio il batterista Guarino racconta la gestazione e descrive i tratti distintivi di Monks’Drums: «Ho concepito questo progetto tre anni e mezzo fa mentre studiavo un pezzo di Thelonious Monk dal titolo Evidence. Nella mia testa c’era l’idea di sfruttare lo spazio ritmico tipico delle sue composizioni per manipolarlo e dargli un’impronta personale. Scegliere i musicisti è stato facile, perché Giacomo Petrocchi, Fabrizio Leoni e Matteo Rossi sono anche miei grandi amici. Insieme siamo riusciti a dare alla luce un progetto che ci diverte, in cui ci rispecchiamo. La ciliegina sulla torta è stata l’aggiunta dei tre straordinari ospiti (Cesare Mecca, Emanuele Cisi e Gianluca Palazzo, ndr) che ci hanno aiutato ad aggiungere profondità e musicalità al progetto».

  • “Pizzo” è il primo singolo estratto da “Paramagia”, nuovo album degli Abissi, in uscita a Gennaio 2026… guarda il video

    ABISSI – Pizzo (official video) [Octopus Rising / Argonauta Records]

    Guarda il video

    https://www.youtube.com/watch?v=CitrMnGDSs8

    “Pizzo” è il primo singolo estratto da “Paramagia”, nuovo album degli Abissi, in uscita a Gennaio 2026. La stoner band milanese aggredisce subito l’ascoltatore con 2 minuti di noise punk a rotta di collo, ad anticipare in qualche modo l’atmosfera eterogenea del nuovo disco.

    Abissi nasce nel 2018 dall’incontro tra Francesco Menghi (già frontman dei Veracrash), Luca Ibba (ex batterista degli ODE) e Agostino Marino (già chitarrista dei Little Pig), successivamente si aggiunge Alessandro Stranieri al basso, che proviene da esperienze più goth e wave. Il quartetto ha base a Milano, cornice ideale per una proposta musicale che si muove tra heavy rock psichedelico cantato in italiano e un’ampia gamma di influenze: dallo stoner rock passando per doom, new wave, alternative, noise etc…

    Nel dicembre 2020 pubblicano il singolo “Interzona”, accompagnato da un videoclip. Il debutto discografico arriva il 25 settembre 2022 con l’acclamato “Oltre”.

    Il nuovo lavoro in studio, “Paramagia”, è previsto per Gennaio 2026, anticipato da due singoli, il primo dei quali “Pizzo” uscirà il 17 settembre 2025 e il secondo “Madama Cristina”; l’8 Novembre 2025. Entrambi i singoli sono accompagnati da videoclip.

  • Antonio Marzo canta la fragilità e la forza di un Paese in mutamento

    A volte, per raccontare un cambiamento, serve partire dalla pioggia. Una pioggia lenta, quasi surreale, che cade sui ciottoli del centro di Bologna e su una voce che da tempo non cercava canzoni. È lì che nasce “Com’è lucida la città”, il nuovo singolo del cantautore e autore teatrale Antonio Marzo: una ballata scritta all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina – «la prima scintilla», dice – e tornata in studio dopo anni di silenzio discografico. Marzo non firma un omaggio a la Dotta, ma qualcosa di più sottile e complesso: un tentativo di restituire l’identità mutevole di una città – e di un Paese – che ha smesso di nascondersi. Un modo per dire che l’Italia è cambiata. Che ha perso la sua timidezza. E che forse, lo abbiamo fatto anche noi.

    Scritta camminando tra le vie lavate dal giorno e inondate di riflessi, in un centro storico che sembrava restare in apnea per non smarrire i propri tratti, mentre l’eco di un’Europa fragile entrava nelle case, nei silenzi, nelle domande di tutti, “Com’è lucida la città” è il risultato di un’urgenza concreta: mettere ordine in ciò che resta, tra la cronaca del mondo e il groviglio dei pensieri.

    Bologna, in questo brano, non è sfondo né protagonista.
    È specchio, margine, punto di partenza e pretesto per parlare a un’Italia che si interroga: sulle sue città, sulla sua identità, sulle sue parole.

    È l’inizio di un nuovo sguardo – personale e musicale -, che parte proprio da qui: dal bisogno di tornare ad osservare le cose senza doverle per forza spiegare. Un’Italia che cambia, mentre prova a riconoscersi nei suoi borghi antichi, nei suoi dettagli, nella nuova grammatica dei luoghi.

    Ma cosa significa, oggi, raccontare un Paese che cambia?
    E cosa succede quando quel cambiamento lo sentiamo anche dentro di noi – negli occhi, nei passi, nella voce?
    È da queste domande che prende forma il brano. Non come risposta, ma come modo per rimanere dentro le cose, per trattenere quello che altrimenti andrebbe perso.

    Una necessità tornata a farsi spazio dopo la reunion degli Embargo – gruppo storico progressive-rock con cui Marzo aveva condiviso la stagione più fertile della scena alternativa bolognese. Non per ripetere il passato, ma per dare voce al presente, a ciò che nel frattempo è cambiato: dentro e fuori. Più che di nostalgia, si tratta di un bisogno di sintesi: tenere insieme ciò che è mutato e le tracce di ciò che è sopravvissuto allo scorrere del tempo, trovando per entrambi una lingua nuova. E scrivere. Non per spiegare, ma per tenere insieme le fratture. E non perdersi, imparando ad osservare da un altro punto di vista.

    «Le canzoni hanno ricominciato a bussare quando tutto sembrava incerto: fuori e dentro di me – racconta Marzo -. ”Com’è lucida la città” è nata camminando sotto la pioggia. L’ho scritta pensando a Bologna, ma non solo. È un brano che parla di come i luoghi ti cambiano, e di come tu, a un certo punto, impari a guardarli con occhi nuovi. È successo anche a me.»

    Tra i ciottoli del centro, i muri rossi, lo «spicchio di marmo rosa» e il suono lento della pioggia, ha preso vita una riflessione non malinconica ma consapevole. La città è diventa la perfetta metafora di un’epoca futura possibile, in cui finalmente non si avrà più il timore di chiamare le cose con il proprio nome.

    Nel testo, linee semplici ma mai ingenue («La gente non corre veloce, si è accorta che si può stare bene») accompagnano l’ascolto fino a una chiusura che non simboleggia una resa, ma un appello civile. Un invito che parte da Bologna e si estende a tutte le città italiane che oggi rischiano di smarrire il proprio centro – simbolico e reale – nel frastuono del cambiamento:

    «Bologna non ti dimenticare chi sei, non ti scordare cosa vuoi, per rimanere così, bella così

    Antonio Marzo è un artista laterale, ma mai marginale. Non è un esordiente. E nemmeno un outsider da ridurre a categoria, incasellandolo con facili etichette. È un autore che ha scelto la coerenza alla rincorsa, e la continuità a ogni possibile effimera esposizione. Dal teatro-canzone alla canzone d’autore, ha tracciato un percorso ibrido e personale, sempre in ascolto e sempre in dialogo con il proprio tempo.

    Dopo il recente spettacolo “Storia semiseria di una rockstar mai nata” – presentato a Bologna lo scorso febbraio, con un sold out in teatro -, l’uscita del singolo segna l’inizio del nuovo ciclo discografico “Oltremarzo”: un album scritto tra le pieghe della quotidianità e le crepe di nuove inquietudini. Canzoni che partono dalla città per interrogare il presente, l’identità, la possibilità di restare sé stessi in un’epoca che cambia tutto – tranne le domande.

    «Non sono mai stato uno che insegue palchi grandi – conclude Marzo -. Ma non mi sono mai fermato. Le mie canzoni si muovono tra l’ironia e la malinconia, come sguardi obliqui sul mondo: disillusi, ma mai privi di speranza.»

    Prodotta da Giancarlo Di Maria, con mix e mastering a cura di Marco Borsatti, “Com’è lucida la città” vede la partecipazione di Iarin Munari alla batteria, Marco Dirani al basso, Mattia Tedesco alla chitarra, e lo stesso Di Maria alle tastiere.

    “Com’è lucida la città” non descrive Bologna. Ci entra in punta di piedi.
    In un momento in cui molte città italiane diventano oggetto di narrazione estetica, turismo aggressivo o storytelling d’occasione, riducendosi a fondali da cartolina, questo brano sceglie la strada opposta: non abbellisce, non denuncia, non semplifica. Racconta. Domanda. Invita a riflettere. E lo fa con un tono a mezz’aria tra diario e canzone civile, restituendo alla città — e al Paese intero — l’opportunità di essere luogo, spazio di vita, non solo meta da promuovere.
    Un punto da cui si può ancora partire.
    E tornare.
    Senza sentirsi fuori posto.

  • “Ognuno per le sue” è il nuovo singolo di Alice Blasi

    Da venerdì 19 settembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “OGNUNO PER LE SUE” (TRP Vibes / Track Records Productions) il nuovo singolo di ALICE BLASI già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre.

    “Ognuno per le sue” è un brano che racconta con semplicità il distacco emotivo tra due persone ormai troppo lontane nei loro modi di vivere e di sentire. È una canzone che raccoglie timori, incertezze e il bisogno, a volte inevitabile, di lasciar andare. Ognuno per la sua strada: una scelta difficile ma necessaria, quando un legame non ci permette più di emergere e di valorizzare a sua volta chi é al nostro fianco. Parla di parole che non si incontrano, di mondi interiori che si sfiorano senza mai toccarsi davvero, forse troppo diversi per potersi comprendere. Il pezzo parla di mondi astratti, distanti e forse incompatibili, parla di silenzi che si allungano, dove si coglie la malinconia di un amore che non trova più la sua luce.

    “Come stelle che non brillano mai in due.” Lasciare andare, allora, diventa un atto d’amore. Il distacco, una forma di comprensione. La fine, un gesto di rispetto.

    Spiega l’artista a proposito del brano: «“Ognuno per le sue” è stato per me un brano molto difficile da cantare proprio per il grande legame emotivo che mi lega a queste parole. Ritengo che il vero segreto di una canzone sia proprio quello di congelare delle emozioni, che si risvegliano ad ogni ascolto, vibrando in ogni nota. E la magia avviene quando ognuno, sentendo questi versi, potrà reinterpretare e riscrivere queste emozioni nel proprio vissuto. Per me la musica é proprio questo, anime diverse che si riconoscono tra le sfumature di una stessa emozione, cuori che si ritrovano tra le pieghe di una melodia».

     

    Biografia

    Alice Blasi, 18 anni, è una giovane artista indie-rock, che ha recentemente conseguito il diploma al liceo classico.  Fin da giovanissima mostra interesse per la musica, un’arte che diventa ben presto una componente fondamentale della sua vita.

    Il suo approccio musicale inizia con lo studio della chitarra, strumento che continua a coltivare con dedizione guidata dal maestro Edoardo Musumeci.  Due anni fa intraprende anche un percorso vocale con la vocal coach Lilla Costarelli, che le permette di sviluppare le sue potenzialità come interprete

    Un nuovo e significativo passo avanti arriva con l’incontro artistico e umano di Riccardo Samperi, che accompagna Alice nella crescita del suo stile personale e nell’affermazione della sua identità artistica. Grazie a questa collaborazione il 6 giugno Alice realizza il suo primo singolo, Non so più di te, per l’etichetta TRP Vibes. Ritorna questo settembre con l’uscita del suo secondo brano “Ognuno per le sue”, che le permetterà di compiere un altro piccolo passo verso i suoi grandi sogni.

    “Ognuno per le sue” è il nuovo singolo di Alice Blasi disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 12 settembre 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 19 settembre.

     

     

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  • Folkstone: il 5 ottobre la band sarà premiata al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti per i 20 anni di carriera

    Il 5 ottobre 2025, in occasione della nuova Edizione del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, la più importante rassegna della musica indipendente italiana, saranno premiati i Folkstone per i 20 anni di carriera indipendente. Un percorso costruito con passione e con quella costanza che ha portato la band bergamasca a crescere nel tempo e diventare oggi un punto di riferimento della scena folk rock italiana, spesso troppo sottovalutata, anche per la promozione della musica italiana all’estero. 

    Il concerto dei Folkstone, previsto con ingresso gratuito il 5 ottobre alle ore 18.00 sul palco centrale in pieno centro faentino, costituirà l’evento centrale della tre giorni di concerti, forum e convegni previsti nelle principali piazze, teatri e palazzi e palchi del centro storico di Faenza per festeggiare i 30 anni del MEI.

     

     

    “Ringraziamo chi ci ha seguito e sostenuto per 20 lunghi anni, perché insieme abbiamo costruito la nostra indipendenza e la costanza di poter scrivere ed esprimerci liberamente in modo sincero. Grazie a tutti i cuori randagi che viaggiano insieme a noi”, commentano i Folkstone.

     

    Biografia

    I Folkstone sono una rock metal band che si forma nel 2004 da un’idea di Lorenzo “Lore” Marchesi, frontman della band. All’attivo oggi hanno 7 album studio e 2 DVD live. Ciò che rende unica questa band è la miscela esplosiva tra strumenti antichi quali cornamuse, arpa, flauti, bouzouki, ghironda e la granitica base rock/metal di basso, chitarra e batteria. Il cantato è interamente in italiano ed i loro testi sono ricercati e coinvolgenti tra il narrativo, l’interiorità ed il sociale. La loro naturale dimensione è sin dall’inizio il puro live, dove riescono ad esprimere tramite un’attitudine punk tutta la loro potenza ed espressività maturata attraverso centinaia e centinaia di live in Italia ed Europa. Dopo una separazione durata qualche anno nel 2023 annunciano la reunion con un’esibizione al Live Club di Trezzo sull’Adda come headliner del MetalItalia Festival. Data l’incredibile e calorosa risposta dei fan la band decide di pubblicare il nuovo singolo “Macerie” e qualche mese dopo “La fabbrica dei perdenti”, pezzo di cui registrano il videoclip all’Alcatraz di Milano a marzo 2024 con il locale sold out carico di energia.  I due singoli sono inoltre pubblicati nel vinile “Racconti da Taberna”, raccolta dei brani che hanno segnato la storia della band dall’inizio ad oggi.  Dopo il tour estivo scrivono un doppio album in uscita il 21 marzo 2025. “Natura Morta”, questo il titolo del nuovo lavoro è stato presentato al Legend Club di Milano dal 28 al 30 marzo 2025.

     

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